Venerdì, 8 Febbraio dalle ore 18 alle ore 19,30 Libreria Ippogrifo
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Comunicato Stampa Venerdì, 8 Febbraio dalle ore 18 alle ore 19,30 Libreria Ippogrifo Corso Nizza, 1 – Cuneo Incontro con l’Autore L’Alliance Française di Cuneo ha il piacere di invitare Yvonne Fracassetti Albert CAMUS figlio del Mediterraneo Yvonne Fracassetti autrice del saggio Albert Camus figlio del Mediterraneo ricorderà la figura del famoso scrittore e filosofo francese, premio Nobel della letteratura nel 1957, nel centenario della sua nascita a Mondovì, in Algeria, nel 1913. Yvonne Fracassetti Brondino, francesista, è stata lettrice di italiano all’Università di Algeri e addetta culturale presso l’Istituto Italiano di Cultura di Tunisi. Ha diretto l’Ufficio culturale presso i Consolati Generali d’Italia a lIone e a Nizza ed è co-direttrice della collana Italie presso le edizioni Publisud (Paris). Ha pubblicato vari saggi sulle culture mediterranee, fra cui: Mario Scalesi, précurseur de la littérature multiculturelle au Maghreb (con A. Bannour), Paris, Publisud, 2002, Il Mediteraneo vede, scrive, ascolta e Il Mediterraneo figure e incontri (a cura di ), Milano, Jaca Book, 2005, Il Nord Africa brucia all’ombra dell’Europa (con M. Brondino), Milano, Jaca Book, 2011. *** *** *** Perché una rilettura di Camus? In questi ultimi anni, Camus è oggetto di un’ampia rivisitazione da parte della critica. Apparteneva al mio bagaglio di lettrice e docente con le sue opere più conosciute (Lo straniero, La peste, il mito di Sisifo, l’Uomo in rivolta), le opere con le quali ha vinto il Nobel nel 1957, il Camus classificato in tutte le antologie come filosofo esistenzialista e grande scrittore umanista. Sono stati alcuni input ad incuriosirmi e a farmi tornare ad una rilettura di Camus. Il primo input è stato il mio lavoro sulla letteratura solare, sugli scrittori del sud, del Mediterraneo dove ho passati molti anni della mia vita professionale come lettrice all’università di Algeri poi addetta culturale in Tunisia. Gli scrittori e gli artisti del sud, fra cui molti italiani emigrati sulla sponda sud a cavallo del 800 e 900 e tutti accomunati da un forte sentimento di appartenenza ad una sensibilità e una letteratura carica di luce, di profumi, di spazi e di cultura mediterranea. Ho scoperto che Camus, giovane esordiente ventenne ad Algeri, apparteneva a questa corrente, anzi si fece promotore (con Gabriele Audisio) di una rivista “Rivages” in cui pubblicò poesie di Montale, Garcia Lorca… e molti letterati locali, un’appartenenza geografica solare ma anche un’appartenenza identitaria plurale, di chi vive tra due rive, tra due culture, ne trae ricchezza ma anche, talvolta, il sentimento di una estraneità . Oggi per lo più questa letteratura solare è stata dimenticata, ovviamente in Camus si è caricata di una dimensione esistenziale e universale che ha fatto di lui uno degli scrittori più letti, ancora oggi. Un altro input viene dalla sua origine, da Mondovì (cittadina algerina della costa orientale che prende questo nome con il decreto di Luigi Napoleone Bonaparte del 1851 in ricordo della famosa battaglia della campagna d’Italia), che difficilmente si poteva immaginare così importante prima della pubblicazione del Primo Uomo nel 1994 (un intero capitolo è dedicato a Mondovì e alla colonizzazione). Questo ritorno di Camus, dopo la gloria del Nobel, sul luogo della nascita per ritrovare il Primo uomo appunto, un padre di cui non trova la traccia, una madre che non ricorda, un paese di coloni, nato lì per scomparire, generazioni di francesi d’Algeria cancellati . Ma là dove la storia distrugge, l’uomo si aggrappa alle radici. Gli abitanti di Mondovì d’Algeria, i mondoviens, fuggiti nel 1962 e raggruppati per la maggior parte nei dintorni di Grasse, si sono riuniti in associazione e si sono avvicinati ai Monregalesi , - può sembrar banale, casuale – è invece un grido di aiuto, per ricucire ciò che la storia ha tagliato, anche fittiziamente, anche se di destini straziati si tratta, ricucire un legame con Mondovì, un’altra Mondovì, ma che ha dato il nome alla loro Mondovì d’Algeria. Intanto la Mondovì d’Algeria ritrovava per gli Algerini, il suo nome arabo: Drean. Vorrei solo dire che questa rilettura di Camus che mi ha fatto scoprire l’uomo Camus e la sua avventura spirituale, ha suscitato in me una grande emozione, un coinvolgimento intensissimo, di quelli che fanno crescere e che fanno accedere ad una dimensione dell’essere alla quale solo un poeta può aprire. Da questa rilettura, emerge una forza che travolge l’assurdo. L’assurdo, “quel divorzio tra lo spirito che desidera e il mondo che delude”, Camus lo trasforma in una irresistibile voglia di vivere. Altro che filosofo esistenzialista, Camus rifiutava questa catalogazione, ambiva ad essere un poeta, meglio un artista, colui che filtra la vita attraverso il vero e il bello. Il testo Albert CAMUS figlio del Mediterraneo è pubblicato a cura dell’Associazione Gli Spigolatori