fondo salva-stati: l`eurogruppo approva l`accordo

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fondo salva-stati: l`eurogruppo approva l`accordo
Sabato
18 Dicembre 2010
Direttore
Antonio Ciliento
Anno II - Numero 45
www.gazzettinoeuropeo.it
GAZZETTINO EUROPEO
PARLAMENTO EUROPEO
SETTIMANALE DI INFORMAZIONE E DOCUMENTAZIONE COMUNITARIA PER L’EUROPA MEDITERRANEA
GAZZETTINO
EUROPEO.IT
UNIONE EUROPEA - L'accesso all'assistenza finanziaria sarà sottoposto a una stretta condizionalità circa le misure di riforma strutturale dell'economia
FONDO SALVA-STATI: L’EUROGRUPPO
APPROVA L’ACCORDO DEFINITIVO
Modifica al Trattato di Lisbona per un meccanismo di intervento Gli Stati dell’eurozona potranno farvi ricorso «se indispensabile
permanente anti-crisi a favore degli stati dell'unione monetaria a salvaguardare la stabilità della zona euro nel suo insieme»
L’accordo prevede un incremento del 2,91% rispetto a quello del 2010
UNIONE EUROPEA
BCE: AUMENTO DI
CAPITALE DA 5
MILIARDI DI EURO
CRISI GRECIA
ATENE: SCIOPERI E
SCONTRI CONTRO LE
MISURE ANTIDEFICIT
L’EUROPARLAMENTO RIUNITO IN SEDUTA
PLENARIA A STRASBURGO HA APPROVATO
IL BILANCIO DELL’UE PER IL 2011
Il via libera è arrivato dopo che venerdì scorso a Bruxelles si era
riuscito a superare l’impasse tra Consiglio europeo e Parlamento
non tanto sulle cifre, sulle quali era già stata raggiunta un’intesa,
quanto sulle competenze decisionali in materia.
EVENTI
OLANDA
FRANCIA: LA TESTA
DI ENRICO IV
SARÀ RESTITUITA
ALLA SUA TOMBA
“DROGHE LEGGERE”
NEI COFFEE SHOP
SOLO PER RESIDENTI
Il cranio del re che nel 1598
emanò l'editto di Nantes è
stato ritrovato a Parigi.
A segnalarlo è il British
Medical Journal, che pubblica
uno studio in merito
La Corte di giustizia Ue ha
stabilito la legittimità
dell'ordinanza del sindaco
di Maastricht che vieta la
vendita di cannabis e dei
suoi derivati ai forestieri
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UNIONE EUROPEA - L'accesso all'assistenza finanziaria sarà sottoposto a una stretta condizionalità circa le misure di riforma strutturale dell'economia
FONDO SALVA-STATI: L’EUROGRUPPO
APPROVA L’ACCORDO DEFINITIVO
I capi di Stato e di governo riuniti a
Bruxelles nei giorni scorsi hanno
approvato all’unanimità la creazione
dal 2013, attraverso una limitata
modifica del Trattato Ue, di un Fondo
permanente anticrisi, per sostenere i
Paesi della zona euro in difficoltà.
Come chiesto da Berlino, l'attivazione del Fondo dovrà essere concepita
come «ultima ratio», approvata all'unanimità dagli Stati membri e vincolata a una stretta condizionalità. E al
meccanismo potranno partecipare
anche le banche e altri investitori privati, in base a una valutazione caso
per caso. «Nessuno in Europa sarà
lasciato solo o sarà lasciato cadere. E
l'Europa riuscirà a farcela insieme,
solo insieme», è il messaggio della
cancelliera tedesca, Angela Merkel.
Fin dal principio la Germania insisteva perché l'accesso al futuro Fondo
salva-stati dell'euro fosse legato non
solo a condizioni molto serie ma
andasse anche considerato come una
possibilità di ultima istanza. Nella
fase negoziale, la seconda richiesta
era stata respinta al mittente dalla
grande maggioranza dei paesi. Il cancelliere però ieri è ritornato alla carica: non ha ottenuto l'inserimento
della auspicata dizione "ultima ratio",
qualcosa di meno che però le assomiglia con "se indispensabile".
Risultato: la frase, che modificherà
l'art. 136 del Trattato di Lisbona e
andrà ratificata dai 27 parlamenti
nazionali entro il 2012 per consentire
la creazione dell'Esm, recita: «Gli
Stati membri la cui moneta è l'euro
possono creare un meccanismo di
stabilità da attivare, se indispensabile, per la salvaguardia dell'area euro
nel suo insieme. L'erogazione di qualsiasi assistenza sia richiesta al meccanismo sarà assoggettata a stretta
condizionalità».
In quanto l'Inghilterra non fa parte
dell'euro, il premier britannico invece
pretendeva la modifica anche dell'art.
122 per evitare che l'Esm possa attingere ai fondi del bilancio Ue come
accade con il meccanismo attuale da
750 miliardi che comprende i 440
dell'EFSF (European financial stability facility), i 250 del Fmi e i 60 di
risorse Ue gestiti dalla Commissione.
Non ci sarà nessuna modifica del 122
per non rischiare di rendere troppo
gravoso il meccanismo di ratifica che,
va ricordato, avviene all’unanimità,
però Cameron ha ottenuto quello che
voleva con una modifica del preambolo all’accordo, laddove sarà specificato che i Paesi che non hanno adottato l’euro parteciperanno "su base
volontaria e bilaterale" al fondo. Il
che nei fatti renderà l'Esm un Fondo
tutto intergovernativo, privato persino di una presenza comunitaria pressochè simbolica come l'attuale.
Circa la procedura di attuazione del
provvedimento, la modifica "limitata" del Trattato sul funzionamento
dell'Ue (ma solo della sua terza parte,
relativa alle politiche e azioni interne
dell'Unione) è resa possibile dalla
"procedura di revisione semplificata''
prevista dall'art.48, par.6 dell'altro
Trattato, quello che istituisce l'Ue. La
decisione del Consiglio europeo consentirà di sottoporre la modifica del
Trattato al parere consultivo della
Commissione europea, dell'Europarlamento e della Bce, (come prevede
sempre l'art.48). L'emedamento dell'art.136 verrà quindi approvato ufficialmente dal Consiglio europeo di
marzo 2011, ciò che darà il via alle
ratifiche da parte degli Stati
membri, da concludersi entro
il primo gennaio 2013.
Intanto, sempre in materia di
conti ufficiali dell’Ue sembra
che Gran Bretagna, Francia e
Germania presenteranno nei
prossimi giorni la richiesta per
limitare gli aumenti di bilancio
dell’Ue per il periodo 20142020 al tasso di inflazione.
“Domani Angela Merkel,
Nicolas Sarkozy ed io, insieme
ad altri leader europei, pubblicheremo un testo a proposito
di una stretta in termini reali
del bilancio Ue”, ha annunciato David Cameron in una conferenza
stampa a margine del Consiglio europeo di Bruxelles.
Londra vuole infatti “mantenere lo
slancio” dopo avere ottenuto la “vittoria” con il Parlamento europeo che
giovedì scorso ha approvato un
aumento di bilancio al 2,91% come
richiesto proprio da Cameron, anziché del 6% come inizialmente proposto dalla Commissione, ha spiegato il
premier conservatore, obbligato a
compiere questo passo per le forti
pressioni dei suoi compagni di partito
che vorrebbero fosse adottata una
linea ancora più dura con l’Ue. “In
tutta Europa - ha continuato il numero uno di Downing Street - i Paesi si
stanno stringendo la cintura per
diminuire i propri deficit, l’Europa
non può restarne immune”. Nella
bozza del testo, che dovrebbe essere
una lettera che sarà inviata sabato, si
sottolinea che il prossimo bilancio Ue
“arriverà mentre gli stati membri
compiono sforzi straordinari per
rimettere in ordine i conti pubblici”.
“La sfida per l’Ue nei prossimi anni
non sarà spendere di più, ma spendere meglio”, è scritto nel testo. Il bilancio di Bruxelles, si afferma, “dovrà
aumentare al massimo non più dell’inflazione” per il 2012 e il 2013,
mentre per il 2014-2020 i pagamenti
annuali “non dovranno eccedere il
livello del 2013 con un tasso di crescita inferiore a quello dell’inflazione”. Sostegno manifesto all'iniziativa
spinta da Cameron è giunto anche dal
presidente francese Nicolas Sarkozy
e dal cancelliere tedesco, Angela
Merkel. “Nel momento in cui tutti i
Paesi membri dell’Ue fanno sforzi
estremamente importanti per stabilizzare o ridurre il proprio bilancio, non
è proprio il momento che il bilancio
europeo aumenti più di quanto non
convenga”, ha affermato Sarkozy.
Anche la Merkel ha confermato che
l’iniziativa “sarà sostenuta dalla
Germania”. “Avete la Gran Bretagna,
la Francia e la Germania, i tre più
grandi Paesi dell’Unione europea,
che si mettono insieme per sottolineare la necessità di evitare che questo
bilancio vada completamente fuori
strada”, ha sottolineato il premier britannico. L’iniziativa della Gran
Bretagna ha suscitato anche l’interesse dell’Italia, che però ha espresso
alcune perplessità sul testo così come
è nella sua versione attuale e per questo non ha firmato il documento. I
dubbi restano su come e quali spese
saranno tagliate, e sul rischio di creare frizioni tra le istituzioni Ue, in particolare con la Commissione che ha
diritto d’iniziativa in materia. La proposta di Londra, Parigi e Berlino vede
poi la forte opposizione dei Paesi
dell’Est Europa, il cui timore è che si
arrivi a un congelamento degli aiuti
alle regioni svantaggiate. A criticare
le scelte dei tre Paesi in particolare è
stata la Polonia che lo scorso anno ha
ricevuto 6,5 miliardi di euro di sostegno dai fondi Ue.
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PARLAMENTO
EUROPEO
Dopo quasi due mesi di negoziati, è
arrivato in settimana il via libera
dell’Assemblea di Strasburgo al
Bilancio Ue 2011, che sancisce l’accordo sull’incremento del 2,91%
rispetto al Bilancio 2010.
Il voto è arrivato dopo il positivo
superamento dell’impasse tra
Consiglio Ue e Parlamento non
tanto sulle cifre, quanto sulle
competenze decisionali da riconoscere a ciascuna istituzione
dell’Unione, in conseguenza delll’entrata in vigore del nuovo
Trattato di Lisbona.
Con il voto in Plenaria è stato
così scongiurato il rischio che
l’Ue restasse senza bilancio per il
2011, dovendo ricorrere al sistema di esercizio provvisorio basato su “mini bilanci” mensili pari a
un dodicesimo del bilancio complessivo di quest’anno, che avrebbe
messo a rischio molti dei programmi
Ue.
“C’è voluto più del previsto ma alla
fine ce l’abbiamo fatta”, ha commentato soddisfatto il commissario Ue al
Bilancio Janusz Lewandowski, sottolineando che l’approvazione del
bilancio Ue 2011 da parte del
Parlamento, dopo quella da parte del
Consiglio Ue a Bruxelles, ha mostrato “responsabilità da parte delle istituzioni europee”, evitando così una
“crisi” che avrebbe paralizzato l’azione Ue il prossimo anno. In questo
modo, ha fatto presente il commissario, “possiamo affrontare i problemi
concreti davanti cui si trova l’Ue, che
sono più importanti che le questioni
L’EUROPARLAMENTO RIUNITO IN SEDUTA PLENARIA
A STRASBURGO HA APPROVATO IL BILANCIO UE 2011
interistituzionali”, tanto più che “ora
che abbiamo un bilancio, possiamo
anche concentrarci sulle questioni di
natura più politica”. Soddisfazione è
stata espressa anche dal presidente
dell’Europarlamento, Jerzy Buzek,
“L’Europarlamento ha ottenuto impegni importanti da parte del Consiglio
e della Commissione che aiuteranno a
stabilire bilanci più efficienti in futuro”, ha affermato il presidente. In particolare, l’Europarlamento ha ottenuto “l’impegno delle prossime quattro
presidenze di turno del Consiglio Ue
(Ungheria, Polonia, Danimarca e
Cipro) a coinvolgere il Parlamento
nei negoziati sul piano pluriennale di
finanziamento”, ha sottolineato
Buzek. Inoltre Strasburgo ha ricevuto
anche assicurazione da parte della
Commissione che questa farà una
“dichiarazione sui costi della nonEuropa e il valore aggiunto Ue” e che
presenterà una “proposta legislativa
BANCA CENTRALE
EUROPEA
sulle risorse proprie” per finanziare il
bilancio Ue, diminuendo così la
dipendenza dagli stati membri.
Analoghe dichiarazioni sono giunte
dal presidente della commissione
Bilancio dell’Aula di Strasburgo, Alain Lamassoure, che
ha
affermato:
“Abbiamo
mostrato uno spirito di responsabilità”, poiché “abbiamo
voluto garantire gli strumenti
per lo sviluppo delle politiche
future dell’Ue e, allo stesso
tempo, abbiamo ottenuto le
garanzie politiche da noi volute”, in particolare il coinvolgimento nella definizione del
prossimo quadro pluriennale di
bilancio dell’Unione e l’apertura della discussione sulle risorse
proprie per finanziarie le politiche europee.
Il bilancio 2011, cosi come approvato
dai deputati, include più finanziamenti per tutte le priorità presentate
dal Parlamento, compresi i programmi per la gioventù, l'innovazione, il
processo di pace in Medio Oriente e
la Palestina.
Ecco alcuni esempi (le cifre si riferiscono agli impegni in pagamento):
· Competitività per la crescita e l'occupazione: i deputati ottengono più
risorse per il programma per l'apprendimento permanente (+ €18 milioni),
il programma quadro per la competitività e l'innovazione (+ €10 milioni)
e il programma Energia intelligente Europa (+ €10 milioni).
· Coesione per la crescita e l'occupazione: i deputati hanno aggiunto una
nuova sezione, per €2,5 milioni, per
l'assistenza per la regione del Mar
Baltico.
· Conservazione e gestione delle
risorse naturali: + €6,7 milioni per il
programma ambientale Life+ e un
aumento di €2 milioni in sostegno
della gestione delle risorse ittiche.
· Libertà, sicurezza e giustizia:
+€2,35 milioni per il programma
Daphne per la lotta alla la violenza
contro le donne e i bambini e un
aumento di €1 milione per la prevenzione del terrorismo.
· Cittadinanza: +€4 milioni per sostenere i Giochi olimpici speciali di
Atene e +€3 milioni per il programma
Gioventù in azione.
· L'UE come attore globale: aumento
di €100 milioni in aiuti per la
Palestina, il processo di pace e
l'UNRWA.
Rispetto alle cifre totali, i deputati
hanno approvato i livelli proposti
dalla Commissione nel progetto di
bilancio del 26 novembre: € 141.8
miliardi in stanziamenti d'impegno e
€126.5 miliardi in pagamenti. Il
Parlamento ha da sempre dato maggior importanza ai livelli di stanziamenti d'impegno, poiché determinano le spese.
Inoltre, vi è un accordo fra il
Consiglio, la Commissione e il
Parlamento che prevede, nel caso
siano necessari fondi aggiuntivi per
rispettare gli obblighi giuridici
dell'UE, un bilancio emendato durante il 2001, azione resa necessaria in
quanto l'Unione non può, per trattato,
andare in deficit.
BCE: AUMENTO DI CAPITALE DA 5 MLD DI
EURO, QUOTA BANKITALIA 625 MILIONI
Il consiglio direttivo della Banca centrale europea
ha deciso di aumentare il capitale dell'istituto di 5
miliardi di euro, portandolo a 10,76 miliardi dai
5,76 attuali, per contrastare la crisi economica. La
misura avrà effetto a partire dal
29 dicembre, come comunica
l'Eurotower in una nota, motivando il provvedimento preso
con "l'aumentata volatilità del
rischio di credito" così come
dei tassi, dei cambi e dei prezzi
dell'oro.
La decisione, la prima del suo
genere da quando l'istituto
monetario è nato nel 1998, è il
frutto di valutazioni sull'adeguatezza del capitale, condotte
nel 2009: l'entità dell'aumento è
stata "giudicata appropriata alla
luce dell'accresciuta volatilità
nei tassi di cambio, dei tassi di interesse e dei prezzi dell'oro" oltre che dei rischi di capitale. "Dal
momento che il limite massimo degli accontanamenti e delle riserve della BCe - si legge in una
nota - è pari al capitale versato, questa decisione
consente al Consiglio Direttivo di aumentare gli
accantonamenti per un ammontare equivalente a
quello dell'aumento di capitale".
"In una prospettiva di lungo termine - precisa
Francoforte - l'aumento di capitale, il primo in
dodici anni, è anche motivato dalla necessità di fornire un'adeguata base di capitale in un sistema
finanziario cresciuto notevolmente". Per "agevolare" il trasferimento di capitali alla
Bce, il Consiglio ha deciso che le
banche centrali dell'Eurozona
forniscano il loro contributo
aggiuntivo - pari a 3,489 miliardi
di euro - in tre tranche annuali, di
cui la prima - pari a 1,163 miliardi - il prossimo 29 dicembre. Le
altre due saranno erogate alla fine
del 2011 e del 2012.
Il contributo delle 16 banche centrali dei paesi dell'Eurozona sarà
pari a 7,51 miliardi, gli altri 3,25
miliardi arriveranno dalle altre 11
banche centrali dell'Unione europea che però non aderiscono
all'Eurozona. La Banca di Italia fa sapere in una
nota che contribuirà con 624,8 milioni di euro
all'aumento di capitale della Bce. La quota di capitale detenuta da via Nazionale è pari al 12,496%.
Prima della decisione di oggi il capitale sottoscritto e versato da Bankitalia risultava pari a
719.885.688 di euro. Post-aumento, 29 dicembre
2010, il capitale sottoscritto salirà a 1.344.715.688
euro.
Parallelamente la Bce ha comunque ha annunciato
una stretta sugli «abs» (Asset backed securities) i
titoli garantiti da prestiti e altre attività finanziarie
che la Banca centrale europea accettava come
garanzia per la liquidità che fornisce alle banche.
La Bce - informa una nota - ha deciso infatti di
«stabilire requisiti informativi "prestito su prestito"» per quanto riguarda le attività impacchettate
all'interno degli «Abs». Le nuove regole entreranno in vigore nei prossimi 18 mesi, a partire dai titoli garantiti da mutui e poi gradualmente per gli altri
«Abs».
Gli "asset backed securities" fanno parte della
famiglia dei titoli tossici, quelli che hanno dato il
via alla crisi dei mutui subprime. Per arginare la
crisi di liquidità innescata dal crack della banca
americana Lehman Brothers, la Bce iniziarò a
immettere liquidità nel sistema accettando come
"collaterale" (cioè garanzia) quegli stessi titoli tossici che nessuno voleva sul mercato. Con la stretta
decisa ieri l'Eurotower pone una sorta di argine.
Infine, smpre ieri, il consiglio generale della Bce,
che raggruppa i banchieri centrali dell'Unione, ha
eletto il 62enne governatore inglese Mervyn King
alla vice presidenza del Comitato europeo per il
rischio sistemico. Questo organismo, che terrà il 20
gennaio la sua riunione inaugurale, avrà il compito
di suonare il campanello d'allarme tutte le volte in
cui è a rischio la stabilità finanziaria in Europa.
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Il nuovo regolamento permetterà di semplificare le procedure in vigore e consentirà l’applicazione di tutta la legislazione esistente
COMITATOLOGIA: NUOVE REGOLE PER LE COMPETENZE DI ESECUZIONE DELLE ISTITUZIONI UE
A conclusione di 9 mesi di negoziati, il Parlamento
europeo ha confermato in Plenaria di aver raggiunto un accordo con il Consiglio sul nuovo regolamento relativo alle competenze di esecuzione della
Commissione. Il nuovo regolamento, proposto dalla
Commissione poco dopo l'entrata in vigore del
Trattato di Lisbona, introduce una riforma di vasta
portata del cosiddetto "sistema comitatologia". Esso
entrerà in vigore il 1° marzo
e sostituirà automaticamente
il sistema esistente.
Il trattato di Lisbona prevede
due tipi di competenze per la
Commissione: competenze
delegate per l'adozione di
misure quasi legislative e
competenze di esecuzione. In
precedenza tutti questi atti
venivano sottoposti alle procedure dette di comitatologia. Sebbene la disposizione sugli atti delegati contenuta nel trattato (articolo 290) sia direttamente
applicabile, non comporti procedure di comitatologia e sia in vigore dal 1° dicembre 2009, la disposizione del trattato sulle competenze di esecuzione
(articolo 291) prevede che sia adottato un regolamento che stabilisce le modalità del controllo da
parte degli Stati membri dell'esercizio delle competenze di esecuzione attribuite alla Commissione.
Come in passato, il meccanismo di controllo previsto dal regolamento si basa sulla "comitatologia"
(comitati composti da rappresentanti degli Stati
membri cui la Commissione sottopone progetti di
misure di esecuzione) ma, contrariamente al sistema attuale, il Consiglio non può intervenire a titolo
di istanza d'appello. In alcuni casi specifici può sorgere la necessità di adire un "comitato di ricorso", il
quale tuttavia è semplicemente un comitato "normale" presieduto dalla Commissione, sebbene di un
livello di rappresentanza più elevato. Ciò consente
di riesaminare i progetti di misure oppure di introdurre modifiche, se necessario.
Inoltre, il regolamento stabilisce che le misure di
esecuzione in settori come le misure di difesa commerciale saranno comprese nel regime ordinario.
Sinora queste misure formavano oggetto di procedure speciali nell'ambito delle quali il Consiglio
spesso aveva l'ultima parola.
Integrando queste misure nelle regole
normali, il nuovo regolamento accresce la trasparenza e l'efficacia dell'attuazione delle politiche in questi settori di grande rilevanza.
Il nuovo regolamento semplifica le
procedure esistenti e comincerà ad
applicare tutta la legislazione esistente non appena entrerà in vigore. Le
nuove regole riflettono pienamente il
ruolo della Commissione in virtù dei
trattati: soltanto un voto del comitato
a maggioranza qualificata contro un
progetto di atto esecutivo può impedire alla
Commissione di adottarlo; naturalmente, tuttavia,
la Commissione intende continuare a operare nell'ambito di un pieno partenariato con gli Stati membri.
Le nuove procedure danno inoltre maggiore flessibilità alla Commissione e conferiscono una maggiore responsabilità politica. In mancanza di una
maggioranza qualificata contro o a favore di un progetto di atto esecutivo della Commissione, quest'ultima potrà scegliere se adottare l'atto oppure riesaminarlo.
L'unico caso in cui la Commissione deve ottenere il
parere positivo del comitato per adottare il progetto
di atto esecutivo riguarda le misure di salvaguardia
commerciali multilaterali definitive.
Tutte le procedure di comitatologia saranno svolte
in condizioni di completa trasparenza: tutti i documenti presentati ai comitati vengono contemporaneamente trasmessi al Parlamento europeo e al
Ridurre il rischio di accordi dannosi per l’industria e per i consumatori
UE: NORME RIVISTE IN MATERIA DI CONCORRENZA
SUGLI ACCORDI DI COOPERAZIONE ORIZZONTALE
La Commissione europea ha rivisto le proprie
norme per la valutazione degli accordi di cooperazione fra concorrenti, i cosiddetti accordi di cooperazione orizzontale. Poiché è spesso essenziale che
le imprese collaborino per
realizzare sinergie, in varie
industrie esiste un’ampia serie
di accordi di cooperazione
orizzontale. I testi rivisti
aggiornano e chiariscono ulteriormente l’applicazione delle
norme in materia di concorrenza in questo ambito di
modo che le imprese possano
valutare meglio se i propri
accordi di cooperazione sono in linea con tali
norme. Le modifiche riguardano principalmente la
standardizzazione, lo scambio di informazioni e la
ricerca e sviluppo (R&S).
La Commissione ha dunque adottato un pacchetto
aggiornato di norme, composto di linee direttrici e
di due regolamenti, che illustrano il modo in cui i
concorrenti possono cooperare senza violare le
norme UE in materia di concorrenza.
Le due caratteristiche principali della riforma sono
un nuovo capitolo sullo scambio di informazioni
nelle linee direttrici e una revisione sostanziale del
capitolo relativo agli accordi di standardizzazione.
Le linee direttrici promuovono un sistema di fissa-
zione degli standard aperto e trasparente, che
aumenta pertanto la trasparenza dei costi di concessione delle licenze per i diritti di proprietà intellettuale utilizzati negli standard. Nel capitolo rivisto
sulla standardizzazione sono stabiliti i
criteri in base ai quali la Commissione
non metterà in discussione un accordo
di definizione degli standard (“zona di
sicurezza”). Il capitolo dà inoltre indicazioni dettagliate in merito agli accordi di standardizzazione che non soddisfano i criteri per rientrare nella “zona
di sicurezza” onde consentire alle
imprese di valutare se rispettano le
norme UE in materia di concorrenza.
È possibile che le organizzazioni di normazione
vogliano che i propri membri divulghino in modo
unilaterale, prima della fissazione di uno standard,
gli importi massimi che applicherebbero per i loro
diritti di proprietà intellettuale qualora questi
venissero inclusi in uno standard. Un sistema di
questo tipo consentirebbe ad un’organizzazione di
normazione e all’industria di compiere scelte informate in materia di qualità e di prezzo al momento
di decidere quale tecnologia includere in uno standard. Le norme riviste precisano che un sistema di
questo tipo non violerebbe di norma il diritto UE in
materia di concorrenza.
Lo scambio di informazioni può essere favorevole
Consiglio. Queste due istituzioni, su un livello di
completa parità, disporranno altresì di un "diritto di
controllo". Esse possono in qualsiasi momento
segnalare che a loro giudizio il progetto di atto esecutivo oltrepassa le competenze conferite alla
Commissione dalla pertinente base giuridica. In tal
caso, la Commissione provvede a riesaminare il
progetto di misura in questione e spiega al
Parlamento europeo e al Consiglio come intende
procedere.
Contro Italia e Spagna
BREVETTO UE: LA COMMISSIONE
AUTORIZZA LA PROCEDURA DI
“COOPERAZIONE RAFFORZATA”
La Commissione europea ha presentato la proposta di autorizzazione a ricorrere alla procedura di "cooperazione rafforzata" al fine di creare
un sistema comune di protezione dei brevetti in
Europa. Questo sistema unitario consentirebbe
agli Stati membri che ne hanno espresso il desiderio di giungere a un accordo sull'istituzione di
un brevetto, valido in tutti i paesi partecipanti,
ottenibile presentando un'unica domanda.
Attualmente ottenere un brevetto in Europa
costa dieci volte di più che negli USA, per i costi
di convalida e di traduzione da sostenere a livello nazionale. Le proposte della Commissione per
un unico brevetto UE sono state discusse per
oltre un decennio. Tuttavia in sede di Consiglio
si è verificata una situazione di stallo per quanto
concerne il regime linguistico (contrari Italia e
Spagna al trilinguismo proposto: inglese, francese e tedesco). Poiché il Consiglio dei Ministri
dell'UE non ha potuto raggiungere un accordo
unanime su detto regime, la Commissione ha
presentato ora una proposta che, in conformità ai
trattati UE, prevede la possibilità di autorizzare
il ricorso alla "cooperazione rafforzata" che, di
fatto, esclude la possiblità di veto cui erano
intenzionate a ricorrere Italia e Spagna.
La proposta odierna fa seguito a una richiesta
avanzata da 12 Stati membri (Danimarca,
Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Lituania,
Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Slovenia,
Svezia e Regno Unito).
Si tratterebbe della seconda volta nella storia
dell'UE che viene utilizzata la cosiddetta "cooperazione rafforzata" grazie alla quale alcuni
Stati membri possono portare avanti senza indugi un'iniziativa, lasciando agli altri la possibilità
di aderirvi in un secondo tempo.
La proposta di decisione intesa ad autorizzare
una cooperazione rafforzata per un sistema
comune di tutela dei brevetti deve essere approvata a maggioranza qualificata dal Consiglio dei
ministri dell'UE, previo accordo del Parlamento
europeo.
alla concorrenza, ad esempio quando consente alle
imprese di raccogliere dati di mercato che permettano loro di divenire più efficienti e di offrire un
servizio migliore ai propri clienti. Vi sono tuttavia
anche situazioni nelle quali lo scambio di informazioni di mercato può essere dannoso per la concorrenza, ad esempio qualora le imprese utilizzino
informazioni “sensibili” per allineare i propri prezzi. Le linee direttrici danno indicazioni chiare e
complete sul modo di valutare la compatibilità
dello scambio di informazioni rispetto al diritto UE
in materia di concorrenza.
Le linee direttrici orizzontali entreranno in vigore
con la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale
dell’UE, che dovrebbe avvenire nei prossimi giorni. I due regolamenti entreranno in vigore il 1° gennaio 2011, con un periodo transitorio di due anni.
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COMMISSIONE EUROPEA - Un contributo alla discussione sulla salute delle api intavolata con tutte le parti interessate per preparare una migliore tutela del settore
UN PIANO D'AZIONE PER AGEVOLARE L'ACCESSO ALLA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE ON-LINE (E-GOVERNMENT) IN TUTTA L'UE
La Commissione europea ha elaborato un programma ambizioso per collaborare con le autorità
pubbliche degli Stati membri al fine di ampliare e
perfezionare i servizi che queste
offrono via internet. Il nuovo piano
d'azione per l'e-government prevede
quaranta punti specifici da realizzare
nell'arco dei prossimi cinque anni per
consentire a cittadini e imprese di
utilizzare servizi online per registrare
una società, iscriversi ed accedere
alla previdenza sociale e all'assistenza sanitaria, iscriversi all'università o
partecipare a gare d'appalto per la
fornitura di beni e servizi alle pubbliche amministrazioni. Promuovere l'e-government può aiutare a
migliorare la competitività dell'Europa e consentire alle autorità pubbliche di offrire servizi migliori
e vantaggiosi in tempi di ristrettezze finanziarie.
Alla luce di queste considerazioni, il programma
adottato si propone di:
- incrementare fino al 50% l'uso dei servizi egovernment da parte dei cittadini e fino all'80% da
parte delle imprese dell'UE entro il 2015;
- garantire che diversi servizi pubblici fondamentali vengano resi disponibili on-line, in modo che gli
imprenditori possano avviare e dirigere un'azienda
ovunque si trovino nell'UE, indipendentemente dal
luogo d'origine, e in modo che i cittadini possano
studiare, lavorare, vivere e andare in pensione più
facilmente in qualunque paese dell'UE si trovino.
In pratica, il piano d'azione europeo per l'e-government mira a promuovere la transizione verso una
nuova generazione di servizi aperti, flessibili e
ininterrotti a livello locale, regionale, nazionale ed
europeo. Nella fattispecie, il piano è volto a rendere i servizi efficienti negli altri Stati membri quanto lo sono nel paese d'origine, nonché ad aprire la
strada per consentire agli utilizzatori di "configura- trattamento più rapido delle candidature);
re" attivamente i servizi pubblici on-line che - riduzione degli oneri amministrativi;
meglio rispondono alle loro esigenze.
- pubbliche amministrazioni più "ecologiche" (ad
Ovvio che le pubbliche amministra- es. archiviazione elettronica e utilizzo di sistemi di
zioni nazionali giocheranno un videoconferenza in alternativa agli spostamenti).
ruolo centrale nell'attuazione di Attuazione dei prerequisiti per lo sviluppo di
questo piano d'azione, mentre la soluzioni di e-government:
responsabilità principale della - specifiche aperte e interoperabilità (ad es. attuaCommissione sarà quella di miglio- zione del quadro europeo di interoperabilità);
rare le condizioni per lo sviluppo di - messa a disposizione di strumenti chiave (ad es.
servizi di e-government transfronta- revisione della direttiva sulla firma elettronica e
lieri. A tal proposito, occorre stabili- proposta sul reciproco riconoscimento pan-eurore dei prerequisiti, ad esempio per peo di identificazione e autenticazione elettroniquanto riguarda interoperabilità, che).
firma elettronica (e-Signature) e identificazione elettronica (e-Identification).
Le misure del piano d'azione rientrano in
quattro categorie.
Responsabilizzazione degli utilizzatori:
- servizi progettati per rispondere alle esigenze degli utilizzatori;
Gli europei che vivono fuori dal loro paese natio si tro- produzione collaborativa di servizi, ad vano spesso ad affrontare ostacoli di natura burocratica
esempio le tecnologie Web 2.0;
come il dover attendere l'apposizione di un timbro uffi- riutilizzo di informazioni del settore pub- ciale su una decisione giudiziaria o un atto di proprietà,
blico (compresa la revisione della direttiva pagare per la traduzione di un atto di nascita, di matrimosulle informazioni del settore pubblico);
nio e di morte o lottare con le autorità pubbliche per otte- migliore trasparenza;
nere il riconoscimento di un cognome. Dal momento che
- coinvolgimento di cittadini e imprese nel sempre più europei si spostano – circa 12 milioni di citprocesso di elaborazione delle politiche.
tadini dell'UE vivono in uno Stato membro diverso da
Mercato interno:
quello di provenienza –, il riconoscimento ufficiale dei
- servizi ininterrotti per le imprese;
documenti pubblici dà adito a numerose lagnanze.
- mobilità personale;
In alcuni Stati membri i cittadini devono pagare una tassa
- attuazione in tutta l'UE di servizi transfron- per far riconoscere l'autenticità dei propri certificati, bentalieri.
ché essi siano già stati ufficialmente rilasciati dal proprio
Efficienza ed efficacia delle pubbliche Stato membro. Un altro problema consiste nel fatto che
amministrazioni:
alcuni Stati membri possono richiedere dei documenti
- perfezionamento dei processi organizzativi amministrativi che non sempre esistono nel paese da cui
(ad es. approvvigionamento elettronico e provengono i cittadini. Si tratta di ostacoli che intralciano il diritto alla libera circolazione, sancito dai trattati
dell'UE, nella vita quotidiana.
Una armonizzazione per realizzare servizi più efficienti
La Commissione europea, che è impegnata nel rimuovere tali ostacoli, ha pubblicato nei giorni scorsi un documento strategico con alcune proposte per agevolare la
La Commissione europea ha adottato nei giorni Stati membri e della Commissione, l'intero- libera circolazione dei documenti che sono importanti
scorsi un'iniziativa per incoraggiare le amministra- perabilità a livello UE è destinata a restare per i cittadini. Il grande pubblico può ora dare un parezioni pubbliche di tutti i paesi dell'Unione europea una chimera. Per questo motivo negli ultimi re indicando i modi in cui la situazione potrebbe essere
a valorizzare al massimo le potenzialità socio-eco- anni la Commissione ha lavorato a una stra- migliorata al fine di garantire che tali documenti siano
nomiche delle tecnologie dell'informazione e della tegia e a un quadro comuni in cooperazione riconosciuti, a prescindere dalla località dell'UE in cui si
comunicazione. La comunicazione, dal titolo con gli Stati membri. Ed è in tale contesto sono trasferiti i cittadini.
"Verso l'interoperabilità dei servizi pubblici euro- che sono stati sviluppati due documenti fon- La consultazione resta aperta fino al 30 aprile.
pei", ha l'obiettivo di definire
damentali per promuove- La Commissione terrà conto di tali interventi quando
un approccio comune che le
re l'interoperabilità delle preparerà, nel 2013, la sua proposta legislativa.
amministrazioni
pubbliche
pubbliche amministra- Nel documento strategico adottato la Commissione chiedegli Stati membri dovrebbero
zioni: la strategia europea de come fare per migliorare la libera circolazione dei
adottare per aiutare i cittadini e
per
l'interoperabilità documenti pubblici. Inoltre, la Commissione formula
le imprese a trarre i massimi
(SEI) e il quadro europeo delle proposte per migliorare il riconoscimento tranbenefici dal mercato unico
di interoperabilità (QEI). sfrontaliero degli atti di stato civile. Una delle possibilità
dell'UE.
Beneficiari diretti di tale è quella di elaborare dei moduli europei per gli atti di
Proprio i cittadini, infatti, sono
iniziativa sono le ammi- stato civile più comuni in modo che i cittadini non debspesso costretti a contattare o
nistrazioni
pubbliche bano più pagare per il loro riconoscimento e traduzione.
persino a recarsi presso ammidegli Stati membri che Un'altra è il riconoscimento automatico degli atti di stato
nistrazioni pubbliche di altri paesi per consegnare o guadagneranno in efficienza al momento di civile. Tale riconoscimento non richiederebbe l'armonizritirare i documenti o le informazioni di cui hanno istituire servizi pubblici europei e saranno zazione delle norme attuali e lascerebbe immutati gli
bisogno per lavorare, studiare o viaggiare all'inter- più consapevoli del rischio di creare nuove ordinamenti giuridici degli Stati membri.
no dell'UE. Lo stesso dicasi per le imprese che barriere elettroniche qualora optino per solumediante un'adeguata struttura di governance e traintendono stabilirsi in più di uno Stato membro.
zioni non interoperabili a livello dell'Unione.
Per superare tali ostacoli (le cosiddette "barriere I due documenti citati riconoscono il carattere mul- mite politiche e iniziative comuni per creare un
elettroniche") le amministrazioni pubbliche tiforme dell'interoperabilità: giuridico, organizzati- ambiente in cui le amministrazioni pubbliche posdovrebbero essere in grado di scambiarsi le neces- vo, semantico e tecnico. Gli aspetti citati sono tutti sano scambiarsi informazioni in tutta sicurezza.
sarie informazioni e di cooperare per garantire ser- egualmente importanti ma, grazie alla disponibilità Il quadro europeo di interoperabilità consentirà alle
vizi pubblici transfrontalieri. Prerequisito perché di internet e al lavoro degli organismi di normaliz- amministrazioni pubbliche dell'Unione europea di
ciò avvenga è l'interoperabilità delle amministra- zazione, progressi significativi sono già stati realiz- applicare un approccio comune, adottando principi
zioni pubbliche.
zati nell'ambito dell'interoperabilità tecnica per orientativi che consentano una genuina collaboraMolte amministrazioni pubbliche degli Stati mem- garantire l'apertura, favorire la riusabilità e pro- zione tra amministrazioni pubbliche e modernizzando e razionalizzando al contempo i loro sistemi
bri hanno già adottato misure per migliorare l'inte- muovere la concorrenza.
roperabilità a livello nazionale, regionale e locale La strategia europea per l'interoperabilità contri- per fornire servizi pubblici di elevata qualità e a
ma, in assenza di un intervento congiunto degli buirà a canalizzare gli interventi dell'Unione costi ridotti.
VERSO L'INTEROPERABILITÀ DEI SERVIZI PUBBLICI EUROPEI
SUI DOCUMENTI PUBBLICI
MENO BUROCRAZIA PER I
CITTADINI UE ALL’ESTERO
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18 Dicembre 2010
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UNIONE EUROPEA - Iniziativa per abolire l’exequatur, forte deterrente alle transazioni commerciali in Europa
Politica delle TIC
UNA PROPOSTA PER RIDURRE LA BUROCRAZIA NELLE CONTROVERSIE
TRANSFRONTALIERE A BENEFICIO DI IMPRESE E CONSUMATORI DELL’UE
PROGETTO DOMOTICA:
I PROGRESSI COMPIUTI
NELL’ASSISTENZA ALLE
PERSONE ANZIANE
Una società con sede in Francia stipula un contratto con una
società situata in Polonia per la costruzione di una fabbrica
vicino a Parigi, e insieme decidono di attribuire la competenza per eventuali controversie al giudice di Varsavia. La
società polacca cita in giudizio quella francese per ritardo
nei pagamenti e il giudice di Varsavia
condanna la società francese al pagamento degli arretrati. La società polacca
vuole far valere la decisione giudiziaria
nei confronti dei beni della società francese, situati in Francia, e per questo,
secondo le leggi attuali, deve avviare un
lungo procedimento dinanzi al giudice
francese, il cosiddetto “exequatur”, che
rischia di costarle fino a 3.000 euro.
Applicato in Europa più di 10.000 volte
all’anno, l’exequatur è ormai superato,
considerati lo sviluppo del mercato unico europeo e il livello di fiducia reciproca tra gli ordinamenti giudiziari degli
Stati membri in materia civile e commerciale. Ora la
Commissione europea propone quindi di abolirlo per consentire risparmi fino a 48 milioni di euro all’anno e agevolare gli scambi transfrontalieri, soprattutto per le piccole e
medie imprese (PMI). Tale strumento contiene un insieme di
norme dell’UE per individuare il giudice competente nelle
controversie transfrontaliere e per riconoscere ed eseguire le
decisioni giudiziarie in uno Stato membro diverso da quello
in cui sono state pronunciate. La riforma mira a potenziare il
mercato unico e a ridurre la burocrazia.
"Con questa proposta, la Commissione mira ad eliminare la
complicata e costosa procedura per il riconoscimento e l’esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale tra
gli Stati membri. È una buona notizia per i cittadini e le
PME dell’Unione europea. La nostra proposta permetterà di
risolvere le controversie transfrontaliere in modo più rapido
ed economico, permettendo un risparmio tra i 2.000 e
12.000 euro per controversia", ha dichiarato José Manuel
Barroso, Presidente della Commissione europea.
Sebbene il mercato unico dell’UE offra alle imprese l’accesso a un mercato di 500 milioni di consumatori, solo un quarto dei 20 milioni di PMI si lancia nel commercio transfrontaliero. Da un recente sondaggio emerge che quasi il 40%
delle imprese sarebbe più propenso a operare al di fuori del
proprio mercato nazionale se le procedure di composizione
delle controversie all’estero fossero semplificate. Eliminare
gli ostacoli burocratici che generano costi supplementari e
pregiudicano la certezza del diritto per le imprese è pertanto
un elemento fondamentale. Per questo la Commissione ha
approvato nei giorni scorsi la riforma del regolamento
“Bruxelles I” del 2001, con una nuova proposta la quale svi-
luppa quattro modifiche principali.
- Abolire l’exequatur, procedimento oneroso: ai sensi
della normativa attuale, una decisione resa in uno Stato
membro non è automaticamente efficace in un altro Stato
membro; deve essere prima convalidata e dichiarata esecutiva dal giudice dello Stato membro dell’esecuzione in una speciale fase intermedia – la cosiddetta procedura di exequatur. Nei casi complessi l’intero procedimento costare fino a 12 700
euro tra onorari di avvocati, spese di traduzione
e spese giudiziarie. In alcuni paesi poi il riconoscimento e l’esecuzione di una decisione
potrebbero durare mesi. In quasi il 95% dei casi
l’exequatur è una mera formalità. La
Commissione propone pertanto di abolirlo. In
futuro le decisioni in materia civile e commerciale pronunciate da un giudice di uno Stato
membro saranno quindi immediatamente esecutive in tutta
l’UE. Rimarrà la possibilità per il giudice di interrompere
l’esecuzione della decisione, ma solo in circostanze eccezionali (ad esempio se il giudice estero ha emesso la decisione
in violazione del diritto a un processo equo).
- Rafforzare la tutela dei consumatori nelle controversie
con controparti di paesi terzi: attualmente le norme nazionali sulla competenza in caso di convenuti di paesi terzi
variano molto da uno Stato membro all’altro. Mentre in
alcuni Stati membri un cittadino o un’impresa può citare
dinanzi ai giudici nazionali una controparte di un paese
terzo, in altri Stati membri ciò non è possibile. La riforma
proposta oggi cambierà la situazione: in futuro nei rapporti
tra consumatori domiciliati nell’UE e imprese stabilite in
paesi terzi sarà competente il giudice del luogo in cui il consumatore ha il domicilio, a prescindere dallo Stato membro.
- Dare certezza giuridica agli accordi di scelta del foro
conclusi tra imprese: nei loro rapporti commerciali spesso
le imprese stabiliscono di attribuire la competenza a un
determinato giudice. Si vengono però a creare situazioni in
cui una parte contesta la validità dell’accordo di scelta del
foro dinanzi a un giudice di un altro Stato membro, e ciò al
solo fine di ritardare la risoluzione della controversia (tattica processuale nota anche come “Italian torpedo”). La
Commissione propone misure per porre fine a queste tattiche
scorrette, garantendo che il giudice designato nell’accordo
sia sempre il primo a pronunciarsi sulla sua validità.
- Rafforzare la competitività del settore dell’arbitrato in
Europa: le proposte di riforma della Commissione chiariranno inoltre la situazione dell’arbitrato, attualmente al di
fuori del campo di applicazione del regolamento Bruxelles I.
Più del 60% delle grandi imprese europee preferisce l’arbitrato ai procedimenti giudiziari.
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La Commissione ha presentato nei
giorni scorsi una relazione sui progressi compiuti dal programma
congiunto "Domotica per categorie deboli" (Ambient Assisted
Living joint programme – AAL
JP) che mette in evidenza la fortissima partecipazione delle piccole
e medie imprese (PMI) ai vari progetti e il considerevole sostegno
finanziario da parte dei paesi partecipanti.
Questo programma di finanziamento di progetti di ricerca e sviluppo, dotato di una copertura
finanziaria di 600 milioni di euro,
coinvolge 23 paesi e l’Unione
europea nel comune impegno di
migliorare la qualità della vita dei
cittadini più anziani attraverso
soluzioni intelligenti basate sulle
tecnologie dell’informazione e
della comunicazione.
Dalla relazione risulta che il programma congiunto è riuscito con
successo a riunire i paesi partecipanti attorno a una pressante sfida
sociale e a ridurre il divario tra
ricerca avanzata e lo sviluppo di
soluzioni di mercato su larga scala
al servizio di una vita attiva e indipendente. Il successo del programma congiunto AAL è inoltre
amplificato dal sostanziale livello
di investimento finanziario assicurato dai paesi partecipanti, che nel
2009 è stato più del doppio di
quello originariamente previsto.
Un altro indicatore decisivo del
successo del programma è la fortissima partecipazione delle PMI
nei vari consorzi (più del 40%).
Il programma mette a punto nuove
soluzioni pronte ad essere impiegate sul mercato nel giro di duetre anni. Dal 2008 sono stati
avviati più di 50 progetti di ricerca e innovazione nei settori della
gestione delle malattie croniche e
dell’interazione sociale degli
anziani. Tra gli esempi figurano
robot che compiono lavori domestici e che al tempo stesso aiutano
la persona a rimanere collegata al
suo entourage e la “casa intelligente”, un ambiente che interagisce con i movimenti e i comportamenti di quanti ci abitano per semplificar loro la vita.
L'iniziativa sostiene soluzioni per
invecchiare bene rese possibili
dalle TIC che possono essere lanciate entro breve tempo sul mercato per essere poi commercializzate. In questo modo è possibile
favorire nuove opportunità commerciali e realizzare risparmi
enormi sui costi dell’assistenza
sociale e sanitaria. Per esempio, le
soluzioni di teleassistenza possono tagliare i costi dei servizi di
assistenza anche del 30%.
Il settore pubblico e quello privato
stanno investendo in Europa più di
un miliardo di euro nella ricerca.
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Europa
Cronache
GRECIA: MIGLIAIA DI MANIFESTANTI IN PIAZZA, SCONTRI
NELLE STRADE. SCIOPERO PER LE MISURE ANTIDEFICIT
A 10 ANNI DALLA
CHIUSURA, CHERNOBYL
DIVENTA META TURISTICA
La giornata di sciopero generale indetta dai sindacati in
Grecia contro il pacchetto di misure di austerità approvato in
Parlamento è degenerata in violenti scontri tra manifestanti
e forze dell'ordine nel centro di Atene. Oltre 20mila persone
hanno partecipato alla dimostrazione, mentre è stato proclamato uno sciopero generale
di 24 ore.
Un ufficio postale e diverse
auto sono stati dati alle fiamme
e l’ex ministro conservatore
dei
Trasporti,
Kostis
Hatzidakis, è stato inseguito e
picchiato dalla folla al grido di
«ladri, vergogna!».
Hatzidakis, aggredito mentre
usciva dal parlamento, è stato
fotografato con il volto insanguinato.
La dimostrazione è degenerata
in atti di vandalismo con giovani incappucciati dal volto
coperto che hanno incendiato
automobili, infranto le vetrine
dei negozi e devastato l’ingresso di alberghi di lusso a
piazza Syntagma. Sulla stessa
piazza è stato incendiato un
ufficio postale accanto al ministero delle Finanze. Sassi, bottiglie e bombe molotov sono stati lanciati contro i poliziotti,
che hanno risposto con lacrimogeni.
Il nuovo sciopero generale, il settimo quest'anno, è stato proclamato all'indomani del via libera del Parlamento al taglio
del 5% dei salari nel pubblico impiego proposto dal
Governo. Così aerei, traghetti e treni sono rimasti fermi per
24 ore in tutta la Grecia, come pure sono rimaste chiuse
scuole, banche, farmacie e gli ospedali lavorano a scartamento ridotto. Braccia conserte anche per giudici, giornalisti
e ingegneri. Ad Atene lo sciopero dei trasporti ha creato
ingorghi pazzeschi e anche una parte dei tassisti ha aderito
allo sciopero.
Così, mentre il governo Papandreou nella notte tra martedì e
La centrale di Chernobyl, “tragicamente” famosa per il più grande
disastro mai visto nella storia del
nucleare civile, sta per diventare
meta turistica. Viktor Baloga,
ministro delle Emergenze ucraine,
si propone infatti di trasformarla
in un’attrazione per turisti. Da
gennaio si parte con le visite organizzate nel sito nucleare. E non si
tratta di turismo "estremo" o di
qualche giro "horror" per ricconi
in cerca di emozioni forti. Sarà
invece turismo popolare, aperto a
tutti, e il motivo è semplice: la
realtà di Chernobyl appare oggi
forse diversa da come ce l'hanno
descritta in questi anni.
E' infatti trascorso un decennio
dalla fermata dell’ultimo reattore
rimasto attivo e quasi un quarto di
secolo dall’incidente della centrale ma, probabilmente, saranno in
molti a rabbrividire di fronte al
pensiero di una gita in Ucraina,
proprio là dove è accaduto quello
che nell’immaginario collettivo
rimane il disastro per antonomasia.
Mercoledì scorso è stato il decimo
anniversario dalla chisura definitiva dell'impianto: il 15 dicembre
del 2000 fu infatti spento il terzo
reattore, l'unico che era rimasto
attivo dal 26 aprile 1986, quando
esplose il reattore n.4 provocando
il disastro nucleare più grande
della storia. Il bilancio dei morti oltre alle 65 persone che morirono
dell'incidente - parla infatti di
almeno 4mila morti per patologie
e conseguenze della fuoriuscita
dei materiali radioattivi, secondo i
dati
ufficiali
dell'Oms
e
dell'Agenzia Internazionale per
l'energia nucleare. Ma secondo
studi e stime di esperti il numero
delle vittime, ricollegabili all'incidente, potrebbe negli anni raggiungere il terrificante bilancio di
mezzo milione. Secondo alcuni
esperti ci vorrà almeno un altro
mezzo secolo - si parla del 2065 per cancellare le conseguenze causate da Chernobyl.
Una tragedia, certo, ma forse
molto meno grave di altri episodi
che hanno interessato il settore
della produzione di energia: per
limitarsi a quella idroelettrica
ricordiamo il crollo, nel 1976,
della diga sullo Yantze in Cina che
provocò oltre duecentomila morti
o, nel nostro Paese, il disastro del
Vajont con più di duemila vittime.
E nelle miniere di carbone ogni
anno le vittime sono molte centinaia. Paradossalmente, a Chernobyl i danni più gravi non furono
causati delle radiazioni ma della
paura che portò alla evacuazione
di oltre 350mila persone.
mercoledì incassava in parlamento, con 156 voti su 300,
forse il più ambizioso e importante piano di modernizzazione dell'economia del paese, comprendente una riduzione dei
salari per i dipendenti delle società pubbliche e la possibilità
per i privati di negoziare la riduzione dei salari minimi al posto
dei licenziamenti collettivi, la
piazza organizzava il settimo
sciopero generale nell'anno più
infausto della Grecia moderna.
Papandreou è riuscito a imporre ai
dipendenti della composita galassia delle imprese pubbliche,
municipalizzate o con una partecipazione azionaria del Tesoro, un
tetto lordo di 4mila euro agli stipendi mensili (esclusi i top manager) oltre che a ridurre del 10% le
retribuzioni lorde sopra i 1.800
euro mensili.
Inoltre ha eliminato ogni automatismo dalla contrattazione collettiva che prima consentiva l'estensione erga omnes di un accordo
sindacale a tutti i dipendenti del
settore merceologico anche se
non rappresentati al tavolo delle
trattative.
Una giornata importante per il governo del Pasok che ottiene così il via libera alla tranche di dicembre del prestito da
6,5 miliardi di euro dell'Unione europea, ancora in sospeso
per "motivi tecnici".
Se Papandreou ha fatto un passo avanti importante verso la
stabilizzazione macroeconomica, la piazza ha dato il peggio
di sé con violenti scontri tra manifestanti e polizia ad Atene
in uno dei giorni più carichi di tensione dell'anno.
In questo contesto, diventa indispensabile per Papandreou
aprire il dialogo con le opposizioni che a loro volta devono
evitare di concedere qualsivoglia giustificazione alla violenza degli estremisti. In caso contrario il paese rischia una stagione di instabilità che potrebbe pregiudicare tutti gli sforzi
fin qui compiuti.
FRANCIA: MARINE LE PEN CONTRO ISLAM E
IMMIGRAZIONE CON UNO SGUARDO ALL’ELISEO
Il prossimo 15 e 16 gennaio a Tours in Francia il Front
national di Jean-Marie Le Pen terrà il suo congresso per
assegnare la poltrona di presidente e la battaglia infuria tra i
contendenti.
Un punto di vantaggio sembra averlo segnato
in questi giorni Marine Le Pen, la figlia quarantaduenne del fondatore e leader storico del
Fronte, la quale è ricorsa al repertorio della
intolleranza francese verso gli stranieri.
Davanti a 300 militanti a Lione, feudo proprio
del suo avversario Gollnisch, Marine Le Pen,
ha paragonato le preghiere in strada dei
musulmani a un'occupazione, scatenando
ovvie polemiche.
«Quindici anni fa è arrivato il velo – ha urlato
Marine nel microfono – che si è rapidamente
diffuso. Poi è stata la volta del burqa, che
vediamo ormai sempre più spesso. E poi ecco le preghiere
per strada. Con il risultato che oggi, in Francia, ci sono
almeno dieci, quindici luoghi dove con una certa regolarità
ci sono persone che si accaparrano del territorio. A quelli
che amano, soprattutto quando si tratta di criticare il Front
national, ricordare l'occupazione durante la seconda guerra
mondiale, dico che siamo qui per parlarne, di occupazione.
Perché questo, l'utilizzo della strada pubblica per riunirsi in
preghiera, è occupazione del territorio. L'esistenza di quartieri in cui a un certo punto entra in vigore una sorta di legge
religiosa, è occupazione. Certo, non ci
sono soldati e carri armati, ma è un'occupazione».
Ovazione in sala e sollevazione a destra
e sinistra. Ma soprattutto soddisfazione
nel suo entourage per il balzo delle quotazioni all'interno del partito. Da quando
è iniziato il lungo duello per conquistare
l'eredità del vecchio leone dell'Algeria
francese, Marine Le Pen si è impegnata a
combattere la demonizzazione del
Fronte, a dargli un'immagine più istituzionale, con meno slogan sull'immigrazione e la sicurezza e più discorsi sull'economia e il sociale.
Così facendo, moderando toni e contenuti, ha conquistato
parte dell'opinione pubblica di destra ed è diventata un personaggio. Ma la prima battaglia da vincere è quella interna
al partito e qui rischiava di perdere punti rispetto a un
Gollnisch che incarna l'anima più dura e pura del Front
national.
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Europa
Cronache
“SPINELLI” NEI COFFEE SHOP D’OLANDA: DIVIETO SI ALLARGANO LE
XENOFOBE,
AI TURISTI DALLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA PROTESTE
RUSSIA NEL CAOS
Ora in Olanda sarà possibile fumare “spinelli” in libertà ma
solo se residenti. I Coffee shop definitivamente vietati agli
stranieri dopo che la Corte di giustizia europea ha dato torto
ad un gestore che aveva fatto ricorso contro la chiusura che
gli era stata già imposta dal Comune
di Maastricht.
La controversia, all'inizio tutta
domestica, durava dal 2005, quando
il borgomastro della città – conosciuta più che altro fino allora per il
trattato sulla libera circolazione
delle persone – aveva introdotto nel
regolamento comunale il limite
della residenza per la vendita di stupefacenti leggeri, vendita peraltro
tollerata e in deroga ai divieti della
legge antidroga (Opiumwet 1976).
Il gestore del locale, Marc Michel Josemans, si era subito
rivolto al Raad van State (consiglio di stato) lamentando la
peculiare discriminazione tra cittadini Ue, oltre all'ulteriore
divieto per stranieri di comprare, nei coffeeshop, anche cibi
e bevande "neutri". Il giudice nazionale aveva quindi rimesso la questione, in via pregiudiziale, ai magistrati della curia
europea, dove le motivazioni "liberiste" non fatto però fatto
breccia, come a suo tempo non avevano neppure convinto
l'avvocato generale.
Il problema, prima ancora che giuridico, è di natura geografica, politica e sociale. Lo "spinello libero" di Maastricht,
posta sul confine strategico con Belgio, Francia e Germania,
ha prodotto negli anni un turismo di settore quantificato
dalle autorità locali in 3,9 milioni di persone all'anno
(11mila al giorno), con un impatto cruento sui 118mila resi-
denti: «fonte di disturbo e di criminalità» secondo il borgomastro, e con un «numero crescente di punti vendita illegali
di droghe anche pesanti», tanto da giustificare l'adozione
straordinaria di norme limitative sull'erogazione dei servizi.
La «necessità di contrastare la droga, in
particolare mediante la prevenzione della
tossicodipendenza e la repressione del traffico» è del resto uno dei pilastri della normativa europea, principio che declinato nel
caso specifico fa ritenere alla Corte «innegabile che un divieto di ammissione dei
non residenti ai coffeeshop costituisce un
provvedimento idoneo a limitare in modo
sostanziale il turismo della droga e i problemi da esso causati». E comunque, se è vero
che il possesso di droghe leggere per uso
personale in Olanda è lecito e che la vendita nei coffeeshop è tollerata, è altrettanto vero che le direttive della magistratura locale fissano i limiti di vendita in 5
grammi per persona al giorno e in 500 grammi complessivi
lo stock consentito al negoziante. Parametri che, soprattutto
il secondo, non erano verosimilmente più rispettati nei 14
punti vendita dell'ex paradiso dello spinello.
Nelle conclusioni presentate dall’avvocato generale alla
Corte di Giustizia è anche scritto che ‘per quanto riguarda
l’illiceità della vendita delle ‘droghe leggere’, si constata che
questa, benché tollerata nei ‘coffee shop’, rimane un’attività
vietata da tutti gli stati membri’.
‘Inoltre i clienti dei coffee shop non sono tenuti a consumare cannabis in loco ma possono importarla in altri stati membri, esponendosi così a procedimenti penali per esportazione
e importazione illecite di stupefacenti’.
FRANCIA, RITROVATA LA TESTA DI ENRICO IV.
PRESTO SARÀ RESTITUITA ALLA SUA TOMBA
E' stata ritrovata in Francia la testa di Enrico IV. A segnalarlo è il British Medical Journal, che ha pubblicato nei giorni
scorsi uno studio specifico sull’argomento dopo che il particolare reperto è stato messo a disposizione della scienza
nel 2008 e dopo innumerevoli accertamenti.
Nello studio si è potuta verificare la reale appartenenza del
teschio al sovrano francese, confermata anche da peculiarità anatomiche quali il buco causato da un orecchino e una cicatrice ossea dovuta a
una ferita. La testa del re era già
comparsa nall'inizio del XIX secolo
nella collezione privata di un conte
tedesco, poi battuta all'asta nel 1919
a Parigi, finì a casa di una coppia di
pensionati e fu riscoperta da due
giornalisti nel 2008.
Dopo secoli di peregrinazioni
rocambolesche dunque il cranio di
Enrico IV (1553-1610), il re di
Francia che nel 1598 pose fine alle guerre di religione emanando l’Editto di Nantes che garantiva la libertà di culto ai
protestanti, può ora può finalmente tornare al legittimo
corpo. Un team di scienziati francesi, guidati dal medico
legale Philippe Charlier, soprannominato «l’Indiana Jones
dei cimiteri», ha autenticato il teschio del sovrano riscoperto nel 2008 in un pensionato francese, dove era custodito
anonimamente.
La testa di Enrico IV è «in un buono stato di conservazione,
con capelli e barba», sottolinea lo studio del «British
Medical Journal», rivelando poi che il cranio ha un colore
dorato chiaro, «con gli occhi parzialmente chiusi e la bocca
aperta». L’analisi del cranio ha fatto emergere diversi tratti
distintivi: una piccola macchia scura di undici millimetri di
lunghezza appena sopra la narice destra, un foro nel lobo
destro praticato per appendere un orecchino, come era di
moda alla corte dei Valois, e una lesione ossea sopra il labbro superiore sinistro inferta al sovrano da Jean Chatel in un
tentativo di omicidio il 27 dicembre 1594.
Poco prima di intraprendere una
guerra contro l’Austria, Enrico IV,
soprannominato «il buon re», venne
pugnalato a morte il 14 maggio
1610 da un fanatico cattolico,
François Ravaillac, durante una
processione. Il corpo del re, ucciso
a 57 anni, fu seppellito nella basilica di Saint-Denis di Parigi, nelle
tombe dove riposavano gli altri
sovrani francesi. Durante la
Rivoluzione francese la sua tomba
come altre fu oltraggiata: nel 1793
il sepolcro fu aperto e saccheggiato,
il suo corpo gettato in una fossa comune.
Fu allora che il cranio fu tagliato dal resto della salma, poi
venduto all’asta più volte e conservato fino ad oggi in collezioni private. Lo studio pubblicato sul «British Medical
Journal» è stato realizzato da un gruppo di 19 tra scienziati
e ricercatori francesi, guidati dal dottore Philippe Charlier,
già noto per aver scoperto l’avvelenamento da mercurio di
Agnes Sorel, amante di Carlo VII, e per aver dimostrato che
i resti conservati nel castello di Chinon non sono quelli di
Giovanna d’Arco. L’autenticazione del teschio del sovrano
dell’Editto di Nantes è avvenuta con la collaborazione di
Jean-Pierre Babelon, uno dei più illustri storici dell’età di
Enrico IV.
Quasi 1.350 fermi, 30 persone
ricoverate negli ospedali per contusioni e ferite, un "bottino"
sequestrato di circa 500 oggetti
impropri tra coltelli, mazze e
spranghe, e due procedimenti
penali già aperti contro due distinti gruppi di caucasici. Questo il
primo bilancio dei disordini di ieri
a Mosca che hanno rischiato di
veder la città trasformarsi in un
nuovo teatro di guerriglia urbana
per le manifestazioni xenofobe
degli hooligans nazionalisti contro
la comunità caucausica.
La capitale russa è statata scossa
dalla nuova escalation di sentimenti xenofobi e razzisti degli
hooligan che sta dilagando nel
paese, estendendosi anche a San
Pietroburgo dove la paura di
disordini ha visto la polizia schierarsi e fermare un’ottantina di
sospetti facinorosi. Ad accendere
la miccia è stato, una decina di
giorni fa, l’omicidio di una fan
dello Spartak, durante una rissa
con un caucasico. Un episodio che
da subito si è trasformato in una
"polveriera" con i tifosi della
squadra che hanno immediatamente iniziato una serie di proteste nazionalistiche, sfociate sabato
scorso in violenti scontri con la
polizia ed un bilancio di almeno
una trentina di feriti. E proseguite
nei giorni scorsi, a suon di slogan
razzisti - «la Russia ai Russi» e
«Mosca ai moscoviti», i più declamati - e di aggressioni a danno di
caucasici e daghestani (un ragazzo
l’altro ieri notte è stato ucciso a
coltellate).
Uno scenario che ieri ha rischiato
di ripetersi in quello che sembrava
essere un regolamento di conti con
le etnie prese di mira dai tifosi.
Molti blogger e informazioni raccolte dalla polizia parlavano di un
flusso verso la capitale di caucasici. Già dalla mattina la città si preparava alla guerriglia urbana con
polizia schierata nei punti nevralgici - in alcune stazioni della
metro e in quella ferroviaria di
collegamento con le repubbliche
del Caucaso - ed il centro storico
chiuso. Blindata anche la famosa
"Piazza Rossa" e le strade di
accesso verso il Cremlino mentre
nella giornata si sono diffusi
diversi allarmi-bomba, tutti rientrati dopo le verifiche. L’ultimo
dopo pranzo quando una telefonata anonima ha segnalato la presenza di un ordigno in un Mc Donald
in una zona centrale della città che
è stato evacuato, salvo poi veder
rientrare l’allerta e archiviare il
caso come un «falso allarme».
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orizzonti transnazionali
Una mostra sulle
Antichi tesori rumeni prima e dopo collezioni
di Palazzo
Traiano: 140 preziosi reperti a Roma Farnese all’Ambasciata
Il luogo dell'esposizione è significativo "I mercati Traianei a
Roma per ospitare una mostra di preziosi reperti archeologici provenienti dalla Romania, prodotti prima e dopo la
conquista di Traiano.
La mostra "Ori antichi della
Romania. Prima e dopo Traiano"
inaugurata ieri a Roma ed aperta
fino al 3 Aprile 2011 offre la rara
opportunità di ammirare 140 preziosi ori provenienti da tesori,
corredi tombali e arredi liturgici
dal XVII al VI secolo d.C. custoditi dal Museo Nazionale di Storia
di Bucarest, parte del Patrimonio
nazionale rumeno.
Grazie alla presenza di ricche
miniere d’oro, già nel XVII secolo
a.C. l’antica Romania fu caratterizzata da una produzione
artistica di altissimo livello legata al prezioso metallo. E ora
una mostra eccezionale porta per la prima volta in Italia un
nucleo consistente degli antichi tesori romeni. Tra di essi
risaltano gli oggetti prodotti dai Daci, la popolazione resa
celebre dalla conquista dei Romani guidati dall’imperatore
Traiano, all’inizio del II secolo d.C. La scelta dei reperti è
quindi prestigiosa ed insieme con un forte valore simbolico,
vista la presenza della Colonna di Traiano, innalzata a
Roma proprio dopo la conquista della Dacia ed emblema di
unione tra le due culture.
I reperti coprono un arco cronologico molto ampio, che va
dall’Età del Bronzo (XVII secolo a.C.) al periodo bizantino
(V-VI secolo d.C.) così come varie sono le loro destinazioni
d’uso.
E' possibile ammirare la preziosissima collana di Hinowa
del XII secolo a.C. proveniente dal più ricco tesoro protostorico della Romania ma dalla fattura incredibilmente moderna; i famosi bracciali spiraliformi di Sarmizegetusa (la
capitale della Dacia conquistata da Traiano), realizzati nel
II-I secolo a.C. e recuperati di recente dopo il loro trafugamento, che vengono prestati per la prima volta ad un museo
estero dal governo romeno; l’elmo di Poiana-Cotofenesti,
splendido prodotto dell’arte traco-getica del IV secolo a.C.;
il rhyton d’argento dorato, un contenitore per liquidi che
veniva utilizzato principalmente durante le cerimonie religiose, proveniente da Poroina Mare, del III-II secolo a.C.;
la raffinata patera, piatto ampio usato nei riti religiosi, e la
coppia di fibule (spille) del tesoro di Pietroasa del V secolo
d.C., attribuito alla casa reale ostrogota o visigota e noto
come “Gallina con i pulcini d’oro”
per la presenza di fibule a forma di
aquila.
Va inoltre evidenziata la presenza di
20 dei numerosi stateri d’oro rinvenuti nella capitale della Dacia, con il
nome del re Koson scritto in lettere
greche. Queste monete, datate alla
metà del I secolo a.C., rappresentano
l’unico caso in tutta la produzione
numismatica dacica nel quale compare il nome dell’autorità emittente.
Negli anni Settanta Roma ospitò due
importanti mostre sul patrimonio culturale dell’antica Dacia, territorio che il processo di romanizzazione trasformò in una vera e propria isola “romana”
tra le popolazioni “barbare”. Da allora la capitale non ha
più promosso grandi eventi espositivi e culturali dedicati
alla Romania, malgrado con la più recente immigrazione
moltissimi romeni si siano stabilizzati in Italia, formando la
maggiore comunità straniera. Un vuoto che la mostra “Gli
ori antichi della Romania” intende colmare, anche per consentire agli italiani di conoscere le prestigiose origini del
popolo romeno e per far riscoprire le proprie tradizioni alle
generazioni di romeni nati in Italia.
Dal mese di febbraio saranno organizzati cinque incontri di
approfondimento sui principali aspetti delle opere in mostra
in collaborazione con l'Accademia di Romania in Roma e
con il sostegno finanziario dell'Istituto Culturale Romeno di
Bucarest.
Dal 10 gennaio laboratori e visite guidate – per le scuole e
per il pubblico – consentiranno un ulteriore approccio ai
meravigliosi tesori esposti, grazie a questa mostra, ai
Mercati di Traiano.
La mostra “Ori antichi della Romania. Prima e dopo
Traiano”, sotto l’Alto Patronato del Presidente della
Repubblica Italiana e del Presidente della Romania, è a
cura di Ernest Oberländer-Târnoveanu, Direttore del Museo
Nazionale di Storia della Romania di Bucarest e di Lucrezia
Ungaro, Responsabile del Museo dei Fori Imperiali nei
Mercati di Traiano.
Contro la guerra il diritto, così l’Europa di Renato Federici
Un retaggio del passato si aggira per il mondo e fa ancora i
suoi schiavi e le sue vittime: è la guerra. È questo lo strumento arcaico ed infantile delle brame di potere e di ricchezza, ma il conflitto armato è anche la prosecuzione delle
scelte politiche ed economiche con mezzi
diversi dal diritto. La guerra, infatti, non è
un processo giuridico che si svolge in altra
forma. Essa non è mai giusta; può essere
inevitabile, scusabile, ma non è mai giusta.
Alla sua seconda edizione il libro di Renato
Federici “Guerra o Diritto?” in cui la tesi di
fondo è che il diritto ha la funzione di essere uno strumento al servizio dei governi per
prevenire ed evitare il ricorso alla guerra
come mezzo di risoluzione delle controversie. Chi vuole la pace infatti non si deve preparare alla guerra (come diceva Vegezio),
semmai deve difendersi dalla guerra.
Questo studio è nato come continuazione di una riflessione
iniziata con una prolusione dal titolo: Le principali modificazioni del diritto pubblico nazionale sotto l’influsso dell’integrazione europea .
Infatti le ragioni fondamentali, che unirono i Padri fondato-
ri delle Comunità europee, ruotavano intorno all’idea di prevenire ed evitare una terza guerra mondiale, la quale avrebbe potuto accendersi, se non fossero state rimosse le cause
delle rivalità (soprattutto tra Francia e Germania) che avevano scatenato le prime due.
La stipulazione dei Trattati istitutivi delle prime
Comunità europee negli anni Cinquanta del XX
secolo, hanno contribuito non poco ad evitare una
terza guerra mondiale.
Clausewitz aveva definito la guerra quale prosecuzione della politica con altri mezzi.
Per estensione, da questa formula il Federici ricava
che il diritto è la continuazione della politica e dell’economia con i mezzi normali ovvero con i mezzi
civili. E allora si scopre che la funzione primaria
delle organizzazioni giuridiche è quella di prevenire e risolvere i conflitti. Così si evita il ricorso alla
crudeltà bellica.
Come metodi, infatti, diritto e guerra sono agli antipodi. Se
il diritto è (o dovrebbe essere) l’arte in cui si esplica la
buona fede, la giustizia, la ricerca dell’accordo (e dell’armonia), al contrario le questioni belliche seguono l’intento (il
Dao) dell’inganno .
di Francia a Roma
"E' un palazzo segreto, inaccessibile, che viene riaperto e racconta
se stesso. Un contenitore che si
riempie dei propri contenuti originari per trasmettere quel gusto raffinato ed evocativo di un tempo
che non c'è più e che non è stato
altro che l'età d'oro della cultura
italiana del Rinascimento al quale
continuamente facciamo riferimento.” Così
il Professor
Francesco Buranelli spiega il
senso della mostra, che ha curato
insieme a Roberto Cecchi, inaugurata a Palazzo Farnese a
Roma.
Presente all'inaugurazione della
mostra anche il padrone di casa,
l'Ambasciatore francese JeanMarc de La Sablière, che, dopo
aver ricordato come la mostra sia
fruttto di un progetto di ricerca
durato più di tre anni, ha sottolineato come questa sia non solo
un'occasione per scoprire il palazzo ma anche un segno della
profonda amicizia che esiste tra
Italia e Francia.
Sede dal 1874 dell'Ambasciata di
Francia, la fastosa residenza fu
realizzata
per
volere
di
Alessandro Farnese (1468-1549),
futuro Papa Paolo III, e fu progettata da Antonio da Sangallo il
Giovane e, successivamente, da
Michelangelo e Giacomo della
Porta. La dimora ha accolto per
secoli nelle sue grandiose sale
affrescate da
Annibale ed
Agostino Carracci, Francesco
Salviati e Taddeo Zuccari una
prestigiosa e ricchissima collezione di opere. Una raccolta formata
da statue romane, monete,
gemme, dipinti, iscrizioni, che
verso la metà del XVII secolo fu
smembrata e trasferita altrove
dalla stessa famiglia Farnese.
Oggi grazie alla mostra alcune
delle opere un tempo parte di questa collezione fanno ritorno a
Palazzo. Sono complessivamente
centocinquanta, un numero importante ma esiguo rispetto a quello
originario, che restituisce tuttavia
molto bene l'idea dell'importanza
di questa raccolta.
Tra i ritorni eccellenti, le famose
statue dei “Daci Prigionieri”, la
statua di “Afrodite cosiddetta
Calliope” e quella di Atlante,
alcuni quadri di El Greco, dei
Carracci,
di Sebastiano del
Piombo, Tiziano e i disegni preparatori di Annibale Carracci.
Tra i principali musei prestatori
figurano il Museo Archeologico di
Napoli da cui provengono 50
delle opere esposte.
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Cultura
orizzonti transnazionali
Louvre, Francia: una campagna per trovare mecenati Saviano premiato dal
Parlamento Europeo
che partecipino all’acquisto di un Cranach
“Le Louvre a besoin de votre soutien”, il Louvre ha bisogno
del vostro sostegno è lo slogan di una promozione commerciale – forse sarebbe più opportuno definirla una “colletta”
– che il museo parigino ha lanciato per raccogliere un
milione di euro entro il 31 gennaio 2011.
L’obiettivo è acquistare Le Tre Grazie, una
piccola tela (24×37 cm) realizzata nel 1531
da Lucas Cranach il Vecchio e che, dal
1932, è nelle mani di un collezionista francese ormai intenzionato a venderla all’estero.
Un’opera di proprietà privata, ma che
appartiene anche al patrimonio culturale
della Francia. Il dipinto, infatti, è classificato come “tesoro nazionale”, un bene artistico che potrà essere concesso fuori dai
confini transalpini a partire dal prossimo
31 gennaio: il prezzo concordato con l’acquirente straniero è di quattro milioni di
euro. A meno che entro tale data non si faccia avanti un ente francese che, per la stessa somma, avrebbe il diritto di assicurarsi il possesso del quadro.
Ovviamente il Louvre non intende lasciarsi scappare un tale
capolavoro. Tra fondi suoi e donazioni di società private, il
museo più visitato al mondo ha già raccolto tre milioni di
euro, ma ne manca ancora uno. E il Louvre confida nei privati, ai quali ha lanciato “un appello per una buona causa
attraverso un’operazione sperimentale” come la descrive il
Director of Development del Louvre, Christophe Monin.
La campagna, chiamata Tours Mecenes (Tutti Mecenati), è
semplice e basta collegarsi al sito www.troisgraces.fr per
fare una donazione, online o tramite assegno. I contributi
sono deducibili dalla tasse per il 66% della somma versata
e tutti i donatori, poi, saranno inseriti nella lista dei mecenati del Louvre: chi offrirà tra i 200 e i 500 euro avrà diritto ad una visita privata, mentre chi ne devolverà più di 500
avrà diritto a partecipare all’anteprima della presentazione
di Le Tre Grazie.
Di fronte al dimezzamento dei fondi statali ed a un governo
che lascia alla deriva l’istituzione museale (seppur di proprietà dello Stato francese), il Louvre inventa nuove soluzioni di finanziamento. Anno dopo anno lo Stato transalpino,
infatti, si è sempre più distaccato dal museo: solo nel 2006,
i contributi statali sono scesi dal 75 al 62 per cento del budget totale. Due anni dopo erano crollati a poco più della
metà. Per questo il museo parigino ha, negli scorsi anni,
dato sfogo alla fantasia per recuperare fondi da vie traverse. Indimenticabile è la strategia adottata nel 2006 quando,
per le riprese del film Il Codice da Vinci, il museo ha chiesto ai produttori cinematografici due milioni di euro per
poter girare alcune scene all’interno dell’edificio. Importante anche la scelta commerciale di
aprire il “fratellastro d’Oriente”, il Louvre Abu
Dhabi, una mossa intelligente che sta avendo
buoni ritorni pecuniari. Non solo. Molte gallerie
del Louvre hanno allungato gli orari d’apertura
aumentando così gli incassi di quasi dieci volte.
Eppure tutto questo non è bastato. In tempi di
crisi economica anche i musei soffrono duramente, tra tagli governativi ed assenza di valide
alternative private: in Italia si sciopera contro il
governo, in Francia si lanciano appelli alla cittadinanza, nella speranza di accattivarsi il favore di qualche ricco uomo d’affari con la mania
del collezionismo, affascinato dalla possibilità di
essere riconosciuto tra i finanziatori del più celebre museo del mondo. Ma questa straordinaria strategia ha
già provocato l’ironica reazione di numerosi contribuenti
francesi che, sulle pagine online di Le Figaro e di Le Monde,
lasciano commenti mordaci all’indirizzo dei responsabili del
Louvre, invitandoli addirittura a rivolgersi non ai cittadini
ma al presidente Nicolas Sarkozy e alla sua amica-sostenitrice Liliane Bettencourt (la seconda persona più ricca di
Francia), protagonisti di un chiacchierato caso di corruzione nei mesi scorsi.
A parte le aspre critiche, la campagna Tours Mecenes si
dimostra una novità in Francia, ma bisogna ricordare che in
passato ci sono stati altri casi analoghi in Gran Bretagna.
Nel 2008 la Tate Gallery, infatti, ha acquistato per 10 milioni di dollari, grazie al contributo del pubblico, un disegno di
Rubens, L’Apoteosi di Giacomo I, che il visconte Hampden
minacciava di vendere all’estero. E pochi mesi dopo la
National Gallery e la National Gallery of Scotland hanno
raccolto 100 milioni di sterline per comprare, presso il Duca
di Sutherland, due capolavori di Tiziano, Diana e Atteone e
Diana e Callisto.
Insomma, non è detto che la colletta del Louvre ottenga
risultati positivi come quelli riscossi nel Regno Unito, anche
se Vincent Pomarede, curatore del museo, ha dichiarato che
Le Tre Grazie di Cranach il Vecchio, se riscattata, potrebbe
diventare “una delle opere più popolari” del complesso
museale.
E’ l’ennesimo riconoscimento per
uno scrittore italiano, ormai di
fama internazionale che riceve
premi in tutto il mondo, e ora
anche uno ufficiale della politica a
livello europeo, grazie al “Libro
europeo 2010” per il suo “La bellezza e l’Inferno”, una raccolta di
articoli scritti nel periodo compreso fra il 2004 e il 2009 in pieno
turbine pre e post pubblicazione di
“Gomorra“, premiato come
miglior saggio 2010.
“Questo premio - ha detto lo scrittore italiano - è un conforto per la
sofferenza che provo per le critiche ricevute in Italia, anche da alte
cariche dello Stato, che mi accusano di infamare il mio Paese parlando di criminalità organizzata.
Al contrario, raccontare il male
vuol dire affrontarlo, non diffonderlo".
Roberto Saviano approfitta della
premiazione Parlamento europeo,
per mandare una cartolina a
Roma, a quanti non perdono occasione di attaccarlo per quanto dice
e scrive sulla criminalità organizzata in Italia. “Questa è la magia
della letteratura, grazie ad essa le
storie che si raccontano appartengono a tutti. La criminalità, invece, vuole il monopolio dei propri
misfatti, per questo non ha tanto
paura di chi scrive, quanto di chi
legge”.
Saviano ha voluto parlare a tutti
gli europei e non solo agli italiani,
seppure numerosi in sala: “La criminalità non riguarda solo il sud
Italia, ma l’intera Europa, perché è
dalle sue periferie che entra arrivando fino a Bruxelles, dove
viene a investire comprandosi un
intero quartiere. L’Europa parla
molte lingue, ma contro il crimine
dovrà parlarne una sola”.
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Bandi e Concorsi Europei
APRILE
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GENNAIO
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PARLAMENTO EUROPEO
RICERCA E INNOVAZIONE
FP7-PEOPLE-2011-ITN: Proposte per le “Marie
Curie Initial Training Networks” nell'ambito del
programma 'PERSONE' del VII PQ di RST
Sostenere la formazione e lo sviluppo della carriera dei ricercatori con reti congiunte di formazione sotto forma di ITN.
Stanziamento: 318.410.000 euro - GUUE 2010/C 196/06
Scadenza: 26 gennaio 2011
COOPERAZIONE EUROPEAID
PROGETTO TWINNING VOLTO A SOSTENERE
L'ATTUAZIONE DELLA STRATEGIA DELLA
COMMISSIONE ANTI-CORRUZIONE IN GIORDANIA
Sostenere la Commissione Anti-Corruzione (ACC) ad attuare
una strategia in linea con le migliori pratiche internazionali
Stanziamento: 1.500.000 euro - EuropeAid/130793/C/ACT/JO
Scadenza: 25 gennaio 2011
AMBIENTE
FP7-KBBE-2011-5: Proposte per la priorità
PRODOTTI ALIMENTARI, AGRICOLTURA E PESCA,
BIOTECNOLOGIE nell'ambito del programma
specifico 'COOPERAZIONE' del VII PQ di RST
Per ragioni tecniche l’invito è suddiviso in due topic di ricerca.
Stanziamento: 240.270.000 euro - GUUE 2010/C 196/06
Scadenza: 25 gennaio 2011
TRASPORTI
FP7-SCIENCE-IN-SOCIETY-2011-1: Proposte
per l'azione SCIENZA E SOCIETÀ nell'ambito
del programma specifico 'CAPACITÀ' del VII
Programma Quadro di RST
Per questo invito diverse sono le aree e i topic aperti.
Stanziamento: 43.000.000 euro - GUUE 2010/C 196/06
Scadenza: 20 gennaio 2011
RICERCA MARINA
FP7-OCEAN-2011: Proposte nell'ambito di "The
ocean of tomorrow" priorità KBBE, ENERGY,
ENVIRONMENT e TRANSPORT del programma
specifico 'COOPERAZIONE' del VII PQ di RST
Sovvenzioni i temi 2, 5, 6 e 7.
Stanziamento: 45.000.000 euro - GUUE 2010/C 196/06
Scadenza: 18 gennaio 2011
INNOVAZIONE TECNOLOGICA
FP7-ICT-2011-EU-BRASIL: Proposte per l’azione
«Cooperazione» nell'ambito dei programmi di
lavoro 2011 e 2012 del VII PQ di RST
Tema del presente invito riguarda lo sviluppo di Tecnologie
dell'informazione e della comunicazione ed Internet.
Stanziamento: 5.000.000 euro - GUUE 2010/C 261/05
Scadenza: 18 gennaio 2011
INNOVAZIONE TECNOLOGICA
FP7-ICT-2011-7: Proposte per l’azione
«Cooperazione» nell'ambito dei programmi di
lavoro 2011 e 2012 del VII PQ di RST
Aree: “Pervasive and Trusted Network and Service Infrastructures”, “Cognitive systems and robotics”, “Alternative Paths”.
Stanziamento: 783.500.000 euro - GUUE 2010/C 261/05
Scadenza: 18 gennaio 2011
MEDICINA E FARMACOLOGIA
IMI-JU-2010: invito a presentare proposte
nell'ambito dell'Iniziativa tecnologica congiunta
sui medicinali innovativi (IMI)
Promuovere la collaborazione tra aziende biofarmaceutiche e
sanitarie, regolatori, università e organizzazioni di pazienti.
Stanziamento: 114.000.000 euro - IMI Joint Undertaking 3rd Call
Scadenza: 18 gennaio 2011
ISTRUZIONE E CULTURA
PROGETTO PILOTA "BORSE DI RICERCA
EUROPEE PER IL GIORNALISMO INVESTIGATIVO
TRANSFRONTALIERO”
Sostenere i giornalisti che si occupano di storie transfrontaliere
in ambiti nei quali i media tradizionali non investono risorse.
Stanziamento: 1.100.000 euro - DGCOMMA3/01-2010/PPIJ
Scadenza: 15 gennaio 2011
IMPRESE
DG ENTR ENT-SAT-10/5011: SOSTEGNO ALLE
ATTIVITÀ INTERNAZIONALI: INFORMAZIONI,
CENTRI DI FORMAZIONE E DI ASSISTENZA
Garantire la visibilità delle attività di navigazione satellitare europea, monitorare le iniziative di navigazione satellitare locale.
Stanziamento: 250.000 euro - GUUE 2010/C 292/07
Scadenza: 15 gennaio 2011
IMPRESE
DG ENTR ENT-SAT-10/5010: SISTEMA DI
ASSEGNAZIONE DEL PREMIO GALILEO- EGNOS
Obiettivo del seguente invito è quello di cofinanziare la gestione
di un sistema di premio per le applicazioni innovative basate
sulla tecnologia GNSS dell'UE (EGNOS e GALILEO).
Stanziamento: 900.000 euro - GUUE 2010/C 292/06
Scadenza: 15 gennaio 2011
GIUSTIZIA E AFFARI INTERNI
FONDO EUROPEO PER L'NTEGRAZIONE DI
CITTADINI DEI PAESI TERZI - SOLIDARIETÀ E
GESTIONE DEI FLUSSI MIGRATORI (2010)
Nel presente invito saranno perseguiti obiettivi specifici riferiti a
quattro distinte priorità.
Stanziamento: 6.005.000 euro - "Community actions" 2010
Scadenza: 14 gennaio 2011
AVVISO: Per ulteriori informazioni sui Bandi riportati in questa pagina o per accedere alle schede complete dei Concorsi già in scadenza per il 2011, consultare
“GAZZETTINO EUROPEO - Eurofinanziamenti”, rivista quindicinale in abbonamento. Quote di sottoscrizione sul sito www.gazzettinoeuropeo.it/eurofin.htm
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APRILE
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ISTRUZIONE E CULTURA
EAC/49/10 - PROGRAMMA DI APPRENDIMENTO
PERMANENTE (LLP) - INVITO A PRESENTARE
PROPOSTE 2011
Il programma di apprendimento permanente si applica a tutti i
tipi e livelli di istruzione, di insegnamento e di formazione.
Stanziamento: 1.065.000.000 euro - GUUE 2010/C 290/10
Scadenza: 14 gennaio 2011
RICERCA E INNOVAZIONE
FP7-GALILEO-2011-GSA-1-a: Sostegno al sistema
europeo globale di radionavigazione via satellite
(Galileo) nell'ambito della priorità TRASPORTI del
programma 'COOPERAZIONE' del VII PQ di RST
Presentazione delle proposte nell'area 7.4.1.7 (2° step).
Stanziamento: 27.500.000 euro - GUUE 2010/C 196/05
Scadenza: 13 gennaio 2011
RICERCA E INNOVAZIONE
FP7-PEOPLE-2011-NIGHT: “LA NOTTE DEI
RICERCATORI” COORDINAMENTO E SOSTEGNO
La manifestazione 'European Researchers Night' coinvolge
organizzazioni scientifiche e di ricerca di tutta Europa che
ospitano una serie di eventi di intrattenimento divertenti.
Stanziamento: 4.000.000 euro - GUUE 2010/C 261/04
Scadenza: 12 gennaio 2011
ISTRUZIONE E CULTURA
EACEA/27/10 - MEDIA 2007: Invito a presentare
proposte per sviluppo, distribuzione, promozione
e formazione i2i Audiovisual
L’opera audiovisiva proposta deve appartenere ai generi fiction,
animazione o documentario creativo.
Stanziamento: 3.000.000 euro - GUUE 2010/C 304/08
Scadenza: 10 gennaio 2011
AVVISO: Per ulteriori informazioni sui Bandi riportati in questa pagina o per accedere alle schede complete dei Concorsi già in scadenza per il 2011, consultare
“GAZZETTINO EUROPEO - Eurofinanziamenti”, rivista quindicinale in abbonamento. Quote di sottoscrizione sul sito www.gazzettinoeuropeo.it/eurofin.htm
PROMUOVERE I PROGETTI EUROPEI
Le attività promozionali e la divulgazione dei risultati conseguiti costituiscono un aspetto estremamente importante e
obbligatorio per tutti i progetti che hanno ottenuto finanziamenti dall’Unione europea.
Già in fase di redazione della richiesta di sovvenzionamento è necessario definire i supporti (giornali, riviste, siti web) e
le azioni (ad esempio diffusione attraverso mailing list) che renderanno pubblici i risultati di ciascuna azione finanziata.
“GAZZETTINO EUROPEO”, proprio per la peculiarità delle proprie competenze nel settore dell’informazione
comunitaria e, soprattutto, per la collaudata possibilità di diffusione multiregionale per ciascuna sua pubblicazione, può
rappresentare un valido supporto per quelle organizzazioni italiane che, a diverso titolo, partecipano a progetti europei.
Attività di “disseminazione”, dunque, attraverso “GAZZETTINO EUROPEO” che per questo specifico servizio ha
elaborato una vantaggiosa piattaforma di offerte per garantire massima visibilità a costi assolutamente convenienti.
Oltre al giornale, poi, una apposita sezione del proprio sito web può essere attivata, su richiesta, per accogliere le schede
riassuntive e le note informative di ciascun progetto comunitario; garantendo, in questo caso - senza ulteriori costi aggiuntivi - sia il costante aggiornamento delle informazioni pubblicate, sia l’ampliamento degli spazi web necessari a dare completa ed esauriente rendicontazione dei risultati conseguiti.
Per conoscere l’intera gamma delle offerte o ricevere maggiori informazioni sulla tipologia dei servizi, scrivere a:
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