Braccio di ferro carrozzieri

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Braccio di ferro carrozzieri
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ECONOMIA
giovedì 16 gennaio 2014
l'Adige
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G
Atahotels licenzia, allarme per Campiglio
La società
ex Ligresti
ora di Unipol
annuncia
81 esuberi su
384 addetti
in tutta Italia
Al Golf Hotel
sotto esame
il lavoro extra
TRENTO - Atahotels, la catena
di alberghi ex Ligresti ora di
Unipol che comprende il Golf
Hotel Campiglio, ha aperto la
procedura di licenziamento collettivo per 81 lavoratori sui 384
addetti totali in tutta Italia. A
Campiglio non sono previsti
esuberi, ma come nelle altre
strutture il costo del lavoro, in
particolare il lavoro extra e
quello dei lavoratori intermittenti, è sotto esame. Contro la
decisione della proprietà, i sindacati hanno proclamato uno
sciopero per l’intero turno di
lavoro di domani, venerdì 17
gennaio.
«Dopo numerosi incontri - scrivono in una nota Filcams Cgil,
Fisascat Cisl e Uiltucs Uil - il 9
gennaio si è tenuto a Roma l’incontro finale che purtroppo si
è concluso con esito negativo,
per la determinazione miope
dell’azienda di procedere ad
ogni costo al licenziamento delle lavoratrici e lavoratori coinvolti dalla procedura di mobilità». Atahotels ha i conti in ros-
so fisso. Nell’ambito dell’inchiesta sul crac Ligresti, è stata, anche a Campiglio, un buco nero
della gestione.
«A tanto si è arrivati - proseguono i sindacati - nonostante la
pressante richiesta sindacale
di attivare tutti gli strumenti
utili per la salvaguardia dell’occupazione: cassa integrazione
in deroga, riduzione oraria, riqualificazione professionale, ricollocazioni interne, formazione professionale ed esodi volontari incentivati e la possibi-
lità data da parte del ministero di concedere la cassa integrazione guadagni per un primo periodo di tre mesi». Filcams, Fisascat e Uiltucs continuano a chiedere all’azienda il
piano industriale e di riorganizzazione dei 5 hotel business e
delle 15 strutture ricettive prevalentemente nella categoria
quattro stelle. I sindacati continueranno a proclamare ulteriori mobilitazioni affinché Atahotels riveda la propria posiF. Ter.
zione.
Braccio di ferro carrozzieri-compagnie
A Roma contro le nuove norme Rc auto
«Officine strozzate dalle assicurazioni»
CASA
Boom dei mutui per ristrutturazioni
TRENTO - Se comprare casa è sempre difficile, le detrazioni fiscali per
le ristrutturazioni hanno dato slancio alla voglia degli italiani di mettere in ordine i loro immobili: le domande di mutuo per ristrutturazioni sono cresciute del 5% nel secondo semestre 2013, salendo al 7,6%
del totale mutui dal 2,6% del primo semestre dell’anno. Il valore medio di questo tipo di finanziamento è pari a 72 mila euro (-7% sul semestre precedente). Il Trentino Alto Adige, dove si aggiungono contributi provinciali, vede la quota dei mutui per ristrutturazioni superare
il 10% del totale, con un valore medio di 91 mila euro, al secondo posto tra le regioni dopo le Marche.
Dall’indagine di Mutui.it emerge l’identikit di un soggetto dall’età media di 44 anni, che punta a finanziare una spesa pari al 26% del valore
dell’immobile. La durata del mutuo è comprensibilmente più bassa di
un mutuo acquisto, circa 15 anni. Fra i tassi prevale quello variabile.
TIR
TRENTO - «Con le nuove norme contenute nel decreto Destinazione Italia
la metà delle 17 mila carrozzerie indipendenti italiane chiuderanno, le altre
diventeranno fiduciarie con il cappio
al collo delle assicurazioni, come avviene in Inghilterra». Lo ha detto il presidente nazionale di Confartigianato
Carrozzieri Silvano Fogarollo a Roma,
davanti a Montecitorio, alla manifestazione (nella foto) che ha visto la partecipazione di centinaia di carrozzieri
provenienti da tutta Italia - nutrita la
delegazione trentina - e la presenza di
oltre 40 parlamentari di tutti i gruppi
politici. Nel mirino le nuove norme sulla Rc auto che obbligano a far riparare il veicolo incidentato nelle carrozzerie convenzionate con le compagnie
assicurative.
La norma, nelle intenzioni del governo, dovrebbe agevolare le procedure
per i cittadini, ma i carrozzieri sostengono che metterà le officine ancora di
più alla mercé delle potenti assicurazioni, con il rischio di lavorare sotto
costo e peggiorare la qualità della riparazione.
A Roma c’erano il presidente dei Carrozzieri dell’Associazione degli Artigiani del Trentino Gianpaolo Melzani
con l’intero comitato direttivo e vari
titolari di carrozzerie della nostra provincia, che complessivamente sono
90. «Le nuove norme - spiega Melzani
- impongono di far riparare il veicolo
incidentato esclusivamente dalle offi-
cine di carrozzeria convenzionate con
le assicurazioni e pagate direttamente da queste ultime».
«Questa soluzione - continua Melzani
- rappresenta l’esatto contrario delle
liberalizzazioni perché nei fatti si indirizzerebbe tutto il mercato della riparazione verso le carrozzerie convenzionate, attraverso una consistente penalizzazione di natura economica per
chi volesse utilizzare un altro percor-
A rischio migliaia di ditte
in Italia, decine inTrentino
Melzani (Assoartigiani):
dalle compagnie condizioni
capestro che ci costringono
a lavorare sotto costo
so attualmente previsto dalle leggi. Anche in Trentino tutto ciò porterebbe
all’espulsione dal mercato della stragrande maggioranza delle carrozzerie
indipendenti».
«Quello che gli automobilisti non sanno e il governo finge di non sapere sottolinea Melzani - è che alle carrozzerie convenzionate vengono imposte
dalle assicurazioni condizioni contrat-
tuali capestro: basse tariffe orarie, tempi di riparazione ridotti, ricambi dati
in conto lavorazione, servizi aggiuntivi richiesti a titolo gratuito, percentuali di ristorno sul fatturato. Tutto questo costringe le carrozzerie convenzionate a lavorare sotto costo, mettendo così a rischio anche la qualità della riparazione».
«Non si può tollerare che le compagnie
assicuratrici, invece di farsene carico
direttamente, scarichino sulle imprese artigiane i costi delle polizze, mettendo a repentaglio la tenuta di migliaia di aziende che oggi stanno soffrendo per la crisi». Lo ha affermato il senatore autonomista Franco Panizza, intervenuto alla manifestazione. «Già alla Camera i colleghi del Patt e della Svp
sono impegnati con una serie di emendamenti per rivedere la norma. Se il testo non dovesse essere corretto, non
appena verrà trasmesso al Senato ci
adopereremo con lo stesso impegno
per fare in modo che queste norme
non siano così sbilanciate a favore delle compagnie assicuratrici».
«Gli autonomisti - ribadisce Panizza non faranno mancare il loro appoggio
a favore di una rete di piccole imprese che costituisce la spina dorsale del
sistema economico trentino e italiano». Dalla parte dei carrozzieri anche
il senatore della Lega Nord Sergio Divina, che incalza i colleghi del Pd e del
Nuovo centrodestra: «Votino i nostri
emendamenti soppressivi».
F. Ter.
Gottardi: bene l’A22, colpiti in Lombardia e Veneto. «Segnali di ripresa ma le banche ci aiutino»
«Pedaggi autostrade, aumenti scandalosi»
TRENTO - «Il rincaro dell’A22 è
bassissimo e ci sta. Ma siamo
arrabbiati perché ci sono tratte
autostradali su cui gli aumenti dei
pedaggi sono stati scandalosi. Sulla
Milano-Varese ad esempio sono
aumentati del 12%». Lo afferma
Andrea Gottardi (nella foto),
presidente degli autotrasportatori
di Confindustria Trento. Proprio sui
pedaggi, aumentati in media del
3,9% (1,63% in Autobrennero)
rispetto a un’inflazione all’1%, il
ministro delle Infrastrutture e dei
Trasporti Maurizio Lupi ha
incontrato ieri a Roma Fabrizio
Palenzona e Giovanni Castellucci,
presidente e vicepresidente di
Aiscat, l’associazione delle
concessionarie autostradali. Lupi ha
chiesto, a nome del governo,
agevolazioni tariffarie del 20% per i
pendolari su tutta la rete
autostradale, come già si fa da
qualche anno sull’Autostrada del
Brennero, con una risposta in tempi
brevi in modo da poter rendere
operativa l’iniziativa già da febbraio.
Autobrennero ha deciso nel 2007
questa forma di abbonamento
autostradale con lo sconto del 20%,
che si può ottenere con
un’autocertificazione scaricabile via
internet ed è condizionata all’uso
del Telepass Family. Il pedaggio
agevolato vale fra due tratte che
non si possono modificare. Questa
potrebbe essere la soluzione per
agevolare su tutte le autostrade
italiane i pendolari per lavoro.
«Autobrennero è numero uno per
sicurezza e qualità - sostiene
Gottardi - La Milano-Varese, ad
esempio, non è neanche servita da
infrastrutture. In Veneto tanti
artigiani debbono prendere
l’autostrada perché la rete stradale
è inadeguata alla movimentazione
merci. Così i rincari colpiscono
l’industria locale». A proposito di
A22, Gottardi auspica il rinnovo
della concessione. «Il mancato
rinnovo - sostiene - sta bloccando
un sacco di lavori e non solo».
Ma come va il settore
dell’autotrasporto trentino, che le
ultime rilevazioni congiunturali
danno in ripresa? «Rispetto all’anno
scorso, quando in molte nostre
aziende c’era la cassa integrazione,
stiamo lavorando. Intravediamo
segnali di ripresa, soprattutto per
chi opera con i mercati
internazionali».
«Certo - prosegue Gottardi permangono problemi di
concorrenza sleale e su certi settori
come l’edilizia la crisi è dura. Va
ricordato che cassa integrazione in
meno può significare più lavoratori
in mobilità, perché tante aziende
hanno chiuso. Voglio fare un appello
al sistema del credito: aiutateci a
uscire dalla crisi, chi è riuscito ad
arrivare al 2014 merita di essere
F. Ter.
sostenuto».
Il ministro Lupi
alle concessionarie:
abbonamenti scontati
per i pendolari come già
si fa sull’Autobrennero
BRENNERO. Fraccaro, deputato M5S, attacca. L’alternativa? Maggiore utilizzo dell’attuale ferrovia
«Tunnel inutile, un’operazione di finanza criminale»
TRENTO - Il deputato trentino del Movimento
5 Stelle Riccardo Fraccaro va all’attacco del tunnel del Brennero. «11,4 miliardi di euro che, secondo analisi indipendenti, sono destinati a lievitare fino a cinque volte tanto. Non si tratta
degli accantonamenti per garantire il potenziamento dei trasporti pubblici locali, la prevenzione del dissesto idrogeologico o le detrazioni per sostenere le spese medico sanitarie, bensì del costo stimato per la costruzione del treno ad alta velocità del Brennero». Un’operazione che Fraccaro definisce di «finanza criminale».
«L’obiettivo dichiarato dai promotori - scrive
il deputato - è quello di aumentare la capacità
di trasporto merci in uno scenario che vede le
quantità movimentate in calo dal 2008 e un sottoutilizzo approssimativo del 70% della capacità di carico della ferrovia storica. Tali dati
servono quindi a nascondere la vera funzione
dell’opera: creare condizioni durevoli affinché
la tangentopoli 2.0 possa prosperare in una spazio protetto».
L’aggravante del progetto, secondo Fraccaro,
è «quella dell’attacco all’ecosistema alpino.
L’esempio più eclatante è stato offerto dal traforo ferroviario del Mugello in Toscana, il quale ha sconvolto l’equilibrio idrogeologico con
effetti irreversibili. Il tunnel del Brennero e le
tratte d’accesso taglieranno integralmente de-
cine di valli alpine provocando un disastro naturale decisamente più grave rispetto al Mugello e quindi unico nel suo genere». Fraccaro
elenca: danni alle falde acquifere, smaltimento del materiale di scavo, consumo di suolo per
le tratte all’aperto e «il carattere energivoro del
modello di trasporto che si vuole perseguire».
Invece «le soluzioni tecniche per rafforzare il
trasporto su ferrovia proposte dal M5S sono
semplici e produrrebbero effetti già a breve termine. Basterebbe utilizzare a pieno regime la
ferrovia storica, intervenire sulle politiche tariffarie per redistribuire il trasporto merci su
tutto l’arco alpino e ottimizzare l’operatività
dei centri intermodali».