Cultura Generale ed Etica Professionale STORIA DELLA COSMESI

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Cultura Generale ed Etica Professionale STORIA DELLA COSMESI
Cultura Generale ed Etica Professionale
STORIA DELLA COSMESI
La storia della cosmesi ha origini antichissime. Il ritrovamento in epoca moderna di alcune
statuette Sumere, dimostra come fosse diffusa, per esempio, la pratica di marcare il contorno
occhi con il colore nero, tendenza presente in tutta l’area della Mesopotamia del tempo e
attualissima anche ai giorni nostri.
Il primo reperto archeologico che testimonia l’utilizzo di trucchi è datato 4000 a.C. Si può quindi
affermare, che tutta la cosmesi di cui oggi disponiamo, è il frutto di secoli di storia, di scoperte e di
tradizioni che si sono evolute nel tempo e che si sono intrecciate con il passare dei secoli, alla
scienza e soprattutto alla medicina.
Antico Egitto
Il culto della bellezza esteriore e la cura del corpo hanno radici fin nell’antico Egitto. Gli Egiziani
sono stati sicuramente tra i primi a sviluppare un ampio assortimento di prodotti di bellezza. Si
pensa che essi addirittura siano stati i primi ad aver creato una linea cosmetica. Dimostrazione ne
sono dei flaconi rinvenuti in alcune tombe, che analizzati, hanno rivelato dei prodotti a base di
piombo e olio d'oliva utili per la cura della pelle.
L’esaltazione della bellezza non era il solo scopo degli Egiziani. Era infatti consuetudine dei
sacerdoti e delle sacerdotesse, colorarsi il corpo, profumarsi e intingersi in particolari unguenti
durante i riti religiosi fatti in onore delle divinità.
Il trucco era originariamente usato solo dagli uomini. In maniera particolare, i faraoni erano seguiti
dai più esperti visagisti del tempo, che realizzavano su di loro dei magnifici make up per le
cerimonie reali. Molto spesso i cosmetici venivano offerti alla gente comune durante importanti
ricorrenze e festività: preparati in polvere d'oro, oli, creme e altro in modo che anche il popolo.
potesse truccarsi per le celebrazioni.
Reperire le materie prime per il trucco non era problematico per gli Egizi. In qualsiasi mercato si
potevano trovare le paste per la preparazione di prodotti cosmetici. Questa intensa attività
commerciale rese l'Egitto il luogo più fornito di prodotti di bellezza nel mercato globale del tempo.
Quanta importanza avesse il make up per gli Egizi si capisce dall’attenzione che questo popolo
dedicava al trucco per gli occhi: lo sguardo era infatti ritenuto la massima espressione dell’anima
quindi era necessario valorizzarlo ad ogni costo.
Cleopatra, Nefertiti e numerose altre donne, così come gli uomini, utilizzavano prodotti come il
Khol per sottolineare l’occhio, allungando la linea della bordatura in direzione delle tempie senza
sfumarla. Il Kohl altro non era che una polvere di colore scuro ottenuta dalla macinazione di
mandorle, piombo, rame ed altri minerali mischiati a cenere ed ocra. Queste sostanze lavorate
insieme, venivano applicate sugli occhi con l’ausilio di un bastoncino per conferire all’occhio una
forma a mandorla, considerata al tempo simbolo di raffinatezza, eleganza ed enigmaticità. Le
palpebre poi, erano truccate con delle polveri: i colori utilizzati variavano con il cambio delle
stagioni, anche se uno dei colori prediletti era il verde.
Altre sostanze utilizzate dagli Egizi erano l'antimonio, per far risaltare le sopracciglia, l'hennè per
dipingere le unghie di mani e piedi, l’ocra gialla per dare riflessi d'oro alla pelle e l’ocra rossa per
dare risalto alle guance e alle labbra.
Le regine talvolta cambiavano trucco anche quattro volte al giorno, in base ai luoghi presso i quali
avrebbero dovuto recarsi in visita.
Trucco ma non solo! Il make up degli antichi egizi non serviva infatti, solo a colorare gli occhi e a
renderli seducenti e brillanti. Questo aveva infatti una vera e propria funzione preventiva e
terapeutica. I prodotti da essi utilizzati appunto, proteggevano soprattutto gli occhi dalle infezioni.
Antica Grecia
Anche per i Greci il culto della bellezza era una condizione necessaria, affinché uomini e donne
raggiungessero l’obiettivo della perfezione fisica. Le donne, dopo un bagno profumato, si
spalmavano di oli essenziali di rosa e pulivano il viso con prodotti provenienti dall’Egitto.
Il make up che adoperavano era semplice e raffinato: incarnato luminoso, labbra in evidenza
grazie all’estratto di oricello e ciglia scure. Ad Atene i così detti ginecomi (una sorta di magistrati)
avevano il compito di multare le donne che trascuravano il loro aspetto esteriore, senza esclusioni
per l’abbigliamento. La donna doveva apparire curata e perfetta. Aspasia di Milete, compagna di
Pericle, scrisse veri e propri trattati di cosmesi diretti alle donne greche e alcune ricette riportate
sui suoi libri, vennero incise su lamine di bronzo e messe nel tempio di Esculapio.
Anche i capelli dovevano essere ben pettinati. L’aiuto di speciali retine e fermagli aiutavano
nell’arduo compito di creare acconciature complicate ed eleganti.
Etruschi
Gli etruschi furono indiscussi maestri profumieri e ottimi cosmetologi. Si specializzarono nella
produzione di oli e unguenti, mentre i prodotti di make up erano d’importazione, provenienti dall’
Asia, dall’ Egitto, e dalla Grecia.
Nel corredo funebre delle tombe etrusche sono spesso stati rinvenuti scrigni e cofanetti, usati
come i moderni beauty case, ma sigillati con il mastice, a testimonianza dell’enorme importanza
che la cultura etrusca dava all’aspetto e alla cura del corpo. Questi ritrovamenti hanno permesso
lo studio delle sostanze contenute in nei cosmetici: gli oli per il corpo ad esempio erano a base di
rosmarino e salvia, o di mirto.
L’arte della cosmesi si concentrava sul viso: questo doveva essere ben truccato, con labbra
colorate di rosso, occhi disegnati da una raffinata linea nera e pelle perfetta grazie all’uso
quotidiano di creme. I capelli venivano raccolti, anche in questo caso, in acconciature
sofisticatissime e particolarmente elaborate, così che incorniciassero il volto.
Gli Etruschi si occuparono molto anche degli strumenti per la cura della bellezza. In particolare,
posero molto attenzione nella produzione degli specchi: erano di fattura molto elegante e
raffinata, realizzati in bronzo, argento o rame raffiguranti scene di mitologia greca riguardanti la
bellezza.
Romani
Anche i Romani usavano il Khol per il trucco di ciglia e sopracciglia. Alcuni materiali rinvenuti negli
scavi archeologici, fanno rinvenire questa abitudine sin dal I secolo.
Questo popolo può essere considerato inventore delle maschere di bellezza: le donne creavano
composti d’ogni genere con sostanze come l’ocra, il vermiglione, il cartamo e la porpora di Tiro.
Applicavano abitualmente una maschera prima di andare a dormire ed una al mattino. Le
maschere notturne in particolare, erano fatte con farina, lumache secche, foglie aromatiche, miele
e latte d’asina in modo da rendere soffice la pelle. Per darle freschezza durante il giorno, si
cospargevano invece di cerussa, una crema a base del velenoso ossido di piombo.
Il make up del viso era molto semplice: occhi anneriti con la fuliggine, labbra tinte di rosso grazie
alla polvere di ocra e pelle sbiancata con del gesso. La vera invenzione fu la splenia: cerotti neri
molto piccoli simili a piccoli nei usati per coprire imperfezioni o cicatrici.
Molto interesse dimostrarono anche per le acconciature. Verso la fine del III sec. a.C., le donne
romane cominciarono a portare i capelli lunghi in pettinature molto elaborate, costituiti da riccioli
sovrapposti. Erano inoltre molto utilizzate le tinture, ed il colore preferito era il biondo - rosso.
Questo accadde soprattutto a Roma dove, dopo la conquista della Gallia, Giulio Cesare portò con
se parecchie giovani bionde. Da quel momento le donne italiane presero ad imitarle con preparati
di grassi di animale, sambuco e mallo di noce.
Molto diffuso era l’uso delle terme. I bagni termali, i massaggi e l’uso degli unguenti apparteneva
sia agli uomini che alle donne. Tra le più importanti ricordiamo quelle di Caracalla, che all’epoca
avevano una capienza di oltre 2000 persone.
Medioevo
Le invasioni dei popoli dell'Europa Nord Orientale e la grande trasformazione culturale che ne
deriva per l'ex Impero Romano, rendono superfluo tutto ciò che non fa parte dei bisogni primari. I
modelli estetici classici perdono di valore; i nuovi conquistatori non hanno novità da proporre in
campo estetico e ben presto si faranno conquistare dalla civiltà dei vinti.
Bisognerà comunque attendere l'epoca feudale, cioè circa il X secolo, per recuperare valori come
l'apprezzamento della bellezza soprattutto femminile.
E' la bellezza nordica ad imporsi: carnagione chiara, capelli biondi ed occhi azzurri caratteriste
fisiche Normanne e Sveve, diventando canoni di riferimento in contrapposizione a quelli tipici
mediterranei.
Vengono scritti manuali di bellezza su come rendere chiara e liscia la pelle attraverso l'uso di
biacca, chiara d'uovo, allume, limone ed aceto. Per avere capelli biondi si ricorre invece a tinture a
base vegetale e minerale, per le labbra rosse viene adoperato minio e zafferano, per i denti
bianchi viene utilizzata la salvia.
Benché la morale cristiana condanni queste pratiche, la moda imperversa e le donne stesse
preparano da sé i propri prodotti di bellezza, tanto che le loro camere assomigliano a laboratori di
alchimisti colmi di pentole, alambicchi barattoli, pomate ed essenze.