leggi le recensioni dal numero 57 58

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leggi le recensioni dal numero 57 58
a cura di Emanuele Mastrangelo - [email protected]
Taccuini storici
www.taccuinistorici.it
Per chi considera l’ars coquinaria come un’esperienza culturale prima che di gusto, questo
è il sito perfetto: storia, curiosità, tradizioni della migliore cucina del mondo: la nostra
L
e cipolle venivano messe in mano ai
defunti come viatico per l’aldilà. Quinto
Orazio Flacco (65-8 a.C.) prima di andare in
vacanza in una località di mare, domandava
se vi fosse selvaggina, pesce e ricci di mare
sufficienti «per scaldarmi le vene fino alla
mente, arricchirmi di nuove speranze, suggerirmi parole scelte e rendermi attraente
agli occhi di una donna». La carne di cappone - ossia pollo castrato - era considerata
eccellente corroborante, ricostituente e generatore di «perfetto sangue». La gorgonzola
sarebbe nata nell’anno 879 nell’omonima
cittadina lombarda, per opera di un casaro
innamorato. Questi ed altri segreti sono a
portata di mano sul sito «Taccuini Storici»,
una enorme raccolta di aneddoti e ricette
storiche della cucina italiana. Un vero paradiso per gli amanti della gastronomia tricolore, dalla cucina greco-romana (che spesso
lascia perplessi i nostri palati) alle tradizioni
medievali e rinascimentali, fino al moderno
primato dell’Italia sulle tavole di mezzo mondo. Il sito è una rivista multimediale di storie
e tradizioni della cultura gastronomica
mediterranea realizzata in collaborazione
con Ambasciatori e Consoli dell’Accademia
Italiana Gastronomia Storica, e vanta fra i
suoi collaboratori alcuni fra i nomi più nobili dell’ars coquinaria italiana. n
giochiamo alla guerra?
di Riccardo Affinati
4 - i soldatini: la carne da cannone del wargame
I
STORIA IN RETE
| 60
Con la grande diffusione del wargame nei paesi anglo-sassoni
sono sorte, specialmente in Gran Bretagna, un’infinità di ditte
che producono soldatini. Queste coprono praticamente tutti i
periodi storici, dall’Antico Egitto alle truppe futuribili. Coloro che
non dispongono dello spazio sufficiente per schierare due eserciti in 28 mm o hanno poco tempo a disposizione per dipingere
i soldatini occorrenti al gioco, possono ripiegare sulle figure
alte 15 o 6 mm. Le prime stanno conoscendo un continuo
aumento di popolarità, e si può prevedere che diventeranno la
scala del futuro, probabilmente perché uniscono alle dimensioni ridotte un buon livello di finitura. Le seconde hanno dimensioni veramente lillipuziane e
sono preferite dai giocatori che
desiderano schierare eserciti
di grandi dimensioni o che non
vogliono impegnarsi economicamente possedendo un tempo
limitato per dipingere i figurini
uno per uno. Le case italiane
ed inglesi sono ben liete di
venderli per corrispondenza,
mentre per ottenere i cataloghi
è sufficiente in genere inviare
una richiesta oppure consultare i siti internet. n
http://garrisonsoldiers.com.au
soldatini possono essere in lega
(piombo e stagno), ma da qualche
tempo ha preso piede la produzione in peltro (nel quale è
assente il piombo, che è tossico) oppure in plastica. In genere
il giocatore di wargame, sceglie e predilige le leghe, per almeno
due motivi fondamentali, la facilità di pittura e il peso dei soldatini, che ne aiuta la stabilità. La plastica – più economica – per
essere dipinta ha bisogno di alcuni passaggi supplementari e la
sua leggerezza non sempre soddisfa i giocatori. Una volta scelto il periodo nel quale ambientare gioco occorre decidere quali
tipi di soldatini usare scegliendoli fra le diverse dimensioni che
avevamo illustrato sul numero 56 di «Storia in Rete».
Ultimamente sono usciti
anche soldatini di dimensioni minime: dai 10 mm ad
addirittura 2 mm. Non terremo invece conto dei 54 mm
o di scale maggiori inadatte
al wargame classico. La
scelta della scala dipende
dallo spazio che i giocatori
hanno a disposizione e dal
numero dei pezzi che si vogliono schierare in campo.
Luglio-Agosto 2010
teatro
Le tigre blue
de l’Euphrate
di Laurent Gaudè,
regia di Michel Didym
con Tcheky Karyo
e Massimo Popolizio
Napoli Teatro Festival Italia
Achille - la leggenda dell’Eroe
www.achille.it
I
l mitico Piè Veloce è l’oggetto di questo agile sito. Dalle
leggende greche al riverbero
nell’arte e nella Divina Commedia, Achille rappresenta
un personaggio mitologico
che tuttavia ha influenzato la
storia. Basti pensare a quanti
conquistatori si sono identificati con lui, quanti artisti gli
hanno dedicato opere e quan-
ti fiumi d’inchiostro sono stati
sparsi sulla sua figura. n
wikipedia: bollettino
dal fronte
C
alma
piatta
su Wikipedia dopo la «notte dei
lunghi coltelli» del mese scorso
(vedi il «Bollettino» di giugno).
E’ fuori invece che infuria il
fuoco di fila di intellettuali o
sedicenti tali, che anzichè
rimboccarsi le maniche e fare
il lavoro sporco necessario
a rendere sempre migliore
Wikipedia, si danno a quelle
critiche stuccose che fanno
tanto chic e non impegnano.
Umberto Eco - per esempio - le
spara grosse al Salone del Libro, sostenendo che Wikipedia
«può diventare un archivio
che tramanda l’errore», come
se il libro vecchio stile non sia
soggetto alla medesima forca
caudina, anzi senza il pregio
dell’immediata (cioè «wiki»)
emendabilità. La vecchiaia, si
sa, fa brutti scherzi. L’unico
rischio per il sapere è infatti la
sclerosi. Che - Eco docet - colpisce gli esseri umani. L’impegno (finchè si è giovani e abili)
è quello di evitare che colpisca
anche le strutture collettive,
siano esse gli apparati di Stato
o le imprese come Wikipedia.
Serve dunque gente che sia disposta a fare il lavoraccio duro
e non remunerato di realizzare
pagine buone di Wikipedia
perchè tutti possano attingere
rapidamente e gratis al sapere.
Soprattutto evitando che la
Ferrea Legge delle Oligarchie
vinca anche in questo progetto.
La Cricca ha subito un duro
colpo, ma non è sconfitta. n
L
a storia a teatro spesso e
volentieri ci va perchè qualche
autore ha deciso di mettere in
bocca ad un personaggio le proprie
ideologie e opinioni. Nel caso di
questo monologo - rappresentato
al Napoli Teatro Festival Italia possiamo felicemente affermare
che la «sindrome di Brecht» è stata
scongiurata. L’Alessandro interpretato da Tcheky Karyo è quello
storico e mitico. Sanguinario, feroce,
superbo, senza alcuna concessione
allo spirito dei nostri tempi, nessuna
edulcorazione, nessun restyling. La
scena rappresenta le ultime ore di
vita del conquistatore, abbandonato
ad un viaggio lisergico per vedere
in faccia il suo ultimo e invincibile
nemico: la Morte. Un incontro
necessario, poichè il Macedone è
in realtà un imperatore per caso, la
cui guerra era iniziata per brama,
come un safari. Solo di fronte alla
magnificenza di Babilonia accetta
il suo destino. Ma così facendo
egli non passa attraverso i riti di
iniziazione ancestrali: ogni sovrano
deve essere sottoposto una morte
e risurrezione rituale. Ma perfino
fra le sabbie del deserto di Siwa
la Morte lo rifiuta. E così egli deve
scontrarsi con essa prima della fine,
per completare sè stesso come
dominatore del mondo. Alessandro
è dunque uno sconfitto, battuto
dai suoi stessi soldati che per stanchezza gli impongono di rinunciare
alla conquista «dell’ultimo orizzonte» e tornare indietro. Cedendo alla
commozione, il Macedone perde il
favore di quel Dio che l’aveva guidato fino ad allora sotto le spoglie
di una tigre blu, e da quel momento
non gli resta che confrontarsi con
l’estrema battaglia, che sa di perdere. Altre verità profonde sono narrate nel monologo: l’episodio di una
vedova di Tiro, la città fenicia rasa
al suolo dal Macedone, che sotto lo
sguardo attonito delle guardie picchia il petto del suo conquistatore.
Alessandro resta di pietra di fronte
a questo gesto: è la potenza del
rancore, un terrore archetipico che
lo scuote dai suoi sanguinosi sogni
di «bestia bionda» per trasformarlo
- per espiazione - in un costruttore
d’imperi. Una trasformazione che
continua con la compassione per
i morti - sia suoi che dei nemici che il suo destino semina. E che
si completa quando - come lo
Zarathustra di Nietzsche - chiamerà
«fratello» il suo nemico mortale
Dario di Persia. Nella storia le idee,
gli archetipi, i sentimenti contano e
pesano quanto le falangi macedoni
o gli elefanti da guerra persiani: la
brama, la compassione, la paura del
rancore dei vinti, la commozione
hanno fatto la storia di Alessandro
il Grande come le battaglie di Isso,
Gaugamela e Samarcanda. n
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