QUIntetto antareS - Associazione Filarmonica Rovereto

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QUIntetto antareS - Associazione Filarmonica Rovereto
SALA FILARMONICA
VENERDì 10 APRILE 2015 - ORE 20.45
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QUIntetto antareS
gabriele Bertolini
Masako Kozuki oboe
Zsigmond Kara clarinetto
Peter Loreck corno
Benedikt Seel fagotto
atSUKo oBa pianoforte
Franz Joseph HAYDN
(1732-1809)
Divertimento Chorale St. Antoni
Allegro con spirito
Andante quasi Allegretto“Chorale St. Antoni”
Menuetto
Rondò Allegretto
Franz SCHUBERT
(1797-1828)
Allegro Moderato
Andante
Minuetto: Allegro
Allegro
Ludwig van BEETHOVEN
(1770-1827)
Jean FRANÇAIX
(1912-1997)
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Grave. Allegro ma non troppo
Andante cantabile
Rondò. Allegro ma non troppo
Quatuor
Allegro
Andante
Allegro molto
Allegro vivo
ASSOCIAZIONE FILARMONICA DI ROVERETO
Camille SAINT-SAËNS
(1835-1921)
Caprice sur des Airs Danois et Russes op. 79
Francis POULENC
(1899-1963)
Sextuor
Allegro vivace
Divertissement
Finale
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Il Quintetto antares si è costituito nell´autunno del 2008 presso l´Hochschule für Musik di detmold (germania) e da allora si esibisce anche in formazioni che vanno dal
nel 2009, a pochi mesi dalla fondazione, vince il Secondo Premio del gFF di detmold e gli viene assegnata una Borsa di studio dell`associazione internazionale Live
Music now fondata nel 1977 da Yehudi Menuhin; nel 2010 l´ensemble è stato premiato ai concorsi di musica da camera di Wuppertal e Braunschweig in germania;
all´ensemble è stato inoltre conferito nel 2011 il Premio annuale della Banca Popolare
di Paderborn.
Fondamentale nella formazione artistica dell`ensemble è stato il corso di Musica
da Camera della Musikhochschule di detmold tenuto dai Professori norbert Stertz,
thomas Lindhorst e Janos Balint e le Masterclass di rinomati solisti come andras
Schiff, Marie-Luise neunecker e dai membri del famoso Quintetto albert Schweitzer.
oltre che in germania, il Quintetto antares è stato invitato ad esibirsi in Italia, in
Francia, in Libano e in giappone.
nel 2014 il Quintetto antares registra il suo primo cd con composizioni del repertorio
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note aL PrograMMa
tore che tesserà la trama del concerto; un viagpianoforte, dalla realtà della Prima Scuola di
Vienna, alla rielaborazione della poetica e degli stilemi classici in territorio austriaco e nella
Francia tra Ottocento e Novecento.
Originariamente per due oboi, due fagotti
obbligati, fagotto continuo, serpentone e due
corni, il Feld-Parthie St. Antonius n.6 in si
bemolle maggiore, gode della sua notorietà
grazie alle Variazioni su tema di Haydn, op.
56, composte da Johannes Brahms nel 1873.
L’attribuzione di questo divertimento a Franz
Joseph Haydn
del Settecento non era inusuale che editori apopere di colleghi sconosciuti. Questo genere
musicale, destinato probabilmente all’intrattenimento di un piccolo gruppo di nobili o
borghesi abbienti, da un punto di vista compositivo risulta più contenuto e meno impegnativo rispetto alle sonate o alle sinfonie. Particolarmente interessanti sono l’insolito utilizzo
in ambito profano di una melodia religiosa nel
secondo movimento (Chorale St. Antoni) ed il
carattere bucolico del Minuetto e del Trio ricreato da corno ed oboe. Il Divertimento è qui
proposto nell’arrangiamento di Harold Perry
te. Lo sguardo ad una felice classicità passata,
nell’Allegretto moderato, ed il lirismo delicato
dell’Andante, evadono dalla sfera di tragicità
che caratterizza la Sinfonia in do minore e i
Lieder tratti dai testi di Goethe e Schiller del
medesimo periodo.
Dedicato al Principe Joseph Johann zu
Schwarzenberg ed eseguito per la prima volta
il 6 aprile 1797 a Vienna, il Quintetto per piain mi bemolle maggiore, op. 16
di Ludwig van Beethoven succede alle opere che lo hanno reso fra i più celebri compositori del panorama musicale viennese, come
la Prima Sinfonia ed il Settimino. Inscritto in
un linguaggio serenamente classico, ereditato
dai suoi predecessori, il Quintetto è fra i più
riusciti esempi della prima maniera beethoveniana ed è costellato di reminescenze del
compositore salisburghese; non è un caso che
il Quintetto K452 di Mozart (1784) sia analogo
per organico e per tonalità. Il vitalismo perenne è sostenuto dal pianoforte, mentre la tecnialternanza di momenti di bravura concertante
a passaggi solistici, permettendo così agli esecutori di essere tutti protagonisti nell’agiatezza
di un discorso ininterrotto e ben differenziati
dal solido Grave, dal preromantico e cantabile
Andante e dall’energico Rondò
«Voglio essere sincero: quando compongo, le
La Sonatina in la minore appartiene ad una
trilogia di Sonate o Sonatine per violino e
pianoforte (l’opera 137) composte da Franz
Schubert tra il marzo e l’aprile del 1816 e pubblicate nel 1836 da Diabelli. Già noto a Vienna
per la produzione liederistica e sinfonica, in
questi brevi componimenti Schubert si rivolge ad un pubblico di dilettanti; la freschezza
romantica e l’originalità del linguaggio di
ispirazione mozartiana sono sostenute da un
sapiente uso delle risorse timbriche ed espressive dei due strumenti e mantenute in questo
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più il “sentiero nel bosco” che l’ “autostrada del pensiero”» ed è proprio lo spunto tratto
dalla realtà concreta, che caratterizza la produzione musicale di Jean Françaix. Figlio d’arte
e compositore sin dall’età di sei anni, Françaix
assorbe la poetica del neoclassicismo francese,
di cui il maestro Francis Poulenc era fervido
sostenitore. In Quatuor, composto nel 1933
all’età di ventun’anni, si viene travolti sin dal
primo movimento (Allegro) da un’atmosfera
estremamente vitale, ironica, giocosa che si
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Andante è l’unico tempo interamente disteso in una sonorità quasi eterea, dove
Allegro molto ed Allegro vivo riprendono il ritmo scoppiettante iniziale, che nasce dall’alternanza di frammentazione ritmica e melodica,
cambi di metro e abbondante utilizzo dell’omoritmia.
Caprice sur des Airs Danois et Russes op.
79 nasce come composizione ad hoc per un
ensemble
Georges Gilet (oboe), Charles Turban (clarinetto) e Camille Saint Saëns (pianoforte).
La tournèe dei membri della Sociéteé des
instruments à vent nell’aprile del 1887 a San
Pietroburgo è qui rievocata attraverso tre temi
variati tratti dalla tradizione popolare danese e
russa, in onore della zarina Marija Fëdorovna
l’opera è dedicata. Le melodie citate e rielaborate, sono proposte da ogni singolo strumento
continua, supportata da virtuosismi pianistici
di stampo lisztiano inseriti in un impasto timbrico tipicamente francese.
Di tutt’altra matrice è l’arte musicale di Francis Poulenc. Amante di una musica francese
sionistiche, il compositore parigino abbraccia
(seppur non in toto) la poetica neoclassica promossa da Erik Satie ed il poeta Jean Cocteau,
dove semplicità ed ironia parodistica sono i
principali ingredienti per la nascita di una
musica antiromantica e soprattutto nazionale. Poulenc trae la linfa vitale delle sue opere
dalla tradizione musicale “non colta” come
il jazz, i ritmi latinoamericani, la musica circense, quella tradizionale… e li introduce in
una tonalità che, seppur ancorata a regole accademiche, è contaminata da note dissonanti.
Sextuor
te, è il connubio delle sue principali passioni:
la musica da camera ed il pianoforte.
Anna Boschi
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