FEDERALISMO REGIONALISMO E RIFORMA DELLO STATO Con
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FEDERALISMO REGIONALISMO E RIFORMA DELLO STATO Con
FRANCO PIZZETTI FEDERALISMO REGIONALISMO E RIFORMA DELLO STATO Con tre saggi di M. Comba, J. Luther, A. Poggi Edizione aggiornata al 31 ottobre 1998 G. GIAPPICHELLI EDITORE - TORINO INDICE Premessa 1. Ai lettori 1 2. Agli studenti 2 Parte Prima Federalismo, regionalismo e riforma dello Stato Franco Pizzetti Sezione Prima I diversi elementi in gioco nel federalismo Capo I - Federalismo come sistema polivalente 11 1. La formazione degli organi dello "Stato centrale" 12 2. Il potere dei "soggetti periferici" di darsi un proprio ordinamento 12 3. La ripartizione delle competenze legislative 3.1. La ripartizione di competenze: competenze enumerate e competenze residue 3.2. Gli eventuali poteri uniformanti dello Stato centrale sui "legislatori periferici" ' 13 14 14 V 4. La ripartizione delle competenze e l'organizzazione degli apparati amministrativi 4.1. Separazione o integrazione delle competenze amministrative 4.2. Stato centrale e "soggetti periferici" rispetto alla amministrazione locale 15 15 16 5. Il sistema finanziario e fiscale 5.1. Il modello delle finanze separate 5.2. Il modello della finanza integrata 16 17 17 6. L'organizzazione giudiziaria 18 7. La possibilità di attività pattizia dei "soggetti periferici" 7.1. L'attività pattizia dei " soggetti periferici". La cooperazione orizzontale e verticale 7.2. L'attività di diritto internazionale 19 20 20 8. Le "garanzie costituzionali" dei "soggetti periferici" 8.1. La revisione costituzionale 8.2. Gli organi di garanzia costituzionale 8.3. Il territorio 20 21 22 22 Capo II - Federalismo come concetto polivalente 23 1. I diversi significati ideologici di federalismo: il federalismo "liberale" 23 2. I diversi significati ideologici di federalismo: il federalismo "socialeinterventista" 24 3. Il dibattito in corso fra "federalismo liberale" e "federalismo sociale-interventista" 25 4. Federalismo di "destra" o federalismo di "sinistra"? 25 5. Federalismo per "unire", federalismo per "dividere", federalismo per mantenere unite realtà che altrimenti si dividerebbero 27 6. Le spinte attuali all'articolazione territoriale dell'Unione Europea e degli Stati che ne fanno parte 29 Prime conclusioni sull'analisi svolta 31 VI Sezione Seconda Due sistemi stranieri contrapposti: i diversi "federalismi" Capo I - II modello americano 33 1. Stati membri e organi centrali della Federazione 33 2. Stati membri e vincoli federali alle loro forme organizzative 35 3. La ripartizione delle competenze legislative fra Federazione e Stati 36 4. La separazione degli apparati amministrativi 37 5. Il sistema finanziario e fiscale 37 6. Le procedure di revisione della Costituzione e gli organi federali di garanzia 38 7. L'organizzazione giudiziaria 40 Capo II - II modello tedesco 41 1. Il profilo storico 1.1. Il processo di unificazione "federale" del XIX secolo 1.2. La "specificità" della vicenda tedesca 41 41 42 2. Il profilo costituzionale 2.1. I Lander e gli organi centrali del Bund 2.2. I vincoli federali all'organizzazione dei Lander . 2.3. La ripartizione delle competenze fra Bund e Lander 2.4. La ripartizione delle competenze amministrative fra Bund e Lander 2.5. Il sistema fiscale 2.6. La revisione della Costituzione e le garanzie costituzionali 2.7. L'organizzazione giudiziaria 43 43 44 45 47 48 49 51 Una brevissima conclusione 52 VII Sezione Terza La situazione italiana Capo I - II sistema costituzionale vigente 55 1. Scopo e modalità dell'indagine sul sistema costituzionale vigente 56 2. La normativa costituzionale e le sue diverse potenzialità 2.1. La partecipazione delle Regioni alla formazione e all'attività degli organi dello Stato centrale 2.2. Il potere delle Regioni di darsi un proprio ordinamento (con richiami ai vincoli costituzionali in materia di forma di governo e di legge elettorale) 2.3. La ripartizione delle competenze legislative 2.4. La ripartizione delle competenze amministrative 2.5. Il sistema finanziario e fiscale 2.6. Le garanzie costituzionali e l'organizzazione giudiziaria 2.6.1. Le garanzie costituzionali: la giustizia costituzionale 2.6.2. Le garanzie costituzionali: la revisione costituzionale 2.6.3. L'organizzazione giudiziaria 2.7. Il territorio 2.8. L'esclusione di ogni attività pattizia per le Regioni 2.9. Gli altri aspetti della normativa costituzionale. Il complesso rapporto tra Stato, Regioni, Province e Comuni. La ambiguità del "quadro costituzionale" 57 3. L'attuazione dell'ordinamento regionale italiano e i suoi limiti 3.1. Il primo periodo: dall'entrata in vigore della Costituzione (1 gennaio 1948) all'attuazione delle Regioni a statuto ordinario (elezioni regionali del giugno 1970). Dal "gelo costituzionale" alla evoluzione costituzionale legata alla crisi del '68 3.2. Le caratteristiche della legge elettorale n. 108 del 1968 e della legge sui "provvedimenti finanziari" n. 201 del 1970 e i loro riflessi sul processo di attuazione delle Regioni a statuto ordinario 3.2.1. La legge elettorale del 1968 3.2.2. La 1. n. 281 del 1970 sui "provvedimenti finanziari per l'attuazione delle Regioni a statuto ordinario" 3.2.3. Le caratteristiche e gli effetti delle leggi n. 108 del 1968 e n. 281 del 1970: conclusioni Vili 57 59 60 63 64 66 66 67 68 68 70 71 72 73 76 76 77 79 pag3.3. La fase iniziale dell'attuazione dell'ordinamento regionale: dal 1970 al 1975 3.4. La seconda fase dell'attuazione delle Regioni: la 1. 22 luglio 1975, n. 382 e il D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616 3.5. Dalla seconda metà degli anni settanta agli anni ottanta. Il " cono d'ombra" degli anni ottanta 3.6. Le Regioni durante la X legislatura (1987-1992) 3.7. Le Regioni nella XI (dalle elezioni dell'aprile 1992 al gennaio 1994) e nella XII legislatura (dalle elezioni del marzo 1994 al febbraio 1996) . Le profonde trasformazioni operate nella XI e nella XII legislatura attraverso modifiche della legislazione ordinaria: i problemi aperti e le questioni attuali. Una prima "provvisoria" conclusione 4.1. Dalle riforme costituzionali non fatte alle più importanti modifiche ordinamentali della XI e della XII legislatura 4.2. La linea di tendenza contenuta nelle "finanziarie" dal 1993 al 1996 e nei più rilevanti provvedimenti ad esse connessi 4.3. La "finanziaria" Ì996 (le leggi 28 dicembre 1995, n. 549 e n. 550) 4.4. La "finanziaria" 1996: continua 4.5. L'evoluzione dei rapporti tra Stato, Regioni, Province e Comuni: l'eterno conflitto fra "regionalisti" e "comunalisti", la "Commissione Maroni" e la tendenza verso un "federalismo delle autonomie" 82 84 87 89 95 98 98 100 102 104 105 Capo II - 1 diversi modelli proposti in Italia 110 1. Scopo e modalità dell'indagine sui progetti di modifica costituzionale e sui diversi modelli proposti oggi in Italia 111 2. Esame dei diversi progetti e modelli di riforma costituzionale A) II modello della Commissione Bicamerale per le riforme istituzionali De Mita-Jotti: testo approvato dalla Commissione Bicamerale istituita nella XI legislatura e ripresentato nella XII legislatura da Jotti e altri il 24 giugno 1994 alla Camera dei deputati (Camera, n. 575) e da Salvi e altri lo stesso giorno al Senato (Sen., n. 486) A. 1. La partecipazione delle Regioni alla formazione degli organi centrali dello Stato 113 113 114 IX pag- hi. Potere statutario, legge elettorale e forma di governo delle Regioni A.3. La ripartizione delle competenze legislative tra Stato e Regioni A.4. La ripartizione delle competenze amministrative tra Stato e Regioni A.5. II sistema finanziario e fiscale A.6. Le attività sovraregionali e internazionali delle Regioni. I rapporti infra-regionali. Le norme relative al rapporto con l'Unione Europea A.7. La Commissione Bicamerale rispetto alla revisione della Costituzione e alle garanzie costituzionali. Cenni alle mancate proposte riguardanti l'organizzazione giurisdizionale. La normativa sul territorio B) II modello del Comitato di studio sulle riforme istituzionali, elettorali e costituzionali - ed. Commissione Speroni B.l. La forma di governo: i due modelli proposti. Le due diverse ipotesi in ordine alla composizione del Senato B. 1.1. I due modelli di forma di governo B.l.2. Le due diverse ipotesi in ordine alla composizione del Senato B.2. I rapporti Stato-Regioni-Autonomie locali: i due sistemi di organizzazione dei soggetti periferici presenti nella proposta della Commissione Speroni B.2.1. Lo stretto collegamento fra i due sistemi di organizzazione dei soggetti periferici e le due diverse proposte in materia di composizione del Senato. Le diverse possibili conseguenze "sistemiche" delle scelte che si possono compiere B.3. La competenza statutaria, la forma organizzativa e la legge elettorale delle Regioni B.4. La ripartizione delle competenze legislative B.5. La ripartizione delle competenze amministrative B.6. II sistema finanziario e fiscale B.7. Le attività pattizie, interregionali, sovranazionali e internazionali delle Regioni B.8. Ruolo e composizione della Corte costituzionale. La revisione costituzionale. L'organizzazione giurisdizionale. Le norme sul territorio X 114 115 117 118 119 120 120 122 122 123 124 126 127 128 129 130 130 131 B.9. Qualche prima conclusione C) II processo di revisione costituzionale nella XIII legislatura. La 1. cost. 24 gennaio 1997, n. 1 ed il Progetto della "Commissione D'Alema", presentato alla Camera dei deputati ed al Senato della Repubblica il 4 novembre 1997 (Camera, n. 3931-A; Sen., n. 2583-A) Premessa Un processo di "manutenzione costituzionale straordinaria": la 1. cost. 24 gennaio 1997, n. 1. L'oggetto della revisione limitato alla sola parte II della Costituzione e l'istituzione della Commissione Bicamerale Segue sulla "straordinarietà" della vicenda: l'organizzazione ed il funzionamento della Commissione Bicamerale; le ulteriori deroghe all'art. 138 Cost. nella disciplina dell'iter di approvazione del progetto di revisione; il referendum popolare "obbligatorio" Conclusioni sulla "straordinarietà" di questo procedimento di revisione costituzionale: il "parziale rinnovo" del patto costituzionale attraverso l'approvazione di un "patto aggiuntivo" II Progetto della Commissione D'Alema sulla forma di Stato C i . Regioni, Province e Comuni come elementi costitutivi della Repubblica, al pari dello Stato C.l.l. Segue: la partecipazione delle Regioni alla formazione degli organi centrali dello Stato ed ai loro processi decisionali C.2. Potere statutario, legge elettorale e forma di governo delle Regioni C.3. La ripartizione delle competenze legislative tra Stato e Regioni C.4. La ripartizione delle competenze amministrative tra Stato e Regioni. Il principio di sussidiarietà come "architrave" della Repubblica e "motore" di una costante elasticità e flessibilità dell'ordinamento C.4.1. Segue: il ruolo dei Comuni come titolari delle competenze amministrative C.4.2. Segue: l'abolizione dei controlli sugli atti dei Comuni e delle Province C.5. II sistema finanziario e fiscale. Un modello di "federalismo perequativo" C.6. L'attività pattizia delle Regioni C.7. Le garanzie costituzionali dei "soggetti periferici" 133 135 135 137 140 142 144 144 145 147 147 149 150 151 151 152 152 XI Pag- C.7.1. L'impugnazione delle leggi innanzi alla Corte Costituzionale C.7.2. Segue: l'immutata disciplina della revisione costituzionale • Brevi riflessioni conclusive sulla natura del modello di riforma elaborato nella XIII legislatura 153 Capo III - La riforma Bassanini: il processo riformatore "a Costituzione invariata" 156 1. La ripresa di un processo di riforma iniziato negli anni '70. Il ed. "terzo decentramento" 2. Il decentramento di funzioni nel complessivo disegno di "modernizzazione orientata" dell'ordinamento italiano" 2.1. La trasformazione dell'amministrazione italiana nel quadro del nuovo conferimento di funzioni alle Regioni ed alle Autonomie locali 2.2. La riforma dell'amministrazione centrale e periferica dello Stato 2.3. La semplificazione, la delegificazione e le altre innovazioni relative agli strumenti di misurazione dell'attività amministrativa 2.4. Gli ulteriori profili della "riforma Bassanini" 3. Il quadro generale del conferimento di competenze amministrative 3.1. I corollari naturali del tipo di conferimento adottato 3.2. "Dentro o fuori" il 117 Cost.: il "come" del conferimento 3.3. La "tecnica" prevista per dare attuazione al conferimento 4. Una riforma "partecipata" 4.1. Il ruolo della "Commissione bicamerale per la riforma amministrativa" e quello della "Commissione per le questioni regionali" 4.2. Il ruolo della "Conferenza Unificata Stato-regioni-città-autonomie locali". La disciplina della "Conferenza Stato-città-autonomie locali" e il rafforzamento delle funzioni e dei compiti della "Conferenza Stato-regioni-province autonome" 4.3. Il sistema complessivo dei "raccordi" tra Governo e Parlamento e tra "Governo centrale" e "Governi regionali e locali". Dal "federalismo per abbandono" al "federalismo partecipato" 4.3.1. In particolare: le conseguenze del rapporto tra "Governo centrale" e "Governi locali" XII 152 153 156 158 159 160 162 164 167 169 171 172 173 174 175 176 178 P*g- 4.4. L'anello "debole" del sistema dei "raccordi": il ruolo del Parlamento ed il suo esile rapporto con i "soggetti periferici" 5. La prima attuazione della 1. n. 59 del 1997: il D.P.R. n. 112 del 1998 6. L'avvio dell'evoluzione in senso federale dell'amministrazione italiana come problema ordinamentale 7. I limiti della riforma ordinamentale. Un ennesimo "rinvio al futuro" per la riforma della Costituzione Nota bibliografica 178 181 183 185 187 Parte Seconda Tre saggi I. Il modello americano Mario Comba 1. Stati membri ed organi centrali della Federazione: il ruolo del Senato 213 2. Stati membri e vincoli federali alle loro forme organizzative 2.1. La forma organizzativa interna 2.2. La tutela dei diritti 219 219 221 3. La ripartizione delle competenze legislative tra Federazione e Stati 224 4. I rapporti tra apparati amministrativi statali e federali 229 5. La ripartizione delle competenze giurisdizionali tra Federazione e Stati 231 6. Il sistema fiscale 238 7. Le procedure di revisione della Costituzione e gli organi federali di garanzia 243 II. Il modello tedesco dello stato federale sociale Jòrg Luther 1. Cenni alla storia del federalismo tedesco 247 XIII p*g2. I Lander e gli organi centrali del Bund: il ruolo del Bundesrat 249 3. I vincoli federali all'auto-organizzazione dei Lander 253 4. La ripartizione delle competenze legislative tra Bund e Lander 259 5. I rapporti tra gli apparati amministrativi di Bund e Lander 261 6. Le funzioni giurisdizionali 266 7. Le relazioni fiscali nella "Costituzione finanziaria" 268 8. Le garanzie costituzionali del federalismo tedesco 275 Bibliografia 277 III. Casi di "differenze" nelle giurisdizioni. La vicenda di alcune Regioni speciali italiane Annamaria Poggi 1. La ripartizione delle competenze giurisdizionali tra Stato e Regioni nelle Regioni di diritto speciale: una modellistica varia e diversa rispetto a quella delle Regioni di diritto comune 1.1. Segue. Alcune osservazioni in merito alla selezione degli elementi utili all'analisi e alla ricostruzione dei diversi modelli 283 2. La ripartizione delle competenze in materia di giurisdizione tra Stato e Regioni nel campo della giustizia civile e penale. L'esperienza del giudice conciliatore previsto negli Statuti della Valle d'Aosta e del Trentino-Alto Adige 284 280 3. La ripartizione delle competenze in materia di giurisdizione tra Stato e Regioni nel campo della giustizia amministrativa. I Tribunali Amministrativi Regionali 3.1. Segue. La giustizia amministrativa siciliana: T.A.R. e Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione siciliana 3.2. Segue. Il Tribunale regionale di giustizia amministrativa di Trento e la Sezione autonoma di Bolzano a) II Tribunale regionale di giustizia amministrativa di Trento b) La Sezione autonoma di Bolzano 296 298 299 4. La distribuzione delle competenze in materia giurisdizionale tra Stato e Regione nel campo della giustizia contabile. Le Sezioni giurisdizionali regionali della Corte dei conti 302 XIV 288 291 pag. 4.1. Segue. La Sezione giurisdizionale della Corte dei conti della Sicilia 4.2. Segue. La Sezione giurisdizionale della Corte dei conti della Sardegna 305 306 5. La ripartizione delle competenze in materia giurisdizionale tra Stato e Regioni nel campo della giustizia costituzionale. La breve esperienza dell'Alta Corte per la Regione siciliana 307 6. Ricostruzione dei modelli di ripartizione delle competenze giurisdizionali tra Stato e Regioni realizzati all'interno dell'ordinamento costituzionale 309 7. Segue. Considerazioni conclusive sui modelli di ripartizione delle competenze giurisdizionali tra Stato e Regioni attuati nell'ordinamento costituzionale italiano 311 XV