21 Margherita Sarfatti la donna che inventò Mussolini

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21 Margherita Sarfatti la donna che inventò Mussolini
CRONACA
P A G I N A
ComoLibri
21
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 27 NOVEMBRE 2010
L’ULTIMA PUBBLICAZIONE DI ROBERTO FESTORAZZI
Una biografia
dettagliata,
costruita
dall’autore
attingendo a fonti
inedite, dopo un
lavoro durato
dieci anni.
Uno spaccato
storico
interessante
che ci regala
l’immagine
di una delle figure
più interessanti
del 900,
le cui spoglie
oggi riposano
a Cavallasca
Margherita
Sarfatti
la donna
che inventò
Mussolini
è un legame
profondo che
unisce Como a
Margherita
Sarfatti. Le sue
spoglie riposano nel piccolo cimitero di Cavallasca,
località adagiata sulle
prealpi comasche, a pochi
chilometri dal capoluogo,
ma anche dal confine
elvetico.
Perché proprio Cavallasca accoglie questa figura imponente nel panorama letterario e culturale
del Novecento, più nota al
grande pubblico per aver
“condiviso” il suo letto con
quello del Duce?
Proprio in quel di Cavallasca ci piace immaginare che Margherita abbia trascorso alcuni dei
giorni più lieti della sua
vita. A Cavallasca vivrà
gli anni del dopoguerra,
appartata nella splendida
Villa che ancora oggi è ricordata con il suo nome,
sino alla morte, avvenuta
all’età di 81 anni, nel
1961.
Chi era Margherita
C
’
Sarfatti al di là dei luoghi comuni, delle dicerie
“da bar”, delle facili considerazioni di superficie?
Ad aiutarci nella “ri-lettura” storica di questo
personaggio è il giornalista e scrittore Roberto
Festorazzi, nel suo ultimo
libro “Margherita Sarfatti. La donna che inventò
Mussolini” da poco dato
alle stampe. Una ricerca
minuziosa, durata quasi
un decennio, che ha permesso a Festorazzi di attingere a documenti inediti, tra i quali un prezioso scritto, My Fault, ossia
il testo originale in lingua
inglese che l’ex amante di
Mussolini avrebbe desiderato dare alle stampe.
Uno spunto prezioso al
quale Festorazzi ha saputo affiancare altre fonti
storiche e documentali.
Il risultato è un’opera di
oltre quattrocento pagine
che attraversa la vita di
questa donna, tratteggiandone una biografia
dettagliata.
Le origini ebraiche, la
nascita a Venezia, nell’aprile del 1880,
nessuna frequentazione
scolastica
(dovette la
sua istruzione a insegnanti privati) e, in virtù
di questo,
per l’anagrafe la paradossale etichetta di analfabeta che l’avrebbe
accompagnata per tutta
la vita. Eppure a soli
quattordici anni la figlia
di Laudadio Amedeo già
parla e scrive in tedesco,
francese e inglese, e annovera già, tra i suoi autori preferiti, Kipling e
Shelly.
L’età dell’adolescenza è
anche quella dei primi
amori. Tra le curiosità da
segnalare l’infatuazione,
lei ancora dodicenne, con
un giovanissimo Guglielmo Marconi, conosciuto
durante un soggiorno a
Porretta, sull’Appennino
tosco-emiliano.
Da giovanissima sposa
la causa del “sol dell’avvenire” e avvia una collaborazione con un settimanale socialista, sul quale
scrive articoli di taglio
femminile, firmandosi
con lo pseudonimo Marta
Grassi.
L’incontro con l’avvocato Cesare Sarfatti, di
quattordici anni più anziano di lei, le regala il
sogno di un amore infinito. A 18 anni decide così
di convolare a nozze: è il
di MARCO GATTI
29 maggio 1898. Due anni
dopo, il 10 maggio 1900
dà alla luce il suo primogenito, Roberto; il 24 giugno 1902 nasce il secondogenito: Amedeo Giovanni Giosuè Percy Sarfatti.
Nell’ottobre di quello
stesso anno, è il 1902, la
famiglia lascia Venezia,
alla volta di Milano. Città che sarà terreno fertile alla piena maturazione
della sua fede socialista:
la frequentazione di Filippo Turati e la sua compagna Anna Kuliscioff, la
collaborazione con l’
“Avanti”, la direzione della “Difesa delle lavoratrici”.
Proprio questo ambiente sarà anche foriero di
nuovi incontri e di passioni sentimentali, alcune
delle quali intensamente
vissute al Soldo, il villino
rurale che i Sarfatti avevano acquistato a Cavallasca nel 1909 dai Bellasi,
facoltosa famiglia lariana. Spazio “destinato a
diventare il buen ritiro -
scrive Festorazzi -, luogo
di silenzio, di meditazione, di riposo, ma anche di
favore creativo”.
“Come tutte le case
sarfattiane - continua
l’autore - anche quella
lariana, prossima al confine con la Svizzera, ospitò un salotto tra i più
ambiti e ricercati d’Italia.
In quelle stanze, in quel
giardino, passarono, tra i
tanti, Pirandello, Medardo Rosso, Piacentini, Tosi,
Terragni, Alfredo Panzini,
Ada Negri, Carlo Linati,
Riccardo Bacchelli, Massimo Bontempelli. Le pareti erano tappezzate di
capolavori: tele di Sironi,
Marussing, Boccioni,
Funi, Viani, Mirò, Chagall, Rouault, Kokoschka,
disegni di Gris, Cocteau,
Picasso, acqueforti di
Gopya…”
L’incontro di Margherita con Benito Mussolini
porta la data del 1912. A
lui, neo direttore dell’Avanti, lei si presenta a
Milano, e così descrive
quel primo incontro: “Fui
Como nell’800
E’ distribuito in tutte le librerie
un nuovo volume di Enzo
Pifferi editore.
“Como nell’800”, 600
immagini, tratte da lastre
in vetro, documentano
la città di Como al tramonto
dell’Ottocento, quando
il secolo nuovo che stava
per iniziare era ricco
di promesse e la città aveva
ripreso a credere nel suo futuro
colpita dai suoi occhi gialli grandi e luminosi, che
roteavano e si muovevano febbrilmente nelle orbite; dalla sua bocca ferma, dalle sue citazioni di
Nietzesche, dal suo volto
severo e determinato…»
E da lì sarà molto breve il passo che li porterà
ad essere amanti.
Ed ecco l’inizio di una
storia nuova. Il libro di
Festorazzi entra tra le
pieghe di questa relazione, ne svela l’immagine di
un Duce diverso rispetto
a quella che ci ha regalato la storia. Ma anche di
una donna ferma, colta,
intelligente, alle cui spiccate doti letterarie si affianca una notevole capacità diplomatica. Non di
rado non disdegnerà consigli al Duce nella gestione del suo complesso sistema di potere, assicurandogli anche appoggi
dal mondo dell’alta finanza. Un uomo che arriverà
ad adorare, ma anche dal
quale prenderà con forza
le distanze, rileggendo in
chiave fortemente critica
le sue azioni politiche.
La donna che inventò
Mussolini…
Noi ci fermiamo qui. Al
lettore l’opportunità di
comprendere a fondo le
ragioni di questo titolo,
guidato dalle trame tessute dall’autore, riuscito,
negli anni, a ricostruire
una tela sfuggita, in passato, a molti altri storici.
“Margherita Sarfatti. La donna che inventò Mussolini”, Roberto
Festorazzi, 2010, Angelo Colla editore, pp.
432, 22 euro.