fondo salva-stati: l`eurogruppo approva l`accordo
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fondo salva-stati: l`eurogruppo approva l`accordo
Sabato 18 Dicembre 2010 Direttore Antonio Ciliento Anno II - Numero 45 www.gazzettinoeuropeo.it GAZZETTINO EUROPEO PARLAMENTO EUROPEO SETTIMANALE DI INFORMAZIONE E DOCUMENTAZIONE COMUNITARIA PER L’EUROPA MEDITERRANEA GAZZETTINO EUROPEO.IT UNIONE EUROPEA - L'accesso all'assistenza finanziaria sarà sottoposto a una stretta condizionalità circa le misure di riforma strutturale dell'economia FONDO SALVA-STATI: L’EUROGRUPPO APPROVA L’ACCORDO DEFINITIVO Modifica al Trattato di Lisbona per un meccanismo di intervento Gli Stati dell’eurozona potranno farvi ricorso «se indispensabile permanente anti-crisi a favore degli stati dell'unione monetaria a salvaguardare la stabilità della zona euro nel suo insieme» L’accordo prevede un incremento del 2,91% rispetto a quello del 2010 UNIONE EUROPEA BCE: AUMENTO DI CAPITALE DA 5 MILIARDI DI EURO CRISI GRECIA ATENE: SCIOPERI E SCONTRI CONTRO LE MISURE ANTIDEFICIT L’EUROPARLAMENTO RIUNITO IN SEDUTA PLENARIA A STRASBURGO HA APPROVATO IL BILANCIO DELL’UE PER IL 2011 Il via libera è arrivato dopo che venerdì scorso a Bruxelles si era riuscito a superare l’impasse tra Consiglio europeo e Parlamento non tanto sulle cifre, sulle quali era già stata raggiunta un’intesa, quanto sulle competenze decisionali in materia. EVENTI OLANDA FRANCIA: LA TESTA DI ENRICO IV SARÀ RESTITUITA ALLA SUA TOMBA “DROGHE LEGGERE” NEI COFFEE SHOP SOLO PER RESIDENTI Il cranio del re che nel 1598 emanò l'editto di Nantes è stato ritrovato a Parigi. A segnalarlo è il British Medical Journal, che pubblica uno studio in merito La Corte di giustizia Ue ha stabilito la legittimità dell'ordinanza del sindaco di Maastricht che vieta la vendita di cannabis e dei suoi derivati ai forestieri 2 Gazzettino Europeo 18 Dicembre 2010 E-mail [email protected] GAZZETTINO EUROPEO.IT UNIONE EUROPEA - L'accesso all'assistenza finanziaria sarà sottoposto a una stretta condizionalità circa le misure di riforma strutturale dell'economia FONDO SALVA-STATI: L’EUROGRUPPO APPROVA L’ACCORDO DEFINITIVO I capi di Stato e di governo riuniti a Bruxelles nei giorni scorsi hanno approvato all’unanimità la creazione dal 2013, attraverso una limitata modifica del Trattato Ue, di un Fondo permanente anticrisi, per sostenere i Paesi della zona euro in difficoltà. Come chiesto da Berlino, l'attivazione del Fondo dovrà essere concepita come «ultima ratio», approvata all'unanimità dagli Stati membri e vincolata a una stretta condizionalità. E al meccanismo potranno partecipare anche le banche e altri investitori privati, in base a una valutazione caso per caso. «Nessuno in Europa sarà lasciato solo o sarà lasciato cadere. E l'Europa riuscirà a farcela insieme, solo insieme», è il messaggio della cancelliera tedesca, Angela Merkel. Fin dal principio la Germania insisteva perché l'accesso al futuro Fondo salva-stati dell'euro fosse legato non solo a condizioni molto serie ma andasse anche considerato come una possibilità di ultima istanza. Nella fase negoziale, la seconda richiesta era stata respinta al mittente dalla grande maggioranza dei paesi. Il cancelliere però ieri è ritornato alla carica: non ha ottenuto l'inserimento della auspicata dizione "ultima ratio", qualcosa di meno che però le assomiglia con "se indispensabile". Risultato: la frase, che modificherà l'art. 136 del Trattato di Lisbona e andrà ratificata dai 27 parlamenti nazionali entro il 2012 per consentire la creazione dell'Esm, recita: «Gli Stati membri la cui moneta è l'euro possono creare un meccanismo di stabilità da attivare, se indispensabile, per la salvaguardia dell'area euro nel suo insieme. L'erogazione di qualsiasi assistenza sia richiesta al meccanismo sarà assoggettata a stretta condizionalità». In quanto l'Inghilterra non fa parte dell'euro, il premier britannico invece pretendeva la modifica anche dell'art. 122 per evitare che l'Esm possa attingere ai fondi del bilancio Ue come accade con il meccanismo attuale da 750 miliardi che comprende i 440 dell'EFSF (European financial stability facility), i 250 del Fmi e i 60 di risorse Ue gestiti dalla Commissione. Non ci sarà nessuna modifica del 122 per non rischiare di rendere troppo gravoso il meccanismo di ratifica che, va ricordato, avviene all’unanimità, però Cameron ha ottenuto quello che voleva con una modifica del preambolo all’accordo, laddove sarà specificato che i Paesi che non hanno adottato l’euro parteciperanno "su base volontaria e bilaterale" al fondo. Il che nei fatti renderà l'Esm un Fondo tutto intergovernativo, privato persino di una presenza comunitaria pressochè simbolica come l'attuale. Circa la procedura di attuazione del provvedimento, la modifica "limitata" del Trattato sul funzionamento dell'Ue (ma solo della sua terza parte, relativa alle politiche e azioni interne dell'Unione) è resa possibile dalla "procedura di revisione semplificata'' prevista dall'art.48, par.6 dell'altro Trattato, quello che istituisce l'Ue. La decisione del Consiglio europeo consentirà di sottoporre la modifica del Trattato al parere consultivo della Commissione europea, dell'Europarlamento e della Bce, (come prevede sempre l'art.48). L'emedamento dell'art.136 verrà quindi approvato ufficialmente dal Consiglio europeo di marzo 2011, ciò che darà il via alle ratifiche da parte degli Stati membri, da concludersi entro il primo gennaio 2013. Intanto, sempre in materia di conti ufficiali dell’Ue sembra che Gran Bretagna, Francia e Germania presenteranno nei prossimi giorni la richiesta per limitare gli aumenti di bilancio dell’Ue per il periodo 20142020 al tasso di inflazione. “Domani Angela Merkel, Nicolas Sarkozy ed io, insieme ad altri leader europei, pubblicheremo un testo a proposito di una stretta in termini reali del bilancio Ue”, ha annunciato David Cameron in una conferenza stampa a margine del Consiglio europeo di Bruxelles. Londra vuole infatti “mantenere lo slancio” dopo avere ottenuto la “vittoria” con il Parlamento europeo che giovedì scorso ha approvato un aumento di bilancio al 2,91% come richiesto proprio da Cameron, anziché del 6% come inizialmente proposto dalla Commissione, ha spiegato il premier conservatore, obbligato a compiere questo passo per le forti pressioni dei suoi compagni di partito che vorrebbero fosse adottata una linea ancora più dura con l’Ue. “In tutta Europa - ha continuato il numero uno di Downing Street - i Paesi si stanno stringendo la cintura per diminuire i propri deficit, l’Europa non può restarne immune”. Nella bozza del testo, che dovrebbe essere una lettera che sarà inviata sabato, si sottolinea che il prossimo bilancio Ue “arriverà mentre gli stati membri compiono sforzi straordinari per rimettere in ordine i conti pubblici”. “La sfida per l’Ue nei prossimi anni non sarà spendere di più, ma spendere meglio”, è scritto nel testo. Il bilancio di Bruxelles, si afferma, “dovrà aumentare al massimo non più dell’inflazione” per il 2012 e il 2013, mentre per il 2014-2020 i pagamenti annuali “non dovranno eccedere il livello del 2013 con un tasso di crescita inferiore a quello dell’inflazione”. Sostegno manifesto all'iniziativa spinta da Cameron è giunto anche dal presidente francese Nicolas Sarkozy e dal cancelliere tedesco, Angela Merkel. “Nel momento in cui tutti i Paesi membri dell’Ue fanno sforzi estremamente importanti per stabilizzare o ridurre il proprio bilancio, non è proprio il momento che il bilancio europeo aumenti più di quanto non convenga”, ha affermato Sarkozy. Anche la Merkel ha confermato che l’iniziativa “sarà sostenuta dalla Germania”. “Avete la Gran Bretagna, la Francia e la Germania, i tre più grandi Paesi dell’Unione europea, che si mettono insieme per sottolineare la necessità di evitare che questo bilancio vada completamente fuori strada”, ha sottolineato il premier britannico. L’iniziativa della Gran Bretagna ha suscitato anche l’interesse dell’Italia, che però ha espresso alcune perplessità sul testo così come è nella sua versione attuale e per questo non ha firmato il documento. I dubbi restano su come e quali spese saranno tagliate, e sul rischio di creare frizioni tra le istituzioni Ue, in particolare con la Commissione che ha diritto d’iniziativa in materia. La proposta di Londra, Parigi e Berlino vede poi la forte opposizione dei Paesi dell’Est Europa, il cui timore è che si arrivi a un congelamento degli aiuti alle regioni svantaggiate. A criticare le scelte dei tre Paesi in particolare è stata la Polonia che lo scorso anno ha ricevuto 6,5 miliardi di euro di sostegno dai fondi Ue. La tua pubblicità su Efficace, conveniente, diversa. Plausibile alternativa. [email protected] Gazzettino Europeo 18 Dicembre 2010 Pubblicità [email protected] 3 GAZZETTINO EUROPEO.IT PARLAMENTO EUROPEO Dopo quasi due mesi di negoziati, è arrivato in settimana il via libera dell’Assemblea di Strasburgo al Bilancio Ue 2011, che sancisce l’accordo sull’incremento del 2,91% rispetto al Bilancio 2010. Il voto è arrivato dopo il positivo superamento dell’impasse tra Consiglio Ue e Parlamento non tanto sulle cifre, quanto sulle competenze decisionali da riconoscere a ciascuna istituzione dell’Unione, in conseguenza delll’entrata in vigore del nuovo Trattato di Lisbona. Con il voto in Plenaria è stato così scongiurato il rischio che l’Ue restasse senza bilancio per il 2011, dovendo ricorrere al sistema di esercizio provvisorio basato su “mini bilanci” mensili pari a un dodicesimo del bilancio complessivo di quest’anno, che avrebbe messo a rischio molti dei programmi Ue. “C’è voluto più del previsto ma alla fine ce l’abbiamo fatta”, ha commentato soddisfatto il commissario Ue al Bilancio Janusz Lewandowski, sottolineando che l’approvazione del bilancio Ue 2011 da parte del Parlamento, dopo quella da parte del Consiglio Ue a Bruxelles, ha mostrato “responsabilità da parte delle istituzioni europee”, evitando così una “crisi” che avrebbe paralizzato l’azione Ue il prossimo anno. In questo modo, ha fatto presente il commissario, “possiamo affrontare i problemi concreti davanti cui si trova l’Ue, che sono più importanti che le questioni L’EUROPARLAMENTO RIUNITO IN SEDUTA PLENARIA A STRASBURGO HA APPROVATO IL BILANCIO UE 2011 interistituzionali”, tanto più che “ora che abbiamo un bilancio, possiamo anche concentrarci sulle questioni di natura più politica”. Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente dell’Europarlamento, Jerzy Buzek, “L’Europarlamento ha ottenuto impegni importanti da parte del Consiglio e della Commissione che aiuteranno a stabilire bilanci più efficienti in futuro”, ha affermato il presidente. In particolare, l’Europarlamento ha ottenuto “l’impegno delle prossime quattro presidenze di turno del Consiglio Ue (Ungheria, Polonia, Danimarca e Cipro) a coinvolgere il Parlamento nei negoziati sul piano pluriennale di finanziamento”, ha sottolineato Buzek. Inoltre Strasburgo ha ricevuto anche assicurazione da parte della Commissione che questa farà una “dichiarazione sui costi della nonEuropa e il valore aggiunto Ue” e che presenterà una “proposta legislativa BANCA CENTRALE EUROPEA sulle risorse proprie” per finanziare il bilancio Ue, diminuendo così la dipendenza dagli stati membri. Analoghe dichiarazioni sono giunte dal presidente della commissione Bilancio dell’Aula di Strasburgo, Alain Lamassoure, che ha affermato: “Abbiamo mostrato uno spirito di responsabilità”, poiché “abbiamo voluto garantire gli strumenti per lo sviluppo delle politiche future dell’Ue e, allo stesso tempo, abbiamo ottenuto le garanzie politiche da noi volute”, in particolare il coinvolgimento nella definizione del prossimo quadro pluriennale di bilancio dell’Unione e l’apertura della discussione sulle risorse proprie per finanziarie le politiche europee. Il bilancio 2011, cosi come approvato dai deputati, include più finanziamenti per tutte le priorità presentate dal Parlamento, compresi i programmi per la gioventù, l'innovazione, il processo di pace in Medio Oriente e la Palestina. Ecco alcuni esempi (le cifre si riferiscono agli impegni in pagamento): · Competitività per la crescita e l'occupazione: i deputati ottengono più risorse per il programma per l'apprendimento permanente (+ €18 milioni), il programma quadro per la competitività e l'innovazione (+ €10 milioni) e il programma Energia intelligente Europa (+ €10 milioni). · Coesione per la crescita e l'occupazione: i deputati hanno aggiunto una nuova sezione, per €2,5 milioni, per l'assistenza per la regione del Mar Baltico. · Conservazione e gestione delle risorse naturali: + €6,7 milioni per il programma ambientale Life+ e un aumento di €2 milioni in sostegno della gestione delle risorse ittiche. · Libertà, sicurezza e giustizia: +€2,35 milioni per il programma Daphne per la lotta alla la violenza contro le donne e i bambini e un aumento di €1 milione per la prevenzione del terrorismo. · Cittadinanza: +€4 milioni per sostenere i Giochi olimpici speciali di Atene e +€3 milioni per il programma Gioventù in azione. · L'UE come attore globale: aumento di €100 milioni in aiuti per la Palestina, il processo di pace e l'UNRWA. Rispetto alle cifre totali, i deputati hanno approvato i livelli proposti dalla Commissione nel progetto di bilancio del 26 novembre: € 141.8 miliardi in stanziamenti d'impegno e €126.5 miliardi in pagamenti. Il Parlamento ha da sempre dato maggior importanza ai livelli di stanziamenti d'impegno, poiché determinano le spese. Inoltre, vi è un accordo fra il Consiglio, la Commissione e il Parlamento che prevede, nel caso siano necessari fondi aggiuntivi per rispettare gli obblighi giuridici dell'UE, un bilancio emendato durante il 2001, azione resa necessaria in quanto l'Unione non può, per trattato, andare in deficit. BCE: AUMENTO DI CAPITALE DA 5 MLD DI EURO, QUOTA BANKITALIA 625 MILIONI Il consiglio direttivo della Banca centrale europea ha deciso di aumentare il capitale dell'istituto di 5 miliardi di euro, portandolo a 10,76 miliardi dai 5,76 attuali, per contrastare la crisi economica. La misura avrà effetto a partire dal 29 dicembre, come comunica l'Eurotower in una nota, motivando il provvedimento preso con "l'aumentata volatilità del rischio di credito" così come dei tassi, dei cambi e dei prezzi dell'oro. La decisione, la prima del suo genere da quando l'istituto monetario è nato nel 1998, è il frutto di valutazioni sull'adeguatezza del capitale, condotte nel 2009: l'entità dell'aumento è stata "giudicata appropriata alla luce dell'accresciuta volatilità nei tassi di cambio, dei tassi di interesse e dei prezzi dell'oro" oltre che dei rischi di capitale. "Dal momento che il limite massimo degli accontanamenti e delle riserve della BCe - si legge in una nota - è pari al capitale versato, questa decisione consente al Consiglio Direttivo di aumentare gli accantonamenti per un ammontare equivalente a quello dell'aumento di capitale". "In una prospettiva di lungo termine - precisa Francoforte - l'aumento di capitale, il primo in dodici anni, è anche motivato dalla necessità di fornire un'adeguata base di capitale in un sistema finanziario cresciuto notevolmente". Per "agevolare" il trasferimento di capitali alla Bce, il Consiglio ha deciso che le banche centrali dell'Eurozona forniscano il loro contributo aggiuntivo - pari a 3,489 miliardi di euro - in tre tranche annuali, di cui la prima - pari a 1,163 miliardi - il prossimo 29 dicembre. Le altre due saranno erogate alla fine del 2011 e del 2012. Il contributo delle 16 banche centrali dei paesi dell'Eurozona sarà pari a 7,51 miliardi, gli altri 3,25 miliardi arriveranno dalle altre 11 banche centrali dell'Unione europea che però non aderiscono all'Eurozona. La Banca di Italia fa sapere in una nota che contribuirà con 624,8 milioni di euro all'aumento di capitale della Bce. La quota di capitale detenuta da via Nazionale è pari al 12,496%. Prima della decisione di oggi il capitale sottoscritto e versato da Bankitalia risultava pari a 719.885.688 di euro. Post-aumento, 29 dicembre 2010, il capitale sottoscritto salirà a 1.344.715.688 euro. Parallelamente la Bce ha comunque ha annunciato una stretta sugli «abs» (Asset backed securities) i titoli garantiti da prestiti e altre attività finanziarie che la Banca centrale europea accettava come garanzia per la liquidità che fornisce alle banche. La Bce - informa una nota - ha deciso infatti di «stabilire requisiti informativi "prestito su prestito"» per quanto riguarda le attività impacchettate all'interno degli «Abs». Le nuove regole entreranno in vigore nei prossimi 18 mesi, a partire dai titoli garantiti da mutui e poi gradualmente per gli altri «Abs». Gli "asset backed securities" fanno parte della famiglia dei titoli tossici, quelli che hanno dato il via alla crisi dei mutui subprime. Per arginare la crisi di liquidità innescata dal crack della banca americana Lehman Brothers, la Bce iniziarò a immettere liquidità nel sistema accettando come "collaterale" (cioè garanzia) quegli stessi titoli tossici che nessuno voleva sul mercato. Con la stretta decisa ieri l'Eurotower pone una sorta di argine. Infine, smpre ieri, il consiglio generale della Bce, che raggruppa i banchieri centrali dell'Unione, ha eletto il 62enne governatore inglese Mervyn King alla vice presidenza del Comitato europeo per il rischio sistemico. Questo organismo, che terrà il 20 gennaio la sua riunione inaugurale, avrà il compito di suonare il campanello d'allarme tutte le volte in cui è a rischio la stabilità finanziaria in Europa. 4 Gazzettino Europeo 18 Dicembre 2010 E-mail [email protected] GAZZETTINO EUROPEO.IT Il nuovo regolamento permetterà di semplificare le procedure in vigore e consentirà l’applicazione di tutta la legislazione esistente COMITATOLOGIA: NUOVE REGOLE PER LE COMPETENZE DI ESECUZIONE DELLE ISTITUZIONI UE A conclusione di 9 mesi di negoziati, il Parlamento europeo ha confermato in Plenaria di aver raggiunto un accordo con il Consiglio sul nuovo regolamento relativo alle competenze di esecuzione della Commissione. Il nuovo regolamento, proposto dalla Commissione poco dopo l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, introduce una riforma di vasta portata del cosiddetto "sistema comitatologia". Esso entrerà in vigore il 1° marzo e sostituirà automaticamente il sistema esistente. Il trattato di Lisbona prevede due tipi di competenze per la Commissione: competenze delegate per l'adozione di misure quasi legislative e competenze di esecuzione. In precedenza tutti questi atti venivano sottoposti alle procedure dette di comitatologia. Sebbene la disposizione sugli atti delegati contenuta nel trattato (articolo 290) sia direttamente applicabile, non comporti procedure di comitatologia e sia in vigore dal 1° dicembre 2009, la disposizione del trattato sulle competenze di esecuzione (articolo 291) prevede che sia adottato un regolamento che stabilisce le modalità del controllo da parte degli Stati membri dell'esercizio delle competenze di esecuzione attribuite alla Commissione. Come in passato, il meccanismo di controllo previsto dal regolamento si basa sulla "comitatologia" (comitati composti da rappresentanti degli Stati membri cui la Commissione sottopone progetti di misure di esecuzione) ma, contrariamente al sistema attuale, il Consiglio non può intervenire a titolo di istanza d'appello. In alcuni casi specifici può sorgere la necessità di adire un "comitato di ricorso", il quale tuttavia è semplicemente un comitato "normale" presieduto dalla Commissione, sebbene di un livello di rappresentanza più elevato. Ciò consente di riesaminare i progetti di misure oppure di introdurre modifiche, se necessario. Inoltre, il regolamento stabilisce che le misure di esecuzione in settori come le misure di difesa commerciale saranno comprese nel regime ordinario. Sinora queste misure formavano oggetto di procedure speciali nell'ambito delle quali il Consiglio spesso aveva l'ultima parola. Integrando queste misure nelle regole normali, il nuovo regolamento accresce la trasparenza e l'efficacia dell'attuazione delle politiche in questi settori di grande rilevanza. Il nuovo regolamento semplifica le procedure esistenti e comincerà ad applicare tutta la legislazione esistente non appena entrerà in vigore. Le nuove regole riflettono pienamente il ruolo della Commissione in virtù dei trattati: soltanto un voto del comitato a maggioranza qualificata contro un progetto di atto esecutivo può impedire alla Commissione di adottarlo; naturalmente, tuttavia, la Commissione intende continuare a operare nell'ambito di un pieno partenariato con gli Stati membri. Le nuove procedure danno inoltre maggiore flessibilità alla Commissione e conferiscono una maggiore responsabilità politica. In mancanza di una maggioranza qualificata contro o a favore di un progetto di atto esecutivo della Commissione, quest'ultima potrà scegliere se adottare l'atto oppure riesaminarlo. L'unico caso in cui la Commissione deve ottenere il parere positivo del comitato per adottare il progetto di atto esecutivo riguarda le misure di salvaguardia commerciali multilaterali definitive. Tutte le procedure di comitatologia saranno svolte in condizioni di completa trasparenza: tutti i documenti presentati ai comitati vengono contemporaneamente trasmessi al Parlamento europeo e al Ridurre il rischio di accordi dannosi per l’industria e per i consumatori UE: NORME RIVISTE IN MATERIA DI CONCORRENZA SUGLI ACCORDI DI COOPERAZIONE ORIZZONTALE La Commissione europea ha rivisto le proprie norme per la valutazione degli accordi di cooperazione fra concorrenti, i cosiddetti accordi di cooperazione orizzontale. Poiché è spesso essenziale che le imprese collaborino per realizzare sinergie, in varie industrie esiste un’ampia serie di accordi di cooperazione orizzontale. I testi rivisti aggiornano e chiariscono ulteriormente l’applicazione delle norme in materia di concorrenza in questo ambito di modo che le imprese possano valutare meglio se i propri accordi di cooperazione sono in linea con tali norme. Le modifiche riguardano principalmente la standardizzazione, lo scambio di informazioni e la ricerca e sviluppo (R&S). La Commissione ha dunque adottato un pacchetto aggiornato di norme, composto di linee direttrici e di due regolamenti, che illustrano il modo in cui i concorrenti possono cooperare senza violare le norme UE in materia di concorrenza. Le due caratteristiche principali della riforma sono un nuovo capitolo sullo scambio di informazioni nelle linee direttrici e una revisione sostanziale del capitolo relativo agli accordi di standardizzazione. Le linee direttrici promuovono un sistema di fissa- zione degli standard aperto e trasparente, che aumenta pertanto la trasparenza dei costi di concessione delle licenze per i diritti di proprietà intellettuale utilizzati negli standard. Nel capitolo rivisto sulla standardizzazione sono stabiliti i criteri in base ai quali la Commissione non metterà in discussione un accordo di definizione degli standard (“zona di sicurezza”). Il capitolo dà inoltre indicazioni dettagliate in merito agli accordi di standardizzazione che non soddisfano i criteri per rientrare nella “zona di sicurezza” onde consentire alle imprese di valutare se rispettano le norme UE in materia di concorrenza. È possibile che le organizzazioni di normazione vogliano che i propri membri divulghino in modo unilaterale, prima della fissazione di uno standard, gli importi massimi che applicherebbero per i loro diritti di proprietà intellettuale qualora questi venissero inclusi in uno standard. Un sistema di questo tipo consentirebbe ad un’organizzazione di normazione e all’industria di compiere scelte informate in materia di qualità e di prezzo al momento di decidere quale tecnologia includere in uno standard. Le norme riviste precisano che un sistema di questo tipo non violerebbe di norma il diritto UE in materia di concorrenza. Lo scambio di informazioni può essere favorevole Consiglio. Queste due istituzioni, su un livello di completa parità, disporranno altresì di un "diritto di controllo". Esse possono in qualsiasi momento segnalare che a loro giudizio il progetto di atto esecutivo oltrepassa le competenze conferite alla Commissione dalla pertinente base giuridica. In tal caso, la Commissione provvede a riesaminare il progetto di misura in questione e spiega al Parlamento europeo e al Consiglio come intende procedere. Contro Italia e Spagna BREVETTO UE: LA COMMISSIONE AUTORIZZA LA PROCEDURA DI “COOPERAZIONE RAFFORZATA” La Commissione europea ha presentato la proposta di autorizzazione a ricorrere alla procedura di "cooperazione rafforzata" al fine di creare un sistema comune di protezione dei brevetti in Europa. Questo sistema unitario consentirebbe agli Stati membri che ne hanno espresso il desiderio di giungere a un accordo sull'istituzione di un brevetto, valido in tutti i paesi partecipanti, ottenibile presentando un'unica domanda. Attualmente ottenere un brevetto in Europa costa dieci volte di più che negli USA, per i costi di convalida e di traduzione da sostenere a livello nazionale. Le proposte della Commissione per un unico brevetto UE sono state discusse per oltre un decennio. Tuttavia in sede di Consiglio si è verificata una situazione di stallo per quanto concerne il regime linguistico (contrari Italia e Spagna al trilinguismo proposto: inglese, francese e tedesco). Poiché il Consiglio dei Ministri dell'UE non ha potuto raggiungere un accordo unanime su detto regime, la Commissione ha presentato ora una proposta che, in conformità ai trattati UE, prevede la possibilità di autorizzare il ricorso alla "cooperazione rafforzata" che, di fatto, esclude la possiblità di veto cui erano intenzionate a ricorrere Italia e Spagna. La proposta odierna fa seguito a una richiesta avanzata da 12 Stati membri (Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Slovenia, Svezia e Regno Unito). Si tratterebbe della seconda volta nella storia dell'UE che viene utilizzata la cosiddetta "cooperazione rafforzata" grazie alla quale alcuni Stati membri possono portare avanti senza indugi un'iniziativa, lasciando agli altri la possibilità di aderirvi in un secondo tempo. La proposta di decisione intesa ad autorizzare una cooperazione rafforzata per un sistema comune di tutela dei brevetti deve essere approvata a maggioranza qualificata dal Consiglio dei ministri dell'UE, previo accordo del Parlamento europeo. alla concorrenza, ad esempio quando consente alle imprese di raccogliere dati di mercato che permettano loro di divenire più efficienti e di offrire un servizio migliore ai propri clienti. Vi sono tuttavia anche situazioni nelle quali lo scambio di informazioni di mercato può essere dannoso per la concorrenza, ad esempio qualora le imprese utilizzino informazioni “sensibili” per allineare i propri prezzi. Le linee direttrici danno indicazioni chiare e complete sul modo di valutare la compatibilità dello scambio di informazioni rispetto al diritto UE in materia di concorrenza. Le linee direttrici orizzontali entreranno in vigore con la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE, che dovrebbe avvenire nei prossimi giorni. I due regolamenti entreranno in vigore il 1° gennaio 2011, con un periodo transitorio di due anni. Pubblicità [email protected] Gazzettino Europeo 18 Dicembre 2010 5 GAZZETTINO EUROPEO.IT COMMISSIONE EUROPEA - Un contributo alla discussione sulla salute delle api intavolata con tutte le parti interessate per preparare una migliore tutela del settore UN PIANO D'AZIONE PER AGEVOLARE L'ACCESSO ALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ON-LINE (E-GOVERNMENT) IN TUTTA L'UE La Commissione europea ha elaborato un programma ambizioso per collaborare con le autorità pubbliche degli Stati membri al fine di ampliare e perfezionare i servizi che queste offrono via internet. Il nuovo piano d'azione per l'e-government prevede quaranta punti specifici da realizzare nell'arco dei prossimi cinque anni per consentire a cittadini e imprese di utilizzare servizi online per registrare una società, iscriversi ed accedere alla previdenza sociale e all'assistenza sanitaria, iscriversi all'università o partecipare a gare d'appalto per la fornitura di beni e servizi alle pubbliche amministrazioni. Promuovere l'e-government può aiutare a migliorare la competitività dell'Europa e consentire alle autorità pubbliche di offrire servizi migliori e vantaggiosi in tempi di ristrettezze finanziarie. Alla luce di queste considerazioni, il programma adottato si propone di: - incrementare fino al 50% l'uso dei servizi egovernment da parte dei cittadini e fino all'80% da parte delle imprese dell'UE entro il 2015; - garantire che diversi servizi pubblici fondamentali vengano resi disponibili on-line, in modo che gli imprenditori possano avviare e dirigere un'azienda ovunque si trovino nell'UE, indipendentemente dal luogo d'origine, e in modo che i cittadini possano studiare, lavorare, vivere e andare in pensione più facilmente in qualunque paese dell'UE si trovino. In pratica, il piano d'azione europeo per l'e-government mira a promuovere la transizione verso una nuova generazione di servizi aperti, flessibili e ininterrotti a livello locale, regionale, nazionale ed europeo. Nella fattispecie, il piano è volto a rendere i servizi efficienti negli altri Stati membri quanto lo sono nel paese d'origine, nonché ad aprire la strada per consentire agli utilizzatori di "configura- trattamento più rapido delle candidature); re" attivamente i servizi pubblici on-line che - riduzione degli oneri amministrativi; meglio rispondono alle loro esigenze. - pubbliche amministrazioni più "ecologiche" (ad Ovvio che le pubbliche amministra- es. archiviazione elettronica e utilizzo di sistemi di zioni nazionali giocheranno un videoconferenza in alternativa agli spostamenti). ruolo centrale nell'attuazione di Attuazione dei prerequisiti per lo sviluppo di questo piano d'azione, mentre la soluzioni di e-government: responsabilità principale della - specifiche aperte e interoperabilità (ad es. attuaCommissione sarà quella di miglio- zione del quadro europeo di interoperabilità); rare le condizioni per lo sviluppo di - messa a disposizione di strumenti chiave (ad es. servizi di e-government transfronta- revisione della direttiva sulla firma elettronica e lieri. A tal proposito, occorre stabili- proposta sul reciproco riconoscimento pan-eurore dei prerequisiti, ad esempio per peo di identificazione e autenticazione elettroniquanto riguarda interoperabilità, che). firma elettronica (e-Signature) e identificazione elettronica (e-Identification). Le misure del piano d'azione rientrano in quattro categorie. Responsabilizzazione degli utilizzatori: - servizi progettati per rispondere alle esigenze degli utilizzatori; Gli europei che vivono fuori dal loro paese natio si tro- produzione collaborativa di servizi, ad vano spesso ad affrontare ostacoli di natura burocratica esempio le tecnologie Web 2.0; come il dover attendere l'apposizione di un timbro uffi- riutilizzo di informazioni del settore pub- ciale su una decisione giudiziaria o un atto di proprietà, blico (compresa la revisione della direttiva pagare per la traduzione di un atto di nascita, di matrimosulle informazioni del settore pubblico); nio e di morte o lottare con le autorità pubbliche per otte- migliore trasparenza; nere il riconoscimento di un cognome. Dal momento che - coinvolgimento di cittadini e imprese nel sempre più europei si spostano – circa 12 milioni di citprocesso di elaborazione delle politiche. tadini dell'UE vivono in uno Stato membro diverso da Mercato interno: quello di provenienza –, il riconoscimento ufficiale dei - servizi ininterrotti per le imprese; documenti pubblici dà adito a numerose lagnanze. - mobilità personale; In alcuni Stati membri i cittadini devono pagare una tassa - attuazione in tutta l'UE di servizi transfron- per far riconoscere l'autenticità dei propri certificati, bentalieri. ché essi siano già stati ufficialmente rilasciati dal proprio Efficienza ed efficacia delle pubbliche Stato membro. Un altro problema consiste nel fatto che amministrazioni: alcuni Stati membri possono richiedere dei documenti - perfezionamento dei processi organizzativi amministrativi che non sempre esistono nel paese da cui (ad es. approvvigionamento elettronico e provengono i cittadini. Si tratta di ostacoli che intralciano il diritto alla libera circolazione, sancito dai trattati dell'UE, nella vita quotidiana. Una armonizzazione per realizzare servizi più efficienti La Commissione europea, che è impegnata nel rimuovere tali ostacoli, ha pubblicato nei giorni scorsi un documento strategico con alcune proposte per agevolare la La Commissione europea ha adottato nei giorni Stati membri e della Commissione, l'intero- libera circolazione dei documenti che sono importanti scorsi un'iniziativa per incoraggiare le amministra- perabilità a livello UE è destinata a restare per i cittadini. Il grande pubblico può ora dare un parezioni pubbliche di tutti i paesi dell'Unione europea una chimera. Per questo motivo negli ultimi re indicando i modi in cui la situazione potrebbe essere a valorizzare al massimo le potenzialità socio-eco- anni la Commissione ha lavorato a una stra- migliorata al fine di garantire che tali documenti siano nomiche delle tecnologie dell'informazione e della tegia e a un quadro comuni in cooperazione riconosciuti, a prescindere dalla località dell'UE in cui si comunicazione. La comunicazione, dal titolo con gli Stati membri. Ed è in tale contesto sono trasferiti i cittadini. "Verso l'interoperabilità dei servizi pubblici euro- che sono stati sviluppati due documenti fon- La consultazione resta aperta fino al 30 aprile. pei", ha l'obiettivo di definire damentali per promuove- La Commissione terrà conto di tali interventi quando un approccio comune che le re l'interoperabilità delle preparerà, nel 2013, la sua proposta legislativa. amministrazioni pubbliche pubbliche amministra- Nel documento strategico adottato la Commissione chiedegli Stati membri dovrebbero zioni: la strategia europea de come fare per migliorare la libera circolazione dei adottare per aiutare i cittadini e per l'interoperabilità documenti pubblici. Inoltre, la Commissione formula le imprese a trarre i massimi (SEI) e il quadro europeo delle proposte per migliorare il riconoscimento tranbenefici dal mercato unico di interoperabilità (QEI). sfrontaliero degli atti di stato civile. Una delle possibilità dell'UE. Beneficiari diretti di tale è quella di elaborare dei moduli europei per gli atti di Proprio i cittadini, infatti, sono iniziativa sono le ammi- stato civile più comuni in modo che i cittadini non debspesso costretti a contattare o nistrazioni pubbliche bano più pagare per il loro riconoscimento e traduzione. persino a recarsi presso ammidegli Stati membri che Un'altra è il riconoscimento automatico degli atti di stato nistrazioni pubbliche di altri paesi per consegnare o guadagneranno in efficienza al momento di civile. Tale riconoscimento non richiederebbe l'armonizritirare i documenti o le informazioni di cui hanno istituire servizi pubblici europei e saranno zazione delle norme attuali e lascerebbe immutati gli bisogno per lavorare, studiare o viaggiare all'inter- più consapevoli del rischio di creare nuove ordinamenti giuridici degli Stati membri. no dell'UE. Lo stesso dicasi per le imprese che barriere elettroniche qualora optino per solumediante un'adeguata struttura di governance e traintendono stabilirsi in più di uno Stato membro. zioni non interoperabili a livello dell'Unione. Per superare tali ostacoli (le cosiddette "barriere I due documenti citati riconoscono il carattere mul- mite politiche e iniziative comuni per creare un elettroniche") le amministrazioni pubbliche tiforme dell'interoperabilità: giuridico, organizzati- ambiente in cui le amministrazioni pubbliche posdovrebbero essere in grado di scambiarsi le neces- vo, semantico e tecnico. Gli aspetti citati sono tutti sano scambiarsi informazioni in tutta sicurezza. sarie informazioni e di cooperare per garantire ser- egualmente importanti ma, grazie alla disponibilità Il quadro europeo di interoperabilità consentirà alle vizi pubblici transfrontalieri. Prerequisito perché di internet e al lavoro degli organismi di normaliz- amministrazioni pubbliche dell'Unione europea di ciò avvenga è l'interoperabilità delle amministra- zazione, progressi significativi sono già stati realiz- applicare un approccio comune, adottando principi zioni pubbliche. zati nell'ambito dell'interoperabilità tecnica per orientativi che consentano una genuina collaboraMolte amministrazioni pubbliche degli Stati mem- garantire l'apertura, favorire la riusabilità e pro- zione tra amministrazioni pubbliche e modernizzando e razionalizzando al contempo i loro sistemi bri hanno già adottato misure per migliorare l'inte- muovere la concorrenza. roperabilità a livello nazionale, regionale e locale La strategia europea per l'interoperabilità contri- per fornire servizi pubblici di elevata qualità e a ma, in assenza di un intervento congiunto degli buirà a canalizzare gli interventi dell'Unione costi ridotti. VERSO L'INTEROPERABILITÀ DEI SERVIZI PUBBLICI EUROPEI SUI DOCUMENTI PUBBLICI MENO BUROCRAZIA PER I CITTADINI UE ALL’ESTERO 6 Gazzettino Europeo 18 Dicembre 2010 E-mail [email protected] GAZZETTINO EUROPEO.IT UNIONE EUROPEA - Iniziativa per abolire l’exequatur, forte deterrente alle transazioni commerciali in Europa Politica delle TIC UNA PROPOSTA PER RIDURRE LA BUROCRAZIA NELLE CONTROVERSIE TRANSFRONTALIERE A BENEFICIO DI IMPRESE E CONSUMATORI DELL’UE PROGETTO DOMOTICA: I PROGRESSI COMPIUTI NELL’ASSISTENZA ALLE PERSONE ANZIANE Una società con sede in Francia stipula un contratto con una società situata in Polonia per la costruzione di una fabbrica vicino a Parigi, e insieme decidono di attribuire la competenza per eventuali controversie al giudice di Varsavia. La società polacca cita in giudizio quella francese per ritardo nei pagamenti e il giudice di Varsavia condanna la società francese al pagamento degli arretrati. La società polacca vuole far valere la decisione giudiziaria nei confronti dei beni della società francese, situati in Francia, e per questo, secondo le leggi attuali, deve avviare un lungo procedimento dinanzi al giudice francese, il cosiddetto “exequatur”, che rischia di costarle fino a 3.000 euro. Applicato in Europa più di 10.000 volte all’anno, l’exequatur è ormai superato, considerati lo sviluppo del mercato unico europeo e il livello di fiducia reciproca tra gli ordinamenti giudiziari degli Stati membri in materia civile e commerciale. Ora la Commissione europea propone quindi di abolirlo per consentire risparmi fino a 48 milioni di euro all’anno e agevolare gli scambi transfrontalieri, soprattutto per le piccole e medie imprese (PMI). Tale strumento contiene un insieme di norme dell’UE per individuare il giudice competente nelle controversie transfrontaliere e per riconoscere ed eseguire le decisioni giudiziarie in uno Stato membro diverso da quello in cui sono state pronunciate. La riforma mira a potenziare il mercato unico e a ridurre la burocrazia. "Con questa proposta, la Commissione mira ad eliminare la complicata e costosa procedura per il riconoscimento e l’esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale tra gli Stati membri. È una buona notizia per i cittadini e le PME dell’Unione europea. La nostra proposta permetterà di risolvere le controversie transfrontaliere in modo più rapido ed economico, permettendo un risparmio tra i 2.000 e 12.000 euro per controversia", ha dichiarato José Manuel Barroso, Presidente della Commissione europea. Sebbene il mercato unico dell’UE offra alle imprese l’accesso a un mercato di 500 milioni di consumatori, solo un quarto dei 20 milioni di PMI si lancia nel commercio transfrontaliero. Da un recente sondaggio emerge che quasi il 40% delle imprese sarebbe più propenso a operare al di fuori del proprio mercato nazionale se le procedure di composizione delle controversie all’estero fossero semplificate. Eliminare gli ostacoli burocratici che generano costi supplementari e pregiudicano la certezza del diritto per le imprese è pertanto un elemento fondamentale. Per questo la Commissione ha approvato nei giorni scorsi la riforma del regolamento “Bruxelles I” del 2001, con una nuova proposta la quale svi- luppa quattro modifiche principali. - Abolire l’exequatur, procedimento oneroso: ai sensi della normativa attuale, una decisione resa in uno Stato membro non è automaticamente efficace in un altro Stato membro; deve essere prima convalidata e dichiarata esecutiva dal giudice dello Stato membro dell’esecuzione in una speciale fase intermedia – la cosiddetta procedura di exequatur. Nei casi complessi l’intero procedimento costare fino a 12 700 euro tra onorari di avvocati, spese di traduzione e spese giudiziarie. In alcuni paesi poi il riconoscimento e l’esecuzione di una decisione potrebbero durare mesi. In quasi il 95% dei casi l’exequatur è una mera formalità. La Commissione propone pertanto di abolirlo. In futuro le decisioni in materia civile e commerciale pronunciate da un giudice di uno Stato membro saranno quindi immediatamente esecutive in tutta l’UE. Rimarrà la possibilità per il giudice di interrompere l’esecuzione della decisione, ma solo in circostanze eccezionali (ad esempio se il giudice estero ha emesso la decisione in violazione del diritto a un processo equo). - Rafforzare la tutela dei consumatori nelle controversie con controparti di paesi terzi: attualmente le norme nazionali sulla competenza in caso di convenuti di paesi terzi variano molto da uno Stato membro all’altro. Mentre in alcuni Stati membri un cittadino o un’impresa può citare dinanzi ai giudici nazionali una controparte di un paese terzo, in altri Stati membri ciò non è possibile. La riforma proposta oggi cambierà la situazione: in futuro nei rapporti tra consumatori domiciliati nell’UE e imprese stabilite in paesi terzi sarà competente il giudice del luogo in cui il consumatore ha il domicilio, a prescindere dallo Stato membro. - Dare certezza giuridica agli accordi di scelta del foro conclusi tra imprese: nei loro rapporti commerciali spesso le imprese stabiliscono di attribuire la competenza a un determinato giudice. Si vengono però a creare situazioni in cui una parte contesta la validità dell’accordo di scelta del foro dinanzi a un giudice di un altro Stato membro, e ciò al solo fine di ritardare la risoluzione della controversia (tattica processuale nota anche come “Italian torpedo”). La Commissione propone misure per porre fine a queste tattiche scorrette, garantendo che il giudice designato nell’accordo sia sempre il primo a pronunciarsi sulla sua validità. - Rafforzare la competitività del settore dell’arbitrato in Europa: le proposte di riforma della Commissione chiariranno inoltre la situazione dell’arbitrato, attualmente al di fuori del campo di applicazione del regolamento Bruxelles I. Più del 60% delle grandi imprese europee preferisce l’arbitrato ai procedimenti giudiziari. Per ricevere il sulla propria mail (in formato .pdf) compilare il modulo sul sito: www.gazzettinoeuropeo.it La Commissione ha presentato nei giorni scorsi una relazione sui progressi compiuti dal programma congiunto "Domotica per categorie deboli" (Ambient Assisted Living joint programme – AAL JP) che mette in evidenza la fortissima partecipazione delle piccole e medie imprese (PMI) ai vari progetti e il considerevole sostegno finanziario da parte dei paesi partecipanti. Questo programma di finanziamento di progetti di ricerca e sviluppo, dotato di una copertura finanziaria di 600 milioni di euro, coinvolge 23 paesi e l’Unione europea nel comune impegno di migliorare la qualità della vita dei cittadini più anziani attraverso soluzioni intelligenti basate sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Dalla relazione risulta che il programma congiunto è riuscito con successo a riunire i paesi partecipanti attorno a una pressante sfida sociale e a ridurre il divario tra ricerca avanzata e lo sviluppo di soluzioni di mercato su larga scala al servizio di una vita attiva e indipendente. Il successo del programma congiunto AAL è inoltre amplificato dal sostanziale livello di investimento finanziario assicurato dai paesi partecipanti, che nel 2009 è stato più del doppio di quello originariamente previsto. Un altro indicatore decisivo del successo del programma è la fortissima partecipazione delle PMI nei vari consorzi (più del 40%). Il programma mette a punto nuove soluzioni pronte ad essere impiegate sul mercato nel giro di duetre anni. Dal 2008 sono stati avviati più di 50 progetti di ricerca e innovazione nei settori della gestione delle malattie croniche e dell’interazione sociale degli anziani. Tra gli esempi figurano robot che compiono lavori domestici e che al tempo stesso aiutano la persona a rimanere collegata al suo entourage e la “casa intelligente”, un ambiente che interagisce con i movimenti e i comportamenti di quanti ci abitano per semplificar loro la vita. L'iniziativa sostiene soluzioni per invecchiare bene rese possibili dalle TIC che possono essere lanciate entro breve tempo sul mercato per essere poi commercializzate. In questo modo è possibile favorire nuove opportunità commerciali e realizzare risparmi enormi sui costi dell’assistenza sociale e sanitaria. Per esempio, le soluzioni di teleassistenza possono tagliare i costi dei servizi di assistenza anche del 30%. Il settore pubblico e quello privato stanno investendo in Europa più di un miliardo di euro nella ricerca. E-mail [email protected] Gazzettino Europeo 18 Dicembre 2010 7 8 Gazzettino Europeo 18 Dicembre 2010 E-mail [email protected] GAZZETTINO EUROPEO.IT Europa Cronache GRECIA: MIGLIAIA DI MANIFESTANTI IN PIAZZA, SCONTRI NELLE STRADE. SCIOPERO PER LE MISURE ANTIDEFICIT A 10 ANNI DALLA CHIUSURA, CHERNOBYL DIVENTA META TURISTICA La giornata di sciopero generale indetta dai sindacati in Grecia contro il pacchetto di misure di austerità approvato in Parlamento è degenerata in violenti scontri tra manifestanti e forze dell'ordine nel centro di Atene. Oltre 20mila persone hanno partecipato alla dimostrazione, mentre è stato proclamato uno sciopero generale di 24 ore. Un ufficio postale e diverse auto sono stati dati alle fiamme e l’ex ministro conservatore dei Trasporti, Kostis Hatzidakis, è stato inseguito e picchiato dalla folla al grido di «ladri, vergogna!». Hatzidakis, aggredito mentre usciva dal parlamento, è stato fotografato con il volto insanguinato. La dimostrazione è degenerata in atti di vandalismo con giovani incappucciati dal volto coperto che hanno incendiato automobili, infranto le vetrine dei negozi e devastato l’ingresso di alberghi di lusso a piazza Syntagma. Sulla stessa piazza è stato incendiato un ufficio postale accanto al ministero delle Finanze. Sassi, bottiglie e bombe molotov sono stati lanciati contro i poliziotti, che hanno risposto con lacrimogeni. Il nuovo sciopero generale, il settimo quest'anno, è stato proclamato all'indomani del via libera del Parlamento al taglio del 5% dei salari nel pubblico impiego proposto dal Governo. Così aerei, traghetti e treni sono rimasti fermi per 24 ore in tutta la Grecia, come pure sono rimaste chiuse scuole, banche, farmacie e gli ospedali lavorano a scartamento ridotto. Braccia conserte anche per giudici, giornalisti e ingegneri. Ad Atene lo sciopero dei trasporti ha creato ingorghi pazzeschi e anche una parte dei tassisti ha aderito allo sciopero. Così, mentre il governo Papandreou nella notte tra martedì e La centrale di Chernobyl, “tragicamente” famosa per il più grande disastro mai visto nella storia del nucleare civile, sta per diventare meta turistica. Viktor Baloga, ministro delle Emergenze ucraine, si propone infatti di trasformarla in un’attrazione per turisti. Da gennaio si parte con le visite organizzate nel sito nucleare. E non si tratta di turismo "estremo" o di qualche giro "horror" per ricconi in cerca di emozioni forti. Sarà invece turismo popolare, aperto a tutti, e il motivo è semplice: la realtà di Chernobyl appare oggi forse diversa da come ce l'hanno descritta in questi anni. E' infatti trascorso un decennio dalla fermata dell’ultimo reattore rimasto attivo e quasi un quarto di secolo dall’incidente della centrale ma, probabilmente, saranno in molti a rabbrividire di fronte al pensiero di una gita in Ucraina, proprio là dove è accaduto quello che nell’immaginario collettivo rimane il disastro per antonomasia. Mercoledì scorso è stato il decimo anniversario dalla chisura definitiva dell'impianto: il 15 dicembre del 2000 fu infatti spento il terzo reattore, l'unico che era rimasto attivo dal 26 aprile 1986, quando esplose il reattore n.4 provocando il disastro nucleare più grande della storia. Il bilancio dei morti oltre alle 65 persone che morirono dell'incidente - parla infatti di almeno 4mila morti per patologie e conseguenze della fuoriuscita dei materiali radioattivi, secondo i dati ufficiali dell'Oms e dell'Agenzia Internazionale per l'energia nucleare. Ma secondo studi e stime di esperti il numero delle vittime, ricollegabili all'incidente, potrebbe negli anni raggiungere il terrificante bilancio di mezzo milione. Secondo alcuni esperti ci vorrà almeno un altro mezzo secolo - si parla del 2065 per cancellare le conseguenze causate da Chernobyl. Una tragedia, certo, ma forse molto meno grave di altri episodi che hanno interessato il settore della produzione di energia: per limitarsi a quella idroelettrica ricordiamo il crollo, nel 1976, della diga sullo Yantze in Cina che provocò oltre duecentomila morti o, nel nostro Paese, il disastro del Vajont con più di duemila vittime. E nelle miniere di carbone ogni anno le vittime sono molte centinaia. Paradossalmente, a Chernobyl i danni più gravi non furono causati delle radiazioni ma della paura che portò alla evacuazione di oltre 350mila persone. mercoledì incassava in parlamento, con 156 voti su 300, forse il più ambizioso e importante piano di modernizzazione dell'economia del paese, comprendente una riduzione dei salari per i dipendenti delle società pubbliche e la possibilità per i privati di negoziare la riduzione dei salari minimi al posto dei licenziamenti collettivi, la piazza organizzava il settimo sciopero generale nell'anno più infausto della Grecia moderna. Papandreou è riuscito a imporre ai dipendenti della composita galassia delle imprese pubbliche, municipalizzate o con una partecipazione azionaria del Tesoro, un tetto lordo di 4mila euro agli stipendi mensili (esclusi i top manager) oltre che a ridurre del 10% le retribuzioni lorde sopra i 1.800 euro mensili. Inoltre ha eliminato ogni automatismo dalla contrattazione collettiva che prima consentiva l'estensione erga omnes di un accordo sindacale a tutti i dipendenti del settore merceologico anche se non rappresentati al tavolo delle trattative. Una giornata importante per il governo del Pasok che ottiene così il via libera alla tranche di dicembre del prestito da 6,5 miliardi di euro dell'Unione europea, ancora in sospeso per "motivi tecnici". Se Papandreou ha fatto un passo avanti importante verso la stabilizzazione macroeconomica, la piazza ha dato il peggio di sé con violenti scontri tra manifestanti e polizia ad Atene in uno dei giorni più carichi di tensione dell'anno. In questo contesto, diventa indispensabile per Papandreou aprire il dialogo con le opposizioni che a loro volta devono evitare di concedere qualsivoglia giustificazione alla violenza degli estremisti. In caso contrario il paese rischia una stagione di instabilità che potrebbe pregiudicare tutti gli sforzi fin qui compiuti. FRANCIA: MARINE LE PEN CONTRO ISLAM E IMMIGRAZIONE CON UNO SGUARDO ALL’ELISEO Il prossimo 15 e 16 gennaio a Tours in Francia il Front national di Jean-Marie Le Pen terrà il suo congresso per assegnare la poltrona di presidente e la battaglia infuria tra i contendenti. Un punto di vantaggio sembra averlo segnato in questi giorni Marine Le Pen, la figlia quarantaduenne del fondatore e leader storico del Fronte, la quale è ricorsa al repertorio della intolleranza francese verso gli stranieri. Davanti a 300 militanti a Lione, feudo proprio del suo avversario Gollnisch, Marine Le Pen, ha paragonato le preghiere in strada dei musulmani a un'occupazione, scatenando ovvie polemiche. «Quindici anni fa è arrivato il velo – ha urlato Marine nel microfono – che si è rapidamente diffuso. Poi è stata la volta del burqa, che vediamo ormai sempre più spesso. E poi ecco le preghiere per strada. Con il risultato che oggi, in Francia, ci sono almeno dieci, quindici luoghi dove con una certa regolarità ci sono persone che si accaparrano del territorio. A quelli che amano, soprattutto quando si tratta di criticare il Front national, ricordare l'occupazione durante la seconda guerra mondiale, dico che siamo qui per parlarne, di occupazione. Perché questo, l'utilizzo della strada pubblica per riunirsi in preghiera, è occupazione del territorio. L'esistenza di quartieri in cui a un certo punto entra in vigore una sorta di legge religiosa, è occupazione. Certo, non ci sono soldati e carri armati, ma è un'occupazione». Ovazione in sala e sollevazione a destra e sinistra. Ma soprattutto soddisfazione nel suo entourage per il balzo delle quotazioni all'interno del partito. Da quando è iniziato il lungo duello per conquistare l'eredità del vecchio leone dell'Algeria francese, Marine Le Pen si è impegnata a combattere la demonizzazione del Fronte, a dargli un'immagine più istituzionale, con meno slogan sull'immigrazione e la sicurezza e più discorsi sull'economia e il sociale. Così facendo, moderando toni e contenuti, ha conquistato parte dell'opinione pubblica di destra ed è diventata un personaggio. Ma la prima battaglia da vincere è quella interna al partito e qui rischiava di perdere punti rispetto a un Gollnisch che incarna l'anima più dura e pura del Front national. Gazzettino Europeo 18 Dicembre 2010 Pubblicità [email protected] 9 GAZZETTINO EUROPEO.IT Europa Cronache “SPINELLI” NEI COFFEE SHOP D’OLANDA: DIVIETO SI ALLARGANO LE XENOFOBE, AI TURISTI DALLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA PROTESTE RUSSIA NEL CAOS Ora in Olanda sarà possibile fumare “spinelli” in libertà ma solo se residenti. I Coffee shop definitivamente vietati agli stranieri dopo che la Corte di giustizia europea ha dato torto ad un gestore che aveva fatto ricorso contro la chiusura che gli era stata già imposta dal Comune di Maastricht. La controversia, all'inizio tutta domestica, durava dal 2005, quando il borgomastro della città – conosciuta più che altro fino allora per il trattato sulla libera circolazione delle persone – aveva introdotto nel regolamento comunale il limite della residenza per la vendita di stupefacenti leggeri, vendita peraltro tollerata e in deroga ai divieti della legge antidroga (Opiumwet 1976). Il gestore del locale, Marc Michel Josemans, si era subito rivolto al Raad van State (consiglio di stato) lamentando la peculiare discriminazione tra cittadini Ue, oltre all'ulteriore divieto per stranieri di comprare, nei coffeeshop, anche cibi e bevande "neutri". Il giudice nazionale aveva quindi rimesso la questione, in via pregiudiziale, ai magistrati della curia europea, dove le motivazioni "liberiste" non fatto però fatto breccia, come a suo tempo non avevano neppure convinto l'avvocato generale. Il problema, prima ancora che giuridico, è di natura geografica, politica e sociale. Lo "spinello libero" di Maastricht, posta sul confine strategico con Belgio, Francia e Germania, ha prodotto negli anni un turismo di settore quantificato dalle autorità locali in 3,9 milioni di persone all'anno (11mila al giorno), con un impatto cruento sui 118mila resi- denti: «fonte di disturbo e di criminalità» secondo il borgomastro, e con un «numero crescente di punti vendita illegali di droghe anche pesanti», tanto da giustificare l'adozione straordinaria di norme limitative sull'erogazione dei servizi. La «necessità di contrastare la droga, in particolare mediante la prevenzione della tossicodipendenza e la repressione del traffico» è del resto uno dei pilastri della normativa europea, principio che declinato nel caso specifico fa ritenere alla Corte «innegabile che un divieto di ammissione dei non residenti ai coffeeshop costituisce un provvedimento idoneo a limitare in modo sostanziale il turismo della droga e i problemi da esso causati». E comunque, se è vero che il possesso di droghe leggere per uso personale in Olanda è lecito e che la vendita nei coffeeshop è tollerata, è altrettanto vero che le direttive della magistratura locale fissano i limiti di vendita in 5 grammi per persona al giorno e in 500 grammi complessivi lo stock consentito al negoziante. Parametri che, soprattutto il secondo, non erano verosimilmente più rispettati nei 14 punti vendita dell'ex paradiso dello spinello. Nelle conclusioni presentate dall’avvocato generale alla Corte di Giustizia è anche scritto che ‘per quanto riguarda l’illiceità della vendita delle ‘droghe leggere’, si constata che questa, benché tollerata nei ‘coffee shop’, rimane un’attività vietata da tutti gli stati membri’. ‘Inoltre i clienti dei coffee shop non sono tenuti a consumare cannabis in loco ma possono importarla in altri stati membri, esponendosi così a procedimenti penali per esportazione e importazione illecite di stupefacenti’. FRANCIA, RITROVATA LA TESTA DI ENRICO IV. PRESTO SARÀ RESTITUITA ALLA SUA TOMBA E' stata ritrovata in Francia la testa di Enrico IV. A segnalarlo è il British Medical Journal, che ha pubblicato nei giorni scorsi uno studio specifico sull’argomento dopo che il particolare reperto è stato messo a disposizione della scienza nel 2008 e dopo innumerevoli accertamenti. Nello studio si è potuta verificare la reale appartenenza del teschio al sovrano francese, confermata anche da peculiarità anatomiche quali il buco causato da un orecchino e una cicatrice ossea dovuta a una ferita. La testa del re era già comparsa nall'inizio del XIX secolo nella collezione privata di un conte tedesco, poi battuta all'asta nel 1919 a Parigi, finì a casa di una coppia di pensionati e fu riscoperta da due giornalisti nel 2008. Dopo secoli di peregrinazioni rocambolesche dunque il cranio di Enrico IV (1553-1610), il re di Francia che nel 1598 pose fine alle guerre di religione emanando l’Editto di Nantes che garantiva la libertà di culto ai protestanti, può ora può finalmente tornare al legittimo corpo. Un team di scienziati francesi, guidati dal medico legale Philippe Charlier, soprannominato «l’Indiana Jones dei cimiteri», ha autenticato il teschio del sovrano riscoperto nel 2008 in un pensionato francese, dove era custodito anonimamente. La testa di Enrico IV è «in un buono stato di conservazione, con capelli e barba», sottolinea lo studio del «British Medical Journal», rivelando poi che il cranio ha un colore dorato chiaro, «con gli occhi parzialmente chiusi e la bocca aperta». L’analisi del cranio ha fatto emergere diversi tratti distintivi: una piccola macchia scura di undici millimetri di lunghezza appena sopra la narice destra, un foro nel lobo destro praticato per appendere un orecchino, come era di moda alla corte dei Valois, e una lesione ossea sopra il labbro superiore sinistro inferta al sovrano da Jean Chatel in un tentativo di omicidio il 27 dicembre 1594. Poco prima di intraprendere una guerra contro l’Austria, Enrico IV, soprannominato «il buon re», venne pugnalato a morte il 14 maggio 1610 da un fanatico cattolico, François Ravaillac, durante una processione. Il corpo del re, ucciso a 57 anni, fu seppellito nella basilica di Saint-Denis di Parigi, nelle tombe dove riposavano gli altri sovrani francesi. Durante la Rivoluzione francese la sua tomba come altre fu oltraggiata: nel 1793 il sepolcro fu aperto e saccheggiato, il suo corpo gettato in una fossa comune. Fu allora che il cranio fu tagliato dal resto della salma, poi venduto all’asta più volte e conservato fino ad oggi in collezioni private. Lo studio pubblicato sul «British Medical Journal» è stato realizzato da un gruppo di 19 tra scienziati e ricercatori francesi, guidati dal dottore Philippe Charlier, già noto per aver scoperto l’avvelenamento da mercurio di Agnes Sorel, amante di Carlo VII, e per aver dimostrato che i resti conservati nel castello di Chinon non sono quelli di Giovanna d’Arco. L’autenticazione del teschio del sovrano dell’Editto di Nantes è avvenuta con la collaborazione di Jean-Pierre Babelon, uno dei più illustri storici dell’età di Enrico IV. Quasi 1.350 fermi, 30 persone ricoverate negli ospedali per contusioni e ferite, un "bottino" sequestrato di circa 500 oggetti impropri tra coltelli, mazze e spranghe, e due procedimenti penali già aperti contro due distinti gruppi di caucasici. Questo il primo bilancio dei disordini di ieri a Mosca che hanno rischiato di veder la città trasformarsi in un nuovo teatro di guerriglia urbana per le manifestazioni xenofobe degli hooligans nazionalisti contro la comunità caucausica. La capitale russa è statata scossa dalla nuova escalation di sentimenti xenofobi e razzisti degli hooligan che sta dilagando nel paese, estendendosi anche a San Pietroburgo dove la paura di disordini ha visto la polizia schierarsi e fermare un’ottantina di sospetti facinorosi. Ad accendere la miccia è stato, una decina di giorni fa, l’omicidio di una fan dello Spartak, durante una rissa con un caucasico. Un episodio che da subito si è trasformato in una "polveriera" con i tifosi della squadra che hanno immediatamente iniziato una serie di proteste nazionalistiche, sfociate sabato scorso in violenti scontri con la polizia ed un bilancio di almeno una trentina di feriti. E proseguite nei giorni scorsi, a suon di slogan razzisti - «la Russia ai Russi» e «Mosca ai moscoviti», i più declamati - e di aggressioni a danno di caucasici e daghestani (un ragazzo l’altro ieri notte è stato ucciso a coltellate). Uno scenario che ieri ha rischiato di ripetersi in quello che sembrava essere un regolamento di conti con le etnie prese di mira dai tifosi. Molti blogger e informazioni raccolte dalla polizia parlavano di un flusso verso la capitale di caucasici. Già dalla mattina la città si preparava alla guerriglia urbana con polizia schierata nei punti nevralgici - in alcune stazioni della metro e in quella ferroviaria di collegamento con le repubbliche del Caucaso - ed il centro storico chiuso. Blindata anche la famosa "Piazza Rossa" e le strade di accesso verso il Cremlino mentre nella giornata si sono diffusi diversi allarmi-bomba, tutti rientrati dopo le verifiche. L’ultimo dopo pranzo quando una telefonata anonima ha segnalato la presenza di un ordigno in un Mc Donald in una zona centrale della città che è stato evacuato, salvo poi veder rientrare l’allerta e archiviare il caso come un «falso allarme». 10 Gazzettino Europeo 18 Dicembre 2010 E-mail [email protected] GAZZETTINO EUROPEO.IT Gazzettino Europeo 18 Dicembre 2010 Pubblicità [email protected] 11 GAZZETTINO EUROPEO.IT Cultura orizzonti transnazionali Una mostra sulle Antichi tesori rumeni prima e dopo collezioni di Palazzo Traiano: 140 preziosi reperti a Roma Farnese all’Ambasciata Il luogo dell'esposizione è significativo "I mercati Traianei a Roma per ospitare una mostra di preziosi reperti archeologici provenienti dalla Romania, prodotti prima e dopo la conquista di Traiano. La mostra "Ori antichi della Romania. Prima e dopo Traiano" inaugurata ieri a Roma ed aperta fino al 3 Aprile 2011 offre la rara opportunità di ammirare 140 preziosi ori provenienti da tesori, corredi tombali e arredi liturgici dal XVII al VI secolo d.C. custoditi dal Museo Nazionale di Storia di Bucarest, parte del Patrimonio nazionale rumeno. Grazie alla presenza di ricche miniere d’oro, già nel XVII secolo a.C. l’antica Romania fu caratterizzata da una produzione artistica di altissimo livello legata al prezioso metallo. E ora una mostra eccezionale porta per la prima volta in Italia un nucleo consistente degli antichi tesori romeni. Tra di essi risaltano gli oggetti prodotti dai Daci, la popolazione resa celebre dalla conquista dei Romani guidati dall’imperatore Traiano, all’inizio del II secolo d.C. La scelta dei reperti è quindi prestigiosa ed insieme con un forte valore simbolico, vista la presenza della Colonna di Traiano, innalzata a Roma proprio dopo la conquista della Dacia ed emblema di unione tra le due culture. I reperti coprono un arco cronologico molto ampio, che va dall’Età del Bronzo (XVII secolo a.C.) al periodo bizantino (V-VI secolo d.C.) così come varie sono le loro destinazioni d’uso. E' possibile ammirare la preziosissima collana di Hinowa del XII secolo a.C. proveniente dal più ricco tesoro protostorico della Romania ma dalla fattura incredibilmente moderna; i famosi bracciali spiraliformi di Sarmizegetusa (la capitale della Dacia conquistata da Traiano), realizzati nel II-I secolo a.C. e recuperati di recente dopo il loro trafugamento, che vengono prestati per la prima volta ad un museo estero dal governo romeno; l’elmo di Poiana-Cotofenesti, splendido prodotto dell’arte traco-getica del IV secolo a.C.; il rhyton d’argento dorato, un contenitore per liquidi che veniva utilizzato principalmente durante le cerimonie religiose, proveniente da Poroina Mare, del III-II secolo a.C.; la raffinata patera, piatto ampio usato nei riti religiosi, e la coppia di fibule (spille) del tesoro di Pietroasa del V secolo d.C., attribuito alla casa reale ostrogota o visigota e noto come “Gallina con i pulcini d’oro” per la presenza di fibule a forma di aquila. Va inoltre evidenziata la presenza di 20 dei numerosi stateri d’oro rinvenuti nella capitale della Dacia, con il nome del re Koson scritto in lettere greche. Queste monete, datate alla metà del I secolo a.C., rappresentano l’unico caso in tutta la produzione numismatica dacica nel quale compare il nome dell’autorità emittente. Negli anni Settanta Roma ospitò due importanti mostre sul patrimonio culturale dell’antica Dacia, territorio che il processo di romanizzazione trasformò in una vera e propria isola “romana” tra le popolazioni “barbare”. Da allora la capitale non ha più promosso grandi eventi espositivi e culturali dedicati alla Romania, malgrado con la più recente immigrazione moltissimi romeni si siano stabilizzati in Italia, formando la maggiore comunità straniera. Un vuoto che la mostra “Gli ori antichi della Romania” intende colmare, anche per consentire agli italiani di conoscere le prestigiose origini del popolo romeno e per far riscoprire le proprie tradizioni alle generazioni di romeni nati in Italia. Dal mese di febbraio saranno organizzati cinque incontri di approfondimento sui principali aspetti delle opere in mostra in collaborazione con l'Accademia di Romania in Roma e con il sostegno finanziario dell'Istituto Culturale Romeno di Bucarest. Dal 10 gennaio laboratori e visite guidate – per le scuole e per il pubblico – consentiranno un ulteriore approccio ai meravigliosi tesori esposti, grazie a questa mostra, ai Mercati di Traiano. La mostra “Ori antichi della Romania. Prima e dopo Traiano”, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana e del Presidente della Romania, è a cura di Ernest Oberländer-Târnoveanu, Direttore del Museo Nazionale di Storia della Romania di Bucarest e di Lucrezia Ungaro, Responsabile del Museo dei Fori Imperiali nei Mercati di Traiano. Contro la guerra il diritto, così l’Europa di Renato Federici Un retaggio del passato si aggira per il mondo e fa ancora i suoi schiavi e le sue vittime: è la guerra. È questo lo strumento arcaico ed infantile delle brame di potere e di ricchezza, ma il conflitto armato è anche la prosecuzione delle scelte politiche ed economiche con mezzi diversi dal diritto. La guerra, infatti, non è un processo giuridico che si svolge in altra forma. Essa non è mai giusta; può essere inevitabile, scusabile, ma non è mai giusta. Alla sua seconda edizione il libro di Renato Federici “Guerra o Diritto?” in cui la tesi di fondo è che il diritto ha la funzione di essere uno strumento al servizio dei governi per prevenire ed evitare il ricorso alla guerra come mezzo di risoluzione delle controversie. Chi vuole la pace infatti non si deve preparare alla guerra (come diceva Vegezio), semmai deve difendersi dalla guerra. Questo studio è nato come continuazione di una riflessione iniziata con una prolusione dal titolo: Le principali modificazioni del diritto pubblico nazionale sotto l’influsso dell’integrazione europea . Infatti le ragioni fondamentali, che unirono i Padri fondato- ri delle Comunità europee, ruotavano intorno all’idea di prevenire ed evitare una terza guerra mondiale, la quale avrebbe potuto accendersi, se non fossero state rimosse le cause delle rivalità (soprattutto tra Francia e Germania) che avevano scatenato le prime due. La stipulazione dei Trattati istitutivi delle prime Comunità europee negli anni Cinquanta del XX secolo, hanno contribuito non poco ad evitare una terza guerra mondiale. Clausewitz aveva definito la guerra quale prosecuzione della politica con altri mezzi. Per estensione, da questa formula il Federici ricava che il diritto è la continuazione della politica e dell’economia con i mezzi normali ovvero con i mezzi civili. E allora si scopre che la funzione primaria delle organizzazioni giuridiche è quella di prevenire e risolvere i conflitti. Così si evita il ricorso alla crudeltà bellica. Come metodi, infatti, diritto e guerra sono agli antipodi. Se il diritto è (o dovrebbe essere) l’arte in cui si esplica la buona fede, la giustizia, la ricerca dell’accordo (e dell’armonia), al contrario le questioni belliche seguono l’intento (il Dao) dell’inganno . di Francia a Roma "E' un palazzo segreto, inaccessibile, che viene riaperto e racconta se stesso. Un contenitore che si riempie dei propri contenuti originari per trasmettere quel gusto raffinato ed evocativo di un tempo che non c'è più e che non è stato altro che l'età d'oro della cultura italiana del Rinascimento al quale continuamente facciamo riferimento.” Così il Professor Francesco Buranelli spiega il senso della mostra, che ha curato insieme a Roberto Cecchi, inaugurata a Palazzo Farnese a Roma. Presente all'inaugurazione della mostra anche il padrone di casa, l'Ambasciatore francese JeanMarc de La Sablière, che, dopo aver ricordato come la mostra sia fruttto di un progetto di ricerca durato più di tre anni, ha sottolineato come questa sia non solo un'occasione per scoprire il palazzo ma anche un segno della profonda amicizia che esiste tra Italia e Francia. Sede dal 1874 dell'Ambasciata di Francia, la fastosa residenza fu realizzata per volere di Alessandro Farnese (1468-1549), futuro Papa Paolo III, e fu progettata da Antonio da Sangallo il Giovane e, successivamente, da Michelangelo e Giacomo della Porta. La dimora ha accolto per secoli nelle sue grandiose sale affrescate da Annibale ed Agostino Carracci, Francesco Salviati e Taddeo Zuccari una prestigiosa e ricchissima collezione di opere. Una raccolta formata da statue romane, monete, gemme, dipinti, iscrizioni, che verso la metà del XVII secolo fu smembrata e trasferita altrove dalla stessa famiglia Farnese. Oggi grazie alla mostra alcune delle opere un tempo parte di questa collezione fanno ritorno a Palazzo. Sono complessivamente centocinquanta, un numero importante ma esiguo rispetto a quello originario, che restituisce tuttavia molto bene l'idea dell'importanza di questa raccolta. Tra i ritorni eccellenti, le famose statue dei “Daci Prigionieri”, la statua di “Afrodite cosiddetta Calliope” e quella di Atlante, alcuni quadri di El Greco, dei Carracci, di Sebastiano del Piombo, Tiziano e i disegni preparatori di Annibale Carracci. Tra i principali musei prestatori figurano il Museo Archeologico di Napoli da cui provengono 50 delle opere esposte. 12 Gazzettino Europeo 18 Dicembre 2010 E-mail [email protected] GAZZETTINO EUROPEO.IT Cultura orizzonti transnazionali Louvre, Francia: una campagna per trovare mecenati Saviano premiato dal Parlamento Europeo che partecipino all’acquisto di un Cranach “Le Louvre a besoin de votre soutien”, il Louvre ha bisogno del vostro sostegno è lo slogan di una promozione commerciale – forse sarebbe più opportuno definirla una “colletta” – che il museo parigino ha lanciato per raccogliere un milione di euro entro il 31 gennaio 2011. L’obiettivo è acquistare Le Tre Grazie, una piccola tela (24×37 cm) realizzata nel 1531 da Lucas Cranach il Vecchio e che, dal 1932, è nelle mani di un collezionista francese ormai intenzionato a venderla all’estero. Un’opera di proprietà privata, ma che appartiene anche al patrimonio culturale della Francia. Il dipinto, infatti, è classificato come “tesoro nazionale”, un bene artistico che potrà essere concesso fuori dai confini transalpini a partire dal prossimo 31 gennaio: il prezzo concordato con l’acquirente straniero è di quattro milioni di euro. A meno che entro tale data non si faccia avanti un ente francese che, per la stessa somma, avrebbe il diritto di assicurarsi il possesso del quadro. Ovviamente il Louvre non intende lasciarsi scappare un tale capolavoro. Tra fondi suoi e donazioni di società private, il museo più visitato al mondo ha già raccolto tre milioni di euro, ma ne manca ancora uno. E il Louvre confida nei privati, ai quali ha lanciato “un appello per una buona causa attraverso un’operazione sperimentale” come la descrive il Director of Development del Louvre, Christophe Monin. La campagna, chiamata Tours Mecenes (Tutti Mecenati), è semplice e basta collegarsi al sito www.troisgraces.fr per fare una donazione, online o tramite assegno. I contributi sono deducibili dalla tasse per il 66% della somma versata e tutti i donatori, poi, saranno inseriti nella lista dei mecenati del Louvre: chi offrirà tra i 200 e i 500 euro avrà diritto ad una visita privata, mentre chi ne devolverà più di 500 avrà diritto a partecipare all’anteprima della presentazione di Le Tre Grazie. Di fronte al dimezzamento dei fondi statali ed a un governo che lascia alla deriva l’istituzione museale (seppur di proprietà dello Stato francese), il Louvre inventa nuove soluzioni di finanziamento. Anno dopo anno lo Stato transalpino, infatti, si è sempre più distaccato dal museo: solo nel 2006, i contributi statali sono scesi dal 75 al 62 per cento del budget totale. Due anni dopo erano crollati a poco più della metà. Per questo il museo parigino ha, negli scorsi anni, dato sfogo alla fantasia per recuperare fondi da vie traverse. Indimenticabile è la strategia adottata nel 2006 quando, per le riprese del film Il Codice da Vinci, il museo ha chiesto ai produttori cinematografici due milioni di euro per poter girare alcune scene all’interno dell’edificio. Importante anche la scelta commerciale di aprire il “fratellastro d’Oriente”, il Louvre Abu Dhabi, una mossa intelligente che sta avendo buoni ritorni pecuniari. Non solo. Molte gallerie del Louvre hanno allungato gli orari d’apertura aumentando così gli incassi di quasi dieci volte. Eppure tutto questo non è bastato. In tempi di crisi economica anche i musei soffrono duramente, tra tagli governativi ed assenza di valide alternative private: in Italia si sciopera contro il governo, in Francia si lanciano appelli alla cittadinanza, nella speranza di accattivarsi il favore di qualche ricco uomo d’affari con la mania del collezionismo, affascinato dalla possibilità di essere riconosciuto tra i finanziatori del più celebre museo del mondo. Ma questa straordinaria strategia ha già provocato l’ironica reazione di numerosi contribuenti francesi che, sulle pagine online di Le Figaro e di Le Monde, lasciano commenti mordaci all’indirizzo dei responsabili del Louvre, invitandoli addirittura a rivolgersi non ai cittadini ma al presidente Nicolas Sarkozy e alla sua amica-sostenitrice Liliane Bettencourt (la seconda persona più ricca di Francia), protagonisti di un chiacchierato caso di corruzione nei mesi scorsi. A parte le aspre critiche, la campagna Tours Mecenes si dimostra una novità in Francia, ma bisogna ricordare che in passato ci sono stati altri casi analoghi in Gran Bretagna. Nel 2008 la Tate Gallery, infatti, ha acquistato per 10 milioni di dollari, grazie al contributo del pubblico, un disegno di Rubens, L’Apoteosi di Giacomo I, che il visconte Hampden minacciava di vendere all’estero. E pochi mesi dopo la National Gallery e la National Gallery of Scotland hanno raccolto 100 milioni di sterline per comprare, presso il Duca di Sutherland, due capolavori di Tiziano, Diana e Atteone e Diana e Callisto. Insomma, non è detto che la colletta del Louvre ottenga risultati positivi come quelli riscossi nel Regno Unito, anche se Vincent Pomarede, curatore del museo, ha dichiarato che Le Tre Grazie di Cranach il Vecchio, se riscattata, potrebbe diventare “una delle opere più popolari” del complesso museale. E’ l’ennesimo riconoscimento per uno scrittore italiano, ormai di fama internazionale che riceve premi in tutto il mondo, e ora anche uno ufficiale della politica a livello europeo, grazie al “Libro europeo 2010” per il suo “La bellezza e l’Inferno”, una raccolta di articoli scritti nel periodo compreso fra il 2004 e il 2009 in pieno turbine pre e post pubblicazione di “Gomorra“, premiato come miglior saggio 2010. “Questo premio - ha detto lo scrittore italiano - è un conforto per la sofferenza che provo per le critiche ricevute in Italia, anche da alte cariche dello Stato, che mi accusano di infamare il mio Paese parlando di criminalità organizzata. Al contrario, raccontare il male vuol dire affrontarlo, non diffonderlo". Roberto Saviano approfitta della premiazione Parlamento europeo, per mandare una cartolina a Roma, a quanti non perdono occasione di attaccarlo per quanto dice e scrive sulla criminalità organizzata in Italia. “Questa è la magia della letteratura, grazie ad essa le storie che si raccontano appartengono a tutti. La criminalità, invece, vuole il monopolio dei propri misfatti, per questo non ha tanto paura di chi scrive, quanto di chi legge”. Saviano ha voluto parlare a tutti gli europei e non solo agli italiani, seppure numerosi in sala: “La criminalità non riguarda solo il sud Italia, ma l’intera Europa, perché è dalle sue periferie che entra arrivando fino a Bruxelles, dove viene a investire comprandosi un intero quartiere. L’Europa parla molte lingue, ma contro il crimine dovrà parlarne una sola”. Pubblicità [email protected] Gazzettino Europeo 18 Dicembre 2010 GAZZETTINO EUROPEO.IT 13 14 Gazzettino Europeo 18 Dicembre 2010 Pubblicità [email protected] Bandi e Concorsi Europei APRILE GENNAIO GENNAIO GAZZETTINO EUROPEO.IT PARLAMENTO EUROPEO RICERCA E INNOVAZIONE FP7-PEOPLE-2011-ITN: Proposte per le “Marie Curie Initial Training Networks” nell'ambito del programma 'PERSONE' del VII PQ di RST Sostenere la formazione e lo sviluppo della carriera dei ricercatori con reti congiunte di formazione sotto forma di ITN. Stanziamento: 318.410.000 euro - GUUE 2010/C 196/06 Scadenza: 26 gennaio 2011 COOPERAZIONE EUROPEAID PROGETTO TWINNING VOLTO A SOSTENERE L'ATTUAZIONE DELLA STRATEGIA DELLA COMMISSIONE ANTI-CORRUZIONE IN GIORDANIA Sostenere la Commissione Anti-Corruzione (ACC) ad attuare una strategia in linea con le migliori pratiche internazionali Stanziamento: 1.500.000 euro - EuropeAid/130793/C/ACT/JO Scadenza: 25 gennaio 2011 AMBIENTE FP7-KBBE-2011-5: Proposte per la priorità PRODOTTI ALIMENTARI, AGRICOLTURA E PESCA, BIOTECNOLOGIE nell'ambito del programma specifico 'COOPERAZIONE' del VII PQ di RST Per ragioni tecniche l’invito è suddiviso in due topic di ricerca. Stanziamento: 240.270.000 euro - GUUE 2010/C 196/06 Scadenza: 25 gennaio 2011 TRASPORTI FP7-SCIENCE-IN-SOCIETY-2011-1: Proposte per l'azione SCIENZA E SOCIETÀ nell'ambito del programma specifico 'CAPACITÀ' del VII Programma Quadro di RST Per questo invito diverse sono le aree e i topic aperti. Stanziamento: 43.000.000 euro - GUUE 2010/C 196/06 Scadenza: 20 gennaio 2011 RICERCA MARINA FP7-OCEAN-2011: Proposte nell'ambito di "The ocean of tomorrow" priorità KBBE, ENERGY, ENVIRONMENT e TRANSPORT del programma specifico 'COOPERAZIONE' del VII PQ di RST Sovvenzioni i temi 2, 5, 6 e 7. Stanziamento: 45.000.000 euro - GUUE 2010/C 196/06 Scadenza: 18 gennaio 2011 INNOVAZIONE TECNOLOGICA FP7-ICT-2011-EU-BRASIL: Proposte per l’azione «Cooperazione» nell'ambito dei programmi di lavoro 2011 e 2012 del VII PQ di RST Tema del presente invito riguarda lo sviluppo di Tecnologie dell'informazione e della comunicazione ed Internet. Stanziamento: 5.000.000 euro - GUUE 2010/C 261/05 Scadenza: 18 gennaio 2011 INNOVAZIONE TECNOLOGICA FP7-ICT-2011-7: Proposte per l’azione «Cooperazione» nell'ambito dei programmi di lavoro 2011 e 2012 del VII PQ di RST Aree: “Pervasive and Trusted Network and Service Infrastructures”, “Cognitive systems and robotics”, “Alternative Paths”. Stanziamento: 783.500.000 euro - GUUE 2010/C 261/05 Scadenza: 18 gennaio 2011 MEDICINA E FARMACOLOGIA IMI-JU-2010: invito a presentare proposte nell'ambito dell'Iniziativa tecnologica congiunta sui medicinali innovativi (IMI) Promuovere la collaborazione tra aziende biofarmaceutiche e sanitarie, regolatori, università e organizzazioni di pazienti. Stanziamento: 114.000.000 euro - IMI Joint Undertaking 3rd Call Scadenza: 18 gennaio 2011 ISTRUZIONE E CULTURA PROGETTO PILOTA "BORSE DI RICERCA EUROPEE PER IL GIORNALISMO INVESTIGATIVO TRANSFRONTALIERO” Sostenere i giornalisti che si occupano di storie transfrontaliere in ambiti nei quali i media tradizionali non investono risorse. Stanziamento: 1.100.000 euro - DGCOMMA3/01-2010/PPIJ Scadenza: 15 gennaio 2011 IMPRESE DG ENTR ENT-SAT-10/5011: SOSTEGNO ALLE ATTIVITÀ INTERNAZIONALI: INFORMAZIONI, CENTRI DI FORMAZIONE E DI ASSISTENZA Garantire la visibilità delle attività di navigazione satellitare europea, monitorare le iniziative di navigazione satellitare locale. Stanziamento: 250.000 euro - GUUE 2010/C 292/07 Scadenza: 15 gennaio 2011 IMPRESE DG ENTR ENT-SAT-10/5010: SISTEMA DI ASSEGNAZIONE DEL PREMIO GALILEO- EGNOS Obiettivo del seguente invito è quello di cofinanziare la gestione di un sistema di premio per le applicazioni innovative basate sulla tecnologia GNSS dell'UE (EGNOS e GALILEO). Stanziamento: 900.000 euro - GUUE 2010/C 292/06 Scadenza: 15 gennaio 2011 GIUSTIZIA E AFFARI INTERNI FONDO EUROPEO PER L'NTEGRAZIONE DI CITTADINI DEI PAESI TERZI - SOLIDARIETÀ E GESTIONE DEI FLUSSI MIGRATORI (2010) Nel presente invito saranno perseguiti obiettivi specifici riferiti a quattro distinte priorità. Stanziamento: 6.005.000 euro - "Community actions" 2010 Scadenza: 14 gennaio 2011 AVVISO: Per ulteriori informazioni sui Bandi riportati in questa pagina o per accedere alle schede complete dei Concorsi già in scadenza per il 2011, consultare “GAZZETTINO EUROPEO - Eurofinanziamenti”, rivista quindicinale in abbonamento. Quote di sottoscrizione sul sito www.gazzettinoeuropeo.it/eurofin.htm Gazzettino Europeo 18 Dicembre 2010 E-mail [email protected] 15 Bandi e Concorsi Europei APRILE GENNAIO GENNAIO GAZZETTINO EUROPEO.IT PARLAMENTO EUROPEO ISTRUZIONE E CULTURA EAC/49/10 - PROGRAMMA DI APPRENDIMENTO PERMANENTE (LLP) - INVITO A PRESENTARE PROPOSTE 2011 Il programma di apprendimento permanente si applica a tutti i tipi e livelli di istruzione, di insegnamento e di formazione. Stanziamento: 1.065.000.000 euro - GUUE 2010/C 290/10 Scadenza: 14 gennaio 2011 RICERCA E INNOVAZIONE FP7-GALILEO-2011-GSA-1-a: Sostegno al sistema europeo globale di radionavigazione via satellite (Galileo) nell'ambito della priorità TRASPORTI del programma 'COOPERAZIONE' del VII PQ di RST Presentazione delle proposte nell'area 7.4.1.7 (2° step). Stanziamento: 27.500.000 euro - GUUE 2010/C 196/05 Scadenza: 13 gennaio 2011 RICERCA E INNOVAZIONE FP7-PEOPLE-2011-NIGHT: “LA NOTTE DEI RICERCATORI” COORDINAMENTO E SOSTEGNO La manifestazione 'European Researchers Night' coinvolge organizzazioni scientifiche e di ricerca di tutta Europa che ospitano una serie di eventi di intrattenimento divertenti. Stanziamento: 4.000.000 euro - GUUE 2010/C 261/04 Scadenza: 12 gennaio 2011 ISTRUZIONE E CULTURA EACEA/27/10 - MEDIA 2007: Invito a presentare proposte per sviluppo, distribuzione, promozione e formazione i2i Audiovisual L’opera audiovisiva proposta deve appartenere ai generi fiction, animazione o documentario creativo. Stanziamento: 3.000.000 euro - GUUE 2010/C 304/08 Scadenza: 10 gennaio 2011 AVVISO: Per ulteriori informazioni sui Bandi riportati in questa pagina o per accedere alle schede complete dei Concorsi già in scadenza per il 2011, consultare “GAZZETTINO EUROPEO - Eurofinanziamenti”, rivista quindicinale in abbonamento. Quote di sottoscrizione sul sito www.gazzettinoeuropeo.it/eurofin.htm PROMUOVERE I PROGETTI EUROPEI Le attività promozionali e la divulgazione dei risultati conseguiti costituiscono un aspetto estremamente importante e obbligatorio per tutti i progetti che hanno ottenuto finanziamenti dall’Unione europea. Già in fase di redazione della richiesta di sovvenzionamento è necessario definire i supporti (giornali, riviste, siti web) e le azioni (ad esempio diffusione attraverso mailing list) che renderanno pubblici i risultati di ciascuna azione finanziata. “GAZZETTINO EUROPEO”, proprio per la peculiarità delle proprie competenze nel settore dell’informazione comunitaria e, soprattutto, per la collaudata possibilità di diffusione multiregionale per ciascuna sua pubblicazione, può rappresentare un valido supporto per quelle organizzazioni italiane che, a diverso titolo, partecipano a progetti europei. Attività di “disseminazione”, dunque, attraverso “GAZZETTINO EUROPEO” che per questo specifico servizio ha elaborato una vantaggiosa piattaforma di offerte per garantire massima visibilità a costi assolutamente convenienti. Oltre al giornale, poi, una apposita sezione del proprio sito web può essere attivata, su richiesta, per accogliere le schede riassuntive e le note informative di ciascun progetto comunitario; garantendo, in questo caso - senza ulteriori costi aggiuntivi - sia il costante aggiornamento delle informazioni pubblicate, sia l’ampliamento degli spazi web necessari a dare completa ed esauriente rendicontazione dei risultati conseguiti. Per conoscere l’intera gamma delle offerte o ricevere maggiori informazioni sulla tipologia dei servizi, scrivere a: [email protected] 16 Gazzettino Europeo 18 Dicembre 2010 Pubblicità [email protected] GAZZETTINO EUROPEO.IT