“LA CORNACCHIA" (il giornalino di Casa Padiel)
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“LA CORNACCHIA" (il giornalino di Casa Padiel)
1 1 “LA CORNACCHIA" (il giornalino di Casa Padiel) VII*NUMERO USCITA TRIMESTRALE 2 SALUTO DEL DIRETTORE Ridendo e scherzando siamo ormai a Natale e alle festività di fine anno 2013/2014. Che dire? Un altro anno sta finendo! Già !?! Chissà com'è andato a TUTTI? Certo c'è una crisi economica e di valori da paura, siamo parecchio scontenti, infelici, arrabbiati! Abbiamo paura! Però................ ci rendiamo anche conto come ogni anno che, forse (anzi senza forse) è tutti gli anni così e che le stesse frasi, gli stessi pensieri di fine anno sono gli stessi che si ripetono da anni. E poi? Si continua a vivere! Con la speranza, con la certezza che ogni anno sia migliore!.... Altrimenti saremmo già morti. Quindi, permettetemi, per favore, anche quest'anno di essere ottimista e di augurare a tutti coloro che ci seguono BUON NATALE! E BUON 2014!!! Rita Basso Basset La redazione del giornalino è composta così: 1) vicedirettore del giornalino: Fabiola Cusato 2) redattori: Annalisa, Davide,Piero, Raffaella. 3) collaboratori esterni: tutti quelli che vorranno scrivere e apportare idee 3 DISABILITA' E DIRITTI TABELLA RIASSUNTIVA Questa tabella è un quadro riassuntivo delle agevolazioni. I documenti necessari per richiedere le agevolazioni sono i seguenti: certificato per non vedenti o sordi; verbale dell’accertamento dell’handicap, certificato di attribuzione dell’indennità di accompagnamento per disabili psichici o mentali. A – Disabile in senso generale B – Portatori di handicap grave, non vedenti, sordomuti, portatori di handicap psichico o mentale C – Disabile con ridotte o impedite capacità motorie D – Qualsiasi contribuente Soggetti Acquisto di auto o motoveicolo, nuovo o usato B, C IVA 4% Detrazione 19% Detrazione Fissa Deduzione Si Si No No Prestazioni di servizio rese da officine per l’adattamento del veicoli, anche usati, alla minorazione del disabile e acquisto di accessori e C strumenti per le relative prestazioni di adattamento Si Si No No Spese per riparazioni eccedenti l’ordinaria manutenzione B, C No Si No No Spese per i mezzi necessari per l’accompagnamento, la deambulazione, il sollevamento A Si Si No No Acquisto di sussidi tecnici e informatici (ad esempio: computer, fax, modem o altro sussidio telematico) A Si (1) Si No No Spese mediche generiche e di assistenza specifica necessarie nei casi di grave e permanente invalidità o menomazione A No No No Si Spese mediche a seguito di ricovero di persona anziana in istituti di assistenza e ricovero D No Per l’importo che eccede € 129,11 No No Acquisto o affitto di protesi sanitarie ovvero di attrezzature sanitarie D Si (per i Per l’importo che soggetti A) eccede € 129,11 No No Prestazioni chirurgiche; analisi, indagini radioscopiche, ricerche e applicazioni, prestazioni specialistiche; prestazioni rese da un D medico generico; acquisto di medicinali; degenze o ricoveri collegati a operazioni chirurgiche; trapianto di organi No Per l’importo che eccede € 129,11 No No Spese sostenute per i servizi di interpretariato dai soggetti riconosciuti sordomuti, ai sensi della B Legge 26 maggio 1970 n. 381 No Si No No Contributi obbligatori previdenziali versati per gli addetti ai servizi domestici e all’assistenza personale e familiare (fino a 1.549,37 euro) D No No No Si Spese sostenute per l’acquisto del cane guida (*) No Si No No Spese di mantenimento per il cane guida (*) No No € 516,46 No Se la menomazione permanente è di natura motoria, visiva, uditiva o di linguaggio (1) (*) L’agevolazione spetta solo ai non vedenti. 4 PIERO MARCHIONI Io sono Piero Marchioni e abito ad Aviano a Casa Padiel. Questa settimana sono in ferie, ma martedì 28 agosto inizio a lavorare. Io lavoro al Laboratorio Formativo Permanente “Il Riccio” a Pordenone. Ogni mattina l’assistente mi accompagna alla fermata della corriera e io prendo la corriera per andare al lavoro. Arrivo al lavoro verso le 09.00. Al “Riccio” faccio tante cose: do da mangiare agli animali (maiali, capre, anatre, oche…), faccio le pulizie del capanno,faccio ordine nello spogliatoio dei maschi, faccio disegni, lavoro in serra, faccio sfalci e potature in alcune zone di Pordenone. Pranzo assieme ai miei colleghi di lavoro in mensa e al pomeriggio, con il caldo, stiamo dentro in atrio al fresco. Per tornare a casa prendo la corriera del ritorno ed arrivo alla fermata di Aviano dove mi aspetta l’assistente in turno. Piero Marchioni 5 luglio 2013 CASA PADIEL Sei anni fa la mia famiglia attraversava un periodo particolare ed anche attorno a noi c'era del fermento. Gio ,mia figlia più grande, aveva comperato casa e,dopo averla restaurata,stava per andarsene. Questo comportava per tutti ed anche per Silvia un cambiamento non da poco,dato che più di ogni altro Giò è stata importante nella nostra vita da famiglia "diversa",per la sua disponibilità, per il suo supporto psicologico e ormai ,data l'età, per la sua competenza,per non parlare della sua affettività. Io,già da un po' la stimolavo ad andarsene perchè ,le dicevo, "devi vivere la tua vita lontana da noi ,devi assaporare cosa sia una vita"normale"". Da quando lei ricorda la nostra vita è stata Silvia. Anche la figlia di una mia amica stava per uscire di casa,ed altri ragazzi che frequentiamo andavano all'università e quindi ad abitare con i loro amici. Tra questi c'erano i ragazzi del "La Casa al Sole" che vivevano già insieme. Noi eravamo amici di Francesca soprattutto ma anche di Elena perchè Silvia con loro frequentava da tanto tempo l'associazione "Anche noi a cavallo". Sapevamo la loro storia e il loro percorso verso una autonomia che rispetta la loro dignità di persone. Inoltre Silvia si sentiva grande pronta per uscire di casa come tutti i giovani che fremono che vogliono decidere indipendentemente dai genitori. La nostra assistente sociale dietro nostra richiesta ci ha proposto Casa Padiel. Io sapevo già della sua esistenza e ne avevo una buona opinione. Il lato negativo - lo sapevo - era che Silvia era fuori dal suo ambiente dal territorio al quale era legata e nel quale era stata inserita sin da piccola. Nel territorio lei si muove molto bene con competenza anche perchè io non ho mai cercato la lavanderia più economica o la drogheria più fornita ma mi sono servita di negozi "a chilometri zero" .Allora questa parola non era ancora di moda, Come ho scelto sempre delle attività che potessero stimolarla servite da mezzi pubblici perchè lei potesse essere autonoma il più possibile Il punto sul quale bisognava ancora lavorare era l'autonomia affettiva . Doveva uscire di casa come dovrebbero fare tanti ragazzi d'oggi che sino a trent'anni sono ancora a casa con i loro genitori. L'incontro con gli Abitanti e gli operatori di allora di Casa Padiel è stato subito positivo. Si è instaurato immediatamente un rapporto di stima reciproca tra noi genitori prima e Silvia poi.Alessandro. Laura e Giorgia.la psicologa,hanno ascoltato tutta la storia di Silvia e della sua famiglia rassicurandoci ad ogni nostra perplessità. 6 La protagonista è stata subito conquistata dal calore di Raffaella che l'ha accolta nella sua camera. Così Annalisa ha potuto avere una stanza tutta per sè. Anche se non mi è stato riferito per non farmi soffrire so che per Silvia è stata molto dura i primi tempi. Georgeta la prendeva in giro in modo affettuoso chiedendole "se voleva un ciuccio". Anche adesso in alcuni momenti ha nostalgia di noi, ma basterebbe che ci fosse il suo Andrea e ci venderebbe subito al diavolo. La casa si è poi arricchita di altri abitanti con i quali Silvia ha legato subito come ha ora un buon rapporto con Annalisa e Rita e riconosce i ruoli di ognuna. Finalmente mia figlia ha delle persone che può chiamare amiche con le quali riesce ad instaurare un rapporto se non di amicizia ma almeno di complicità. Il mio primo pensiero era "il dopo di noi".."Se mi avesse colpita una grave malattia?" ... "Se fossimo mancati presto entrambi?" "Se Gio avendo la sua famiglia non avesse potuto seguirla giornalmente?" Che dire di due persone che stanno invecchiando e altre persone giovani competenti che sanno creare famiglia per lei e i suoi amici? Dida Marconato Ballardin 7 PERPLESSITA' E DUBBI Silvia Ballardin, ieri, 8 ottobre 2013, davanti al Responsabile del Settore Residenzialità dell'ASS6, ha deciso che non "vuole più vivere a Casa Padiel", ma che torna a vivere a casa dei genitori a Pordenone. Sono passati 5 anni e nezzo (mese più, mese meno) da quando è arrivata qui la prima volta. A tutti capita di "essere stanchi di vivere da qualche parte", a tutti può capitare di "essere stanchi di vivere anche a casa propria", ma ... quasi mai è possibile "avere la possibilità di cambiare", perchè un genitore, un marito, una moglie non possono scegliere di cambiare "casa". Casa Padiel non è casa nostra, nel senso che non è casa dei nostri genitori, fratelli e/o sorellle. Casa Padiel è casa nostra nell'istante in cui i nostri genitori, fratelli e/o sorelle non ci sono più o comunque "non sono più in grado di occuparsi di noi". Questo è "il dopo di noi". Non è giusto anticiparlo, come non è giusto nemmeno "mettere i bastoni tra le ruote a chi, operatore si occupa di noi, dopo che i nostri genitori non ci sono più" con competenza ed amore, con professionalità ed un pizzico di "carica affettiva" o "empatia" a seconda di ciò di cui abbiamo bisogno. Ricordavo stamattina che all'età di 4 anni e mezzo, io ero in collegio "per il mio bene" e che, purtroppo, in questo collegio niente è stato fatto con gradualità a quei tempi. Vedevo i miei genitori una volta ogni 15 gg.,e li sentivo al telefono una volta a settimana. Nonostante ciò,sono ancora viva. Nessuno poteva immaginare che a 16 anni sarei restata senza papà e a 19 anni anche senza mamma. Tutto questo in maniera irrevocabile e senza avere la possibilità di scelta. Silvia ha invece scelto di tornare a casa con i suoi genitori. Speriamo che il tempo trascorso con noi sia stata un'esperienza positiva e che ciò che ha vissuto qui a Casa Padiel l'abbia arricchita. La nostra vita è piena di sfumature, anche cupe e tristi, però si va avanti a vivere "CON" tutto ciò, perchè niente si può distruggere. Tutto ci serve per crescere, cambiare e vivere. Rita Basso Basset 8 Saluto alle Suore Oggi 22-09, in Parrocchia S. Zenone ad Aviano è stato dato "Il saluto alle Suore" che lasciano Aviano dopo 90 Anni di servizio alla Parrocchia. Dalle pagine di questo giornalino, vorrei e,non tanto e non solo per motivi religiosi, dire un GROSSO GRAZIE ALLE SUORE ELISABETTINE che da oggi non incontreremo più in giro per Aviano, sempre pronte ad un sorriso, una battuta, una mano sulla spalla, "un vai avanti che ti penso" a volte mai detto, ma sempre percepito. Se mi è consentito, ricordo che Casa Padiel (quindi noi esistiamo) esiste grazie ad una Suora Elisabettina, Suor Elisa Cipolat Padiel che ha deciso di lasciare questa Casa (che era sua, perchè era di proprietà dei suoi fratelli) alla Parrocchia S. Zenone di Aviano, il cui Parroco l'allora Don Pierluigi Mascherin decise di trasformarla "per usi sociali". Le Assistenti, l'educatrice e la psicologa che lavorano qui, queste cose non ce le dicono mai, (loro non c'erano... a quei tempi), ma io e Alessandro c'eravamo e ci ricordiamo tutta la storia,che, comunque, vissuta in prima persona è "un'altra cosa" rispetto a quello che ci potrebbe venire raccontato. Tra i miei ricordi più belli, c'è un'Assemblea dei Soci, svoltasi nel 1999 nel cortile di questa Casa, quando ancora non erano cominciati i lavori (e nessuno era in grado di immaginare cosa e come sarebbe diventata Casa Padiel solo 3 anni dopo!)... Ed affiora anche un altro ricordo: una visita notturna (serale) da parte del CDA dell'Associazione di quei tempi per vedere a che punto "erano i lavori"! Tutto il resto è storia. Suor Elisa Cipolat Padiel è riuscita a venire all'Inaugurazione della Casa il 21 settembre 2002. Si è spenta, poi, nel 2004. E, comunque, anche se è vero che Don Lorenzo Barro, mettendo la targhetta in memoria di Don Pierluigi (ad un anno dalla sua prematura scomparsa) sul portone di Casa, è anche vero, reale che ha aggiunto il nome di Suor Elisa Cipolat Padiel, perchè come disse lui, Don Lorenzo, "anche la gente di Aviano, ricordi" Suor Elisa. A Suor Victor, a Suor Silvia, oggi è andato il "GRAZIE" gigantesco e grande della Parrocchia di Aviano, cui aggiungo il "GRAZIE" di Casa Padiel, di coloro che ne usufruiscono oggi, ma anche di coloro che ne usufruiranno in futuro insieme al "La Cornacchia". Rita Basso Basset 9 DISABILITA' E SPORT Paralimpiadi, una storia lunga più di mezzo secolo Un’avventura cominciata nel 1944 da un neurochirurgo tedesco fuggito in Inghilterra all’inizio della seconda guerra mondiale, Sir Ludwig Guttmann. Nel 1948 il medico inglese Ludwig Guttmann, nell'ambito delle sue funzioni, decise di promuovere fin dall'inizio lo sport come metodo principale di terapia, utilizzandolo per plasmare e/o riplasmare i suoi pazienti con un fisico forte ed il rispetto di sé[2]. Dal 1952, organizzò i cosiddetti Giochi di Stoke Mandeville per disabili, cresciuti nel tempo fino ad avere oltre 130 partecipanti stranieri, cosa che impressionò l'opinione pubblica internazionale e i dirigenti del movimento olimpico. Nel 1956Guttmann fu onorato con la Coppa Fearnley, riconoscimento creato per premiare chi si distingue nel contribuire all'espansione degli ideali olimpici. In seguito a questi successi decise, su proposta ed assieme all'italiano Antonio Maglio, di portare i giochi a Roma nel 1960, poi riconosciuto come I giochi paralimpici, manifestazione che continua tutt'oggi con crescente successo. Il 18 settembre 1960 si aprirono a Roma iIX Giochi Internazionali per Paraplegici, ovvero la nona edizione internazionale deiGiochi di Stoke Mandeville, una manifestazione sportiva ideata dal medico britannico Ludwig Guttmann come equivalente deiGiochi olimpici per veterani della seconda guerra mondiale con danni alla colonna vertebrale. Sin dalla prima edizione si erano sempre svolti nella cittadina inglese di Stoke Mandeville, da cui prendevano il nome, ma nel 1958 Antonio Maglio, direttore del centro paraplegici dell'INAIL, propose a Guttmann di disputare l'edizione del 1960 a Roma, che quell'anno avrebbe ospitato la XVII Olimpiade. I Giochi Internazionali per paraplegici furono organizzati dall'INAIL e dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) e si svolsero una settimana dopo la conclusione dei Giochi Olimpici. Vennero ufficialmente aperti il 18 settembre dall'allora Ministro della Sanità italiano Camillo Giardina, davanti a circa cinquemila spettatori nella cerimonia di apertura presso lo stadio dell'Acqua Cetosa. Le competizioni si disputarono dal 19 al 24 settembre. Furono organizzate 57 gare in 8 sport diversi, a cui parteciparono 400 atleti in rappresentanza di 23 nazioni. La cerimonia di chiusura si tenne il 25 settembre presso il Palazzetto dello Sport del Villaggio Olimpico, alla presenza di Carla Gronchi, moglie del Presidente della Repubblica Italiana, e di Ludwig Guttmann, l'ideatore dei Giochi. L'edizione romana dei Giochi Internazionali di Stoke Mandeville fu la prima ad essere organizzata in concomitanza con i Giochi Olimpici e a godere del riconoscimento e del patrocinio di alte cariche istituzionali. I partecipanti vennero ricevuti in udienza daPapa Giovanni XXIII. I Giochi di Roma 1960 vennero posteriormente riconosciuti come I Giochi Paralimpici estivi solo nel 1984, quando il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) approvò la denominazione Giochi Paraolimpici. 10 GIUSEPPINA VERSACE “Giusy”, ha 35 anni è la prima atleta donna con amputazione bilaterale alle gambe in gara ad un campionato nazionale di atletica leggera e, per di più, a concorrere al titolo dopo soli 3 mesi dal debutto. Il 22 agosto del 2005 ha avuto un terribile incidente automobilistico. Giusy perde entrambe le gambe. Un evento che rimette tutto in gioco anche se per un carattere determinato come il suo, non ha mai significato arrendersi. Dopo più di un anno e mezzo di duri allenamenti Giusy cammina di nuovo e decide di tornare a lavorare. Nel 2006 l’incontro con Lourdes e con l’Unitalsi di cui oggi è volontaria e poco dopo torna a guidare. Nel 2010 inizia a correre con protesi in carbonio e diventa presidente della Disabili No Limits Onlus. Giusy inizia a vincere ma soprattutto a lanciare messaggi positivi invogliando la gente che come lei vive delle disabilità a non nascondersi, a non vergognarsi e ad avvicinarsi allo sport. 11 AL......BINO.... Come ogni volta che si monta in turno ognuna di noi operatrici prende le consegne dalla collega,poi si parte con le varie cose da fare....si svuota la lavastoviglie.....si stende la biancheria se serve...insomma le solite cose.......si va su da Rita per darle l'ultima pastiglia....si fanno quattro chiacchiere....ecc.... Quella sera son tornata giù dalle scale.perchè di notte si è da sole quindi meglio andare per le scale......chiudo la porta a vetri alle mie spalle e......guardo verso la ciotola della nostra adorata gattina Minou e vedo che sta mangiando.....mha.!!!!....o Dio era più piccola di Minou la creatura che mangiava nella sua ciotola..........non avendo su gli occhiali......poichè sono un po' “talpa!!” che cosa ho visto????? Pensavo fosse un topo!!!!!NOOOOOOOOOO non era un topo, ma un riccio e me ne dà conferma la collega al mattino!!!! Che sia il Riccio del Villaggio del Fanciullo dove vanno Piero e Davide???? Durante una cena parlando con i ragazzi chiedo e come lo chiamiamo?????? Rita dice “Al” mmmm come? Al? Vengono fuori nomi super stravaganti. Insomma per farla breve la maggioranza vince e decidono ALBINO! Wow !!!!! Il riccio è stato battezzato ALBINO!!!!! Fabiola Cusato 12 REGALATEVI QUESTO MAGNIFICO LIBRO PER NATALE C’è chi si dispera per qualcosa nei propri figli che semplicemente delude le più superficiali aspettative. Chi vive in attesa che il proprio figlio compensi le frustrazioni di una vita. Chi espone i propri figli come medaglie di vittoria: li vuole sani, li vuole belli e li vuole bravi. C’è chi invece si inventa un modo nuovo di comunicare, di far muovere un corpicino apparentemente immobile, chi passa la vita a vegliare un sonno troppo labile. Lamentandosi poco, a testa alta. Si tratta di "Mio figlio ha le ali". Storie di quotidiana disabilità. Otto autori, otto le storie di quotidiana disabilità. Non si tratta di storie tragiche, né di disastri su larga scala. Solo storie di vita che si sa, non sempre ci fa solo star bene. Chi scrive queste storie? Sono prima di tutto persone, e poi genitori. Nella fattispecie genitori di bambini disabili. Che sono pur sempre bambini prima di essere disabili. Che portano con se le aspettative, le gioie e le ansie di tutti i bambini del mondo. Marina (la nostra MammaMarina), Rossella, Claudio, Fabiana, Chiara…sono mamme e papà che raccontano i loro momenti più bui, e il loro amore per la vita. Lo spavento, lo sconforto e la rabbia…la solitudine, il senso di colpa. Ma anche la forza, l’amore incondizionato, la perseveranza. Sono solo alcune delle emozioni forti che accomunano questi genitori, i loro figli e le loro storie. Combattono, si disperano, litigano con medici e specialisti di ogni genere. Ma ancora credono e soprattutto riescono anche a sorridere, a ironizzare. Sulle notti in bianco, sugli ausili assurdamente costosi, e sugli sguardi della gente. È un libro da leggere, da rileggere e da regalare. Per pensare, per riflettere, per condividere con qualcuno che vive la disabilità, per sentirsi meno soli nelle difficoltà delle vita. Semplicemente per ricordare quali sono le cose importanti, quelle che contano veramente. Il libro, edito da Erickson, è disponibile anche nella versione accompagnata da un cd audio contenente la lettura del testo da parte degli attori della compagnia teatrale “I Guitti”. Non si tratta ovviamente solo di una possibilità per chi non può leggere da sé, ma di un modo diverso e intelligente di dedicarsi qualche ora, e di scaldarsi il cuore. Fabiola Cusato 13 MATRIMONIO DI SILVIA E FABIANO Il 19-10-13 a Roveredo in Piano, si sono sposati Silvia Matera assistente a Casa Padiek e Fabiano Del Piero, operatore al Cord di Cordenons. Alla cerimonia in Chiesa eravamo presenti anche noi Abitanti di Casa Padiel, accompagnati da due assistenti Fabiola e Sabrina, dalla Coordinatrice Claudia Badin e dall'educatrice Silvia Gambin. In più la testimone di Silvia è stata (ed è) Michela Orlando, anche lei assistente a Casa Padiel. Michela, una bella Testimone con tacchi 12! Silvia una bella Sposa! Tradizionale, bellissima elegane nel suo splendido abito bianco con scarpe rosse e con tacchi 10!!!. Eravamo emozionati ed eleganti anche noi. Silvia e Fabiano hanno voluto fare una foto anche con noi. Agli Sposi, auguriamo tutta la felicità del mondo per tutta la loro vita. La Redazione Dalla Testimone LA SPORTIVA COL TACCO Sono Michela Orlando, una donna che un paio di mesi fa ha dovuto combattere una dura battaglia. Sono una donna che a Versace,Valentino,Cavalli ha sempre preferito Nike, Adidas e Fila ma al matrimonio della mia più cara amica ho indossato un bell'abitino e una scarpetta tacco 12. Risultato esterno:una gran bella testimone. Risultato interno:una feroce impressione di finire lunga distesa ad ogni passo ed essere la barzelletta del giorno. Sostenuta da una schiera di angeli custodi (...uno sarebbe stato troppo poco!!!!)e con la sicurezza di un bel paio di comode ciabattine in macchina,l'ardua impresa è stata portata a termine in maniera più che rispettabile,con tanta allegria e felicità di vedere la più cara amica in versione sposa super splendida...altrimenti non sarei qui a raccontarvelo...a quest'ora!!!. Colgo anche l'occasione per fare a tutti voi i migliori auguri di Buone Feste....e buon 2014!!!! Michela Orlando 14 LETTERA DI UN BAMBINO PORTATORE DI HANDICAP ALLA SUA MAMMA Cara Mamma, lo so che non è stato facile… ma ti voglio raccontare una cosa, che forse non sai. Ogni anima, prima di incarnarsi, sa già quale percorso deve compiere, così anch’io sapevo che sarei nato per vivere un certo tipo di esperienza. Lo sapevi? Ci sono anime più e meno evolute, ma adesso non pensare quello che viene più logico… non è proprio così. La scelta di nascere e vivere un’esistenza, diciamo “difficile”, è una scelta dura e faticosa, ma anche una scelta d’amore che solo anime molto sensibili ed elevate possono possono permettersi di fare. Non riesci a spiegartelo? Non è facile da capire, non tutto è semplice, ma credimi, non è la manifestazione fisica che conta… e tu sai che la mia è un’anima pura e bellissima: questo conta, questo lo hai capito subito dalla prima volta che mi hai preso tra le braccia…Del resto ognuno di noi si sceglie i genitori, ed io vi ho cercati e vi ho trovati, che bello! Dovevo essere sicuro di essere accettato e amato completamente, dovevo trovare due persone così stupendamente… insomma voi due. Spero ti faccia piacere sapere che stai svolgendo un compito superiore, che non è da tutti, che ti viene affidato dal cielo. Sai, alcune mamme, non tu lo so, vivono questa esperienza male, quasi come una punizione e non sanno che è un premio da un “essere” che ha tutta la capacità e l’amore per vivere un tipo di esperienza così delicata e a volte faticosa, ma che sa dare momenti così unici che non è possibile descrivere… però io e te li conosciamo, vero mamma? Non si possono spiegare con le parole, ma solo con le emozioni… e con le energie sottili che si scambiano. Mamma, come vorrei che tu riuscissi a comunicarlo a tutte quelle persone che ignorano la danza delle nostre varie esistenze… ma per ora non importa, mi basta averlo comunicato a te, che in fondo lo sapevi già… ma volevo darti una conferma della tua intuizione. Noi tutti siamo esseri di luce, che ogni tanto scendono sulla terra ad imparare una “pagina” di lezione. Le nostre due luci sono così simili che si sono riconosciute, tu sei nata per aspettarmi ed io sono arrivato, tutto come era scritto: con una penna dall’inchiostro dorato. Ti abbraccio, mamma, ti ringrazio e di essere come sei e di darmi tutto il tuo amore. Non preoccuparti mai, stai già facendo tutto, abbi solo fiducia quanta io ne ho in te e continuiamo la nostra danza, con la musica che gli Angeli hanno composto solo per noi Ti amo, mi ami… perché l’amore è la risposta ad ogni cosa. il tuo bambino (B. Mazzarella) 15 RINGRAZIAMENTI “La Cornacchia” e Casa Padiel ringraziano: 1) Don Franco Corazza, 2) Laura De Conti, 3) le Assistenti che lavorano ed/o hanno lavorato qui,, 4) Giorgia Botter, 5) Silvia Gambin, 6) "Il Bucaneve”, 7) l'Associazione “Sompradese”, 8) Alessandro Stefanato che ha lavorato per cinque lunghi anni qui, 9) Gigi Sartori, 10) la Caritas Parrocchiale, 11) Mauro Muccignatto, 12) l'Associazione S. Pietro Apostolo che ci stampa il giornalino gratuitamente, 13) l'Amministrazione Comunale di Aviano, e il Sindaco che ci saluta sempre, 14) Rosina,Maria Menegoz, Regina Gardenal 15) il D.U.M., 16) Lorenzo Primitivo, 17) La Mensa Scolastica dove Annalisa lavora, 18) Mariagiulia (che ci porta i tappi alla “Via del Natale”) 19) Desirèe, 20) Sergio e Carlo Fabbro, 21) i medici dello Studio Associato e i medici della Terapia del Dolore 22) la Farmacia Benetti 23) la dottoressa Santin, 24) Maria Spagna, 25) Gabriele e il nonno Carlo, 26) Gina De Cillia, 27) Sissi, 28) l'Ufficio Informagiovani dove Rita lavora, 29) Regina e Lorenzo di Tartinis, 30) tutti gli Amici di Tartinis e Gemon 31) tutta la gente che incontriamo a Messa, nei negozi che cerca di considerarci come loro. 32) Tutti quelli che ci siamo dimenticati. 16 BARZELLETTE BATTESIMO "Come chiamerete il vostro bambino?", chiede il parroco ai genitori durante il battesimo. "Lo chiameremo Francesco Marco Carlo Giovanni Federico", dichiara orgoglioso il padre. Il parroco, allora, rivolgendosi al sagrestano: "Più acqua per favore!" CARABINIERI Il maresciallo a suo figlio: "Che farai da grande?" "Il carabbbiniere, papà!" "E' un lavoro stimatissimo, però esistono due categorie di carabbbinieri: quelli intelligenti e quelli ... TOC TOC" (così dicendo picchietta sul tavolo per indicare la testa dura) "Papà bussano!" "Sì, lascia stare, vado io ad aprire!" TEMA DI PIERINO Tema: Descrivete una tragedia. -Svolgimento di Pierino: un puntino rosso al centro del foglio. La maestra lo chiama per chiedere spiegazioni e Pierino: "Mia sorella ogni mese fa un puntino rosso sul calendario: questo mese non l'ha fatto.Quando mio padre se ne accorgerà sarà una tragedia!"