Vini Marchesi di San Giuliano

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Vini Marchesi di San Giuliano
IL FEUDO
“Immersi in nobili tradizioni”
I Paternò Castello di San Giuliano sono una delle più antiche famiglie siciliane,
la cui proprietà si estende per circa 300 ettari, a metà fra Catania e Siracusa ed è costituita da due nuclei.
Il più piccolo, nei pressi di Villasmundo, è il cuore dell’antico feudo San Giuliano,
un tempo esteso circa 3.000 ettari, di proprietà della famiglia dal XIII secolo.
Il nucleo maggiore è caratterizzato da due profonde vallate, attraversate dai fiumi Marcellino e Belluzza,
e dall’altipiano denominato Curcuraggi; situato a circa 240 metri sopra il livello del mare,
sempre ventilato ed asciutto, calcareo, con terreni freschi e ben drenati è il luogo ideale per la coltivazione
della vite e dell’olivo, che da secoli hanno caratterizzato il paesaggio rurale di queste contrade,
famose fin dall’antichità per l’eccellenza e l’abbondanza dei prodotti.
Il grande rispetto per la natura e la passione per l’agricoltura hanno ispirato l’opera di Giuseppe Paternò
Castello di San Giuliano che, insieme alla moglie, l’indimenticabile Fiamma Ferragamo - anima storica
del Gruppo Salvatore Ferragamo-, ha riportato la proprietà di San Giuliano al massimo splendore.
La gestione attuale, anch’essa nel solco della tradizione, è affidata all’agronomo Antonio Mandolfo,
terza generazione della sua famiglia a gestire la proprietà dei Marchesi di San Giuliano
che vanta produzioni di nicchia di indiscussa eccellenza.
I PERSONAGGI
Giuseppe Paternò Castello di San Giuliano
“ L’orgoglio di poter trasmettere a chi ci segue più di quanto
ci è stato lasciato da chi ci ha preceduto.
La consapevolezza che la natura ci fa vivere e alla natura
si perdona tutto.
La gioia di vedere che, se messo nella buona terra,
il seme da buon frutto e raccolto abbondante.“
Peter Vinding-Diers
“E’ la Sicilia la terra a cui appartengo di diritto.
Qui ho comprato un terreno ai piedi di un antico vulcano
e passo il mio tempo a coltivare una piccola vigna e a
costruire il mio eremo, dal momento che ora progetto di
ritirarmi dal mondo... con qualche buona bottiglia,
qualche buon libro... e mia moglie, naturalmente.“
Antonio Mandolfo
“L’aria aperta, la sveglia all’alba, il caldo estivo e la pioggia
invernale sono irrinunciabili; è un modo di vivere che mi
da la piena consapevolezza della fatica e del tempo che
occorrono per creare in armonia con la natura, che sa
dominare, rinnovando coi suoi ritmi sempre uguali,
la magia della vita.“
I VIGNETI E LA CANTINA
“Fra tradizione, ingegno e magia”
L’idea di fare vino nasce dall’incontro fra Giuseppe di San Giuliano e Peter Vinding-Diers,
winemaker di indiscusso talento e autentico “guru” del vino, approdato in Sicilia dopo aver fatto vino praticamente
in tutto il mondo: con una stretta di mano viene instaurata una leale collaborazione fra gentiluomini.
I vigneti, impiantati fra il 2004 ed il 2005, si estendono sull’altipiano di Curcuraggi,
luogo ideale per le perfette condizioni climatiche, per la splendida giacitura dei terreni e per la loro composizione.
La scelta di impiantare le viti ad alberello con una densità di 7.500 ceppi per ettaro
è dettata dal rispetto per le tradizioni locali.
Le varietà di uve, principalmente mediterranee come il Nero d’Avola, sono integrate con altre cultivar
fra cui Syrah e Petit Verdot. La coltura in asciutta e le bassissime rese per pianta (non oltre 1 kg di uva)
sono elementi indispensabili per ottenere uve molto concentrate e di alta qualità.
La cantina, naturale prosecuzione del vigneto,
che comprende la sala di vinificazione e la barricaia, è ricavata in un antico fabbricato,
accuratamente ristrutturato nel rispetto dello stile architettonico locale,
per ospitare circa 300 barriques, a misura delle dimensioni del vigneto.
IL VINO
“Un armonico concerto di aromi e profumi”
Il buon vino si fa nel vigneto.
La collezione di rossi di marcata eccellenza include anche un magnifico rosé.
Il terroir e la vigna, tipici della zona orientale della Sicilia,
consentono la coltivazione di uve accuratamente selezionate.
Il processo di vinificazione è quello tradizionale: l’uva, raccolta a mano in cassette da 20 kg,
viene conservata per una notte in ambiente fresco prima di essere ulteriormente selezionata.
Prima che avvenga la fermentazione alcolica in tini di acciaio termoregolati e a cielo aperto,
viene estratta una barrique di mosto per ogni fermentino che darà origine al rosé.
Il restante vino, più concentrato, viene poi messo in barriques di rovere francese, vecchie di un anno,
dove si svolge la fermentazione malolattica,
prima di essere travasato e sfecciato per iniziare il suo affinamento in barricaia.
Peter Vinding-Diers, con la sua arte, classifica accuratamente le barriques,
creando i diversi blend per il conseguimento del risultato finale: una “polifonia” di eccellenza.
L’OLIVETO
“Agricoltura secondo tradizione”
L’oliveto, esteso per circa 20 ettari sull’altipiano di Curcuraggi,
si compone di una parte più vecchia di circa 50 anni di età (12 ettari),
e di una parte più giovane di circa 25 anni di età. La parte più vecchia, in asciutta,
si compone di piante di Nocellara dell’Etna insieme a piante di vecchie varietà locali,
mentre la parte più giovane, con impianto di irrigazione localizzato “a baffo”,
si compone per la maggior parte di piante di Nocellara dell’Etna e San Benedetto.
Gli alberi sono allevati a vaso aperto, con rami ricadenti verso l’esterno; la potatura ha frequenza triennale,
mentre i succhioni vengono asportati ogni due anni.
Situato su un pianoro che costituisce l’ultima propaggine dei monti Iblei guarda verso est il mare di Augusta
e l’antico sito di Megara Hybla, sempre ventilato e fresco, anche durante il periodo estivo.
Le concimazioni potassiche e fosfatiche vengono effettuate con cadenza triennale,
in coincidenza con la potatura e la lavorazione del terreno;
per il resto la conduzione del terreno prevede l’inerbimento con sfalcio dell’erba due o tre volte l’anno.
Gli apporti azotati sono minimi,
effettuati in prevalenza con concimazioni fogliari primaverili.