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Indirizzi Generali in pdf
RELAZI ONE PREVI SI ONALE E
PROGRAMMAT I CA
2015 – 2017
I ND I RI ZZI GENERALI
INDICE
Parte I – Strategie e indirizzi fondamentali delle politiche di bilancio per l’anno 2015
1.1 Indirizzi generali di programmazione
1.2 La Provincia e gli organismi gestionali esterni
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PARTE II – I Contesti
2.1 Il contesto internazionale
2.1.1 L'economia italiana
2.1.2 L'economia internazionale
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2.2. Il contesto europeo
2.2.1 La programmazione europea 2014 - 2020
2.2.2 Le caratteristiche principali del Bilancio UE 2014 - 2020
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2.3 Le politiche statali
2.3.1 La manovra finanziaria per l’anno 2015 – Legge di Stabilità 2015
2.3.2 Il riassetto delle Province
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2.4 La programmazione regionale
2.4.1. Il programma regionale di sviluppo (PRS) 2011-2015
2.4.2. Il documento annuale di programmazione 2015
2.4.3. Programmi operativi regionali
2.4.4. Progetti integrati di sviluppo
2.4.5 Programmi settoriali regionali
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2.5 La programmazione della provincia
2.5.1 Il piano territoriale di coordinamento del 2003
2.5.2. Progetto speciale per Prato
2.5.3. Piano locale per il trasferimento tecnologico
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PARTE I
STRATEGI E E I NDI RI ZZI FONDAMENTALI DELLE POLI TI CHE DI BI LANCI O PER
L’ANNO 2015
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I NDI RI ZZI GENERALI DI PROGRAMMAZI ONE
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PROGRAMMA “Affari Generali”
I l Programma è f inalizzato a mantenere le funzioni dell'Area nell'ambito della programmazione e
gestione della spesa di funzionamento dell’Amministrazione Provinciale. Detto ruolo si sostanzia nelle
competenze in materia di programmazione delle attività di acquisto di beni e servizi necessari al
funzionamento dell’Ente, nella gestione delle relative procedure di gara, nella gestione, monitoraggio e
ottimizzazione dei contratti di forniture e servizi relativi alle spese di funzionamento, nella gestione
delle manutenzioni ordinarie sui beni mobili occorrenti al regolare funzionamento dell’Ente, nella
gestione delle attività connesse agli acquisti per cassa economale e nella tenuta aggiornata e coerente
dell'inventario dei beni mobili.
I n termini di trasversalità, l'attività dell'Area continuerà ad avere un ruolo centrale nel gestire le
procedure di acquisizione di beni e servizi comuni a tutto l'Ente legati alla spesa di funzionamento, con
l'obiettivo fondamentale di razionalizzare detta spesa. A tal f ine si valorizzerà l'utilizzazione delle
procedure informatizzate per l'acquisizione di beni e servizi attraverso l'implementazione delle richieste
di offerta sul mercato elettronico. A ciò si aff iancherà la verif ica circa l'opportunità di aderire alle
convenzioni di acquisto stipulate dalla Consip, ovvero utilizzarne i requisiti di qualità/ prezzo per gli
acquisti effettuati direttamente.
L'attività dell'Area sarà orientata alla ricerca del contenimento delle spese f isse attraverso il controllo
delle stesse e il costante monitoraggio dei contratti relativi alle utenze. Un abbattimento della spesa
corrente per l'acquisto di carta verrà consentito dal perfezionamento del sistema dei flussi documentali
e della f irma digitale.
I l Servizio gare, provveditorato e acquisti provvederà all'espletamento delle procedure di gara per
l’acquisizione di beni e servizi legati alla spesa corrente di funzionamento, mantenendo livelli elevati di
aggiornamento e formazione, predisponendo i bandi di gara (e contestuali modelli da allegare agli
stessi) curandone altresì tutte le procedure relative alle pubblicazioni previste dal Codice dei contratti; .
I l programma si propone inoltre di mantenere elevato il livello di accoglienza degli utenti e garantire
un' eff icienza organizzativa della struttura amministrativa, tenuto anche conto della distribuzione degli
uff ici provinciali nelle diverse sedi di Palazzo Banci Buonamici e di Palazzo Novellucci.
Particolare rilevanza assume all'interno del programma la funzione che viene svolta in materia
statistica, in relazione alla quale massima attenzione sarà inoltre rivolta all’applicazione delle
tecnologie e delle procedure correlate alla gestione informatica dei documenti ed all’utilizzo della posta
elettronica certif icata (PEC) e dell’interoperabilità di protocollo.
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Per quanto concerne, invece, le coperture assicurative, gli uff ici dell'Area provvederanno a gestire il
pacchetto concernente i servizi assicurativi assunti a garanzia dei rischi cui è esposto l'Ente, ponendo
particolare attenzione agli eventuali aggiornamenti contrattuali che si dovesse rendere necessario
operare a seguito di modif icazioni istituzionali dell'Ente Provincia a seguito dell'entrata in vigore dei
relativi provvedimenti di legge.
PROGRAMMA “Personale e Organizzazione dell'Ente”
1. Riassetto delle Province
L’articolato percorso normativo pref igurato dalla legge di stabilità per l’anno 2015 (l. 23.12.2014, n.
190) all’art. 1, commi 418 e seguenti, relativamente al processo di riordino delle funzioni dell’ente
provincia in attuazione della legge 56/ 2014 “Delrio”, ad oggi, non è stato completato.
La legge di stabilità 2015, al comma 421, ha disposto una riduzione ex lege della dotazione organica
delle città metropolitane e delle province (enti di area vasta) in relazione ai processi di riordino delle
funzioni delle province previsti dalla legge 7 aprile 2014, n. 56.
La circolare n. 1 del 30/ 01/ 2015 del Ministero per la semplif icazione e la pubblicazione
amministrazione ha fornito le linee guida in materia di attuazione delle disposizioni tese al riordino
delle funzioni delle province e delle città metropolitane (Art. l, commi da 418 a 430, della Legge
n.190/ 2014).
I noltre nell'ambito del quadro normativo delineato, la Regione Toscana, ha approvato la legge n.
22/ 2015 “Riordino delle funzioni provinciali e attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56 (Disposizioni
sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni dei comuni)” attribuisce alle province le
sole funzioni fondamentali previste dalla legge Delrio, riconducendo in capo alla regione stessa o ai
comuni in forma singola o associata le rimanenti funzioni.
Questa Amministrazione con l'Atto presidenziale n. 57 del 10.04.2015 ha operato una prima
individuazione sia del personale soprannumerario ripartito in relazione alle funzioni cosiddette “non
fondamentali” svolte, non riconducibili né a quelle oggetto di trasferimento alla Regione né a quelle
oggetto di trasferimento ai Comuni (Servizi per l'impiego e politiche attive del lavoro, Servizio vigilanza
e polizia locale) sia del personale destinato al collocamento a riposo entro il 31.12.2016.
2. La spesa di personale
Con l' Atto Presidenziale n. 14 del 29.01.2015 ai sensi delle norme prima citate, questa
Amministrazione ha proceduto alla rideterminazione dei costi della dotazione organica nella misura
pari al 50% della spesa del personale a tempo indeterminato ( art. 1, comma 421, L. 190/ 14)
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Pur non essendo, allo stato attuale, un ente strutturalmente def icitario ed avendo sempre rispettato
sia gli obiettivi programmatici imposti in materia di Patto di Stabilità I nterno sia gli obiettivi di
contenimento della dinamica retributiva e occupazionale, la Provincia di Prato in forza delle scelte
operate dal legislatore, ha subito un taglio fortissimo delle risorse di bilancio.
Nelle more della def inizione degli accordi per il trasferimento di funzioni a Regione Toscana e Comuni,
tuttavia, resta da affrontare, da un lato, il cogente taglio f inanziario delle risorse di bilancio, correlato
alla riduzione della dotazione organica come sopra specif icato, ai sensi dell’art. 1, comma 418 della l.
190/ 2014 e, dall’altro, l’obbligo di esercitare tutte le funzioni e di sostenere la spesa per il personale
dipendente, nelle more di essere ricollocato in esito al riordino delle funzioni.
Nel quadro normativo e contrattuale sopra descritto, la prossima sf ida è rappresentata dalla
rideterminazione della dotazione organica quanto meno per quanto riguarda i posti che si ritengono
essenziali allo svolgimento delle funzioni fondamentali entro i limiti di spesa previsti dalla legge di
stabilità e quali prof ili devono essere destinati alle procedure di trasferimento e mobilità verso le
Regioni e gli enti locali o verso altre amministrazioni pubbliche.
La f inalità sarà disegnare il nuovo ente di area vasta pratese, con funzioni fondamentali chiaramente
individuate e riconoscibili, al servizio dei Comuni del territorio, senza sovrapposizioni con altri livelli di
governo locale, assolvendo in contemporanea a tutti gli adempimenti di legge in materia di
programmazione quali – quantitativa del personale e gestione della relativa dinamica di spesa.
I n particolare, per quanto riguarda i processi organizzativi da porre in essere, a livello macro sarà
necessario def inire, sulla base di quanto disposto dalla legislazione nazionale e regionale, l'assetto
organizzativo dell'Ente di Area Vasta, articolato in Servizi di line e Servizi di staff. Dovrà inoltre essere
redatto un funzionigramma che individui i procedimenti propri di ciascun Servizio.
A livello meso e micro potranno essere attivati gli strumenti idonei alla responsabilizzazione delle
competenze, nonché alla valorizzazione delle risorse umane.
I l personale che rimane in carico all'Ente di Area vasta dovrà trovare collocazione nei vari Servizi in
un'ottica di valorizzazione delle competenze e di flessibilità.
I l sistema di valutazione dovrà essere applicato in riferimento alla performance 2015, attivando
eventuali raccordi con gli Enti che potranno benef iciare del personale transitato per una parte di anno.
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PROGRAMMA "Sistema I nformativo e I nformatico"
I l Programma è diretto a supportare, mediante l'impiego coerente delle nuove tecnologie, i processi di
innovazione messi in atto dall'Ente al f ine di realizzare un'amministrazione pubblica orientata al
conseguimento dell'eff icienza, eff icacia ed economicità nell'ambito della propria azione amministrativa.
L'adozione delle nuove tecnologie al servizio delle attività amministrative permette, infatti, di
migliorare la qualità dei dati trattati ed incrementare l'eff icienza della loro circolazione e condivisione
nell'ambito delle comunicazioni all'interno ed all'esterno dell'Ente.
I n tale ambito programmatico, prosegue l'attività di collaborazione sinergica con tutti i livelli
istituzionali in ambito locale e regionale per l'attuazione di politiche in materia di innovazione
tecnologica e contenimento del digital divide sul territorio.
I n tale contesto, il Servizio fornirà supporto a sostegno delle progettualità individuate, con particolare
riferimento all'utilizzo delle nuove tecnologie informatiche per l'attuazione dei processi di innovazione
organizzativa e di razionalizzazione delle procedure di trattamento dei flussi informativi, sia a valenza
interna che esterna e per la trasmissione elettronica di flussi informativi con soggetti terzi nell'ottica di
un uso più eff icace, eff iciente ed integrato dei dati trattati e dell'interoperabilità dei processi
informatici.
Costituirà impegno costante del SI T il supporto trasversale ai Servizi dell'Area e delle altre aree
dell'Ente, quando la natura cartograf ica delle azioni relative ne consiglia l'interessamento e
compatibilmente con le risorse economiche, strumentali e professionali a disposizione, proseguirà il
potenziamento, sia in termini qualitativi che quantitativi, della comunicazione, dell’interazione e della
partecipazione verso i cittadini, anche attraverso l’utilizzo di tecnologie informatiche in ambito WEB.
Le attività da sviluppare nell'ambito del Sistema I nformativo Territoriale saranno in particolare le
seguenti:
• I l supporto trasversale ai progetti del Servizio Governo del Territorio, agli altri Settori, ai Comuni ed
ai Cittadini;
• Prosecuzione del Progetto “Mappe dei Cittadini” attraverso il progetto I oMappo, f inanziato
nell'ambito del bando be@ctive
• Creazione ed aggiornamento banche dati, pubblicazione banche dati attraverso l'OPENDATA
NETWORK e considerate le sostenziali modif iche avvenute nell'assetto dell'ENTE e la mancanza delle
professionalità specif iche, si rende necessario riproporre un nuovo protocollo d'intesa a sostegno del
prosieguo del Progetto OPENDATA-NETWORK
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• Diffusione delle buone pratiche del S.I .T. provinciale anche attraverso la costruzione e adesione a
progetti di cooperazione internazionale, soprattutto f inalizzati al supporto al Progetto OPENDATANETWORK.
PROGRAMMA “ Bilancio e Gestione Economico-Finanziaria”
Gli indirizzi fondamentali del programma si sostanziano nei seguenti:
1. I ntroduzione di adeguamenti metodologici e organizzativi al f ine di intraprendere il
percorso di armonizzazione dei sistemi contabili della Pubblica Amministrazione introdotto dal D. Lgs.
118 del 23 giugno 2011 “Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi
di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della Legge 5
maggio 2009, n. 42”. I n particolare, contestualmente alle operazioni di riaccertamento ordinario ai f ini
della predisposizione del Rendiconto 2014, si procederà alle operazioni di riaccertamento
straordinario dei residui attivi e passivi di cui al principio contabile applicato concernente la
competenza f inanziaria, Allegato 4/ 2 al D.Lgs. 118/ 2011. I n conseguenza delle operazioni di
riaccertamento straordinario occorrerà procedere alla determinazione del Fondo Pluriennale Vincolato
al 1^
gennaio 2015 da iscrivere nell’entrata dell’esercizio 2015, al ricalcolo del risultato di
amministrazione al 1^ gennaio 2015 ed in particolare all’individuazione della quota da accantonare al
Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità. Fin dagli inizi del 2015 occorrerà applicare il nuovo concetto di
competenza f inanziaria “potenziata”
(basato sull'imputazione contabile all'esercizio
scadenza
dell'obbligazione giuridicamente perfezionata) e i nuovi criteri di registrazione delle operazioni di
impegno e di accertamento di cui all’allegato n.4/ 2 D. Lgs. 118/ 2011;
2. Analisi e monitoraggio dei residui attivi con particolare riferimento ai crediti di dubbia esigibilità, al
f ine di attivare tutte le operazioni necessarie per il loro realizzo o la loro cancellazione dal bilancio
dell'ente nel caso se ne accerti l'insussistenza o l'inesigibilità e al f ine di accantonare un congruo fondo
di svalutazione crediti;
3. I ntroduzione dei necessari aggiornamenti informatici e perfezionamento di appositi corsi
formativi al f ine di recepire, nel sistema informativo contabile dell'ente, le disposizioni di cui al
sopracitato D. Lgs. 118/ 2011 per la predisposizione del bilancio e per la gestione delle operazioni in
contabilità, anche attraverso il cosiddetto il Piano I ntegrato dei Conti e gli schemi di bilancio
armonizzati (allegati n. 6 e 7 al D.P.C.M. del 28/ 12/ 2011);
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4. Completamento e gestione del passaggio alla piattaforma informatica “j-ente finanziaria”
per le rilevazioni delle operazioni di gestione in contabilità f inanziaria, in conformità a quanto già
operato per la predisposizione dei documenti di programmazione;
5. Predisposizione dei documenti di programmazione finanziaria per l'anno 2015. Nell’anno
2015 si procederà all’approvazione dei documenti di programmazione secondo gli schemi contabili di
cui al D.P.R. 194/ 1996. Contestualmente, ma solo a f ini conoscitivi, si procederà alla predisposizione
dei nuovi schemi di bilancio di cui all’allegato 9 del D.Lgs. 118/ 2011;
6. Applicazione della disciplina riguardante il Patto di stabilità interno di cui alla Legge 23 dicembre
2014 n. 190 (Legge di Stabilità 2015), che, introducendo ulteriori modif icazioni (in particolare il
triennio di riferimento per il calcolo degli obiettivi programmatici è 2010-2012), f issa le linee di azione
per il periodo 2015-2018 . I n particolare, continueranno ad essere attuate le procedure di controllo
interno e di auditing che consentono il monitoraggio costante dell’andamento degli accertamenti e
impegni riferiti alla situazione corrente di bilancio, e degli incassi e pagamenti relativi alla parte in
conto capitale (metodologia della competenza mista di bilancio);
7. Analisi f inanziaria, anche in sede di monitoraggio del Patto di stabilità interno 2015 al f ine di
favorire la migliore propensione ai pagamenti riferiti alla spesa di investimento con costante
monitoraggio del quadro normativo, tenendo conto che per l’anno 2015 non è stato possibile accedere
al patto di solidarietà verticale incentivato;
8. Gestione oculata e controllata dell’indebitamento esistente per investimenti, al f ine di monitorare
l’impatto degli oneri f inanziari sul conto del bilancio e sul conto economico.
PROGRAMMA “Entrate Tributarie proprie”
I l contesto di f inanza locale in cui si colloca l'ente a partire dal 2015 risulta caratterizzato da
signif icativi elementi di novità da un punto di vista qualitativo e, soprattutto, quantitativo per quanto
attiene le entrate tributarie provinciali:
- il comma 418 della Legge 23 dicembre 2014, n. 190 “Disposizioni per la formazione del bilancio
annuale e pluriennale dello Stato (c.d. Legge di stabilità 2015)” dispone un ulteriore sensibile
incremento, a partire dall'annualità 2015, del contributo alla f inanza richiesto alle province, stabilisce
tra l'altro che la misura con cui le province sono tenute ad assicurare il contenimento della spesa
pubblica mediante riduzione della spesa corrente risulta essere di 1.000 milioni di euro per l'anno
2015;
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- il comma 419 della medesima legge stabilisce che, comunque, in caso di mancato versamento allo
Stato dell'intero importo dovuto dall'ente costituito dal contributo alla f inanza pubblica mediante
risparmi sulla spesa corrente, il recupero delle residue somme nei confronti delle province interessate
sarà effettuato, per il 2015:
a) oltre che, come già previsto per il 2014, dall'Agenzia delle Entrate a valere sui versamenti
dell'I mposta RCA, riscossa tramite modello F24, all'atto del riversamento del relativo gettito alle
province medesime;
b) in caso di incapienza a valere sui versamenti dell'I mposta RCA di cui al precedente periodo, a valere
sui versamenti dell'I mposta Provinciale di Trascrizione, con modalità def inite con decreto del Ministero
dell'economia e delle f inanze, di concerto con il Ministero dell'interno.
Per quanto riguarda il TRI BUTO PROVI NCALE PER L'ESERCI ZI O DELLE FUNZI ONI DI TUTELA,
PROTEZI ONE ED I GI ENE DELL'AMBI ENTE (Art. 19 del D.Lgs. 504/ 92) si presentano nuove prerogative
alla luce di quanto stabilito dalla Delibera di Consiglio Provinciale n.24 del 23.06.2014 che modif ica la
misura del tributo stesso.
Per l’anno 2015 rileva inoltre l’applicazione di quanto previsto dall'Allegato A/ 2 "Principio Contabile
Applicato concernente la Contabilità Finanzaria" del D.Lgs. 118/ 2011 di riforma della contabilità degli
enti territoriali, contenente, tra l'altro, i nuovi principi generali secondo i quali le obbligazioni giuridiche
perfezionate sono registrate nelle scritture contabili al momento della nascita dell'obbligazione,
imputandole all'esercizio in cui l'obbligazione viene a scadenza, occorre conseguentemente costituire
un
Fondo Pluriennale Vincolato e un
Fondo Crediti Dubbia Esigibilità mediante opportuni
accantonamenti, viene esplicitamente stabilito che I PT e I MPOSTA RCA devono essere accertate per
cassa, e che, per quanto riguarda il TEFA, le entrate tributarie riscosse attraverso un'amministrazione
pubblica sono accertate nell’esercizio in cui è adottato l’atto amministrativo di impegno della
corrispondente spesa nel bilancio dell’amministrazione pubblica che ha incassato direttamente il
tributo;
Si sottolinea nell’anno 2015 l’entrata a regime del sistema di riscossione coattiva delle sanzioni
amministrative in materia ambientale mediante procedura trasversale tra servizio tributi e servizio
avvocatura e affari legali, all'interno del quale l'obiettivo programmatico afferente il Servizio Tributi
risulta rappresentato dal progressivo inserimento nel portale Equitalia delle sanzioni effettivamente
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iscrivibili a ruolo, con aggiornamento formativo per implementazione mansioni connesse a tali attività
ed effettuazione monitoraggio in itinere.
I l Programma Entrate Tributarie Proprie comporta, per il 2015, l’esercizio da parte dell'Area di
riferimento di specif iche competenze articolate sui seguenti quattro livelli:
1. Trattamento dei Tributi connessi al mercato dei veicoli, contabilizzazione f inanziaria e specif iche
analisi sull'afflusso di risorse;
2. Trattamento del Tributo Provinciale Ambientale, programmazione, contabilizzazione f inanziaria e
monitoraggio sul relativo afflusso di risorse, nonché gestione altri tributi;
3. I mplementazione delle procedure di competenza del Servizio Tributi per la riscossione coattiva
sanzioni amministrative in materia ambientale;
4. Strutturazione ed Elaborazione di Dati Statistici.
PROGRAMMA “I struzione Pubblica”
I l quadro in cui si collocano le funzioni e le competenze della Provincia in materia di istruzione è un
quadro fortemente integrato con il territorio, chiamato realizzare le azioni e le politiche previste dalla
L. 23/ 96 e L.R. 32/ 02 oltre agli indirizzi dettati dal P.I .G.I . 2012/ 2015, così come integrate e
modif icate dalla legge 56/ 2014 e dalla legge regionale 22/ 2015.
Per quanto riguarda gli interventi per l'assolvimento del diritto dovere all'istruzione e formazione,
sistema I eFP, La legge regionale 22/ 2015 disciplina il trasferimento alla Regione delle funzioni
esercitate dalle province e dalla città metropolitana in materia di orientamento e formazione
professionale di cui alla l.r. 32/ 2002. I n particolare stabilisce che:
- le funzioni oggetto di riordino sono trasferite alla Regione a decorrere dal trentesimo giorno
successivo alla data di entrata in vigore della legge di cui all'articolo 9, comma 3, della l.r. 22/ 2015;
- al f ine di assicurare la migliore collaborazione tra la Regione e gli enti locali e la continuità
amministrativa in vista del trasferimento delle funzioni oggetto di riordino, la Regione e gli enti locali
interessati possono stipulare convenzioni ai sensi dell'articolo 19 della l.r. 68/ 2011;
- la Giunta regionale predisponga e sottoponga agli enti locali proposte di esercizio associato delle
funzioni di formazione professionale attinenti la programmazione attuativa e la gestione operativa del
programma operativo regionale Fondo sociale europeo (FSE) 2014-2020.
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L'anno 2015 è pertanto un anno di passaggio dall'esercizio della competenza piena in materia di
formazione professionale da parte della Provincia, al recupero di detta competenza da parte della
Regione, con contestuale passaggio del personale interessato.
I l Programma si articola nei 3 progetti di seguito riportati:
1. Programmazione dell'offerta formativa territoriale: L'Ente, con l'obiettivo di disegnare un’offerta di
istruzione e formazione diffusa e articolata sul territorio, si assumerà il compito fondamentale della
lettura dei bisogni formativi dell'economia locale, della promozione della domanda di istruzione, del
coordinamento e integrazione dell'offerta formativa territoriale:
- l’art. 139 del Dlgs. 112/ 98 attribuisce alle province, in relazione all’istruzione secondaria superiore, i
compiti e le funzioni concernenti l’istituzione, l’aggregazione, la fusione e la soppressione di scuole in
attuazione degli strumenti di programmazione nonché la redazione dei piani di organizzazione della
rete delle istituzioni scolastiche;
- la Legge Regionale n. 32/ 02 “Testo unico della normativa della Regione Toscana in materia di
educazione, istruzione, orientamento, formazione professionale e lavoro” titolo I I I Programmazione ed
esercizio delle funzioni amministrative prevede agli art. 28 e 29 rispettivamente funzioni e compiti
della Regione e delle Province anche in relazione alla programmazione della rete scolastica;
-l'art. 1, comma 85 della L.56/ 2014 stabilisce che le province, quali enti con funzioni di area vasta,
esercitano le seguenti funzioni fondamentali: programmazione provinciale della rete scolastica, nel
rispetto della programmazione regionale, raccolta ed elaborazione di dati, assistenza tecnicoamministrativa agli enti locali e gestione dell'edilizia scolastica;
2. I nterventi per l'assolvimento del diritto dovere all'istruzione e formazione professionale.
Gli interventi I eFP, I struzione e Formazione Professionale in virtù della L.R. n. 22 del 3/ 03/ 2015
"Riordino delle funzioni provinciali e attuazione della legge 7 aprile n. 56 (Disposizione sulle cità
metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni). Modif iche alle leggi regionali 32/ 2002,
67/ 2003, 41/ 2005, 68/ 2001, 65/ 2014, sono oggetto di trasferimento alla Regione , rientrando tra le
funzioni in materia di orientamento e formazione professionale. L'Ente svolgerà tali funzioni
nell'annualità 2015 nelle more del trasferimento alla Regione Toscana.
3.Gestione di interventi e e servizi per il funzionamento degli istituti scolastici. L'Ente adempirà alle
competenze aff idate dalla legge 23/ 96, nei limiti delle risorse assegnate.
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PROGRAMMA “Cultura e beni culturali”
Compatibilmernte con il processo di riordino delle funzioni delle Province e con le criticità dovute alla
disponibilità di risorse f inanziarie a disposizione delle Amministrazioni la Provincia, anche sulla base di
quanto provisto dal Piano I ntegrato della Cultura 2012/ 2015, intende mantenere il proprio ruolo di
coordinamento della progettualità territoriale e della promozione della conoscenza delle risorse
territoriali nell'ottica della loro valorizzazione e nell'intento di def inire un'identità culturale provinciale
che integri e metta a valore le specif icità e le vocazioni del territorio.
Pur nella volontà di svolgere ancora una volta il proprio ruolo improntato al coordinamento, alla
promozione ed alla sussidiarietà nello sviluppo delle realtà culturali del territorio, occorrerà verif icare,
sussistendo l'attuale mancanza di risorse f inanziarie, l'effettiva sostenibilità delle politiche provinciali di
valorizzazione del pur cospicuo ed importante patrimonio storico, architettonico, archeologico e delle
istituzioni museali, al quale nel corso degli ultimi anni molto ha giovato il ruolo di coordinamento e
guida svolto dalla Provincia, sia in termini di capacità di attrazione dei f inanziamenti che per la
realizzazione di vere e proprie reti di istituzioni culturali quali ad esempio quelle museali e
bibliotecarie.
- resta comunque l'esigenza sia scientif ica che volta alla divulgazione ed al turismo, della
valorizzazione delle aree archeologiche del territorio, assai importanti per la ricostruzione della storia
locale e nazionale, quale l’importante insediamento etrusco arcaico di Gonf ienti al f ine di valorizzarne
il legame con il territorio della piana pratese-f iorentina, con positive ricadute anche per i numerosi
beni archeologici presenti in tutta l'area pratese;
- la Provincia continua comunque a svolgere il suo ruolo nella promozione dello sviluppo e della
def inizione del carattere sistemico della rete delle istituzioni museali agendo sulla notevole spinta
propulsiva, già in atto ormai da diversi anni come previsto dal Piano I ntegrato della Cultura 2012-2015
approvato con D.C.R. n. 55 del 11/ 07/ 2012, che nelle precedenti annualità ha costituito una positiva e
tangibile occasione di potenziamento dell'offerta culturale e della conseguente fruizione da parte dei
musei del territorio;
- la provincia valorizza inoltre il sistema bibliotecario provinciale, uno dei principali agenti di
integrazione tra enti ed istituzioni culturali diversi, in grado di realizzare un programma unitario che
integri le azioni di biblioteche pubbliche e private, di biblioteche scolastiche e universitarie e di
istituzioni religiose. Sono infatti in fase avanzata i lavori per il rinnovo della Convenzione del Sistema
Bibliotecario provinciale tenuto conto delle istanze e dei bisogni espressi dalle diverse realtà della rete,
nonché della lunga esperienza del lavoro di Sistema maturata dalla sottoscrizione dell'accordo;
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- il sostegno all'offerta culturale del territorio espressa dalle realtà associative, dagli enti locali e dalle
istituzioni culturali, che costituisce
il ruolo istituzionale della Provincia quale ente propulsore per il
coordinamento, l’integrazione ed il raccordo delle politiche culturali delle singole amministrazioni
comunali, delle associazioni e delle istituzioni che operano sul territorio, dovrà tener conto della
criticità determinata dai limiti imposti dalla Legge Finanziaria 2015;
- le ricadute determinate dai tagli della Legge Finanziaria 2015, che si assommano alle diff icoltà del
processo di riordino che scarsa attenzione dimostra nei confronti della Cultura e dei Beni Culturali,
potrebbero apportare particolari criticità nel sostegno e nella partecipazione ad importanti istituzioni
culturali del territorio, quali la Fondazione Teatro Metastasio, il Teatro ad azionariato popolare
Politeama Pratese, la Fondazione Museo del Tessuto, l’I stituto internazionale di storia economica “F.
Datini”, l’I stituto di Studi Storici Postali, la Camerata Strumentale Città di Prato, la Fondazione Prato
Ricerche, di cui la Provincia è il maggior sostenitore. I n quest'ultimo caso, in particolare, che ha visto
negli anni una partecipazione f inanziaria particolarmente signif icativa da parte della Provincia per lo
svolgimento delle attività culturali e scientif iche aff idate dalla Provincia stessa alla Fondazione
mediante contratto di servizio, la mancanza di risorse f inanziarie
comporterà la necessità di una
riconsiderazione del ruolo dell'Ente, auspicando che un ridimensionamento del sostegno provinciale
possa comunque salvaguardare il patrimonio di conoscenze ed esperienze acquisiti nonché gli attuali
livelli occupazionali. L’Amministrazione dovrà, pur all'interno dello scenario di grande criticità sopra
rappresentato, interagire con gli Enti e le I stituzioni culturali partecipate secondo logiche di
cooperazione e di governance, ponendo in essere tutti gli accorgimenti necessari aff inché vi siano,
oltre ai riscontri sull’eff icacia e sulla qualità dell’attività, anche attenzione sull’andamento della spesa.
I l Programma così descritto si articola nei progetti di seguito riportati:
1. Promozione e valorizzazione dei beni culturali e delle eccellenze del territorio;
2. Sostegno e sviluppo di azioni di governance delle istituzioni culturali partecipate.
PROGRAMMA “Turismo e promozione dell’immagine”
Con la Legge 56/ 2014, sono stati ridef initi l'assetto istituzionale e la governance degli Enti Locali. Nelle
more dell'applicazione della suddetta legge e in attesa del riordino della L.R. 42/ 2000 e sue ss.mm.ii.,
nella quale sarà previsto, tra l'altro, un passaggio di funzioni ai Comuni in linea con la L.R. 22/ 2015,
l'obiettivo primario del programma sarà quello di mantenere, anche per il 2015, il ruolo di ente di
coordinamento e di riferimento in merito alla diffusione e alla conoscenza delle caratteristiche
dell'offerta turistica del territorio provinciale, proseguendo ad esercitare le funzioni amministrative in
materia di turismo relativamente a:
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AGENZI E DI VI AGGI O E TURI SMO, CLASSI FI CAZI ONE STRUTTURE RI CETTI VE, PUBBLI CI TA' DEI
PREZZI E DEI SERVI ZI RI CETTI VI
L'attività amministrativa del Servizio, oltre alla cura dei procedimenti amministrativi di riferimento, sarà
volta al contenimento dell'abusivismo e al miglioramento della qualità del servizio offerto all'utenza.
I n virtù del Protocollo d'intesa 2014-2016, per il corrente anno è confermata la collaborazione con la
Provincia di Lucca per lo svolgimento dell'esame di abilitazione alla f igura professionale di "Direttore
Tecnico di Agenzia di viaggi", nelle more del passaggio di tale funzione alla Regione Toscana.
ACCOGLI ENZA,
I NFORMAZI ONE
TURI STI CA
E
DI FFUSI ONE
DELLA
CONOSCENZA
SULLE
CARATTERI STI CHE DELL'OFFERTA TURI STI CA DEL TERRI TORI O PROVI NCI ALE
Attraverso l'Uff icio I nformazioni turistiche saranno svolte attività di front-off ice e attività di back off ice
per garantire un eff iciente servizio di informazione e accoglienza turistica. Nell'ambito del progetto di
valorizzazione e fruibilità del Giardino Buonamici, il Servizio Turismo si occuperà della redazione degli
atti amministrativi necessari alla realizzazione del progetto e del monitoraggio dell'attività svolta e dei
risultati conseguiti. I n particolare, curerà i rapporti di collaborazione con la Strada dei vini di
Carmignano e dei sapori tipici pratesi e con il Comune di Prato. Al f ine di favorire la diffusione e la
conoscenza dell'immagine di Prato, il Servizio Turismo provvede alla gestione della Fototeca e
collabora alla gestione della biblioteca dell'Ente. I noltre, proseguirà la collaborazione con il servizio
formazione della Provincia competente in materia di formazione e qualif icazione professionale.
RACCOLTA DEI DATI STATI STI CI RI GUARDANTI I L TURI SMO
I l Servizio Turismo gestisce e mette a disposizione delle strutture ricettive del territorio un nuovo
sistema di monitoraggio dei flussi turistici che, a regime, fornirà in "tempo reale" non solo i dati su
arrivi, partenze e presenze, ma anche tutta una serie di informazioni sulla tipologia di turisti presenti
nelle strutture ricettive (fascia d'età, sesso, provenienza, mezzo di trasporto utilizzato, motivazione del
viaggio, tipologia ricettiva scelta). I dati raccolti, una volta elaborati nelle forme compatibili con le
norme che tutelano il segreto statistico, verranno resi pubblici in tutti i contesti utili, compreso l'
l'Osservatorio turistico di destinazione.
TENUTA DELL'ALBO DELLE ASSOCI AZI ONI PRO-LOCO
I l Servizio provvederà alla verif ica dei requisiti posseduti dalle Associazioni iscritte all'Albo provinciale
per il mantenimento dell'iscrizione e procederà all'attività amministrativa di riferimento per evenutuali
nuove iscrizioni richieste.
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PROGRAMMA “Sport”
La L.R. 72/ 2000 che stabiliva le competenze provinciali in materia di sport, f inalizzate alla promozione
della cultura e della pratica delle attività motorie e sportive, è stata sostituita dalla L.R. 27 febbraio
2015 n. 21 "Promozione della cultura e della pratica delle attività sportive e ludico-motorie-ricreative e
modalità di aff idamento degli impianti sportivi".
Tutte le attività legate alla L.R. 72/ 2000 sono espletate attraverso un'opera di concertazione con il
mondo dell'associazionismo nelle sue diverse forme di espressione, al f ine di creare forti reti tra
soggetti che operano nel medesimo settore sportivo.
Fra gli obiettivi di particolare importanza da perseguire nell’anno 2015 è il servizio di concessione in
uso alle Associazioni Sportive delle palestre annesse gli I stituti Scolastici provinciali.
Le palestre attualmente utilizzate sono: Palestra annessa all'I st. Gramsci Keynes - cat. A, Palestra
annessa all'I stituto Buzzi - cat. B, Palestra annessa all'I stituto Dagomari - cat. C, Palestra annessa all'
I stituto Datini - cat. C, Palestra annessa all'I stituto Livi - cat. D, Palestra annessa all'I stituto Copernico
- cat. D, Palestrina dell'I stituto Keynes - cat. D.
Le scarse risorse f inanziarie disponibili di sola fonte regionale non permettono interventi rilevanti sul
territorio: tuttavia saranno adottate strategie che garantiscano la sicurezza degli impianti e la
valorizzazione di strutture già operanti.
Sarà promosso il cartellone di eventi sportivi 0574 tempo di sport.
Nel 2015 si auspica la conclusione del Progetto Pista ciclabile con la chiusura della fase di
rendicontazione da parte di Publiacqua, a seguito dei solleciti intervenuti con la Regione.
La Provincia partecipa, insieme ad altri soggetti sportivi rilevanti nel territorio, ad iniziative e
manifestazioni nonché potrà attivare collaborazioni con soggetti sportivi di livello nazionale e locale per
l'attuazione di progetti in materia di educazione alla salute e di promozione delle attività motorie,
anche attraverso la valorizzazione del rapporto con la Società della Salute e con le attività svolte nel
Terzo settore, oltre a quello con la Regione Toscana e con il Ministero di riferimento.
Collabora , con il CGFS, il CONI ed i Comuni dell'area,all'attuazione del protocollo d'intesa Trofeo Città
di Prato, contribuendo per la parte propria competenza, alla
predisposizione delle azioni necessarie.
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PROGRAMMA “ Lavori Pubblici”
I l programma si riferisce all’attività dei Servizi Edilizia Pubblica, I nfrastrutture e Viabilità, Gare LL.PP.,
Patrimonio, rivolta al patrimonio immobiliare della Provincia di Prato, costituito da edif ici e scuole e da
una rete stradale che assomma a circa 77,55 Km (42,25 Km di strade provinciali e 35,30 Km di strade
regionali in gestione all’A.P. dal 2001).
I l programma è costituito da 4 progetti: 1) Viabilità; 2) Edilizia; 3) Gare LL.PP.; 4) Patrimonio.
I l Servizio Edilizia Pubblica svolge anche funzioni di staff nei confronti del Servizio I struzione, del
Servizio Patrimonio, del Servizio Sport, mentre il Servizio I nfrastrutture e Viabilità svolge funzioni di
supporto tecnico verso il Servizio Permessi e Concessioni e l'Area Risorse Umane e Finanziarie e Affari
Generali.
I n relazione a quanto sopra, nell’ambito degli interventi che ricadono nel campo di applicazione della
normativa sui lavori pubblici, i servizi assumono la responsabilità del procedimento, curando tutte le
fasi, a partire dalla progettazione (quando necessario facendo ricorso anche a professionalità esterne
all'Ente), all'approvazione, previa acquisizione dei pareri, autorizzazione e nulla osta necessari
all’appalto, e inf ine al collaudo delle opere.
Si conferma l’obiettivo di realizzare le opere individuate come strategiche in continuità con le attività
svolte nel 2014, dando attuazione alla programmazione pluriennale delineata a partire dagli anni
precedenti e aggiornata anche sulla scorta dei nuovi f inanziamenti assegnati dalla Regione e dallo
Stato.
E’ importante proseguire nell’attività di apprestamento e attuazione dei programmi di manutenzione
ordinaria, per permettere, nel medio/ lungo periodo, un contenimento delle risorse da destinare a
interventi di straordinaria manutenzione, sia che si tratti di immobili di proprietà e di edif ici scolastici
che di infrastrutture viarie.
Per le infrastrutture viarie, la manutenzione ordinaria è rivolta al mantenimento del decoro,
dell’eff icienza e della sicurezza della rete stradale di competenza. I l corretto utilizzo della rete viaria è
anche garantito attraverso il rilascio di concessioni, autorizzazioni, nullaosta, l’emissione di ordinanze e
il relativo controllo sulla regolarità tecnica e amministrativa. I n tale ambito si conferma l’obiettivo di
proseguire nel processo di ottimizzazione della gestione delle pratiche, nell’ottica della semplif icazione
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dell’azione amministrativa e dei benef ici in termini di eff icienza, economicità e trasparenza, anche in
collaborazione con altri servizi dell’Ente tra cui il Servizio Permessi e Concessioni e la Polizia
Provinciale.
La progettazione verrà aff idata, compatibilmente con i carichi di lavoro sostenibili e con la complessità
e specif icità degli interventi, al personale assegnato ai Servizi, mentre si farà ricorso a professionalità
esterne per la soluzione di problemi di contenuto specialistico, quali relazioni, studi o calcoli complessi.
Per la parte investimento, l'obiettivo è occuparsi del patrimonio immobiliare dell’Ente (strade, edif ici
scolastici e altri immobili), attraverso interventi di manutenzione straordinaria o nuove realizzazioni,
con il f ine di soddisfare le esigenze e la sicurezza degli utenti, che si tratti della struttura della
Provincia come pure di utenti esterni.
Quanto all'erogazione di servizi di consumo, si garantirà direttamente la gestione delle centrali
termiche e delle cabine elettriche di trasformazione, come già avvenuto in questi ultimi anni e si
prevede di garantire un servizio congiunto, tra scuole e immobili.
PROGRAMMA “ Urbanistica, Programmazione territoriale e Aree Protette”
Obiettivo comune del presente programma è quello di giungere a dotare l'Amministrazione di
strumenti di programmazione dello sviluppo territoriale, costruiti in maniera partecipata, che possano
porsi quale riferimento unico per le azioni di governo, sia dell'Ente che dei Comuni e di tutti gli attori
che operano sul territorio.
Unitamente alle azioni di coordinamento e programmazione l'Amministrazione persegue anche
l'obiettivo di promuovere riflessioni e comunicazioni sul ruolo della pianif icazione provinciale, sia
attraverso l'organizzazione di riunioni e convegni con Enti di governo e di cultura nell'ambito
dell'Urbanistica, sia attraverso la consulenza verso l'UPI toscana in materia di governo del territorio.
La legge regionale sul governo del territorio (L.R. 1/ 2005) ha aperto, dal 2006, una riflessione globale,
interna all'Ente ed esterna verso i Comuni, le altre province toscane, l'URPT, l'I NU (la Provincia siede
nel Consiglio Direttivo di I NU Toscana e partecipa alle sue attività culturali, convegnistiche e
pubblicistiche attraverso la P.O. Del Servizio) e la Regione, sui nuovi compiti pianif icatori e sui nuovi
procedimenti amministrativi e tecnici relativi, per assorbire l'impatto di una nuova f ilosof ia istituzionale
impostata sulle modif iche al Titolo V della Costituzione. Tale riflessione dovrà quindi essere
ulteriormente promossa e sviluppata in coerenza con il nuovo P.I .T. regionale e il P.T.C. provinciale, la
nuova Legge Regionale sul Governo del Territorio (L.R. 65/ 2014) e la revisione dei compiti e delle
funzioni delle Province in corso. I n questo percorso si iscrive l'attività di consulenza prestata
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dall'Uff icio verso l'UPI Toscana e la Regione nell'ambito del gruppo di lavoro per l'analisi e la stesura
del nuovo testo di legge regionale sul governo del territorio. I n questo senso dovrà essere presidiata
l'attività nell'ambito dell'Osservatorio Paritetico sulla Pianif icazione, presso la Regione Toscana,
nell'ambito del quale il Responsabile di P.O. del Servizio è stato indicato con Delibera del Consiglio
delle Autonomie Locali come membro effettivo.
Particolare attenzione dovrà essere posta nell’attuazione del P.T.C. e delle sue Strategie, e nel presidio
del suo Statuto e delle invarianti strutturali e, in generale, nelle politiche di area metropolitana, nel
supporto ai Comuni per l’adeguamento al P.T.C. e per la redazione dei Regolamenti delle ANPI L e nella
redazione di pareri sul P.T.C. nei vari procedimenti che ne richiedano la formulazione.
I n attuazione delle proprie competenze specif iche in materia di aree protette e tutela della
biodiversità, la Provincia esercita le funzioni di coordinamento, programmazione, indirizzo nei confronti
delle Amministrazioni Comunali, nonché le funzioni dirette amministrative e gestionali in materia di
tutela degli habitat e delle specie.
La L.R. 30/ 2015, recentemente approvata, ridef inisce compiti e funzioni di Province, Regioni e Comuni
in materia di aree protette e tutela della biodiversità. Tale nuovo assetto presuppone la ridef inizione
degli istituti di tutela (con il superamento delle A.n.p.i.l.), l'individuazione di nuove aree protette,
qualora sussistano le caratteristiche ambientali che ne giustif ichino l'istituzione.
PROGRAMMA “Ambiente”
I contenuti del Programma "Ambiente" derivano dalla normativa nazionale e regionale e trovano
applicazione nell'attività di pianif icazione della Provincia di Prato in conformità alla normativa esistente
nel settore della tutela dell'ambiente e del territorio, razionalizzata di recente con l'approvazione della
L.R. N. 61/ 14 e successivamente con la L.R. N. 22/ 2015, emanate in applicazione della L. n. 56/ 14
(c.d. "Legge del Rio").
La normativa vigente è costituita dal Testo Unico Ambientale (D.Lgs.152/ 2006) e dalla normativa
regionale di riferimento.
Le scelte di programmazione trovano espressione in accordi di programma, convenzioni e protocolli di
intesa già esistenti:
- Accordo per la tutela delle acque;
- Accordo integrativo per la sistemazione della rete fognaria di Prato, Montemurlo, Vaiano, Cantagallo
e Vernio;
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- Protocollo con la Regione Toscana per la riduzione e la produzione dei rif iuti.
L'obiettivo è quello di contribuire a sviluppare azioni f inalizzate a incrementare la raccolta differenziata
e a ridurre la produzione di rif iuti. Parimenti saranno incentivati interventi f inalizzati al risparmio e
all'eff icienza energetica, nonché interventi di risanamento e miglioramento ambientale. I l tutto
f inalizzato ad esercitare azioni di controllo e migliorare lo stato generale dell'ambiente e tutelare la
salute dei cittadini.
PROGRAMMA “Caccia e Pesca”
Con l'attuazione del programma l'Amministrazione Provinciale si propone lo svolgimento delle attività
di programmazione e gestione in materia faunistica-venatoria ed ittica f ino al trasferimento di dette
funzioni dalla Provincia alla Regione Toscana ai sensi della L.R. 22/ 2015.
I n particolare l'Amministrazione Provinciale si rende garante e mediatrice di istanze e bisogni pubblici e
privati diversi e spesso contrapposti, in modo tale da ricercare, nell'interesse generale della comunità
amministrata, il punto di accordo, per quanto riguarda il Programma in questione, tra le esigenze dei
cacciatori e pescatori e le ragioni della razionalizzazione del prelievo venatorio e piscatorio per i f ini
della preservazione dell'ittiofauna e dell'ambiente.
Le fonti normative e regolamentari in materia di ittiofauna sono di seguito indicate.
A) competenze di cui alla L.R. 3/ 94 (in materia faunistico-venatoria) consistenti in:
Funzioni di programmazione ed indirizzo espletate tramite il Piano Faunistico Venatorio Provinciale;
Funzioni di programmazione ed indirizzo espletate tramite l'approvazione di Regolamenti Provinciali
sulle Aree per l'addestramento, l'allenamento e le gare dei cani, sulla caccia al capriolo ed al cervo e
sulla vigilanza volontaria;
I stituzione, gestione e verif iche su Aziende Faunistico-Venatorie, Aziende Agrituristico-Venatorie,
Centri per la produzione di selvaggina, Zone di Protezione lungo le rotte migratorie, Oasi, Zone di
Ripopolamento e Cattura, Aree per l'addestramento e l'allenamento dei cani, allevamenti di fauna
selvatica, appostamenti f issi, centri pubblici di cattura;
Gestione amministrativa per le procedure suddette e per altre attività quali la stampa del calendario
venatorio, pubblicazioni divulgative in materia venatoria, l'indennizzo dei danni alle colture agrarie, il
funzionamento delle Commissioni istituzionali, gli esami di abilitazione tecnica per cacciatori, gli atti
connessi con la gestione faunistico-venatoria del cervo dell'Appennino Tosco-Emiliano, i ripopolamenti
di fauna selvatica, organizzazione di convegni, smaltimento di fauna selvatica conf iscata, ecc..
Gestione del contenzioso amministrativo delle sanzioni elevate in materia venatoria;
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Applicazione dei Regolamenti Regionali attuativi della L.R. 3/ 94 inerenti le norme di programmazione
faunistico-venatoria, la gestione dei richiami vivi ad uso venatorio, il rilascio delle autorizzazioni per la
caccia da appostamento f isso, il rilascio di contrassegni da apporre su fauna selvatica imbalsamata, la
cattura e cessione di richiami vivi ad uso venatorio, la gestione faunistico venatoria degli ungulati, i
criteri per l'accesso dei cacciatori agli Ambiti territoriali di caccia, le modalità di funzionamento della
Commissione Provinciale per il conseguimento dell'attestato di abilitazione all'esercizio venatorio e per
le abilitazioni tecniche per cacciatori, le modalità per l'autorizzazione all'allevamento di fauna selvatica
e sulla gestione faunistico-venatoria del cervo dell'Appennino Tosco Emiliano.
B) competenze di cui alla L.R. 7/ 05 (in materia di pesca nelle acque interne) consistenti in:
Funzioni di programmazione ed indirizzo espletate tramite l'approvazione del Piano ittico Provinciale:
I stituzione, gestione e verif iche sulle zone di pesca regolamentata quali campi gara per la pesca
dilettantistica, zone di pesca a regolamento specif ico, zone di protezione destinate all'accrescimento
della fauna ittica e zone di frega;
Gestione amministrativa per le procedure suddette e per altre attività quali i ripopolamenti ittici, le
autorizzazioni per lavori in alveo, il funzionamento delle Commissioni istituzionali, le autorizzazioni per
il recupero di fauna ittica tramite elettrostorditore, il funzionamento dell'incubatoio ittico di vallata, i
progetti per il recupero e ripristino delle risorse ittiofaunistiche ed ambientali, le autorizzazioni per
gare di pesca al di fuori del campo gara, ecc..
C) competenze di cui alla L.R.66/ 05 (in materia di acquacoltura) consistenti in:
Funzioni di programmazione e indirizzo espletate tramite l'approvazione del piano di intervento
annuale nel settore dell'acquacoltura;
Attività istruttoria e gestione tecnico-amministrativa collegata alle richieste di f inanziamento per
interventi di ammodernamento degli impianti di acquacoltura e all'emissione del relativo bando.
PROGRAMMA “Tutela idrogeologica, Permessi e Concessioni e Protezione Civile”
La Provincia effettua azione di coordinamento e programmazione di interventi di carattere strutturale e
persegue l'obiettivo di promuovere e sostenere l'azione di altri Enti aventi competenze in materia di
Difesa del Suolo.
I l programma nel suo complesso riguarda quindi gli interventi volti alla difesa e tutela del suolo e delle
risorse del sottosuolo.
I n considerazione della vulnerabilità idrogeologica del territorio provinciale, dovuta a vari fattori
(cambiamento climatico, conformazione torrentizia di tutti i corsi d'acqua che scendono dai monti
dell'Appennino, eccessiva antropizzazione del fondo valle e della pianura) è obiettivo strategico per
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questa Amministrazione porre in essere azioni per la riduzione del rischio idraulico, nonché la
def inizione di regole chiare e trasparenti ai f ini di una unitaria applicazione delle normative in materia
di gestione e tutela del reticolo idraulico, con particolare riferimento ai disposti di cui al R.D. n.
523/ 04, anche nell’ottica della prevista riforma della normativa da parte della Regione Toscana, e del
necessario coordinamento sui contenuti dei "Regolamenti Provinciali per la gestione del Demanio
I drico".
Altro obiettivo strategico riguarda la tutela della risorsa idrica, per la quale si valuterà se continuare le
azioni di tutela già intraprese, alla luce dell'attuale stato della falda pratese e nel rispetto della
normativa esistente e di Accordi di programma in essere, attraverso l'attivazione di politiche per
disincentivare l'emungimento delle acque superf iciali e sotterranee, privilegiando l'utilizzo di acque
reflue depurate. I l raggiungimento di tale obiettivo non può prescindere da un approfondimento delle
conoscenze sulla circolazione idrica; in particolare gli approfondimenti conoscitivi saranno indirizzati a
def inire nel dettaglio le aree e gli elementi idrologici/ idrogeologici che alimentano e condizionano la
falda pratese anche al f ine di sviluppare il "Piano provinciale per la gestione sostenibile degli usi della
risorsa idrica", così come introdotto dalla L.R. n.29/ 07 a modif ica della L.R. n.91/ 98.
I n materia di gestione del demanio idrico e delle pertinenze stradali, è obiettivo primario il
miglioramento del servizio all'utenza e la semplif icazione del procedimento amministrativo.
I n materia di viabilità, pubblicità e utilizzazione pubblica delle strade/ suolo pubblico di competenza
provinciale e delle relative pertinenze, obiettivo primario risulta l'ottimizzazione del processo di
gestione delle pratiche relative al rilascio di concessioni e autorizzazioni, concorrendo alla tutela della
sicurezza stradale e del territorio.
All'interno delle attività del Servizio Permessi e Concessioni, fondamentale risulta essere la gestione
della riscossione dei canoni di concessioni demaniali, PUBBLI CI TA' e TOSAP nonché il recupero del
pregresso e l'aggiornamento banca dati al f ine di ottenere la completa conoscenza delle utenze attive
sul territorio con l'utilizzo di apposito programma gestionale.
I n materia di protezione civile, la Provincia di Prato, si pone come obiettivo il mantenimento in
eff icienza e l'implementazione di un apparato idoneo a gestire le situazioni di emergenza in maniera
da eliminare o ridurre il grado di pericolosità, vulnerabilità ed esposizione e comunque in grado di
garantire l’opportuna operatività necessaria per la gestione ed il coordinamento dell’evento.
PROGRAMMA “Cittadinanza e azioni di pace”
La Provincia con l’attuazione del presente Programma, intende promuovere l’azione di governance
locale, in linea con la legislazione nazionale e regionale ed in particolare:
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SI STEMA DEGLI OSSERVATORI SOCI ALI
Osservazione, monitoraggio e analisi dei fenomeni sociali, a livello regionale e locale ai f ini della
valutazione dell’eff icacia delle politiche integrate complessivamente attuate dalla Regione, dagli Enti
Locali e dal terzo settore, per la progettazione di nuove politiche che intervengano a migliorare, in
termini di qualità ed eff icienza, l’offerta e la gestione complessiva dei servizi sociali pubblici e privati
mirando alla rimozione delle condizioni di disagio sociale.
I niziative di diffusione delle conoscenze: presentazione report di indagine, seminari di studio, convegni
Sviluppo di progettazioni di rete condivise.
Collaborazione alla programmazzione socio-sanitaria
regionale e locale
Sviluppo dei siti internet dell'Osservatorio Regionale e dell'Osservatorio provinciale.
TERZO SETTORE E PARTECI PAZI ONE
Promozione della partecipazione dei soggetti non prof it operanti sul territorio attraverso la
prosecuzione delle attività del Forum Provinciale del Terzo Settore. Attività di informazione circa i bandi
regionali, nazionali ed europei, coordinameto delle attività realizzate dal Terzo Settore, attività di
formazione in collaborazione col CESVOT. Collaborazione alla gestione dell'URP multiente.
I MMI GRAZI ONE,
Partecipazione in qualità di partner a progetti FEI e Sprar.
Attuazione di Progetti di insegnamento della lingua italiana agli stranieri e Progetti di inserimento
sociale di soggetti in condizione di disagio, profughi e asilanti.
POLI TI CHE GI OVANI LI
Coordinamento e realizzazione delle azioni del progetto GROW YOUNG.
Realizzazione delle attività previste dal Progetto # occUPI f inanziato a valere sul bando Azione Province
Giovani e realizzazione di nuove progettualità volte a favorire l'occupazione.
Prosecuzione delle atttività dello Sportello Politiche Giovanili presso la sede della provincia.
LEGALI TA', PACE E SOLI DARI ETA'
I mplementazione del Progetto Emporio per sostenere percorsi differenziati per le famiglie in condizioni
di disagio sociale.
Patto di amicizia con il Popolo Saharawi: ruolo di coordinamento dei soggetti coinvolti (Comuni e terzo
settore) per l'accoglienza dei bambini del Popolo Saharawi.
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Progetto Microcredito: sostegno in collaborazione con altri enti del territorio e terzo settore, ad azioni
di contrasto alla povertà.
Progetto Carcere: operatore ponte in collaborazione con la Regione Toscana, il Comune di Prato e la
Direzione Penitenziaria.
Promozione della cultura della legalità, anche in collaborazione con altri Enti e con il Terzo Settore,
tramite azioni di informazione, analisi e disseminazione.
PARI OPPORTUNI TA' E CI TTADI NANZA DI GENERE
Azione di coordinamento con tutti i Comuni f inalizzata alla realizzazione dei progetti proposti,
presentati e f inanziati ai sensi della Legge 16 del 2009.
Centro Antidiscriminazione.
Attuazione delle azioni previste dal progetto regionale “Con-trat-to Contro la Tratta in Toscana”
Realizzazione del Progetto contro la violenza di genere.
Proseguimento delle attività del Cento antidiscriminazione.
PROGRAMMA “Agricoltura”
I l Programma Agricoltura della Provincia assicura la promozione, il coordinamento e l’attuazione degli
interventi in campo agricolo e forestale in ossequio e in coerenza con i più generali programmi
comunitari, nazionali e regionali di valorizzazione e sostegno delle attività economiche e produttive
(Piano di Sviluppo Rurale - investimenti), con particolare riguardo alle produzioni tipiche di qualità
(assistenza tecnica e ricerca), alle risorse umane e culturali (progetti di animazione e comunicazione
rurale), all’aiuto alle nuove forme di imprenditoria agricola (agriturismo e imprenditoria agricola
giovanile), alla salvaguardia e conservazione dell’ambiente naturale e del patrimonio agricolo e
boschivo (vincolo idrogeologico, governo delle foreste, insediamento di infrastrutture agricole),
identif icando l’attività agricola, oltre che attività economica, come la principale forma di presidio del
territorio.
L’attività svolta dal Servizio Agricoltura deriva dall’applicazione dei Regolamenti Comunitari, leggi
Statali e Regionali in virtù delle deleghe conferite e delle funzioni attribuite dalla Regione Toscana ai
sensi della L.R. 10/ 89 e della L.R. 9/ 98 (leggi di delega e di attribuzione di funzioni), che sono state
oggetto di revisione ed aggiornamento con il Piano Agricolo e Forestale Regionale (PAFR). Ciò anche
in riferimento alla presenza territoriale dell’Organismo Pagatore Regionale ART€A e della continua
ricerca della complessiva semplif icazione normativa del sistema agricolo regionale.
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La L.R. 82 del 28/ 12/ 2000 concernente "Norme in materia di agricoltura e foreste" ha disposto, a
partire dal 01/ 01/ 2003, il trasferimento di alcune funzioni delegate in materia di Agricoltura per i
territori dei Comuni Montani dalla Amministrazione Provinciale alla Comunità Montana "Val di
Bisenzio". A partire dal 2010, Con la L.R. 68/ 2011 l'intero pacchetto di competenze in agricoltura e
foreste del territorio del Comune di Montemurlo è stato riassegnato alla Provincia di Prato.
Con la L. 56/ 2014, alcune competenze svolte dall'Unione dei Comuni della Val di Bisenzio, in materia di
agricoltura, prima gestite attraverso gli uff ici della Comuntà Montana, vengono gradualmente
riassegnate agli uff ici della Provincia.
I l Programma Agricoltura dell’esercizio f inanziario 2015 sarà caratterizzato dai seguenti contenuti:
- esercizio di compiti e funzioni che la Provincia svolge in attuazione delle leggi comunitarie, nazionali
e regionali di delega e di attribuzione di funzioni;
- attività di pianif icazione, promozione e sostegno proprio alle varie iniziative pubbliche e private
f inalizzate a favorire lo sviluppo agricolo, la tutela del territorio, la valorizzazione dei prodotti tipici e di
qualità, la ricerca, le innovazioni, l’insediamento e lo sviluppo delle aziende agricole.
Le f inalità che si intende raggiungere nel corso del 2015 troveranno attuazione nei Regolamenti
Comunitari, le Leggi Statali e le Leggi regionali per le quali il Servizio Agricoltura della Provincia opera
in qualità di Ente Delegato ai sensi della L.R. 10/ 89 ed esercita funzioni attribuite ai sensi della L.R.
9/ 98 ed opera secondo quanto disposto dalla L.R. 45/ 2007 e dal PAFR, f ino all'attuazione della l.r.
22/ 2015.
PROGRAMMA “Polizia provinciale”
Al Corpo di Polizia Provinciale sono attribuite numerose competenze in esecuzione di leggi e
regolamenti: funzioni di vigilanza e attività di polizia giudiziaria e amministrativa in materia ambientale
(caccia, pesca, tutela della fauna, smaltimento rif iuti, tutela dei prodotti del sottobosco, tutela delle
acque, ecc.), ma anche compiti legati alle attività di protezione civile, alla vigilanza in materia turismo,
ecc..
La f inalità è quella di garantire alla cittadinanza, con il costante presidio di tutto il territorio
provinciale, con particolare riferimento a quello extraurbano, un’attività che da prettamente repressiva
diventi principalmente preventiva. I l Comando garantisce la presenza di pattuglie sul territorio in tutti i
giorni dell’anno, festivi compresi ed ha attivato un cellulare di servizio a disposizione della cittadinanza
e delle istituzioni per richieste di intervento, segnalazioni e informazioni.
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Nel corso dell’anno 2015 il Corpo assicurerà la presenza sul territorio, intensif icando i controlli in
materia ambientale, con particolare riferimento al traff ico e abbandono dei rif iuti su suolo pubblico,
sull’attività venatoria, Codice della Strada e turismo.
I mportante sarà, come per gli anni precedenti, la collaborazione con le altre forze di Polizia presenti
nell’ambito del territorio provinciale (Carabinieri, Polizia di Stato, Polizia Municipale, CFS e Arpat), con
le quali si sono tenuti e si mantengono rapporti collaborativi ed operativi f inalizzati anche ai controlli
interforze nel rispetto degli accordi del “Patto per Prato sicura”. A tal riguardo il personale del Corpo
parteciperà attivamente, per le proprie materie di competenza, alle varie operazioni organizzate dalle
forze di Polizia del territorio, sotto il coordinamento della Prefettura di Prato e della Questura di Prato.
Di particolare importanza è la stabile collaborazione con il Corpo di Polizia Municipale di Prato ed il
Comando provinciale del Corpo Forestale dello Stato che permetterà di svolgere in modo eff iciente ed
eff icace specif ici controlli congiunti sull’abbandono incontrollato di rif iuti sul suolo.
Con la stessa Polizia Municipale di Prato continuerà la collaborazione in merito al controllo dei veicoli
abbandonati su suolo pubblico e su proprietà privata.
I n ambito di Codice della Strada il Corpo svolgerà i controlli su tutte le strade provinciali, anche
mediante l’utilizzo di apposito tele laser per la rilevazione della velocità, al f ine di garantire la sicurezza
degli utenti.
I l Corpo conitnuerà a svolgere, dietro richiesta e sotto la direzione della Procura della Repubblica di
Prato, operazioni di Polizia Giudiziaria nelle materie di competenza.
Per un miglior svolgimento dei compiti d’istituto, a seguito di accordi con la Prefettura, il Comando sta
allargando la rete di collegamenti telematici con le varie banche dati disponibili negli enti presenti nel
territorio provinciale.
I l Corpo continuerà a svolgere il coordinamento e la gestione di tutti i servizi svolti delle GAV Guardie
Ambientali Volontarie di cui alla L.R.T. n° 7/ 98) e delle GGVV (Guardie Giurate Venatorie Volontarie),
attraverso riunioni mensili tra l'uff iciale incaricato, agenti della polizia provinciale e responsabili delle
varie associazioni. Anche nel 2015 si manterrà e consoliderà la sinergia tra Corpo di Polizia Provinciale
e dette associazioni di volontariato (GAV e GGVV).
PROGRAMMA “Formazione”
I l programma in oggetto persegue i seguenti indirizzi legati alle funzioni e alle competenze dell'Ente in
materia di formazione.
1. Def inisce il Piano annuale di indirizzo, comprensivo anche delle valutazioni economico-f inanziarie
del "Centro integrato per la formazione e le politiche attive del lavoro".
25
2. Garantisce la gestione, il controllo e la rendicontazione f inale delle attività f inanziate sul POR FSE
2007/ 2013.
3. Garantisce la gestione, il controllo e la rendicontazione f inale delle attività di formazione esterna per
gli apprendisti, programmata dalla Regione e realizzata sul territorio provinciale.
4. Collabora con la Regione alla programmazione attuativa dell’offerta di formazione professionale
f inanziata con le risorse del POR FSE 2014/ 2020 e del Piano esecutivo regionale per la Garanzia per i
Giovani, e precisamente:
a) all’elaborazione delle procedure di evidenza pubblica f inalizzate alla realizzazione degli interventi di
formazione professionale nell’ambito territoriale delle Province e della Città metropolitana;
b) la valutazione dei progetti.
5. Esegue le fasi di gestione del programma operativo regionale Fondo sociale europeo (FSE) 20142020 e del Piano esecutivo regionale per la garanzia per i giovani, successive all'individuazione dei
soggetti contraenti delle convenzioni o dei contratti di cui all'articolo 17, comma 1, della l.r. 32/ 2002 e
all'individuazione dei soggetti benef iciari di voucher per lo svolgimento di attività di formazione a
carattere individuale, secondo le procedure e le modalità previste dalla deliberazione della Giunta
regionale n. 635/ 2015. I n quest'ambito, coerentemente con quanto stabilito dalle citate norme di
riordino della materia della formazione professionale, rientrano anche gli interventi di I eFP e la
formazione per il diritto/ dovere, di cui al Programma 6, Pubblica I struzione, che quindi nel corso del
2015 (con il relativo personale addetto), saranno trasferiti alla Regione Toscana con la competenza in
materia di formazione professionale.
PROGRAMMA “Trasporti”
L'Amministrazione si pone l'obiettivo di svolgere l'esercizio delle attività di programmazione,
amministrazione e controllo del trasporto pubblico locale nell'ottica di offrire un servizio che abbia un
impatto positivo sulla qualità della vita dei cittadini, e che sia una valida alternativa al trasporto
privato.
I l miglioramento della qualità del servizio offerto di trasporto pubblico locale viene anche perseguito
mediante l'adesione e l'elaborazione di progetti nell'ambito del potenziamento dell'Osservatorio
Provinciale a supporto delle attività di pianif icazione e programmazione, rilevazione utenza, ispezione,
controllo e miglioramento della regolarità, nonché per l'integrazione tariffaria e l'informazione
all'utenza.
26
I l processo di riforme della normativa sul Trasporto Pubblico Locale sia a livello nazionale che regionale
iniziato nel 1999 ha comportato per la Provincia diverse competenze in relazione alla programmazione,
all'amministrazione e al controllo del trasporto pubblico locale.
Con la Legge 19 dicembre 2010, n. 65 ''Legge f inanziaria anno 2011', la Regione Toscana ha
apportato importanti modif iche alla Legge Regionale 42/ 1998 'Norme per il trasporto pubblico locale'.
I n particolare è stato 'istituito l'ambito territoriale ottimale per lo svolgimento delle funzioni in materia
di trasporto pubblico locale che coincide con l'intero territorio regionale, a cui corrisponde un unico
lotto di gara.
Conseguentemente il servizio TPL su gomma sarà aff idato ad un unico soggetto da parte di Regione
Toscana; per la gestione delle problematiche derivanti da questa nuova impostazione sono stati istituiti
un 'Uff icio Unico' e una 'Conferenza Permanente' a cui partecipano a vario titolo Province e Comuni.
Gli enti locali hanno delegato le loro funzioni a Regione Toscana attraverso una convenzione per
l'esercizio associato tra enti.
Considerato che la procedura della gara indetta dalla Regione Toscana per l’individuazione del gestore
unico è ancora ad oggi in itinere e che sussiste l’esigenza di non interrompere il servizio pubblico di
trasporto la Provincia, in questo contesto, è impegnata da una parte a gestire l'attuale servizio di
Trasporto Pubblico Locale, dall'altra a collaborare con la Regione Toscana, per l'aggiudicazione della
gara unica.
PROGRAMMA “Direzione Generale”
L'azione della Direzione Generale è volta all’esercizio delle seguenti funzioni:
Programmazione e Controllo Strategico:
- Coordinamento e controllo del processo di formazione degli strumenti di bilancio e def inizione degli
obiettivi strategici che sono alla base degli strumenti di programmazione cui il bilancio si collega;
- Attuazione del controllo strategico attraverso il monitoraggio dello stato di attuazione degli indirizzi
espressi dal Consiglio Provinciale;
- Coordinamento e regia su iniziative di razionalizzazione ed ottimizzazione della performance dell’
Ente anche in relazione al riassetto delle funzioni - in relazione alle risorse - e in attuazione di piani
strategici interarea;
- applicazione delle disposizioni regolamentari in materia di controlli, con particolare riferimento al
controllo sugli organismi partecipati. Nel 2015 particolare attenzione sarà volta alla cura della
reportistica di controllo sulle società in house providing ed alla ricognizione della partecipazione
27
dell'Ente in Fondazioni e Associazioni, anche in considerazione del processo di riordino delle funzioni e
delle minori risorse f inanziarie disponibili.
Controllo di Gestione, in ausilio e sinergia con l'Area Finanziaria:
- Coordinamento e regia del processo di formazione del Piano Esecutivo di Gestione, quale atto
fondamentale di raccordo tra le funzioni di indirizzo politico-amministrativo, espresse dagli organi di
governo dell’ente locale, e le funzioni di gestione rivolte a realizzare gli obiettivi stabiliti. I l Piano
esecutivo di Gestione ricomprende il Piano degli Obiettivi e il Piano della Performance.
- Analisi dell’andamento della gestione e rilevazione del grado di attuazione degli obiettivi, anche al
f ine di apportare in tempi utili le necessarie azioni correttive mediante il ricorso a variazioni del Piano
Esecutivo di Gestione;
- Coordinamento della partecipazione dell’Ente a società partecipate attraverso il supporto ai servizi
che gestiscono direttamente i rapporti con gli organismi partecipati esterni.
Con particolare riferimento alla società partecipata CReAF la Direzione Generale continuerà a svolgere
nell'anno 2015 il controllo del processo di attuazione del progetto strategico di Parco Scientif ico e
Tecnologico di Prato (PST) in sinergia con i Comuni del territorio, con la Regione Toscana - in
attuazione del Protocollo e dell'Accordo di collaborazione sottoscritti - e con la rete di soggetti coinvolti
nel progetto.
Sistema di valutazione della performance dirigenziale e della performance organizzativa:
- declinazione, monitoraggio e rendicontazione degli obiettivi strategici ai f ini della performance
individuale dirigenziale e degli obiettivi di performance organizzativa.
PROGRAMMA “Politiche per la valorizzazione dell’Ente e del Territorio”
Sono stati mantenuti gli indirizzi strategici che l’ente sviluppa nel contesto della rete istituzionale e
all’interno della comunità locale secondo una duplice prospettiva di governance, interistituzionale ed
esterna. Nell’ottica del pieno rispetto degli obiettivi di bilancio stabiliti dall’ente viene ulteriormente
rafforzato l’articolato intervento di razionalizzazione degli impieghi nei diversi ambiti di attività del
programma.
Nello specif ico l’azione è diretta a:
- svolgere tutte le attività connesse ai compiti istituzionali relativamente ai rapporti con la cittadinanza,
con gli altri enti, le istituzioni, le associazioni territoriali ed extraterritoriali, secondo un modello
improntato alla trasparenza e fondato sulla centralità del cittadino;
28
- sviluppare la conoscenza – in questa profonda fase di trasformazione – dell'attività istituzionale
dell’ente, della cultura locale, valorizzando il ruolo e il riuso del patrimonio costituito dal Palazzo
Buonamici, attraverso la promozione del Progetto Palazzo aperto;
- potenziare le dinamiche di informazione e comunicazione in un’ottica complessiva di piena garanzia
del diritto all’informazione;
- valorizzare l’azione, i progetti e le iniziative che la comunità provinciale esprime attraverso
associazioni e soggetti terzi, potenziando - in coerenza con gli obiettivi e le competenze dell’ente e in
un’ottica concreta di sussidiarietà - l’identità locale intesa come patrimonio sociale e sistema di risorse.
PROGRAMMA “ Politiche attive del lavoro”
I l Programma persegue i seguenti indirizzi legati alle funzioni e alle competenze dell'Ente riguardo alle
politiche attive del lavoro e i servizi per l'impiego:
1. cura la programmazione, la gestione e il controllo delle attività del Centro per l'I mpiego, che realizza
attività di orientamento, accompagnamento al lavoro e incontro fra domanda e offerta di lavoro. I l
Servizio è gestito da FI L SRL, società in house della provincia di Prato.
2. Sviluppa servizi specif ici per promuovere e incentivare l'occupazione nei confronti delle imprese. Nei
confronti dei disoccupati promuove e f inanzia la formazione individuale, l'accompagnamento del
singolo e lo sviluppo di sistemi di anticipazione dei cambiamenti economici e dei fabbisogni futuri in
termini di occupazione e qualif iche.
3. Programma e coordina le attività del Sistema Provinciale I ntegrato dei Servizi per il Lavoro, che
coinvolge le Amministrazioni Comunali, al f ine di perseguire lo sviluppo di servizi specialistici,
decentrati ed accessibili ai cittadini.
4. Svolge funzioni e compiti in materia di collocamento e mercato del lavoro, a norma del D.Lgs.
469/ 97 e della L.R. 14 ottobre 2014 n. 59, recante “Modif iche alla legge regionale 26 luglio 2002, n.
32 in materia di educazione, istruzione, orientamento, formazione professionale e lavoro”.
Nelle more del processo di riordino delle funzioni in materia di mercato del lavoro, non può essere
pregiudicata la continuità dei servizi erogati ai cittadini con particolare riferimento ai servizi per
l’impiego e alle politiche attive del lavoro, compresi i tirocini non curriculari e i servizi EURES. Per
questo, è indispensabile che le Province, anche nella fase attuale in cui si svolge il processo di riordino
delle funzioni, provvedano, nel rispetto della normativa vigente, al corretto esercizio delle funzioni in
materia di mercato del lavoro, assicurando l’erogazione dei servizi per l’impiego e delle politiche attive
del lavoro, compresi i tirocini non curriculari, e garantendo al contempo la qualità delle prestazioni
secondo gli standard di eff icienza e i livelli essenziali previsti dalla normativa vigente.
29
PROGRAMMA “ Sviluppo Economico e Marketing Territoriale”
I l problematico contesto internazionale e la crisi generale nell'economia e nella f inanza hanno
fortemente contagiato la maggior parte delle economie reali dei paesi avanzati. I n tale contesto,
considerata la particolare connotazione distrettuale del sistema economico locale pratese, tanto più
urgenti appaiono interventi e progettualità a misura di distretto, a supporto delle dinamiche
imprenditoriali ed alla crescita delle opportunità di impiego.
Attraverso il seguente programma, l'Amministrazione provinciale si impegna a porre in essere, in
sinergia con le parti economiche e sociali del territorio, iniziative concrete per sostenere con maggiore
eff icacia le trasformazioni a cui il distretto è sottoposto, promuovendo progetti che tendano ad
invertire il clima di sf iducia e valorizzino gli investimenti in innovazione, creatività e qualità.
A tal f ine si conferma la volontà di agire con una serie di interventi che agevolino l'attrazione di
investimenti esterni, la promozione del sistema economico distrettuale, la realizzazione di investimenti
connessi al consolidamento e allo sviluppo del territorio, il sostegno all'imprenditoria attraverso il
coordinamento delle relazioni sul territorio, anche per l'ottenimento di f inanziamenti regionali e
nazionali destinati allo sviluppo del sistema produttivo distrettuale.
L'Amministrazione Provinciale, in relazione al ruolo di coordinamento e concertazione che essa è
chiamata a svolgere nei confronti di tutti gli attori locali coinvolti nello sviluppo del territorio, fornirà un
concreto supporto di sensibilizzazione, informazione e assistenza al f ine di soddisfare la domanda
locale, anche attraverso lo strumento di informazione online rappresentato dal Punto informativo
imprese e aspiranti imprenditori e tramite il sito di marketing territoriale I nvest in Prato.
I l Programma ha valenza plurisettoriale, in quanto persegue un approccio integrato allo sviluppo
economico e si articola attraverso azioni dell'Amministrazione nei settori dello sviluppo locale e del
marketing territoriale .
A tal f ine si opererà in sinergia (attraverso attività interarea) con il settore Sociale e con il settore
Lavoro per iniziative legate all'imprenditoria giovanile e femminile, alle start up e all'Osservatorio
Sociale e con il settore Sistema I nformativo per quanto riguarda imprese I CT e innovazione.
PROGRAMMA “Università, Politiche Comunitarie e Cooperazione I nternazionale”
I l Programma 29 intende sostenere la presenza dell'università e lo sviluppo della ricerca sul territorio
pratese, incentivare la conoscenza e l'utilizzo dei fondi europei e lo sviluppo delle relazioni
30
internazionali, in particolare, con le istituzioni cinesi e con la comunità cinese residente nell'area
pratese.
Per quanto attiene i rapporti con l'Università, in questa fase, sono in via di revisione i patti parasociali
relativi alla società consortile PI N SCRL di cui la Provincia di Prato è socia. I n particolare, stante
l'attuale situazione di bilancio, non sarà possibile confermare il sostegno economico f in qua assicurato,
Nell'ambito delle Politiche Comunitarie e della Cooperazione I nternazionale il programma mira al
reperimento e alla diffusione delle informazioni europee, alla presentazione e gestione dei progetti
europei e di cooperazione in corso di realizzazione, all'approfondimento delle relazioni con la Cina in
particolare con la Municipalità di Wenzhou con cui l'Amministrazione Provinciale è gemellata, con le
Autorità e la comunità cinesi. Tali accordi, nel raccordo con il Gabinetto di Presidenza, saranno attuati
f ino al loro compimento e comunque f ino al mantenimento della competenza in materia da parte
dell'Amministrazione Provinciale.
PROGRAMMA “Affari Legali”
I l Servizio Affari Legali gestisce l'attività propria ed istituzionale dell'Ente in merito ai procedimenti
sanzionatori amministrativi che vengono avviati in base alla L.689/ 81 (esclusi quelli in materia di
caccia, pesca e turismo) provvedendo all'istruttoria dei procedimenti relativi ai sommari processi
verbali elevati dagli organi di controllo che operano sul territorio e alla conclusione del procedimento
tramite notif ica di un'ordinanza ingiunzione o di un atto di archiviazione. I l servizio provvede altresì
all'accertamento in entrata delle sanzioni e alla valutazione delle istanze di rateizzazione e alla relativa
concessione o diniego.
Si precisa che tali funzioni continuano ad essere esercitate in attesa del trasferimento delle stesse alla
Regione Toscana, così come previsto dalla L.R.22/ 2015.
I l servizio, inoltre, valuta l'opportunità di costituirsi in giudizio in caso di controversie che vedono
coinvolta la Provincia e, qualora sia ritenuto necessario, provvede all'aff idamento e alla gestione degli
incarichi legali esterni per garantire in sede di giudizio la tutela degli interessi della Provincia. I l
servizio, su richiesta degli interlocutori interni, fornisce un supporto giuridico ed emette pareri, se
necessario, provvede alla richiesta di appositi pareri legali ad un legale esterno.
I l contenzioso di cui alle materie trasferite alla Regione Toscana in base alla L.R. 22/ 2015 continua ad
essere gestito in attesa del perfezionamento della fase di riordino.
PROGRAMMA “Segreteria Generale e Uffici del Consiglio”
Staff all'interno dell'Ente si traduce in una attività di supporto a tutti i servizi.
31
SEGRETERI A GENERALE
Le prerogative dell'Uff icio Segreteria sono:
Supportare il Presidente nell'adozione degli atti presidenziali coordinando il procedimento di
formazione degli stessi, in sinergia con i servizi dell'Ente, f ino alla loro pubblicazione.
Supportare il Segretario Generale nelle sue funzioni di uff iciale rogante, Autorità Locale Anticorruzione,
Responsabile della Trasparenza e Responsabile del Sistema dei Controlli, per quanto di competenza
della Segreteria Generale.
Curare gli adempimenti relativi alle competenze assegnate nel rispetto delle scadenze previste dalle
Leggi vigenti.
UFFI CI O DEL CONSI GLI O
Strutturazione e ottimizzazione dei servizi a supporto del Consiglio Provinciale, dei Gruppi Consiliari,
dei Consiglieri delegati secondo le disposizioni statutarie, dell'Assemblea dei Sindaci e del Difensore
Civico territoriale nell'ottica di rispondere, in tempo reale, alle necessità degli organi istituzionali dell'
Ente, individuando, nel contempo, le priorità e le f inalità da perseguire in rapporto ai continui
mutamenti e ai bisogni del contesto istituzionale in cui si opera.
L'Uff icio addetto ai servizi del Consiglio cura le attività di supporto e segreteria agli Organismi
Consiliari, cura la gestione e trasmissione dei verbali degli ordini del giorno delle riunioni del Consiglio
Provinciale, dell'Assemblea dei Sindaci e delle Commissioni, nonché la predisposizione del materiale
oggetto di trattazione.
Cura l'anagrafe degli Amministratori e comunica agli uff ici competenti le informazioni necessarie per
gli adempimenti conseguenti, compresa la def initiva stesura degli atti amministrativi di competenza
consiliare; si occupa del rimborso ai datori di lavoro per la retribuzione e gli altri oneri connessi,
corrisposti ai consiglieri, permessi necessari per l’espletamento del proprio mandato elettivo.
PROGRAMMA “Motorizzazione”
La Provincia esercita diverse competenze amministrative nel comparto dei trasporti. Con L. 147 del
27.12.2013 e successivo DPCM 08.01.2015, pubblicato in Gazzetta Ufficiale in data 4 maggio 2015, la
competenza relativa alla gestione dell'Albo autotrasportatori è stata trasferita dalla Provincia alla
Motorizzazione Civile, pertanto l'ufficio curerà l’istruttoria dei procedimenti amministrativi in corso
nonché il trasferimento dei fascicoli come previsto dalla normativa.
I l servizio svolge le competenze tecniche amministrative in materia di M.C.T.C. oggetto della
previsione normativa di cui all’art. 105, comma 3, del D.Lgs. n. 112/ 1998.
32
I n particolare l'ufficio Motorizzazione si occupa di rilasciare le necessarie autorizzazioni e assicura la
legittimità delle successive modifiche a imprese di consulenza per la circolazione dei mezzi di trasporto
(cd. agenzie pratiche auto), scuole nautiche e autofficine di revisione veicoli. L'ufficio riceve inoltre le
segnalazioni certificate di inizio attività in materia di autoscuole, occupandosi anche in questo caso,
delle successive eventuali variazioni.
Nell'ambito dell'autotrasporto provvede al rilascio di licenze per il trasporto di cose in conto proprio, ne
gestisce le diverse trasformazioni, modifiche ed attua la procedura per l'eventuale revoca.
L'ufficio si occupa inoltre dell’organizzazione e svolgimento degli esami per il rilascio di alcuni titoli
professionali nel campo dei trasporti che abilitano all'esercizio delle seguenti professioni:
1. consulenza pratiche auto;
2. insegnanti ed istruttore di scuola guida (mediante convenzione con la Provincia di Pistoia);
3. direzione di attività autotrasporto di cose in conto terzi;
4. direzione di attività autotrasporto di persone.
I nfine, in tutte gli ambiti sopra richiamati, l'ufficio svolge attività di vigilanza e controllo.
33
LA PROVI NCI A E GLI ORGANI SMI GESTI ONALI ESTERNI
34
1.2 LA PROVI NCI A E GLI ORGANI SMI GESTI ONALI ESTERNI
Gli anni 2013 e 2014 hanno visto la realizzazione di processi di razionalizzazione in materia di
società partecipate sotto la spinta di un’intensa legislazione in materia, in linea con le decisioni che
l’Amministrazione provinciale aveva già assunto nell’ottica dell’ottimizzazione dello svolgimento
delle proprie funzioni - in caso di affidamenti in house providing - e del conseguimento di
significativi risparmi di spesa.
Con l’entrata in vigore del Regolamento per la disciplina del sistema integrato dei controlli interni
approvato con DCP n. 11 del 27.02.2013, a seguito della riforma dell’art. 147 e ss. del TUEL, è
proseguito il percorso di adeguamento alle disposizioni di dettaglio in esso contenute da parte delle
società controllate attraverso l’introduzione progressiva degli adempimenti in esso contenuti e di
allineamento ai suoi principi da parte di tutti gli altri organismi partecipati dall’Ente.
I l capo VI I del richiamato regolamento individua infatti gli ambiti e la metodologia di tale tipologia
di controllo, individuando il modello di governance tra l’amministrazione provinciale e gli organi
delle società, definendo un sistema strutturato attraverso il quale la Provincia esercita
efficacemente il proprio ruolo.
A tale normativa tutte le società partecipate della Provincia di Prato sono state chiamate ad
uniformarsi.
I l gruppo di lavoro intersettoriale, costituito con decreto n. 1 del 6 novembre 2012 e composto dai
dirigenti dell’Ente competenti a vario titolo in materia di società partecipate e di esse referenti, ha
rappresentato l’“Unità di Progetto Società Partecipate” ed ha operato per dare attuazione agli
adempimenti richiesti dalla normativa in materia.
La Legge di Stabilità 2015 ha introdotto nuove disposizioni in materia di società partecipate
prevedendo un meccanismo di diritto di recesso ex lege per consentire l’uscita degli enti locali dalle
società di capitali per le quali non ricorrono più le condizioni di detenibilità della relativa
partecipazione.
L’art. 1 commi 611 e ss. della L. 190/ 2014 (Legge di Stabilità 2015) ha infatti previsto l’avvio di un
processo di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie direttamente o
indirettamente possedute, in modo da conseguire la riduzione delle stesse entro il 31 dicembre
2015, anche tenendo conto dei seguenti criteri:
a) eliminazione delle società e delle partecipazioni societarie non indispensabili al perseguimento
delle proprie finalità istituzionali, anche mediante messa in liquidazione o cessione;
b) soppressione delle società che risultino composte da soli amministratori o da un numero di
amministratori superiore a quello dei dipendenti;
c) eliminazione delle partecipazioni detenute in società che svolgono attività analoghe o similari a
quelle svolte da altre società partecipate o da enti pubblici strumentali, anche mediante operazioni
di fusione o di internalizzazione delle funzioni;
d) aggregazione di società di servizi pubblici locali di rilevanza economica;
35
e)
contenimento dei costi di funzionamento, anche mediante riorganizzazione degli organi
amministrativi e di controllo e delle strutture aziendali, nonché attraverso la riduzione delle relative
remunerazioni”.
La legge 190/ 2014 ha richiesto alle amministrazioni di effettuare un’ulteriore verifica rispetto al
portafoglio di partecipazioni possedute e di formalizzare tale analisi approvando un Piano operativo
di razionalizzazione, da trasmettere alla Sezione Regionale di Controllo della Corte dei Conti e
pubblicato su I nternet.
La normativa prevede inoltre che entro il 31 marzo 2016, dovrà essere predisposta una relazione
sui risultati conseguiti, sempre trasmessa alla competente sezione regionale di controllo della Corte
dei Conti e pubblicata nel sito istituzionale dell’amministrazione interessata.
I l contesto nel quale si è inserita questa ulteriore azione di razionalizzazione e riordino in materia
di società partecipate è in linea con quanto già disposto in precedenti norme dettate dal legislatore
in questi ultimi anni e soprattutto con quanto già operato dall’Amministrazione Provinciale negli
anni recenti.
I l Piano di razionalizzazione è stato approvato con Deliberazione del Consiglio provinciale n. 10 del
28.04.2015 ed ha attuato la valutazione della permanenza del requisito di “indispensabilità” o
meno delle stesse nonché dell’ elencazione delle misure volte al conseguimento della riduzione dei
costi di funzionamento per le partecipazioni societarie detenute, accertando, caso per caso, la
sussistenza o meno dell'interesse istituzionale della permanenza nelle stesse società, procedendo
ad un raffronto tra l'attività che costituisce l'oggetto sociale delle stesse e le attività di competenza
dell'ente.
L’esito della valutazione si riporta in sintesi:
- esito negativo circa la sussistenza di duplicazioni di modelli gestionali per lo svolgimento di una
medesima attività con differenti soggetti gestori o lo svolgimento di medesime funzioni;
- assenza di società composte da soli amministratori o con numero di dipendenti inferiore a quello
degli amministratori;
- formulazione dell’indirizzo di provvedere, per tutte le partecipazioni non dismesse, a porre in
essere ogni intervento di contenimento dei costi di funzionamento, anche mediante processi di
riorganizzazione degli organi amministrativi e di controllo, nei casi ancora non attuati, nonché
attraverso la riduzione delle relative remunerazioni;
- avvio del processo di dismissione della partecipazione nella società Banca Popolare Etica Società
Cooperativa per Azioni
Per tutte le partecipazioni possedute, inoltre, la Provincia ha operato ed opererà nell’ottica:
ƒ
del perseguimento dell’equilibrio economico – patrimoniale e finanziario, nonché degli
obiettivi strategici e gestionali prefissati e condivisi per l’anno in corso, da monitorare
durante tutto il corso dell’esercizio fino a consuntivo, attraverso la valutazione degli
eventuali scostamenti rispetto agli studi di fattibilità approvati ed ai bilanci preventivi e
programmazione delle attività presentati;
36
ƒ
dell’attuazione dei contenuti contrattuali (contratto di Servizio o altro), laddove si configuri
l’affidamento di servizi o attività strumentali, e la conformità dei servizi erogati ai prefissati
ƒ
standard di qualità ed efficacia;
del monitoraggio dell’andamento della gestione, attraverso la definizione di significativi
indicatori di efficienza ed economicità e dei relativi tempi di rilevazione.
I n particolare l’intensificazione dell’attività volta al controllo degli andamenti economici delle realtà
partecipate, espressa attraverso le analisi dei budget, dei bilanci e degli andamenti infrannuali, ha
rafforzato il collegamento tra il bilancio dell’ente partecipante con quello degli organismi esterni,
supportando per l’annualità 2015 scelte mirate e consapevoli, a fronte della drastica riduzione delle
risorse complessive a disposizione.
I ndirizzi 2015
Per il 2015 risulta di particolare rilevanza sottolineare il contesto in cui la Provincia si trova ad
operare.
I n considerazione del processo di riordino delle funzioni ancora in atto e soprattutto della
particolare situazione di criticità rispetto alla disponibilità di risorse finanziarie da parte della
Provincia - visti i tagli imposti dalla Legge di Stabilità e dalla normativa nazionale in generale - le
politiche di supporto delle realtà partecipate sul territorio risentiranno in maniera significativa della
mancanza di risorse finanziarie a disposizione dell’Ente ed avranno, in relazione alle varie realtà
esistenti, effetti proporzionali rispetto alla rilevanza del sostegno erogato negli anni precedenti.
Nei casi in cui la partecipazione sia stata, negli anni, particolarmente significativa per il
mantenimento delle attività culturali e/ o scientifiche che i diversi organismi gestionali conseguono
in base alla mission affidata dagli enti pubblici soci, la mancanza di risorse finanziarie
dell’Amministrazione provinciale, pur a fronte dei contratti di servizio o dei patti stipulati,
comporterà un riposizionamento che, salvaguardando il patrimonio di conoscenze ed esperienze
acquisiti nonché l’occupazione generata, ridimensioni il sostegno stesso ma al tempo stesso
garantisca processi di condivisione delle dinamiche innescate con gli altri interlocutori sul territorio.
37
F.I .L. FORMAZI ONE I NNOVAZI ONE LAVORO S.R.L.
I nformazioni generali:
Ragione sociale
FI L SRL – Formazione I nnovazione Lavoro
SRL
Data costituzione:
27/ 06/ 95
Data termine della Società
31/ 12/ 25
Capitale sociale (al 31/ 12/ 2014)
€ 316.675,00
Quota di partecipazione Provincia di Prato
€ 313.035,00
Percentuale partecipazione Provincia Prato
(98,85% )
Composizione Capitale Sociale:
Soci
I mporto quota
%
Provincia di Prato
313.035,00
98,85%
Comune Montemurlo
2.600,00
0,82%
Comune Vaiano
1.040,00
0,33%
Totale
316.675,00
100,00%
Organi sociali:
Consiglio di Amministrazione
N.
Nome e
Cognome
Carica
Nominato
dalla
Provincia
di Prato
( SI / NO)
1
Narducci
Riccardo
Amministratore
unico
si
Data
nomina
Scadenza
carica
Compenso
Altre
annuo
indennità
lordo
21/ 02/ 14 Approvazione 15.000,00*
bilancio al
31/ 12/ 2016
* Importo al netto di Iva e rivalsa Inps e/o cassa previdenza se dovuta
Collegio dei revisori:
N.
Nome e Cognome
Carica
Data
Nomina
Scadenza carica
Berti Serena
Sindaco Revisore Unico
28/ 05/ 14
Approvazione bilancio al
31/ 12/ 2016
38
Premessa
Nell’anno 2013 la società partecipata F.I .L. è stata protagonista di un processo di accorpamento
che ha portato, a fine anno, alla fusione della incorporazione della società Asel srl in FI L spa ed
alla contestuale trasformazione della società incorporanda in società a responsabilità limitata.
La società è stata costituita nel 1990 ai sensi dell'art. 22 della L. 142/ 1990, come società per azioni
a maggioranza di capitale pubblico e partecipazione di soggetti privati espressione delle
organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro, finalizzata ad operare nell’ ambito della
formazione professionale e delle politiche attive del lavoro.
Nel 1999 è stata affidata alla società la gestione dei servizi dell’impiego, trasferiti come
competenza specifica delle Province nello stesso anno.
Pertanto, FI L S.p.A. si è inizialmente strutturata come società avente due rami di attività:
1. la formazione professionale, per la quale ha operato in ottemperanza di quanto disposto dal
Regolamento CE 1260/ 99;
2. i servizi del Centro per l’I mpiego, il cui affidamento è stato regolato mediante contratti di
servizio ai sensi degli artt. 112 e 113 del D.Lgs. 267/ 00.
L’evoluzione della normativa e della giurisprudenza in materia di affidamento diretto di servizi da
parte della Pubblica Amministrazione è stata tale da rendere incompatibile la compresenza dei due
rami di attività all’interno di FI L S.p.A. con la prosecuzione della gestione diretta mediante
contratto di servizio ai sensi degli artt. 112 e 113 del D.Lgs. 267/ 00.
Pertanto, alla fine del 2009 la Provincia di Prato si è impegnata nella operazione di riassetto della
società FI L S.p.A. mediante la trasformazione in società per la gestione dei servizi del Centro per
l’I mpiego e le politiche attive del lavoro, che si configurano quali compiti istituzionali della Provincia
in virtù della normativa nazionale e regionale in materia.
FI L S.p.A. è diventata società strumentale dei soci per l’esercizio di funzioni in materia di servizi
per l’impiego e politiche attive del lavoro e ha cessato di operare sul mercato, pubblico e privato,
della formazione professionale e dei servizi per il lavoro.
Le importanti novità legislative in materia di società partecipate intervenute nell’anno 2012 hanno
orientato le scelte compiute già nell’ultima parte dell’annualità ed hanno costituito gli indirizzi nel
rispetto dei quali si è continuato ad operare nell’anno 2013, sia nei confronti della generalità di
tutti gli organismi gestionali esterni, sia nei confronti della singola società partecipata.
I l Consiglio provinciale, con DCP n. 45 dell’1.8.2012 aveva espresso gli indirizzi per la conclusione
dei processi di accorpamento delle società partecipate dell’Ente con particolare riferimento alle
società Asel srl e Fil spa dando mandato alla Giunta di attivarsi per dare attuazione all’indirizzo
espresso.
39
La Giunta ha successivamente deliberato - DGP n. 232 del 21.09.2012 e n. 272 del 13.11.2012 –
formalizzando il percorso di razionalizzazione riguardante le due società e la contestuale
trasformazione di Fil in società a responsabilità limitata, ponendo in essere le azioni necessarie
non solo al perseguimento dei principi dettati dalla normativa sopravvenuta ma soprattutto al
conseguimento di obiettivi di risparmio complessivo per i minori costi amministrativi e
l’efficientamento dei processi conseguenti alla fusione.
I l percorso societario di fusione si è concluso formalmente in data 9 dicembre 2014: per effetto
della fusione e del recesso del socio Comune di Prato, il capitale sociale di FI L srl risulta composto
come sopra riportato in tabella, e la partecipazione della Provincia di Prato con € 313.035,00 è
pari all’98,85% .
ll contratto di servizio
A seguito dell’entrata in vigore della legge 7 aprile 2014 n. 56 è stata approvata la L.R. 14 ottobre
2014 n. 59, recante “Modifiche alla legge regionale 26 luglio 2002, n. 32 in materia di educazione,
istruzione, orientamento, formazione professionale e lavoro”, che ha stabilito:
1.
di riacquisire le competenze in materia di mercato del lavoro e contestualmente ha istituito
l’Agenzia regionale del lavoro quale ente regionale dipendente al quale ha attribuito i compiti e le
funzioni in materia di mercato del lavoro che la l.r. 32/ 2002 aveva attribuito alle province;
2.
di far decorrere l’applicazione delle disposizioni inerenti l’Agenzia regionale del lavoro dal
termine stabilito dalla legge regionale di riordino delle funzioni provinciali;
3.
che fino al suddetto termine le province continuano ad esercitare le funzioni in materia di
mercato del lavoro e politiche del lavoro ad esse attribuite dalla l.r. 32/ 2002.
I servizi per l’impiego svolgono attività fondamentali sia per quanto riguarda i procedimenti per la
concessione dei trattamenti di sostegno al reddito dei lavoratori sia per quanto riguarda
l’erogazione delle politiche attive del lavoro, la promozione della imprenditorialità e lo sviluppo
dell’occupazione, anche in favore delle fasce più deboli del mercato del lavoro, l’accesso alla
formazione e le attività relative alle verifiche in materia di tirocini non curriculari. La Regione ha
quindi ritenuto che, nelle more del processo di riordino delle funzioni in materia di mercato del
lavoro sopra indicato, non debba essere pregiudicata la continuità dei servizi erogati ai cittadini con
particolare riferimento ai servizi per l’impiego e alle politiche attive del lavoro, compresi i tirocini
non curriculari. Per questo, la Regione ha ritenuto necessario ed indispensabile che le Province,
anche nella fase attuale in cui si svolge il processo di riordino delle funzioni, provvedano, nel
rispetto della normativa vigente, al corretto esercizio delle funzioni in materia di mercato del
lavoro, assicurando l’erogazione dei servizi per l’impiego e delle politiche attive del lavoro e
garantendo al contempo la qualità delle prestazioni secondo gli standard di efficienza e i livelli
essenziali previsti dalla normativa vigente. A tal proposito, la Regione ha messo a disposizione
risorse del Piano Nazionale Garanzia Giovani e ha anticipato una parte dei Fondi della
40
Programmazione FSE 2014/ 2020. Grazie a questi stanziamenti, la Provincia ha sottoscritto con FI L
SRL un nuovo contratto di servizio con fino al 31/ 12/ 2015 per lo svolgimento presso la struttura
denominata “Centro per l’I mpiego”, di funzioni e compiti in materia di mercato del lavoro e servizi
per l'impiego, attenendosi ai principi stabiliti nelle norme in materia e contenuti nel Masterplan dei
Servizi per l’I mpiego della Regione Toscana, secondo i seguenti ambiti:
A. Accoglienza e prima informazione
B. Servizi di orientamento ed accompagnamento al lavoro
C. Sportello tirocini formativi e di orientamento
D. Servizio di mediazione tra domanda e offerta di lavoro
E. Attività di promozione, informazione sul territorio ed iniziative in materia di sicurezza sul lavoro
F. Servizi di orientamento e accompagnamento al lavoro, anche a carattere formativo e
laboratoriale, rivolti all’inserimento e al reinserimento di soggetti svantaggiati e disabili nel mercato
del lavoro
G. Servizi, anche formativi, in materia di diritto dovere all'istruzione e alla formazione professionale
H. Servizi in materia di apprendistato
I Servizi di supporto alla ricollocazione professionale di lavoratori colpiti da fenomeni di crisi
aziendale
J. Servizi di accompagnamento al lavoro per l’occupabilità: attività istituzionali a carattere
professionalizzante, svolte in forma seminariale, corsuale o laboratoriale rivolte in particolare a
soggetti deboli sul mercato del lavoro.
La Provincia versa a FI L srl a titolo di corrispettivo annuale la somma di 2.721.430,55 Euro,
vincolata a trasferimenti europei e regionali, omnicomprensiva degli oneri fiscali, laddove dovuti, a
fronte dell’adempimento delle obbligazioni oggetto del disciplinare.
Nell’ambito di specifici progetti, FI L SRL può essere anche oggetto di trasferimenti di risorse
finalizzate all’erogazione in nome e per conto della Provincia di Prato di forme di sussidio o borsa
lavoro.
I n caso di assegnazione di risorse da parte della Regione Toscana, di Ministeri o dell’Unione
Europea, avente destinazione vincolata alla realizzazione di servizi o attività inerenti i Centri per
l’I mpiego, su richiesta dell’Amministrazione Provinciale, FI L è tenuta ad effettuare eventuali servizi
aggiuntivi, comunque connessi e/ o complementari a quelli già previsti nell’oggetto del disciplinare,
anche di tipo occasionale oppure di tipo continuativo. I l Dirigente responsabile provvede, mediante
apposito atto dirigenziale, a definire i contenuti delle attività oggetto della integrazione, le modalità
operative di svolgimento, la tempistica e il corrispettivo.
La Provincia di Prato, sulla base dei propri indirizzi programmatici o di sopravvenute esigenze, si
riserva comunque la facoltà di integrare il disciplinare, assegnando a FI L SRL ulteriori servizi
aggiuntivi, comunque connessi e/ o complementari a quelli già previsti nell’oggetto del presente
disciplinare, anche di tipo occasionale oppure di tipo continuativo.
41
I n quanto agenzia strumentale della Provincia di Prato, FI L SRL potrà anche essere incaricata di
partecipare, in nome e per conto della Provincia stessa, a specifici progetti Europei che abbiano
finalità e obiettivi coerenti con l’oggetto sociale della stessa e con le attività oggetto del
disciplinare.
La Provincia esercita i propri poteri di vigilanza sulla corretta esecuzione dei servizi e delle attività
svolte da FI L SRL richiedendo alla società i seguenti adempimenti:
a) fornire trimestralmente i dati sull’andamento dei servizi oggetto del contratto in house;
b) sviluppare un sistema di contabilità analitica dal quale desumere le risultanze economiche con
applicazione di idonei criteri per la rilevazione dei costi diretti e indiretti;
c) ai fini della valutazione della economicità della gestione dei servizi affidati a FI L SRL per
l’espletamento dell’attività connessa al Centro per l’I mpiego, la società si impegna a trasmettere
alla Provincia di Prato, entro la data di approvazione del proprio bilancio di esercizio, un conto
economico derivante dalla contabilità analitica contenente la composizione quali-quantitativa del
risultato economico d’esercizio e coerente, sotto il profilo della rappresentazione economica, con
quanto previsto dallo Statuto di società per la relazione semestrale. I l conto economico dovrà
precisare i criteri di suddivisione/ imputazione dei costi, con particolare riferimento a quelli indiretti.
d) La società si impegna, altresì, a trasmettere all’Amministrazione Provinciale, il conto economico
derivante dalla contabilità analitica di cui sopra.
Risultati economici del triennio
I risultati economici della Società nell'ultimo triennio sono stati i seguenti:
Anno
Utile
2014
€. 11.007,00
2013
€. 50.415,00
2012
€. 83.339,00
I ndirizzi per il 2015
Per quanto attiene all’attività, la gestione dei servizi inerenti il mercato del lavoro, in ottemperanza
a quanto sopra stabilito dalla Regione Toscana, la Provincia di Prato, con il contratto in house con
FI L, garantisce la continuità nell’erogazione dei servizi per l’impiego e delle politiche attive del
lavoro e gli standard di qualità e il mantenimento dei livelli qualitativi dei servizi erogati fino al
31.12.2015.
L’ipotesi di un ulteriore prolungamento di tale rapporto è evidentemente collegata al percorso di
riforma delle amministrazioni provinciali, da un lato, e del sistema dei servizi per l’impiego
dall’altro.
42
C.R.e.A.F. S.r.l. – CENTRO PER LA RI CERCA ED ALTA FORMAZI ONE S.r.l.
I nformazioni generali:
Ragione sociale
Centro ricerche e alta formazione Srl – C.R. e
A.F. Srl
Data costituzione:
20/ 10/ 05
Data termine della Società
31/ 12/ 60
Capitale sociale (al 31/ 12/ 2014)
€. 6.807.908,41
Quota di partecipazione Provincia di Prato
€. 5.561.405,73
Percentuale partecipazione Provincia Prato
(81,69% )
Composizione Capitale Sociale:
Soci
I mporto quota
%
Provincia di Prato
5.561.406,00
81,69%
Comune di Prato
732.531,00
10,76%
Comune di Montemurlo
350.000,00
5,14%
Comune di Carmignano
78.972,00
1,16%
Comune di Vaiano
40.000,00
0,59%
Comune di Poggio a Caiano
20.000,00
0,29%
Comune di Vernio
15.000,00
0,22%
Comune di Cantagallo
10.000,00
0,15%
Totale
6.807.908,00
100,00%
Organi sociali:
Consiglio di Amministrazione
N.
Nome e
Cognome
Carica
1
Laura
Calciolari
Amministratore
unico
Nominato
Data
dalla
nomina
Provincia
di Prato
( SI / NO)
SI
Scadenza Compenso
Altre
carica
annuo
indennità*
lordo
11/ 03/ 14 31/ 03/ 2017
€
30.000,00
€ 0,00
(A.B)
Collegio Revisori : I l collegio dei revisori è decaduto con l'approvazione del bilancio 2013-2014
(6 ottobre 2014). La società sta procedendo all'aggiornamento del proprio statuto per la nomina di
un revisore unico.
43
Premessa
La società C.R.e.A.F. S.r.l. – CENTRO PER LA RI CERCA ED ALTA FORMAZI ONE S.r.l. è stata
costituita con atto notarile del 20.10.2005 tra Provincia, Comune di Prato, Comune di Montemurlo,
Comune di Carmignano, Comune di Vaiano, Comune di Poggio a Caiano, Comune di Vernio e
Comune di Cantagallo, con una partecipazione di maggioranza della Provincia di Prato, la quale
detiene l’81,69% del capitale sociale.
La società è stata costituita tra la Provincia e i Comuni del territorio provinciale a seguito di un
accordo di programma siglato tra Regione Toscana, Provincia di Prato, CCI A di Prato e da tutti i
Comuni del territorio provinciale, con il quale i soggetti sottoscrittori si impegnavano alla creazione
di un Centro per la Ricerca e Alta formazione del distretto tessile pratese con il seguente obiettivo:
• ricerca, sviluppo, trasferimento e diffusione di tecnologie e conoscenze;
• innalzamento qualitativo e quantitativo delle attività produttive e politiche locali;
• valorizzazione delle risorse umane.
La società CREAF ha per oggetto sociale la ricerca nell'ambito delle tecnologie della qualità,
soprattutto per quanto riguarda i nuovi processi produttivi ed i nuovi prodotti, lo studio sulla
qualità dei prodotti, la realizzazione di attività formative ed iniziative per diffondere documentazioni
ed informazioni nel campo delle tecnologie, delle normative e dei processi innovativi attinenti la
qualità; l’attivazione di
collaborazioni, contatti e l'adesione ad organizzazioni ed enti similari in
ambito nazionale ed internazionale; il sostegno alla nascita di nuove attività imprenditoriali, anche
mediante la realizzazione e la gestione di incubatori aziendali; la costruzione e gestione di Centri di
ricerca; l’attrazione nell’area della Provincia di Prato, di nuove strutture di ricerca e sviluppo, di
università, enti pubblici, ed imprese nazionali ed estere.
La mission del Centro, come delineata nei documenti programmatori, definisce gli indirizzi in
merito al percorso da compiere, in questi termini:
“I l futuro della ricerca e dell’innovazione per il distretto passa attraverso uno strumento strategico,
il Centro di ricerca e alta formazione, tassello decisivo nel “sistema delle conoscenze” di un
territorio sempre più competitivo che, attraverso questo progetto, afferma un nuovo ruolo a livello
metropolitano, regionale, e nazionale. La mission di promuovere le interconnessioni tra sistema
economico, trasferimento tecnologico e ricerca, risponde in misura assolutamente adeguata alle
esigenze di innovazione territoriale. Tale opportunità deve essere integrata con un processo di
diffusione di informazioni e di accompagnamento delle imprese per l’accesso alle risorse destinate
all’innovazione, rese disponibili dagli strumenti finanziari di livello comunitario, nazionale e locale.
Creaf diventa un punto di riferimento e l’animatore di una rete, da sostenere con decisione, che
viene a collegare il Pin, l’Università di Firenze attraverso la Fondazione per la Ricerca, e le diverse
esperienze di ricerca - anche di carattere imprenditoriale e associativo - che sono attive sul
territorio.
I l nuovo mandato apre una fase decisiva per lo sviluppo e le attività del Centro di
ricerca che dovrà costituire un hub dell’innovazione, uno spazio dove la ricerca arriva e parte, nodo
intelligente di smistamento e collegamento del sapere e del fare. I nsomma strategico nella rete
44
dell’innovazione e sollecitatore i relazioni tra mondo della ricerca, dell’imprenditoria e il territorio
svolgendo un ruolo di volano e attivatore.”
“ I positivi rapporti con la Regione Toscana, sulla base della conferma della condivisione del
progetto nel quadro delle strategie di sostegno e rilancio dell’economia pratese, consentiranno di
porre in essere scelte condivise e la ponderazione di strategie mirate all’interesse della comunità
amministrata.”
Tenuto conto dello scopo sociale della società CReAF, derivante dall’oggetto definito nell’art. 3
dello Statuto societario, le attività fino ad oggi poste in essere sono state propedeutiche alla
realizzazione del cosiddetto “Parco Scientifico e Tecnologico di Prato” e a questo fine ha
proceduto all'acquisto prima e alla ristrutturazione poi, di un ex edificio industriale in via
Galcianese, in Prato.
Ad oggi a Società C.R.eA.F. srl ha portato a termine i lavori afferenti il I I lotto ma devono ancora
essere completati quelli afferenti il I lotto, per quanto concerne gli impianti, le attrezzature e gli
arredi. Per la realizzazione di tale completamento è già disponibile un finanziamento (fondi di
natura comunitaria, denominati “FI PRO” Fondo per le I nfrastrutture Produttive - Realizzazione
Centri
di
Competenza),
concesso
dalla
Regione
Toscana,
attivabile
al
momento
della
formalizzazione dell'impegno al cofinanziamento del fondo medesimo da parte di CREAF.
Al fine di garantire alla Società le risorse necessarie per effettuare l’acquisto e la ristrutturazione
dell’immobile a fronte della mancata assunzione del mutuo, nel 2006 la Provincia di Prato ha
erogato in più tranche anticipazioni finanziarie fruttifere per un valore complessivo di €
5.900.000,00, stipulando specifici contratti che prevedevano la corresponsione di interessi passivi e
pagamento di penali in caso di mancata restituzione. Dopo l’approvazione dell’art. 6 comma 19 del
D.L. 78/ 2010 non sono state più erogate anticipazioni finanziarie alla Società, oltre a quella
concessa di € 5.900.000,00 ancora non restituita. La Provincia ha posto in essere tutte le azioni
necessarie per ottenere il rimborso dell’anticipazione concessa, sulla quale gravano interessi passivi
per la Società Creaf e la penale per il mancato rimborso.
Risultati economici ultimi tre esercizi
Anno*
•
Utile
Perdita
2013-2014
€. 448.982,00
2012-2013
€. 500.408,00
2011-2012
€. 299.603,00
l'esercizio di Creaf srl si riferisce al periodo solare 1/ 4 -31/ 03 di ciascun anno.
Lo sviluppo del Progetto strategico di PST
I n attuazione degli indirizzi consiliari richiamati in premessa, nell’annualità 2013 si è intensificato il
percorso di collaborazione istituzionale tra Provincia di Prato e Regione Toscana per supportare la
45
nascita del Parco scientifico e Tecnologico di Prato ( PST), secondo le seguenti tappe
istituzionali:
- a seguito della delibera della Giunta della Regione Toscana n. 753 del 9.09.2013 e della delibera
della Giunta della Provincia di Prato n. 228 del 10.09.2013 è stato sottoscritto un Protocollo
d’I ntesa per l’avvio del progetto strategico di Parco Scientifico e Tecnologico di Prato
( PST) , volto a rinnovare la collaborazione istituzionale tra i due Ente;
- a seguito della delibera della Giunta della Regione Toscana n. 1136 del 16.12.2013 e della
delibera della Giunta della Provincia di Prato n. 317 del 16.12.2013 è stato successivamente
sottoscritto un Accordo di Collaborazione tra la Regione Toscana e la Provincia di Prato
per l’avvio del progetto strategico “Parco Scientifico e Tecnologico di Prato”, completo
del progetto strategico di massima per lo sviluppo del Parco Scientifico e Tecnologico di Prato
sviluppato da Polo Navacchio Spa” da realizzare attraverso la Società partecipata CREAF;
Nel biennio 2013-2014 si sono intensificati i contatti con il territorio e, nel corso di diversi incontri,
con imprese potenzialmente interessate ad insediarsi nella struttura, sono stati ipotizzati modelli di
relazione e di rapporto, finalizzati a rendere sostenibile in tempi rapidi, in una logica di start-up, il
modello di sviluppo. Le esigenze emerse durante gli incontri imprenditoriali hanno messo in
evidenza in particolare la necessità di condividere, sviluppare, promuovere in logica di rete
prodotti, servizi e competenze tra diversi soggetti, attraverso lo sviluppo di servizi di scouting
tecnologico, di progettualità collaborativa in R&S, di spazi e servizi infrastrutturali comuni, di
esplorazione e di sviluppo di nuove opportunità di mercato grazie all’interazione con altri soggetti.
Si è pertanto evidenziata la necessità di strutturare un Parco che abbia la competenza per gestire
funzioni specifiche a vari livelli e che si muova nell’ambito di una rete relazionale già consolidata
tra imprese, Università, Centri di ricerca, laboratori.
Tale prospettiva ha coinciso con quanto promosso dalla Regione Toscana sin dal 2009 con lo
sviluppo dell’esperienza dei c.d. poli di innovazione - raggruppamenti di imprese indipendenti
attivi in un particolare settore o regione e destinati a stimolare l’attività innovativa incoraggiando
l’interazione intensiva, l’uso in comune di installazioni e lo scambio di conoscenze ed esperienze,
nonché contribuendo in maniera effettiva al trasferimento di tecnologie, alla messa in rete e alla
diffusione delle informazioni tra le imprese che costituiscono il polo.
L’art.3 del sopra citato Accordo di Collaborazione RT/ Prov. PO definisce le modalità per
l’attivazione di accordi e/ o protocolli d’intesa con i principali attori interessati quali i Poli
di I nnovazione (in particolare “OTI R 2020 Next Technology", "POLI S" Fondazione per la Ricerca e
l’I nnovazione, “POLI TER Polo Navacchio Spa”), ed enti e associazioni del territorio aventi funzioni
di interesse generale per il sistema delle imprese (in particolare Camera di Commercio, CNA,
Confartigianato I mprese Prato, Unione I ndustriale Pratese, PI N scrl, I stituto Buzzi), che saranno
chiamati a collaborare operativamente per la realizzazione delle finalità dell’accordo ed a fornire
l'assistenza gestionale necessaria alla società CREAF, con le modalità che verranno concordate nel
46
tavolo tecnico, sia in termini di esperienza che di personale dedicato, all'attuazione dello start-up
del PST di Prato, diversificando la collaborazione a seconda delle specifiche competenze.
I l contratto di servizio
I n data 8/ 1/ 2015 è stato sottoscritto un contratto di servizio con cui la Provincia di Prato affida i
Servizi di supporto allo start up, attrazione, innovazione e trasferimento tecnologico alle imprese
nel processo di avvio del parco scientifico e tecnologico di Prato.
Le attività previste nel contratto di servizio sono in corso di attuazione e sono attentamente
monitorate dalla Direzione Generale.
I ndirizzi 2015
Con Deliberazione del Consiglio Provinciale n. 2 del 22 gennaio 2014 è stato approvato il Progetto
strategico per l’avvio del Parco scientifico e tecnologico di Prato ( PST) e sono stati
espressi i seguenti indirizzi:
ƒ
mantenimento, da parte della Provincia e dei Soci della società CREAF , in accordo ed in
sinergia con la Regione Toscana , della governance complessiva dell’attuazione del progetto
di avvio del PST, attraverso la formulazione di indirizzi operativi alla società partecipata, nel
rispetto degli accordi sottoscritti con la Regione Toscana e del progetto strategico
ƒ
approvato con il presente atto;
ricerca del più ampio consenso nella stipula degli accordi di collaborazione con i soggetti
portatori di specifiche competenze, nell’ottica della ricerca del massimo consenso
ƒ
territoriale, pubblico e privato;
informazione al Consiglio sullo stato di attuazione del progetto e sulla progressiva
realizzazione delle fasi di sviluppo del PST.
I n attuazione dell’Accordo di Collaborazione con la Regione Toscana in data 31 gennaio 2014 si è
provveduto ad inviare il Programma Annuale di Attività 2014 a fronte del quale, previa
attivazione della Cabina di Regia regione/ provincia, è stata trasferita la prima parte di risorse
regionali a supporto dello start-up del PST.
Rimane sospeso il rinnovo del sostegno al Piano di Attività 2015, previa convocazione, da parte
della Regione Toscana, della Cabina di Regia, sopra richiamata.
Sarà in attuazione degli indirizzi consiliari sopra richiamati e del confronto con il nuovo Consiglio
provinciale – vedi comunicazione del 23 febbraio 2015 – che si opererà nell’anno 2015 a garanzia
del mantenimento della partecipazione nella società CReAF srl, essenziale per la realizzazione dello
start-up del PST, tenuto anche conto della rilevanza dell'investimento pubblico attuato che deve
47
trovare compimento nella realizzazione delle attività previste, ottemperando agli obblighi derivanti
dai finanziamenti ottenuti.
Si procederà realizzando gli obiettivi che sono di volta in volta necessari per l’avvio del PST ed in
particolare per la sottoscrizione degli Accordi di Collaborazione con tutti i soggetti coinvolti nel
progetto e portatori di competenze complementari per il suo sviluppo, con l’obiettivo di:
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
operare nella ricerca della massima condivisione sul territorio e sviluppare strette sinergie
tra il Centro e il mondo universitario e della ricerca in generale;
favorire lo sviluppo di ambienti multidisciplinari che consentono di raggiungere livelli
qualitativi ed innovativi particolarmente elevati;
supportare la progettazione e realizzazione dei servizi alle imprese che si andranno ad
insediare nel PST (servizi strutturali e servizi qualificati)
favorire la nascita di nuove imprese hi-tech ed il rapporto di collaborazione tra queste ed i
centri di ricerca.
48
Publies – Energia sicura Srl
I nformazioni generali:
Ragione sociale
Publies – Energia sicura Srl
Data costituzione:
02/ 07/ 99
Data termine della Società
31/ 12/ 50
Capitale sociale (al 31/ 12/ 2014)
€. 156.000,00
Quota di partecipazione Provincia di Prato
€. 46.800,00
Percentuale partecipazione Provincia Prato
30,00%
Composizione Capitale Sociale:
Soci
I mporto quota
%
Provincia di Prato
€ 46.800,00
30,00 %
Consiag Spa
€ 102.960,00
66,00%
Comune Campi Bisenzio
€ 1.560,00
1,00%
Comune Sesto Fiorentino
€ 1.560,00
1,00%
Comune Scandicci
€ 1.560,00
1,00%
Comune Prato
€ 1.560,00
1,00%
Totale
156.000,00
100,00%
Organi sociali
Consiglio di Amministrazione
N.
Nome e
Cognome
Carica
Nominato
dalla
Provincia
di Prato
( SI / NO)
Data
nomina
Scadenza carica
Compenso
1
Massimo Papi
Presidente
NO
05/ 03/ 12
Fino alla data di
approvazione del
bilancio chiuso al
31/ 12/ 2014
€ 1.530 lordi
mensili
2
Olmo Gazzarri
Consigliere
NO
05/ 03/ 12
Fino alla data di
approvazione del
bilancio chiuso al
31/ 12/ 2014
€ 315 lordi
mensili
3
Aurelio
I mbrogno
Consigliere
SI
05/ 03/ 12
Fino alla data di
approvazione del
bilancio chiuso al
31/ 12/ 2014
€ 315 lordi
mensili
Il Cda e l'Organo di revisione risultano in regime di prorogatio fino a nuova nomina (Assemblea dei soci del
23/4/2015)
49
ORGANO DI REVI SI ONE
N.
Nome e
Carica
Data nomina
Scadenza carica
Revisore
dei conti
05/ 03/ 12
Fino alla data di approvazione del
bilancio chiuso al 31/ 12/ 2014
Cognome
1
Serena Berti
Premessa
L’attività di Publies Srl è iniziata nell’anno 2000 a seguito della deliberazione di consiglio provinciale
n. 48 del 28.4.99.
La società nasce per il controllo degli impianti termici e degli immobili ai fini del contenimento
energetico e della sicurezza (L. 10/ 91 – DPR 421/ 93, L. 46/ 90), ed è inizialmente costituita tra la
Provincia di Prato e la società Consiag spa.
Successivamente la compagine societaria ha visto l’ingresso dei comuni di Campi Bisenzio,
Scandicci, Sesto Fiorentino e Prato che hanno acquisito quote del capitale sociale pari all’1%
tramite cessioni da parte del socio Consiag Spa.
La società svolge le seguenti importanti funzioni esecutive in base allo Statuto societario,
modificato con deliberazione di Consiglio Provinciale n. 81 del 17/ 12/ 2008 e n. 2 del 06/ 02/ 2013:
ƒ
il controllo degli impianti termici e di condizionamento negli edifici ai fini del contenimento
energetico, dell’inquinamento atmosferico
e della sicurezza ambientale (legge 10/ 91,
D.P.R. 412/ 93, D. Lgs. 192/ 05, D. Lgs. 152/ 06, eventuali modificazioni o nuove leggi in
ƒ
ƒ
ƒ
materia);
il controllo degli impianti tecnologici installati negli edifici (legge 46/ 90, D.M. 37/ 2008 e
s.m.i. o nuove leggi in materia);
l’attività di verifica ed accertamento sugli impianti gas prevista dall’Autorità per l’Energia
Elettrica e Gas;
l’esecuzione di attività di diagnosi/ qualificazione e certificazione energetica degli edifici,
nonché le attività di progettazione per il miglioramento energetico e l’uso razionale
ƒ
dell’energia;
l’attività di consulenza e di collaborazione con gli Enti locali:
ƒ
ƒ
nella stesura di piani energetici
nelle attività di verifica e di valutazione dei progetti relativi al risparmio energetico in
edilizia
La Provincia, nei comuni con popolazione fino a quarantamila abitanti, effettua con cadenza
biennale, avvalendosi della specifica competenza tecnica della Publies s.r.l., una verifica su tutti gli
impianti termici, in qualsiasi modo alimentati, sia pubblici che privati, ad esclusione degli impianti
industriali. L’onere per il servizio di verifica degli impianti esistenti nel territorio è a carico degli
utenti, ai sensi dell’art. 31, comma 3 della L. n.10/ 1991.
50
I l contratto di servizio
I rapporti tra la Provincia di Prato e la società “ Publies - Energia Sicura S.r.l.” per l’esecuzione dei
controlli necessari ad accertare il rendimento di combustione e l’effettivo stato di manutenzione e
di esercizio degli impianti termici, sono stati regolati, nel corso del tempo, da contratti di servizio.
Con deliberazione n. 19 del 17/ 2/ 2010 il Consiglio Provinciale ha deliberato l’esternalizzazione della
funzione di accertamento e ispezione in materia di contenimento dei consumi di energia
nelle’esercizio e manutenzione degli impianti termici avvalendosi di Publies s.r.l. soggetto
strumentale della provincia di Prato con decorrenza dalla data di stipula di apposita convenzione e
fino al 31/ 12/ 2015, nel rispetto dell’art. 13 Dl 112/ 2006.
I l regolamento provinciale per l’attività di accertamento e ispezione in materia di contenimento dei
consumi di energia nell’esercizio e manutenzione degli impianti termici, attuativo delle disposizioni
della L, 10/ 1991, del DPR 412/ 1993, del Dlgs 195/ 2005 e successive modifiche ed integrazioni, è
stato approvato con deliberazione n. 60 del 24/ 10/ 2007 del Consiglio Provinciale (modificato con la
delibera appena sopra richiamata), revocando quello approvato con DCP n. 23/ 2000.
Gli oneri per il servizio di verifica degli impianti esistenti nel territorio è a carico degli utenti, ai
sensi dell’art. 31, comma 3 della Legge n.10/ 1991.
Nel corso dello svolgimento del nuovo ciclo di controlli da parte della società sarà cura
dell’amministrazione monitorare, oltre agli adempimenti contrattuali per la gestione del servizio
affidato, anche l’andamento economico della stessa sia nel complesso che con diretto riferimento
alle attività svolte per l’ente, relativamente al quale la società dovrà rispondere con un adeguato
sistema di contabilità analitica.
Risultati economici ultimi tre esercizi
Anno
Utile
Perdita
2014
€ 5.582,00
2013
€ 169,00
2012
€ 41.657,00
I ndirizzi 2015
I l contratto di servizio con Publies S.r.l. , che scadrà il 31.12.2015, prevede anche per l’anno 2015
il controllo degli impianti termici civili e degli immobili ai fini del contenimento energetico e della
sicurezza, la manutenzione di impianti acqua e gas e l'istruzione termoidraulica, in base alla
normativa attualmente in vigore (Legge n.46/ 90 "Norme per la sicurezza degli impianti"; Legge
10/ 1991 "Norme per l'attuazione del piano energetico nazionale in materia di uso razionale
dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo di fonti rinnovabili di energia"; D.P.R. n.412/ 93
"Regolamento di attuazione della Legge n.10/ 912", D. Lgs.192/ 2005).
51
PI N S.c.r.l.
I nformazioni generali:
Ragione sociale
PI N Scrl Servizi didattici e scientifici per
l'Università di Firenze
Data costituzione:
18/ 12/ 92
Data termine della Società
31/ 12/ 50
Capitale sociale (al 31/ 12/ 2014)
€ 707.339,00
Quota di partecipazione Provincia di Prato
€ 51.646,00
Percentuale partecipazione Provincia Prato
(7,30% )
Composizione Capitale Sociale:
Soci
I mporto quota
%
Provincia di Prato
51.646,00
7,30%
Comune di Prato
144.608,00
20,44%
Confartigianato Prato
5.165,00
0,73%
CNA Prato
5.165,00
0,73%
CCI I A Prato
77.468,00
10,95%
Consiag spa
77.468,00
10,95%
Unione I ndustriale Pratese
10.329,00
1,46%
Fondazione Cassa di Risparmio di Prato
77.468,00
10,95%
Università degli Studi di Firenze
201.212,00
28,45%
SATA
2.582,00
0,37%
Sirio Sistemi elettronici spa
25.823,00
3,65%
CNA servizi
2.582,00
0,37%
Saperi srl
25.823,00
3,65%
Totale
707.339,00
100,00%
52
Organi sociali:
Consiglio di Amministrazione
N.
Nome e
Cognome
Carica
Nominato
dalla
Provincia
di Prato
( SI / NO)
Data
nomina
Scadenza
carica
Compenso
annuo
lordo
Altre
indennità
1
Maurizio
Fioravanti
Presidente
NO
16/ 04/ 14
a.b.
31/ 12/ 2016
€
18.076,00
77,50 € lordi
Simone Guercini
Consigliere
2
3
4
5
Luis Micheli
Clavier
Consigliere
Francesca Fani
Consigliere
Alessandro Brogi
NO
NO
NO
Consigliere
SI *
16/ 04/ 14
16/ 04/ 14
16/ 04/ 14
16/ 04/ 14
a seduta
(gettone
presenza)
a.b.
31/ 12/ 2016
77,50 € lordi
a.b.
31/ 12/ 2016
77,50 € lordi
a.b.
31/ 12/ 2016
77,50 € lordi
a.b.
31/ 12/ 2016
77,50 € lordi
a seduta
(gettone
presenza)
a seduta
(gettone
presenza)
a seduta
(gettone
presenza)
a seduta
(gettone
presenza)
Organo di Revisione:
N.
Nome e
Cognome
Carica
Data nomina
Scadenza carica
1
Foresto Guarducci
Presidente collegio
sindacale
16/ 04/ 14
a.b. 31/ 12/ 2016
2
Rossi Riccardo
Sindaco
16/ 04/ 14
a.b. 31/ 12/ 2016
3
Serena Berti
Sindaco
16/ 04/ 14
a.b. 31/ 12/ 2016
Premessa
I l progetto di istituire un Polo universitario didattico e scientifico nella Città di Prato nasce nel
1990, anno della firma dell'accordo programmatico tra il Comune di Prato e l'Università di Firenze.
53
La scelta dell'edificio da dedicare allo scopo ricade sulla ex sede dell'I stituto Tecnico I ndustriale
"Tullio Buzzi", in piazza Ciardi. Scelta che manifesta la volontà, fin dall’inizio, di creare un rapporto
di continuità e sviluppo con l’evoluzione culturale della società pratese.
Nel 1992 nascono i primi corsi che condividono la sede con le attività di Formazione Professionale
dell'Associazione I ntercomunale Pratese (la futura Provincia di Prato).
Nel 1992 nasce anche il PI N, la società che ha il ruolo di coordinare la didattica universitaria,
integrandola con le attività di Ricerca e di Formazione.
I l PI N è una società consortile a partecipazione pubblica maggioritaria, senza fine di lucro. Si
costituisce come Associazione nel 1992 ed il 3 giugno 1999 si trasforma in Società consortile a
responsabilità limitata (S.c.r.l.).
Risultati economici ultimi tre esercizi
Anno
Utile
Perdita
2014
€. 25.477,00
2013
€. 13.034,00
2012
€. 12.266,00
Attività
I l Pin si sostiene finanziariamente attraverso contributi, convenzioni stipulate con soci ed enti
esterni, realizzazione di progetti di ricerca e formazione.
Nell’anno 2003 il PI N ha ottenuto la certificazione di qualità I SO 9001. Con questo riconoscimento
il PI N si propone come un soggetto portatore di conoscenze e capacità operative avanzate, in
grado di organizzare servizi per la didattica e per la ricerca su un piano qualitativamente elevato.
I nfatti oltre alle facoltà universitarie e ai corsi di alta formazione (diretti a soddisfare i bisogni di
professionalità presenti nelle Amministrazioni, nelle I mprese, nelle Associazioni), il PI N ospita 17
laboratori di ricerca applicata operanti in una pluralità di settori produttivi e specializzati per
competenze tematiche diversificate: Ambiente ed Energia, Arte e Beni culturali, Economia e
Management, I CT ( Tecnologie dell’I nformazione e della Comunicazione), Scienze sociali applicate,
Tecnologie industriali e logistica. L'attività di ricerca non è fine a se stessa ma è rivolta al
trasferimento all'esterno dei metodi applicati, delle tecnologie e dei risultati della ricerca
universitaria, a beneficio del sistema produttivo ed istituzionale dell’area metropolitana.
I l PI N fa parte inoltre di diversi Poli di I nnovazione (raggruppamenti di imprese indipendenti e
organismi di ricerca) promossi e riconosciuti dalla Regione (decreto 7 luglio 2011) per favorire i
processi di innovazione e trasferimento tecnologico, al fine di accrescere le capacità produttive ed
imprenditoriali del territorio toscano.
54
L’Amministrazione provinciale – oltre alla partecipazione alla compagine sociale - ha negli anni
attivato numerose collaborazioni con il PI N, anche attraverso il cofinanziamento di progetti di
ricerca e trasferimento tecnologico (es. Progetto LI NEA, progetto LPR - Laboratorio di
prototipazione rapida, il secondo già realizzato, il primo in via di completamento).
La Regione nel 2011 ha inoltre sottoscritto un accordo di collaborazione con il PI N per la
condivisione di studi, progetti di ricerca, analisi di approfondimento e il supporto, anche di tipo
logistico, alle attività previste per il “Progetto integrato di sviluppo dell’area pratese” (c.d. Progetto
Prato) e per l’attuazione dell’Accordo internazionale sull’innovazione tra Regione Toscana e
Ministero della Scienza e Tecnologia cinese, che prevede la cooperazione e la collaborazione tra le
Università per promuovere lo studio e l’approfondimento nel campo dell’innovazione e la
promozione di centri di ricerca e sviluppo anche in ambito del tessile e dei nuovi materiali.
I ndirizzi 2015
I n questi ultimi anni, a seguito delle nuove esigenze operative imposte dal cambiamento che
investe nel suo complesso il sistema istituzionale locale, è emersa una forte esigenza formativa e
in particolare la necessità di acquisire nuove e più qualificate professionalità. Tale aspetto, unito al
fatto che il territorio pratese offre un contesto fertile per la costituzione di un percorso formativo
universitario di livello superiore poiché è sede di un Polo Universitario notevolmente sviluppato che
opera attraverso il PI N S.c.r.l. ha indotto l’Amministrazione Provinciale a promuovere strategie
concrete volte a sostenere il PI N S.c.r.l., attraverso il rinnovo del finanziamento del Patto
Paraconsortile già stipulato negli anni scorsi con il Polo Universitario Pratese – PI N.
Proseguirà inoltre la collaborazione su progetti e attività connesse al trasferimento tecnologico tramite anche i Poli di I nnovazione – e le azioni promosse dal Progetto Prato.
Lo scopo ultimo è di garantire il potenziamento dell’offerta formativa che porterà rilevanti benefici
per il territorio pratese e, in particolare, consentirà l’acquisizione di competenze e professionalità
nuove, necessarie per il governo della società locale.
55
POLI TEAMA PRATESE
I nformazioni generali:
Ragione sociale
Politeama pratese spa
Data costituzione:
08/ 09/ 94
Data termine della Società
31/ 12/ 2100
Capitale sociale (al 31/ 12/ 2014)
€. 2.040.000,00
Quota di partecipazione Provincia di Prato
€. 51.000,00
Percentuale partecipazione Provincia Prato
(2,5% )
Composizione Capitale Sociale:
Soci
I mporto quota
%
Provincia di Prato
51.000,00
2,50%
Comune di Prato
714.000,00
35,00%
Confesercenti Assoc. Mandamentale di Prato
1.530,00
0,08%
Confartigianato Prato
21.930,00
1,08%
CNA Prato
17.850,00
0,88%
Unione Commercianti Prato
5.100,00
0,25%
Consiag spa
2.550,00
0,13%
Unione industriale Pratese
34.170,00
1,68%
Comitato Politeama
567.320,94
27,81%
Fondazione Cassa di Risparmio di Prato
51.000,00
2,50%
Betti Roberta
150.562,20
7,38%
Gruppo I mpresa Trentini
74.868,00
3,67%
Gruppo ditta Cecchi
68.855,00
3,38%
Pratotrade
11.730,00
0,58%
Soci Persone Fisiche
267.533,86
13,09%
Totale
2.040.000,00
100,00%
56
Organi sociali:
Consiglio di Amministrazione
N.
Nome e
Cognome
Carica
Nominato
dalla
Provincia
di Prato
( SI / NO)
1
Betti Roberta
Presidente
CDA
No
29/ 05/ 2013 31/ 12/ 2015
0,00
2
Ambra Giorgi
Consigliere
Si
29/ 05/ 2013 31/ 12/ 2015
0,00
3
Muggiani
Piccioli
Lamberto
Consigliere
No
29/ 05/ 2013 31/ 12/ 2015
0,00
Bambi Patrizia Consigliere
No
29/ 05/ 2013 31/ 12/ 2015
0,00
Consigliere
No
29/ 05/ 2013 31/ 12/ 2015
0,00
Nardi Maurizio Consigliere
No
29/ 05/ 2013 31/ 12/ 2015
0,00
No
29/ 05/ 2013 31/ 12/ 2015
0,00
4
5
6
7
Bettazzi
Maurizio
Gramigni
Marco
Consigliere
Data
nomina
Scadenza Compenso
Altre
carica
annuo
indennità*
lordo
Collegio Revisori:
N.
Nome e Cognome
Carica
Data
nomina
Scadenza
carica
1
Giusti Alessandro
Antonio
Presidente Collegio
Sindacale
29/ 05/ 2013
31/ 12/ 2015
2
Massai Giovanni
Sindaco effettivo
29/ 05/ 2013
31/ 12/ 2015
3
Beccani Sergio
Sindaco effettivo
29/ 05/ 2013
31/ 12/ 2015
Premessa
La società ha lo scopo di promuovere la produzione e la distribuzione di manifestazioni teatrali, di
prosa, musicali e cinematografiche nonché di gestire le manifestazioni stesse con particolare
riferimento allo spazio teatrale "Politeama Pratese", e di concorrere alla più larga diffusione della
cultura teatrale e cinematografica.
Essa potrà inoltre gestire manifestazioni congressuali, espositive, sportive e culturali in genere.
I n particolare la società cura la produzione e l'allestimento di spettacoli teatrali, assume la
gestione, per conto di Enti pubblici e privati, degli spazi teatrali e cinematografici, espositivi e
congressuali e l'organizzazione delle attività connesse, può affidare la gestione ed organizzazione
delle attività di cui al premesso oggetto sociale, in tutto o in parte, ad enti pubblici e privati,
promuove, organizza e svolge attività teatrali, musicali e culturali divulgative e formative, può
57
stipulare rapporti di collaborazione e di partenariato con soggetti che intendano realizzare
materiale promozionale e commerciale inerente alle manifestazioni ed alle attività svolte e può
curarne la diffusione e la commercializzazione, può curare l'acquisizione di spazi teatrali in
locazione, comodato o in proprietà, nonché la loro ristrutturazione e manutenzione.
Risultati economici del triennio
Anno Utile Perdita 2014 €. 2.334,00 2013 €. 1.059,00 2012 €. 1.159,00 I ndirizzi 2015
Le ricadute determinate dai tagli della Legge Finanziaria 2015, che si assommano alle difficoltà del
processo di riordino che scarsa attenzione dimostra nei confronti della Cultura e dei Beni Culturali,
potrebbero apportare particolari criticità nel sostegno e nella partecipazione ad importanti
istituzioni culturali del territorio, quali il Teatro ad azionariato popolare Politeama Pratese.
L’Amministrazione dovrà, pur all'interno dello scenario di grande criticità sopra rappresentato,
interagire con gli Enti e le I stituzioni culturali partecipate secondo logiche di cooperazione e di
governance, ponendo in essere tutti gli accorgimenti necessari affinché vi siano, oltre ai riscontri
sull’efficacia e sulla qualità dell’attività, anche attenzione sull’andamento della spesa.
58
Banca Popolare Etica - Società cooperativa per azioni
I nformazioni generali:
Data costituzione:
30/ 05/ 98
Data termine della Società
31/ 12/ 2100
Capitale sociale (al 31/ 12/ 2014)
€. 46.769.055,00
Quota di partecipazione Provincia di Prato
€. 516,40
Percentuale partecipazione Provincia Prato
0,0010%
Organi sociali – Consiglio d’Amministrazione
Consiglio di Amministrazione
N.
Nome e
Cognome
Carica
1
Ugo Biggeri
Presidente
NO
18/ 05/ 13
3 esercizi
70.000,00
300€
(gettone di
presenza)
2
Anna Fasano
Vice
presidente
NO
18/ 05/ 13
3 esercizi
20.000,00
300€
(gettone di
presenza)
3
Marco Carlizzi
Consigliere
NO
18/ 05/ 13
3 esercizi
5.000,00
300€
(gettone di
presenza)
4
Giuseppe di
Francesco
Consigliere
NO
18/ 05/ 13
3 esercizi
8.000,00
300€
(gettone di
presenza)
Francesca
Consigliere
Rosaria Rispoli
NO
18/ 05/ 13
3 esercizi
5.000,00
300€
(gettone di
presenza)
5
Nominato
Data
dalla
nomina
Provincia
di Prato
( SI / NO)
Scadenza Compenso
Altre
carica
annuo
indennità*
lordo
6
Sabina
Siniscalchi
Consigliere
NO
18/ 05/ 13
3 esercizi
5.000,00
300€
(gettone di
presenza)
7
Giacinto
Palladino
Consigliere
NO
18/ 05/ 13
3 esercizi
5.000,00
300€
(gettone di
presenza)
8
Giulio
Tavaglini
Consigliere
NO
18/ 05/ 13
3 esercizi
8.000,00
300€
(gettone di
presenza)
9
Rita De
Padova
Consigliere
NO
18/ 05/ 13
3 esercizi
5.000,00
300€
(gettone di
presenza)
10
Cristina
Pulvirenti
Consigliere
NO
18/ 05/ 13
3 esercizi
8.000,00
300€
(gettone di
59
presenza)
11
Pedro Manuel
Sasia Santos
Consigliere
NO
18/ 05/ 13
3 esercizi
5.000,00
300€
(gettone di
presenza)
12
Mariateresa
Ruggiero
Consigliere
NO
18/ 05/ 13
3 esercizi
5.000,00
300€
(gettone di
presenza)
13
Nicoletta
Dentico
Consigliere
NO
18/ 05/ 13
3 esercizi
5.000,00
300€
(gettone di
presenza)
•
I ndennità deliberate da Assemblea dei soci del 28/ 5/ 2011
Collegio dei revisori:
N.
Nome e Cognome
Carica
Data nomina
1
Giuseppe Chiacchio
Presidente
18/ 05/ 13
2
Cecilia Mannucci
Sindaco
18/ 05/ 13
3
Gaetano D'Angelo
Sindaco
18/ 05/ 13
Risultati economici ultimi tre esercizi
Anno
Utile
2014
€. 3.187.558,00
2013
€. 1.327.789,00
2012
€. 1.645.716,00
Perdita
La Società ha come finalità la raccolta del risparmio e l'esercizio del credito. La banca si ispira ai
principi della finanza etica. Si ispira i principi della Finanza Etica e si caratterizza per la forte e
diffusa partecipazione dei soci nel capitale sociale della banca e ai processi decisionali democratici.
La Provincia è nel capitale sociale per una quota di circa lo 0.0011% , avendo versato € 516,40 a
seguito di Delibera di Consiglio provinciale n. 39 del 14/ 05/ 1997 avente ad oggetto l'approvazione
dello Statuto di Banca Etica con la quale è stato disposta l'acquisizione di n. 10 quote del valore
nominale di €. 51,64 l'una.
I ndirizzi 2015
Con Deliberazione del Consiglio Provinciale n. 10 del 28.04.2015, con la quale è stato approvato il
Piano operativo di razionalizzazione delle società partecipate ai sensi dell’art. 1 comma 611 e ss.
della Legge Stabilità 2015, è stata disposta la dismissione della partecipazione in Banca Popolare
Etica ed ha preso avvio la procedura per l’uscita dalla compagine sociale.
60
FONDAZI ONE TEATRO METASTASI O di PRATO
I nformazioni generali:
Ragione sociale
Fondazione Teatro Metastasio
Data costituzione:
03/ 08/ 94
Capitale sociale / fondo dotazione iniziale al 23.12.2005 € 149.772,50
(al 31/ 12/ 2014)
Quota di capitale/ fondo Provincia di Prato
€ 20.658,28
Percentuale partecipazione al capitale/ fondo Provincia 13,79%
Prato
Composizione Capitale Sociale/ Fondo Dotazione:
Soci
I mporto quota
%
Provincia di Prato
Comune di Prato
Regione Toscana
€ 20.658,28
€ 103.291,37
€ 25.822,85
13,79%
68,97%
17,24%
Totale
€ 149.772,50
100,00%
Organi:
Consiglio di Amministrazione:
N.
Nome e
Carica
Cognome
1 Massimo
Bressan
2 Roberta Betti
3 Paolo Caselli
4 I laria Maffei
5 I sabelle Mallez
Nominato
dalla
Provincia di
Prato
( SI / NO)
Data
nomina
Presidente
NO
10/ 09/ 14
10/ 09/ 18
€ 120,00
Vice
presidente
Consigliere
Consigliere
Consigliere
NO
10/ 09/ 14
10/ 09/ 18
€ 120,00
NO
SI
NO
10/ 09/ 14
10/ 09/ 14
10/ 09/ 14
10/ 09/ 18
10/ 09/ 18
10/ 09/ 18
€ 120,00
€ 120,00
€ 120,00
Collegio dei revisori:
N
Nome e
.
Cognome
1
2
Roberto Amici
Lucia Biti
3
Gianni Raponi
Scadenza Compens
Altre
carica
o annuo indennità
lordo*
Carica
Data nomina
Scadenza carica
Presidente
Sindaco
effettivo
Sindaco
effettivo
19/ 05/ 11
29/ 03/ 12
29/ 03/ 16
29/ 03/ 16
29/ 03/ 12
29/ 03/ 16
La Fondazione ha per fine la più larga diffusione della cultura teatrale attraverso la produzione, la
distribuzione e la rappresentazione di spettacoli.
Per conseguire tale finalità la Fondazione:
- cura la produzione e l'allestimento di spettacoli teatrali, in particolare predisponendo la
programmazione della stagione teatrale nei settori della prosa e della musica, sia in proprio che in
collaborazione con altri organismi e istituzioni;
61
- assume l'esclusiva gestione degli spazi teatrali del Teatro Metastasio e del Teatro Fabbricone e
l'organizzazione delle attività connesse che ad essa verranno affidate, sulla base di apposite
convenzioni;
- promuove e cura l'organizzazione di una biblioteca specializzata raccogliendo e rendendo fruibili
al pubblico testo critici e teorici, monografie, repertori ed edizioni tematiche; l'attività di tale
biblioteca specializzata sarà coordinata con le finalità generali della Biblioteca Comunale di Prato,
attraverso apposita convenzione;
- promuove e cura la formazione, l'aggiornamento ed il perfezionamento dei quadri artistici e
tecnici, insegnanti e personale docente, nonché la valorizzazione del repertorio italiano
contemporaneo;
- organizza, coordina ed incentiva iniziative di carattere promozionale volte a valorizzare e rendere
di utilità generale l'attività svolta dalla Fondazione;
- può gestire ed organizzare, per conto di altri comuni, della Provincia, della Regione o dello Stato,
spazi, spettacoli e manifestazioni teatrali;
- cura i rapporti con le scuole e con altri Enti ed Associazioni culturali esistenti nel Comune di Prato
e negli altri comuni della Provincia;
- promuove, sviluppa e collabora a scambi culturali con altri teatri, istituti, associazioni provinciali,
regionali, nazionali ed internazionali aventi le medesime attività;
- attiva ogni possibile strumento che gli permetta di accedere alle sovvenzioni comunitarie, statali e
regionali.
Risultati economici ultimi tre esercizi
Anno
Utile
2014
2013
2012
€ 152,66
€ 181,72
€ 177,25
Perdita
I ndirizzi 2015
Le ricadute determinate dai tagli della Legge Finanziaria 2015, che si assommano alle difficoltà del
processo di riordino che scarsa attenzione dimostra nei confronti della Cultura e dei Beni Culturali,
potrebbero apportare particolari criticità nel sostegno e nella partecipazione ad importanti
istituzioni culturali del territorio, quali Fondazione Teatro Metastasio. L’Amministrazione dovrà, pur
all'interno dello scenario di grande criticità sopra rappresentato, interagire con gli Enti e le
I stituzioni culturali partecipate secondo logiche di cooperazione e di governance, ponendo in
essere tutti gli accorgimenti necessari affinché vi siano, oltre ai riscontri sull’efficacia e sulla qualità
dell’attività, anche attenzione sull’andamento della spesa.
62
FONDAZI ONE I STI TUTO I NTERNAZI ONALE STORI A ECONOMI CA
F. DATI NI
I nformazioni generali:
Ragione sociale
Fondazione I stituto I nternazionale di storia
Economica F. Datini
Data costituzione:
Capitale sociale / fondo dotazione iniziale al
23.12.2005 (al 31/ 12/ 2014)
Quota di capitale/ fondo Provincia di Prato
Percentuale partecipazione al capitale/ fondo
Provincia Prato
23.12.2005
€ 106.906,58
€ 15.493,97
14,49%
Composizione Capitale Sociale/ Fondo Dotazione:
Soci
Provincia di Prato
I mporto quota
Comune di Prato
Fondaz. Cassa Risp. PO
Cassa Risparmio Prato
I st. St. Ec. F. Datini
C.C.I .A.A. Prato
Comune Poggio a Caiano
Casa Pia dei Ceppi
Unione I nd.le Pratese
Unione Comm.ti Prato
Pica Alf ieri Filiberto
Gommatex
Compagnini Carmine
Querci Roberto
Vestri Pietro
Totale
Consiglio di Amministrazione*: N.
Nome e
Cognome
1
I RENE SANESI
Carica
€ 106.906,58
100,00%
SI
24.05.2011
_
16.12.2008
_
02.10.2012
_
18.02.2010
_
14.04.2009
_
3
Consigliere
NO
Consigliere
NO
Consigliere
NO
5
14,493
14,493
14,493
14,493
14,493
14,493
0,483
0,483
4,831
1,931
2,899
0,966
0,483
0,483
0,483
Data
nomina
NO
4
15.493,97
15.493,97
15.493,97
15.493,97
15.493,97
15.493,97
€ 516,36
€ 516,36
€ 5.164,66
€ 2.064,36
€ 3.099,22
€ 1.032,72
€ 516,36
€ 516,36
€ 516,36
Nominato
dalla
Provincia di
Prato
( SI / NO)
Vice
Presidente
2 SAVERI O BETTI Consigliere
FI LI PPO
BORETTI
PAOLO
CAPPELLI
MARI A
RAFFAELLA de
%
€
€
€
€
€
€
63
Scadenza Compens
Altre
carica
o annuo indennità
lordo
26.102016
ZERO
ZERO
16.12.2013
ZERO
ZERO
03.10.2017
ZERO
ZERO
27.04.2015
ZERO
ZERO
15.04.2014
ZERO
ZERO
6
7
8
9
GRAMATI CA
GI ANNI
LI MBERTI
FEDERI CO
LUCARI NI
PI ACENTI
GI AMMARCO
GI AMPI ERO
NI GRO
Consigliere
NO
Consigliere
NO
Consigliere
NO
Rappr.
Comitato
scientif ico
NO
07.04.2005 02.02.2011
_
16.03.2007 10.04.2012
_
22.01.15 22/ 01/ 2020
_
23.04.2012 23.04.2017
_
_
* I componenti del cda scaduti risultano in regime di prorogatio. Collegio dei revisori:
N
Nome e
Carica
.
Cognome
1
CARMI NE COMPAGNNI
2 FRANCESCA CONCORDI A
3
GI OVANNA COBUZZI
Membro Collegio dei revisori dei
Conti
Membro Collegio dei revisori dei
Conti
Membro Collegio dei revisori dei
Conti
ZERO
ZERO
ZERO
ZERO
ZERO
ZERO
ZERO
14.000,00 2
Data nomina
Scadenza
carica
30/ 04/ 13
30/ 04/ 18
26/ 07/ 11
26/ 10/ 16
30/ 04/ 13
30/ 04/ 18
Attività:
L'I stituto I nternazionale di Storia Economica "F. Datini" è stato fondato nel 1967 su iniziativa
di Federigo Melis, immediatamente raccolta da Fernand Braudel, e da un importante gruppo di
studiosi, che andarono a costituire il primo Comitato Scientif ico. Dal 1 gennaio 2007 l'I stituto
opera come Fondazione. È considerata la più importante istituzione internazionale operante nel
campo della storia economica dell’età preindustriale (XI I I -XVI I I secolo) La sua principale f inalità è
quella di agevolare una dimensione internazionale della cultura storica, favorendo il confronto fra
diverse metodologie di ricerca, e sostenendo la formazione di giovani studiosi. L'attività scientif ica
è aff idata ad un Comitato composto da circa 40 studiosi provenienti dalle principali università e
centri di ricerca italiani, europei e del mondo occidentale. La Fondazione ospita una biblioteca
specializzata in storia economica dell'età preindustriale. Sostiene la ricerca scientif ica attraverso
una banca dati immagini, l’indicizzazione di 388 riviste specializzate in storia economica e sociale.
Come casa editrice stampa o produce e-book in 5 collane. La gestione è curata dagli organi
amministrativi, nei quali sono rappresentati gli Enti pubblici e privati che hanno contribuito a
formare il patrimonio della Fondazione e tutti coloro (soci ordinari, sostenitori e benemeriti) che ne
sostengono le attività. La Fondazione è inoltre sostenuta dal Ministero per i Beni e le Attività
Culturali e dalla Regione Toscana.
La Fondazione, che non ha f ini di lucro, ha lo scopo di:
2
Compenso in qualità di direttore scientifico.
64
a) Promuovere ricerche e pubblicazioni scientif iche su argomenti di storia economica dell'età
preindustriale, anche in relazione alle fonti offerte dall'Archivio Datini;
b) Organizzare convegni internazionali incentrati sui temi di storia economica dell'età medievale e,
più in genere, dell'età preindustriale, eventualmente anche in rapporto con altri aspetti della civiltà
preindustriale;
c) Promuovere ed organizzare corsi di studio e di specializzazione per laureati che indirizzino i
propri interessi scientif ici verso gli studi sociali, e più in particolare la storia economica.
d) Curare ogni altra iniziativa che integri la suddetta azione scientif ica e che possa comunque
considerarsi connessa ai f ini generali della promozione e valorizzazione della storia economica
dell'età preindustriale.
Risultati economici ultimi tre esercizi
Anno
Utile
2014
2013
2012
€ 4.592,47
€ 10.115,00
€ 13.569,94
Perdita
I ndirizzi 2015
Le ricadute determinate dai tagli della Legge Finanziaria 2015, che si assommano alle difficoltà del
processo di riordino che scarsa attenzione dimostra nei confronti della Cultura e dei Beni Culturali,
potrebbero apportare particolari criticità nel sostegno e nella partecipazione ad importanti
istituzioni culturali del territorio, quali l’I stituto internazionale di storia economica “F. Datini”.
L’Amministrazione dovrà, pur all'interno dello scenario di grande criticità sopra rappresentato,
interagire con gli Enti e le I stituzioni culturali partecipate secondo logiche di cooperazione e di
governance, ponendo in essere tutti gli accorgimenti necessari affinché vi siano, oltre ai riscontri
sull’efficacia e sulla qualità dell’attività, anche attenzione sull’andamento della spesa.
65
CAMERATA STRUMENTALE
I nformazioni generali:
Ragione sociale
Camerata Strumentale Città di Prato
Data costituzione:
Comitato: 25/ 06/ 1997. Associazione: 01/ 02/ 2001
Composizione Capitale Sociale:
Soci
Provincia di Prato
Fondazione Cassa di Risparmio di Prato
Comune di Prato
Organi:
Consiglio Direttivo:
N.
Nome e
Cognome
Carica
Data nomina
1
2
3
4
5
6
7
Guido Moradei
Lamberto Cecchi
Rosita Galanti Balestri
Simone Mangani
Paolo Ponzecchi
Luca Roti
Barbara boganini
Presidente
Consigliere
Consigliere
Consigliere
Consigliere
Consigliere
Sovrintendente
16/ 05/ 2013
18/ 04/ 2013
18/ 04/ 2013
28/ 08/ 2014
18/ 04/ 2013
18/ 04/ 2013
16/ 05/ 2013
Sindaci Revisori:
N.
Nome e
Cognome
Carica
Data nomina
1
2
3
Alessandro Ciardi
Daniele Macchioni Montini
Marco Palazzeschi
Presidente
Revisore
Revisore
18/ 04/ 2013
18/ 04/ 2013
18/ 04/ 2013
L'associazione ha lo scopo di organizzare e gestire l'attività della "Camerata Strumentale Città di
Prato", quale luogo e momento di attività musicale sul repertorio della musica sinfonica, dedicato a
giovani all'inizio della carriera artistica, i quali si siano formati in conservatori e in scuole di musica
I taliane e dell'Unione Europea, selezionati fra quelli che vantino qualità musicali di particolare
rilievo, ma aperto anche alla formazione di giovani strumentisti in stage presso l'Orchestra.
Gli indirizzi che si ritiene di formulare per l'esercizio 2015 sono i seguenti :
- mantenimento dell’equilibrio economico patrimoniale e finanziario;
66
- osservanza dei tempi e cura dei contenuti degli strumenti di programmazione e di bilancio degli
I stituti partecipati;
- analisi economico-finanziaria della gestione, anche in fase preventiva;
L'Amministrazione intende continuare il proprio sostegno agli I stituti culturali partecipati tenuto
conto delle possibilità economiche legate alle nuove disposizioni di riduzione della spesa pubblica.
I ndirizzi 2015
Le ricadute determinate dai tagli della Legge Finanziaria 2015, che si assommano alle difficoltà del
processo di riordino che scarsa attenzione dimostra nei confronti della Cultura e dei Beni Culturali,
potrebbero apportare particolari criticità nel sostegno e nella partecipazione ad importanti
istituzioni culturali del territorio, quali la Camerata Strumentale Città di Prato . L’Amministrazione
dovrà, pur all'interno dello scenario di grande criticità sopra rappresentato, interagire con gli Enti e
le I stituzioni culturali partecipate secondo logiche di cooperazione e di governance, ponendo in
essere tutti gli accorgimenti necessari affinché vi siano, oltre ai riscontri sull’efficacia e sulla qualità
dell’attività, anche attenzione sull’andamento della spesa.
67
I STI TUTO STUDI STORI CI POSTALI onlus
I nformazioni generali:
Ragione sociale
I stituto di Studi Storici Postali Onlus
Data costituzione
2 marzo 1982
Fondo dotazione al 31/ 12/ 2014
€ 40.000,00
Quota Fondo della Provincia di Prato
€ 20.000,00
Percentuale partecipazione della Provincia di
Prato al Fondo
50%
Composizione Fondo di Dotazione:
Soci
I mporto quota
%
Provincia di Prato
€ 20.000,00
50%
Comune di Prato
€ 20.000,00
50%
Totale
€ 40.000,00
100%
Attività:
La formazione e l’affinamento della cultura nelle discipline storico-postali e delle comunicazioni,
attraverso lo studio e la documentazione dei diversi sistemi organizzati di comunicazione di ogni
tempo che hanno assicurato la circolazione di notizie, persone, merci e denaro.
Risultati economici ultimi tre esercizi:
Anno
Utile
Perdita
2014
7958,38
2013
1.235,26
2012
-
€ 4,20
Organi:
Consiglio Direttivo
N.
Nome e Cognome
Carica
1
Andrea Giuntini
Direttore
2 Bruno Crevato-Selvaggi Vice Direttore
Nominato
dalla
Provincia di
Prato
( SI / NO)
Data
nomina
NO
NO
19/ 07/ 14
19/ 07/ 14
68
Scadenza Compenso
Altre
carica
annuo
indennità
lordo
18/ 07/ 17
18/ 07/ 17
0,00
0,00
0,00
0,00
3
4
Fabio Bonacina
Giorgetta Bonf iglio
Dosio
Michele Caso
Diana Toccafondi
Valentina Stazzi
Giorgio Chianetta
Deborah Cecchi
5
6
7
8
9
Consigliere
Consigliere
NO
NO
19/ 07/ 14
19/ 07/ 14
18/ 07/ 17
18/ 07/ 17
0,00
0,00
0,00
0,00
Consigliere
Consigliere
Consigliere
Consigliere
Consigliere
NO
NO
NO
NO
NO
19/ 07/ 14
19/ 07/ 14
19/ 07/ 14
19/ 07/ 14
19/ 07/ 14
18/ 07/ 17
18/ 07/ 17
18/ 07/ 17
18/ 07/ 17
18/ 07/ 17
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
Organo di revisione
N.
Nome e Cognome
Carica
Data nomina
Scadenza
carica
1
Roberto Risaliti
Presidente
19/07/14
18/07/17
2
Antonio Bellucci
Revisore
19/07/14
18/07/17
3
Stefano Paoletti
Revisore
19/07/14
18/07/17
Comitato d’indirizzo:
I l comitato d’indirizzo, formato dai Soci sostenitori [ Provincia e Comune di Prato] , esamina il
programma di attività elaborato dal Consiglio Direttivo ed esprime il proprio parere con una
relazione da accompagnare al bilancio di previsione sottoposto all’approvazione dell’Assemblea.
I ndirizzi 2015
I l sostegno della Provincia di Prato all’ I stituto Studi Storici Postali onlus è sempre stato legato ad
una progettualità condivisa su interventi specifici sulla base della loro mission, incentrata su
progetti di alto livello, ed ha subìto, negli ultimi anni, un’interruzione dovuta alla scarsità di risorse
finanziarie dell’Ente a seguito dei tagli imposti dalla normativa nazionale.
69
FONDAZI ONE MUSEO DEL TESSUTO
I nformazioni generali:
Ragione sociale
Fondazione Museo del Tessuto di Prato
Data costituzione:
24.11.03
Capitale sociale / fondo dotazione iniziale al
23.12.2005 (al 31/ 12/ 2014)
€ 130.000,00
Quota di capitale/ fondo Provincia di Prato
€ 26.000,00
Percentuale partecipazione al capitale/ fondo
Provincia Prato
20,00%
Composizione Capitale Sociale/ Fondo Dotazione:
Soci
I mporto quota
%
Provincia di Prato
Comune di Prato
UI P
CCI I A
26.000,00
52.000,00
26.000,00
26.000,00
20,00%
40,00%
20,00%
20,00%
Totale
130.000,00
100,00%
Organi:
Comitato Gestione:
N
.
Nome e
Cognome
Carica
Nominato
dalla
Provincia di
Prato
( SI / NO)
1
Andrea Cavicchi
Presidente
NO
23/ 04/ 11
2
Guido Biancalani
Vice presidente
NO
05/ 01/ 12
3
Loriano Bertini
Consigliere
NO
12/ 04/ 11
4
Maria Rosaria
Milazzo
Catia Baroncelli
Consigliere
SI
30/ 04/ 10
Consigliere
NO
01/ 04/ 10
5
Collegio Revisori:
N
Nome e
.
Cognome
Carica
Data
Scadenz Compens
Altre
nomina a carica o annuo indennità
lordo
Data nomina
1 Fabio Tempestini
Revisore
17/ 07/ 11
Nb: Gli organi scaduti risultano in regime di prorogatio.
70
Aprile
2014
Gennaio
2015
Aprile
2014
Aprile
2014
Aprile
2014
,00
,00
,00
,00
,00
,00
,00
,00
,00
,00
Scadenza carica
Luglio 2014
Premessa
La Fondazione, come trasformazione della preesistente Associazione Museo del Tessuto, si è
costituita con rogito notarile il 29.09.2003 tra i seguenti soci fondatori, con le quote sopra.
L’amministrazione provinciale con deliberazione consiliare n. 78 del 30.07.2003 ha approvato lo
Statuto della Fondazione, che ha per scopo:
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
la valorizzazione della collezione permanente, attraverso lo studio, la catalogazione, il
restauro, la conservazione e la esposizione;
l’acquisizione di collezioni di tessuti, costumi, macchine e macchinari tessili;
la promozione della raccolta di testimonianze e documentazioni della tecnica e dell’arte
tessile;
sostegno agli studi che hanno per oggetto la tecnica dell’arte tessile
fornitura di servizi e organizzazione di iniziative in campo culturale per conto di enti pubblici e
privati.
Con deliberazione consiliare n. 10 del 27 febbraio 2013, sono state approvate alcune modifiche allo
statuto della fondazione, in considerazione delle nuove esigenze emerse per la nuova compagine
sociale e per la recente normativa regionale in materia museale.
Relativamente agli aspetti gestionali lo statuto precisa all’:
o
art. 6, c.1: “Alle spese occorrenti al funzionamento la fondazione provvederà con le
seguenti risorse di gestione: (…) d) Contributi dei fondatori (…) non espressamente destinati
ad incremento del fondo patrimoniale (…);
o
art. 8, c. 1: “I fondatori ed i fondatori assimilati sono tenuti ad assicurare le risorse
finanziarie necessarie per la gestione ordinaria e di investimento della fondazione con un
contributo annuale che sarà determinato in considerazione della natura e delle caratteristiche
dell’ente fondatore e/ o assimilato. Tale contributo è preventivamente concordato con i
competenti organi dei singoli fondatori”.
o
art. 18 c. 2 “I l bilancio di previsione deve essere redatto in pareggio finanziario
complessivo”
c. 3 “ I l bilancio di previsione deve indicare l’ammontare complessivo dei contributi alla
gestione ordinaria a carico dei fondatori”
c. 6 “I l bilancio ed il conto economico per l’esercizio successivo è approvato dal comitato di
gestione entro il 30 ottobre e trasmesso ai fondatori entro il 15 Novembre di ogni anno.”
L’Amministrazione in sinergia con la Fondazione svolge un’attenta attività di monitoraggio sugli
andamenti economici della stessa, analizzando il relativo bilancio di previsione sulla base del
quale, in corso d’anno, viene effettuato il monitoraggio della situazione contabile, nonché,
insieme al servizio competente per materia, l’analisi delle attività svolte e della rispondenza a
quelle programmate.
Tale attività è propedeutica all’erogazione del saldo della quota associativa annuale da parte
dell’amministrazione.
71
I risultati economici della Fondazione nell'ultimo triennio sono stati i seguenti:
Anno
Utile
2014
2013
2012
€ 483,00
€ 292,00
€ 546,14
Perdita
I ndirizzi 2015
Le ricadute determinate dai tagli della Legge Finanziaria 2015, che si assommano alle difficoltà del
processo di riordino che scarsa attenzione dimostra nei confronti della Cultura e dei Beni Culturali,
potrebbero apportare particolari criticità nel sostegno e nella partecipazione ad importanti
istituzioni culturali del territorio, quali la Fondazione Museo del Tessuto. L’Amministrazione dovrà,
pur all'interno dello scenario di grande criticità sopra rappresentato, interagire con gli Enti e le
I stituzioni culturali partecipate secondo logiche di cooperazione e di governance, ponendo in
essere tutti gli accorgimenti necessari affinché vi siano, oltre ai riscontri sull’efficacia e sulla qualità
dell’attività, anche attenzione sull’andamento della spesa.
72
FONDAZI ONE PRATO RI CERCHE
I nformazioni generali:
Ragione sociale
Prato Ricerche – I stituto per la ricerca
ambientale e la mitigazione
Data costituzione:
Capitale sociale / fondo dotazione iniziale al
23.12.2005 (al 31/ 12/ 2014)
Quota di capitale/ fondo Provincia di Prato
Percentuale partecipazione al capitale/ fondo Provincia
Prato
20.01.2004
€ 864.868,00
€ 250.000,00
28,91%
Composizione Capitale Sociale/ Fondo Dotazione:
Soci
Provincia di Prato
I mporto quota
%
€ 250.000,00
€ 614.868,00
28,906
71,094
€ 864.868,00
100,00%
Fondazione Pro-Verbo
Università degli studi di Firenze
Totale
Consiglio di Amministrazione:
N
.
Nome e
Cognome
Carica
Nominato
dalla
Provincia di
Prato
( SI / NO)
Presidente
SI
10/ 02/ 15 30/ 04/ 2016
Vice
presidente
3 Giovanni Morganti Consigliere
NO
10/ 04/ 15 30/ 04/ 2016
0,00
SI
27/ 03/ 2014 30/ 04/ 2016
4
Paris Enio
Consigliere
NO
30/ 07/ 2013 30/ 04/ 2016
5
Casagli Nicola
Consigliere
NO
30/ 07/ 2013 30/ 04/ 2016
90,00 gettone
di presenza
90,00 gettone
di presenza
90,00 gettone
di presenza
1 Mancuso Tatiana
2
Nuti Paola
Data
nomina
Scadenza Compen
carica
so
annuo
lordo
Altre
indennità
9.600
0,00
Collegio dei revisori:
N
.
Nome e
Cognome
Carica
Data
nomina
Scadenza
carica
1
Dott. Evaristo Ricci
Revisore Unico
30/ 07/ 2013
30/ 04/ 2016
Premessa
La Fondazione Prato Ricerche è stata costituita con atto notarile in data 20.01.2004 tra la Provincia
di Prato, l’Università degli Studi di Firenze e la Fondazione Pro Verbo, quale evoluzione e
consolidamento dei rapporti intercorsi nel corso degli anni tra i medesimi enti fondatori.
73
I n particolare la Provincia nell’ambito della sua attività istituzionale di valorizzazione e promozione
della cultura e della ricerca scientifica, nella volontà di sviluppare politiche culturali e di ricerca, già
nel 2001 aveva stipulato una convenzione con la Fondazione Pro Verbo al fine di promuovere la
realizzazione di una struttura museale denominata Museo di Scienze Planetarie, in cui realizzare
l’esposizione di minerali e meteoriti acquisiti e attività di ricerca, divulgazione e interscambio
culturale.
I l crescente interesse degli enti sopra detti a valorizzare la collezione provinciale di minerali e
meteoriti attraverso attività di catalogazione, conservazione ed esposizione e la comune volontà di
creare un Centro di Documentazione in grado di svolgere un efficiente e completo monitoraggio
sulla situazione territoriale ed ambientale in I talia hanno portato alla costituzione1 della
Fondazione Prato Ricerche.
La stessa ha ottenuto il riconoscimento della personalità giuridica il 27.05.2004, ed in data
10.06.2004 la Provincia ha provveduto alla sottoscrizione del Contratto di Servizio con cui ha
affidato alla medesima, per la durata di 20 anni, la gestione e tutte le attività connesse al Museo di
Scienze Planetarie della Provincia di Prato (Museo) e la gestione e lo sviluppo di tutte le attività
connesse al Centro di Documentazione di Protezione Civile (Centro).
I l contratto di servizio
I l contratto disciplina in modo dettagliato i rapporti tra la Provincia e la Fondazione Prato Ricerche
per ciò che attiene alla erogazione dei servizi connessi alla gestione del Museo e del Centro. I n
particolare prevede, da parte dell’ente gestore, la predisposizione di apposite norme di
funzionamento del Museo e del Centro, la redazione della Carta dei Servizi e l’istituzione di un
apposito sistema di Contabilità Analitica, tale da garantire un’ effettiva attività di controllo, anche
da parte della Provincia, per la valutazione: a) della compatibilità economico finanziaria del
Programma Annuale della Fondazione con il Bilancio di previsione della Provincia, e b) dell’impatto
sociale della gestione assunta dalla Fondazione.
Scopi della Fondazione:
- sviluppare la ricerca scientifica di base ed applicata, la formazione e la cultura, negli ambiti ad
essa afferenti, nonché l’implementazione di tecnologie innovative che apportino in modo diretto o
indiretto un miglioramento delle condizioni di vita delle persone;
- favorire la costituzione e lo sviluppo, con particolare riguardo al territorio della Provincia di Prato,
di istituzioni educative, sociali, culturali ed artistiche e la collaborazione con istituzioni universitarie;
- perseguire scopi scientifici nei seguenti settori: monitoraggio ambientale (sismometrico,
accelerometrico, meteorologico); ambito della geologia, geofisica, mineralogia, petrografia,
ecologia, scienze ambientali, rischi naturali ed indotti da attività antropica; protezione civile, ed in
particolare elaborazione di piani; applicazioni informatiche avanzate; predisposizione di cartografie
tematiche.
Le attività oggetto del Contratto di Servizio, relative alla Gestione del Museo e del Centro hanno
avuto avvio nel 2004 e sono a regime dal 2005 dopo l’inaugurazione del Museo (19 e 20 marzo
2005).
Nel 2012 il Museo ha ottenuto il riconoscimento quale ente accreditato dalla Regione Toscana.
74
Risultati economici ultimi tre esercizi
Anno
Utile
Perdita
2014
2013
2012
€ 6.677,00
€ 4.076,00
€ 7.215,00
I ndirizzi 2015
Le ricadute determinate dai tagli della Legge Finanziaria 2015, che si assommano alle difficoltà del
processo di riordino che scarsa attenzione dimostra nei confronti della Cultura e dei Beni Culturali,
potrebbero apportare particolari criticità nel sostegno e nella partecipazione ad importanti
istituzioni culturali del territorio, quali la Fondazione Prato Ricerche, di cui la Provincia è il maggior
sostenitore.
Negli anni la partecipazione finanziaria da parte della Provincia è stata particolarmente significativa
per lo svolgimento delle attività culturali e scientifiche affidate alla Fondazione mediante contratto
di servizio.
L’Amministrazione dovrà, pur all'interno dello scenario di grande criticità sopra rappresentato,
interagire con gli Enti e le I stituzioni culturali partecipate secondo logiche di cooperazione e di
governance, ponendo in essere tutti gli accorgimenti necessari affinché vi siano, oltre ai riscontri
sull’efficacia e sulla qualità dell’attività, anche attenzione sull’andamento della spesa.
La mancanza di risorse finanziarie comporterà la necessità di una riconsiderazione del ruolo della
Provincia di Prato, ed un riposizionamento dell’Ente nei confronti della Fondazione.
A tutela del patrimonio materiale ed immateriale della stessa, è stato avviato un percorso condiviso
con il Comune di Prato volto a valorizzare le potenzialità esistenti, anche attraverso processi di
razionalizzazione con altre realtà simili sul territorio.
75
FONDAZI ONE TOSCANA SPETTACOLO
I nformazioni generali:
Ragione sociale
Fondazione Toscana Spettacolo
Data costituzione:
Capitale sociale / fondo dotazione iniziale al
23.12.2005 (al 31/ 12/ 2014)
Quota di capitale/ fondo Provincia di Prato
Percentuale partecipazione al capitale/ fondo Provincia
Prato
I stituita con LR n. 47/ 89
€ 544.639,83
€ 4.508,10
0,83%
Composizione Capitale Sociale/ Fondo Dotazione:
Soci fondatori
Provincia di Prato
I mporto quota
%
€ 4.508,10
0,83%
Regione Toscana
Provincia di Arezzo
Provincia di Firenze
Provincia di Grosseto
Provincia di Livorno
Provincia di Lucca
Provincia di Massa
Provincia di Pisa
Provincia di Pistoia
€ 458.985,87
€ 6.762,15
€ 4.508,11
€ 4.508,10
€ 4.508,10
€ 4.508,11
€ 9.016,21
€ 9.016,21
€ 4.508,11
84,27%
1,24%
0,83%
0,83%
0,83%
0,83%
1,65%
1,65%
0,83%
Non attuali:
Associazione Teatrale Pistoiese
Teatro di Pisa
Atelier della Costa Ovest
Comitato estate livornese
Sipario Stregato
Teatro Metastasio
Centro ricerca e sperimentazione
Pontedera
€
€
€
€
€
€
€
Totale
6.762,15
6.762,15
4.508,11
4.508,11
4.508,11
2.254,05
4.508,11
1,24%
1,24%
0,83%
0,83%
0,83%
0,41%
0,83%
€ 544.639,83
100,00%
Organi:
Comitato direttivo
N.
Nome e
Cognome
Carica
Nominato
dalla
Provincia di
Prato
( SI / NO)
Data
nomina
Scadenza Compens
Altre
carica
o annuo indennità
lordo
1 Beatrice Magnolf i Presidente
NO
29/ 03/ 11
20/ 04/ 16
ZERO
2
Alessandro
Vice
Manganelli
Presidente
3 Alessia I nnocenti Componente
NO
29/ 03/ 11
20/ 04/ 16
ZERO
NO
29/ 03/ 11
20/ 04/ 16
ZERO
4
NO
29/ 03/ 11
20/ 04/ 16
ZERO
Cinzia Tacconi
Componente
76
30 € gettone
presenza
30 € gettone
presenza
30 € gettone
presenza
30 € gettone
presenza
Collegio dei revisori
N.
Nome e
Cognome
1
2
3
Nicola Amoruso
Franco Boccalini
Lorenzo Vestri
Carica
Data nomina
Scadenza carica
Presidente
Sindaco
Sindaco
29/ 05/ 12
19/ 04/ 12
19/ 04/ 12
29/ 05/ 2017
19/ 04/ 2017
19/ 04/ 2017
Attività:
Fondazione Toscana Spettacolo, costituita con LR n. 47/ 1989 su iniziativa della Regione Toscana,
operante ai sensi della LR n, 21/ 2010 e riconosciuta dal Ministero per i beni ed attività culturali
quale “Organismo di distribuzione, promozione e formazione del pubblico” svolge attività di:
distribuzione e diffusione di spettacolo dal vivo (prosa e danza) in collaborazione con gli Enti
locali e/ o I stituzioni teatrali della Toscana;
promozione di spettacoli dal vivo con particolare attenzione alle produzioni degli operatori
nonché delle giovani compagnie toscana;
formazione del pubblico;
formazione ed aggiornamento degli operatori teatrali
Le
attività
istituzionali
statutariamente
previste
determinano
la
capillare
distribuzione
e
valorizzazione dello spettacolo dal vivo e delle connesse iniziative di promozione e formazione del
pubblico nei diversi territori delle province toscana. I n tal senso la partecipazione nella veste di soci
Fondatori, delle amministrazioni provinciali, fra le quali quella di Prato, consente di realizzare il
massimo grado di penetrazione nei teatri della provincia con il sostegno e la compartecipazione
delle diverse amministrazioni locali interessate.
Risultati economici ultimi tre esercizi
Anno
Utile
2014
2013
2012
649,00
6.913,88
12.172,77
Perdita
La Provincia di Prato ha contribuito, negli ultimi anni, con una quota di € 900,00.
Le ricadute determinate dai tagli della Legge Finanziaria 2015, che si assommano alle difficoltà del
processo di riordino delle funzioni provinciali, influenzeranno la scelta di riconfermare o meno il
contributo di cui sopra.
77
FONDAZI ONE MUSEO E CENTRO DI DOCUMENTAZI ONE
DELLA DEPORTAZI ONE E DELLA RESI STENZA
I nformazioni generali:
Ragione sociale
Data costituzione:
Capitale sociale / fondo dotazione(al
31/ 12/ 2014)
Quota di capitale/ fondo Provincia di Prato
Percentuale partecipazione al capitale/ fondo
Provincia Prato
Fondazione “Museo e Centro di
documentazione della Deportazione e
Resistenza" – Luoghi della Memoria Toscana
26/ 01/ 2007
€ 43.350,00
€ 10.000,00
23,07%
Composizione Capitale Sociale/ Fondo Dotazione:
Soci
Provincia di Prato
I mporto quota
%
Comune di Prato
Comune di Vaiano
Comune di Cantagallo
Comune di Carmignano
Comune di Montemurlo
Comune di Poggio a Caiano
Comune di Vernio
€ 10.000,00
€ 29.000,00
€ 650,00
€ 300,00
€ 800,00
€ 1.400,00
€ 800,00
€ 400,00
23,07%
66,90%
1,50%
0,70%
1,84%
3,23%
1,84%
0,92%
Totale
€ 43.350,00
100,00%
Attività: La Fondazione "Museo e Centro di Documentazione della Deportazione e Resistenza Luoghi della Memoria Toscana" è stata costituita il 26 gennaio 2007 per iniziativa del Comune di
Prato e di tutti i Comuni dell'area pratese, Cantagallo, Carmignano, Montemurlo, Poggio a Caiano,
Vaiano, Vernio, delle sezioni pratesi dell'ANED e dell'ANPI e della Comunità Ebraica di Firenze.
Socio sostenitore è l'Associazione per il Gemellaggio Prato-Ebensee. I l 19 febbraio dell'anno
successivo la Fondazione è stata riconosciuta dalla Regione Toscana quale "personalità giuridica di
interesse regionale", nel 2012 il Museo ha ottenuto il riconoscimento di museo rilevanza regionale.
Nel 2010 è entrata a far parte della Fondazione anche la Provincia di Prato come socio fondatore
assimilato. Scopo della Fondazione è quello di promuovere la conoscenza dei "luoghi di memoria"
dell'età contemporanea e la ricerca dei processi storici che videro la nascita e l'affermarsi in Europa
del fascismo e del nazismo; delle persecuzioni razziali, politiche e religiose; della deportazione e
della realtà dei campi di concentramento e di sterminio; delle lotte di resistenza e di liberazione. La
Fondazione si propone inoltre di approfondire la conoscenza della storia locale, sia per quanto
riguarda l'opposizione al fascismo e la lotta di liberazione, che per le vicende della deportazione
nella provincia di Prato. Raccoglie, conserva e valorizza le testimonianze sulla deportazione e sul
movimento popolare di resistenza al nazifascismo. I n questo modo la Fondazione, anche attraverso
78
un'intensa attività didattica rivolta ai giovani, intende coltivare una memoria storica e promuovere
una cultura di pace e di solidarietà fra i popoli contro ogni tipo di intolleranza, razzismo,
discriminazione e totalitarismo.
Organi:
Consiglio di amministrazione:
N.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
Nome e
Cognome
Aurora
Castellani
Luca
Squillante
Federica
Pacini
Enrico
Andrea
Cecchi
Mario
Fineschi
Valentina
Vespi
Luana
Brunetti
Sofia
Toninelli
Mauro
Bolognesi
Riccardo
Cammelli
Chiara
Calzolari
Alessando
Pagliai
Ennio Luigi
Saccenti
Carica
Nominato dalla Data nomina
Provincia di Prato
(SI/NO)
Presidente
NO
08/10/14
Scadenza
carica*
Compenso
annuo lordo
Altre indennità*
07/10/18
Nessuna indennità
Consigliere
NO
08/10/14
07/10/18
Consigliere
NO
08/10/14
07/10/18
Consigliere
NO
08/10/14
07/10/18
Nessun
compenso
Nessun
compenso
Nessun
compenso
Nessun
compenso
Consigliere
NO
08/10/14
07/10/18
Nessuna indennità
Consigliere
NO
08/10/14
07/10/18
Consigliere
NO
08/10/14
07/10/18
Consigliere
NO
08/10/14
07/10/18
Consigliere
NO
08/10/14
07/10/18
Consigliere
SI
08/10/14
07/10/18
Consigliere
NO
08/10/14
07/10/18
Cosigliere
NO
08/10/14
07/10/18
Consigliere
NO
08/10/14
07/10/18
Nessun
compenso
Nessun
compenso
Nessun
compenso
Nessun
compenso
Nessun
compenso
Nessun
compenso
Nessun
compenso
Nessun
compenso
Nessun
compenso
Organo di Revisione:
N.
Nome e
Cognome
1
Serena Berti
Nessuna indennità
Nessuna indennità
Nessuna indennità
Nessuna indennità
Nessuna indennità
Nessuna indennità
Nessuna indennità
Nessuna indennità
Nessuna indennità
Nessuna indennità
Carica
Data nomina
Scadenza carica
Revisore
08/10/14
07/10/17
Risultati economici ultimi tre esercizi
Anno
2014
2013
2012
Nessuna indennità
Utile
Perdita
€ 10.127,00
€ 746,00
€ 260,00
I ndirizzi 2015
Le ricadute determinate dai tagli della Legge Finanziaria 2015, che si assommano alle difficoltà del
processo di riordino che scarsa attenzione dimostra nei confronti della Cultura e dei Beni Culturali,
79
potrebbero apportare particolari criticità nel sostegno e nella partecipazione ad importanti
istituzioni culturali del territorio, quali la Fondazione Museo della Deportazione e della Resistenza.
L’Amministrazione dovrà, pur all'interno dello scenario di grande criticità sopra rappresentato,
interagire con gli Enti e le I stituzioni culturali partecipate secondo logiche di cooperazione e di
governance, ponendo in essere tutti gli accorgimenti necessari affinché vi siano, oltre ai riscontri
sull’efficacia e sulla qualità dell’attività, anche attenzione sull’andamento della spesa.
Si conferma comunque, per l’anno 2015, il contributo annuale di € 10.000,00.
80
FONDAZI ONE I STI TUTO TECNI CO SUPERI ORE MI TA
I nformazioni generali:
Ragione sociale
FONDAZI ONE I STI TUTO TECNI CO
SUPERI ORE MI TA ( Made in I taly Tuscany
Academy)
Data costituzione:
14/ 10/ 2010
Capitale sociale / fondo dotazione(al 31/ 12/ 2014) € 94.000,00
Quota di capitale/ fondo Provincia di Prato
€ 1.000,00
1,06%
Percentuale partecipazione al capitale/ fondo
Provincia Prato
Composizione Capitale Sociale/ Fondo Dotazione:
Soci
I mporto quota
%
Provincia di Prato
€ 1.000,00
1,06%
I sistl Russell Newton
€ 5.000,00
5,32%
Associaz.Gruppo Scuole per il
Made in I taly
€ 6.500,00
6,92%
Associazione San Colombano
€ 5.000,00
5,32%
Associazione Russell Formazione
Scandicci
€ 5.000,00
5,32%
Associazione per la scuola
superiore di tecnologie
industriali
€ 5.000,00
5,32%
Cooperativa scuola lavoro
€ 5.000,00
5,32%
Pin Polo Universitario città di
Prato
0
0
Associazione degli industriali
della provincia di Firenze
€ 5.000,00
5,32%
Guccio Gucci Spa
€ 5.000,00
5,32%
Tessilform Spa
€ 5.000,00
5,32%
Monnalisa Spa
€ 5.000,00
5,32%
Banca di Credito Cooperativo di
Signa
€ 10.000,00
10,64%
Comune di Scandicci
€ 10.000,00
10,64%
Comune di Prato
€ 1.000,00
1,06%
Città Metropolitana di Firenze
€ 5.000,00
5,32%
Confartis Srl
€ 1.000,00
1,06%
Ambiente I mpresa Srl
€ 1.000,00
1,06%
Scuola Professionale edile di
Firenze
€ 500,00
0,53%
81
Almax Srl
€ 5.000,00
5,32%
Provincia di Pisa
€ 5.000,00
5,32%
Yves Saint Laurent Logistica Srl
€ 1.000,00
1,06%
Cunningam srl
€ 1.000,00
1,06%
Unione industiale Pratese
€ 1.000,00
1,06%
Totale
€ 94.000,00
100,00%
Risultati economici ultimi tre esercizi
Anno
Utile
Perdita
2014
1.926,00
2013
1.838,21
2012
4.973,67
Organi:
Giunta:
N.
Nome e
Cognome
Carica
Nominato
dalla
Provincia
di Prato
( SI / NO)
Data
nomina
Massimiliano
Guerrini
2 Sandro Fallani
Presidente
NO
29/ 05/ 14
04/ 07/ 15
0
0
Membro
NO
04/ 07/ 15
0
0
3 Roberto Curtolo
Membro
NO
0
0
4 Enrico Banchelli
Membro
NO
Pro-tempore
art.13
Statuto
Pro-tempore
art.13
Statuto
04/ 07/ 2012
04/ 07/ 15
0
0
5
Membro
NO
09/ 07/ 14
04/ 07/ 15
0
0
1
Agostino
Apolito 3
Scadenza carica Compenso Altre
annuo indennità
lordo
Consiglio di indirizzo:
3
N.
Nome e
Cognome
Carica
Ente
1
2
3
4
Massimiliano Guerrini
Maurizio Fioravanti
Gianluca Banchelli
Diye Ndiaye
Presidente
Membro
Membro
Membro
ALMAX SRL
PI N SCRL
Comune di Prato
Comune di Scandicci
5
Simone Cappelli
Membro
Provincia di Prato
In sostituzione di Lorenzo Ricci eletto il 04/07/2012.
82
6
Lorenzo Petretto
7
Marco Franchi
8
Franco Baccani
9
Davide Biccari
10
Karlheinz Hofer
11
Valentina Lingria
12
Massimo Fattori
13 Riccardo Bartolommei
14
Piero I acomoni
15
Francesca Meoni
16
Luigi Nigi
17
Vittorio Sorani
18
Roberto Curtolo
19
Graziano Turini
Organo di revisione:
N.
Nome e
Cognome
1
Membro
Membro
Membro
Membro
Membro
Membro
Membro
Membro
Membro
Membro
Membro
Membro
Membro
Membro
Scuola Superiore Tecnologie I ndustriali Firenze
ARS Formazione Scandicci
Confindustria Firenze
Città Metropolitana Firenze
Gucci SPA
Cooperativa Scuola Lavoro
Associazione San Colombano
Banca di Credito Cooperativo di Signa
Monnalisa SPA
Tessilform SPA
Ambiente I mpresa SRL
Confartis SRL
I SI STL Russell Newton
Provincia di Pisa
Carica
Data nomina
Massimo Martini Revisore Conti
14/ 10/ 2010
Scadenza
carica
31/ 12/ 16
Attività e indirizzi
Novità assoluta nel panorama dell’offerta formativa italiana, gli “I stituti Tecnici Superiori – I .T.S.”
sono Fondazioni promosse dal Ministero dell’I struzione, Università e Ricerca e dalle Regioni quali
scuole di eccellenza per facilitare lo sviluppo economico dei settori nazionali più competitivi.
Oltre alla finalità di fornire alle imprese tecnici altamente qualificati, gli I .T.S. si propongono di
promuovere e diffondere la cultura dell’innovazione e sostenere il trasferimento tecnologico alle
imprese del settore.
MI TA, ovvero l’I stituto Tecnico Superiore dell’eccellenza nel Made in I taly è una scuola speciale di
tecnologia, parallela all’Università, nata per dare ai giovani diplomati opportunità di lavoro
altamente qualificato nel settore del Made in I taly.
MI TA è l’unica Fondazione I .T.S. Toscana che opera nel campo della moda capace garantire
un’offerta didattica di tipo tecnico/ scientifico ed una preparazione mirata all’inserimento nel mondo
del lavoro.
La ragione della partecipazione della Provincia di Prato alla Fondazione risiede quindi nel pieno
sostegno alla mission di MI TA, strettamente collegata all’alta formazione per un settore strategico
dell’economia distrettuale, quale il tessile/ abbigliamento.
La partecipazione della Provincia di Prato, oltre al contributo al capitale sociale della Fondazione
sopra indicato, consiste nella presenza con propri membri nella Giunta Esecutiva e nel Consiglio di
I ndirizzo.
83
Gli indirizzi per l’anno 2015 consistono quindi nel contribuire a definire le linee di sviluppo del
percorso I TS, con particolare riferimento allo sviluppo di opportunità di lavoro nelle aziende della
filiera fashion presenti sul territorio di Prato, Firenze e Pisa.
Nel 2015 MI TA sarà l’unico I TS toscano a presentare due corsi distinti, uno più tarato sulle
specificità del tessile pratese e uno su quelle del distretto conciario di Santa Croce. I n ragione di
questo “raddoppio” dell’offerta didattica, sarà quindi pubblicato un bando per selezionare nuovi
docenti e integrare il corpo docente già presente.
Nel corso del 2015 sarà inoltre verificata concretamente la possibilità di estendere ulteriormente
l’offerta formativa di MI TA instaurando una collaborazione con il distretto orafo aretino.
84
CENTRO SERVI ZI MAGLI ERI A SCRL
I nformazioni generali:
Ragione sociale
Centro servizi maglieria
società consortile a rl
Data costituzione:
30/ 04/ 88
Data termine della Società
31/ 12/ 50 (attualmente in liquidazione)
Capitale sociale
€ 2.633,64
Quota di partecipazione Provincia di Prato
€ 516,40
Percentuale partecipazione Provincia Prato
(19,61% )
Composizione Capitale Sociale:
Soci
I mporto quota
%
Provincia di Prato
516,40
19,61%
Comune di Prato
516,4
19,61%
Api Toscana
361,48
13,73%
Assia Di spinelli & C. sas
51,64
1,96%
Cna
154,92
5,88%
Confartigianato Prato
154,92
5,88%
Dimensione maglia srl
154,92
5,88%
Maglificio Andrea Srl
51,64
1,96%
Maglificio BAMAS
154,92
5,88%
Maglificio Gianna
516,40
19,61%
2.633,64
100% ,00
Risultati economici ultimi tre esercizi
Anno
Utile
Perdita
2014
380,00
2013
441,00
2012
28.621,00
85
Attività: l'oggetto sociale, come risultante dall'art. 2 dello Statuto, è “Supportare attraverso
l'erogazione di servizi a tutte le imprese toscane che ne fanno richiesta, il processo di acquisizione
e diffusione dei principali flussi di informazione nel campo del sistema della moda, nel campo della
tecnologia e nel campo della promozione e commercializzazione di prodotti delle PMI al fine di
promuovere il processo di consolidamento e sviluppo della cultura del settore.
La società è inattiva, in quanto in liquidazione, dal 2004
Liquidatore: Lorenzo Bandinelli (nominato il 30/ 7/ 2004)
86
PARTE I I
I CONTESTI
87
2.1 I L CONTESTO I NTERNAZI ONALE
I l quadro economico complessivo italiano, europeo e internazionale permane debole e si prevede
una crescita lieve sia nei paesi industrializzati che nelle economie emergenti: i dati attualmente
disponibili evidenziano una minima inversione del ciclo economico che necessita, però, di un
rafforzamento strutturale dell'economia globale.
2.1.1 L'ECONOMI A I TALI ANA
L'OCSE ( Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) nelle previsioni economiche
( Economic Outlook) rilasciate a Giugno 2015 riporta che, dopo una lunga recessione, l'economia
italiana ha iniziato il suo recupero graduale (crescita dello 0,6% nel 2015 e dell'1,5% nel
2016). Le esportazioni continueranno a sostenere la crescita, ma la ripresa dipenderà anche dai
consumi privati. La lenta crescita degli investimenti privati sarà neutralizzata dalla crescita
degli investimenti pubblici in infrastrutture: per la produttività degli interventi, l'efficacia
della spesa pubblica e degli appalti dovranno migliorare notevolmente. Per quanto riguarda
l’occupazione , se ne prevede un aumento ma il tasso di disoccupazione è ancora elevato.
I prezzi al consumo e l’inflazione rimarranno moderati.
La politica di bilancio dovrebbe continuare a mirare al consolidamento fiscale graduale ma
costante, per non strangolare l'incipiente ripresa economica, nel pieno rispetto delle norme di
bilancio dell'UE e la riduzione del rapporto debito-PI L.
I l miglioramento dell'efficienza della pubblica amministrazione sarà la chiave per
incrementare la crescita della produttività, eliminando gli ostacoli alla crescita delle aziende e
all'imprenditorialità.
Per rilanciare gli investimenti privati, sono necessarie ulteriori azioni per affrontare efficacemente
le sofferenze bancarie , che stanno indebolendo la salute del sistema e che limitano l’offerta di
credito.
2.1.2 L'ECONOMI A I NTERNAZI ONALE
L’OCSE nel documento sopra citato, sottolinea che la ripresa economica dalla crisi globale e
finanziaria scoppiata nel 2008 è insolitamente debole .
Per l’Area Euro, la crescita economica si rafforzerà gradualmente del 2¼ per cento entro la fine
del 2016, sostenuta dai prezzi del petrolio più bassi, dal deprezzamento dell'euro e dal
88
miglioramento delle condizioni
finanziarie Tuttavia,
la disoccupazione
diminuirà solo
gradualmente , ad un tasso di 10¼ per cento a fine 2016. L'inflazione dovrebbe attestarsi fino
a circa 1½ per cento, a causa dei prezzi dell'energia più bassi dissipano e dell’allentamento
monetario.
Sono necessari piani di risanamento credibili a medio termine in quanto il debito pubblico è
ancora troppo elevato in molti Paesi: i Paesi vulnerabili hanno compiuto progressi significativi
in materia di riforme strutturali in seguito alla scoppio della crisi, tuttavia ulteriori sforzi di riforma,
in particolare il completamento del mercato unico, sono necessari per aumentare
durevolmente l'attività economica e per rendere la crescita più inclusiva.
I mprimere un nuovo impulso agli investimenti privati e pubblici è cruciale per posizionare
l'economia in una traiettoria di crescita più elevata. Per creare ulteriori investimenti dovrebbero
essere selezionati progetti ad alto rendimento sociale , che non si sarebbero realizzati in
assenza di garanzie pubbliche: un esempio chiave è il rafforzamento delle infrastrutture
transfrontaliere per elettricità, gas e trasporto ferroviario.
89
2.2. I L CONTESTO EUROPEO
Con il processo di allargamento ovvero di adesione di nuovi Stati, l'Unione Europea è oggi
composta da 28 Paesi membri grazie alla Croazia che ha ufficialmente aderito nel luglio 2013.
L’allargamento ha comportato negli anni un notevole impatto economico a causa di un mercato
sempre più vasto e integrato che stimola la crescita economica degli Stati di vecchia e di nuova
adesione. Tutto ciò viene supportato da una politica di coesione che incoraggia il lavoro congiunto
delle regioni europee favorendo gli scambi e la conoscenza reciproci a vantaggio dello sviluppo
socio-economico delle aree interessate.
Pertanto, l'allargamento dell'UE è destinato a continuare, in quanto un numero crescente di Paesi
manifestano il desiderio di entrare a farne parte. A tal proposito occorre distinguere tra Paesi
candidati e Paesi candidati potenziali. I primi hanno già cominciato a recepire o integrare la
legislazione dell'UE nell'ordinamento nazionale, mentre i candidati potenziali non soddisfano ancora
pienamente i criteri per l'adesione. Allo stato attuale, cinque nuovi Stati hanno avuto accordato lo
status ufficiale di Paese candidato all'ingresso nell'UE: Turchia, Serbia, ex Repubblica Jugoslava
di Macedonia, Islanda e Montenegro.
Mentre tre nuovi Stati hanno la posizione di Paesi candidati potenziali: Albania, BosniaErzegovina e Kosovo.
L'Unione europea si fonda sul principio dello Stato di diritto. Ciò significa che tutte le azioni
intraprese dall'UE si basano su trattati approvati liberamente e democraticamente da tutti
i Paesi membri. Se, ad esempio, un settore non è menzionato in un trattato, la Commissione
europea non può avanzare proposte legislative in quel settore.
Un trattato è un accordo vincolante tra gli Stati membri dell'UE. Esso definisce gli obiettivi
dell'Unione, le regole di funzionamento delle istituzioni europee, le procedure per l'adozione delle
decisioni e le relazioni tra l'UE e i suoi Paesi membri.
I trattati vengono modificati per differenti ragioni: rendere l'UE più efficiente e trasparente,
preparare l'adesione di nuovi Paesi ed estendere la cooperazione a nuovi settori d'interesse
comunitario.
Dal punto di vista istituzionale l’UE è regolata dal Trattato di Nizza, firmato il 26 febbraio 2001 ed
entrato in vigore il 1º febbraio 2003, che si è occupato fondamentalmente delle riforme istituzionali
necessarie per garantire il buon funzionamento delle Istituzioni europee una volta terminate le
procedure di allargamento del 2004 e del 2007. Il Trattato di Nizza, il precedente Trattato
sull’Unione europea e il Trattato che istituisce la Comunità Europea sono stati unificati in una
versione consolidata (2012).
90
2.2.1 LA PROGRAMMAZI ONE EUROPEA 2014- 2020
Il Quadro Finanziario Pluriennale ( QFP) dell'Unione Europea adottato per la nuova
programmazione 2014-2020 è uno strumento moderno e innovativo in quanto si tratta di un
meccanismo volto a garantire che la spesa dell’UE sia prevedibile e allo stesso tempo soggetta a
una rigorosa disciplina di bilancio. Il QFP definisce, pertanto, gli importi massimi («massimali»)
disponibili per ciascuno dei principali settori di spesa («rubriche») del bilancio dell’Unione.
Nell’ambito di questo quadro, il Parlamento europeo e il Consiglio, che rappresentano l’ «autorità di
bilancio» dell’Unione, devono concordare ogni anno il bilancio per l’anno successivo. In realtà, il
bilancio annuale adottato sarà sempre inferiore al massimale complessivo del quadro finanziario
pluriennale.
Il QFP esprime le priorità politiche per gli anni futuri e rappresenta, quindi, un quadro politico oltre
che di bilancio in grado di dirci anticipatamente dove investirà l'UE nell'arco della programmazione
pluriennale.
Il QFP prevede una dotazione finanziaria fino a 960 miliardi di euro in stanziamenti
d’impegno (1% del Reddito Nazionale Lordo - RNL) e 908,4 miliardi di euro in pagamenti (0,95%
dell’RNL dell’UE). Non rientrano nel QFP gli strumenti finanziari destinati a circostanze impreviste
quali la riserva per aiuti d’urgenza, il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, il Fondo
di solidarietà e strumento di flessibilità e il Fondo europeo di sviluppo: questi strumenti
rappresentano altri 36,8 miliardi di euro (0,04% dell'RNL dell’UE).
I fondi strutturali 2014-2020 sono costituiti da:
-il Fondo Sociale Europeo (FSE) che rappresenta il principale strumento europeo di investimento
nelle risorse umane al fine di accrescre le opportunità occupazionali dei cittadini europei;
-il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) che si pone l'obiettivo di rafforzare la
coesione economica, sociale e territoriale nell'UE intervenendo sugli squilibri tra le varie regioni;
-il Fondo di Coesione che consente agli Stati membri con reddito nazionale lordo (RNL) per
abitante inferiore al 90% della media dell'UE 28 di investire nella rete transeuropea di trasporti
(RTE-T) e nell'ambiente (l'Italia non rientra tra i beneficiari di questo fondo);
-il Fondo Europeo per l'Agricoltura e lo Sviluppo Rurale (FEASR) che intende proseguire la
linea intrapresa con la programmazione 2007-2013 confermando l'impegno nello sviluppo della
competitività dell'agricoltura, della gestione sostenibile delle risorse naturali, delle azioni di lotta al
cambiamento climatico e dello sviluppo equilibrato delle zone rurali;
-il Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e per la Pesca (FEAMP) che continuerà il lavoro
intrapreso negli anni 2007-2013 promuovendo le attività di pesca e acquacoltura sostenibili e
competitive, favorire lo sviluppo e l'attuazione della Politica Comune per la Pesca (PCP).
91
I primi tre fondi (FSE, FESR e Fondo Coesione) costituiscono gli assi portanti della politica regionale
europea , l'insieme di tutti e cinque i fondi sopramenzionati rappresentano la maggior parte della
spesa dell'UE.
Il bilancio 2014-2020 definisce priorità di spesa finalizzate alla crescita sostenibile,
all’occupazione e alla competitività dell’Unione, in linea con la strategia di crescita Europa
2020.
Gli
obiettivi
"Convergenza"
e
"Competitività
regionale
e
occupazione"
previsti
nella
programmazione 2007-2013 sono sostituiti da un unico obiettivo "I nvestimenti in favore della
crescita e dell'occupazione" che trova applicazione in tutti gli Stati europei con un'articolazione
delle risorse differenziata in tre differenti categorie di regioni:
- regioni meno sviluppate (con un PIL pro capite inferiore al 75% della media comunitaria);
- regioni in transizione
(con un PIL pro capite compreso tra il 75% e il 90% della media
comunitaria),
- regioni più sviluppate (con un PIL pro capite superiore al 90% della media comunitaria);
2.2.2 LE CARATTERI STI CHE PRI NCI PALI DEL BI LANCI O UE 2014- 2020
Il bilancio dell’Unione Europea 2014-2020 può essere riassunto in alcuni punti essenziali che ne
delineano le caratteristiche principali e ne illustrano gli elementi innovativi che mostrano
chiaramente il valore aggiunto dell'Europa:
1. il Fondo Sociale Europeo ( FSE) e il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale ( FESR)
daranno un notevole contributo all'occupazione venendo in aiuto alle persone in cerca di
lavoro. Il Fondo Sociale Europeo (FSE) destina almeno 70 miliardi di euro (circa 10 miliardi
l’anno) alla creazione di posti di lavoro, integrando gli interventi in ambito nazionale. Nel
complesso la politica di coesione riformata permetterà di mobilitare fino a 366,8 miliardi di euro
destinati alle regioni e città dell'UE e all'economia reale. È principalmente tramite questo strumento
d'investimento che l'Unione realizzerà gli obiettivi della strategia Europa 2020:
- crescita e occupazione,
- lotta contro i cambiamenti climatici
- riduzione della dipendenza energetica, della povertà e dell’esclusione sociale.
Il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale concorrerà alla realizzazione di questi obiettivi
indirizzando le proprie risorse verso priorità fondamentali, quali il sostegno per le piccole e
92
medie imprese ( PMI ) , con l’obiettivo di raddoppiare i fondi da 70 a 140 miliardi di euro in sette
anni. Tutti i fondi strutturali e d'investimento europei saranno maggiormente orientati ai risultati e
avranno una nuova riserva di efficacia e efficienza che incentiverà la qualità dei progetti. Infine,
l’efficienza del Fondo di coesione, del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) e per
la pesca sarà collegata alla governance economica in modo da incentivare gli Stati membri a dare
seguito alle raccomandazioni dell’UE nel quadro del semestre europeo;
2. il nuovo Programma di finanziamenti ERASMUS + permetterà a un numero quanto mai esteso
di persone di trascorrere un periodo all’estero. Mirato a sviluppare competenze e occupabilità,
il nuovo programma gode di una copertura di quasi 15 miliardi di euro (40% in più rispetto ai
livelli attuali) che offre opportunità di studio, formazione, lavoro o volontariato all’estero a oltre 4
milioni di giovani: 2 milioni di studenti universitari, 650.000 apprendisti e studenti in formazione
professionale e più di 500.000 giovani che partecipano a scambi o programmi di volontariato
all’estero. Fino a 200.000 studenti che intendono seguire un corso completo di master all’estero raramente coperto da borse di studio o prestiti nazionali - potranno beneficiare di un nuovo
meccanismo di garanzia sui prestiti gestito dal Fondo Europeo per gli Investimenti. Verranno
inoltre finanziati 600 partenariati nel settore dello sport, compresi eventi europei no profit. Due
terzi delle risorse serviranno a finanziare opportunità di apprendimento all'estero, entro e oltre i
confini dell'UE, mentre il resto sosterrà partenariati tra istituti d’istruzione, organizzazioni giovanili,
imprese, autorità locali e regionali e Organizzazioni Non Governative (ONG), come anche le riforme
volte a modernizzare il settore dell’istruzione e della formazione e a promuovere l’innovazione,
l’imprenditorialità e l’occupabilità;
3. la cultura in Europa - cinema, televisione, musica, letteratura, arti dello spettacolo, patrimonio
e ambiti collegati - potrà trarre vantaggio dal nuovo programma dell'UE EUROPA CREATI VA.
Con una copertura di quasi 1,5 miliardi di euro (9% in più in termini reali rispetto agli attuali
livelli), il programma permetterà nei prossimi sette anni di rilanciare il comparto culturale e
creativo, importante fonte di crescita e occupazione.
Il programma Europa Creativa sosterrà inoltre iniziative quali le capitali europee della cultura, il
marchio del patrimonio europeo, le giornate europee del patrimonio e i cinque premi europei: il
premio del patrimonio culturale dell'Unione europea/concorso Europa Nostra, il premio dell’Unione
europea per l’architettura contemporanea, il premio dell’Unione europea per la letteratura, il
premio European Border Breakers e il premio MEDIA;
4. i fondi dell'UE per la ricerca e l'innovazione permetteranno di migliorare la qualità di vita dei
cittadini europei e renderanno l'Unione più competitiva sulla scena mondiale. Horizon 2020, il
93
nuovo Programma per la ricerca e l'innovazione, gode di una copertura di bilancio di quasi
80 miliardi di euro (circa il 30% in più in termini reali rispetto al quadro attuale) e occupa
indiscutibilmente un posto centrale nella strategia dell’UE per il rilancio della crescita e
dell'occupazione. I ricercatori e le imprese di tutta Europa potremmo utilizzare questo strumento
finanziario che è stato notevolmente rafforzato e semplificato. Orizzonte 2020 darà impulso a centri
di ricerca di eccellenza in Europa, come il Consiglio europeo della ricerca, rafforzerà la leadership
industriale nel campo dell’innovazione, anche con investimenti in tecnologie fondamentali,
estenderà l'accesso al capitale e il sostegno delle PMI, contribuirà a affrontare grandi sfide sociali
quali i cambiamenti climatici, a sviluppare i trasporti e la mobilità sostenibili, a rendere meno care
le energie rinnovabili, a garantire alimenti più sicuri e ad affrontare i problemi legati
all’invecchiamento demografico. Inoltre, il programma Orizzonte 2020 contribuirà a colmare il
divario tra ricerca e mercato aiutando, tra l'altro, le imprese innovative a trasformare le loro
scoperte tecnologiche in prodotti che abbiano un reale potenziale commerciale. Il nuovo
programma, incentrato sulla cooperazione internazionale, destina per il periodo 2014-2020
oltre 6 miliardi di euro (30% in più rispetto ai livelli attuali) alle azioni Marie Skłodowska-Curie,
permettendo così all’UE di sostenere più di 65.000 ricercatori. Nel periodo 2014-2020 l’Istituto
Europeo di Innovazione e Tecnologia (EIT) riceverà 2,7 miliardi di euro per rafforzare il legame tra
insegnamento superiore, ricerca e imprese, per sostenere la creazione di nuove imprese e per
creare opportunità di formazioni specializzate post-laurea;
5. le piccole e medie imprese ( PMI ) che costituiscono il tessuto imprenditoriale portante
dell’economia europea, rappresentano circa il 99% delle attività imprenditoriali europee e
forniscono i due terzi dei posti di lavoro del settore privato. Il nuovo Programma COSME, che
gode di una copertura di 2,3 miliardi di euro, permetterà di promuoverne la competitività e di
stimolare la crescita e l’occupazione in Europa. Primo programma dell'UE destinato nello specifico
alle PMI, COSME mira a facilitarne l'ingresso nel mercato fuori e dentro l’Unione offrendo un
accesso agevolato al credito grazie a garanzie sui prestiti e capitale di rischio;
6. gli investimenti infrastrutturali sono determinanti per la crescita e l’occupazione in Europa. I
cittadini e le imprese europee che incontrano spesso ostacoli derivanti dalla parzialità,
dall’inefficienza o semplicemente dall’assenza di reti infrastrutturali europee (p.e. trasporti, energia
o tecnologie dell'informazione e della comunicazione), potranno beneficiare del nuovo
"meccanismo per collegare l’Europa ( CEF) " che rappresenterà il principale strumento per gli
investimenti in infrastrutture strategiche a livello europeo e che godrà di una copertura
finanziaria pari a 33,3 miliardi di euro (26,3 per i trasporti, 5,9 per l’energia e 1,1 per il digitale). Il
CEF aiuterà a costruire infrastrutture quali strade, ferrovie, reti elettriche e gasdotti e a creare
94
servizi per il mercato unico digitale, fornendo un sostegno finanziario essenziale per colmare le
lacune in termini di collegamenti tra le reti infrastrutturali europee che non verrebbero altrimenti
affrontate. Interconnessioni migliori creeranno maggiori opportunità commerciali, più sicurezza
energetica e faciliteranno le attività e gli spostamenti, a vantaggio dei cittadini e delle imprese di
tutti gli Stati membri. Nel settore dei trasporti il meccanismo per collegare l’Europa contribuirà a
realizzare la tanto attesa "nuova politica delle infrastrutture": i nove corridoi principali per i
trasporti nel mercato unico europeo sono destinati a rivoluzionare i collegamenti est-ovest. Nel
settore delle infrastrutture energetiche, il meccanismo per collegare l’Europa giocherà un ruolo
fondamentale per realizzare i principali obiettivi della politica energetica: energia a prezzi accessibili
per tutti i consumatori, approvvigionamento sicuro e sostenibilità. Grazie anche alla velocizzazione
delle licenze e agli incentivi normativi introdotti dal nuovo regolamento sugli orientamenti inerenti
le reti transeuropee (TEN-E) nei settori dei trasporti, dell'energia e delle telecomunicazioni, il
CEF permetterà di migliorare radicalmente il clima degli investimenti destinati a questi progetti. Il
CEF è inoltre il primo programma di investimenti a livello dell’UE nelle reti a banda larga e nelle
infrastrutture di servizi digitali e, in quanto tale, contribuirà a fare in modo che il mercato
unico del digitale diventi realtà;
7. le scarse risorse pubbliche rendono quanto mai necessario mobilitare altre fonti di finanziamento
affinché il bilancio dell'UE abbia quella marcia in più rispetto ai finanziamenti diretti. È proprio
questo l’obiettivo di strumenti finanziari quali prestiti, garanzie, partecipazioni e altri strumenti
di condivisione dei rischi, ai quali il bilancio 2014-2020 farà più ampiamente appello, in
collaborazione con la Banca Europea per gli I nvestimenti ( BEI ) , con il Fondo europeo
per gli investimenti ( FEI ) e con le banche promotrici nazionali. Scopo di questi strumenti è
sopperire all'incapacità del mercato di mettere a disposizione fondi per le PMI, per i progetti di
ricerca e sviluppo, per l’efficienza energetica e per le infrastrutture di base. La nuova iniziativa
per le Piccole e Medie I mprese ( PMI ) della Commissione sosterrà per esempio i prestiti
bancari alle PMI negli Stati membri particolarmente colpiti dalla crisi finanziaria avvalendosi di
garanzie parziali sui prestiti e strumenti di cartolarizzazione (cessione di attività o beni di una
società definita tecnicamente originator, attraverso l'emissione e il collocamento di titoli
obbligazionari).
8. Un altro esempio di soluzione innovativa è l’iniziativa “Prestiti obbligazionari per il
finanziamento di progetti”: questo canale di finanziamento, alternativo alle banche, permetterà
di finanziare grandi progetti infrastrutturali (p.e. linee ferroviarie, autostrade, reti di trasporto
dell’energia) facendo appello a investitori istituzionali, quali fondi pensione e compagnie
assicurative, alla ricerca di flussi di cassa stabili e di lungo termine evitando forme tradizionali di
95
finanziamento come i prestiti bancari. Una serie di programmi si avvarranno di questi strumenti
finanziari: COSME (finanziamento delle PMI), Orizzonte 2020 (ricerca e innovazione), Erasmus+
(per il meccanismo di garanzia sui prestiti, vedi punto 2) e il meccanismo per collegare l’Europa
(infrastrutture);
9. il bilancio UE 2014-2020 segna un importante passo avanti verso la trasformazione dell’Europa
in un’economia pulita, competitiva e a basse emissioni di carbonio. Almeno il 20% dell’intero
bilancio sarà infatti destinato ai progetti e alle politiche sul clima. Questo aumento
sostanziale che triplica l'attuale quota del 6-8%, sarà in grado di attrarre ben 180 miliardi di euro
in finanziamenti da destinare alla lotta contro i cambiamenti climatici nei principali settori di spesa,
tra cui fondi strutturali, ricerca, agricoltura, politica marittima e della pesca e sviluppo;
10. la Politica Agricola Comune ( PAC) riformata è la risposta decisa dell’UE alle grandi sfide di
oggi, come la sicurezza alimentare, i cambiamenti climatici, la crescita sostenibile e la creazione di
posti di lavoro nelle zone rurali. La nuova PAC risponde inoltre in modo più adeguato alle
aspettative dei cittadini perché prevede pagamenti diretti più giusti e ecologici. La nuova PAC è più
mirata ed efficace e rafforza la posizione degli agricoltori nella catena di produzione alimentare,
sostenendo un’agricoltura orientata al mercato in tal senso le sovvenzioni all’esportazione,
gradualmente ridotte negli anni scorsi, verranno soppresse. Nel 2011 le esportazioni di prodotti
agricoli ammontavano a ben il 7% delle esportazioni dell’UE, per un valore di oltre 100 miliardi di
euro (più delle automobili o dei prodotti farmaceutici). La PAC è senza dubbio un importante
motore per l’occupazione e la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Da 50 anni la politica
agricola comune è una politica europea a pieno titolo che riveste una grande importanza
strategica. In tal senso oltre il 70% degli attuali finanziamenti agricoli in Europa proviene
dall’Unione Europea e non più dalle casse nazionali o regionali. Il QFP 2014-2020 prevede la
seguente ripartizione: 312,7 miliardi di euro (29%) per le spese connesse al mercato e i pagamenti
diretti (pilastro 1) e 95,6 miliardi di euro (9%) per lo sviluppo rurale (pilastro 2). Ancora nel 1984
la PAC assorbiva complessivamente circa il 70% del bilancio totale dell’UE;
11. il nuovo QFP prevede regole di finanziamento molto più semplici e comprensibili per i
beneficiari, in modo da ridurre gli errori. In totale sono state introdotte qualcosa come 120
misure di semplificazione. Per esempio nel quadro della politica di coesione e dei fondi per lo
sviluppo rurale e per la pesca, gli investimenti dell’UE sono stati semplificati con l'introduzione di
norme comuni a tutti i fondi strutturali e d'investimento europei, norme contabili più semplici e
obblighi di rendicontazione più mirati grazie a un maggior ricorso al digitale ("e-cohesion").
Nell'ambito del programma COSME, improntato a un approccio di azzeramento della burocrazia,
96
verrà promossa la presentazione di progetti e di documentazione per via elettronica. Il programma
Orizzonte 2020 garantisce un'elevata semplificazione grazie a un insieme di regole uniche per tutti i
finanziamenti per la ricerca e l'innovazione, erogati in precedenza nel quadro di diversi programmi;
12. i cittadini europei tengono a un’Europa più aperta e sicura e il nuovo bilancio contribuirà a
garantire che le attività dell’UE siano di stimolo per la crescita economica, culturale e sociale e
possano svolgersi in un clima stabile e sicuro, nel rispetto delle regole. I cittadini potranno sempre
più agilmente viaggiare, trasferirsi, studiare o svolgere un'attività in qualsiasi Stato membro. Il
nuovo Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) sostiene la cooperazione in materia di diritto civile e
penale, a maggior tutela dei diritti dei cittadini europei e dell’uguaglianza. Il nuovo bilancio prevede
inoltre fondi per affrontare questioni transfrontaliere quali l’asilo, l'immigrazione, i controlli alle
frontiere e i visti, e per combattere la criminalità e il terrorismo. Un meccanismo di pronto
intervento potenzierà la capacità dell'Unione di reagire con prontezza e efficacia alle crisi legate
alla migrazione e alla sicurezza. La copertura per le azioni in materia di cittadinanza, asilo,
migrazione, salute, consumatori e sicurezza aumenta del 26,5%
rispetto al periodo di
programmazione precedente. Le relazioni con i vicini a est e a sud e con i partner strategici
continueranno a avere la massima priorità. Con il costante aumento dell'nterdipendenza mondiale,
l'Unione è chiamata a promuovere la propria sicurezza e la propria prosperità anche oltre i propri
confini. In questo senso l'obiettivo globale dell'azione esterna nell'ambito del nuovo Quadro
Finanziario Pluriennale (QFP) è garantire che l’Unione rimanga un'Istituzione influente ed efficace
in grado di promuovere la democrazia, la pace, la solidarietà, la stabilità, la prosperità e
di ridurre la povertà, sia nei Paesi più vicini che nel resto del mondo. L'Unione rimane
pienamente impegnata a conseguire gli obiettivi di sviluppo del millennio. I fondi del nuovo QFP
mirano maggiormente a aiutare i più poveri del mondo concentrandosi su un numero
minore di Paesi (come l’Africa subsahariana) e di settori come la crescita inclusiva e sostenibile e il
buon governo. Continuerà, inoltre, lo sforzo volto a prevenire le crisi, a preservare la pace e a
rafforzare la sicurezza internazionale. Gli strumenti dell'Unione per l'assistenza esterna
permetteranno inoltre di rafforzare l'impegno verso i Paesi Terzi in una serie di questioni di portata
mondiale, come i cambiamenti climatici, la tutela ambientale e l'instabilità regionale, dando all'UE
la possibilità di reagire in modo rapido ed efficace alle catastrofi naturali.
97
2.3 LE POLI TI CHE STATALI
2.3.1 LA MANOVRA FI NANZI ARI A PER L’ANNO 2015 – LEGGE DI STABI LI TÀ 2015
La Legge di Stabilità 2015 – Legge 23 dicembre 2014 nr. 190
“Disposizioni per la formazione
del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilita' 2015).” è composta da un solo
articolo suddiviso in 735 commi.
Di seguito viene riportata una sintesi normativa riguardante i riflessi della normativa statale nei
confronti degli enti locali facendo riferimento in particolare alla situazione delle Amministrazioni
Provinciali per le quali è previsto un ulteriore taglio di risorse per l’importo complessivo di 1.000
milioni di euro per l’anno 2015 , di 2.000 per l’anno 2016 e di 3.000 per l’anno 2017 quindi con
pesanti conseguenze ai fini della predisposizione dei bilanci e del rispetto degli equilibri
e del
patto di stabilità tenendo conto che le disposizioni di cui alla L 56/ 2014 non ha ancora attuazione.
Comma 254 Viene prorogato a tutto il 2015 il blocco della contrattazione del settore pubblico di
cui all’articolo 9, co.17
Comma 395 : Proroga tesoreria unica per Regioni ed enti locali fino al 31.12.2017
Comma 418 Viene individuato il contributo triennale posto in capo a Province e Città
metropolitane al risanamento della finanza pubblica. I l contributo a carico delle Amministrazioni
Provinciali è stato determinato per l’anno 2015 nella tabella allegata al DL 78/ 2015 con riferimento
alla solo annualità 2015. Nel successivo comma 419 viene stabilito che in caso di mancato
versamento vi è il recupero da parte dello Stato a valere sul gettito dell’imposta rca.
Comma 420 vengono individuati i divieti a carico delle province ovvero:
a) di ricorrere a mutui per spese non rientranti nelle funzioni concernenti la gestione dell'edilizia
scolastica,
la costruzione e gestione delle strade provinciali e regolazione della circolazione stradale ad esse
inerente,
nonché la tutela e valorizzazione dell'ambiente, per gli aspetti di competenza;
b) di effettuare spese per relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità e di rappresentanza;
c) di procedere ad assunzioni a tempo indeterminato, anche nell'ambito di procedure di mobilità;
d) di acquisire personale attraverso l'istituto del comando. I comandi in essere cessano alla
naturale
scadenza ed è fatto divieto di proroga degli stessi;
e) di attivare rapporti di lavoro ai sensi degli articoli 90 e 110 del testo unico delle leggi
sull'ordinamento
98
1
degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e successive modificazioni. I
rapporti in
essere ai sensi del predetto articolo 110 cessano alla naturale scadenza ed è fatto divieto di
proroga degli
stessi;
f) di instaurare rapporti di lavoro flessibile di cui all'articolo 9, comma 28, del decreto-legge 31
maggio2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, e successive
modificazioni;
g) attribuire incarichi di studio o consulenza.
Commi 421 - 422 -424 -425 Si prevede che, con decorrenza 1^ gennaio, gli enti dovranno
ridefinire la dotazione organica degli enti in riduzione del 50% della spesa relativa al personale di
ruolo alla data di entrata in vigore della legge Delrio nel caso di Province, e del 30% nel caso delle
Città metropolitane o delle province montane Sondrio, Belluno e Verbano Cusio Ossola, tenendo
conto delle funzioni attribuite. Entro fine gennaio 2015 l’ente può deliberare una riduzione
superiore. Entro il 30 marzo 2015 deve poi essere individuato, a seguito delle procedure indicate
dagli osservatori di cui all’art. 1, comma 91 della legge 56/ 14, il personale che resta assegnato agli
enti e quello invece da destinare alla mobilità. La mobilità decorre dunque dal 1^ aprile 2015. Si
prevede che società in house statali lavorino su piani di riassetto complessivo di Province e Città
Metropolitane, e a tal fine vengono stanziati 2 milioni di euro per il 2015 e 3 milioni per il 2016; si
prevede l’utilizzo di strumenti informatici per accelerare la ricollocazione del personale, con priorità
verso le Regioni e gli enti locali, e poi in via subordinata verso le amministrazioni statali. Si prevede
che le regioni e gli enti locali destinino prioritariamente al personale delle Province e Città
metropolitane soprannumerario in mobilità gli spazi assunzionali previsti, fatti salvi i vincitori di
concorso in graduatoria vigente; le relative spese non graveranno ai fini del rispetto di cui al
comma 557, art. 1 legge n. 296/ 06 (contenimento della spesa di personale rispetto al valore medio
triennio precedente)
Commi 427-428 Si specifica che fino a conclusione del processo di mobilità, il personale
interessato resta in servizio presso le Province e le Città metropolitane, con possibilità per le
regioni e gli enti locali di avvalersene mediante apposita convenzione con onere a carico dell’ente
utilizzatore. Per garantire il funzionamento dei centri pe rl’impiego e l’attuazione della Garanzia
Giovani le regioni possono utilizzare Fondo di rotazione per la formazione professionale e l’accesso
al fondo sociale europeo fino a 60 milioni (cfr. comma 429).
Si specifica infine che a valle del processo di ricollocazione del personale le regioni e i comuni, in
caso di delega anche convenzionale, devono garantire la copertura del relativo personale. Si
prevede che, se a conclusione del processo di ricollocamento il 31.12.2016 vi sia ancora personale
99
2
non collocato, previo esame congiunto con i sindacati (criteri e tempi di utilizzo di forme part time)
da concludersi entro 30 gg dalla comunicazione, si attiva la disciplina dell’articolo 33, commi 7 e 8
dlgs 165/ 01ovvero messa in disponibilità del personale che non si è riusciti a ricollocare, che scatta
90 giorni dopo formale comunicazione; da tale data, e fino ai 24 mesi successivi (30.4.2017 –
30.4.2019), restano sospese le obbligazioni inerenti il rapporto di lavoro, l’indennità cui ha diritto è
pare all’80% dello stipendio, escluso ogni altro emolumento comunque denominato
Comma 451 viene prorogato fino all’anno 2018 il contributo a carico delle Province ai sensi
dell’art 47 del Dl 66/ 2014
Commi 467- 479- 480-481- 482-484- 489- 490492- 494- 497498-500 vengono modificate ed
integrate le disposizioni in materia di patto di stabilità in particolare viene modificata la base di
riferimento per la determinazione degli obiettivi programmatici ovvero il triennio 2009/ 2011.
Vengono altresì modificate le percentuali da applicare alla spesa media del triennio. Viene
evidenziata la possibilità di modificare gli obiettivi entro il 31 gennaio 2015, per quanto riguarda le
Amministrazioni Provinciali questo non si è realizzato. E’ prevista anche per le Province la
possibilità di escludere dai saldi rilevanti ai fini del patto le spese sostenute per l’edilizia scolastica
nei limiti dell’importo massimo di 50 milioni per ciascuno degli anni 2015 e 2016. Vengono previste
le disposizioni in materia di regionalizzazione del patto di stabilità. Per quanto riguarda il patto
verticale incentivato deve essere destinato esclusivamente per pagare debiti commerciali di parte
capitale maturati al 31/ 12/ 2014 (come modificato dal DL 78/ 2015). Sono abrogate le disposizioni
in materia di virtuosità. Per quanto riguarda invece l’applicazione del comma 122 art 1 della Legge
220/ 2010 viene rimandato ad apposito decreto ministeriale
Comma 507 - 509 Rateizzazione disavanzo eventualmente emergente da armonizzazione e
dunque da riaccertamento straordinario dei residui: fino al 2042 per quelli che lo hanno effettuato
nel 2012, e fino al 2043 per quelli che lo hanno effettuato il 1^ gennaio 2014
Con riferimento agli enti locali, nel 2015 è stanziata in bilancio una quota dell'importo
dell'accantonamento quantificato nel prospetto riguardante il fondo crediti di dubbia esigibilità
allegato al bilancio di previsione pari almeno al 36 per cento, se l'ente non ha aderito alla
sperimentazione di cui all'articolo 36, e al 55 per cento, se l'ente ha aderito alla predetta
sperimentazione. Nel 2016 per tutti gli enti locali lo stanziamento di bilancio riguardante il fondo
crediti di dubbia esigibilità è pari almeno al 55 per cento, nel 2017 è pari almeno al 70 per cento,
nel 2018 è pari almeno all'85 per cento e dal 2019 l'accantonamento al fondo è effettuato per
l'intero importo.
Comma 539 vengono modificate le percentuali di indebitamento previste dal Tuel che per l’anno
2015 vengono individuate nella misura del 10%
100
3
Comma 542 viene prorogato di un anno fino al 31/ 12/ 2015 la possibilità di elevare a cinque
dodicesimi il ricorso ad anticipazione di tesoreria.
Comma 611 viene disciplinato un processo di riorganizzazione e riduzione degli organismi
partecipate anche tenendo conto dei seguenti criteri:
a) eliminazione delle società e delle partecipazioni societarie non indispensabili al perseguimento
delle proprie finalità istituzionali, anche mediante messa in liquidazione o cessione;
b) soppressione delle società che risultino composte da soli amministratori o da un numero di
amministratori superiore a quello dei dipendenti;
c) eliminazione delle partecipazioni detenute in società che svolgono attività analoghe o similari a
quelle svolte da altre società partecipate o da enti pubblici strumentali, anche mediante operazioni
di fusione o di internalizzazione delle funzioni;
d) aggregazione di società di servizi pubblici locali di rilevanza economica;
e) contenimento dei costi di funzionamento, anche mediante riorganizzazione degli organi
amministrativi e di controllo e delle strutture aziendali, nonché attraverso la riduzione delle relative
remunerazioni
Comma 616 si consente alle pubbliche amministrazioni di procedere allo scioglimento delle
società da loro controllate e anche alle loro aziende speciali e viene ampliato il termine entro il
quale (1-1-2016) deve essere deliberato lo scioglimento affinchè gli atti e le operazioni siano esenti
da imposizione fiscale.
SI NTESI NORME I NTERESSE PROVI NCE D.L. EE.LL. nr. 78/ 2015 pubblicato GU 140 del
19/ 06/ 2015
Si ritiene opportuno altresì evidenziare le principali novità in materia di enti locali con particolare
riferimento alle Amministrazioni Provinciali in relazione al DL 78/ 2015 che di seguito vengono
sinteticamente riportate
Art. 1 c.7 – Sanzioni sforamento patto 2014 Alle province che non hanno rispettato nell’anno
2014 i vincoli del patto di stabilità, si applica la sanzione in misura pari al 20% della differenza tra
saldo obiettivo 2014 e saldo conseguito e comunque in misura non superiore al 3% delle entrate
correnti registrate nell’ultimo consuntivo disponibile.
Art. 1 c.10 – tagli legge finanziaria 2015 L’ammontare della riduzione della spesa corrente
che ciascuna provincia deve conseguire ai sensi dell’art. 1 c. 418 della L. 190/ 2014, è stabilito
secondo una tabella allegata. I tagli sono definiti solo per l’annualità 2015 e non sono definiti i tagli
per gli anni 2016 e 2017.
Art. 2 – Riaccertamento straordinario Gli enti locali che non hanno provveduto nei termini,
possono effettuare il riaccertamento straordinario entro il 15 giugno 2015.
101
4
Art. 4 c. 2
–Personale Comandato I l personale delle province che alla data del 31/ 12/ 2014 si
trova in posizione di comando presso un’altra pubblica amministrazione è trasferito, previo
consenso dell’interessato, presso l’amministrazione dove presta servizio.
Art. 5– Polizia provinciale I n relazione al riordino ex L. 56/ 2014, il personale appartenente ai
corpi di polizia provinciale transita nei ruoli degli enti locali.
Art. 7 c. 1– Mutui
Gli enti locali possono rinegoziare i mutui anche nel corso dell’esercizio
provvisorio, fermo restando l’obbligo di effettuare le relative iscrizioni nel bilancio di previsione.
Per l’anno 2015 le risorse derivanti da tale rinegoziazione possono essere utilizzate senza vincoli di
destinazione.
Art. 7 c. 3 – tagli Dl 95/ 2012 Per l’anno 2015 ed i successivi esercizi la riduzione di risorse
relativa ai comuni e alle province di cui all’articolo 16, commi 6 e 7, del decreto legge 6 luglio
2012, n. 95, convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, viene effettuata
mediante l’applicazione della maggiore riduzione, rispettivamente di 100 milioni di euro per i
comuni e di 50 milioni di euro per le province, in proporzione alle riduzioni già effettuate per l’anno
2014 a carico di ciascun comune e di ciascuna provincia, fermo restando l’effetto già generato fino
al 2014 dai commi 6 e 7 del citato articolo 16. La riduzione non può, in ogni caso, assumere un
valore negativo. I l Decreto per la definizione degli importi non risulta ancora emanato.
Art. 7 c. 7 – Proroga equitalia Proroga riscossioni c/ Equitalia fino al 31/ 12/ 2015
Art. 8 Anticipazioni liquidità Al fine di garantire il rispetto dei tempi di pagamento , sono
utilizzare nel limite di 650 milioni di euro, anticipazioni di liquidità nei confronti degli enti locali al
fine di far fronte ai pagamenti da parte degli enti locali dei debiti, certi liquidi ed esigibili maturati
alla data del 31 dicembre 2014 nonché dei debiti fuori bilancio che presentavano i requisiti per il
riconoscimento alla data del 31 dicembre 2014 anche se non riconosciuti in bilancio in data
successiva, ivi inclusi quelli contenuti nel piano di riequilibrio finanziario pluriennale di cui all’art
243 bis del D.Lgs. 267/ 00.
Art. 15 – Servizi per l’impiego I l Ministero del lavoro e delle politiche sociali stipula con ogni
Regione una convenzione finalizzata a regolare i relativi rapporti ed obblighi in relazione alla
gestione dei servizi per l’impiego e le politiche attive del lavoro nel territorio della Regione. Le parti
possono prevedere la possibilità di partecipazione del Ministero agli oneri di funzionamento dei
servizi per l’impiego per gli anni 2015 e 2016, nei limiti di 70 milioni annui ed in misura
proporzionale al numero dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato direttamente impiegati in
compiti di erogazione di servizi per l’impiego.
Patto Stabilità per Province Nel DL 78/ 2015 non vengono rimodulati gli obiettivi del patto di
stabilità per il triennio 2015-2017 che quindi risultano da calcolarsi in base alle disposizioni della
legge di stabilità 2015.
102
5
2.3.2 I L RI ASSETTO DELLE PROVI NCE
Dalla relazione della Corte dei Conti – Sezione delle Autonomie “I l riordino delle Province.
Aspetti ordinamentali e riflessi finanziari”. Sintesi.
A poco più di un anno dall’entrata in vigore della legge 7 aprile 2014, n. 56, “Disposizioni sulle città
metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di Comuni”, che ha ridisegnato confini e
competenze dell'amministrazione locale, la Corte dei Conti, Sezione Autonomie, nell’ Adunanza del 30
aprile 2015, con Deliberazione n. 17/ SEZAUT/ 2015/ FRG, ha proceduto ad una prima valutazione degli
effetti della normativa sugli andamenti finanziari delle Province, sugli equilibri, sul rispetto del Patto di
stabilità e sull’erogazione dei servizi al cittadino.
Si riportano, in sintesi, i passaggi più significativi della Relazione che ripercorre le tappe principali del
percorso di riordino istituzionale e le criticità emerse e rilevate dalla Corte.
La Consulta richiama, in premessa, la favorevole valutazione della l. n. 56/ 2014 sul piano della
compatibilità costituzionale a fronte delle diverse censure di legittimità sollevate e tutte rigettate, ma,
di contro, registra invece la mancata piena attuazione delle disposizioni relative al riordino delle
funzioni.
Ripercorre le tappe della Riforma sottolineando che la l. n. 56/ 2014 aveva fissato al 31 dicembre 2014
il termine ultimo per le Regioni per approvare le proprie leggi di riordino delle funzioni delegate o
trasferite alle Province.
Nel settembre 2014, al fine di accelerare tale adempimento, Governo, Province, Regioni e Comuni
hanno siglato un accordo nel quale la data del 31 dicembre veniva individuata non più per
l’approvazione delle leggi regionali, ma quale limite temporale per la presentazione di idonei dispositivi
normativi.
Al momento della Relazione – 30 aprile 2015 – solo 4 Regioni avevano emanato la prescritta legge
regionale. Tutte le altre avevano avviato l’iter di approvazione in Giunta e nelle Assemblee legislative.
La l. n. 56/ 2014 prevedeva infatti una serie di adempimenti in capo alle Amministrazioni Centrali dello
Stato ed alle Regioni, al fine di dare attuazione all’impianto riformatore dalla stessa recato. Un
calendario ben preciso scandisce le diverse tappe del processo di riordino delle Province, essendo
103
fissato per ciascun adempimento un termine che, sebbene di carattere ordinatorio, individuava un
orizzonte temporale limitato a non più di dodici mesi successivi all’entrata in vigore della riforma
Alla luce delle citate disposizioni, assume un ruolo centrale l’Accordo sancito fra Governo e
Regioni, in data 11 settembre 2014 , ai sensi dell’art. 1, co. 91, della l. n. 56/ 2014, volto ad
individuare le funzioni diverse da quelle fondamentali e ad assicurare l’applicazione dei principi di
sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione, nonché la continuità amministrativa, la semplificazione,
la razionalizzazione delle procedure e la riduzione dei costi dell’amministrazione.
L’ Accordo Stato-Regioni stabilisce che:
a) le funzioni oggetto di riordino (non fondamentali) non assegnate agli enti di area vasta o alle Città
metropolitane, ovvero non riassorbite dalle Regioni, devono essere assegnate, a meno che non siano
state nel frattempo soppresse, ai Comuni o alle loro forme associative, anche definendo gli ambiti
territoriali e le soglie demografiche, nel rispetto delle quali devono essere esercitate;
b) il riordino deve tenere conto della possibile valorizzazione delle autonomie funzionali e delle più
ampie forme di sussidiarietà orizzontale;
c) in capo agli enti di area vasta devono essere conservate solo le funzioni coerenti con le finalità
proprie di questi enti, avuto riguardo, anche, al contesto proprio di ciascuna Regione.
Al fine di dare piena attuazione alla puntuale individuazione delle funzioni, Stato e Regioni
convengono che lo Stato può e deve provvedere solo per le materie di propria competenza legislativa
esclusiva ex art. 117, co. 2 Cost., mentre per le materie di competenza regionale ciascuna Regione
deve definire l’elenco di quelle esercitate dalle proprie Province, non riconducibili alle funzioni
fondamentali ed operarne il riordino.
A termini del predetto Accordo, lo Stato si è impegnato, altresì, ad adottare il d.p.c.m. di cui al
comma 92 - intervenuto in data 26 settembre 2014 - anche per la parte relativa alle funzioni
amministrative degli enti di area vasta di competenza statale e le Regioni si sono impegnate ad
adottare entro il 31 dicembre 2014 le iniziative legislative di competenza.
Al fine di assicurare, pur nel rispetto della differenziazione regionale, l’opportuna uniformità di
orientamenti ed il coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali interessati al processo di riordino,
l’Accordo prevede, inoltre, l’istituzione, presso la Presidenza del Consiglio, di un Osservatorio
Nazionale , con compiti di impulso e di raccordo per l’attuazione della l. n. 56/ 2014 nonché di
104
monitoraggio dello stato di avanzamento delle attività attuative del processo di riordino e del rispetto
delle tempistiche previste.
Analogamente, presso ciascuna Regione è prevista l’istituzione di Osservatori regionali con finalità
di impulso e coordinamento a livello territoriale, chiamati a prendere parte attivamente alle decisioni,
attraverso l’espressione del proprio avviso in vista dell’approvazione delle leggi regionali.
I l DPCM 26 settembre 2014 ha previsto criteri generali per l’individuazione dei beni e delle risorse
finanziarie, umane, strumentali ed organizzative connesse all’esercizio delle funzioni provinciali che
devono essere trasferite agli enti subentranti, garantendo i rapporti di lavoro a tempo indeterminato in
corso nonché quelli a tempo determinato fino alla scadenza prevista dal contratto.
Per quanto riguarda l’individuazione dei beni e delle risorse connessi alle funzioni oggetto di riordino
enuncia il principio di correlazione fra funzione e risorsa e, per la sua applicazione, è previsto un
percorso di “mappatura” dei beni e delle risorse, alla data di entrata in vigore della l. n. 56/ 2014,
connessi a tutte le funzioni fondamentali e non.
I n base a quanto disposto, le mappature sono state comunicate alle rispettive Regioni ed ai rispettivi
Osservatori regionali, che ne hanno verificato la coerenza con i criteri stabiliti e inviato la
documentazione finale all’Osservatorio nazionale.
I criteri generali per l’individuazione delle risorse finanziarie sono definiti all’art. 3 del d.p.c.m., che, ai
fini della ricognizione delle suddette risorse, fa rinvio ai dati desumibili dai rendiconti dell’ultimo
triennio, nonché ai dati forniti dalle Province relativamente alla quantificazione della spesa ascrivibile a
ciascuna funzione o a gruppi omogenei di funzioni. Per la spesa di personale si fa riferimento alla
spesa complessiva del personale dirigenziale e non risultante dagli impegni del rendiconto dell’ultimo
anno. I n ogni caso le risorse trasferite non potranno superare l’ammontare di quelle utilizzate dalle
Province per l’esercizio delle funzioni precedentemente al riordino.
L’art. 5 stabilisce i criteri metodologici per il trasferimento dei beni e delle risorse strumentali ed
organizzative. I l successivo art. 6, dispone che l’esercizio delle funzioni amministrative in materia di
tutela delle minoranze linguistiche e storiche di competenza statale, sia immediatamente efficace, sin
dall’entrata in vigore dello stesso d.p.c.m. eccezion fatta per le Città metropolitane (per le quali
l’entrata in vigore delle citate disposizioni è stata procrastinata al 1° gennaio 2015).
Nell’Accordo, infine, le parti convengono sulle questioni di seguito precisate:
105
1) siano modificati gli obiettivi del patto di stabilità interno secondo quanto previsto dal comma 94, al
fine di tenere debitamente conto degli effetti anche finanziari derivanti dal trasferimento di funzioni;
2) si provveda, ove necessario, a modifiche legislative per agevolare il trasferimento di personale nella
misura richiesta dal trasferimento delle funzioni;
3) le procedure di mobilità siano condotte attraverso la sterilizzazione della relativa spesa, ai fini del
rispetto dei limiti e dei vincoli imposti dal d.l. n. 78/ 2010, fermo restando il principio di invarianza della
spesa;
4) per gli enti subentranti non rilevino ai fini del rispetto della vigente disciplina in materia di limiti
dell’indebitamento gli effetti derivanti dal trasferimento di funzioni;
5) siano attribuite agli enti subentranti le risorse finanziarie già spettanti alle Province ai sensi dell’art.
119 della Cost., dedotte quelle necessarie alle funzioni fondamentali;
6) si provveda all’attribuzione ai soggetti che subentrano nelle funzioni di una parte delle entrate
tributarie già spettanti alle Province nell’ambito del riassetto complessivo della capacità fiscale degli
enti interessati dal processo di riordino.
La Corte mette in rilevo come, nel disegno di riforma, si attribuisca un ruolo centrale alle Regioni per
il trasferimento delle funzioni di competenza regionale.
A tal proposito rileva come, originariamente, era previsto che le proposte di leggi regionali seguissero
tutte una comune impostazione, un unico schema logico articolato in punti, ma in generale lo schema
indicato è stato solo parzialmente seguito dalle Regioni che hanno adottato soluzioni non proprio
omogenee.
Fra le Regioni a statuto ordinario la Corte mette in risalto che una posizione del tutto peculiare occupa
la Regione Toscana, che è stata la prima regione ad aver approvato una legge di riordino (l.r. 3 marzo
2015, n. 22) oltre ad aver provveduto ad una complessiva riorganizzazione delle funzioni, senza
ulteriori rinvii, ed ha tracciato una disciplina puntuale per la riallocazione di risorse finanziarie ed
umane.
L’anzidetta legge regionale tende a regionalizzare la maggior parte delle funzioni amministrative
scorporate dall’ente intermedio (ambiente, agricoltura, foreste, caccia e pesca qualità dell’aria
inquinamento acustico, energia) ed ha un effetto, in qualche misura, restrittivo anche sulle funzioni
fondamentali così come definite dall’art. 1, co. 85, della l. n. 56/ 2014, giacché, in particolare, sancisce
il trasferimento alla Regione di numerose funzioni in materia ambientale (art. 2).
106
L’analisi mette in rilievo, in termini riassuntivi, che solo in quattro casi (Toscana, Liguria, Umbria e
Marche) i provvedimenti attuativi della l. n. 56/ 2014 sono stati approvati definitivamente dai Consigli
regionali entro aprile 2015 – data della Relazione della Corte - , mentre per il resto i disegni di legge
sono rimasti allo stadio di atti approvati dalla Giunta (ad eccezione della Regione Emilia-Romagna).
Oltre a ciò deve sottolinearsi che i disegni di legge approvati per lo più hanno rinviato ad ulteriori atti
l’adozione delle scelte di fondo in materia di riordino delle funzioni ed, inoltre, l’avvenuta fissazione di
principi informatori del processo di riordino non toglie che gli stessi possano essere, in fase di
approvazione delle leggi, disattesi e, soprattutto, non assicura la tempestività e la completezza del
riordino stesso.
I nfine, non risultano essere state ancora inserite nei disegni di legge regionali disposizioni specifiche
volte a dare attuazione alle previsioni della l. n. 56/ 2014 in materia di attribuzione alla Provincia del
ruolo di centrale di committenza, nonché in materia di soppressione di enti ed agenzie che svolgono,
in ambito provinciale, funzioni di organizzazione di servizi pubblici di rilevanza economica.
La Consulta, nella sua Relazione, riepiloga quindi, nel modo seguente, le principali criticità emerse
dalla lettura dei disegni di legge adottati dalle Regioni:
1) incertezza nella indicazione della titolarità delle funzioni non fondamentali;
2) rinvio per la concreta riallocazione delle funzioni a successivi atti, per l’adozione dei quali vengono
individuati termini (per la presentazione) a carico della Giunta ma non si stabilisce un termine per
l’approvazione da parte del Consiglio;
3) rinvio ad un futuro intervento legislativo per la riallocazione delle risorse umane, strumentali e
finanziarie;
4) mancata attuazione del principio di sussidiarietà nel senso indicato dalla legge ed, al contrario,
diffusa tendenza ad un accentramento in capo alla Regione delle funzioni amministrative
precedentemente svolte dalle Province;
5) assenza di specifiche disposizioni sulla determinazione degli ambiti territoriali ottimali per l’esercizio
delle funzioni;
6) mancata applicazione della novità introdotta dal comma 90 e in ordine alla conservazione in capo
alle Regioni dei servizi a rilevanza economica.
Un interessante e approfondito capitolo della Relazione è dedicato agli effetti finanziari che si
stanno determinando in sede di attuazione della l. n. 56/ 2014, e la Corte, tenendo anche conto delle
107
varie prese di posizione, ritiene utile considerare tali posizioni nella sua analisi per una compiutezza di
valutazioni.
La Consulta riconosce preliminarmente che “nessuna prospettiva di riallocazione delle funzioni
provinciali può essere attuata senza una attenta e congiunta analisi e valutazione tra Stato e Regioni
dei costi delle funzioni da riordinare e del relativo personale” e passa poi ad analizzare le “prese di
posizione” sopra richiamate.
Riprendendo i contenuti dell’audizione UPI , in diverse sedi e da ultimo nell’audizione del 12 marzo
2015 dinanzi alla Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale, si mette bene in
evidenza che la Legge di stabilità 2015 interviene ad interrompere bruscamente il processo di
attuazione della l. n. 56/ 2014, poiché prevede il versamento allo Stato da parte delle Province di 1
miliardo per il 2015, 1 ulteriore miliardo per il 2016 e 1 ulteriore nuovo miliardo per il 2017, incidendo
per oltre il 15% sulla spesa totale delle Province, ignorando completamente il legame tra funzioni
fondamentali, funzioni trasferite, risorse e garanzia di copertura finanziaria.
L’UPI osserva che la legge di stabilità impone un taglio della spesa, ma non del personale, che nel
frattempo resta a carico delle Province, in attesa di ricollocamento presso lo Stato, le Regioni e i
Comuni; le Province, nel 2015, si trovano quindi a dovere gestire gli stessi servizi, poiché nessuna
legge regionale è stata approvata, con 1 miliardo in meno di spesa e la spesa per il personale – circa 2
miliardi – che resta immutata. Rappresenta che anche lo stato dei bilanci delle Province è
emergenziale, essendo a rischio gli equilibri finanziari degli enti, anche a causa delle sanzioni che
saranno applicate per lo sforamento del patto di stabilità 2014. Per questo, rappresenta la necessità
che siano riportate in Parlamento le richieste avanzate in più sedi dalle Province e sottoposte
all’attenzione della Conferenza Unificata e della Conferenza Stato città, al fine di determinare la
predisposizione di norme in grado di rendere compatibile la manovra finanziaria con la piena
attuazione della l. n. 56/ 2014 e assicurare agli enti la possibilità di continuare a garantire l’erogazione
dei servizi, senza compromettere gli equilibri finanziari.
Anche la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha esaminato lo stato di avanzamento
dell’attuazione della l. n. 56/ 2014, con particolare riguardo alle questioni critiche connesse agli aspetti
finanziari ed al personale, osservando che, con la legge di stabilità 2015, il principio della
corrispondenza tra funzioni e loro copertura finanziaria risulta fortemente compromesso in
conseguenza dei rilevanti tagli e degli automatismi finanziari operati nei confronti di tutto il sistema
delle autonomie territoriali.
108
La Corte ripercorre le novità introdotte dalla legge 23 dicembre 2014, n. 190 ( legge di stabilità
2015) partendo dalla considerazione che la Legge 56/ 2014 prevedeva per il riordino delle funzioni un
iter procedurale articolato in una serie di passaggi, a fronte dei quali le disposizioni recate dalla legge
di stabilità per il 2015 ed ancora prima l’accordo dell’11 settembre 2014 ed il d.p.c.m. del 26
settembre
2014,
“ hanno
introdotto
novità
che,
in
parte,
vanificano
l’anzidetta
procedimentalizzazione”.
I n particolare, la l. n. 190/ 2014 al comma 418 individua il contributo triennale richiesto alle Province,
nei termini già riportati richiamando la nota UPI .
I tagli imposti dalla legge di stabilità si sono aggiunti a quelli già previsti anche per il 2015 dal d.l. n.
66/ 2014 e sono intervenuti ancor prima che fosse possibile conoscere la distribuzione delle
competenze fra Province, Città metropolitane ed altri enti. Per quanto attiene specificamente alla
spesa di personale, la riduzione è stata fissata con riferimento a quella sostenuta alla data di entrata
in vigore della l. n. 56/ 2014 (8 aprile 2014), con una conseguente determinazione ope legis della
quota di personale cd. soprannumerario.
La Consulta, con una disamina molto più articolata di quanto sintetizzato, mette comunque in
evidenza che le criticità già manifestate circa il percorso attuativo della l. n. 56/ 2014, potrebbero
risentire dell'ulteriore peggioramento del quadro finanziario dei trasferimenti agli Enti territoriali.
A supporto della sua analisi, si sofferma sul sistema delle entrate provinciali, sul Fondo di riequilibrio e
soprattutto sugli interventi di contrazione della spesa corrente delle Province, riconducibile in larga
misura all’applicazione dei tagli imposti dalla spending review.
Conclusivamente osserva che, come puntualmente già evidenziato dalle Sezioni Riunite nel documento
approvato a febbraio 2015 su “Prospettive della finanza pubblica dopo la legge di stabilità”, il taglio
delle risorse non potrà non investire, almeno in parte, anche le funzioni oggetto di trasferimento ad
altri livelli di governo che, essendo già state sottoposte dalle Province a forti riduzioni, non sembrano
allo stato presentare una dotazione di risorse tale da assicurare risparmi nella misura richiesta dalle
disposizioni e, comunque, il predetto taglio potrebbe, a riordino delle funzioni completato, produrre
l’effetto di scaricare parte dell’onere sugli enti subentranti. La stessa considerazione, peraltro, vale
anche per le funzioni fondamentali che rimarranno in capo agli enti di area vasta, anch’esse
sottoposte negli ultimi esercizi a costante compressione.
A tal fine, occorre rammentare la previsione di cui al comma 423 della legge di stabilità di appositi
Piani di riassetto organizzativo, economico, finanziario e patrimoniale e della definizione ad opera di
un apposito decreto ministeriale (da adottarsi entro il 1 marzo 2015) dei criteri (tabelle di
109
equiparazione sulla mobilità intercompartimentale), sulla base dei quali impostare le conseguenti
procedure di mobilità del personale interessato, che dovrà essere individuato nominativamente (sia
quello che resta in dotazione organica che quello soprannumerario).
Per il personale destinatario delle procedure di mobilità, come sottolineato nella più volte citata
circolare n. 1/ 2015, è prevista, in via prioritaria, la riallocazione presso le Regioni a statuto ordinario e
gli Enti locali delle stesse Regioni.
Le citate disposizioni sono state introdotte dalla legge di stabilità allo specifico fine di vincolare le
risorse destinate alle assunzioni a tempo indeterminato ( in particolare quelle riferite alle cessazioni
2014-2015) delle amministrazioni pubbliche alla necessità di ricollocare il personale soprannumerario.
La percentuale di turn over legata alle assunzioni, prevista dalle vigenti disposizioni, deve essere
destinata, in via prioritaria, all’immissione nei ruoli dei vincitori dei concorsi, mentre le restanti risorse
devono essere destinate, sommate ai risparmi derivanti dalla percentuale residuale di cessazioni, ai
processi di mobilità del personale soprannumerario degli enti di area vasta.
Nelle more del completamento del procedimento di mobilità è fatto divieto alle amministrazioni
interessate, salve le previsioni di norme speciali, di bandire nuovi concorsi ed effettuare assunzioni a
tempo indeterminato a valere sui budget 2015 e 2016 e le assunzioni effettuate in violazione sono
nulle.
A completamento del processo di riassorbimento del personale soprannumerario, il legislatore ha
previsto che, in presenza (alla data del 31 dicembre 2016) di unità di personale non utilmente
ricollocato a seguito delle procedure di mobilità poste in essere, si debba fare luogo, con il concerto
delle organizzazioni sindacali, ad istituti contrattuali di solidarietà, consistenti nel ricorso a forme
contrattuali a tempo parziale, che riguardino tutto il personale e non solo il contingente
soprannumerario, tenendo conto del criterio prioritario indicato dalla stessa disposizione (comma 428)
della maggiore anzianità contributiva. I n via esclusivamente residuale, la citata disposizione prevede il
ricorso al collocamento in disponibilità ai sensi dell’art. 33, commi 7 e 8, del d.lgs. n. 165/ 2001.
La Consulta dedica poi una sezione specifica agli esiti dei controlli delle sezioni regionali di controllo
della Corte dei Conti, ex art. 1 commi 166 e ss. della legge 266/ 2005 ed art. 148 bis TUEL,
commentando le risultanze delle verifiche sulla gestione finanziaria degli Enti territoriali sulla base dei
questionari redatti dagli organi di revisione, che restituiscono un quadro sostanzialmente coerente con
gli andamenti complessivi della finanza provinciale, come sin qui evidenziati, sia per ciò che attiene
alle criticità accertate, sia per ciò che attiene agli effetti pregiudizievoli per gli equilibri di bilancio.
110
La rilevata tensione sulle entrate – determinata dalla progressiva contrazione delle entrate derivate,
solo parzialmente compensate dal potenziamento di quelle proprie – i vistosi ritardi nell’erogazione dei
“sopravvissuti” trasferimenti erariali e regionali e, soprattutto, le conseguenze delle reiterate manovre
sul Fondo sperimentale di riequilibrio – che hanno, di fatto, annullato la capacità programmatoria delle
Province – trovano, significativo riscontro negli elementi conoscitivi, univoci e concludenti, offerti dalle
declaratorie, anche di grave irregolarità, rese all’esito dei predetti controlli, nonché in quelli attestati
dai Presidenti delle Sezioni regionali di controllo nelle relazioni redatte in vista del presente referto.
Comuni alla platea degli enti scrutinati risultano, invero, alcuni profili critici che oltre ad essere
indicativi di un graduale, e pressoché diffuso, deterioramento della finanza provinciale, ipotecano la
tenuta degli equilibri, anche futuri, di bilancio di cui si dà conto in altra parte della relazione.
L’attuazione delle impegnative misure di concorso agli obiettivi di finanza pubblica, per le Province e le
Città metropolitane, va considerata sotto il profilo della sostenibilità della stessa a partire dalla
gestione 2015 e, di conseguenza, nella proiezione per l’arco triennale di previsione dei bilanci,
soprattutto in considerazione dei ridotti spazi di spesa corrente ancora aggredibile all’esito delle
precedenti riduzioni di risorse poc’anzi richiamate.
La condizione di asimmetria, che si è venuta realizzando nella correlazione tra evoluzione delle fasi del
riordino istituzionale e ridefinizione del quadro finanziario, non appare senza conseguenze
sull’attendibilità e sulla congruità dei bilanci di previsione a ragione della probabile inadeguatezza dei
mezzi disponibili rispetto ai fini necessari da conseguire.
Nelle considerazioni conclusive , la Corte afferma con chiarezza che dall’analisi fatta emerge che il
progetto di riorganizzazione dell’amministrazione locale, anche sotto il profilo finanziario, delineato
dalla l. n. 56/ 2014, sta incontrando ritardi e difficoltà nella fase attuativa, in particolare per quanto
riguarda il riordino delle funzioni delegate o trasferite alle Province.
Richiama sistematicamente quanto emerso e sinteticamente riportato:
- ci sono talune incertezze nella individuazione della nuova titolarità delle funzioni non fondamentali;
- risulta negativo il rinvio a successivi atti per la concreta riallocazione delle funzioni e ad ulteriori
interventi legislativi e/ o provvedimentali per la riallocazione delle risorse umane, strumentali e
finanziarie;
- si rileva la mancata attuazione del principio di sussidiarietà nel senso indicato dalla legge ed, al
contrario, si sottolinea la diffusa tendenza ad un accentramento in capo alla Regione delle funzioni
amministrative precedentemente svolte dalle Province;
111
- si segnala l’assenza di specifiche disposizioni sulla determinazione degli ambiti territoriali ottimali per
l’esercizio delle funzioni;
- si rileva la mancata applicazione del comma 90 per la conservazione in capo alle Regioni dei servizi a
rilevanza economica;
- in particolare si sottolinea la mancata considerazione dello stretto legame previsto dalla l. n. 56/ 2014
tra funzioni – risorse – patrimonio – personale.
A seguito di una compiuta valutazione della situazione della finanza provinciale su cui viene ad
incidere la nuova normativa di riordino, anche dalle risultanze delle verifiche sulla gestione finanziaria
degli enti territoriali, svolte dalle Sezioni regionali di controllo, emergono, in generale, profili critici che,
oltre ad essere sintomatici di un graduale, e pressoché diffuso, deterioramento della finanza
provinciale, appaiono suscettibili di incidere negativamente sulla tenuta degli equilibri, anche futuri, di
bilancio.
I n particolare, nel percorso tracciato dalla l. n. 56/ 2014 si è inserita in modo non del tutto coerente la
l. n. 190/ 2014 (legge di stabilità 2015) che, nonostante la già affermata necessità di correlazione tra
funzioni fondamentali, funzioni trasferite, risorse e garanzia di copertura finanziaria, ha mantenuto
fermi tagli ed oneri a carico delle Province, senza considerare la invarianza almeno temporanea di
necessità finanziarie per le medesime, conseguente alla parziale attuazione della l. n. 56/ 2014.
L’anticipazione degli effetti finanziari, che si concretizzano nei tagli di spesa corrente stabiliti dalla
legge di stabilità 2015, rispetto all’effettivo trasferimento dei fattori di determinazione delle uscite di
tale natura, in particolare della spesa per il personale eccedentario secondo le previsioni della l. n.
190/ 2014, produce un effetto distorsivo nella gestione finanziaria degli enti in esame.
Ne consegue che una parte della spesa, soprattutto di quella per il personale, grava su una gestione
che, non avrebbe invece dovuto considerarla nel proprio programma finanziario. E siffatta anomalia
sarà rilevante ai fini del rispetto del patto di stabilità interno 2015, con effetti sugli esercizi futuri degli
stessi enti che dovessero risultare inadempienti.
La Corte ritiene pertanto indispensabili un riallineamento ed un costante coordinamento tra le fasi
procedimentali di trasferimento delle funzioni e delle risorse - come dettagliatamente disciplinate dalla
l. n. 56/ 2014 - e la produzione degli effetti finanziari che ad esse si correlano, al fine di garantire una
corretta attuazione della riforma degli enti di area vasta ed il rispetto dei criteri di sana gestione
finanziaria, nonché la regolarità amministrativo-contabile delle gestioni dei medesimi enti.
Nello stesso tempo appare anche auspicabile la verifica della compatibilità della situazione
determinatasi per le rilevate anomalie, finora registrate nello sviluppo delle fasi attuative della legge di
riordino, con la sostenibilità finanziaria del contributo richiesto al comparto. Nel contesto di tale
112
verifica andrebbe considerata la possibilità della previsione normativa di misure di flessibilità idonee a
superare le situazioni di criticità che i rilevati ritardi e le evidenziate conseguenze, fin qui prodotte,
riflettono sia nella prospettiva della gestione, sia in quella della programmazione triennale. E ciò anche
al fine di contenere il deterioramento della situazione finanziaria del medesimo comparto che, per non
pochi enti sta rendendo in concreto particolarmente precaria la conservazione degli equilibri
strutturali, mentre per quelli già in percorso di riequilibrio finanziario sta rendendo meno agevole il
raggiungimento del risultato di risanamento.
Si tratta di una verifica che appare connotata da una particolare urgenza per l’esercizio in corso,
rispetto agli altri esercizi del triennio, soprattutto in vista dell’approvazione dei bilanci di previsione
2015.
113
2.4 LA PROGRAMMAZI ONE REGI ONALE
2.4.1 I L PROGRAMMA REGI ONALE DI SVI LUPPO ( PRS) 2011- 2015
I l Programma Regionale di Sviluppo (PRS) è lo strumento orientativo delle politiche regionali per
l’intera legislatura: in esso sono indicate le strategie economiche, sociali, culturali, territoriali e
ambientali della Regione Toscana. I l PRS 2011-2015 è stato approvato dal Consiglio Regionale con
la risoluzione n. 49 del 29.06.11.
I l documento è focalizzato sui progetti integrati di sviluppo e le linee di modernizzazione
trasversali, che segna il passaggio ad una progettualità diretta al consolidamento e al rilancio delle
realtà produttive esistenti, nonché alla creazione delle condizioni per la nascita di nuove attività
economiche, sociali e culturali e alla valorizzazione delle giovani generazioni, potenziando i sistemi
produttivi tradizionali, i nuovi distretti industriali (oltre al sistema distrettuale tipico, introduce la
categoria dei distretti ad alta valenza tecnologica, al fine di accrescere i settori ad alto contenuto
scientifico e tecnologico) e le attività economiche a presenza diffusa.
I progetti integrati di sviluppo rappresentano l’attuazione progettuale delle scelte strategiche del
PRS, direttamente collegate al Programma di Governo, e costituiscono il raccordo con i piani e
programmi settoriali di legislatura.
Le priorità fondamentali del PRS 2011 - 2015 e della futura programmazione regionale settoriale
che da esso scaturirà, sono:
ƒ
il rilancio dell’industria e dell’artigianato, in particolare manifatturieri, l’implementazione
delle imprese giovani ed innovative e di tutti i settori dell’export regionale (turismo,
ƒ
artigianato ed agricoltura inclusi)
il completamento e l’ammodernamento delle infrastrutture, (strade, ferrovie, porti,
aeroporti, piste ciclabili), anche compensando la riduzione delle risorse pubbliche erariali
ƒ
con il coinvolgimento di risorse private
il significato strategico dello sviluppo dell’economia verde e delle energie rinnovabili quali
elementi necessari per sostenere l’uscita dalla dipendenza dalle fonti fossili e dall’aumento
dei relativi costi, per il recupero di competitività delle imprese e lo sviluppo di aree
tecnologicamente attrezzate e per creare nuova occupazione di qualità rafforzando anche la
ƒ
prospettiva di sostenibilità ambientale dello sviluppo economico
la salvaguardia del territorio/ ambiente (es. acque, costa, foreste, rifiuti, etc.) e del
paesaggio, riducendo la tendenza alla rendita improduttiva o alla speculazione immobiliare,
ƒ
a favore di un maggiore dinamismo imprenditoriale, culturale e sociale
l’importante diffusa attenzione ai temi delle politiche di genere e di promozione delle pari
opportunità, richiamate fin dai principi ispiratori del PRS e poi declinate nelle politiche per
114
l’istruzione, l’educazione, la formazione e il lavoro, per la cittadinanza e la coesione sociale,
ƒ
per la cittadinanza di genere, e nei progetti integrati di sviluppo
la valorizzazione del capitale umano, del patrimonio culturale e della produttività del mondo
della ricerca (universitaria, pubblica e privata), allo scopo di incrementare il tasso di
ƒ
innovazione, di specializzazione e di formazione tecnica
l’incremento dell’attrattività toscana per investimenti esteri, sia identificando alcune aree
dedicate a grandi insediamenti industriali, sia attraverso una normativa urbanistica attenta
a favorire il riuso di volumi esistenti anziché il consumo di suolo verde, sia sviluppando
nuovi strumenti di intervento finanziario e di procedura negoziale pubblica
I l PRS assume come obiettivo generale e prioritario il rilancio dello sviluppo economico della nostra
regione, attraverso la crescita di tutti i comparti del sistema produttivo, come condizione per
aggiornare e ridefinire il modello di coesione sociale che caratterizza la Toscana
Principi ispiratori
1. Aumentare la produttività, favorire il “fare impresa”, creare lavoro qualificato e ridurre la
precarietà
2. Promuovere uno sviluppo sostenibile e rinnovabile
3. Fare della cultura aperta alla contemporaneità un motore di sviluppo
4. Favorire l’accessibilità materiale ed immateriale attraverso una “rete di città” con infrastrutture
moderne ed efficienti
5. Realizzare una visione territoriale integrata
6. Perseguire l’eccellenza qualitativa della scuola, il rilancio del sistema universitario e il
rafforzamento del sistema della formazione continua
7. Garantire una adeguata protezione individuale ed un’elevata coesione sociale
8. Favorire il dinamismo e l’emancipazione dei giovani, delle donne e delle famiglie
9. Realizzare un’amministrazione pubblica focalizzata sui risultati, trasparente e responsabile nei
confronti dei cittadini e delle imprese, e che incoraggi l’impegno e premi il merito
10. Svolgere un ruolo da protagonista nel federalismo solidale e nel progresso civile e sociale
dell’I talia
Struttura del PRS 2011-2015
I l PRS 2011-2015 indica dunque le linee di azione che impegnano la Regione per l’intera
legislatura, recependo gli indirizzi approvati dal Consiglio regionale in sede di discussione del
documento preliminare, a partire dalla specifica previsione di un Progetto integrato di sviluppo
dedicato al tema della semplificazione amministrativa.
115
Gli indirizzi sono ricompresi all’interno di 4 Aree tematiche, discendenti dai principi ispiratori sopra
individuati:
1. Competitività del sistema regionale e capitale umano
2. Sostenibilità, qualità del territorio e infrastrutturazione
3. Diritti di cittadinanza e coesione sociale
4. Governance, efficienza della pubblica amministrazione e proiezione internazionale
I l documento si articola a partire dagli scenari di Toscana 2030, individuando le linee di indirizzo
per la programmazione regionale, le modalità del raccordo tra PRS e PI T e le tematiche trasversali,
che costituiscono il quadro generale per la prossima programmazione settoriale in coerenza anche
con gli obiettivi delle politiche di coesione europee.
I Progetti integrati di sviluppo rappresentano invece lo strumento per proporre e realizzare
interventi mirati per il rilancio dei settori produttivi e per lo sviluppo delle imprese nei settori
emergenti. La numerosità dei PI S sarà necessariamente limitata, in quanto rivolta ad alcune
tipologie di intervento, ovvero: progetti di interesse generale (es. giovani, semplificazione
amministrativa, ecc.), per sistemi e distretti produttivi tipici (es. sistema moda), per distretti
tecnologici (ai sensi anche del piano nazionale della ricerca), per altri clusters industriali regionali,
ed infine per attività economiche a presenza diffusa (es. turismo, agricoltura, commercio, servizi
pubblici locali, etc.).
2.4.2 I L DOCUMENTO ANNUALE DI PROGRAMMAZI ONE 2015
I l Documento annuale di programmazione 2015 (DAP 2015) - adottato dalla Giunta regionale con
proposta di deliberazione al Consiglio regionale n. 6 del 25 novembre 2014 - è stato
definitivamente approvato dal Consiglio regionale con la Deliberazione n. 102 del
22 Dicembre
2014.
L'elaborazione del DAP 2015 si colloca in un contesto davvero peculiare, caratterizzato da elementi
di grande rilevanza sia sul piano politico-istituzionale, che su quello più propriamente
programmatico.
Contenuti del documento:
1. Quadro programmatico e quadro finanziario per il 2015
2. Priorità regionali per il 2015: sono delineate le azioni che la Regione intende mettere in
campo per il 2015 e con le quali si propone di dare attuazione alle linee di indirizzo
tracciate per le politiche regionali, così come definite dal Programma regionale di sviluppo
2011-2015 e dai piani settoriali attuativi del PRS
3. Aggiornamento del programma di azione normativa: illustrazione delle principali attività
normative che la Giunta regionale ritiene di proporre al Consiglio, a supporto della propria
attività amministrativa
116
Le priorità regionali per il 2015 sono articolate in 4 macro-aree, dettagliate in ambiti di intervento:
Area tematica 1: Competitività del sistema regionale e capitale umano
1.1 Rafforzamento del sistema della ricerca, innovazione, trasferimento tecnologico
1.2 Sostegno alle MPMI : creazione di impresa, credito, attuazione L.R. 35/ 2000
1.3 Progetti di riconversione e riqualificazione delle aree di crisi industriale
1.4 Creazione di lavoro qualificato, riduzione della precarietà e sostegno al reddito
1.5 Promozione dei percorsi di autonomia dei giovani
1.6 Riorganizzazione del sistema della formazione
1.7 Sviluppo dei servizi educativi e crescita qualitativa del sistema scolastico
1.8 Competitività del sistema agro-forestale
1.9 Promozione di un’offerta turistico commerciale di eccellenza
1.10 Valorizzazione e qualificazione dell’offerta e del patrimonio culturale
Area tematica 2: Sostenibilità, qualità del territorio e infrastrutturazione
2.1 Adattamento ai cambiamenti climatici, prevenzio ne e gestione dei rischi
2.2 Sostegno alla diffusione della green economy
2.3 Politiche della mobilità, infrastrutture e trasporto pubblico locale
2.4 Sviluppo e promozione di politiche territoriali integrate
Area tematica 3: Diritti di cittadinanza e coesione sociale
3.1 Riordino del Sistema Sanitario Regionale
3.2 Politiche sociali e contrasto alla povertà e alle disuguaglianze
3.3 Valorizzazione e qualificazione del patrimonio edilizio
Area tematica 4: Governance ed efficienza della PA
4.1 Riforma del sistema istituzionale
4.2 Cooperazione finanziaria Regioni-Enti locali
4.3 Semplificazione della PA
4.4 Attuazione dell'Agenda digitale
4.5
Attività I nternazionali
4.6
Rafforzamento del sistema regionale di protezione civile
Nel DAP 2015 sono presenti anche l’Aggiornamento del contesto strutturale e degli indicatori del
PRS.
117
2.4.3 PROGRAMMI OPERATI VI REGI ONALI
I PROGRAMMI EUROPEI
I Programmi europei rientrano nella procedura di definizione del PI T e di formazione del PRS e ne
costituiscono uno degli strumenti principali di realizzazione, raccordandolo alle strategie europee
così come saranno accolte nel Quadro strategico nazionale. I l PRS indica le priorità da realizzare
attraverso i nuovi Programmi europei e ovviamente ne considera le indicazioni e i vincoli.
La programmazione dei Fondi strutturali coincide quindi con la programmazione regionale e ne
rappresenta l’attuazione: le strategie dello sviluppo regionale trovano applicazione nei Programmi
operativi regionali (POR) per gli obiettivi competitività (FESR) e occupazione (FSE) e per l’obiettivo
cooperazione (FESR). I POR devono rispondere agli orientamenti strategici dell’Unione europea e si
attueranno secondo l’architettura e le modalità gestionali previsti dai regolamenti sui Fondi. A
questi fondi definiti nel Quadro strategico nazionale si aggiunge il Fondo europeo agricolo di
sviluppo rurale (FEASR), del quale si intende ricercare la più ampia integrazione con i Fondi
strutturali, pure in presenza di una sua specifica programmazione.
PROGRAMMA OPERATI VO REGI ONALE FESR 2014-2020.
La Commissione Europea, con decisione C( 2015) n. 930 del 12 febbraio 2015 , ha approvato
in via definitiva il Programma Operativo 2014-2020 del Fondo Europeo per lo Sviluppo
Regionale ( FESR) della Regione Toscana. Con delibera di Giunta regionale n. 180 del 2 marzo la
Regione Toscana ha preso atto della decisione della Commissione.
I l POR CReO FESR 2014-20 si fonda su tre strategie :
-
ruolo prioritario di ricerca, sviluppo, innovazione e competitività del sistema
economico, con particolare attenzione al manifatturiero e al raccordo tra turismo e città
-
sinergia tra maggiore competitività delle imprese e sostenibilità ambientale,
come guida dello sviluppo e della produzione
-
valorizzazione della dimensione sociale per gli interventi territoriali, che
puntano sui servizi alle persone e il recupero funzionale di immobili
-
finalizzati all’inclusione delle fasce deboli
I l programma conta su 792 milioni di euro di dotazione , il 72% dei quali destinato alle PMI
per rafforzare la crescita degli investimenti produttivi e il livello di internazionalizzazione delle
imprese, e a incentivare le attività di ricerca, sviluppo e innovazione.
Forte è anche l’attenzione riservata al tema urbano: circa 50 milioni sono destinati alla
mobilità sostenibile, all’ecoenergia e alla riduzione dei consumi, ma anche ai servizi
socio sanitari, educativi e al recupero di spazi per le start up o per l’animazione sociale;
118
altri 29 milioni sono dedicati alla promozione e al potenziamento dei grandi musei e alla
qualificazione dei servizi per il patrimonio culturale .
La struttura del POR prevede 6 assi funzionali, articolati in azioni ed interventi specifici:
1. Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione - incrementare
l’attività di innovazione delle imprese, aumentare l’incidenza delle specializzazioni
innovative attraverso il sostegno alla creazione di startup e spin off e sostenere le
infrastrutture di ricerca considerate cruciali per il sistema regionale; le azioni
attraverso le quali si mira al raggiungimento di questi obiettivi includono l’aiuto
all’acquisto di servizi innovativi e agli investimenti per l’innovazione , il
sostegno ai Distretti tecnologici e alle infrastrutture per la ricerca e
strumenti di ingegneria finanziaria come i fondi rotativi.
2.
Migliorare
l’accesso
alle
tecnologie
dell’informazione
e
della
comunicazione - estensione della diffusione della banda larga e ultra larga e
promozione dell’utilizzo da parte di cittadini e imprese; i primi interventi saranno
concentrati sulle 33 aree industriali e successivamente saranno realizzati altri
interventi in aree caratterizzate da fallimento di mercato
3. Promuovere la competitività delle PMI – l’obiettivo è elevare il livello di
internazionalizzazione , favorire la nascita e il consolidamento delle MPMI ,
migliorare l’accesso al credito attraverso gli strumenti di ingegneria finanziaria e in
particolare il sistema delle garanzie, attraverso interventi per l’attrazione degli
investimenti
e
incentivi
all’acquisto
di
servizi
a
supporto
dell’internazionalizzazione delle
PMI
4. Sostenere la transizione verso un’economia a bassa emissione di carbonio
in tutti i settori - azioni dirette alla riduzione dei consumi energetici e delle
emissioni di gas serra e inquinanti delle imprese industriali, dando priorità alle
tecnologie ad alta efficienza e favorendo l’utilizzo di fonti rinnovabili,
5. Qualificare e valorizzare la rete dei grandi attrattori culturali - azioni
territoriali legate alla valorizzazione, promozione e messa in rete del patrimonio
culturale e dei servizi di supporto alla sua conoscenza e fruizione, concentrate su
cinque tematismi: gli Etruschi e le antiche città dell’Etruria; il Medioevo e la via
Francigena; il Rinascimento con le ville e i giardini medicei; la scienza e l’arte
contemporanea
6. Promuovere l’inclusione sociale, combattere la povertà e ogni forma di
discriminazione ( Asse Urbano) - interventi integrati per far fronte alle sfide
119
economiche, ambientali, climatiche, demografiche e sociali delle zone urbane,
focalizzandosi in particolare su città ed aree dove il disagio è più diffuso.
PROGRAMMA OPERATI VO REGI ONALE FSE 2014-2020
La Commissione europea con decisione n. C( 2014) 9913, in data 12 dicembre 2014 , ha
dato il via libera al Programma operativo (Por) 2014-2020 del Fondo sociale europeo
presentato dalla Regione, che ha un plafond di 732 milioni per sette anni, quasi 100 milioni in
più rispetto al precedente programma operativo Fse 2007-2013. La Regione ha preso atto
dell'approvazione con delibera di Giunta n. 17 del 12 gennaio 2015.
I l Programma finanzierà le politiche per l'occupazione, la formazione, l'educazione e la
coesione sociale per i prossimi sette anni. Al nuovo programma sono legati i temi della
riforma della formazione e della gestione dei servizi per il lavoro, come anche
l'operatività di Garanzia Giovani, che si pone in maniera sinergica e complementare rispetto al
nuovo Por.
Molta parte delle risorse è destinata ai giovani: il 35% delle risorse finanziarie pari a oltre 255
milioni di euro, per potenziare i tirocini e l'esperienza di Giovanisì e Garanzia Giovani,
l'orientamento,
i
percorsi
di
apprendistato
professionalizzante,
istruzione
e
formazione
professionale, l'alternanza scuola-lavoro e il servizio civile. Circa il 20% dell'intero Programma ,
145 milioni, è destinato ad interventi di inclusione e promozione delle pari opportunità e
per la coesione sociale , interventi concepiti per favorire l'occupazione e non meramente
assistenziali.
Gli Assi e le priorità previsti sono i seguenti:
¾ Asse A - Occupazione
ƒ
Priorità A1 : Accesso all'occupazione per le persone in cerca di lavoro e
inattive, compresi i disoccupati di lunga durata e le persone che si trovano ai
margini del mercato del lavoro, nonché attraverso iniziative locali per
ƒ
l'occupazione e il sostegno alla mobilità professionale
Priorità A2 : I ntegrazione sostenibile nel mercato del lavoro dei giovani, in
particolare quelli che non svolgono attività lavorative, non seguono studi né
formazioni, inclusi i giovani a rischio di esclusione sociale e i giovani delle
ƒ
comunità emarginate, anche attraverso l'attuazione della Garanzia per i Giovani
Priorità A3 : uguaglianza tra uomini e donne in tutti i settori, incluso l'accesso
all'occupazione e alla progressione della carriera, la conciliazione della vita
professionale con la vita privata e la promozione della parità di retribuzione per
uno stesso lavoro o un lavoro di pari valore
120
ƒ
ƒ
Priorità A4 : Adattamento dei lavoratori, delle imprese e degli imprenditori ai
cambiamenti
Priorità A5 : Modernizzazione delle istituzioni del mercato del lavoro, come i
servizi pubblici e privati di promozione dell'occupazione, migliorando il
soddisfacimento delle esigenze del mercato del lavoro, anche attraverso azioni
che migliorino la mobilità professionale transnazionale, nonché attraverso
programmi di mobilità e una migliore cooperazione tra le istituzioni e i soggetti
interessati
¾ Asse B – I nclusione sociale e lotta alla povertà
ƒ
ƒ
Priorità B1: inclusione attiva, anche per promuovere le pari opportunità e la
partecipazione attiva, e migliorare l'occupabilità
Priorità B2: Miglioramento dell'accesso a servizi accessibili, sostenibili e di
qualità, compresi servizi sociali e cure sanitarie d'interesse generale
¾ Asse C - I struzione e formazione
ƒ
Priorità C1: Ridurre e prevenire l'abbandono scolastico precoce e promuovere
l'uguaglianza di accesso a una istruzione prescolare, primaria e secondaria di
buona qualità, inclusi i percorsi di istruzione formale, non formale e informale,
ƒ
che consentano di riprendere l'istruzione e la formazione
Priorità C2: Migliorare la qualità e l'efficacia dell'istruzione superiore e di livello
equivalente e l'accesso alla stessa, al fine di aumentare la partecipazione e i
ƒ
tassi di riuscita specie per i gruppi svantaggiati
Priorità C3: Migliorare l'aderenza al mercato del lavoro dei sistemi
d'insegnamento e di formazione, favorendo il passaggio dall’istruzione al mondo
del lavoro, e rafforzare e i sistemi di istruzione e formazione professionale e
migliorandone la loro qualità, anche mediante meccanismi di anticipazione delle
competenze, l'adeguamento dei curricula e l'introduzione e lo sviluppo di
programmi
di
apprendimento
basati
sul
lavoro,
inclusi
i
sistemi
di
apprendimento duale e di apprendistato
¾ Asse D – Capacità istituzionale e amministrativa
ƒ
Priorità D1: vestimento nella capacità istituzionale e nell'efficacia delle
amministrazioni pubbliche e dei servizi pubblici a livello nazionale, regionale e
locale nell'ottica delle riforme, di una migliore regolamentazione e di una buona
governante
¾ Asse E - Assistenza tecnica
121
2.4.4 PROGETTI I NTEGRATI DI SVI LUPPO
I l PRS 2011-2015 conferma strumenti già collaudati, nonché risorse sostanziali, per lo sviluppo
delle PMI (es. fondi rotativi per investimenti, garanzie sul credito, sostegno all’innovazione ed
internazionalizzazione, all’aggregazione delle imprese, alla formazione) a cui si aggiungono alcuni
“Progetti integrati di sviluppo” (PI S), orientati a produrre impatti riscontrabili, soprattutto in termini
industriali ed occupazionali. Simili progetti sono spesso caratterizzati dall’attivazione di un sistema
a rete tra ricerca, una o più imprese capofila, indotto o reti di PMI , servizi del terziario, sia in
settori maturi che in nuove filiere tecnologiche o produttive. Anche in questo ambito le PMI
toscane
possono
dunque
trovare
nuove
opportunità
di
sviluppo
declinando
la
propria
imprenditorialità all’interno di filiere e cluster industriali, così come avviene nei Paesi europei più
avanzati.
La numerosità dei PI S è necessariamente limitata, in quanto rivolta ad alcune tipologie di
intervento, ovvero: progetti di interesse generale (es. giovani, semplificazione amministrativa,
etc.), per sistemi e distretti produttivi tipici (es. sistema moda), per distretti tecnologici (ai sensi
anche del piano nazionale della ricerca), per altri clusters industriali regionali ed infine per attività
economiche a presenza diffusa (es. turismo, agricoltura, commercio, servizi pubblici locali, etc.).
I PI S si riferiscono ad interventi rilevanti per il rilancio della crescita economica, sia in termini
industriali che di tutela dell’eguaglianza sociale o di utilizzo appropriato delle risorse regionali. La
centralità dei progetti deriva dalle tipologie di settori/ filiere coinvolte, dalle implicazioni per il
consolidamento o lo sviluppo occupazionale, così come dal coinvolgimento di attori pubblici e
privati disponibili a collaborare ed investire risorse proprie.
I n alcuni casi si tratta quindi di progetti per i quali esiste anche una corrispondenza territoriale (es.
distretti tradizionali), in altri casi di progetti in itinere che potrebbero dar vita a legami trasversali
tra territori (es. cluster industriali regionali), o addirittura a veri e propri “distretti tecnologici
regionali”. I PI S terranno anche conto delle politiche di sviluppo economico avviate dall’inizio della
legislatura (es. protocolli settoriali, strumenti di finanziamento per PMI , per grandi imprese, centri
di competenza, poli innovazione) al fine di conseguire diverse ottimizzazioni nell’ambito di un unico
quadro di riferimento.
Tra gli obiettivi che i PI S si prefiggono rientrano anche il mantenimento dell’occupazione esistente
e la creazione di occupazione qualificata. Un’attenzione specifica sarà rivolta, anche ai fini della
valutazione dei progetti, all’aumento dell’occupazione femminile e alla valorizzazione delle
competenze delle donne.
Nell’ambito dei PI S, occorre inoltre valorizzare le risorse ambientali e territoriali esistenti. I l
miglioramento della compatibilità ambientale dei processi produttivi può diventare un importante
elemento di competitività per le imprese e di attrattività di risorse pubbliche, garantire prospettive
122
di lungo periodo allo sviluppo, soprattutto a livello di mercati internazionali. Esso può costituire
inoltre stimolo a innovazione e ricerca e alla creazione di una green economy regionale.
I PI S derivano da un confronto con attori del mondo produttivo, sociale e culturale. La
rimodulazione dei Fondi Europei consentirà la concentrazione di finanziamenti a fronte di obiettivi
vincolanti per gli attori privati e pubblici coinvolti. I PI S saranno poi correlati con le risorse e gli
strumenti di programmazione previsti dalla normativa regionale (es. infrastrutture, territorio,
ambiente, capitale umano, diritti di cittadinanza, sistemi di welfare, etc.), configurando quindi un
“approccio a matrice” tra progetti e programmazione regionale. I n quest’ottica sarà dunque
possibile correlare esigenze di sviluppo economico con politiche regionali attinenti all’urbanistica,
all’ambiente, all’energia, alla cultura, etc., e viceversa, colmando alcuni ostacoli del passato dovuti
ad un’eccessiva compartimentalizzazione delle competenze e degli strumenti di intervento
regionale. I PI S utilizzano strumenti operativi e risorse che derivano dai vari strumenti di
programmazione che li alimentano. Attraverso i PI S sarà quindi realizzata una concentrazione delle
risorse dei vari piani e programmi di riferimento, sulla base delle priorità che i Progetti integrati di
sviluppo individuano.
Di seguito, l’elenco dei PI S attivati:
A. Progetti di interesse generale
1. Giovani sì - Progetto per l’autonomia dei giovani
2. Semplificazione
3. Contrasto all’evasione fiscale ed alla illegalità economica
B. Sistemi e distretti produttivi tipici
1. Progetto integrato per il Sistema Moda - tessile, abbigliamento, calzaturiero, pelletteria,
concia, orafo
2. Progetto integrato di sviluppo dell’area pratese
3. Distretto lapideo
4. Distretto cartario
5. Progetti di riqualificazione dei grandi poli industriali
C. Distretti tecnologici regionali
1. Distretto per le I CT e le telecomunicazioni
2. Distretto per le scienze della vita
3. Distretto tecnologico per i beni culturali
4. Distretto tecnologico dell’efficienza energetica, delle energie rinnovabili e della green
economy
5. Distretto per le tecnologie ferroviarie, l’alta velocità e la sicurezza delle reti
D. Altri clusters industriali regionali
1. Cluster per l’industria energetica
123
2. Cluster per la meccanica avanzata e la componentistica
3. Cluster per la nautica e sistemi portuali
4. Cluster per i sistemi logistici integrati
E. Attività economiche a presenza diffusa
1. Filiere corte e agro-industria
2. Sicurezza e sostenibilità del territorio
2.1. I nvestimenti ed interventi per la difesa del suolo
2.2. I nvestimenti ed interventi forestali per la tutela del territorio
3. Sviluppo e qualificazione delle micro-imprese artigiane e del sistema turistico e commerciale
4. Sistema dei servizi pubblici locali
5. I nnovazione nell’edilizia e nelle forme abitative
5.1. Sistema dell’edilizia
5.2. Abitare sociale in Toscana
2.4.5 PROGRAMMI SETTORI ALI REGI ONALI
DG Competitività del sistema regionale e sviluppo delle competenze
-
Piano regionale dello sviluppo economico (PRSE)
-
Piano regionale agricolo forestale (PRAF)
-
Piano di indirizzo generale integrato (PI GI )
-
Piano della cultura (PI C)
DG Politiche ambientali, energia e cambiamenti climatici
-
I nformativa preliminare Piano ambientale ed energetico regionale (PAER)
-
I nformativa preliminare Piano regionale per la qualità dell'aria (PRQA)
-
I nformativa preliminare Piano di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati (PRB)
DG Politiche Mobilità, I nfrastrutture e Trasporto Pubblico Locale
-
Piano regionale integrato infrastrutture e mobilità (PRI I M)
DG Governo del Territorio
-
I nformativa preliminare I ntegrazione paesaggistica PI T
DG Diritti di cittadinanza e coesione sociale
-
Piano sanitario e sociale integrato regionale (PSSI R)
-
Piano di indirizzo integrato per le politiche sull'immigrazione
-
Piano regionale per la promozione della cultura e della pratica delle attività motorie
124
DG Presidenza
-
Piano integrato delle attività internazionali (PI AI )
-
Piano regionale per la cittadinanza di genere
-
Piano di indirizzo per la tutela dei consumatori e degli utenti
DG Organizzazione e risorse
-
Programma per la promozione e lo sviluppo dell'amministrazione elettronica e della società
dell'informazione e della conoscenza
125
2.5 LA PROGRAMMAZI ONE DELLA PROVI NCI A
2.5.1 I L PI ANO TERRI TORI ALE DI COORDI NAMENTO DEL 2003
I l Piano Territoriale di Coordinamento, approvato dal Consiglio Provinciale con deliberazione n.116
del 3/ 12/ 2003, è lo strumento di pianificazione della Provincia attraverso cui sono recepite le
indicazioni del Piano di I ndirizzo Territoriale della Regione e dettate le regole per il governo e la
valorizzazione del territorio provinciale, regole che sono indirizzate in particolare ai Piani Strutturali
dei Comuni ed ai Piani di Settore della Provincia.
Queste regole si esplicitano attraverso la definizione di:
−
−
−
−
obiettivi
invarianti strutturali
prescrizioni
indirizzi
Gli strumenti del governo del territorio sono i Piani Strutturali e i Piani di Settore. I soggetti sono
gli Enti Locali.
L’oggetto sono le risorse essenziali del territorio suddivise in:
- risorse naturali (acqua, aria, suolo, ecosistemi della flora e della fauna)
- città e insediamenti
- paesaggio
- documenti materiali della cultura
- sistemi infrastrutturali e tecnologici
I n accordo con il principio di sostenibilità dello sviluppo, il governo del territorio provinciale passa
attraverso la tutela delle risorse essenziali e la pianificazione dello sviluppo delle risorse
antropizzate, nell’ambito del quale sono ricondotte le principali trasformazioni del territorio che in
particolare riguardano: città ed insediamenti, territorio rurale e infrastrutture per la mobilità.
I l PTC è composto di:
¾ Quadro Conoscitivo sulle risorse essenziali:
- relazione del quadro conoscitivo
- tavole del quadro conoscitivo e allegati
¾ Elaborati progettuali:
- Relazione Generale
- Norme Tecniche di attuazione e allegati
126
- Tavole di Piano e altri allegati progettuali.
I l P.T.C. di Prato è stato poi oggetto dell’applicazione sperimentale della Direttiva Comunitaria
2001/ 42/ CE sulla Valutazione degli Effetti Ambientali dei Piani e Programmi, sperimentazione
condotta dall’Ufficio P.T.C. ed analizzata dalla Regione Toscana nell’ambito del Progetto europeo
ENPLAN, come esempio di applicazione della Direttiva ad un Piano di area vasta.
L’ATTUALE FASE DELLA PI ANI FI CAZI ONE PROVI NCI ALE: I L NUOVO P.T.C. DEL 2009
Con la L.R. 1/ 2005, che ha sostituito la L.R. 5/ 95, si sono aperte nuove fasi nel processo di
pianificazione nell’ambito regionale: la fase della sussidiarietà e dell’equiparazione tra gli enti, in
ossequio alle modifiche costituzionali del Titolo V; la fase della pianificazione paesistica regionale,
con il recepimento del Codice Urbani; la fase della nuova stagione pianificatoria: nuovo Piano di
I ndirizzo Territoriale regionale, nuovi Piani Territoriali di Coordinamento provinciali, nuovi Piani
Strutturali comunali.
La provincia di Prato ha contribuito alla lettura ed alla disciplina regionale del paesaggio
trasmettendo
alla
Regione
Toscana
un
documento
di
contributi
in
tal
senso
redatto
dall’Osservatorio.
Nel frattempo sono intervenuti diversi nuovi elementi che hanno modificato le condizioni al
contorno del P.T.C. approvato, comportando l’esigenza, per il soddisfacimento di nuovi obblighi
normativi, di una sua Variante.
La Variante di adeguamento alla L.R. 1/ 2005 del Piano Territoriale di coordinamento Provinciale è
stata adottata con deliberazione del consiglio Provinciale n. 55 del 23.07.08, e approvata con
D.C.P. n. 7 del 4/ 02/ 2009. Detta Variante ha provveduto all'adeguamento del Piano alle
modificazioni intercorse dalla data di approvazione, nei seguenti ambiti:
•
Quadro di riferimento normativo (modifiche al Titolo V della Costituzione, nuova legge
regionale sul governo del territorio, Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, I ntesa tra
•
•
Ministero B.A.C. e Regione Toscana sul paesaggio);
Pianificazione territoriale regionale (nuovo Piano di I ndirizzo Territoriale Regionale - PI T);
Pianificazioni separate e di settore, quali:
o
Piano per l'assetto idrogeologico (PAI ) dell'Autorità di Bacino del Fiume Arno;
o
Piano Regionale d'Azione Ambientale (PRAA)
o
Piano Regionale della Mobilità (PRM);
o
Piano Regionale per Attività Estrattive (PRAE)
o
Programma di Sviluppo Rurale della Regione Toscana per il periodo 2007-2013
(PSR);
o
Piano di Tutela delle Acque della Toscana (PTA);
127
o
Piano Generale di Sviluppo della Provincia di Prato (PGS),per gli aspetti territoriali;
o
Patto per lo Sviluppo Locale (PASL) tra la Regione Toscana e la Provincia di Prato,
per gli aspetti territoriali;
o
Piano d'Azione Locale della Provincia di Prato, per gli aspetti ambientali e territoriali.
Sulla base della L.R. 1/ 2005 il nuovo P.T.C. di Prato è stato formato attraverso un processo di
partecipazione e di valutazione, fondato su un Quadro Conoscitivo molto approfondito su tutte le
risorse essenziali del territorio, con verticalizzazioni conoscitive sulle risorse di diretta gestione
provinciale, per un totale di 140 banche dati e circa 100 indicatori, e strutturato nella sua parte
disciplinare in uno Statuto del Territorio Provinciale, a tutela delle risorse essenziali, ed in una
Strategia dello Sviluppo Territoriale, raccordata con il Piano Generale di Sviluppo della Provincia e
quindi con le politiche di settore e la programmazione, anche finanziaria, dell’Ente.
Gli aspetti più innovativi del Piano risiedono, da un lato, nella definizione di livelli e limiti
prestazionali nell’uso delle risorse, con una chiara delimitazione, normativa, quantitativa e
cartografica, degli effettivi valori da sottoporre a tutela e, dall’altro, nella totale integrazione con le
politiche di settore; integrazione che individua strategie e progetti di sviluppo (informando l’azione
complessiva dell’Ente con un impegno, in termini di finanziamenti e investimenti complessivamente
intesi, di circa 185 milioni di euro), prescrizioni per i piani provinciali di settore e localizzazioni di
competenza provinciale.
Obiettivi generali del piano sono:
a) sistematizzare ed implementare ulteriormente la conoscenza del territorio provinciale e delle
sue risorse essenziali, nelle loro condizioni di stato, di pressione e di risposta, individuandone i
valori identitari e le invarianti strutturali da tutelare;
b) esprimere una disciplina delle risorse che affianchi alla protezione statutaria, in termini di
criteri d’uso, limiti prestazionali e di qualità delle risorse, una strategia di tutela attiva delle
stesse che preveda azioni di valorizzazione, di studio e di monitoraggio;
c) tutelare i valori identitari della Provincia di Prato valorizzando il carattere multiculturale del
tessuto sociale pratese, perseguendo le diverse forme di accoglienza e garantendo i diritti dei
soggetti a rischio di esclusione;
d) definire una strategia di valorizzazione delle risorse e dei valori identitari come elementi
cardine dello sviluppo locale e quindi:
- valorizzare il sistema ambientale provinciale e il paesaggio, nelle sue qualità specifiche e
diversità, come supporti fondamentali per l’elevamento del benessere, della qualità dell’abitare
e del produrre, della promozione turistica;
128
- realizzare il generale riequilibrio insediativo della provincia, attraverso il rafforzamento del
carattere policentrico dei sistemi urbani e territoriali, e il riconoscimento della molteplicità dei
valori storici, culturali e ambientali;
- organizzare un sistema infrastrutturale che ottimizzi i grandi flussi di mobilità, valorizzi la
fruibilità dei sistemi territoriali locali e dei valori identitari, con particolare riferimento al
potenziamento del trasporto pubblico;
- diversificare lo sviluppo socio-economico, sia attraverso la riqualificazione del distretto
industriale, che attraverso l’attivazione di nuove filiere produttive basate sulla valorizzazione
delle diverse risorse e potenzialità.
Da questi obiettivi generali, così come dalle finalità di adeguamento alle modifiche del contesto
normativo e di pianificazione regionale, locale e separata, dai maco-obiettivi dello Schema di
Sviluppo dello Spazio Europeo (Pottsdam 1999), dagli indirizzi espressi dal Consiglio Provinciale,
dal processo partecipativo e concertativo, dal processo interno di coordinamento intersettoriale,
dal Piano Generale di Sviluppo dell’Ente e dal Quadro Conoscitivo è stato costruito il corpo degli
obiettivi (statutari, di tutela delle risorse, e strategici, di sviluppo e valorizzazione del territorio)
e la conseguente disciplina di piano.
Una delle scelte fondative del Piano è stata quella della coerenza rispetto al complessivo
sistema della pianificazione. Le indicazioni del P.I .T. regionale hanno informato diverse parti
della disciplina del P.T.C., fornendo, in particolare, apporti sostanziali nelle strategie di
coordinamento della pianificazione comunale. Analogamente per la pianificazione di Bacino. I n
questo caso si è andati oltre, lavorando in collaborazione con l’Autorità di Bacino dell’Arno e
prevedendo, nell’ambito del Piano, la costituzione di un tavolo permanente di concertazione per
le problematiche idrauliche ed idrogeologiche.
I l territorio provinciale è stato suddiviso in tre Sistemi Territoriali, coincidenti con tre Ambiti di
Paesaggio: montano (Val di Bisenzio e Monteferrato), di pianura (la Piana Pratese) e collinare (il
Montalbano). Per l’intero territorio sono state definite delle invarianti strutturali fondamentali ed
altre, specifiche, per ogni Sistema Territoriale, che ha potuto contare su un set di obiettivi di
sviluppo
territoriale.
La
disciplina
paesaggistica
ha
definito
degli
obiettivi
di
qualità
paesaggistica, derivati dal processo partecipativo, e le conseguenti azioni e strategie per la
tutela e valorizzazione del paesaggio. Attenzione è stata posta anche alla costruzione dei nuovi
paesaggi urbani e periurbani mentre la disciplina sul territorio aperto è stata raccordata con le
tutele statutarie sulle risorse.
I l tema, di particolare interesse per il territorio pratese, delle aree industriali dismesse è stato
trattato, in coerenza con il P.I .T. regionale, in termini tali da favorire il riuso attraverso utilizzi
129
legati ancora alla produzione o alla ricerca. Per alcune aree particolarmente svantaggiate, si è
prevista un’ulteriore opzione anche residenziale ma con una serie di condizioni (risanamenti
idraulici, housing sociale, progettazione di qualità anche dal punto di vista dei nuovi paesaggi
urbani) da prevedersi in appositi piani di iniziativa pubblica e/ o privata.
Per assicurare la tutela attiva dei valori naturalistici e favorire, per le possibilità del ruolo
provinciale, lo sviluppo socio-economico, sono stati costruiti tre Sistemi Funzionali, articolati in
obiettivi, azioni e strategie, collegate poi con le politiche di settore dell’Ente e declinate in
successive schede di Strategie e Progetti, dotati di voci di finanziamento: Sistema Funzionale
Natura e Biodiversità, Sistema Funzionale Mobilità e Fruizione, Sistema Funzionale Sviluppo.
Le strategie provinciali di settore sono state poi sintetizzate in una tavola meta-progettuale, con
collegamenti numerici alle Schede delle Strategie e dei Progetti.
COME SI ATTUA I L PI ANO
I l PTC, una volta approvato, ha durata indeterminata, se non mutano le condizioni o gli obiettivi o
non intervengono nuovi obblighi normativi o nuove necessità di conformità al Piano di I ndirizzo
Territoriale regionale. Questa caratteristica del Piano impone, indipendentemente dai contenuti, la
massima attenzione all’attuazione, la registrazione in tempo reale dei nuovi elementi conoscitivi ed
una costante verifica dell’efficacia delle prescrizioni, con controlli sulla pianificazione comunale e
quella di settore della provincia. La conoscenza delle risorse è dunque fondamentale per il governo
del territorio, ed in questo ambito gli attori principali sono i Sistemi Territoriali, i Sistemi Funzionali
e le I nvarianti Strutturali: in relazione ad essi, infatti, si specificano obiettivi, indirizzi e prescrizioni
per la tutela ed il governo delle risorse.
Per legge i Piani Strutturali dei Comuni devono essere quindi adeguati e conformi al Piano
Territoriale di Coordinamento Provinciale. Sino ad ora tutti i piani comunali approvati sono stati
verificati rispetto alla loro conformità al PTC; nell'arco del 2013 il PS adottato dal Comune di Prato
ha presentato profili di contrasto con lo strumento provinciale: tale contrasto è stato rilevato in
sede di osservazione e, successivamente a causa dell'ulteriore mancato adeguamento del PS, in
sede di Conferenza Paritetica I nteristituzionale. Tale ricorso ha avuto un esito favorevole alla
Provincia, ma il Comune di Prato non ha ritenuto che la Conferenza si fosse espressa nei termini.
La Provincia e la Regione hanno conseguentemente presentato ricorso al TAR.
La fase gestionale prevede due tipi di azioni: uno legato alle attività, mediante il controllo della
conformità al P.T.C. degli strumenti urbanistici comunali e dei piani di settore provinciali, ed uno
legato al monitoraggio urbanistico, finalizzato all’aggiornamento del Quadro Conoscitivo ed alla
verifica prestazionale del Piano. L’importanza dell’aggiornamento e della verifica è sottolineata
dalla costituzione presso l’Amministrazione Provinciale di un apposito Osservatorio Permanente
130
(previsto dalla L.R. 5/ 95 all’art.19), dedicato al monitoraggio e finalizzato a far emergere le
necessità di variante. I n questa fase, il Sistema I nformativo Territoriale (che costituisce il
riferimento conoscitivo fondamentale per la definizione degli atti di governo del territorio e per la
verifica dei loro effetti) supporta l’Osservatorio così come aveva supportato il Piano nella fase di
costruzione; la Provincia di Prato ha impegnato notevoli risorse (finanziarie, umane e strumentali)
per impostare un SI T che accompagni il percorso del Piano dalla costruzione del Quadro
Conoscitivo e del Progetto sino all’istituzione dell’Osservatorio sulla Pianificazione. Si tratta quindi
di uno strumento strategico fondamentale nel quale sono integrate le informazioni necessarie alla
comprensione dello stato delle risorse essenziali del territorio, alla previsione delle condizioni e alla
valutazione degli effetti.
Per l’anno 2015 si rileva che è in corso, sulla base di un Accordo di Pianificazione tra Regione,
Provincia e Comune di Prato, la redazione di una variante al PTC, ai sensi della nuova L.R. sul
Governo del Territorio (L.R. 65/ 2014). Tale atto è funzionale all'individuazione, da parte del
Comune di Prato, di aree per trattamento inerti. Sia la Provincia che il Comune hanno adottato
quindi una idonea variante ai propri strumenti, attualmente in fase di deposito ed osservazioni.
131
2.5.2 PROGETTO SPECI ALE PER PRATO
Negli ultimi anni il territorio pratese è stato interessato da profondi cambiamenti demografici,
economici, sociali e culturali, esemplificabili nella crisi dell’attività produttiva del settore tessile,
nella trasformazione del territorio da “comunità a società locale” e nei processi di diversificazione
identitaria che hanno inciso sul capitale sociale collettivo dell’area mutandone i connotati. Siamo
pertanto in presenza di un vero e proprio nuovo contesto generale, caratterizzato dall’incrocio tra
processi di metropolizzazione del distretto e la comparsa sul territorio di soggetti sociali differenti
rispetto a quelli conosciuti nel corso della sua storia.
I n questo quadro di fondo, segnato alla base dalla forte riduzione quantitativa delle imprese del
settore tessile, la stessa “forma distretto” dell’economia pratese è entrata profondamente in crisi,
in un quadro meno localistico e più esposto alle interdipendenze globali, tale da sottoporre a nuove
tensioni l’intreccio tra strutture produttive, legami sociali, politiche pubbliche, da sempre suo
tradizionale punto di forza.
La principale novità introdotta dalla globalizzazione, sembra essere stata quella per cui,
differentemente dal passato - dove i mutamenti avvenivano per lo più in forme familiari alla forma
distretto - questi nuovi aspetti hanno aperto problematiche alle quali è oggi più difficile rispondere
nelle modalità tradizionali. La natura di questa discontinuità appare infatti in gran parte il risultato
dell’incontro/ scontro tra le spinte della globalizzazione e le reazioni di una realtà culturalmente
coesa quale quella distrettuale, abituata a governare i mutamenti, anche i più difficili, senza
conflittualità.
I l territorio è cambiato non soltanto da un punto di vista economico, sociale ed urbanistico ma
anche da un punto di vista demografico-culturale (con la compresenza di molti gruppi etnici e con
le seconde e terze generazioni di immigrati che, nate sul territorio, frequentano la scuola e i
coetanei pratesi). Questa novità ha prodotto l’avvio di un non facile processo di re-identificazione
con un territorio sempre più multiculturale e pluridentitario.
Partendo da tutte queste considerazioni, la Regione Toscana ha ritenuto necessario riservare un
ruolo importante alle questioni afferenti il distretto pratese inserendo un Progetto
Speciale per Prato tra i Progetti I ntegrati di Sviluppo ( PI S) previsti dal PRS 2011-2015
(vedi paragrafo dedicato nella Programmazione Regionale).
La finalità principale del progetto è quella di sostenere il processo di riqualificazione e rilancio dello
sviluppo e della competitività dell’area pratese, attraverso una pluralità di interventi (sociali, di
sviluppo, di riqualificazione urbana, etc.), che richiedono il coordinamento dell’azione dei diversi
livelli istituzionali coinvolti (Regione, Provincia e Comune); la partecipazione attiva dei soggetti
pubblici, delle parti sociali, del privato for-profit e del privato no-profit, dell’associazionismo
giovanile, in un approccio che mira all’innovazione e all’integrazione fra le varie politiche.
132
I l progetto si configura pertanto come lo strumento fondamentale di cui ci si avvale per favorire la
rappresentazione dei problemi più rilevanti del territorio, la comune assunzione di responsabilità da
parte dei molteplici attori della comunità locale e la costruzione di risposte nell’ambito del sistema
locale dei servizi e degli interventi.
I l Progetto di sviluppo integrato dell’area pratese è composto da azioni, definite simbolicamente
“ ciminiera ” ed identificate nelle D.G.R. n. 568/ 1203 e 274/ 2014.
Sono state individuate le seguenti priorità d’intervento:
-
Sostegno e valorizzazione della filiera del cardato
-
Mappatura della filiera tessile
-
Welfare di distretto
-
Supporto allo sviluppo del settore I CT
-
Vivibilità del territorio
-
Approccio ai nuovi mercati
-
Efficienza energetica
-
Emersione delle imprese e del lavoro non regolare
-
I nnovazione nel welfare
-
Certificazione di qualità dei prodotti tessili
-
Centro di ricerca italo-cinese
-
Valorizzazione delle arti e delle conoscenze
-
Centro multilingue
-
Prevenzione e contrasto dell'abbandono scolastico - CHOI CE
-
Azioni di supporto sociale al piano straordinario in materia di sicurezza
Le azioni “ciminiera” sono a ‘governo’ regionale e riguardano interventi già attivi sul territorio o
ancora da attivare; in tal senso, prevedono l’attivazione di strumenti specifici, risorse dedicate
(regionali ed europee) ed una tempistica differenziata.
Nella realizzazione dei singoli progetti e organizza e degli eventi su tematiche sensibili per il
territorio (è infatti fondamentale stimolare il dibattito cittadino, da cui nascono sempre idee e
proposte innovative per la città) sono coinvolti piccole e medie imprese, parti sociali, enti pubblici
compresi quelli di ricerca e loro consorzi, Università, centri di ricerca, consorzi o società consortili,
anche cooperative, istituti di credito.
133
I progetti conclusi
Diversi sono gli ambiti nei quali sono state realizzate iniziative : si va dall’efficienza
energetica alla scuola, dalla filiera tessile ai supporto ai giovani, al sociale.
Questi, nello specifico, i progetti già conclusi:
-
Bando per iniziative giovanili 2014
-
Efficienza Energetica
-
Contrasto dell'abbandono scolastico
-
Efficienza Energetica
-
100/ LODE
-
Le reti e la comunità
-
Mappatura della filiera
-
Prato sociale
-
Progetto Approccio ai nuovi mercati
-
Progetto ASCI
I n particolare il progetto ASCI , realizzato con risorse FSE messe a disposizione dalla Provincia di
Prato in collaborazione con PI N, ha visto la formazione di alcuni giovani (italiani e cinesi) per
sviluppare competenze specifiche necessarie a favorire l'emersione di diverse forme di
irregolarità di imprese, aziende, attività commerciali.
I progetti attivi
Tra i progetti in corso di realizzazione troviamo:
-
Bando per iniziative giovanili
-
Trame di quartiere
-
Progetto FACE
-
That's Prato
-
WelfarePMI
-
Mostra Facewall Prato
Nello specifico, il progetto FACE, che risponde al fabbisogno di formazione efficace,
accompagnamento e consulenza degli imprenditori soprattutto etnici operanti nel
distretto pratese, rappresenta la prosecuzione del progetto ASCI : i tecnici ASCI infatti
realizzeranno un check-up aziendale integrato che consentirà di accompagnare l’impresa in
una prima auto-valutazione su aspetti di gestione aziendale che vanno dalla sicurezza
sui luoghi di lavoro alla contrattualistica, dalla gestione ambientale agli aspetti fiscali.
134
2.5.3 PI ANO LOCALE PER I L TRASFERI MENTO TECNOLOGI CO
Uno dei temi di rilievo delle politiche di sviluppo della Regione Toscana è il sostegno ai processi di
trasferimento tecnologico e di innovazione a favore del sistema produttivo, finalizzato
al miglioramento della competitività delle imprese . I n tale contesto assume rilievo il
complesso sistema a supporto dei processi di trasferimento rappresentato dai vari centri di
competenza presenti sul territorio regionale, variamente denominati, a cui si aggiunge il sistema
della ricerca pubblica rappresentato dalle Università e dalle due Aree del CNR di Pisa e di Firenze.
Per quanto riguarda i c.d. Centri di competenza (infrastrutture per servizi avanzati e qualificati a
favore delle imprese, per il trasferimento tecnologico, per l’innovazione e per la creazione di nuove
imprese), la Regione ha avviato un percorso di sostegno a processi di cooperazione e di
incentivazione ad azioni di coordinamento funzionale finalizzate anche alla riduzione delle
ridondanze presenti in alcuni settori e/ o territori.
Con delibera di Giunta n. 678 del 19.07.10 la Regione Toscana ha promosso la raccolta di “Piani
Locali per il Trasferimento Tecnologico” - coordinati dalle Province e/ o dal Circondario
Empolese - Valdelsa sulla base di un Documento strategico sul sistema di innovazione
territoriale - pubblicando successivamente un Avviso per la manifestazione di interesse per il
cofinanziamento di interventi finalizzati alla razionalizzazione, riorganizzazione e potenziamento del
sistema regionale del trasferimento tecnologico.
La promozione del Documento Strategico (DoS) è stata attivata dalla Provincia di Prato
coinvolgendo nella predisposizione della proposta gli attori istituzionali operanti nel sistema locale
dell’innovazione tecnologica nonché le forze economiche e sociali del territorio.
Tenuto conto che nell’avviso la Regione ha dato particolare importanza all’eventualità di Piani
elaborati con accordi sovraprovinciali e che tra le Province di Prato, Firenze, Pistoia ed il
Circondario Empolese Valdelsa esistevano già sinergie programmatiche attivate a livello
metropolitano mediante protocolli di intesa, i contenuti dei Piani delle tre Province e del
Circondario sono stati coordinati in un’ottica interprovinciale, concordando alcune azioni comuni.
La Giunta provinciale ha approvato il DoS con propria deliberazione n. 235 del 9.11.10
mentre la conferenza di concertazione conclusiva del processo di elaborazione del Piano ha avuto
luogo il 10.11.10, con la sottoscrizione del verbale finale e l’approvazione del documento
complessivo.
Con D.D.R. n. 2779 del 30.06.11 la Regione ha approvato l’elenco dei DoS e delle
operazioni ammissibili nonchè le modalità di presentazione delle domande di finanziamento,
determinando la seguente situazione per i progetti dell’area metropolitana:
135
Amministrazione
proponente
Centro di competenza
Investimento Contributo
ammissibile ammissibile
CSAVRI – RISE rete infrastrutture ricerca industr. per
incubazione e serv. avanzati alle imprese innovative
3.681.533,00 2.119.630,00
CNR – Centro Multitecnologico
1.178.392,00
707.035,00
UniFi – Valorizz. masse algali e sottoprodotti agro
industriali e riduzione gas serra in atmosfera
628.941,00
376.200,00
Promodesign – Centro competenze innovaz. di prodotto
Provincia di Firenze e processo di Calenzano, potenziamento e sviluppo del
centro
1.030.000,00
721.000
UniFi - CERM
3.532.900,00 1.277.340,00
UniFi – NEMECH
1.602.875,15
925.000,00
250.118,50
139.792,05
Agenzia Fiorentina per
tecnologico in edilizia
l’energia
-
Trasferimento
CReAF srl – Centro ricerche (attrezzature e arredi)
Provincia di Prato
3.460.415,80 1.959.586,03
PIN – Centro competenza innov. e ottimizz. processi e
impianti per salvaguardia ambiente
333.968,00
199.380,80
Laboratorio Analisi Buzzi - Laborat. prove Calzature e
Pellami
472.200,00
278.520,00
UniFi – MDM Lab
241.740,00
144.084,00
CCCIA Pistoia - 3CEQ
452.000,00
271.000,00
Provincia di Pistoia
Circondario
Empolese Valdelsa
Agenzia per lo Sviluppo – Trasferimento di innovazione
nel settore dell’ottica
Agenzia per lo Sviluppo – Centro sviluppo nuovi
materiali
1.992.637,36 1.194.406,66
199.375,10
119.624,60
I soggetti proponenti dei progetti giudicati ammissibili dovranno presentare domanda di
finanziamento nel periodo tra il 1.11.11 ed il 29.02.12 , nella maggior parete dei casi
allegando anche un approfondimento dello studio di fattibilità economico-gestionale già elaborato
al momento della partecipazione alla selezione.
Con lo stesso decreto sopra citato, la Regione ha subordinato il giudizio di idoneità dei DoS delle
Province di Firenze, Prato, Pistoia e del Circondario Empolese Valdelsa alla formale definizione,
entro il 30.10.11, di un documento di coordinamento sovraprovinciale , la cui
approvazione regionale determina l’effettiva ammissione a finanziamento delle operazioni
selezionate.
A seguito di quanto stabilito dalla Regione, i contenuti già condivisi tra Province di Firenze, Prato,
Pistoia e Circondario Empolese Valdelsa in occasione della presentazione dei rispettivi DoS, sono
stati riorganizzati ed aggiornati alla luce di quanto sopra e riportati in un protocollo ( sottoscritto
il 24.10.11 ) che definisce gli indirizzi e le linee di azione condivisi per il coordinamento
delle strategie di innovazione e trasferimento tecnologico a livello di Area Metropolitana e
nel documento “Sistema d’area metropolitana: competitività e innovazione” (allegato al
136
protocollo) nel quale sono dettagliate le caratteristiche dell’area metropolitana, le dinamiche di
sviluppo e le strategie per l’innovazione territoriale e sono descritti i contenuti progettuali dei
Centri di competenza.
Gli obiettivi condivisi dalle quattro Amministrazioni sono:
ƒ
promozione di attività di potenziamento delle strutture di ricerca e trasferimento
tecnologico esistenti e di quelle in fase di start up, mettendole a sistema fra loro ed
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evitando duplicazioni o sovrapposizioni di attività e laboratori
elaborazione comune di linee strategiche di indirizzo per le attività di ricerca ed
innovazione finalizzate ad accrescere il livello tecnologico dell’area metropolitana
attraverso la conduzione di studi di trend tecnologici e di identificazione dei settori a più
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alto potenziale di sviluppo
azioni di impulso e sostegno a progetti diretti alla creazione di nuove imprese ,
derivanti anche da spin-off di attività di ricerca o al rafforzamento su base tecnologica di
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ƒ
imprese esistenti
attività di monitoraggio sui progetti costituenti i Centri di Competenza e Poli di
I nnovazione
attività di progettazione congiunta.
Con il protocollo, inoltre, sono state istituite alcune strutture per favorire la collaborazione ed il
rafforzamento del coordinamento sovra provinciale, tra cui un Tavolo tecnico - di carattere
interno agli Enti sottoscrittori - per l’istruttoria, il supporto e la valutazione tecnica delle
problematiche inerenti alle varie attività.
A seguito di tale protocollo, il Tavolo Tecnico formato dagli uffici Sviluppo Economico dei 4 Enti ha
organizzato il primo evento congiunto di promozione dei Centri di Competenza dell'area
metropolitana presenti nel Documento Strategico, che si è tenuto a Firenze il 28.06.12
("I nnovazione poli-centrica. Le politiche dell’innovazione del territorio nell’area metropolitana").
I l Tavolo Tecnico ha successivamente continuato a collaborare per attuare le azioni istituzionali a
supporto della diffusione di conoscenza delle strutture e delle iniziative di trasferimento tecnologico
presenti sul territorio metropolitano.
A distanza di un anno dalla prima iniziativa, considerando l’avanzamento del progetto complessivo
(alcuni Centri e Laboratori stanno diventando operativi) ed anche il particolare momento di
passaggio tra i due periodi di programmazione dei fondi europei, si è ritenuto opportuno pensare
ad una nuova iniziativa congiunta dei 4 Enti, da attuarsi in collaborazione con i Poli di I nnovazione
ed i Centri e laboratori di Ricerca dell’area metropolitana.
I l convegno “I nnovazione policentrica: risultati e prospettive” si è tenuto il 30.10.13 nei
locali del CNR presso il Polo Scientifico di Sesto Fiorentino ed ha visto la partecipazione di soggetti
rappresentativi del mondo della ricerca, delle imprese e delle nuove idee (universitari, start-up).
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I n occasione del convegno sono stati elaborati:
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Catalogo
dei
Centri
di
Competenza
pubblici
attivi
ad
oggi
nell’area
metropolitana (a cura del gruppo di lavoro interprovinciale): riporta i dati essenziali
(localizzazione, sito web, settori d’attività, n. laboratori, servizi offerti) di ciascun centro; il
Catalogo è stato successivamente integrato anche con le informazioni relative ai Poli
d’I nnovazione/ Distretti tecnologici dell’area e sarà tenuto aggiornato con le nuove aperture
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e messo a disposizione tramite i canali di comunicazione dei 4 Enti
Relazione sui Centri di Competenza dell’area metropolitana ed i rapporti con
altre esperienze di trasferimento tecnologico (a cura di PI N e Fondazione per la
Ricerca - F.R.I .), con un focus anche sui documenti sulle Smart Specialisation elaborati dai
Poli d’I nnovazione e Distretti Tecnologici
Dal punto di vista organizzativo, il convegno è stato diviso in due sessioni:
1. Conoscenza e informazione sull’esistente – cosa è in funzione, cosa è stato realizzato,
cosa è nato (presentazione della relazione e brevi interventi dei Centri/ Poli sui servizi
offerti)
2. Prospettive per il futuro – cosa migliorare, quali strumenti attivare, strategie da
implementare (introduzione sulle Smart Specialisation Strategies e gruppi di lavoro)
Nella seconda sessione, dopo un excursus sulle linee proposte dai Poli che maggiormente rilevano
sul territorio dell’area metropolitana, le attività si sono concentrate in tre gruppi di lavoro specifici
più ristretti, a cui i partecipanti si erano iscritti prima e durante il convegno.
Le tematiche affrontate sono state le seguenti:
1.
Formazione universitaria e aziendale : quali strumenti per favorire l’ingresso di laureati
nelle aziende ed accrescere le competenze tecnologiche dei dipendenti
2.
Trasferimento tecnologico alle imprese : come migliorare la “contaminazione” tra
mondo della ricerca e mondo produttivo
3.
Spin off e start-up: difficoltà e possibili soluzioni per chi vuole aprire un’attività
innovativa.
Ciascun gruppo ha lavorato per circa un’ora e mezzo con l’ausilio di moderatrici che hanno
sintetizzato in slides le criticità riscontrate ed i suggerimenti per lo sviluppo di strumenti da
proporre per la nuova programmazione dei fondi, emerse da chi tutti i giorni lavora su queste
tematiche. Alla fine della sessione, i tre resoconti sono stati presentati in plenaria, alla presenza
dell’Assessore alle attività produttive e alla formazione e lavoro della Regione Gianfranco
Simoncini, che ha chiuso il convegno con le considerazioni su quanto emerso.
Tutti i materiali sono poi stati riorganizzati in un documento unico dal gruppo interprovinciale,
consegnato ai referenti regionali sia per l’innovazione ed il trasferimento tecnologico sia per
la nuova programmazione di fondi UE.
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I l Tavolo Tecnico ha anche formulato osservazioni sull’ipotesi di riorganizzazione del
sistema regionale del trasferimento tecnologico, proposta dalla Regione all’inizio del 2014.
Per la prosecuzione delle attività previste dal protocollo, a gennaio 2015 la Provincia ha anche
attivato una collaborazione con CReAF che supporterà le iniziative , ed in particolare
l’organizzazione del Forum dell’I nnovazione (previsto nel corso del 2015 ) e la realizzazione di
seminari e workshop per favorire il trasferimento tecnologico.
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