Come fare affari negli Emirati Arabi Uniti - Company

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Come fare affari negli Emirati Arabi Uniti - Company
2013 © Diacron Press
87c St. Augustine’s Road,
London NW1 9RR, United Kingdom
Come fare affari negli Emirati Arabi Uniti
100 domande & 100 risposte
Autori: Lorenzo Bagnoli Nadia Khalifeh
Editor: Theresa Soyer
ISBN: 978-1-908346-17-9
Il testo è stato chiuso in redazione nel marzo 2013
Nota sugli autori
Lorenzo Bagnoli e Nadia Khalifeh lavorano a Dubai da diversi anni
per Diacron Group, società di consulenza fiscale internazionale fondata nel 1995. Il gruppo offre servizi di natura fiscale, contabile e di
amministrazione societaria. Oltre a uffici di rappresentanza in Italia
ha sedi operative localizzate in Bulgaria, Cina, Regno Unito, Svizzera
e Hong Kong. Il gruppo opera anche come casa editrice con il marchio
Diacron Press che pubblica testi incentrati su temi di business internazionale, saggistica, geopolitica, paesi emergenti, globalizzazione
finanziaria, manualistica fiscale.
COME FARE AFFARI NEGLI EMIRATI ARABI UNITI
100 domande & 100 risposte
¬¬INDICE
Prefazione dell’Ambasciatore d’Italia Giorgio Starace
10 Ragioni per investire negli Emirati Arabi Uniti
Collaborazione di Diacron con Dubai FDI
Andare negli Emirati Arabi Uniti
1. Quali sono i documenti necessari per entrare negli Emirati Arabi
Uniti?
2. Come si arriva negli EAU?
3. Il calendario emiratino è diverso dal nostro?
4. Che tipo di clima troverò?
5. E che tipo di cibo?
6. Quali comportamenti sono opportuni tenere quando si viaggia negli EAU?
Cultura generale
7. Quali sono gli attuali confini degli EAU?
8. E quali le caratteristiche del territorio?
9. Quali sono gli eventi principali della storia degli EAU?
10. Qual è il nome dei sette emirati? Qual è la capitale degli Emirati
Arabi Uniti?
11. Quali sono le principali caratteristiche demografiche?
12. Da dove provengono gli immigrati?
13. Qual è la lingua principale?
14. Si parlano altre lingue?
15. Esiste una questione religiosa negli EAU?
16. Qual è la moneta ufficiale?
17. Qual è il tasso di alfabetizzazione della popolazione?
18. Che tipo di istruzione scolastica viene impartita?
19. Qual è la situazione occupazionale?
20. La società emiratina è tradizionalista?
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Quadro politico
21. Com’è strutturato il sistema politico?
22. Qual è il ruolo delle famiglie reali nella federazione degli Emirati
Arabi?
23. Qual è la situazione politica attuale?
24. In campo militare quali sono gli impegni internazionali degli EAU?
25. Su quale dispositivo militare si basa la difesa degli EAU?
26. Com’è strutturato il sistema giudiziario emiratino?
27. Esistono limitazioni alla libertà di stampa?
Situazione economica, attività produttive
28. Qual è l’andamento del Prodotto interno lordo?
29. Quali sono le aspettative di inflazione?
30. Quanto peso ha il settore oil & gas nel PIL?
31. Gli Emirati Arabi Uniti sono liberisti?
32. Quali sono le principali voci di esportazione e di importazione?
Quali i principali partner commerciali?
33. Quali sono state le entrate generate dalle esportazioni nel 2011 ?
EMIRATI ARABI UNITI
34. Quali sono state le spese per le importazioni nel 2011?
35. Quali sono le stime relative alle riserve petrolifere?
36. Quali sono le prospettive del settore petrolifero per gli Emirati
Arabi e, in particolare, per Abu Dhabi?
37. Ha funzionato negli EAU la politica di diversificazione produttiva?
38. Come procede la politica di diversificazione ad Abu Dhabi?
39. A che punto è la diversificazione economica a Dubai?
40. In cosa consiste l’Abu Dhabi Economic Vision 2030?
41. Quali sono i più importanti settori di investimento nel settore
non-oil?
42. Quali sono i progetti più importanti per quanto riguarda gli investimenti all’estero?
43. Come si caratterizza la bilancia alimentare degli EAU?
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Servizi
44. Come sta andando il turismo a Dubai?
45. E il turismo ad Abu Dhabi?
46. Quali sono state le ripercussioni della crisi finanziaria internazionale sul settore real estate?
47. Quali sono i principali progetti infrastrutturali per Dubai?
48. Quali sono i principali progetti in corso per Abu Dhabi?
49. Che passi sono stati fatti nel settore delle energie rinnovabili?
50 Gli EAU sono conosciuti come hub finanziario. Quali sono le infrastrutture dedicate al settore finanziario?
51. Qual è lo stato del settore delle telecomunicazioni?
52. E i mass media?
53. Quali sono i porti marittimi più importanti?
54. Qual è il grado di sviluppo delle infrastrutture per la logistica e il
trasporto?
Investire negli EAU
55. Quali sono le ragioni per considerare gli EAU un ambiente favorevole per gli affari?
56. Che cosa differenzia gli EAU dagli altri Paesi del Golfo?
57. Quali sono le notizie più recenti sull’economia emiratina nel suo
complesso?
58. Qual è il grado di apertura del Paese agli investimenti esteri e agli
scambi con l’Occidente?
59. Qual è il peso dello Stato nell’economia?
60. Cosa sono le Free Zones e come funzionano?
61. Cosa si intende per “mainland”?
62. Italia e EAU sono in buoni rapporti diplomatici?
63. Quali sono i rapporti economici tra gli EAU e l’Italia?
64. Come si pone la presenza italiana negli EAU?
65. Quali sono stati i progetti recenti realizzati con il concorso di società italiane?
66. Quali sono le norme fondamentali in tema di diritto societario?
67. Quali sono le forme giuridiche previste dalla Legge Societaria?
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68. In quali casi non si applica la Legge Societaria?
69. Quali sono le forme giuridiche più utilizzate dagli investitori stranieri?
70. Che cos’è una Limited Liability Company?
71. Che cosa succede se una LLC interrompe per un certo periodo l’attività?
72. Quali sono gli aspetti contabili e gli adempimenti richiesti ad una
LLC?
73. Quali sono le caratteristiche principali del Sole Establishment?
74. Quali sono le tipologie di società concesse all’interno della Free
Zone ?
75. Quali sono le zone franche più utilizzate dagli investitori?
76. Quando costituire una filiale?
77. Quando optare per un ufficio di rappresentanza?
78. Come si può ottenere una buona presenza commerciale sul territorio?
79. Quali sono le norme che regolano i contratti di agenzia?
80. Ci sono restrizioni per l’esportazione di prodotti negli EAU?
81. Qual è il contenuto delle recenti riforme per attrarre investimenti
esteri?
82. Qual è la disciplina relativa agli appalti pubblici?
EMIRATI ARABI UNITI
83. Quali sono le norme sulla protezione della proprietà intellettuale?
84. Come posso tutelare i miei brevetti negli EAU?
85. E per quanto riguarda i trade marks?
86. Come si svolge la procedura per la registrazione del marchio?
Aspetti fiscali, obblighi contabili
87. Come sono regolamentati i contributi previdenziali per i dipendenti?
88.Chi sono negli EAU i soggetti passivi d’imposta?
89. Come sono regolate le imposte sulle persone fisiche?
90. Come vengono tassati i redditi d’impresa?
91. Quali sono le imposte indirette applicate negli EAU?
92. I dazi doganali sono elevati?
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93. Se esistono esenzioni ai dazi doganali, quali sono le categorie «protette»?
94. Esistono convenzioni sulle doppie imposizioni?
95. Esiste una ritenuta alla fonte sui redditi percepiti da non residenti,
quali profitti dalle filiali emiratine, dividendi da società di diritto emiratino, interessi sui prestiti, royalty, onorari tecnici e amministrativi?
96. Esistono normative specifiche in materia di Thin Capitalisation,
Controlled Foreign Companies e Transfer Pricing?
97. Quali sono le norme principali in fatto di consolidato di gruppo?
98. Quali gli obblighi contabili che le imprese devono rispettare?
99. In sintesi, quali sono le differenze tra la contabilità internazionalmente accettata e quella emiratina?
100. Le norme in materia di auditing sono particolarmente rigorose
negli EAU?
Appendice - Principali Free Trade Zones
Jebel Ali Free Trade Zone (JAFZA)
Dubai Multi Commodity Centre - Jumeirah Lakes Towers (DMCCJLT)
Dubai Airport Free Zone (DAFZ)
Khalifah Industrial Zone Abu Dhabi (KIZAD)
Sharjah Airport International Free Zone
Hamriyah Free Zone
Ras Al-Khaimah Free Trade Zone
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¬¬Prefazione
di Giorgio Starace, Ambasciatore d’Italia negli Emirati Arabi Uniti
Accogliendo con piacere l’invito rivoltomi dalla Diacron Group di
inserire una breve prefazione a questa nuova guida su “Come fare affari negli UAE”, vorrei fornire alcuni elementi sulle caratteristiche di
questo interessante e dinamico Paese, nonchè sull’attuale andamento
delle relazioni bilaterali con l’Italia.
Grazie alla loro stabilità politica, alle ingenti risorse petrolifere e ad
una lungimirante politica di diversificazione nello sviluppo nazionale,
gli EAU sono divenuti ormai uno dei maggiori snodi commerciali della
Regione del Golfo, oltreché uno dei principali hub sia per il mondo
finanziario e degli affari che per i flussi turistici.
Le relazioni economiche tra Italia ed Emirati Arabi Uniti sono da
tempo in costante crescita e, soprattutto a partire dall’inizio del 2011,
quando si sono affievoliti gli effetti della crisi finanziaria che aveva
colpito Dubai nel 2009, gli scambi bilaterali hanno ripreso a salire considerevolmente.
Gli EAU rappresentano infatti attualmente il principale mercato
di sbocco delle esportazioni italiane verso l’intero mondo arabo. Nel
2011 l’interscambio commerciale bilaterale ha superato i 5,5 miliardi
di Euro, di cui 4,7 miliardi di esportazioni italiane, con un incremento
del 28,5% rispetto al 2010. Anche nel periodo gennaio/ottobre 2012 si
è registrata un’ulteriore crescita delle nostre esportazioni, che hanno
già superato i 4,5 miliardi di Euro, con un incremento corrispondente
al 16,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Per contro, le nostre importazioni dal mercato emiratino (per lo più
costituite da prodotti metallici e derivati del petrolio) restano ancora
piuttosto limitate, e se nel 2011 esse avevano raggiunto gli 861 milioni di Euro (con un incremento del 91,1% rispetto al 2010), nel periodo gennaio/ottobre 2012 hanno invece registrato una certa flessione,
attestandosi sui 572 milioni con un calo del -21,5% rispetto al 2011.
Nella graduatoria delle esportazioni italiane verso gli Emirati Arabi
Uniti, il primo posto continua ad essere ricoperto – secondo tradizione
- dai gioielli e articoli di oreficeria, seguiti dai macchinari industriali
(in forte e rapida crescita) ed apparecchi per l’impiego di energia meccanica, dalle macchine di impiego generale e per impieghi speciali.
Ma sono diversi i settori merceologici nei quali i prodotti del Made
in Italy presentano buone prospettive di crescita, tra i quali l’agro-alimentare (e prodotti tipici della dieta mediterranea), la mobilia, l’arredamento d’interni e il design abitativo, i cosmetici, la profumeria e
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prodotti di bellezza, l’abbigliamento e calzature, i materiali da costruzione, la nautica da diporto, i prodotti di alta tecnologia, i sistemi e le
attrezzature per la difesa.
Grazie alla crescente immigrazione, dovuta alla necessità di garantire un’adeguata forza lavoro per l’attuazione degli ambiziosi piani di
sviluppo nazionali, il tasso di crescita demografica degli EAU è uno dei
più elevati dell’intero mondo arabo (solo un ottavo degli abitanti sono
emiratini). Ciò rende la popolazione del Paese assai variegata per le diverse nazionalità di origine, nonchè molto diversificati i gusti e le preferenze del bacino dei potenziali consumatori locali. Si pensi che oltre
il 90% della popolazione residente di Dubai è costituita da espatriati.
EMIRATI ARABI UNITI
A parte l’industria estrattiva, punto di forza dell’economia nazionale (e soprattutto dell’Emirato di Abu Dhabi), il Paese si è dotato nel
corso degli ultimi anni di infrastrutture all’avanguardia nei settori
della produzione di energia (anche ecosotenibile), delle piattaforme
portuali e aeroportuali, della rete viaria, dei sistemi sanitario, scolastico, abitativo e alberghiero. Mentre nuovi piani di sviluppo sono già in
programmazione sia per rafforzare ulteriormente nel prossimo futuro
i suddetti settori che per favorire lo sviluppo dell’industria nazionale
non-petrolifera, dei trasporti e comunicazioni interne, del sistema finanziario, delle attrazioni turistiche, nonchè dei servizi.
Il grado di apertura del Paese evidenzia un’elevata propensione
dell’economia emiratina ad un regime di libero scambio, quantunque
restino ancora delle limitazioni nelle possibilità di partecipazione delle imprese straniere che intendono avviare un’attività negli EAU (la
normativa locale, nonostante i periodici dibattiti a livello governativo,
continua a prevedere l’esigenza di appoggiarsi ad un partner locale con
la formula del 49-51% della proprietà in favore di quest’ultimo). Nel
contempo, il Governo emiratino ha però assicurato un forte impulso
anche all’implementazione in tutto il Paese di numerose Zone Franche
Commerciali, nelle quali l’impresa straniera può detenere il 100% della
proprietà ed usufruire di facilitazioni logistiche, fiscali e doganali.
Restano comunque due gli elementi di principale difficoltà per le nostre imprese che si affacciano sul mercato emiratino:
•una legislazione commerciale ancora non al passo con il grado
di apertura e dinamismo dell’economia nazionale;
•una concorrenza agguerrita da parte delle imprese di altri Paesi
in diversi settori.
Anche grazie alla sua posizione geografica, strategicamente situata
al centro della Regione del Golfo e con collegamenti più o meno equidistanti tra i mercati europeo, africano ed asiatico, gli EAU si propongono come esempio virtuoso, solido ed equilibrato di piattaforma di
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scambio commerciale e di snodo economico-finanziario. Grazie alle
sue moderne strutture di trasporto aereo, tra le quali una delle più
dinamiche compagnie aeree del mondo, la Emirates Airlines, gli EAU
sono attualmente in grado di movimentare 65 milioni di passeggeri
l’anno (inclusa Abu Dhabi). Mentre il volume delle merci movimentate annualmente (soprattutto via mare) raggiunge gli 80 milioni di
tonnelate, incluse le riesportazioni. In particolare, merita essere menzionato come l’area portuale ed industriale di Jebel Ali (Dubai) stia
diventando – anche per i flussi provenienti dall’Italia - una vera e propria porta d’accesso per molti prodotti destinati al mercato africano,
dalle attrezzature e macchinari alle derrate alimentari, fino ai prodotti
di base.
Il sistema delle istituzioni italiane presenti nel Paese (Ambasciata
in Abu Dhabi, Consolato Generale in Dubai, Ufficio ICE, Camera di
Commercio Italiana, antenna ENIT, Desk Promos), quantunque certamente ancora sottodimensionato rispetto alle reali esigenze, opera
in sinergia e con stile coeso per assicurare ogni possibile sostegno agli
interessi italiani negli EAU ed alla promozione di sempre più stretti
rapporti economico-commerciali bilaterali. Particolarmente rilevante
in questo settore, è il moderno ed efficace polo fieristico presente negli EAU che, tramite l’organizzazione periodica di ormai consolidate
manifestazioni specializzate di livello internazionale (soprattutto nei
settori delle costruzioni e relativi macchinari, dell’energia, dell’alimentazione e ospitalità alberghiera, del sanitario e farmaceutico, della
gioielleria e beni di lusso, ecc.), rappresenta per i nostri operatori commerciali uno dei più efficaci sistemi per approfondire le conoscenze
sul mercato locale e per presentare e promuovere la propria linea di
produzione.
In estrema sintesi, i nostri imprenditori troveranno negli EAU un
terreno attraente ma comunque molto impegnativo, dove per raggiungere il successo è sempre necessario mantenere il migliore livello di
eccellenza del nostro Made in Italy.
Abu Dhabi, 20 febbraio 2013
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EMIRATI ARABI UNITI
¬¬10 ragioni per investire negli Emirati
Arabi Uniti
•Posizione geografica strategica.
•Robusta crescita del PIL, che ha fatto registrare per il 2011 un
incremento del 3,3%, mentre per il 2012 si stima una crescita del
3,5% e del 5,1% in media per il periodo 2012-2016;
•Leggi liberali che facilitano gli investimenti; infatti, il grado di
apertura del Paese evidenzia un’elevata propensione dell’economia
emiratina ad un regime di libero scambio.
•Infrastrutture all’avanguardia e reti di trasporto avanzate come
la metropolitana “driverless” di recente costruzione; reti autostradali che collegano i diversi emirati tra loro; porti marittimi che sono
importanti punti di scalo per merci provenienti da tutto il mondo e
un progetto ambizioso di ferrovia che collegherà i principali centri
dei paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo.
•Stabilità politica; la famiglia regnante è al potere dalla nascita
dello Stato e gode del pieno sostegno della popolazione di nazionalità emiratina.
•L’impegno del governo in progetti su larga scala a sostegno della crescita e programmi di investimento strutturati.
•Accordi sulla doppia imposizione con diversi Paesi.
•Accesso preferenziale ai mercati vicini e a quelli internazionali
attraverso numerosi accordi commerciali.
•Ambiente sicuro ed amichevole.
•Presenza di Free Zones o zone franche con importanti incentivi
fiscali e di normativa societaria.
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EMIRATI ARABI UNITI
¬¬Collaborazione di Diacron
con Dubai FDI
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¬¬100 DOMANDE 4 100 RISPOSTE
Andare negli Emirati Arabi Uniti
¬¬1. Quali sono i documenti necessari per entrare negli
Emirati Arabi Uniti?
L’obbligo di visto per entrare negli EAU varia a seconda delle diverse
nazionalità; è sempre consigliabile verificare i regolamenti prima di
mettersi in viaggio.
Esclusi i cittadini di Bahrein, Kuwait, Oman, Qatar e Arabia Saudita,
ossia dei Paesi che, con gli EAU, aderiscono al Consiglio di Cooperazione del Golfo (Gulf Cooperation Council o più comunemente detto
GCC), i viaggiatori di qualsiasi altra nazionalità che entrano negli EAU
hanno bisogno di un visto. I cittadini italiani, come quelli europei, non
sono tenuti a fare richiesta del visto turistico (in inglese, noto come
visit visa), che viene rilasciato automaticamente al momento dell’ingresso nel Paese ed ha una validità di 30 giorni. Per ottenere questo
visto è sufficiente presentare il proprio passaporto all’aeroporto o alla
dogana. Il visit visa è rinnovabile per altri 30 giorni con il pagamento
di una tassa alle autorità emiratine. Inoltre, per i cittadini italiani (o di
altre nazionalità, purché in possesso di visit visa) è possibile uscire e
rientrare nel paese (per esempio, come spesso accade, per attraversare
la frontiera con il vicino Oman) continuando ad usufruire dello stesso
visto.
Per risiedere oltre due mesi negli Emirati Arabi Uniti e per essere
abilitato ad esercitarvi un’attività lavorativa occorre avere un visto di
residenza (UAE resident visa) cioè il permesso di soggiorno. Nel rapporto di lavoro dipendente, lo straniero può ottenere il permesso di
soggiorno solo se è sponsorizzato da una persona fisica o giuridica
residente negli EAU detta sponsor o garante; nella maggior parte dei
casi, lo sponsor è il datore di lavoro e il permesso di soggiorno viene rilasciato al momento dell’assunzione. Lo straniero che crea una società
o acquista un immobile ha diritto al resident visa.
Dal 2011 i cittadini stranieri che desiderano ottenere o prorogare
il permesso di soggiorno negli Emirati Arabi Uniti dovranno dotarsi
inoltre una carta d’identità nazionale (Emirates ID Card).
¬¬2. Come si arriva negli EAU?
I principali aeroporti internazionali degli Emirati Arabi sono a Dubai e Abu Dhabi, ma un numero crescente di compagnie aeree utilizza
anche l’aeroporto di Sharjah. Ci sono altri piccoli aeroporti internazionali a Fujayrah, Ras al-Khaimah e Al-Ain, usati principalmente dai voli
charter. Da Dubai e Abu Dhabi ci sono voli giornalieri per la maggior
parte delle capitali europee e per le principali destinazioni mediorien-
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tali e del Golfo. Qui troverete anche voli per gli Stati Uniti, l’Africa settentrionale, il subcontinente indiano e l’Australia. La più grande compagnia aerea degli EAU, la compagnia di bandiera di Dubai, è Emirates
Airlines (www.emirates.com), mentre la compagnia di bandiera di Abu
Dhabi è la Etihad Airways (www.etihadairways.com). Entrambe hanno
un’eccellente reputazione in fatto di sicurezza e collegano gli EAU a
destinazioni in tutto il mondo. Emirates Airlines effettua voli diretti
per l’Italia su tre rotte: Roma Fiumicino, Milano Malpensa e Venezia
Tessera. L’Etihad Airways, effettua invece voli diretti per l’Italia sulla
sola rotta Abu Dhabi-Milano. E’ di recente attivazione il volo diretto
Abu Dhabi–Roma effettuato da Alitalia in code-share con Etihad (dal
dicembre 2012 e con cadenza quadrisettimanale); esso risulta l’unico
collegamento diretto della nostra Compagnia con le capitali del Golfo.
A Sharjah volano, inoltre, diverse compagnie low cost, quali Air Arabia
(www.airarabia.com), Air India Express, Nas Air e Mihin Lanka.
¬¬3. Il calendario emiratino è diverso dal nostro?
Il calendario usato negli Emirati Arabi è quello occidentale salvo che
per le feste religiose che rispettano il calendario islamico Hijra.
EMIRATI ARABI UNITI
Il calendario Hijra, basato sui mesi lunari, è stato introdotto nel 638
d.C. dal secondo califfo Umar Ibn Al- Khattab. L’evento che segna l’inizio della cronologia musulmana è la Hijra o Egira, ossia l’emigrazione
del Profeta Muhammed dalla Mecca a Medina, nel primo giorno del
mese di Muharram dell’anno primo, che corrisponde al 16 luglio 622
dell’era cristiana.
L’anno musulmano è composto da dodici mesi lunari di 29 o 30 giorni e conta 10-11 giorni in meno dell’anno gregoriano. La cadenza delle
feste islamiche - il Capodanno Islamico; la festa di Isra & Miraj; l’inizio
e la fine del mese del Ramadan e quindi la festa dell’Eid al Fitr; il pellegrinaggio alla Mecca e la Festa Grande o Eid Al-Adha – varia dunque di
anno in anno rispetto al calendario gregoriano.
I dodici mesi del calendario Hijra sono:
1) Muharram
2) Safar
3) Raby` al-Awwal
4) Raby` ath-Thany
5) Jumada al-Twwal
6) Jumada ath-Thaniyya
7) Rajab
8) Sha`ban
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9) Ramadan
10) Shawwal
11) Dhu l-Qa`da
12) Dhu l-Hijja.
¬¬4. Che tipo di clima troverò?
Il clima degli Emirati Arabi Uniti è subtropicale arido, caratterizzato
da estati caldo-umide ed inverni miti con scarse precipitazioni concentrate sui rilievi montuosi.
Il periodo estivo si estende da maggio a ottobre. Durante questo periodo le temperature possono arrivare intorno ai 48 gradi nelle punte
massime con tassi di umidità molto alti e scendere intorno ai 35 gradi
di notte. D’inverno si può godere di un clima mite e piacevole con temperature che oscillano tra i 19 e i 28 gradi nelle ore più calde. In generale le temperature tendono ad aumentare nell’entroterra e a scendere
nei rilievi montuosi al confine con l’Oman.
¬¬5. E che tipo di cibo?
Gli Emirati Arabi Uniti vantano la presenza di una cucina internazionale che soddisfa le esigenze e i gusti della popolazione multiculturale
che vi risiede. La cucina più popolare è quella araba, in particolare nella sua variante libanese, seguita dalla cucina indiana. Piuttosto diffusa
è, poi, la presenza delle catene di fast food americane, e non è ignorata
nemmeno la gastronomia europea, specialmente italiana e francese.
Se amate il sapore delle tradizioni locali, andate alla ricerca del famoso pane arabo (khobs): accompagnerà a meraviglia il pollo alla griglia
(dajaj), gli spiedini di carne di agnello speziato (kabab), il famoso panino arrotolato con carne speziata di pollo o di agnello (shawerma) e
le polpettine di ceci fritte (falafel). Il principale canale di ristorazione
è costituito dai ristoranti, seguiti da coffee shop e bar e, infine, dagli
hotel. Minimarket, supermercati e ipermercati offrono prodotti importati da varie parti del mondo.
¬¬6. Quali comportamenti sono opportuni tenere quando
si viaggia negli EAU?
Gli Emirati Arabi Uniti sono un paese moderno e tranquillo, che non
presenta problemi di sicurezza a chi viaggia. Bisogna piuttosto ricordare ci troviamo in un paese del Golfo Persico che ha come religione ufficiale l’Islam e che coniuga la modernizzazione più spinta con
una peculiare fedeltà alla tradizione. Esistono regole ben definite, per
quanto riguarda, per esempio, gli atteggiamenti tra uomo donna: è
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infatti vietato mostrare segni d’affetto in pubblico e i trasgressori nei
casi più estremi possono rischiare multe pesanti e persino un periodo
di reclusione. Inoltre è importante non urtare la sensibilità della popolazione locale evitando atteggiamenti e modi di vestire provocatori
e astenendosi dal consumare bevande alcoliche in pubblico.
Durante le festività religiose, come per esempio nel periodo del digiuno del Ramadan, è importante adeguarsi alle regole locali che vietano di fumare, bere o mangiare in pubblico. Chi non rispetta le regole
può andare incontro, anche in questo caso, a multe e a pene detentive.
Cultura generale
¬¬7. Quali sono gli attuali confini degli EAU?
Gli Emirati Arabi Uniti si trovano nella parte sud-orientale della penisola arabica. Confinano a nord ovest con il Qatar, a sud-est con l’Oman, a ovest e a sud con l’Arabia Saudita. Le coste sono bagnate a nord
dal Golfo Persico, a nord est dal golfo di Oman.
EMIRATI ARABI UNITI
¬¬8. E quali le caratteristiche del territorio?
La superficie totale degli Emirati Arabi Uniti è di circa 83.600 km2.
L’emirato più esteso è quello di Abu Dhabi, che rappresenta l’87% della
superficie totale. Il più piccolo è l’emirato di Ajman, con una superficie di appena 259 km². La quasi totalità del territorio è pianeggiante e desertica. Solo nell’estremità orientale sono presenti formazioni
montuose - la Catena del Hajar - a ridosso del confine con l’Oman. La
lunghezza totale della costa degli Emirati Arabi Uniti è di 1318 km.
¬¬9. Quali sono gli eventi principali della storia degli EAU?
La popolazione autoctona emiratina è araba. Discende da tribù beduine, dedite prevalentemente all’allevamento di cammelli, all’agricoltura nelle oasi, alla pesca (compresa quella delle ostriche perlifere) e ai
commerci. La conversione all’Islam risale al VII secolo d.C.
La scarsità di risorse naturali all’interno del paese contribuì a spingere una parte della popolazione locale alla pirateria, che in epoca moderna prese di mira soprattutto le navi europee sulla rotta delle Indie.
Di qui la denominazione di “Costa dei pirati” che il paese ebbe fino alla
prima metà del XIX secolo.
All’inizio dell’epoca coloniale, i primi europei a insediarsi nel paese
furono i portoghesi che ne mantennero il controllo fino al 1633. Successivamente l’area fu contesa tra olandesi e inglesi. Dalla metà del
XVIII secolo, gli inglesi, che cercavano di esercitare il proprio predo-
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minio navale sul Golfo, entrarono in conflitto con una delle tribù più
influenti di allora, i Qawasim. Nel 1820, forze britanniche riuscirono
a sconfiggere la tribù dei Qawasim e a imporsi sulla regione creando
anche una loro fortezza, al fine di proteggere il commercio con l’India e
bloccare l’ingresso ai concorrenti europei. Nel 1853, un trattato stipulato con gli sceicchi locali bandiva definitivamente le azioni marittime
ostili e stabiliva una “tregua marittima perpetua” tra la Gran Bretagna
e quelli che da allora presero il nome di “Stati della Tregua”(Trucial
States). Un nuovo trattato nel 1892 istituì un protettorato britannico
su paese, che escludeva interferenze di altre potenze coloniali. Furono
gli inglesi a tracciare i confini dei sette emirati con una decisione gravida di conseguenze, emerse quando nel territorio di alcuni emirati è
stato scoperto il petrolio.
Durante il periodo coloniale l’Emirato di Sharjah fu il più potente,
ma gradualmente perse il primato lasciando il posto prima ad Abu
Dhabi e in seguito a Dubai.
La Gran Bretagna decise di rinunciare al protettorato nel corso degli
anni sessanta del secolo scorso, con l’avvicinarsi della data in cui sarebbe spirato il trattato, anche perché la spesa per assicurare una presenza
militare nel Golfo Persico era diventata insostenibile. La fase che precedette la formazione della federazione fu abbastanza travagliata, poiché nel corso degli anni sessanta la vita politica interna venne agitata
dallo scontro tra una parte favorevole alla centralizzazione dell’amministrazione e una, invece, che favoriva l’autonomia dei singoli emirati.
Il conflitto venne risolto solo nel 1971 con l’organizzazione che esiste
tuttora. Lo sceicco Zayed bin Sultan Al Nahyan e lo sceicco Rashid bin
Saeed Al Maktum presero l’iniziativa di formare una confederazione
tra gli Emirati della Tregua. Il progetto iniziale prevedeva l’inserimento nella nuova federazione anche di Qatar e Bahrein, ma alla fine questi due stati optarono per la separazione. Il 2 dicembre 1971 gli EAU
proclamarono l’indipendenza ed oggi questa data è celebrata con una
festa nazionale.
Una svolta cruciale dal punto di vista economico e sociale era stata
avviata, nel frattempo, dalla scoperta e dallo sfruttamento, a partire
dagli anni sessanta, di importanti giacimenti petroliferi.
¬¬10. Qual è il nome dei sette emirati? Qual è la capitale
degli Emirati Arabi Uniti?
I sette emirati sono: Abu Dhabi, Dubai, Sharjah, Ajman, Umm Al-Quwain, Ra’s Al-Khaimah e Fujayrah. La capitale della federazione degli
Emirati Arabi Uniti è Abu Dhabi, appartenente all’omonimo emirato.
La città di Dubai è il principale centro commerciale e finanziario.
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¬¬11. Quali sono le principali caratteristiche
demografiche?
La popolazione degli EAU, secondo le ultime stime del 2010 rilasciate dal National Bureau of Statistics conta 8,2 milioni di abitanti. La popolazione complessiva ha registrato una crescita impressionante pari a
circa il 9 per cento medio annuo dagli anni immediatamente precedenti l’indipendenza a oggi. Tale incremento è dovuto in larghissima parte
all’immigrazione di lavoratori (espatriati) per lo più asiatici. Nel 2010
solo il 13 per cento della popolazione era autoctono. Il fatto che la gran
parte degli espatriati sia costituita da lavoratori maschi, in assenza di
una politica favorevole ai ricongiungimenti familiari, determina un
forte squilibrio tra maschi e femmine.
Se prendiamo in considerazione alcune stime relative agli emirati più
popolosi (tabelle 1 e 2), constatiamo che nell’emirato di Dubai, su una
popolazione di circa 2.000.000 di individui, il 76,70 per cento è costituito da uomini e solo il 23,30 per cento da donne. La sproporzione
tra la popolazione maschile e quella femminile (329 uomini per 100
donne) è dovuta al fatto che generalmente la forza lavoro immigrata
è composta da maschi (per lo più indiani) non accompagnati dalla famiglia. Analogamente, nell’emirato di Abu Dhabi, su una popolazione
complessiva di circa 2.120.000 di individui, gli uomini sono oltre il 70
per cento della popolazione e le donne nemmeno il 30 per cento.
EMIRATI ARABI UNITI
Tabella 1 Popolazione per sesso, Dubai fine 2011
%
Numero
Sesso
76,70
1.536.380
Uomini
23,30
466.790
Donne
100,00
2.003.170
Totale
Fonte: Dubai Statistics Center, Population Bulletin 2012 – Emirate of Dubai
Tabella 2 Popolazione per sesso, Abu Dhabi fine 2011
%
Numero
Sesso
70,72
1.499.800
Uomini
29,28
620.900
Donne
100,00
2.120.700
Totale
Fonte: Statistics Center – Abu Dhabi, Statistic Yearbook of Abu Dhabi 2012 – Emirate of Abu Dhabi
Altre caratteristiche demografiche sono la giovinezza della popola-
24
zione e la sua forte urbanizzazione. Il 51 per cento degli emiratini ha
meno di 20 anni e il 38,1 per cento ha meno di 14 anni. Circa l’88 per
cento della popolazione vive nei centri urbani.
¬¬12. Da dove provengono gli immigrati?
Su una popolazione totale di oltre 8,2 milioni, gli arabi autoctoni
sono, come abbiamo visto, una piccola minoranza: poco più di 900
mila persone pari all’11%. Gli espatriati sono dunque circa 7,3 milioni
e provengono in maggioranza (circa il 50%) dal subcontinente indiano: la comunità indiana conta più di 1,75 milioni di residenti, seguita
da quella pakistana con circa 1,25 milioni e dai circa 500 mila bengalesi del Bangladesh. Oltre un milione di residenti è costituito da rappresentanti di altre comunità asiatiche in particolare Thailandia, Filippine
e Afghanistan, mentre circa 500 mila residenti provengono da Europa,
America, Australia e Sudafrica. Gli immigrati costituiscono il 95 per
cento dell’intera forza lavoro del Paese.
¬¬13. Qual è la lingua principale?
La lingua ufficiale degli emirati è l’arabo (anche se, specialmente nei
rapporti di lavoro, è sempre più diffuso l’inglese).
L’arabo è una lingua semitica parlata da oltre 280 milioni di persone
nel mondo. Si scrive da destra a sinistra con un alfabeto di 28 segni.
Dell’arabo si usano correntemente tre forme distinte. La prima è l’arabo classico o coranico, la lingua del Corano, il libro sacro dell’Islam,
oltre che della letteratura e della poesia. La seconda forma è costituita dall’arabo moderno standardizzato (Modern Standard Arabic), che
è usato dalle istituzioni pubbliche e dai mass media e che accomuna
i parlanti arabi di diverse nazionalità. Infine esiste l’arabo parlato o
colloquiale, la lingua di tutti giorni, usata nelle famiglie. Quest’ultima forma cambia da luogo a luogo perché incorpora i dialetti locali
usati nelle diverse regioni del mondo arabo. L’arabo parlato nell’area
del Golfo, negli Emirati ma anche in Qatar, Bahrein, Arabia Saudita e
Kuwait è comunemente detto “Khaliji”.
¬¬14. Si parlano altre lingue?
La lingua internazionale più usata dopo l’arabo è sicuramente l’inglese. Ma negli emirati è possibile sentir parlare urdu, hindi, bengali,
pashto, malayalam, tamil, telugu, tagalog e cinese, oltre alle altre lingue europee.
¬¬15. Esiste una questione religiosa negli EAU?
La religione ufficiale di Stato è l’Islam. La quasi totalità della popola-
25
zione emiratina è musulmana. Tuttavia lo Stato persegue una politica
di tolleranza nei confronti delle altre religioni, introdotte negli emirati
da stranieri residenti. Poiché anche molti immigrati sono musulmani,
appartiene all’Islam il 76% della popolazione totale. Tra i musulmani,
i sunniti (85%) predominano sugli sciiti (15%), per lo più di origine
iraniana. I cristiani sono circa l’8% della popolazione, mentre il 15%
professa altre religioni, principalmente induismo e buddismo.
Le religioni non islamiche possono essere praticate liberamente in
privato e nel proprio luogo di culto. Sono severamente vietati, e sanzionati pesantemente, il proselitismo di altre religioni all’infuori dell’Islam.
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Le collane Diacron Press
PGP - PICCOLE GUIDE PRATICHE
Volumi pubblicati
1. Emirati Arabi Uniti. Wage Protection System. Analisi e contesto
normativo
La prima legge sul lavoro negli Emirati Arabi risale al 1980. Il decreto ministeriale n. 788 del 2009 ha introdotto nuove disposizioni sul trasferimento
dei salari, in particolare l’obbligo per le imprese private – non per quelle pubbliche e per le Free Zone Companies – di procedere al pagamento dei propri
dipendenti mediante trasferimento bancario. Tale provvedimento prevede
l’implementazione del Wage Protection System, il sistema informatico di trasferimento delle informazioni e dei documenti dal datore di lavoro alle istituzioni bancarie incaricate di effettuare il pagamento al lavoratore. La guida ne
analizza rischi e benefici.
2. Bulgaria. Casi di triangolazione IVA. Descrizione e semplificazione
Triangolazioni comunitarie, interne ed extra UE: in questa guida vengono
analizzati i casi in cui un soggetto (promotore) acquista un bene da un soggetto di altro Stato (primo cedente) e lo cede a un soggetto di un terzo Stato
(destinatario). Poiché lo stesso bene è ceduto due volte, si realizzano due operazioni suscettibili di rilievo ai fini IVA, ciascuna delle quali, in linea di principio,
dovrebbe essere assoggettata all’imposta singolarmente, secondo le proprie
caratteristiche; tuttavia in alcuni casi la disciplina IVA regola specificamente la
triangolazione, escludendo l’imposizione dell’operazione intermedia.
3. Cina. Le oscillazioni del tasso di cambio
Nel giugno 2010 la Banca Popolare Cinese ha sganciato lo yuan dal cambio fisso portando il cambio di partenza a 6,7980 CNY per ogni dollaro e introducendo una fluttuazione quotidiana controllata dello 0,5%. Secondo gli
analisti, ciò favorirebbe le importazioni della Cina, frenando l’eccedenza delle
esportazioni e consentendo lo sviluppo del mercato interno. In altre parole
sarebbe spianata la strada per un capovolgimento dell’attuale situazione: da
“fabbrica del mondo” la Cina diventerebbe un grande mercato fatto di nuovi
ricchi e di tendenze occidentalizzanti. Ma l’oscillazione del tasso di cambio
comporta anche dei rischi per le imprese. La guida analizza alcuni casi concreti per limitare il rischio valutario e ridurre l’incertezza degli investimenti.
4. Bulgaria. Il trasferimento all’estero della sede sociale
Gli articoli 43 e 48 del Trattato CE garantiscono la libertà di stabilimento per le società degli Stati membri. Un passo significativo verso la riduzione
degli ostacoli al trasferimento della sede sociale posti dallo stato di origine è
stato fatto con la sentenza Cartesio1, emessa dalla Corte di Giustizia Europea
il 16 settembre 2008. La società può ora scegliere se trasferire la sede trasformandosi in una società regolata dal diritto nazionale di un altro Stato oppu-
87
re rimanendo soggetta alla legge dello Stato di costituzione, come nel caso
dell’azienda ungherese Cartesio e nei procedimenti di trasferimento della
sede sociale dall’Italia alla Bulgaria seguiti da Diacron Group.
5. Emirati Arabi Uniti. Gestione del rischio di cambio
Tutte le imprese che operino con valute diverse da quella funzionale sono
necessariamente esposte non solo al rischio imprenditoriale/commerciale
dell’operazione, ma anche all’oscillazione dei tassi di cambio. Questa guida
analizza gli aspetti da prendere in considerazione ed offre alcune indicazioni
pratiche: metodi di copertura (per debiti e crediti commerciali, previsioni di
vendita/acquisti definiti o meno da un prezzo di listino, attività e passività di
bilancio in valuta estera), hedge accounting (IAS 39), effetti delle variazioni dei
cambi delle valute estere (IAS 21) e dell’accordo conosciuto come Basilea 2.
6. Cina. Distribuzione e vendita al dettaglio
Da paese produttore a paese consumatore: le aziende non guardano più
alla Cina solo come luogo dove avviare stabilimenti di produzione che servano l’export, ma come nuovo mercato dove aprire punti vendita. Il governo sostiene questa inversione di rotta con l’approvazione di un piano quinquennale (2011-2015) per lo sviluppo del «consumatore cinese». A conferma
di questa tendenza nei primi due mesi dell’anno c’è già stato un aumento
del 15,8% dei consumi interni rispetto al 2010. In questa guida sono descritti i metodi di ingresso nel settore commerciale cinese: l’investitore straniero
può appoggiarsi a strutture di distribuzione esistenti oppure costituire una
FICE (Foreign Invested Commercial Enterprise) e aprire punti vendita diretti.
Vengono inoltre illustrati altri aspetti dell’attività commerciale: possibilità di
franchising, controllo delle operazioni di scambio e qualità dei prodotti, registrazione dei marchi, dazi doganali, imposte indirette.
EMIRATI ARABI UNITI
7. Bulgaria. Il settore energetico: fonti di energie alternative
In Europa, dove Greenpeace ipotizza che le rinnovabili raggiungeranno
il 68% nell’arco di vent’anni, la Bulgaria rappresenta uno sbocco interessante
per chi voglia investire in questo settore. La guida descrive il quadro normativo che rende l’investimento in questo paese un’interessante opportunità di
business: oltre ai bassi costi assicurativi e di manodopera, si aggiungono condizioni favorevoli nel settore specifico come l’esenzione d’imposta sul reddito
d’impresa, i crediti fiscali sugli investimenti, le agevolazioni IVA e programmi
speciali di finanziamento che rendono particolarmente redditizio cavalcare
l’onda verde dell’energia pulita.
8. Cina. La tassazione per gli espatriati
Dal 1° settembre il governo cinese ha aumentato le aliquote per i redditi
più elevati che si ritroveranno così a pagare tasse più salate. La guida illustra
la nuova posizione fiscale degli espatriati italiani in Cina e aiuta a districarsi nei
meandri della nuova normativa, descrivendo il concetto di residenza fiscale
italiana e il world wide principle vigente nel sistema impositivo italiano. Vengono analizzati dettagliatamente tutti i casi che potrebbero verificarsi per un
espatriato: spostamento della residenza fiscale in Cina, mantenimento della
residenza fiscale in Italia, trasferta e missione, distacco presso imprese estere,
trasferimento all’estero.
88
9. Emirati Arabi Uniti. Procedure doganali
Gli Stati membri del GCC (Gulf Cooperation Council), ovvero Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Qatar, Sultanato dell’Oman e Bahrein, hanno
intrapreso a partire dal 1992 un iter legislativo che è culminato nel 2003 con
la promulgazione finale e l’implementazione della Legge Doganale Unificata
degli Stati membri del GCC (The Common Customs Law for the Arab States
of the Gulf ), tesa alla creazione di un mercato comune e alla rimozione dei
confini doganali all’interno degli Stati membri. La guida analizza nel dettaglio
le procedure di importazione, di transito e d’esportazione fornendo esempi
concreti.
10. Svizzera. I permessi di lavoro per stranieri
Sempre più imprenditori italiani decidono di trasferirsi in Svizzera e aprire
un’attività per produrre in loco, così come molte aziende con sede operativa nella Confederazione continuano ad assumere, specie in Canton Ticino,
lavoratori italiani. La guida è un vademecum per districarsi nella normativa
dei permessi e conoscere i regimi di tassazione ai quali si va incontro come
lavoratori dipendenti, autonomi o come semplici residenti. Un’attenzione
particolare è riservata ai frontalieri, ma vengono esaminati tutti i casi possibili:
i cittadini UE, UE-2 o AELS che intendono trasferirsi in Svizzera per svolgere
un’attività dipendente o indipendente possono richiedere tre tipi di permesso. La guida analizza dettagliatamente i requisiti per ottenerli, la loro validità
e la possibilità di usufruire di ricongiungimenti familiari. Vengono inoltre illustrate la normativa fiscale, le regole sulla cassa malati e sull’assicurazione
contro la disoccupazione.
11. Bulgaria. Transfer Pricing e Thin Capitalization
Con “Transfer pricing” si intende, nella comune accezione economica, il
controllo dei corrispettivi applicati alle operazioni commerciali e/o finanziarie
intercorse tra società collegate e/o controllate residenti in Stati diversi, al fine
di verificare che non vi siano aggiustamenti “artificiali” di tali prezzi. Un tema
che assume un ruolo strategico per le società con più sedi in Stati diversi ed
allo stesso tempo costituisce un aspetto di particolare criticità per le nazioni
in cui le singole società sono ubicate. La guida descrive nel dettaglio i metodi
per la determinazione del prezzo di mercato, gli strumenti di prevenzione per
evitare eventuali controversie con le autorità fiscali, le sanzioni alle quali si
potrebbe andare incontro. La situazione in Bulgaria viene messa a confronto
con l’ordinamento italiano che ricalca anch’esso le linee guida dell’OCSE. Viene infine affrontato anche il tema della Thin capitalization in Bulgaria alla luce
del CITA (Corporate Income Tax Act). La guida descrive la normativa e i suoi
limiti di applicazione.
12. Emirati Arabi Uniti. La tassazione per gli espatriati
La guida chiarisce i dubbi sull’argomento, fornendo una descrizione
dettagliata del quadro normativo italiano ed emiratino. Inoltre analizza nel
dettaglio tutti i casi in cui può incorrere un lavoratore dipendente e la relativa disciplina che stabilisce l’eventuale mantenimento della residenza fiscale
in Italia in caso di trasferta, missione o distacco presso imprese estere. Negli
Emirati non ci sono imposte sul reddito, ma solo una serie di tasse indirette di
tipo amministrativo e immobiliare. La normativa previdenziale è ancora interamente privatizzata per quanto concerne gli espatriati, ma è in studio una
89
riforma del sistema previdenziale che potrebbe portare all’istituzione di un
fondo pensione dedicato.
100x100 BUSINESS
Volumi pubblicati
1. Come fare affari in Iran. 100 domande & 100 risposte
2. Come fare affari in Svizzera - Canton Ticino. 100 domande e
100 risposte
3. Come fare affari in Bulgaria. 100 domande e 100 risposte KNOW HOW
In uscita:
1. A spasso a 360° nel servizio documentario
2. Commercio elettronico in Cina
Fondazione ESS
La Fondazione ESS (European Studies Support) è priva di scopi
di lucro. I mezzi per sostenere le sue attività sono forniti dal reddito del patrimonio conferito dal socio fondatore, nonché da altri
contributi, in particolare quelli dei soci sostenitori.
È desiderio della Fondazione continuare e incrementare l’attività
svolta finora, accrescere il sostegno ai giovani per i loro studi,
e soprattutto riuscire a fornire efficaci contributi a promettenti
progetti di ricerca. Per tutto questo auspica l’aumento del numero dei soci sostenitori (i quali s’impegnano a dare un contributo
finanziario) che condividano gli scopi e apprezzino l’attività di
questa istituzione privata e indipendente, snella ed efficiente.
La Fondazione attribuisce premi, sussidi e borse di studio destinati a giovani promettenti.
Lo scopo principale della Fondazione è di aiutare qualsiasi persona nella propria educazione, apprendistato e obiettivi professionali. Lo scopo potrà essere raggiunto non solo attraverso la
collaborazione con le strutture educative e il supporto per l’introduzione delle persone in tali strutture, ma anche con la stesura
di manuali e libri, organizzazione d’incontri, apprendistati, ricerche, propaganda e programmi collaterali nelle aree dell’educazione, delle scienze sociale e umanistica, dei mass media e dell’arte.
www.diacron.eu/ess
91
«Grazie alla loro stabilità politica, alle ingenti risorse petrolifere e ad una lungimirante politica di diversificazione nello sviluppo nazionale, gli EAU sono divenuti ormai uno dei maggiori snodi commerciali della Regione del Golfo, oltreché
uno dei principali hub sia per il mondo finanziario e degli affari che per i flussi
turistici.
Le relazioni economiche tra Italia ed Emirati Arabi Uniti sono da tempo in
costante crescita e gli Emirati Arabi Uniti rappresentano attualmente il principale
mercato di sbocco delle esportazioni italiane verso l’intero mondo arabo.»
ISBN: 978-1-908346-17-9
Euro 9,99
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www.diacronpress.com

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