I Domenica di Avvento - presenza del vangelo

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I Domenica di Avvento - presenza del vangelo
Il tuo Volto io cerco, Signore
Percorsi di fede, in ascolto del Vangelo della Domenica
I Domenica di Avvento
27 novembre 2016
Matteo 24, 37-44
“Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo” (Mt 24,37). Gesù richiama
alla memoria un evento biblico per descrivere il suo ritorno: il diluvio universale. Del lungo racconto
veterotestamentario, presentato nel libro della Genesi (cfr. Gen 6-9), Gesù mette in evidenza solo alcuni
particolari, fornendone una nuova chiave interpretativa. Ai tempi di Noè, gli uomini e le donne erano
impegnati a mangiare e a bere, a prendere marito e prendere moglie: trascorrevano cioè la loro vita
occupandosi e, forse preoccupandosi, nell’intessere relazioni affettive, creare famiglia, pensare al proprio e
altrui sostentamento. La descrizione fatta da Gesù tace - e a noi piace pensare che sia un elemento voluto - la
grave situazione di immoralità e di corruzione descritta dal libro della Genesi: “Il Signore vide che la
malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni intimo intento del loro cuore non era altro che
male, sempre” (Gen 6,5), per mettere, invece, in evidenza una normalità esistenziale che nasconde una colpa
non meno grave: il non accorgersi di nulla.
“Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e
prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca, e non si accorsero di nulla finché venne il
diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell'uomo” (Mt 24,38-39). Gesù mette in
guardia, allora, dal pericolo di non accorgersi della sua venuta, essendo impegnati e indaffarati nelle
faccende affettive, lavorative, sociali, relazionali di ogni giorno.
A questo scorrere apparentemente innocuo del tempo e a questa immersione totale nelle faccende
quotidiane, fa riferimento la piccola parabola raccontata immediatamente dopo:
“Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l'altro lasciato. Due donne
macineranno alla mola: una verrà portata via e l'altra lasciata” (Mt 24, 40-41).
Gesù nell’invocare come protagonisti della piccola parabola due contadini e due casalinghe fa
riferimento ai due mestieri tipici per l’uomo (coltivare la terra) e la donna (accudire la famiglia, per la quale
la preparazione del pane in casa era cosa necessaria) di quel tempo: indica così simbolicamente l’insieme
delle attività lavorative dell’umanità. Ecco allora il senso: gli uomini e le donne immersi nelle attività di ogni
giorno, devono custodire nel cuore la memoria del Signore, essere interiormente attenti e non distratti, essere
pronti all’incontro con lui, allenare il cuore e l’occhio interiore per riconoscere la sua presenza.
Entrambi impegnati nella fatica del lavoro della terra, entrambi a sudare nel campo: solo uno dei due
uomini, interiormente pronto, si accorse della venuta del Figlio dell’uomo. Entrambe concentrate nel
macinare il grano per ottenere la farina con cui avrebbero fatto il pane, dispensando, così, amore alla propria
famiglia: solo una delle due donne, interiormente pronta, seppe mantenere uno spazio, tra gli affetti del
cuore, per il Figlio dell’uomo che stava per arrivare; fu pronta per Lui.
Dalla parabola impariamo che non sono le molteplici faccende e occupazioni quotidiane a impedire
ai nostri occhi di accorgerci del Figlio dell’uomo presente e operante in mezzo a noi. Anzi, immersi, come
lievito che fermenta la pasta, nel mondo e nei suoi ritmi a volte esigenti e travolgenti, alleniamo i nostri sensi
per accorgerci della Sua presenza.
Possa questo tempo di Avvento renderci uomini e donne capaci di scrutare, osservare con attenzione
e senza superficialità, i segni del suo passaggio e della sua venuta. Come fare? L’evangelo secondo Luca ci
svela la modalità: “State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni,
ubriachezze e affanni della vita” (Lc 21,34).
Sia questo il nostro cammino. Sia questa la nostra palestra. Sia questo il senso del nostro viaggio.