Appalti Marina, governo e politica piegati dalla cricca
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Appalti Marina, governo e politica piegati dalla cricca
6 » POLITICA | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 9 Aprile 2016 LETTERA AL QUIRINALE I 5Stelle chiedono incontro a Mattarella: “È una Tangentopoli” IL CASO » CARLO TECCE C osì funziona il governo italiano. Un venerdì di dicembre, per la precisione l’11 dicembre 2014 mattina, l’imprenditore Nicola Colicchi allerta con un messaggio l’irrefrenabile Gianluca Gemelli, indagato a Potenza per corruzione e traffico di influenze illecite, compagno dell’ex ministro Federica Guidi (Sviluppo Economico): “Per favore potresti chiedere a Federica se firma il documento legge Navale?”. E Gemelli, pragmatico, fa una verifica: “Mi informo”. Nel pomeriggio, verso le 18, lo stesso Colicchi esulta: “Firmato”. Quel giorno gli uffici di Camera e Senato ricevono dal ministro Guidi e protocollano lo schema di decreto sui contributi pluriennali per la Marina: pattugliatori polivalenti d’altura, unità anfibi multiruolo, unità di supporto logistico, unità navali polifunzionali. In sintesi: un affare da 5,4 miliardi, un appalto per vent’anni. Un vanto, e l’ultima medaglia, per l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, il capo della Marina indagato sempre a Potenza nel filone siciliano che riguarda il porto di Augusta, la città di Gemelli. Il compagno del ministro, di recente degradato a “padre di mio figlio”, è l’uomo ovunque. E pure generoso. Perché non aiutare De Giorgi se poi – in questa commistione di interessi – potrà ricambiare? Per gli amici degli amici, quelli che la Guidi definisce “quartierino”, il passaggio in Parlamento è una formalità. Che sarà mai ottenere il parere nelle commissioni Difesa di Camera e Senato sul copioso “programma navale”? Agli amici degli amici piace, e molto, il governo che avanza di fretta. Anche la Guidi è celere. IN MANIERA irrituale, il mini- stro accompagna la spedizione del “programma navale” con un’accorata lettera: “Mi preme segnalare l’urgenza del parere”. Va rammentato che siamo in dicembre, e le vacanze incombono. Non è tempo per i cavillosi. Il 22 dicembre, a valigie pronte, si riunisce la commissione Difesa di Montecitorio per benedire il “programma navale”. Il presidente Elio Vito, ex radicale convertito al berlusconismo, fa una rapida premessa: fissa il termine all’8 gennaio, che poi coincide con la riapertura dei palazzi. Come a dire: più che discutere, colleghi, variamo. E buon anno. Ma la pattuglia dei Cinque Stelle è sospettosa. E il governo non ha previsto il fluviale intervento di Gian Piero Scanu, capogruppo dem, già sindaco di Olbia, sottosegretario con Romano Prodi, un sar- UNA LETTERA al presidente della Repubblica, in cui chiedono di essere ricevuti “per parteciparle tutta la preoccupazione del Movimento per quella che si stra profilando come una nuova Tangentopoli”. Dopo aver invocato per giorni un intervento del Quirinale , il M5s ha inviato a Sergio Mattarella una richiesta ufficiale di incontro, per discutere con lui dei risvolti politici dell’inchiesta di Potenza. q “Chiediamo di ricevere una delegazione di parlamentari” scrivono i 5Stelle, che ribadiscono: “Sarebbe stato opportuno votare le mozioni di sfiducia (la cui discussione è fissata per il 19 in Senato, ndr) prima dell’approvazione definitiva della modifica costituzionale: segnale di trasparenza e correttezza istituzionale”. Il M5s sperava che il Quirinale intervenisse. Ma ora punta a ottenere un incontro prima del re- ferendum sulle trivelle del 17 aprile. Intanto dal Pd arriva un’altra querela per il Movimento. Destinatario è il deputato Carlo Sibilia, durissimo ieri in conferenza stampa: “Trivellopoli è uno scandalo che non coinvolge solo un ministro: è un sistema mafioso che opera con gli stessi metodi della criminalità organizzata”. “Parole gravissime, sporgeremo querela” afferma il tesoriere dem Francesco Bonifazi. Il solito Gemelli Il compagno della Guidi e l’affare da 5,4 miliardi Così alla vigilia delle feste, la commissione Difesa cede al “quartierino” Appalti Marina, governo e politica piegati dalla cricca L’ammiraglio Il capo di Stato maggiore della Marina, Giuseppe De Giorgi, è indagato nell’inchiesta di Potenza Ansa PALAZZO CHIGI » WANDA MARRA C i sono delle difficoltà, ma dobbiamo andare avanti”. Ieri Matteo Renzi davanti ai suoi ministri riuniti per l'approvazione del Def, nel primo Cdm dopo le dimissioni di Federica Guidi, ha esordito così. Poi ha ribadito quello che va dicendo da giorni, pubblicamente: “Non siamo il governo delle lobby, stiamo facendo quello che dobbiamo fare”. TONI BASSI , rassicuranti, qua- si da padre magnanimo. Ma le “difficoltà”, sono quelle più complicate da affrontare in un gruppo di persone: quelle umane e personali. Per una settimana, i giornali hanno messo in piazza conversazioni molto poco edificanti. Dalle affermazioni piene di livore della Guidi su Claudio De Vincenti, Sottosegretario a Palazzo Chigi e suo ex vice dal quale si sentiva commissariata, e sul ministro do tignoso: “Il governo chiarisca come intende utilizzare la differenza di importo tra i 3,8 miliardi di euro stanziati e i 5,4 autorizzati”. Perché il “programma navale” costerà 3,8 miliardi di euro, ma il governo fa riferimento a un ammontare complessivo di 5,4 miliardi. Per l’appunto, non tornano 1,6 miliardi: si tratta degli interessi di un prestito bancario o c’è l’intenzione di comprare ancora un po’ di navi? Il 7 gen- navale senza chiedere prestiti. Sorpresa: ci sono 1,6 miliardi in più. Questi soldi a cosa servono? Il ministero indugia, allora Scanu evoca la legge n.244 del 2012: per spendere ancora dovete tornare in commissione. Questo accade a palazzo Madama. Con l’indagine di Potenza scopriamo i tormenti di De Giorgi. Il pluridecorato naio, in commissione Difesa a ammiraglio chiama Gemelli e palazzo Madama, i senatori insulta Alfano (“Una testa di scacciano il dubbio sul denaro: cazzo”) e argomenta: “Alfano per evitare risposte comples- è stato ricondotto a miti conse, evitano di formulare do- sigli da Pinotti: l’ha cazziato”. mande. Il presidente Nicola E Scanu? “Ha fatto il pazzo, il Latorre, in pochi minuti, con- gruppo dem è contro di lui”, fa quista il parere favorevole. Il un’analisi politica l’ammirasenatore Riccardo Conti, che glio. “Non si riesce a fermare in teoria non è in maggioranza neanche con un bazooka?”, si e in pratica è un sodale di Denis legge ancora nelle carte (ma Verdini, rinon è un’echiama l’a sspressione di semblea al ri- L’allarme De Giorgi). s p e t t o d e l Il dem Scanu: “Ho L ’ a m m i r aprestigio miglio ha buone l i t a r e : “ L a subito forti pressioni” fonti, perché commissione Per fermarlo dissero: davvero i senon dovrebnatori demobe soffermar- “Basta il bazooka?” cratici, assesi su aspetti condati da me ra men te Ettore Rosacontabili”. Ma gli aspetti me- to (capogruppo a Montecitoramente contabili, sollevati da rio, corrente di Franceschini Scanu, inchiodano la commis- come la Pinotti), tentano di sfisione Difesa a Montecitorio. duciare Scanu. L’ex sindaco di In commissione, per due volte, Olbia resiste, litiga con i colleci va il sottosegretario Gioac- ghi, e denuncia “pressioni”. Il chino Alfano, non la titolare 20 gennaio, Scanu presenta il Roberta Pinotti. Alfano comu- parere agganciato a una serie nica ai deputati che il governo di condizioni essenziali. La ha deciso di sfruttare le risorse prima: il governo non può toca disposizione nel bilancio care il miliardo e seicento midello Sviluppo Economico – il lioni senza consultare il Parladicastero di Federica Guidi – mento. E non è finita. per finanziare il programma © RIPRODUZIONE RISERVATA La scheda LA LEGGE Il decreto sui contributi pluriennali per la Marina serve, tra le altre cose, per l’acquisto di navi, di pattugliatori d’altura, di unità anfibi multiruolo n I FONDI Il programma navale doveva costare 3,8 miliardi di euro, ma il governo fa riferimento a un ammontare complessivo di 5,4 miliardi. A che serve la cifra in eccesso? n Veleni L’incontro dopo gli insulti usciti sui giornali. Ma svicolano: “Tutto tranquillo” La prima riunione dei ministri-coltelli Renzi: “Difficoltà, ma andiamo avanti” dell’Economia, Pier Carlo Padoan, agli annunci di dossieraggio contro Graziano Delrio. E sullo sfondo, il funzionamento di un sistema di potere, dove per arrivare a Matteo Renzi, si deve passare per Lu- Scambio di ruoli Il premier in aula per il voto sulle Riforme, la Boschi vola a Londra a nome del governo ca Lotti e Maria Elena Boschi. Quel “chiedi a Luca”, “chiedi a Maria Elena”, che praticamente tutti, a tutti i livelli, dicono. Ma ieri il tavolo del Cdm ci ha tenuto a tenere un contegno il più normalizzante possibile. “Tranquillo” è la pa- rola che tutti usano per descrivere il clima, quasi si fossero messi d’accordo. Ad eccezione di Lotti, in Sicilia, c’erano i protagonisti delle vicende di questi giorni: la Boschi, interrogata dai Pm di Potenza lunedì, il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, descritta come vittima e oggetto delle trame dell’Ammiraglio De Giorgi, De Vincenti, e ovviamente Padoan. “Si è cercato di parlare d’altro, di spostare l'argomento”, racconta chi c’era. Renzi, in particolare, ci ha tenuto a condividere la sua decisione della rottura con l’Egitto. Ma poi, la riunione è stata interrotta prima della fine: conferenza stampa, ovviamente ad uso di Tg1. “Ciò che costituisce pettegolezzo dovrebbe essere derubricato a quello che è. Non tutto quello che è stato pubblicato attiene alla dimen- ché non è vero”. Anzi, “siamo una squadra molto coesa. Il Governo non è balcanizzato”. MA RENZI sente il clima: tanto Matteo Renzi Ansa sione giudiziaria”, ha detto. Anche questa, ammissione di debolezza. Mentre dichiara di non aver ancora trovato la soluzione per il Mise. Nel frattempo, Delrio corre a Otto e Mezzo. Faccia stravolta, prova a seguire la linea: “Le dimissioni della Guidi sono state una sorpresa per tutti noi. Ma credo che questa situazione vada focalizzata su questo, e non sul fatto che tutti i ministri vanno uno contro l’altro armati, per- è vero che martedì sarà a Montecitorio e interverrà nel dibattito sulle riforme, che arrivano all’ultimo voto. Strada in salita da qui a ottobre. Nel frattempo, la Boschi lunedì non sarà alla Camera per la discussione generale: visita istituzionale a Londra, dove parlerà al Parlamento di Westminster. Non si farà mancare neanche una tavola rotonda con imprenditori e investitori britannici. I due si scambiano i ruoli: lui mette la faccia sulla battaglia politica più importante, lei porta il governo all’estero. E si occupa di affari, come ha sempre fatto il premier nelle missioni internazionali. © RIPRODUZIONE RISERVATA