IL NEO-IMPRESSIONISMO – CONCETTI DI BASE IL POST

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IL NEO-IMPRESSIONISMO – CONCETTI DI BASE IL POST
IL NEO-IMPRESSIONISMO – CONCETTI DI BASE
- 1884 POINTILLISME (PUNTINISMO) francese (SERAUT, SIGNAC)
- 1890 DIVISIONISMO italiano (SEGANTINI, PELLIZZA DA VOLPEDO, PREVIATI)
Alla fine del secolo nuove ricerche pongono la pittura sulla via della scienza. La pittura stessa diventa una “scienza a se”. L’interesse si
concentra sul problema della LUCE e del COLORE: “poiche’ la luce e’ la risultante della combinazione di piu’ colori, l’equivalente della
luce in pittura non deve essere un tono unito ne’ deve essere ottenuto con un impasto che spegne e confonde i colori, ma risultare
dall’accostamento di tanti puntini colorati che ad una certa distanza ricompongono visivamente l’unita’ del tono sulla retina
dell’osservatore rendendo cosi’ la vibrazione luminosa”.
- un’arte “scientifica” frutto di approfonditi studi sull’OTTICA rilanciati anche dal diffondersi delle teorie filosofiche positivistiche. - si torna a
completare i quadri in studio sulla base di schizzi all’aperto.
- i PUNTINISTI (Seraut e Signac) dipingono figure piu’ immobili, in composizioni piu’ “classiche”. I soggetti rappresentati sono scene di vita
quotidiana, paesaggi, gite domenicali, porti, modelle, spettacoli musicali e circensi.
- i DIVISIONISTI (Segantini, Previati, Pellizza da Volpedo) svolgono temi di contenuto piu’ universale spesso a sfondo sociale e religioso o
addirittura politico come nel quadro del Quarto Stato di Pellizza da Volpedo emblema della lotta di classe del proletariato. Segantini
passera’ da una iconografia rurale e popolare ad una più simbolista: trasfonde nella visione della natura il mondo della spiritualita’ interiore.
IL POST-IMPRESSIONISMO – CONCETTI DI BASE
Nell’ultimo ventennio dell’ 800 nasce l’esigenza di ottenere immagini meno legate alla visione “istantanea” della realta’ che aveva
caratterizzato il modo di dipingere degli impressionisti. Il termine post-impressionismo racchiude quindi un gruppo di personalita’ artistiche
che partite dall’esperienza dell’impressionismo, lo supereranno sviluppando un linguaggio totalmente personale ed originale.
I PROTAGONISTI: CEZANNE, VAN GOGH, GAUGUIN, TOULOUSE-LAUTREC.
CEZANNE: pittura fatta di tasselli, piani geometrici, volumi e solidi. Per C. e’ importante la compattezza, l’evidenza delle cose, lo
spazio con dentro le forme geometriche solide e compatte. (agli impressionisti non interessava tanto l’oggetto quanto l’effetto della luce
intorno agli oggetti, lo sfarfallio)
“bisogna trattare la natura secondo il cilindro, la sfera e il cono” le forme geometriche sono strumenti mentali con i quali si fa esperienza
della realta’. La struttura dei quadri di C. e’ il tessuto coloristico, fatto di sfaccettature continue.
VAN GOGH: E’ il dramma dell’artista escluso da una societa’ che non utilizza il suo lavoro e ne fa un disadattato candidato alla follia e al
suicidio. Vincent nasce a Groot Zundert, nel Brabante olandese nel 1853. Periodo di attività di commesso nella casa d’arte francese Goupil
& Cie e poi Amsterdam dove studia per essere ammesso alla facoltà di Teologia, senza successo.
Figlio di un pastore protestante olandese V.G. e’ permeato da un forte sentimento religioso ed etico che lo porta a condurre una missione
umanitaria nelle miniere dell’Inghilterra e del Belgio come evangelista laico e predicatore esperienza che sfocera’ in un fallimento. (prima
presso una scuola di evangelizzazione, al termine dei corsi non viene giudicato idoneo perciò gli viene solo affidato un incarico temporaneo
di evangelista laico). I suoi soggiorni presso le comunità di minatori sono documentati da una corposa serie di disegni.
La vocazione alla pittura nasce come compensazione all’impossibilita’ di intervenire positivamente sulla realta’.
Nell’ottobre 1880, deciso a diventare pittore, si trasferisce a Bruxelles, dove studia anatomia e disegno prospettico. All’Aja tramite il pittore
Anton Mauve conosce diversi pittori della Scuola dell’Aja. Ad Anversa invece frequenta l’Accademia di Belle Arti per pochi mesi; studia
Rubens e colleziona stampe giapponesi.
1) “periodo nero” della sua pittura fino al 1886: Prende di petto il problema sociale; si ispira a Daumier e Millet descrivendo in toni cupi la
miseria e la disperazione dei contadini. Sono quadri quasi monocromi, bui , una polemica volonta’ del brutto deforma le figure.
L’industrialismo che prospera nelle città’ ha portato la miseria nelle campagne, privandole perfino come della gioia di vivere cosi’ anche
della luce e dei colori.
Disegno forte ed incisivo descrive le forme tormentate delle cose e delle figure per renderne l’intensita’ vitale, il dramma che esse
nascondono. Partecipa cosi’ della miseria e dell’abbruttimento dei martiri della societa’, dei minatori, pescatori, relitti di città’ contadini,
operai. Per V. la bellezza e’ la verita’ degli aspetti piu’ significativi degli uomini e delle cose segnati dalla lotta per l’esistenza. Usa
colori scuri, bituminosi, simbolici della realtà ambientale.
2)Nel 1886 e’ a Parigi dove l’incontro con la pittura impressionista lo conduce a schiarire la sua tavolozza che diventa un esplosione di
luce, frequentando l’atelier del pittore Cormon, dove incontra Toulouse-Lautrec ed Emile Bernard, e gli amici impressionisti del fratello
Theo, Signac, Pissarro e Gauguin.
3)Nel 1888 e’ ad Arles : sogna di creare una “comunità di artisti”. Dipinge donne bretoni, i girasoli, paesaggi: luci e colori si fanno piu’
luminosi ed intensi. Qui lavora con Gauguin, un rapporto che finirà tragicamente.
Per V.G. il colore esprime qualcosa per se stesso: bisogna cercare l’intensità dell’espressione a cui sacrificare qualsiasi altra
preoccupazione. L’espressione consiste nel “far uscire fuori” dalle cose il loro piu’ vero significato. Non dunque un’arte d’impressione ma
d’espressione, che esprima non la verità apparente delle cose, ma la loro piu’ profonda sostanza.
ll colore e’ dato come stato d’animo dell’artista. e’ usato come rapporto di forze (attrazione, repulsione, tensione). Per effetto di quei
rapporti e contrasti di forze, l’immagine tende a deformarsi a distorcersi, lacerarsi: per l’accostamento stridente dei colori, per l’andamento
spezzato dei contorni, per il ritmo serrato delle pennellate, che fanno del quadro un contesto di segni animati da una vitalita’ febbrile,
convulsa.
4)1889 ultimo periodo il manicomio (Provenza Saint Remy):
Dopo un breve internamento in ospedale, nel maggio 1889 il pittore decide di lasciare Arles per Saint-Rémy, dove si fa ricoverare nel
locale istituto per alienati. Anche in ospedale continua a lavorare alacremente, e le sue opere cominciano a ricevere i primi apprezzamenti:
espone al Salon des Indépendants di Parigi e a Les XX di Bruxelles.
Sono ormai l’inquietudine, l’agitazione interiore e il suo ardore a guidargli la mano sulla tela. (80 tele in 70 giorni) Usa il colore in modo
arbitrario per esprimersi in maniera piu’ forte; uso psicologico del colore, chiave del soggettivismo moderno. “Ho cercato di esprimere col
rosso e col verde le terribili passioni degli uomini. Pennellata piu’ lunga, ondeggiante, circolare. Dinamismo della linea, svolgimento ondoso
della linea che comunica un sentimento di rovello spirituale e tensione dinamica. Deformazione.
5) 1890 Auvers sur Oise e il suicidio
Nel maggio 1890 parte per Parigi, dove rimane solo tre giorni, e raggiunge quindi Auvers-sur-Oise, dove il dottor Gachet lo prende in cura.
Il 27 luglio 1890 Vincent si spara, e morirà due giorni dopo senza aver perso mai conoscenza. Solo modo di protestare contro la societa’ e
difendersi: uomo solo, con speranze frustrate senza via di uscita, senza via di scampo alla propria inquietudine.