La segreteria Nazionale del SAPPE, sindacato autonomo Polizia
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La segreteria Nazionale del SAPPE, sindacato autonomo Polizia
Bari, lì 20.02.2014 Prot.n.40 /S.N./14 A S.E. Signor Prefetto della Provincia di LECCE Al Provveditore Regionale Amm.Penit. BARI Al Segretario Generale S.A.P.Pe.. R O M A Alla Direzione Casa Circondariale LECCE Alla Segreteria Provinciale S.A.P.Pe.. LECCE Oggetto: Servizio traduzioni detenuti , richiesta di incontro. La segreteria Nazionale del SAPPE, sindacato autonomo Polizia Penitenziaria, maggior sindacato di categoria, a seguito dei gravi fatti accaduti a Gallarate, ove un detenuto con l’aiuto di un commando esterno è riuscito a fuggire, vuole riportare alla Sua attenzione una problematica che riveste importanza sia per l’ordine e la sicurezza pubblica che per quella stradale. La decisione di richiedere l’intervento della S.V. è stata determinata dalla necessità che sia l’ASL di Lecce che l’Amministrazione Penitenziaria affrontino delle questioni che mettono in serio pericolo l’incolumità dei detenuti, del personale di Polizia Penitenziaria, nonché dei cittadini. Come già segnalato in altra circostanza, il SAPPE denuncia da tempo l’aumento dei ricoveri e delle traduzioni dei detenuti presso i luoghi di cura esterni al carcere, come conseguenza del passaggio della sanità penitenziaria a quella pubblica. Ciò in quanto la Regione prima e l’ASL poi, non hanno capito la grande importanza e la delicatezza di una materia che per forza di cose ha avuto e sta avendo riflessi negativi, anche sulla sicurezza di tutta la cittadinanza. Infatti questo aumento di traduzioni di detenuti verso le strutture sanitarie esterne ha inciso ed incide in maniera determinante sul lavoro del nucleo traduzioni e piantonamenti dell’ Istituto di Lecce a causa della carenza in organico del personale di Polizia Penitenziaria. Tutto ciò determina traduzioni di detenuti, anche pericolosissimi, con un numero inadeguato di Poliziotti di scorta, oppure piantonamenti, che sempre più spesso avvengono nelle corsie ospedaliere a stretto contatto con altri malati. Tale situazione è quanto mai pericolosa in particolar modo durante gli orari di visita ai pazienti da parte dei parenti, poichè è quasi impossibile evitare che nelle camere accedano parenti o conoscenti anche del detenuto ricoverato. Arginare tale fenomeno diventa molto difficile se non impossibile, a causa dell’ insufficiente numero di personale di Polizia Penitenziaria impiegato, che è inferiore a quello previsto dalla normativa in materia. In caso di un tentativo di evasione posto in essere da tali pericolosi soggetti senza scrupoli, tradotti sotto scorta o piantonati con un numero insufficiente di personale, quali sarebbero le nefaste conseguenze per inermi cittadini o pazienti in attesa di visite mediche o peggio ancora ricoverati presso i nosocomi? Tale fenomeno ultimamente si è acuito poiché a causa dell’impossibilità di ricoverare, per talune patologie, i detenuti presso l’Ospedale “Fazzi” di Lecce ove è funzionante un reparto attrezzato, gli stessi vengono ricoverati nei vari nosocomi della Provincia a decine di kilometri dal carcere creando così ulteriori problematiche. Ci viene riferito che nel 2013 sarebbero state eseguite circa 2200 traduzioni di detenuti verso strutture sanitarie esterne. Peraltro il dover prenotare le visite ai detenuti attraverso il CUP, espone le scorte a molti pericoli, poiché molte persone vengono a conoscenza degli spostamenti a cui saranno sottoposti i detenuti. Proprio per questi motivi abbiamo chiesto in più occasioni uno sforzo maggiore da parte dell’ASL di Lecce , affinché consentisse l’ingresso presso il carcere di un numero maggiore di specialisti che devono ovviamente avere a disposizione strumenti diagnostici ed ambulatori adeguati. Ci viene riferito, per esempio, che all’interno del carcere di Lecce manca un ecografo per cui anche per una ecografia bisogna far uscire i detenuti dal carcere, mentre bisognerebbe ridurre al minimo il turismo carcerario, permettendo così di utilizzare le risorse disponibili, nel controllo più adeguato dei detenuti malati. Purtroppo l’ASL continua a pensare di trattare i detenuti come normali cittadini che si rivolgono alle strutture per richiedere assistenza sanitaria. Altra questione importante a cui l’Amministrazione Penitenziaria si è sottratta riguarda la fatiscenza degli automezzi per il trasporto dei detenuti che in alcuni casi violano palesemente le norme di sicurezza stradale, attentando così all’incolumità dei detenuti trasportati, dei Poliziotti e degli automobilisti. Abbiamo notizia che alcuni automezzi hanno superato diverse centinaia di migliaia di chilometri 500'000 e 20 anni, pertanto necessitano di urgenti, accurati e sicuramente maggiori controlli, ma purtroppo ciò non avviene sia per carenza di fondi, sia per la necessità di assicurare i servizi, considerata l’esiguità degli automezzi disponibili. Ci viene riferito che sarebbero circa una ventina gli automezzi fermi in attesa di riparazione. Per i motivi sopra esposti e per tanto altro, questa O.S., chiede alla S.V., in qualità di massima autorità Provinciale di Governo in materia di sicurezza pubblica, un incontro per poter illustrare in maniera analitica, con documenti, la gravità della situazione. In attesa di notizia , porgiamo distinti saluti.