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Narrativa politica nettunese EDIZIONI: ASSOCIAZIONE CULTURALE CONTROCORRENTE.NAME Autore Agostino Gaeta Collana Franchi Narratori XVIII Edizione €1 La nuova via dell’oro Sono nervoso,c’è qualcosa che mi agita,qualcosa che avverto come il fiuto degli animali. Questa Nettuno,non mi convince. Non mi convince nulla di quello che appare, come se ci fosse una regia occulta che ci spinge a guardare e pensare a senso unico. Troppi,tanti gli accadimenti che mutano rotta quando sei certo che la verità è quella che tutti conoscono. L’ermetismo è d’obbligo in certi casi,perché il sospetto non è una verità ed il sospetto che ci sia qualcosa di molto più grande che vola sulle nostre può anche essere solo uno stato d’animo e niente più. La riflessione fa da contorno a questa edizione forse fuori dal mio stile consueto e per onestà intellettuale la sottopongo a coloro che hanno ancora voglia di leggere i mie racconti nettunesi. Forse una lettura attenta, può essere utile a comprendere le ragioni di questa agitazione,perché politica ed affari in questo secolo hanno un unico e comune denominatore e solitamente la conoscenza della quotidianità paesana ,ti spinge ad avere un quadro certo e preciso della situazione. Bene,se alla fine i conti non tornano ed il cerchio non si chiude, vuol dire che quello che era ed è un comune pensare, è alterato,non è la verità che conosciamo tutti. E’ vero,è fantasioso pensare al Grande Vecchio o alle Logge deviate di un’Italia che non appartiene al cittadino comune, ma questa provincia romana, questo litorale, è sempre stato al centro di interessi economici che si sviluppavano solo all’interno della Cosa Pubblica. E’ la sola economia reale del paese. Non produciamo altro che affari edificatori e non da oggi ma dai tempi in cui un geuppetto di indigeni si divisero le terre dell’agraia. C’è stato solo un periodo in cui gli affari hanno trovato una matrice diversa ed è una storia legata agli utili e benefici che buona parte della classe dirigente ha sottratto a Saggese. Oggi all’apparenza questa classe dirigente non dovrebbe più produrre utili e benefici . Un fermo politico economico durato circa quattro anni che ha bisogno di trovare urgentemente uno sfogo nel bel mezzo di un disordine sociale ed amministrativo che probabilmente segna l’inizio di nuove avventure. Già,ma chi sono davvero i protagonisti? E sono solo i politici quelli di sempre e le nuove leve ad organizzare la nuova via dell’oro nettunese? Forse è questo che mi agita. Tersigni: il mio “dottore” Si cerca di essere morbidi,di non dirla così com’è. Lo conoscevo Tersigni, non gli ho mai dato modo di scrivermi una ricetta o di farmi una visita per oltre un ventennio nelle vesti a volte ironiche di medico della mutua. Si usa dire che “ci ha lasciati” ma certamente non ne aveva nessuna voglia di farlo. Ed allora non lo scrivo, perchè non ci ha lasciati, è’ morto. Forse è triste dirlo così, ma odio i fronzoli di fronte a quella realtà.,specie quando questa anticipa i tempi. Per quello che può servire va detto a gran voce che era davvero una bella persona. Agostino Gaeta Gli assessori ricorrono ai legali contro il sindaco e tentano di imbrogliare il giudice Il 30 marzo non è stata una bella giornata per gli assessori chiamati a rispondere al Gip in merito all’indagine sulla nomina del Direttore Generale. Ovvio che le notizie sono sommarie e rispondono ai racconti degli stessi protagonisti, ma è indubbio che il Giudice delle Indagini Preliminari non abbia gradito che quasi tutti prendessero le distanze da un atto di giunta da loro prodotto, nella piena consapevolezza di quello che approvavano. Si dice che in alcuni casi il Gip abbia perso la pazienza di fronte a risposte tipo: non sapevo ci fosse una legge che dopo due giorni non consentisse la nomina di un Direttore Generale per Comuni come Nettuno. Ora si attendono le decisioni del Gip annunciate per il prossimo12 aprile. Gli interrogatori erano stati preceduti da un episodio singolare,vedi le lettere legali degli assessori,alcune più morbide,altre più significative. I legali degli assessori invitavano il sindaco a prendere provvedimenti in autotutela . Lettere che sarebbero state mostrate al Gip dagli indagati ed apparivano, una scorciatoia infantile che non avrebbero commosso più di tanto il magistrato che non c’è cascata. Più importante invece il significato politico,perché è davvero difficile comprendere come sia possibile per Chiavetta dialogare con un esecutivo che prende le distanze o fa finta di prenderle, da lui e dal Direttore Generale. Fatto grave che forse non ha precedenti visto che non si sono limitati a prendere le distanze a voce,ma lo hanno fanno per tramite dei loro legali. E qui è il caso di stabilire se sia stata una paraculata per tentare di convincere il GIP che s’erano pentiti, oppure se c’è davvero l’intenzione da parte della giunta di opporsi in modo forte alle scelte del Sindaco. Quelle lettere legali però non sarebbero state protocollate e questo induce ad immaginare che fosse solo una paraculata. Una strategia difensiva diciamo un po’ penosa. Poi bisogna capire se l’offensiva quasi fantozziana della giunta contro il Direttore Generale e la risposta dovuta del sindaco che difende Faraone, fanno parte di uno stesso copione . In ogni caso appare davvero singolare che una giunta compia un atto amministrativo, eppoi lo rinneghi per mera paura del procedimento penale. Fuori dall’aula del Tribunale la vicenda crea sospetti e preoccupazione perchè vuol dire che questo esecutivo non è credibile quando compie atti amministrativi. Ovvero deliberano e quindi ci amministrano in modo irresponsabile. Rinnegare una delibera a quel modo dovrebbe aprire un contenzioso politico con un documento di sfiducia da parte delle opposizione e la richiesta di un consiglio comunale urgente, dove il sindaco venga a riferire nel merito di quelle lettere, in primo luogo per darne ufficialità, eppoi per informare il Prefetto dei contrasti pericolosi che si sarebbero creati. Voglio dire che la questione è gravissima anche nel caso in cui le lettere legali fossero servite solo come specchietto delle allodole per tentare di prendere in giro i magistrati. L’incompatibilità tra giunta e sindaco è un dato di fatto e sarebbe un aggravante se tutto fosse stato concordato ,nel senso che Chiavetta fosse stato informato preventivamente che era tutta una bufala per imbrogliare il GIP. Si chiama INTRALCIO ALLA GIUSTIZIA. Sembrerebbe infatti che il Gip abbia contestato loro proprio l’assenza del protocollo sulle lettere legali inviate al sindaco e davvero non so quanto questo possa tradursi in un tentativo goffo di alterare i fatti processuali . Allora un’opposizione responsabile dovrebbe fare il suo mestiere e pretendere un atto ufficiale del sindaco e della giunta in consiglio comunale,atto che dovrebbe poi interessare la prefettura e quindi di conseguenza il Prefetto rendere edotti Procura e Tribunale. Il governo di una città è una cosa seria così come deve essere seria l’opposizione che ha l’obbligo istituzionale di sorvegliare sulla legalità della gestione pubblica e quelle lettere devono essere documenti ufficiali del Comune se è vero che sarebbero state fatte rilevare al Gip quale tentativo di discolpa. Non ci può essere una dissonanza documentale nella difesa degli assessori se questa si regge su atti legati al funzionamento della Pubblica Amministrazione. Ed invocare l’autotutela è un atto amministrativo e non un fatto privato tra sindaco ed assessori. Insomma per farla breve,se gli assessori si difendono e producono lettere legali inviate al sindaco e queste non sono state acquisite in modo ufficiale, è in essere un grave vizio che si trasforma in un presunto falso ideologico,perché se fosse vera la diffida legale della giunta,il sindaco non avrebbe più la fiducia del suo esecutivo. A parte ogni altro possibile provvedimento di natura penale, qualora ci fossero i presupposti. E’ grave perché intanto giunta e sindaco dovevano trovare negli stessi giorni accordi vitali sulle contestazione mosse dalla Corte dei Conti relativi ai conti farlocchi del Municipio. Nel caso specifico gli assessori ed il sindaco dovevano dimenticare le lettere legali che s’erano scambiati il giorno prima e trovare una comune linea operativa perché in ballo ci sono i sederi privati di ognuno di loro. Ad Anzio il Senatore De Angelis paga un rateo al Comune di 1300 euro al mese per una condanna a 150 mila euro inflitta dalla Corte dei Conti. E lì Bruschini diciamo che è stato comprensivo ed ha accettato il pagamento rateale. Naturalmente la condanna si riferiva all’epoca in cui De Angelis era sindaco. Quindi,per tornare a casa nostra,gli assessori di giorno contestano il sindaco con i loro legali e di notte trovano gli accordi per salvarsi dalla scure pesante dei magistrati amministrativi. Nun può esse... Come andrà a finire? Semplice. Se l’opposizione farà il suo mestiere, il sindaco non potrà far altro che mandare “la disdetta” alla giunta e trovare altri otto o dieci personaggi in cerca d’autore. Questi accadimenti dovranno finire in prefettura in modo ufficiale ed il Prefetto dovrà decidere nel merito. Questo il fatto ufficiale. Poi se vi interessa sapere come la penso io,continuate a leggere altrimenti fottetevene ed andate avanti. E’ vero che le pagine sono solo quattro e non avete grandi vie di scelte…insomma fate come vi pare. Personalmente penso che Sindaco ed assessori fossero d’accordo, perché quella seggiola in giunta piace a tutti. Cazzo come piace e, metterla a serio rischio con il ricorso al legale senza concordarlo,diciamo che forse non ci crede nessuno. Anche perché il pischello mica è tenero. Se avesse ricevuto dieci lettere legali dai suoi assessori senza saperne nulla,fumino com’è li avrebbe cacciati a malo modo il giorno successivo. Ed allora il dubbio si fa amletico: ..ci fa o ci è ? Ai posteri l’ardua sentenza. Io che so contemporaneo,però, dico che “ci fa” e se avessi ragione,vuol anche dire che se n’è sbattuto i marroni del Direttore Generale che ufficialmente difende,perché quelle lettere di fatto erano un aggravante serio nel contesto giudiziario se fossero divenuti atti ufficiali del Comune. Sarebbe significato senza ombra di dubbio che Chiavetta aveva esercitato possibili pressioni sulla giunta per l’approvazione di quella delibera. Insomma una giunta concussa, per dirla in termini spiccioli. ALL’INTERNO FARAONE COME MAFALDA..MA E’ DAVVERO LUI LA PUTTANA A NETTUNO?