“LA CORNACCHIA" (il giornalino di Casa Padiel)

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“LA CORNACCHIA" (il giornalino di Casa Padiel)
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“LA CORNACCHIA"
(il giornalino di Casa Padiel)
VII*NUMERO
USCITA TRIMESTRALE
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SALUTO DEL DIRETTORE
Ridendo e scherzando siamo ormai a Natale e alle festività di fine anno
2013/2014.
Che dire?
Un altro anno sta finendo! Già !?!
Chissà com'è andato a TUTTI? Certo c'è una crisi economica e di valori da
paura, siamo parecchio scontenti, infelici, arrabbiati!
Abbiamo paura!
Però................ ci rendiamo anche conto come ogni anno che, forse (anzi senza
forse) è tutti gli anni così e che le stesse frasi, gli stessi pensieri di fine anno sono gli
stessi che si ripetono da anni.
E poi? Si continua a vivere!
Con la speranza, con la certezza che ogni anno sia migliore!....
Altrimenti saremmo già morti.
Quindi, permettetemi, per favore, anche quest'anno di essere ottimista e di
augurare a tutti coloro che ci seguono BUON NATALE! E BUON 2014!!!
Rita Basso Basset
La redazione del giornalino è composta così:
1) vicedirettore del giornalino: Fabiola Cusato
2) redattori: Annalisa, Davide,Piero, Raffaella.
3) collaboratori esterni: tutti quelli che vorranno scrivere e apportare idee
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DISABILITA' E DIRITTI
TABELLA RIASSUNTIVA
Questa tabella è un quadro riassuntivo delle agevolazioni.
I documenti necessari per richiedere le agevolazioni sono i seguenti: certificato per non vedenti o
sordi; verbale dell’accertamento dell’handicap, certificato di attribuzione dell’indennità di
accompagnamento per disabili psichici o mentali.
A – Disabile in senso generale
B – Portatori di handicap grave, non vedenti, sordomuti, portatori di handicap psichico o mentale
C – Disabile con ridotte o impedite capacità motorie
D – Qualsiasi contribuente
Soggetti
Acquisto di auto o motoveicolo, nuovo o usato
B, C
IVA 4%
Detrazione 19%
Detrazione
Fissa
Deduzione
Si
Si
No
No
Prestazioni di servizio rese da officine per
l’adattamento del veicoli, anche usati, alla
minorazione del disabile e acquisto di accessori e C
strumenti per le relative prestazioni di
adattamento
Si
Si
No
No
Spese per riparazioni eccedenti l’ordinaria
manutenzione
B, C
No
Si
No
No
Spese per i mezzi necessari per
l’accompagnamento, la deambulazione, il
sollevamento
A
Si
Si
No
No
Acquisto di sussidi tecnici e informatici (ad
esempio: computer, fax, modem o altro sussidio
telematico)
A
Si (1)
Si
No
No
Spese mediche generiche e di assistenza
specifica necessarie nei casi di grave e
permanente invalidità o menomazione
A
No
No
No
Si
Spese mediche a seguito di ricovero di persona
anziana in istituti di assistenza e ricovero
D
No
Per l’importo che
eccede € 129,11
No
No
Acquisto o affitto di protesi sanitarie ovvero di
attrezzature sanitarie
D
Si (per i
Per l’importo che
soggetti A) eccede € 129,11
No
No
Prestazioni chirurgiche; analisi, indagini
radioscopiche, ricerche e applicazioni,
prestazioni specialistiche; prestazioni rese da un
D
medico generico; acquisto di medicinali; degenze
o ricoveri collegati a operazioni chirurgiche;
trapianto di organi
No
Per l’importo che
eccede € 129,11
No
No
Spese sostenute per i servizi di interpretariato
dai soggetti riconosciuti sordomuti, ai sensi della B
Legge 26 maggio 1970 n. 381
No
Si
No
No
Contributi obbligatori previdenziali versati per
gli addetti ai servizi domestici e all’assistenza
personale e familiare (fino a 1.549,37 euro)
D
No
No
No
Si
Spese sostenute per l’acquisto del cane guida
(*)
No
Si
No
No
Spese di mantenimento per il cane guida
(*)
No
No
€ 516,46
No
Se la menomazione permanente è di natura motoria, visiva, uditiva o di linguaggio
(1) (*) L’agevolazione spetta solo ai non vedenti.
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PIERO MARCHIONI
Io sono Piero Marchioni e abito ad Aviano a Casa Padiel.
Questa settimana sono in ferie, ma martedì 28 agosto inizio a lavorare.
Io lavoro al Laboratorio Formativo Permanente “Il Riccio” a Pordenone.
Ogni mattina l’assistente mi accompagna alla fermata della corriera e io
prendo la corriera per andare al lavoro.
Arrivo al lavoro verso le 09.00.
Al “Riccio” faccio tante cose: do da mangiare agli animali (maiali, capre,
anatre, oche…), faccio le pulizie del capanno,faccio ordine nello spogliatoio
dei maschi, faccio disegni, lavoro in serra, faccio sfalci e potature in alcune
zone di Pordenone.
Pranzo assieme ai miei colleghi di lavoro in mensa e al pomeriggio, con
il caldo, stiamo dentro in atrio al fresco.
Per tornare a casa prendo la corriera del ritorno ed arrivo alla fermata di
Aviano dove mi aspetta l’assistente in turno.
Piero Marchioni
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luglio 2013
CASA PADIEL
Sei anni fa la mia famiglia attraversava un periodo particolare ed anche attorno
a noi c'era del fermento.
Gio ,mia figlia più grande, aveva comperato casa e,dopo averla restaurata,stava
per andarsene.
Questo comportava per tutti ed anche per Silvia un cambiamento non da
poco,dato che più di ogni altro Giò è stata importante nella nostra vita da famiglia
"diversa",per la sua disponibilità, per il suo supporto psicologico e ormai ,data l'età,
per la sua competenza,per non parlare della sua affettività.
Io,già da un po' la stimolavo ad andarsene perchè ,le dicevo, "devi vivere la tua
vita lontana da noi ,devi assaporare cosa sia una vita"normale"".
Da quando lei ricorda la nostra vita è stata Silvia.
Anche la figlia di una mia amica stava per uscire di casa,ed altri ragazzi che
frequentiamo andavano all'università e quindi ad abitare con i loro amici.
Tra questi c'erano i ragazzi del "La Casa al Sole" che vivevano già insieme.
Noi eravamo amici di Francesca soprattutto ma anche di Elena perchè Silvia con
loro frequentava da tanto tempo l'associazione "Anche noi a cavallo".
Sapevamo la loro storia e il loro percorso verso una autonomia che rispetta la
loro dignità di persone.
Inoltre Silvia si sentiva grande pronta per uscire di casa come tutti i giovani
che fremono che vogliono decidere indipendentemente dai genitori.
La nostra assistente sociale dietro nostra richiesta ci ha proposto Casa Padiel.
Io sapevo già della sua esistenza e ne avevo una buona opinione.
Il lato negativo - lo sapevo - era che Silvia era fuori dal suo ambiente dal
territorio al quale era legata e nel quale era stata inserita sin da piccola.
Nel territorio lei si muove molto bene con competenza anche perchè io non ho
mai cercato la lavanderia più economica o la drogheria più fornita ma mi sono servita
di negozi "a chilometri zero" .Allora questa parola non era ancora di moda,
Come ho scelto sempre delle attività che potessero stimolarla servite da mezzi
pubblici perchè lei potesse essere autonoma il più possibile
Il punto sul quale bisognava ancora lavorare era l'autonomia affettiva .
Doveva uscire di casa come dovrebbero fare tanti ragazzi d'oggi che sino a
trent'anni sono ancora a casa con i loro genitori.
L'incontro con gli Abitanti e gli operatori di allora di Casa Padiel è stato subito
positivo.
Si è instaurato immediatamente un rapporto di stima reciproca tra noi genitori
prima e Silvia poi.Alessandro. Laura e Giorgia.la psicologa,hanno ascoltato tutta la
storia di Silvia e della sua famiglia rassicurandoci ad ogni nostra perplessità.
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La protagonista è stata subito conquistata dal calore di Raffaella che l'ha
accolta nella sua camera.
Così Annalisa ha potuto avere una stanza tutta per sè.
Anche se non mi è stato riferito per non farmi soffrire so che per Silvia è stata
molto dura i primi tempi.
Georgeta la prendeva in giro in modo affettuoso chiedendole "se voleva un
ciuccio".
Anche adesso in alcuni momenti ha nostalgia di noi, ma basterebbe che ci fosse
il suo Andrea e ci venderebbe subito al diavolo.
La casa si è poi arricchita di altri abitanti con i quali Silvia ha legato subito
come ha ora un buon rapporto con Annalisa e Rita e riconosce i ruoli di ognuna.
Finalmente mia figlia ha delle persone che può chiamare amiche con le quali
riesce ad instaurare un rapporto se non di amicizia ma almeno di complicità.
Il mio primo pensiero era "il dopo di noi".."Se mi avesse colpita una grave
malattia?" ... "Se fossimo mancati presto entrambi?" "Se Gio avendo la sua famiglia
non avesse potuto seguirla giornalmente?"
Che dire di due persone che stanno invecchiando e altre persone giovani
competenti che sanno creare famiglia per lei e i suoi amici?
Dida Marconato Ballardin
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PERPLESSITA' E DUBBI
Silvia Ballardin, ieri, 8 ottobre 2013, davanti al Responsabile del Settore
Residenzialità dell'ASS6, ha deciso che non "vuole più vivere a Casa Padiel", ma che
torna a vivere a casa dei genitori a Pordenone.
Sono passati 5 anni e nezzo (mese più, mese meno) da quando è arrivata qui
la prima volta.
A tutti capita di "essere stanchi di vivere da qualche parte", a tutti può
capitare di "essere stanchi di vivere anche a casa propria", ma ... quasi mai è possibile
"avere la possibilità di cambiare", perchè un genitore, un marito, una moglie non
possono scegliere di cambiare "casa".
Casa Padiel non è casa nostra, nel senso che non è casa dei nostri genitori,
fratelli e/o sorellle.
Casa Padiel è casa nostra nell'istante in cui i nostri genitori, fratelli e/o sorelle
non ci sono più o comunque "non sono più in grado di occuparsi di noi".
Questo è "il dopo di noi".
Non è giusto anticiparlo, come non è giusto nemmeno "mettere i bastoni tra le
ruote a chi, operatore si occupa di noi, dopo che i nostri genitori non ci sono più" con
competenza ed amore, con professionalità ed un pizzico di "carica affettiva" o
"empatia" a seconda di ciò di cui abbiamo bisogno.
Ricordavo stamattina che all'età di 4 anni e mezzo, io ero in collegio "per il mio
bene" e che, purtroppo, in questo collegio niente è stato fatto con gradualità a quei
tempi.
Vedevo i miei genitori una volta ogni 15 gg.,e li sentivo al telefono una volta a
settimana.
Nonostante ciò,sono ancora viva.
Nessuno poteva immaginare che a 16 anni sarei restata senza papà e a 19 anni
anche senza mamma.
Tutto questo in maniera irrevocabile e senza avere la possibilità di scelta.
Silvia ha invece scelto di tornare a casa con i suoi genitori.
Speriamo che il tempo trascorso con noi sia stata un'esperienza positiva e che
ciò che ha vissuto qui a Casa Padiel l'abbia arricchita.
La nostra vita è piena di sfumature, anche cupe e tristi, però si va avanti a
vivere "CON" tutto ciò, perchè niente si può distruggere.
Tutto ci serve per crescere, cambiare e vivere.
Rita Basso Basset
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Saluto alle Suore
Oggi 22-09, in Parrocchia S. Zenone ad Aviano è stato dato "Il saluto alle
Suore" che lasciano Aviano dopo 90 Anni di servizio alla Parrocchia.
Dalle pagine di questo giornalino, vorrei e,non tanto e non solo per motivi
religiosi, dire un GROSSO GRAZIE ALLE SUORE ELISABETTINE che da oggi non
incontreremo più in giro per Aviano, sempre pronte ad un sorriso, una battuta, una
mano sulla spalla, "un vai avanti che ti penso" a volte mai detto, ma sempre percepito.
Se mi è consentito, ricordo che Casa Padiel (quindi noi esistiamo) esiste grazie
ad una Suora Elisabettina, Suor Elisa Cipolat Padiel che ha deciso di lasciare questa
Casa (che era sua, perchè era di proprietà dei suoi fratelli) alla Parrocchia S. Zenone
di Aviano, il cui Parroco l'allora Don Pierluigi Mascherin decise di trasformarla "per
usi sociali".
Le Assistenti, l'educatrice e la psicologa che lavorano qui, queste cose non ce le
dicono mai, (loro non c'erano... a quei tempi), ma io e Alessandro c'eravamo e ci
ricordiamo tutta la storia,che, comunque, vissuta in prima persona è "un'altra cosa"
rispetto a quello che ci potrebbe venire raccontato.
Tra i miei ricordi più belli, c'è un'Assemblea dei Soci, svoltasi nel 1999 nel
cortile di questa Casa, quando ancora non erano cominciati i lavori (e nessuno era in
grado di immaginare cosa e come sarebbe diventata Casa Padiel solo 3 anni dopo!)... Ed
affiora anche un altro ricordo: una visita notturna (serale) da parte del CDA
dell'Associazione di quei tempi per vedere a che punto "erano i lavori"!
Tutto il resto è storia.
Suor Elisa Cipolat Padiel è riuscita a venire all'Inaugurazione della Casa il
21 settembre 2002.
Si è spenta, poi, nel 2004.
E, comunque, anche se è vero che Don Lorenzo Barro, mettendo la targhetta in
memoria di Don Pierluigi (ad un anno dalla sua prematura scomparsa) sul portone di
Casa, è anche vero, reale che ha aggiunto il nome di Suor Elisa Cipolat Padiel, perchè
come disse lui, Don Lorenzo, "anche la gente di Aviano, ricordi" Suor Elisa.
A Suor Victor, a Suor Silvia, oggi è andato il "GRAZIE" gigantesco e grande
della Parrocchia di Aviano, cui aggiungo il "GRAZIE" di Casa Padiel, di coloro che ne
usufruiscono oggi, ma anche di coloro che ne usufruiranno in futuro insieme al "La
Cornacchia".
Rita Basso Basset
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DISABILITA' E SPORT
Paralimpiadi, una storia lunga più di mezzo secolo
Un’avventura cominciata nel 1944 da un neurochirurgo tedesco fuggito in
Inghilterra all’inizio della seconda guerra mondiale, Sir Ludwig Guttmann.
Nel 1948 il medico inglese Ludwig Guttmann, nell'ambito delle sue funzioni,
decise di promuovere fin dall'inizio lo sport come metodo principale di terapia,
utilizzandolo per plasmare e/o riplasmare i suoi pazienti con un fisico forte ed il
rispetto di sé[2]. Dal 1952, organizzò i cosiddetti Giochi di Stoke Mandeville per
disabili, cresciuti nel tempo fino ad avere oltre 130 partecipanti stranieri, cosa che
impressionò l'opinione pubblica internazionale e i dirigenti del movimento olimpico.
Nel 1956Guttmann fu onorato con la Coppa Fearnley, riconoscimento creato per
premiare chi si distingue nel contribuire all'espansione degli ideali olimpici.
In seguito a questi successi decise, su proposta ed assieme all'italiano Antonio
Maglio, di portare i giochi a Roma nel 1960, poi riconosciuto come I giochi paralimpici,
manifestazione che continua tutt'oggi con crescente successo.
Il 18 settembre 1960 si aprirono a Roma iIX Giochi Internazionali per
Paraplegici, ovvero la nona edizione internazionale deiGiochi di Stoke Mandeville, una
manifestazione sportiva ideata dal medico britannico Ludwig Guttmann come
equivalente deiGiochi olimpici per veterani della seconda guerra mondiale con danni
alla colonna vertebrale.
Sin dalla prima edizione si erano sempre svolti nella cittadina inglese di Stoke
Mandeville, da cui prendevano il nome, ma nel 1958 Antonio Maglio, direttore del
centro paraplegici dell'INAIL, propose a Guttmann di disputare l'edizione del 1960 a
Roma, che quell'anno avrebbe ospitato la XVII Olimpiade.
I Giochi Internazionali per paraplegici furono organizzati dall'INAIL e
dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) e si svolsero una settimana dopo la
conclusione dei Giochi Olimpici. Vennero ufficialmente aperti il 18 settembre
dall'allora Ministro della Sanità italiano Camillo Giardina, davanti a circa cinquemila
spettatori nella cerimonia di apertura presso lo stadio dell'Acqua Cetosa. Le
competizioni si disputarono dal 19 al 24 settembre. Furono organizzate 57 gare in 8
sport diversi, a cui parteciparono 400 atleti in rappresentanza di 23 nazioni. La
cerimonia di chiusura si tenne il 25 settembre presso il Palazzetto dello Sport del
Villaggio Olimpico, alla presenza di Carla Gronchi, moglie del Presidente della
Repubblica Italiana, e di Ludwig Guttmann, l'ideatore dei Giochi.
L'edizione romana dei Giochi Internazionali di Stoke Mandeville fu la prima ad
essere organizzata in concomitanza con i Giochi Olimpici e a godere del
riconoscimento e del patrocinio di alte cariche istituzionali.
I partecipanti vennero ricevuti in udienza daPapa Giovanni XXIII. I Giochi di
Roma 1960 vennero posteriormente riconosciuti come I Giochi Paralimpici estivi solo
nel 1984, quando il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) approvò la
denominazione Giochi Paraolimpici.
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GIUSEPPINA VERSACE
“Giusy”, ha 35 anni è la prima atleta donna con amputazione bilaterale alle
gambe in gara ad un campionato nazionale di atletica leggera e, per di più, a
concorrere al titolo dopo soli 3 mesi dal debutto.
Il 22 agosto del 2005 ha avuto un terribile incidente automobilistico.
Giusy perde entrambe le gambe.
Un evento che rimette tutto in gioco anche se per un carattere determinato
come il suo, non ha mai significato arrendersi.
Dopo più di un anno e mezzo di duri allenamenti Giusy cammina di nuovo e decide
di tornare a lavorare.
Nel 2006 l’incontro con Lourdes e con l’Unitalsi di cui oggi è volontaria e poco
dopo torna a guidare.
Nel 2010 inizia a correre con protesi in carbonio e diventa presidente
della Disabili No Limits Onlus.
Giusy inizia a vincere ma soprattutto a lanciare messaggi positivi invogliando la
gente che come lei vive delle disabilità a non nascondersi, a non vergognarsi e ad
avvicinarsi allo sport.
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AL......BINO....
Come ogni volta che si monta in turno ognuna di noi operatrici prende le
consegne dalla collega,poi si parte con le varie cose da fare....si svuota la
lavastoviglie.....si stende la biancheria se serve...insomma le solite cose.......si va su da
Rita per darle l'ultima pastiglia....si fanno quattro chiacchiere....ecc....
Quella sera son tornata giù dalle scale.perchè di notte si è da sole quindi meglio
andare per le scale......chiudo la porta a vetri alle mie spalle e......guardo verso la ciotola
della nostra adorata gattina Minou e vedo che sta mangiando.....mha.!!!!....o Dio era più
piccola di Minou la creatura che mangiava nella sua ciotola..........non avendo su gli
occhiali......poichè sono un po' “talpa!!” che cosa ho visto?????
Pensavo fosse un topo!!!!!NOOOOOOOOOO non era un topo, ma un riccio e me
ne dà conferma la collega al mattino!!!!
Che sia il Riccio del Villaggio del Fanciullo dove vanno Piero e Davide????
Durante una cena parlando con i ragazzi chiedo e come lo chiamiamo??????
Rita dice “Al” mmmm come? Al?
Vengono fuori nomi super stravaganti.
Insomma per farla breve la maggioranza vince e decidono ALBINO! Wow !!!!!
Il riccio è stato battezzato ALBINO!!!!!
Fabiola Cusato
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REGALATEVI QUESTO MAGNIFICO LIBRO
PER NATALE
C’è chi si dispera per qualcosa nei propri figli che semplicemente delude le più
superficiali aspettative.
Chi vive in attesa che il proprio figlio compensi le frustrazioni di una vita.
Chi espone i propri figli come medaglie di vittoria: li vuole sani, li vuole belli e li
vuole bravi.
C’è chi invece si inventa un modo nuovo di comunicare, di far muovere un
corpicino apparentemente immobile, chi passa la vita a vegliare un sonno troppo labile.
Lamentandosi poco, a testa alta.
Si tratta di "Mio figlio ha le ali".
Storie di quotidiana disabilità.
Otto autori, otto le storie di quotidiana disabilità.
Non si tratta di storie tragiche, né di disastri su larga scala.
Solo storie di vita che si sa, non sempre ci fa solo star bene.
Chi scrive queste storie? Sono prima di tutto persone, e poi genitori.
Nella fattispecie genitori di bambini disabili. Che sono pur sempre bambini
prima di essere disabili. Che portano con se le aspettative, le gioie e le ansie di tutti i
bambini del mondo.
Marina (la nostra MammaMarina), Rossella, Claudio, Fabiana, Chiara…sono
mamme e papà che raccontano i loro momenti più bui, e il loro amore per la vita.
Lo spavento, lo sconforto e la rabbia…la solitudine, il senso di colpa.
Ma anche la forza, l’amore incondizionato, la perseveranza.
Sono solo alcune delle emozioni forti che accomunano questi genitori, i loro figli
e le loro storie.
Combattono, si disperano, litigano con medici e specialisti di ogni genere. Ma
ancora credono e soprattutto riescono anche a sorridere, a ironizzare. Sulle notti in
bianco, sugli ausili assurdamente costosi, e sugli sguardi della gente.
È un libro da leggere, da rileggere e da regalare. Per pensare, per riflettere,
per condividere con qualcuno che vive la disabilità, per sentirsi meno soli nelle
difficoltà delle vita. Semplicemente per ricordare quali sono le cose importanti, quelle
che contano veramente.
Il libro, edito da Erickson, è disponibile anche nella versione accompagnata da
un cd audio contenente la lettura del testo da parte degli attori della compagnia
teatrale “I Guitti”.
Non si tratta ovviamente solo di una possibilità per chi non può leggere da sé,
ma di un modo diverso e intelligente di dedicarsi qualche ora, e di scaldarsi il cuore.
Fabiola Cusato
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MATRIMONIO DI SILVIA E FABIANO
Il 19-10-13 a Roveredo in Piano, si sono sposati Silvia Matera assistente a Casa
Padiek e Fabiano Del Piero, operatore al Cord di Cordenons.
Alla cerimonia in Chiesa eravamo presenti anche noi Abitanti di Casa Padiel,
accompagnati da due assistenti Fabiola e Sabrina, dalla Coordinatrice Claudia Badin e
dall'educatrice Silvia Gambin.
In più la testimone di Silvia è stata (ed è) Michela Orlando, anche lei assistente
a Casa Padiel.
Michela, una bella Testimone con tacchi 12!
Silvia una bella Sposa! Tradizionale, bellissima elegane nel suo splendido abito
bianco con scarpe rosse e con tacchi 10!!!.
Eravamo emozionati ed eleganti anche noi.
Silvia e Fabiano hanno voluto fare una foto anche con noi.
Agli Sposi, auguriamo tutta la felicità del mondo per tutta la loro vita.
La Redazione
Dalla Testimone
LA SPORTIVA COL TACCO
Sono Michela Orlando, una donna che un paio di mesi fa ha dovuto combattere
una dura battaglia.
Sono una donna che a Versace,Valentino,Cavalli ha sempre preferito Nike,
Adidas e Fila ma al matrimonio della mia più cara amica ho indossato un bell'abitino e
una scarpetta tacco 12.
Risultato esterno:una gran bella testimone.
Risultato interno:una feroce impressione di finire lunga distesa ad ogni passo
ed essere la barzelletta del giorno.
Sostenuta da una schiera di angeli custodi (...uno sarebbe stato troppo poco!!!!)e
con la sicurezza di un bel paio di comode ciabattine in macchina,l'ardua impresa è
stata portata a termine in maniera più che rispettabile,con tanta allegria e felicità di
vedere la più cara amica in versione sposa super splendida...altrimenti non sarei qui a
raccontarvelo...a quest'ora!!!.
Colgo anche l'occasione per fare a tutti voi i migliori auguri di Buone Feste....e
buon 2014!!!!
Michela Orlando
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LETTERA DI UN BAMBINO
PORTATORE DI HANDICAP ALLA
SUA MAMMA
Cara Mamma,
lo so che non è stato facile… ma ti voglio raccontare una cosa, che
forse non sai.
Ogni anima, prima di incarnarsi, sa già quale percorso deve compiere, così
anch’io sapevo che sarei nato per vivere un certo tipo di esperienza. Lo sapevi?
Ci sono anime più e meno evolute, ma adesso non pensare quello che viene più
logico… non è proprio così. La scelta di nascere e vivere un’esistenza, diciamo
“difficile”, è una scelta dura e faticosa, ma anche una scelta d’amore che solo anime
molto sensibili ed elevate possono possono permettersi di fare.
Non riesci a spiegartelo? Non è facile da capire, non tutto è semplice, ma
credimi, non è la manifestazione fisica che conta… e tu sai che la mia è un’anima pura e
bellissima: questo conta, questo lo hai capito subito dalla prima volta che mi hai preso
tra le braccia…Del resto ognuno di noi si sceglie i genitori, ed io vi ho cercati e vi ho
trovati, che bello! Dovevo essere sicuro di essere accettato e amato completamente,
dovevo trovare due persone così stupendamente… insomma voi due.
Spero ti faccia piacere sapere che stai svolgendo un compito superiore, che non
è da tutti, che ti viene affidato dal cielo. Sai, alcune mamme, non tu lo so, vivono
questa esperienza male, quasi come una punizione e non sanno che è un premio da un
“essere” che ha tutta la capacità e l’amore per vivere un tipo di esperienza così
delicata e a volte faticosa, ma che sa dare momenti così unici che non è possibile
descrivere… però io e te li conosciamo, vero mamma? Non si possono spiegare con le
parole, ma solo con le emozioni… e con le energie sottili che si scambiano.
Mamma, come vorrei che tu riuscissi a comunicarlo a tutte quelle persone che
ignorano la danza delle nostre varie esistenze… ma per ora non importa, mi basta
averlo comunicato a te, che in fondo lo sapevi già… ma volevo darti una conferma della
tua intuizione. Noi tutti siamo esseri di luce, che ogni tanto scendono sulla terra ad
imparare una “pagina” di lezione. Le nostre due luci sono così simili che si sono
riconosciute, tu sei nata per aspettarmi ed io sono arrivato, tutto come era scritto:
con una penna dall’inchiostro dorato.
Ti abbraccio, mamma, ti ringrazio e di essere come sei e di darmi tutto il tuo
amore. Non preoccuparti mai, stai già facendo tutto, abbi solo fiducia quanta io ne ho
in te e continuiamo la nostra danza, con la musica che gli Angeli hanno composto solo
per noi Ti amo, mi ami… perché l’amore è la risposta ad ogni cosa.
il tuo bambino
(B. Mazzarella)
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RINGRAZIAMENTI
“La Cornacchia” e Casa Padiel ringraziano:
1) Don Franco Corazza,
2) Laura De Conti,
3) le Assistenti che lavorano ed/o hanno lavorato qui,,
4) Giorgia Botter,
5) Silvia Gambin,
6) "Il Bucaneve”,
7) l'Associazione “Sompradese”,
8) Alessandro Stefanato che ha lavorato per cinque lunghi anni qui,
9) Gigi Sartori,
10) la Caritas Parrocchiale,
11) Mauro Muccignatto,
12) l'Associazione S. Pietro Apostolo che ci stampa il giornalino gratuitamente,
13) l'Amministrazione Comunale di Aviano, e il Sindaco che ci saluta sempre,
14) Rosina,Maria Menegoz, Regina Gardenal
15) il D.U.M.,
16) Lorenzo Primitivo,
17) La Mensa Scolastica dove Annalisa lavora,
18) Mariagiulia (che ci porta i tappi alla “Via del Natale”)
19) Desirèe,
20) Sergio e Carlo Fabbro,
21) i medici dello Studio Associato e i medici della Terapia del Dolore
22) la Farmacia Benetti
23) la dottoressa Santin,
24) Maria Spagna,
25) Gabriele e il nonno Carlo,
26) Gina De Cillia,
27) Sissi,
28) l'Ufficio Informagiovani dove Rita lavora,
29) Regina e Lorenzo di Tartinis,
30) tutti gli Amici di Tartinis e Gemon
31) tutta la gente che incontriamo a Messa, nei negozi che cerca di
considerarci come loro.
32) Tutti quelli che ci siamo dimenticati.
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BARZELLETTE
BATTESIMO
"Come chiamerete il vostro bambino?", chiede il parroco ai genitori durante il
battesimo.
"Lo chiameremo Francesco Marco Carlo Giovanni Federico", dichiara orgoglioso il
padre.
Il parroco, allora, rivolgendosi al sagrestano: "Più acqua per favore!"
CARABINIERI
Il maresciallo a suo figlio: "Che farai da grande?"
"Il carabbbiniere, papà!"
"E' un lavoro stimatissimo, però esistono due categorie di carabbbinieri: quelli
intelligenti e quelli ... TOC TOC" (così dicendo picchietta sul tavolo per indicare la
testa dura)
"Papà bussano!"
"Sì, lascia stare, vado io ad aprire!"
TEMA DI PIERINO
Tema: Descrivete una tragedia.
-Svolgimento di Pierino: un puntino rosso al centro del foglio.
La maestra lo chiama per chiedere spiegazioni e Pierino: "Mia sorella ogni mese fa un
puntino rosso sul calendario: questo mese non l'ha fatto.Quando mio padre se ne
accorgerà sarà una tragedia!"