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Il diario
Diario del cap. Alfred Mendoza, 14 novembre 2011, 7.20pm
Scrivo questo diario alla vigilia della mia prima missione importante. Ho ricevuto questo
grado standomene dietro una scrivania a occuparmi di scartoffie e altre cose del genere.
Ma ora servono tutti i soldati disponibili, uomini e donne, per fronteggiare gli attacchi di
Infetti sferrati alle Città.
Ah, dimenticavo di spiegare! Nell’ ottobre del 2010 è stato trovato in Alaska un fossile di
un animale…o cosa…del tutto sconosciuta (le notizie giunte fino qua sono pochissime);
sfortunatamente gli esploratori che hanno trovato questo fossile non sapevano che
scongelandolo un virus si sarebbe diffuso per tutta l’America, l’Africa, l’Europa, e poi per
tutto il mondo. Successe proprio così; le città più veloci ad organizzarsi e con un esercito
efficiente costruirono delle enormi barricate intorno alle Città non ancora perdute.
Il virus si diffondeva per via aerea (ora è scomparsa questa caratteristica, un po’ come la
“spagnola” nella Prima Guerra Mondiale: nessuno sa da dove veniva e come mai si
dileguò così d’improvviso) e una volta contagiato non hai scampo. Questo virus che è
stato chiamato “Fenix Virus”, infatti, una volta che ti contagia ti trasforma in un essere
dalla velocità superiore, fotosensibile e soprattutto carnivoro…una specie di Zombie dei
film, è solo che questi sono veri.
In tutto il mondo si contano 37 Città fortificate. Sono sopratutto le principali capitali:
Mosca, Roma, Berlino, New York,…
Io sto in quella di San Paulo, in Brasile. Quello delle Città è un’opera mai messa in atto
prima d’ora: 40 Città hanno costruito milioni di km di acciaio, ferro, cemento armato di
barricate, con tutte le dovute precauzioni! In ogni Città ci sono almeno 2 reggimenti di
soldati (i nostri sono entrambi americani).
Il problema è che ultimamente ogni sera gli Infetti attaccano la Città, e sono sempre più
organizzati. Ci riforniamo ogni mattina dalle 7.00am fino alle 6.00pm.
Ora sono le 7.35pm. Gli attacchi iniziano di solito alle 7.45pm circa e cessano alle prime
luci del sole.
Adesso sto sulla barricata Sud, imbraccio il mio M4A1, ho l’equipaggiamento di 10kg che
comprende 7 caricatori di fucile e 4 di pistola…pistola…quella di mio padre…quella che si
dice che sia maledetta…una Beretta M9. Questa diceria nasce perché 7 soldati l’hanno
usata…e 7 sono morti, tutti miei amici o amici di mio padre. Solo io non sono morto…fino
ad ora…
Bè comunque tra poco gli Infetti attaccheranno e mi godermi questi ultimi momenti di
tranquillità.
Oh, già si vedono all’orizzonte.
Si avvicinano.
7.43pm, il sole sta scomparendo.
-Fuoco!- grida il tenente Mendoza.
E io premo il grilletto…
15 novembre 2011, 10.32am
L’attacco di ieri è stato più duro di quanto mi aspettassi. Abbiamo perso 3 soldati. Quei
dannati Infetti riescono a scalare le pareti, ora i genieri sono al lavoro per eliminare
sporgenze nelle barricate.
Adoro usare il fucile…ho ucciso circa 3 Infetti.
Le mitragliatrici sono state le prime a fare fuoco spazzando via i primi Zombie. Poi hanno
fatto fuoco le nostre armi; gli Infetti continuavano ad avanzare lasciando una scia di
cadaveri, finche i sopravvissuti, arrivati alle mura, hanno cominciato a scalarle, la maggior
parte è stata uccisa dai soldati, ma alcuni sono riusciti ad arrivare così in alto da artigliare
alcuni soldati e a buttarli di sotto…poveracci!
Tra poco esco con un Hummer e con una scorta in cerca di viveri tra le rovine della città.
Ore 11.09
Sono su un Hammer che il pilota ha soprannominato “Pelican”, in giro per San Paulo.
Abbiamo raccolto di tutto: acqua, pasta, taniche di benzina e bombole di gas, solo in posti
illuminati naturalmente.
Adesso gli Infetti ci staranno sicuramente spiando dagli edifici in rovina. Nella nostra
scorta ci sono alcuni cecchini armati di fucili M14 EBR con visori termici, e alcune volta
sparano agli Infetti che fanno capolino dagli edifici immersi nell’oscurità.
16 novembre 2011, ore 5.07am
Gli Infetti hanno attaccato e alcuni sono riusciti persino a scavalcare le mura,
fortunatamente li abbiamo eliminati prima che facessero gravi danni. 2 morti. Uno era mio
amico.
Ore 11.43am
La Città di Atene è sotto attacco. Abbiamo ricevuto la notizia alcune ore fa. La Città più
vicina vicina, Istambul, ha mandato rinforzi per via aerea, ma sembra che non basti.
Mancano ancora 4 ore prima dell’alba. Non ce la faranno mai.
Ore 1.19pm
Atene è caduta. Nessun sopravissuto.
E noi quanto resisteremo?
17 novembre 2011, ore 6.09
Devo scrivere! Ne ho bisogno.
La diffusione aerea del virus è ricomparsa. Ora tutti i cittadini e i soldati hanno l’ordine
perentorio di indossare le maschere. Ogni sospetto portatore di virus è fucilato all’instante!
Ore 10.22am
Se non ci distruggeranno gli Infetti allora lo faremo da soli. Oggi è scoppiata un‘altra rivolta
dovuta al razionamento del cibo, e per poco il tenente Kim non ordinava di sparare sui
cittadini.
Hanno chiamato noi dell’esercito per affiancare le squadre antisommossa della polizia. La
situazione si fa sempre più difficile: per il cibo e l’acqua ci si deve spingere sempre più
lontano e le munizioni…bè non ce restano così tante.
Respingiamo sempre più a fatica gli attacchi.
12.03am
Diavolo, non ce la faccio più con questa maschera!
Ora siamo usciti dalle mura in cerca di cibo. Alcune volte ci dobbiamo spingere a più di
20km dalla Città per trovare generi alimentari.
Ora stiamo per…
Oh, cazzo! Maschera bucata, maschera bucata…
Ore 14.34pm
Un’urgenza; prima un membro della squadra di ricognizione di cui faccio parte aveva la
maschera bucata.
I sintomi sono sangue dagli occhi, giramento di testa, vomito…e poi trasformazione.
Ed è quello che è successo…prima di capire cosa fosse successo il soldato è saltato
addosso all’autista e l’ha azzannato al collo, il guidatore si dibatteva ma l’Infetto era troppo
forte.
Quando abbiamo capito cos’era successo abbiamo aperto il fuoco contro i 2 Infetti,
crivellandoli di colpi e uccidendoli. Poi abbiamo dato fuoco ai cadaveri, abbandonandoli
sulla strada.
Oggi ho visto la morte in faccia: io ero seduto accanto all’autista. Se lo Zombie avesse
deciso di saltare addosso a me invece che all’autista…ora sarei solo un cadavere
carbonizzato agli angoli della strada.
20.30pm
-Fuoco, fuoco, fuoco!- grida il sergente.
Migliaia di soldati fanno fuoco sugli Infetti, ce cadono sui campi che circondano la Città.
Wow! Ora sparano anche l’artiglieria e gli elicotteri…è uno spettacolo stupendo e terribile
allo stesso tempo; dalle mitragliatrici Browing degli elicotteri Black Hawk partono migliaia
di dardi infuocati calibro .50 che fanno a pezzi gli Infetti.
L’attacco è iniziato verso le 7.55pm ma io non posso partecipare alla difesa perché sarò in
quarantena per 3 (di solito è questo l’arco di tempo in cui il virus ti uccide o ti trasforma in
uno di loro…) insieme al resto della squadra.
18 novembre 2011, ore 9.43
…98,99,100. Il sergente Boyle mi aveva chiesto di contare le sue 100 flessioni.
Mi annoio- come tutti gli altri credo- qui, rinchiuso come un animale in gabbia. Non c’è
niente da fare.
Solo 2 giorni e sarò fuori di qui, a respingere di nuovo gli attacchi di quei bastardi.
19 novembre 2011, ore 6.28
Eravamo in 12 qua dentro.
Ora siamo rimasti in 9: 3 soldati sembrano che hanno contratto il virus e stanotte li hanno
portati via, non credo che li rivedrò più, in fondo però li conoscevo sa molto poco,
comunque so come si chiamavano: Smith, Cole e Williams.
20 novembre 2011, ore 10.32am
Hanno portato via altri 2 soldati- Alex “Smoker” Sumners e il sergente Boyle. Ormai siamo
rimasti solo in 7, poco più della metà dell’intera squadra. Fortunatamente domani finirà la
quarantena.
21 novembre 2011, ore 11.32am
Sono uscito alcune ore fa da quei 4 muri bianchi dove ero racchiuso, insieme a altri 7
ragazzi, per la quarantena.
Questa era la bella notizia…
La brutta notizia è che gli Infetti si fanno sempre più intelligenti e giorno per giorno sembra
che si evolvono; alcuni soldati di pattuglia dicono di averne visto qualcuno che si sporgeva
dalle finestre, ai raggi del sole. Anche se per poco tempo, il fatto è preoccupante. La
protezione più efficace è proprio il sole e se i raggi solari non fanno più effetto sugli
Zombie…siamo morti che camminano, letteralmente.
22 novembre 2011, ore 13.24pm
Diavolo, non ci posso credere! Gli Zombie sono più intelligenti di noi.
Abbiamo ricevuto una notizia terribile: gli Infetti hanno bruciato tutte le scorte alimentari
nel raggio di migliaia di km…e non solo a noi.
Questo è un vero e proprio assedio. Quando entreranno qui dentro non ci sarà più niente
in grado di fermarli: ne le armi e ne gli uomini. Come sarà la mia morte? Spero indolore,
ma non credo, viste la creature che abbiamo di fronte.
…
27 novembre 2011, ore 10.21am
Non ho ritenuto scrivere in questi 5 giorni. Succedono sempre le stesse cose: rivolte
dovute al razionamento del cibo, attacchi di Infetti, avvistamenti di Zombie alla luce del
sole (sembrano sempre più indifferenti alla luce del sole).
Ora sono seduto sulla mia branda in attesa dell’ispezione, ho appena finito di pulire fucile,
pistola ed equipaggiamento.
Tra la popolazione e tra i soldati, tra gli ufficiali e tra i politici, si fa sempre più pressante
una domanda…Quanto resisteremo?
28 novembre 2011, ore 4.56am
Ho fatto il turno di notte e tra poco posso riposarmi, alle 5.30 circa.
Durante l’attacco di questa notte siamo riusciti a catturare un Infetto ferito, una vera e
propria “prelibatezza” per gli scienziati militari, sempre in cerca di una cura per il virus.
Però ormai si sa che non c’è più cura per questo virus: ormai è troppo diffuso.
Gli avvistamenti di Infetti nelle ora mattutine si fanno sempre più frequenti, e gli Zombie
rimangono sempre più alla luce del sole. Comunque fortunatamente si limitano a fissare i
soldati e a rintanarsi nelle loro buie tane quando i gruppi di ricognizione si avvicinano.
Adesso siamo così a corto di soldati che cominciamo a reclutare volontari dalla
popolazione.
Ci resta solo fare affidamento a Dio e…alle armi.
Bè ora vado a dormire. Spero di non trovare brutte sorprese al mio risveglio.
Ore 9.36am
Un gruppo di ricognizione, il 3°, non trasmette da circa 1 ora; era uscito a dare una
controllata nelle vicinanze ma abbiamo perso tutte le comunicazioni e vogliono che una
decina di soldati, tra cui io, vadano a controllare.
Tra poco partiamo su un paio di Hummer alla volta del centro di San Paulo, da dove
proviene l’ultimo messaggio radio.
Ore 10.03am
Siamo quasi arrivati al centro. Nell’ultima parte del tragitto abbiamo trovato alcuni cadaveri
Infetti… ma anche un’arma umana: all’addestramento ci hanno insegnato che per
NESSUNA ragione un soldato si libera della propria arma principale…non voglio neanche
immaginare quello che stanno pensando alcuni membri della squadra.
Ore 10.12am
Siamo arrivati; i miei timori si sono rivelati fondati.
Nessuno dei 17 soldati della 3° pattuglia di ricogn izione si è salvato…gli odori e i rumori
sono quelli tipici di uno scontro a fuoco: armi scariche, perdite di olio dalle Jeep, rumori di
motori, ricordi…
Alexander Crane,21 anni, soldato di prima classe, si è inginocchiato accanto a un
cadavere mutilato, gli ha staccato le piastrine di riconoscimento ed è scoppiato a
piangere; è stata una scena molto commovente, ho fatto il segno della croce.
Mi ci vorrà ancora un pò per riprendermi, ho vomitato per 2 minuti buoni, quindi ne
approfitto per scrivere; ora sono seduto sul sedile del passeggero.
Bè, in ogni caso…Oh merda!...
Ore 20.43pm
Ci hanno attaccato ed ora ci aspettano qui fuori. Oddio, questo è un incubo!
Ero in macchina quando uno Zombie è saltato contro un soldato e ha cominciato ad
artigliarlo, mentre il militare cercava invano di sfilare la pistola.
Intanto altri e 2 Infetti sono balzati contro il sergente Sully e il caporale Norman: il primo è
caduto rovinosamente a terra, tempestato dai colpi del mostro, mentre il caporale ha
crivellato di colpi lo Zombie con il suo SCAR-H e ha gridato: -Metti in moto!-.
Immediatamente i due autisti hanno acceso i motori, mentre i mitraglieri addetti alle due
Browing montate sul tettuccio del Hummer facevano “cantare” le due mitragliatrici.
Abbiamo aspettato che tutti gli otto soldati fossero saliti sulle due Jeep, poi gli autisti
hanno dato gas ai motori, e le due auto sono partite sgommando. Io ero in quella
davanti…fortunatamente.
Abbiamo percorso tutti e i 4 km che separano il centro di San Paulo dalla Città a tutta
velocità.
Verso la fine del percorso il mitragliere della macchina in retroguardia ha gridato. Ci siamo
voltati tutti giusto in tempo per vedere la Jeep assalita dagli Infetti e uno Zombie che
azzannava l’addetto alla mitragliatrice. Alcuni secondi dopo l’Hummer si è ribaltata e ha
preso fuoco.
Arrivati a mezzo chilometro dalla Città le difese automatiche poste sulle barricate hanno
cominciato a fare fuoco; migliaia di pezzi di metallo fuso sono sfrecciati ai fianchi della
Jeep corazzata, spazzando via gli Zombie che ci inseguivano.
Ora sono qui, a scrivere. Là fuori migliaia di Infetti assediano la Città.
Probabilmente, domani a quest’ora, saremo tutti morti. Gli Infetti avranno superato quella
mura e nostre tracce, dei soldati e dei civili, saranno solo alcuni cadaveri mutilati.
IN CHE GUAIO MI SONO CACCIATO?
29 novembre 2011, ore 10.01
Stanotte ho avuto gli incubi. Credo che sto impazzendo, come molti altri soldati del resto.
Gli Infetti aspetto qua fuori, immobili. Sembra che stiano… aspettando qualcosa o
qualcuno.
La stessa è presente in tutte le altre 35 Città del globo.
Ogni 3 ore le vedette si danno il cambio sulle torri d’avvistamento in attesa che succeda
qualcosa.
Ormai è questioni di giorni e saremo spazzati via.
Comunque ogni singolo soldato, regolare o civile, quando morirà si porterà nella tomba
più Zombie possibili. E’ questo l’addestramento.
SEMPER FIDELIS...
30 novembre 2011, ore 7.53
La tensione è alta, il morale è basso. La fine è vicina. Anche se ci è impossibile accertarlo,
è nell’aria. C’è qualcosa nell’animo di un uomo in grado di prevedere la fine e questa
sensazione ti rende…diverso.
In un paio di Città- Roma e Berlino- gli attacchi sono gia iniziati.
Noi quante speranze di vittoria abbiamo? 1…2…massimo 3 su 100.
Ogni singolo soldato spende ogni minuto per pregare, e chi non è credente passa il tempo
a pulire e ripulire fucili e pistole, oppure a procurasi munizioni.
Domani morirò, ne sono sicuro.
1 dicembre 2011, ore 10.00
Cazzo! Gli Infetti ci hanno attaccato alle 8 del mattino e hanno sfondato tette le linee
meno di 3 ore dopo. Mai visto un attacco di queste dimensioni. In meno di 2 ore abbiamo
perso quasi l’80% delle unità.
Abbiamo provato a respingerli con tutto quello che avevamo, persino molotov e
lanciafiamme (che ormai non si usano quasi più), ma non c’è stato niente da fare.
Ho visto molti bravi soldati, e buoni amici, morire dilaniati dall’ondata di Zombie che aveva
superato le mura.
All’inizio dell’attacco mi trovavo sulla barricata ovest…la prima spazzata via. Dei 7 gruppi
da ricognizione che si trovavano a difenderla solo uno è riuscito a sopravvivere, e con
gravissime perdite, il mio.
Abbiamo ucciso a migliaia di quelli Zombie prima che le loro orde ci travolgessero
superando le barricate, io stesso ne ho uccisi almeno 12, ma sono continuati ad avanzare.
Abbiamo perso quasi tutti gli ufficiali sul campo, io stesso ho gridato la ritirata dopo che il
sergente Fincher era stato travolto da 2 Infetti assetati di sangue.
Pochi minuti dopo lo sfondamento delle nostre linee abbiamo organizzato una debole
resistenza nella piazza con soldati presi da gruppi di ricognizione totalmente allo sbando,
soldati rassegnati alla morte che hanno combattuto fino allo stremo. Siamo riusciti a
resistere poco più di venti minuti, il tempo necessario per evacuare circa 50 civili con gli
elicotteri Black Hawk a nostra disposizione…quelli rimasti.
Ora mi sono ritirato, insieme ad un’altra decina di soldati nel “Big Dad”, un edificio di 4
piani, costruito in cemento armato, che fungeva da centro di comando di tutte le
operazioni. Si trova proprio nel cuore della Città.
L’unico punto debole è la porta: non è costruita in acciaio o metalli di simile durezza, ma
solo in ferro, e neanche uno strato tanto spesso. A difenderla c’è una mitragliatrice
Browing cal. 50.
Ormai ci restano solo una manciata di minuti, gli Infetti sono gia all’opera per sfondare la
porta.
Questo è il momento più bello, quello in quale tutta la tua vita, 24 anni nel mio caso, ti
passa davanti agli occhi e rivedi tutto quello che hai fatto in anni di vita, le scelte e gli
sbagli, in pochi secondi.
Alcuni soldati che sono qui con me stanno piangendo, altri pregando, altri si limitano ad
fissare il vuoto, riflettendo. I veterani preparano i fucili e le pistole. A me è rimasta solo la
mia M9…
Ecco che appaiono le prime deformazioni nella porta. Gli Infetti stanno per sfondare la
porta.
Il mitragliere addetto alla Browing infila il nastro nella fessura della mitragliatrice e mira
alla porta, ormai allo stremo della resistenza.
Ci prepariamo a combattere…come sempre…è solo che questa sarà la nostra ultima
battaglia.
…
Sono le 10.13. Ormai hanno praticamente sfondato.
Carico la mi 9 millimetri, faccio scorrere il carrello all’indietro.
Un frastuono assordante proviene dalla porta. La mitragliatrice comincia a vomitare
proiettili cal. 50 sui primi Zombie, ma per ogni Infetto morto cinque se ne fanno avanti.
La mitragliatrice smette di sparare, è rovente. Il mitragliere cerca di estrarre la pistola, ma
ormai gli Zombie sono vicini, gli saltano addosso, e tra grida e suppliche, viene dilaniato.
Scarico l’intero caricatore della mia Beretta M9 contro i primi Infetti entrati, uccidendone 3.
Estraggo 2 due granate, tiro le spolette. Non sarò l’ottava persona a morire con quella
pistola in mano.
Corro contro gli Zombie, quant’è vero Dio, me ne porterò il più possibile nella tomba…
San Paulo, Brasile, Popolazione: 0
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