Il ruolo del glutatione sull`evoluzione aromatica
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Il ruolo del glutatione sull`evoluzione aromatica
DUBORDIEU ET AL. – RUOLO DEL GLUTATIONE NELL’EVOLUZIONE DEI VINI BIANCHI SECCHI, PAG. 1 IL RUOLO DEL GLUTATIONE SULL’EVOLUZIONE AROMATICA DEI VINI BIANCHI SECCHI. Denis DUBOURDIEU* e Valérie LAVIGNE-CRUEGE** *Professeur à la Faculté d’Oenologie de Bordeaux ** Chargée de recherches pour la Société Seguin-Moreau, détachée à la Faculté d’Oenologie. Introduzione L’aggiunta di peptidi o di aminoacidi solforati a succhi di frutta per prevenire il loro imbrunimento e il deterioramento del loro aroma viene sperimentata da diverso tempo con successo (Molnar-Perl et Friedman, 1990 ; Naim et al.,1993, 1997). Come i succhi di frutta, certi vini bianchi secchi possono manifestare durante l’invecchiamento un’evoluzione aromatica difettosa, caratterizzata dalla perdita degli aromi fruttati del vino giovane e dalla comparsa di sentori che ricordano la cera, la naftalina o persino l’encaustico. Questo invecchiamento prematuro dell’aroma dei vini bianchi secchi si accompagna spesso ad un cambiamento del colore e in particolare ad un aumento della tinta gialla, aranciata. La frequenza di questo difetto nei vini bianchi secchi e l’handicap commerciale che ne deriva ha risvegliato l’interesse dei ricercatori. E stata dimostrata l’influenza del 2-aminoacetofenone sull’invecchiamento atipico (ATVA) dei vini bianchi secchi tedeschi (Rapp et al, 1993). Sia i fattori pedoclimatici che favoriscono la sua formazione nei vini (Köhler et al., 1995 ; Rapp et al., 1998), che le vie biosintetiche di questo composto sono stati oggetto di numerosi lavori (Ge ner et al., 1998). Attualmente si stanno studiando dei metodi per prevenire la formazione del 2-aminoacetofenone nei vini (Rauhut et al, 2001). La presenza del 3-idrossi-2(5H)-furanone (sotolone) è stata messa in evidenza nei vini bianchi secchi che manifestavano un invecchiamento aromatico prematuro difettoso. Se il contributo di questo composto all’aroma dei vini delllo Jura e dei vini di Xeres (Dubois, 1976; Guichard et al, 1993) così come i sentori di “fico secco” e di rancido nei vini dolci e nei vini di Porto (Cutzach, 1998) sono stati chiaramente dimostrati, il ruolo del sotolone nell’invecchiamento aromatico dei vini biachi secchi non è stato ancora studiato. Noi abbiamo cercato e dosato questo composto in diversi vini bianchi secchi che mostravano un’evoluzione aromatica difettosa. Le concentrazioni di sotolone, comunque di gran lunga inferiori a quelle descritte nei vini dolci maturati in condizioni ossidative, oltrepassano la soglia di percezione (8µg/L). Sono state descritte in letteratura diverse vie chimiche di formazione del sotolone, tre delle quali potrebbero intervenire nei vini bianchi secchi. Questo composto può formarsi a partire dalla treonina in presenza di glucosio e di ossigeno in un mezzo acido (Takahashi et al, 1976), o per aldocondensazione dell’acido glutammico passando dall’ acido ossoglutarico e piruvico in presenza o assenza di glucosio (Kobayoshi, 1989; Cutzach, 1998). Una terza via di formazione del sotolone è stata descritta recentemente nel succo di limone (König et al., 1999). Gli autori descrivono la comparsa del sotolone in presenza di etanolo, di acido ascorbico e di ossigeno. E’ interessante notare che la formazione del sotolone in questo tipo di bibita è sempre associata a un difetto. L’alterazione dell’aroma e del colore nei succhi di frutta da una parte e l’invecchiamento atipico dei vini bianchi secchi dall’altra parte, sembrano presentare delle similitudini. E’ per questo che abbiamo pensato che i metodi utilizzati per i succhi di frutta per prevenire questo difetto, cioè l’aggiunta di peptidi o di aminoacidi solforati, possano essere efficaci nei vini bianchi secchi. Presentiamo in questo lavoro i primi risultati che riguardano il ruolo del glutatione sull’evoluzione aromatica dei vini bianchi secchi. 1 – Il glutatione nei mosti e nei vini: 1.1: Il glutatione, costituente naturale dei mosti. Il glutatione è uno dei costituenti principali di numerose piante e alimenti (Friedman, 1994 ; Noctor et al., 1998 ; Son et al., 2001). Questo tripeptide viene descritto come inibitore dei meccanismi enzimatici e non enzimatici dell’imbrunimento dei succhi di frutta e di altri alimenti (Molnard-Perl et Friedman, 1990; Friedman, 1994, 1996). Previene anche la formazione di radicali liberi e ha anche un ruolo VINIDEA.NET – RIVISTA INTERNET TECNICA DEL VINO, 2003, N.7 DUBORDIEU ET AL. – RUOLO DEL GLUTATIONE NELL’EVOLUZIONE DEI VINI BIANCHI SECCHI, PAG. 2 disintossicante delle cellule; per questo, è utilizzato nell’industria farmaceutica (Ho et al,1992; Jones et al, 1992). La presenza di quantità importanti di glutatione negli acini d’uva è stata evidenziata da Cheynier et al. (1989) e da Liyanage et al.(1993). I meccanismi di accumulo di questo composto nell’uva non sono ben conosciuti. Sembra che la nutrizione azotata nel vigneto abbia un’influenza significativa. Abbiamo paragonato i tenori in glutatione dei mosti che avevano concentrazioni di azoto assimilabile differenti (valutati con il metodo della formaldeide). Nei mosti carenti in azoto (concentrazione inferiore a 160 mg/l), il tenore in glutatione risulta essere più basso, nelle nostre condizioni di estrazione, cioè in assenza di ossigeno e in presenza di quantità elevate di SO2 (10 g/Hl) (Tabella I). Tabella I: Incidenza della nutrizione azotata del vigneto sul tenore di glutatione dei mosti di uve a bacca bianca. Azoto assimilabile (mg/L) Glutatione (mg/L) Mosto 1 62 Mosto 2 244 Mosto 3 76 Mosto 4 202 Mosto 5 224 Mosto 6 56 Mosto 7 187 Mosto 8 42 12 28 17 28 25 6 22 4 Evidenziamo anche che nei vigneti che presentano sintomi di carenza azotata (scarsa vigoria, ingiallimento delle foglie), un apporto sotto forma di nitrato di ammonio (60 unità) nel mese di giugno permette di ritrovare nel mosto un tenore di glutatione paragonabile a quello di un mosto testimone naturalmente ricco in azoto (Tabella II). Tabella II:Incidenza dell’apporto di azoto al vigneto (giugno) sul tenore di azoto assimilabile e di glutatione del mosto Azoto assimilabile Glutatione (mg/L) (mg/L) Testimone carente 29 18 Carenza con apporto (60 U) 174 120 Ricco in natura 202 90 La formazione dell’acido 2-S-glutationil caffeoil tartarico (GRP) per reazione del glutatione con alcuni chinoni durante l’estrazione è stata chiaramente descritta (Singleton et al., 1984 ; Singleton et al., 1985 ; Cheynier et al., 1986). Un’altra quota di glutatione viene eliminata dal mosto per ossidazione di questo composto a disolfuro (Adams et al. 1995). Questi autori stimano che la metà del glutatione presente negli acini d’uva venga trasformato in disolfuro nel corso della pigiatura. Malgrado l’elevata reattività del glutatione nei confronti dell’ossigeno e dei composti fenolici del mosto, abbiamo messo in evidenza la presenza di glutatione in forma ridotta nei mosti di uve bianche, estratti secondo le normali condizioni della pratica. Le concentrazioni riscontrate nei diversi mosti analizzati variano da qualche milligrammo a una ventina di milligrammi per litro (Tabella III). Tabella III: Esempio di dosaggio del glutatione nei diversi mosti di Sauvignon e Semillon (annata 1999 e 2000). Glutatione (mg/L) Mosto 1 11,5 Mosto 2 5,8 Mosto 3 3,1 Mosto 4 24,5 Mosto 5 2,5 Mosto 6 6 Finora, la presenza del glutatione nei mosti d’uva non è mai stata descritta. VINIDEA.NET – RIVISTA INTERNET TECNICA DEL VINO, 2003, N.7 Mosto 7 18 Mosto 8 7,3 DUBORDIEU ET AL. – RUOLO DEL GLUTATIONE NELL’EVOLUZIONE DEI VINI BIANCHI SECCHI, PAG. 3 1.2: Evoluzione del tenore di glutatione durante la fermentazione alcolica dei vini bianchi secchi. Il glutatione, che rappresenta più del 95% del pool intracellulare dei tioli a basso peso molecolare nelle cellule di lievito (Elskens et al., 1991), è indispensabile per la loro moltiplicazione (Murata e Kimura, 1986). Se si segue l’evoluzione del tenore di glutatione del mosto durante la fermentazione alcolica, si può vedere inizialmente una diminuzione della sua concentrazione. Dopo qualche giorno di fermentazione, il tenore di glutatione aumenta di nuovo nel mosto e ciò viene confermato dai dosaggi di Park et al. (2000). Questo aumento progressivo della concentrazione di glutatione si osserva dopo il solfitaggio del vino, per poi stabilizzarsi circa un mese dopo il completamento della fermentazione alcolica (Figura 1). concentrazione di glutatione (mg/L) 12 10 8 6 4 2 0 moût T1 T3 T6 T9 sulfitage T20 T30 Figura 1: Evoluzione del tenore di glutatione dei mosti durante la fermentazione Sembra che il lievito utilizzi il glutatione disponibile nel mosto durante la fase di crescita e che poi lo liberi alla fine della fermentazione alcolica. E’ verosimile che il glutatione venga liberato dal lievito contemporaneamente al pool di aminoacidi, all’inizio dell’autolisi. Fino a quando il vino è a contatto delle fecce, esso acquisisce all’inizio della maturazione un “potenziale riduttore”. Sembra esistere, in determinate condizioni di vinificazione, una correlazione tra il tenore iniziale de glutatione del mosto e il tenore di glutatione nel vino un mese dopo la fine della fermentazione alcolica (Tabella IV). Tabella IV: Incidenza del tenore di glutatione del mosto sul tenore di glutatione del vino giovane. Glutatione del mosto (mg/L) Glutatione del vino corrispondente (mg/L) 9 5 4 17 2 11 7 6 22 3 Queste osservazioni devono essere confermate. 1.3 – Evoluzione del tenore di glutatione dei vini bianchi secchi durante la maturazione L’arricchimento di glutatione nei vini alla fine della fermentazione alcolica, conferisce loro un “potere riducente” che, in caso di fondatezza della nostra ipotesi, potrebbe proteggere gli aromi, prevenendone VINIDEA.NET – RIVISTA INTERNET TECNICA DEL VINO, 2003, N.7 DUBORDIEU ET AL. – RUOLO DEL GLUTATIONE NELL’EVOLUZIONE DEI VINI BIANCHI SECCHI, PAG. 4 un’evoluzione prematura. La maggior parte dei vini bianchi secchi da selezione sono conservati diversi mesi in barrique, spesso sulle fecce, prima di essere imbottigliati. Riportiamo qui, a titolo di esempio, (Figura 2) l’evoluzione del tenore di glutatione dello stesso vino Sauvignon conservato 10 mesi in fusti nuovi o usati, sulle fecce o senza. [glutathion] (mg/L) 18 16 14 12 fût neuf 10 fût neuf soutiré 8 fût usagé 6 fût usagé soutiré 4 2 0 Fin Fa décembre janvier février mai prélèvements Figure 2 :Incidenza del tipo di maturazione in barrique sull’evoluzione del tenore di glutatione dei vini. Quando le fecce vengono tolte dal vino, il tenore di glutatione diminuisce rapidamente e in modo significativo durante la sua conservazione. Questo fenomeno è accentuato nel caso vengano usate barriques nuove, dove i fenomeni ossidativi sono più importanti. Qualsiasi sia il modo in cui viene conservato il vino, si osserva una perdita significativa del “potere riducente” del vino. La conservazione dei vini sulle fecce consente di conservare il tenore di glutatione. In tali condizioni, la diminuzione del “potenziale riducente” del vino risulta essere più lento e meno importante. 2 – Il tenore di glutatione dei vini e la loro evoluzione aromatica 2.1: Incidenza del tenore di glutatione dei vini durante la conservazione sull’evoluzione aromatica. Abbiamo mostrato che in base al tipo di conservazione del vino, il potenziale riducente del vino, che noi valutiamo tramite il suo tenore di glutatione, viene più o meno ben conservato, fino a quando il vino resta in barrique. Uno dei ruoli principali attribuiti alle fecce dei lieviti durante la vinificazione di vini da selezione è quello di proteggere l’aroma fruttato dei vini giovani, poiché ne limita la loro ossidazione. Queste osservazioni, più volte verificate, ci hanno fatto pensare che la liberazione del glutatione da parte delle fecce nel corso della conservazione dei vini possa in parte spiegare questo fenomeno. Abbiamo seguito, in un vino bianco Sauvignon annata 2000, conservato in barrique nuova o usata, su fecce o in assenza di fecce, l’evoluzione simultanea del glutatione, dei tioli volatili (4-metil-4mercaptopentanone, 4MMP e 3-mercaptoesanolo 3-MH), composti chiave dell’aroma del Sauvignon (Dubourdieu et al.,2000), del sotolone e del 2-aminoacetofenone, markers dell’invecchiamento difettoso dei vini bianchi secchi. Come osservato precedentemente, il tenore di glutatione del vino diminuisce in modo importante in assenza di fecce, soprattutto quando il vino è conservato in barrique nuove (Tabella V). VINIDEA.NET – RIVISTA INTERNET TECNICA DEL VINO, 2003, N.7 DUBORDIEU ET AL. – RUOLO DEL GLUTATIONE NELL’EVOLUZIONE DEI VINI BIANCHI SECCHI, PAG. 5 Tabella V: Evoluzione del tenore di glutatione di un sauvignon durante la conservazione in barrique. Fine FA Novembre Aprile Tenore di glutatione (mg/L) Barrique Barrique usate Barrique vecchie travasate Nuove 6,3 6,3 6,3 7,5 5,2 6,7 5,8 3,1 4,8 Barrique nuove travasate 6,3 4,1 2 I principali markers dell’aroma fruttato del sauvignon, il 3-MH e il 4-MMP, hanno un’evoluzione paragonabile (Tabella VI). Tabella VI: Evoluzione del tenore di 4-MMP e 3-MH di un sauvignon conservato in barrique Barrique usata B usata travasata Barrique nuova Barrique nuova travasata Fine FA Novembre Aprile Fine FA Novembre Aprile Fine FA Novembre Aprile Fine FA Novembre 4-MMP (ng/L) 11 13 13 11 11 10,1 10 8,7 8,3 10 8,7 3-MH (ng/L) 1501 1508 1318 1501 1144 717 1406 1240 1235 1406 1231 Aprile 5,5 520 Dopo otto mesi di conservazione (Aprile), il tenore di 3-MH, composto volatile il cui aroma ricorda il pompelmo, diminuisce in modo considerevole quando il vino viene conservato senza fecce. La concentrazione del 4-MMP è invece più stabile. Diminuisce di un fattore due, nella barrique nuova travasata, cioè, in quelle condizioni che determinano un cambiamento significativo del potenziale riducente del vino. Questi risultati mostrano chiaramente l’effetto protettore delle fecce nei confronti dell’aroma fruttato dei vini giovani. Sembra che la presenza delle fecce nel corso della conservazione dei vini bianchi secchi in barriques ritardi “l’invecchiamento” dell’aroma. Il dosaggio del sotolone e dell’aminoacetofenone nelle diverse condizioni di conservazione della nostra prova alla fine della conservazione ne da’ una conferma (Tabella VII). Tabella VII: Dosaggio del sotolone e del 2-aminoacetofenone alla fine della conservazione. Sotolone (µg/L) 2-aminoacetofenone (ng/L) B1 vino 1 < 20 VINIDEA.NET – RIVISTA INTERNET TECNICA DEL VINO, 2003, N.7 B 1 vino travasato 2,6 75 B nuova 4 80 B nuova travasata 8,2 128 DUBORDIEU ET AL. – RUOLO DEL GLUTATIONE NELL’EVOLUZIONE DEI VINI BIANCHI SECCHI, PAG. 6 Il sotolone, la cui presenza nei vini bianchi secchi non era ancora stata evidenziata fino a questo momento, viene ricercato in tutte le condizioni di conservazione. E ancora una volta, è in assenza di fecce in barrique nuove che la concentrazione del sotolone del vino risulta più alta. Lo stesso comportamento si nota per il 2-aminoacetofenone. Contrariamente al sotolone, la soglia di percezione olfattiva di questo composto non è mai stata raggiunta nelle condizioni delle nostre prove. Questi risultati mostrano che le fecce possono limitare la formazione del sotolone e del 2aminoacetofenone durante la maturazione, preservando quindi l’aroma dei vini bianchi secchi da una evoluzione prematura. Evidenziamo che le condizioni più favorevoli alla conservazione delle qualità aromatiche dei vini bianchi secchi sono quelle che limitano la diminuzione del glutatione. L’attitudine delle fecce a combinare l’ossigeno (Salmon et al., 1999) spiega il loro effetto protettore nei confronti del glutatione da una parte e degli aromi solforati dall’altra. 2.2: Incidenza dell’aggiunta di glutatione all’imbottigliamento sull’evoluzione aromatica dei vini. Abbiamo potuto osservare che le diverse operazioni di stabilizzazione del vino prima dell’imbottigliamento (collaggio, refrigerazione, filtrazione) possono portare a una sensibile diminuzione della concentrazione del glutatione. Qualora non si manifesti durante la conservazione, il difetto dell’invecchiamento prematuro si manifesta a volte molto rapidamente dopo l’imbottigliamento. Abbiamo paragonato l’evoluzione aromatica dello stesso sauvignon (annata 1995), con o senza aggiunta di 10 mg/l di glutatione al momento dell’imbottigliamento. Il dosaggio dei tioli volatili, del sotolone e del 2-aminoacetofenone, così come la stima dell’intensità del colore giallo (DO420), sono stati studiati dopo tre anni dall’imbottigliamento. Tabella VIII: Misura del colore giallo dei vini dopo tre anni dall’imbottigliamento. DO 420 vino testimone 0, 203 vino addizionato con glutatione (10mg/L) 0, 136 Appare chiaramente che l’aggiunta del glutatione all’imbottigliamento limita significativamente l’evoluzione del colore del vino verso sfumature gialle. Questi risultati confermano l’attitudine del glutatione a inibire i fenomeni enzimatici e non enzimatici dell’imbrunimento già descritti nei succhi di frutta (Molnar-Perl et Friedman, 1990 ; Friedman, 1994, 1996). In presenza di glutatione, l’aroma fruttato del vino giovane, valutato con il dosaggio del 3-MH, è anch’esso meglio conservato (Tabella IX). Tabella IX : Dosaggio del 3-mercapto-esanolo nei vini dopo tre anni di bottiglia. Vino testimone 3-MH (ng/L) 320 Vino addizionato con glutatione (10mg/L) 445 Inoltre, come abbiamo osservato durante la conservazione, la comparsa dell’invecchiamento difettoso dell’aroma dei vini bianchi secchi viene ritardato quando si aggiunge al vino all’imbottigliamento il glutatione (Tabella X). VINIDEA.NET – RIVISTA INTERNET TECNICA DEL VINO, 2003, N.7 DUBORDIEU ET AL. – RUOLO DEL GLUTATIONE NELL’EVOLUZIONE DEI VINI BIANCHI SECCHI, PAG. 7 Tabella X : Dosaggio del sotolone e del 2-aminoacetofenone nei vini a tre anni dall’imbottigliamento. Vino testimone Sotolone (µg/L) 2-aminoacétophénone (ng/L) 9 Vino addizionato con glutatione (10mg/L) 3 215 125 Il tenore di sotolone del vino testimone supera la soglia di percezione (8 µg/l). Questo campione contiene il doppio di aminoacetofenone del vino addizionato di glutatione. Questi risultati confermano il giudizio dei degustatori che hanno trovato nel vino testimone il difetto di invecchiamento difettoso, mentre il vino addizionato con glutatione è stato giudicato molto più fresco. Conclusioni Il tenore di glutatione dei mosti, compreso tra 0 e 30 mg/l, è influenzato dalla nutrizione azotata del vigneto. I mosti con meno azoto contengono meno glutatione. All’inizio della fermentazione alcolica, durante la fase di moltiplicazione dei lieviti, il glutatione scompare quasi completamente dal mosto; aumenta di nuovo verso la fine della fermentazione e nei primi tre mesi di conservazione sulle fecce. Durante la maturazione in barrique, la presenza di fecce limita la diminuzione del tenore di glutatione e di tioli volatili varietali del sauvignon; contemporaneamente, le fecce prevengono l’invecchiamento aromatico difettoso dei vini bianchi secchi (sotolone e 2-aminoacetofenone). L’aggiunta all’imbottigliamento di 10 mg/l di glutatione a un sauvignon limita l’ingiallimento del colore, la perdita dell’aroma varietale e la tendenza all’invecchiamento difettoso. Referenze bibliografiche Cassol T. and Adams D.O, 1995. Detection of Glutathion in White Wines Using an Enzymatic Analytical Method, Am. J. Enol. Vitic., 46, 3, 410. Cheynier V., Souquet J.M. and Moutounet M., 1989. Glutathion Contentang Glutathione to Hydroxycinnamic Acid Ratio in Vitis vinifera Grapes and Musts, Am. J. Enol. Vitic., 40, 4, 320-324. Cheynier V., Trousdale E., Singleton V. L., Salgues M. and Wylde R., 1986. Characterization of 2-S-glutathionyl caftaric acid and its hydrolysis in relation to grape wines, J. Agric. Food Chem., 34, 217-221. Cutzach I., Chatonnet P. et Dubourdieu D., 1998. Rôle du sotolon dans l’arôme des vins doux naturels. In fluence des conditions d’élevage et de vieillissement, J. Int. Sci. Vigne Vin, 32, 4, 223-233. Dubois P., Rigaud J., Dekimpe J., 1976. 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