MODULO DI GLOTTOLOGIA GIACOMO FERRARI
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MODULO DI GLOTTOLOGIA GIACOMO FERRARI
MODULO DI GLOTTOLOGIA GIACOMO FERRARI Introduzione e origini Il termine Glottologia è stato creato circa un secolo fa come pseudoderivato dal greco "glotto-" (gr. γλοττα− = "lingua") e "-logia", suffisso che indica in genere una scienza (biologia, geologia ecc.); significa, perciò, "scienza della lingua". E' un termine usato solo in Italia. In Francia si usa il termine "linguistique" e in Inghilterra "linguistics" per designare tutte le branche della linguistica. In Germania si usa il termine Sprachwissenschaft, da "Sprache" ("lingua") e "Wissenschaft" ("scienza"); il termine tedesco, che è il primo a nascere in ordine cronologico, riflette quello italiano, che, probabilmente, lo traduce. In Italia si usa anche Linguistica, intendendo per Glottologia tutto ciò che ha a che fare con la linguistica comparativa e la linguistica storica, e per Linguistica o Linguistica Generale lo studio teorico ed astratto della lingua. Il metodo caratteristico della glottologia è fondato sull’analisi empirica dei dati, pertanto induttivo: si parte dai dati per costruire dei modelli o per operare dei confronti. Da questo punto comune gli studi possono assumere connotati diversi, a seconda che si voglia procedere per confronto tra lingue diverse oppure in senso storico su una stessa lingua o su un gruppo di lingue. La linguistica comparativa consiste nel confronto tra fenomeni di diverse lingue con lo scopo di comprenderne le differenze e le somiglianze. In alcuni casi il confronto avviene tra lingue che non hanno legame di parentela, mentre in altri casi serve per identificare parentele anche lontane. PDF created with pdfFactory trial version www.pdffactory.com La linguistica storica ha per obiettivo la ricostruzione della storia di una lingua o del passaggio da una lingua madre alle eventuali figlie. Lo studio storico implica, perciò, lo studio comparativo. Un caso di ricostruzione storica possibile è quello dell'articolo nelle lingue neolatine. Si chiamano neolatine le lingue che sono derivate dal latino (portoghese, spagnolo, francese, catalano, provenzale, italiano, sardo, ladino, romeno). Il latino non conosce l'articolo, es.: superior stabat lupus (Fedro, "Il lupo e l'agnello") (il) lupo stava di sopra ma avremo it. il lupo, sp. el lobo, fr. le loup, rom. lupul, sardo su lupu. Come si passa da una situazione di assenza di articolo a quella di presenza e, soprattutto, a tre modelli diversi, cioè il/el/le + nome, su + nome, nome + articolo? Il latino aveva degli aggettivi dimostrativi come ille, iste, ipse, che significano rispettivamente "quello", "questo" (spesso dispregiativo), "stesso, in persona"; gli articoli delle lingue romanze vengono dai dimostrativi latini. Gli articoli dell'italiano, dello spagnolo, del francese e del romeno vengono dalla forma ille, mentre quello del sardo viene da ipse. Questo spiega la differenza fra la forma sarda e quella delle altre lingue; il sardo deriva dal latino tardo (ip)su(m) (caso accusativo, come quasi tutte le forme derivate dal latino tardo), mentre le altre lingue derivano da illu(m). Inoltre, il latino lascia la possibilità di disporre il dimostrativo sia prima che dopo il nome, con una leggera preferenza per il dopo, cfr. phaselus ille quem videtis hospites (Catullo) quell'imbarcazione che vedete, o ospiti,….. Dunque il romeno, posponendo l'articolo, potrebbe aver ereditato una caratteristica più antica, propria del latino (vedremo che la posposizione dell'articolo è propria di tutta l'area balcanica; quindi potrebbero essere intervenuti anche altri fenomeni ad influenzare il romeno). La linguistica storica è la prima ad affermarsi come studio e ricostruzione delle parentele tra lingue e della loro evoluzione. Nel caso del passaggio dal latino alle lingue romanze, come in alcuni altri casi, abbiamo la fortuna di avere la lingua madre e le lingue figlie, con una lunga serie di PDF created with pdfFactory trial version www.pdffactory.com documenti che attestano i vari passaggi ai diversi stadi di evoluzione. In molti casi, invece, non disponiamo di tanta informazione e documentazione, ma dobbiamo "ricostruire" in modo ipotetico parte dell'informazione. E' possibile confrontare tra loro certe lingue che hanno fenomeni comuni, ma nessuna parentela fra loro. Ad esempio, l'opposizione rom. lup/lupul (lupo, il lupo) si ritrova in danese ylv / ylvet. Questo non significa che tra romeno (lingua neolatina) e il danese (lingua germanica) ci sia una parentela, ma semplicemente che esiste una caratteristica comune tra le due lingue. La scienza che studia queste caratteristiche, e che costituisce l'altra branca della linguistica comparativa, è la linguistica tipologica. Obiettivo della linguistica tipologica è identificare dei parametri universali, propri di tutte le lingue in quanto originano da tratti universali del linguaggio (cfr. la grammatica universale di Chomsky). Per ciascuno di questi parametri, lingue diverse reagiscono in modo diverso. Così, per quanto riguarda il trattamento della indefinitezza/definitezza (it. un/il), il comportamento delle lingue del mondo è "nessun segnale" (es. Latino, Russo, Bengali ecc.) vs. "uso dell'articolo" (Italiano, Inglese, Bulgaro, Greco ecc.); tra coloro che fanno uso di articolo si distingue "articolo preposto" (Italiano, Inglese, Greco ecc.) vs. "articolo posposto" (Bulgaro, Romeno, ecc.). Questo indica una tendenza generale, indipendente dalla parentela delle lingue specifiche. Un altro problema considerato centrale è quello della definitezza, cioè la marca che indica se il nome è definito (precisato, specifico, identificante un determinato oggetto), o non definito (generico, indicante un oggetto generico). Studiare tipologicamente (non storicamente) il problema significa fare confronti di questo genere: le frasi “Mario beve il tè” e “Mario beve un tè” hanno per il parlante italiano due significati diversi e differenti interpretazioni. PDF created with pdfFactory trial version www.pdffactory.com In maltese (unica lingua araba scritta in caratteri latini) si dice: “Mario jxrob itte” dove “it-té” è il nome (te), con l’aggiunta della marca di definitezza (it-, non è un articolo). C’è sempre indicazione di definitezza (anche se, per la precisione, la categoria del maltese è meglio definita come “familiarità”). In inglese, invece, sarebbe scorretto dire: “Mario drinks the tea” Si deve piuttosto dire: “Mario drinks a tea” oppure: “Mario drinks his tea” La tipologia studia le categorie mentali, più o meno vaste, che sottendono a queste varie realizzazioni di concetti come definitezza, attribuzione, ecc.. QUADRO RIASSUNTIVO Linguistica generale: tratta gli aspetti generali e le caratteristiche universali della lingua Glottologia: si occupa della comparazione tra lingue, con lo scopo di -ricostruirne la storia e la genealogia (linguistica storica) - studiare le diverse realizzazioni dei caratteri universali (linguistica tipologica) PDF created with pdfFactory trial version www.pdffactory.com