diaconia agosto 2013 - Parrocchia S.Agostino e S.Barnaba
Transcript
diaconia agosto 2013 - Parrocchia S.Agostino e S.Barnaba
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n. 46) art.1, comma 2, DCB - Reggio Emilia Proprietario: Ass. Diaconia - direttore responsabile: Antonio Burani - stampato in proprio: via Leuratti, 8 - Reggio Emilia N. 8 agosto 2013 Indice La Parola Se papa Francesco piace e basta don Daniele Se papa Francesco ... Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». 2Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: don Daniele p1 Salmo 133 p2 Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; 3 dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, 4 e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione». 5 Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: «Amico, prestami tre pani, 6perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli», 7e se quello dall'interno gli risponde: «Non m'importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani», 8vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.9Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 10Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. 11Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? 12O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? 13Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!». 1-13 Lc.11 Il vangelo di domenica 28 luglio è il Vangelo della preghiera. La preghiera è spesso affrontata come "tema" in realtà è la condizione di chi è cristiano ed è anche la condizione di chi dice di non esserlo perché pregare è amare. (segue in ultima pagina) Lo sguardo di Monica Nicky p2 I nostri nomi sull'altare Pina p 3 L'ergastolo è come uccidere a cura della redazone p 4 C'è una domanda... don Daniele p4 Tempo di Ramadan a cura della redazione p6 Le parole del Papa a cura della redazione p 7 L'acqua santa fa venire... Adriano Grazioli p7 Riflessioni Andrea p 8 salmo 133 Lo sguardo di Monica Nicky Inno all amore e alla concordia 1 Canto delle salite. Di Davide. Ecco, comè bello e comè dolce che i fratelli vivano insieme! 2 È come olio prezioso versato sul capo, che scende sulla barba, la barba di Aronne, che scende sullorlo della sua veste. 3 È come la rugiada dellErmon, che scende sui monti di Sion. Perché là il Signore manda la benedizione, la vita per sempre. Mercoledì 10 luglio, nel giorno del suo sessantesimo compleanno la Marisa, mamma di Monica e sposa di Ivo, ha ricevuto i sacramenti della iniziazione cristiana: battesimo, cresima ed eucaristia. È stata una grande festa e un momento di grazia particolare per tutta la nostra comunità. Il nostro rendimento di grazie al Signore per il dono prezioso che sono per tutti coloro che li hanno come amici ... Ho chiesto a Marisa di parlarmi della gioia. Mi ha risposto: Se si potesse trasferire i suoi sguardi non occorrerebbero parole . Lo sguardo di Monica, la prima domenica dopo il Battesimo, quando finalmente ha detto a sua mamma che poteva andare a fare la comunione! Lo sguardo di Monica, ogni volta che arrivavamo a casa sua per la preparazione ai Sacramenti, insieme al suo papà e alla sua mamma, era la gioia di Monica! Certo, perché gli sguardi di Monica parlano di gioia. Sono la gioia. Attraverso i suoi sguardi, riusciamo a toccare la gioia, come si accarezza un bambino; riusciamo ad assaggiarla, come si mastica una cosa buona; riusciamo a sentirla, come si ascolta un canto; riusciamo ad annusarla, come quando respiri i profumi del mondo; riusciamo a vederla, come si guarda una persona amata. Monica in questi giorni ha scritto e permesso che trascrivessimo i suoi pensieri: Sono felice per la mamma ; Senza Battesimo non si va in Paradiso ; La cosa più bella: quando la mamma viene bagnata ; Penso adesso al pendio meno ripido il pendio è la vita ; Non deve avere paura la mamma ; Penso Dio felice. Sono convinta anche io che il Signore abbia vissuto questo evento come un dono fatto a Lui. Redazione don Daniele Simonazzi Gianni Salvarani Ivan Farioli Licia Gasparini Lorella Giansoldati Lorena Iotti Lucilla Cabrini Stefania Ferrari 2 Lodate il Signore con la cetra, con larpa a dieci corde a lui cantate, cantate al Signore un canto nuovo con arte suonate la cetra e acclamate diceva il Salmo del giorno del Battesimo di Marisa Anche il Signore ha cantato quel giorno! E la gioia del Signore ha riempito i nostri cuori. I nostri nomi sull'altare Pina Olio di consacrazione che scende dalla barba di Aronne fino allorlo della veste Salmo 133,2 È da questo versetto che prende corpo la riflessione che segue. ORLO è a giorno; diviso perché del giorno fa parte anche la notte. Limportante è che comunque lasci trapassare la luce; non importa se quella del sole o quella della luna perché entrambe sono generate dalla Luce vera. Anche se marginale è importante (lorlo) perché delimita, raccoglie, racchiude il "contenuto ..senza egoisticamente appropriarsene. INIZIALI di tutti i nomi che identificano la persona che li porta. Sono maiuscole e minuscole, in stampatello e corsivo . Come ognuno di noi che sa essere grande e piccolo, importante e ordinario sempre però comunicativo. Le tonalità dei colori le rendono diverse luna dallaltra e, pur essendo uniche sanno conformarsi in un insieme di artistica bellezza. Perché così siamo noi: unici, belli, poeti Sono ricche di simboli e metafore che, vanno lette personalmente, a seconda del proprio tempo, del proprio vissuto. Cè distanza tra di loro che pur fanno parte di ununica composizione ordinata come la nostra vita che anche nel caos segue un disegno pre-costituito. Non si sovrappongono, danno ad ognuno lo spazio necessario per essere e per non ostacolare la possibilità di fare delle nostre famiglie, delle nostre comunità della nostra Chiesa unassemblea convocata alla stessa mensa dove ognuno si può sentire accolto, arricchito, ricambiato e saziato. La celebrazione liturgica di Marisa è stata anche l'occasione per allestire la mensa eucaristica con una nuova tovaglia sapientemente ricamata. In una successione allegra e articolata le cifre dell'alfabeto fanno bella mostra di sè perchè tutti, e ciascuno, possiamo sentirci invitati e commensali al banchetto preparato dal Signore per noi. 3 L'ergastolo è come uccidere C'è una domanda ...... a cura della Redazione don Daniele "...Senza futuro l'uomo muore". Uscendo dal suo appartamento di Novara, Eugenio Borgna dice:«possiamo sempre cambiare». Una sorta di atto di fede nelluomo. C'è una domanda che a più e diversi livelli non ci siamo ancora fatti: se il Papa è andato a Lampedusa, quali sono le mete del nostro andare? Eugenio Borgna, uno dei padri della psichiatria italiana, non è fra chi crede che siamo solo un insieme di cellule destinate a seguire un programma nel quale non cè spazio per la libertà. Non crede quindi neppure, come tanti sembrano pensare, che delinquenti si nasce e si muore, senza possibilità di rimorso e redenzione. Proprio «la speranza» è uno dei suoi temi ricorrenti. La sofferenza può essere feconda, può portarci a riflettere e a migliorare; ma limportante è che la solitudine non diventi isolamento, e c h e i l d o l o re n o n d i v e n t i disperazione. Sono, lisolamento e la disperazione, condizioni umane ahimè così frequenti in carcere, dove non a caso il numero dei suicidi è dieci volte superiore che fuori. La "lungimiranza" di chi afferma la differenza fra predicare e governare è davvero grande. Infatti è molto più difficile predicare, soprattutto come lo fa il Papa, rispetto al governare, soprattutto come lo fanno i nostri governanti. La differenza è abissale come abissale è il luogo delle migliaia di morti del Mediterraneo. Cè però in Emilia Romagna un luogo, unisola, anzi due isole simili a Lampedusa e a Linosa: lOpg e il carcere. Per la seconda non mi esprimo. Per la prima, in cui vado da un po di tempo, si è posto il problema di attenuare il caldo mediante linstallazione di tende. Quelle ignifughe sono finite. Si potrebbero utilizzare lenzuola, che non sono ignifughe, e allora non si può. Vengono utilizzate quelle dellAmministrazione Penitenziaria, che altrettanto non sono ignifughe, togliendole dai materassi in gomma piuma ormai ridotti a latrine. Di chi la responsabilità? Il Papa a Lampedusa ha citato un episodio la cui conclusione è stata: di nessuno Proprio come da noi. Questo caso è emblematico di una realtà simile a quella incontrata dal Papa. Chissà se le tende che coprivano laltare della messa erano ignifughe E di cose simili ne accadono molte. Questa mia lettera fa seguito ad altre sollecitazioni a carattere personale cadute nel vuoto. Di chi la responsabilità? Di nessuno. Peccato però che la condizione dei ricoverati è tale da non poter tacere. A proposito: quante persone in Parlamento abbiamo di Reggio? Quante persone abbiamo al Governo di Reggio? Quante di esse hanno a cuore la condizione dei ricoverati in Opg da essere venuti a trovarci? Che non capiti che chi predica debba anche governare. Perdono Signore! Ma è convinto che anche gli psichiatri abbiano tanto da imparare dal contatto con il carcere. «Ho incontrato le persone che hanno creato strutture di lavoro allinterno del carcere. Non so quali psichiatri avrebbero potuto fare cose come quelle che ho visto. Far lavorare persone che hanno avuto percorsi di quel tipo implica lessere dotati di una visione delluomo e del mondo che non esclude mai le cose ritenute impossibili. Ed è giusto così, perché non si può escludere che anche nel cuore apparentemente più arido e sepolto si possano nascondere risorse che non ci immaginiamo. segue a pag. 5 4 segue da pag.4 Coloro che lavorano per il recupero dei condannati sono persone animate da una grande speranza che viene anche dalla fede, che può essere anche una fede civile. Solo così, solo credendo, solo sperando contro ogni speranza, si può costruire un carcere diverso da quello che conosciamo». «Ho visto in volto quei detenuti che adesso lavorano. Uno psichiatra qualcosa può capire dagli sguardi. Il modo in cui si presentano colpisce. Colpisce il distacco immediato e radicale tra il pregiudizio, che vorrebbe queste persone perdute, e la realtà che abbiamo di fronte». M che cosa è un pregiudizio? «Come una forza distruttrice. La stessa che colpisce chiunque sia malato di depressione, e viene considerato dai normali come un essere destinato a perdersi, a gesti violenti contro il prossimo o contro sé stessi. Invece, la depressione può essere una fase attraverso la quale migliorarci». «Il pregiudizio è quella particolare deformazione che ci porta a giudicare gli altri generalizzando i comportamenti di un certo momento. Pensiamo ai carcerati. Quelle persone hanno compiuto reati gravissimi, ma se voglio analizzare una persona, non posso partire dal reato che hanno commesso. Metto tra parentesi quel fatto: non lo cancello, ma cerco di capire la persona comè adesso. Una persona non è definita dal reato che ha commesso, anche se noi abbiamo la tendenza a pensare che invece sia così. Invece dobbiamo vedere la loro possibilità di ri-creazione, o meglio di rinascita». Continua: «Paradossalmente sono i reati più gravi che possono determinare le conversioni più sconvolgenti. Più grande è il male compiuto, più è possibile essere portati a rendersi conto del proprio errore. Allora accade una cosa terribile, è come una bomba atomica che distrugge luomo di prima e lascia aperte strade immense per ripartire». Chiedo al professore se una simile spinta al cambiamento, che non può essere disgiunta dalla speranza, può scattare anche in chi ha lergastolo e, quindi, nessuna speranza di rifarsi una vita, almeno «fuori». «È il grande tema del tempo. Uno è divorato dal passato per il male che ha commesso, e questo brucia qualunque speranza di futuro. È un pericolo non solo per chi ha lergastolo. Chi è detenuto rischia di essere privato di una delle tre dimensioni agostiniane del tempo: passato, presente e futuro. E chi vive una vita che non ha futuro può essere portato a una disperazione senza confronto. «Veda, per evitare equivoci le dico subito questo: le carceri devono esistere. Lo spartiacque, però, devessere la diversa immagine della condizione umana. Se riteniamo che laver commesso un reato grave debba essere un per sempre, noi amputiamo il futuro. E senza il futuro cè il suicidio. Quanti si chiedono il perché di tanti suicidi in carcere? È ovvio che ci possono essere varie concause, le condizioni di detenzione eccetera. Ma quello che fa decidere per il suicidio è il passaggio dalla speranza alla disperazione». «Con lergastolo nessuno più può mantenere un lumicino di speranza. È uneutanasia imposta da persone educate, civili, religiose. Dal punto di vista psicologico, è forse la tortura maggiore: luccisione della speranza. È come dire: vi uccidiamo due volte. Quello che noi siamo - ha scritto Nietzsche - è quello che diveniamo. È il futuro che fa di noi quello che io e lei siamo in questo momento. Noi siamo unattesa». e il sistema carcerario italiano: «Così comè adesso, mostra di non credere che esista una possi bi lità di cambiamento», mi risponde questuomo convinto, come San Paolo, che dove abbonda il peccato può sovrabbondare la grazia. Testo tratto dall'intervista concessa a Michele Brambilla nellambito dellinchiesta a puntate della Stampa 5 Tempo di Ramadan A cura della redazione Per i musulmani è tempo di Ramadan, il rituale che, secondo il calendario musulmano, ha inizio al nono mese dell'anno e prevede il digiuno con durata di 29-30 giorni, in base al mese lunare ed esso costituisce il quarto dei "Cinque pilastri dell'Islam". Il Ramadan 2013 in Italiae in molti altri paesi ha inizio il 9 luglio alle 2 di notte e finisce all'8 agosto, giorno in cui si terrà il rituale della festa di tre giorni chiamata "Eid-alFitr", periodo nel quale i musulmani si riuniranno con familiari ed amici per festeggiare, pranzare insieme e scambiarsi regali. Il Ramadan, in Italia e nel mondo, prevede che i credenti digiunino dall'alba al tramonto, precisamente con inizio dalle 4 del mattino fino alle 21 di sera, per tale motivo, ai praticanti, sarà concesso solo un piccolo pasto detto "piccola colazione", che avverrà verso le 3 di mattina con veglia straordinaria. Periodo: Il Ramadan corrisponde al nono mese del calendario islamico e la sua cadenza varia di anno in anno in quanto il calendario si basa sulle fasi lunari. Secondo la tradizione questo è il mese in cui fu rivelato il Corano come guida per gli uomini e prova chiara di retta direzione e salvezza. La sera del 27 del mese, che coincide con la credenza che Maometto ricevette proprio in quel giorno la rivelazione del sacro Corano, i musulmani celebrano la Laylat-al-Qadr (la notte del potere). Il digiuno: Il digiuno durante il mese del ramadan costituisce uno dei cinque pilastri dell'Islam. Il digiuno dura dalle prime luci dell'alba fino al tramonto; in genere va fatto precedere da un pasto leggero poco prima dell'alba (suhur) per assumere le energie necessarie ad affrontare l'intera giornata. Passata la giornata si può consumare un piccolo pasto serale (iftar) dopo una preghiera che interrompe il digiuno fino al mattino successivo. Questo "digiuno" consiste non soltanto nell'astensione da ogni cibo e bevanda, ma anche da qualsiasi contatto sessuale e da ogni altro cattivo pensiero o azione, durante l'intera giornata fino al tramonto. Non bisogna litigare, né mentire né calunniare. Nella prova del digiuno è più importante il significato spirituale di quello materiale per il fatto che l'uomo obbedisce a un ordine divino. Egli impara a tenere sotto controllo i suoi desideri fisici e superando così la sua natura umana. Preghiera: Durante il Ramadan ogni musulmano praticante deve recarsi a pregare in moschea. In questo periodo oltre alle consuete cinque preghiere giornaliere si deve recitare una preghiera speciale, il Taraweeh, la preghiera notturna. Fine del Ramadan: La fine del Ramadan è festeggiata in corrispondenza del primo giorno del mese di Shawwal con una festività di tre giorni, chiamata Id-al-Fitr (festa della interruzione del digiuno), che prevede spesso il ricongiungimento con partenti ed amici, con relativi pranzi in famiglia e scambi di regali. 6 Le parole del Papa a cura della redazione L'acqua santa fa venire.... Adriano Grazioli Anche l'amore più grande quando non è continuamente alimentato si affievolisce e si spegne.... L'acqua santa fa venire il mal di pancia La Chiesa sia luogo della misericordia e della speranza di Dio, dove ognuno possa sentirsi accolto, amato, perdonato, incoraggiato a vivere secondo la vita buona del Vangelo. E per far sentire laltro accolto, amato, perdonato, incoraggiato la Chiesa deve essere con le porte aperte, perché tutti possano entrare. E noi dobbiamo uscire da quelle porte e annunciare il Vangelo.... A giudicare dal consumo di acqua minerale, pare che dell'acquedotto non ti puoi fidare. «La guerra è pazzia. È il suicidio dellumanità. È un atto di fede nei soldi, che per i potenti della terra sono più importanti delle persone». Perché «dietro una guerra sempre ci sono i peccati: cè il peccato dellidolatria, cè il peccato di sfruttare gli uomini, di sacrificarli allaltare del potere». Papa Francesco consiglia di pregare e di regolarsi così. UNA PREGHIERA PER OGNI DITO DELLA MANO 1. Il pollice è il dito a te più vicino. Comincia quindi col pregare per coloro che ti sono più vicini. Sono le persone di cui ci ricordiamo più facilmente. Pregare per i nostri cari è un dolce obbligo. A causa del facile inquinamento, l'acqua del rubinetto non trova gradimento. Ciò crea disagi e fa sciupare milioni e miliardi. Per disinquinare non basta pregare? Possibile che nel nostro Paese, l'acqua si sappia rendere persino"santa" e non pulita ed anche tanta? Adriano Montefalco 11.12.1991 2. Il dito successivo è lindice. Prega per coloro che insegnano, educano e curano. Questa categoria comprende maestri, professori, medici e sacerdoti. Hanno bisogno di sostegno e saggezza per indicare agli altri la giusta direzione. Ricordali sempre nelle tue preghiere. 3. Il dito successivo, il medio, è il più alto. Ci ricorda i nostri governanti. Prega per il presidente, i parlamentari, gli imprenditori e i dirigenti. Sono le persone che gestiscono il destino della nostra patria e guidano lopinione pubblica Hanno bisogno della guida di Dio. 4. Il quarto dito è lanulare. Lascerà molti sorpresi, ma è questo il nostro dito più debole, come può confermare qualsiasi insegnante di pianoforte. È lì per ricordarci di pregare per i più deboli, per chi ha sfide da affrontare, per i malati. Hanno bisogno delle tue preghiere di giorno e di notte. Le preghiere per loro non saranno mai troppe. Ed è lì per invitarci a pregare anche per le coppie sposate. 5. E per ultimo arriva il nostro dito mignolo, il più piccolo di tutti, come piccoli dobbiamo sentirci noi di fronte a Dio e al prossimo. Come dice la Bibbia, gli ultimi saranno i primi. Il dito mignolo ti ricorda di pregare per te stesso Dopo che avrai pregato per tutti gli altri, sarà allora che potrai capire meglio quali sono le tue necessità guardandole nella giusta prospettiva. «....Lampedusa non è un luogo di sofferenza cristiana. La maggioranza di chi vi approda arriva dal Sud del mondo. Pakistan, Somalia, Bangladesh: Paesi musulmani. La partecipazione così diretta alle loro sofferenze è un messaggio che è stato accolto con grande interesse anche da quel mondo» Romano Prodi 7 Riflessioni PREGHIERA Allontana il dolore proteggi i miei cari, danne parole d'amore che sorga l'uguaglianza fra le genti lo ha detto un senzatetto/ dagli occhi/ innocenti un coltello/ la paura/ quale rifugio? Trovando le chiavi ma non una casa da prendere un violino che suona, la vecchiaia inconcepibile allontana il dolore o mio Signore rendici uguali, senza artifici sposa la bellezza che tu benedici Davide Errata corrige Le due poesie pubblicate nel numero di Luglio (Ti amo e Manicomio) erano entrambe di Andrea contrariamente a quanto indicato dalla prima pagina Poi Gesù racconta una parabola dove si parla sostanzialmente di tre amici che manifestano la loro amicizia nell'andare l'uno dall'altro a chiedere, cercare, bussare La preghiera è tutto questo: è la libertà che ci è concessa e che concediamo agli altri di amare. Mai la preghiera è individuale mai è da single. Anche quando coniughiamo i verbi, che prima di noi ha coniugato Gesù, lo facciamo in comunione con altri e per gli altri. Se non altro perché questi verbi sono i verbi dei poveri con i quali soprattutto tramite la preghiera, ci dichiariamo poveri anche noi. Mi pare che oggi, chi incarna il modo di stare davanti a Dio e ai poveri, sia Papa Francesco. Le parole, i gesti, i silenzi, le preghiere esprimono il suo stare davanti al Signore da povero e stare davanti ai poveri con la misericordia e la tenerezza di Dio. Ciò che si coglie è che: "..questo Papa ci piace". È sufficiente che il Papa ci piaccia? Da quando è stato eletto Papa le diocesi, le parrocchie, le diaconie cosa hanno cambiato del loro rapporto con il Signore e con i poveri? È una riflessone che dovremmo fare e che facciamo fatica a fare, a livelli diversi. Chiedere, cercare, bussare..sono i verbi dei poveri, quelli di Gesù, quelli del Papa; saranno i nostri? Nel Signore Ce ne scusiamo con gli autori UNA COPERTA Miele e aghi di pino, una coperta un amore passato, come un'immagine rievocata, gioia e pioggia domande con tremore. Bianco colore e nuova vita Rumori e grida continue e sofferenza Ma fiducia o paura, di guarirsi Vagabondo mio Signore col cappello senza troppo sole Da tante parole, da una luce sul muro Che rompe spazi liberi Dolce riposo, vagare del giorno dal freddo dell'abbandono. Ancora il ritorno. Davide 8 Signore aiutaci a fare del bene agli altri per essere ricordati solo per gli atti buoni. Noi ti preghiamo. Sofia a commento del Vangelo di domenica 23 giugno 2013