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IL PUNTO COLDIRETTI 10 - 13 APRILE 2016 4 VINITALY 2016 Dal Centro di assistenza agricola un impegno professionale al servizio dei viticoltori CAA Coldiretti, sempre più servizi alle aziende La tenuta e l’aggiornamento del fascicolo aziendale è alla base di tante attività del CAA. Partendo proprio dal fascicolo aziendale, il CAA già da tempo offre ai propri utenti servizi di assistenza e compilazione dei diversi atti amministrativi che riguardano il settore vitivinicolo: dalle dichiarazioni obbligatorie (dichiarazione di raccolta e produzione vino, dichiarazione di giacenza), alla presentazione di domande di accesso ai contributi (OCM Vino, domande investimento, domande Ristrutturazione e Riconversione Vigneti, PSR, Pai, ecc…), fino agli adempimenti relativi la gestione del potenziale viticolo (ad esempio da ultimo le domande per le autorizzazioni nuovi impianti viticoli). A fianco di questi servizi, ci siamo anche attrezzati nel tempo, per offrire una gamma di opportunità alle aziende con servizi più specializzati nel settore, quali la tenuta dei Registri di Cantina (attività che svolgiamo già da un decennio, e per la quale siamo attrezzati per il passaggio alla dematerializzazione dei Registri) ed il servizio di Assistenza altamente specializzato. Tenuta dei registri di cantina Il Ministero delle Politiche Agricole ha avviato il processo di dematerializzazione dei registri e già nei prossimi mesi i produttori dovranno confrontarsi con queste nuove procedure. Il CAA Coldiretti è riconosciuto da oltre un decennio quale Impresa Specializzata e da tempo opera nella tenuta dei registri per moltissime aziende in tutta Italia. La nostra organizzazione, unita alla professionalità e competenza dei nostri operatori, ci consente di garantire il servizio di tenuta dei registri nel pieno rispetto delle nuove modalità previste dalla dematerializzazione, offrendo la massima assistenza ed un servizio di compilazione ed invio del Registro telematico con modalità web-services, che va incontro alle diverse esigenze che le aziende possono avere sulla base della propria organizzazione e struttura. Attualmente stiamo partecipando alla fase di sperimentazione del sistema direttamente con il Sian/Mipaaf al fine di essere pronti con un servizio a 360 gradi: - Per le aziende che ci chiedono assistenza e consulenza delegandoci l’invio del Registro; - Per le aziende che avranno necessità di un supporto tecnico e informatico completo; - Per le aziende che stanno cercando una soluzione tecnica ed informatica per affrontare i nuovi adempimenti. Assistenza specialistica Vitivinicola A fronte delle molte sollecitazioni venute dalle imprese, abbiamo perseguito l’intento di migliorare sul fronte dei servizi specialistici, proponendo una attività di assistenza e di supporto altamente specializzato per l’intero comparto.Il CAA Coldiretti ha attivato una collaborazione in esclusiva con un pool di esperti e giuristi a livello nazionale, sempre aggiornati sulla normativa del settore, per consentire alle strutture territoriali di fornire un servizio di consulenza puntuale altamente specializzato alle aziende vitivinicole di Coldiretti che aderiranno. Questo nuovo servizio si pone l’obiettivo di rispondere in modo concreto e puntuale alle necessità e ai quesiti delle aziende, su tutto quello che è materia vitivinicola, in costante aggiornamento con l’evoluzione della normativa e delle esigenze di mercato del settore. In particolare, abbiamo istituito un servizio di newsletter, che già inviamo a cadenza bi-settimanale, per rimanere costantemente aggiornati su tutto ciò che ruota attorno al vino, dalla normativa Comunitaria, Nazionale e Regionale, alle novità dal mondo DO e IG, con approfondimenti e speciali sui mercati esteri, i principali appuntamenti del settore, gli scadenziari e tutte le novità fiscali. Inoltre, proponiamo un servizio di Valutazione di conformità delle etichette di tutti i vini a DO e ad IG, dei vini e prodotti vitivi- nicoli disciplinati dai regolamenti europei e dalla normativa nazionale, compresi vini aromatizzati, bevande aromatizzate a base di vino, cocktail di prodotti vitivinicoli e bevande spiritose, con rilascio di un apposito report di conformità ed evidenza delle eventuali criticità che potrebbero creare problematiche alle aziende. Il servizio, risponde anche a Quesiti in materia vitivinicola puntuali, fornendo un parere giuridico su tutte le materie del settore vitivinicolo: etichettatura, fasi di produzione, documenti, registri, disciplinari, pratiche enologiche, vini aromatizzati, vini spumanti, vini frizzanti, ecc., con la possibilità anche di richiedere una interpretazione autentica degli Organismi ufficiali. Uno spazio di particolare interesse assume anche il Supporto all’export, con la possibilità di fornire tutte le informazioni necessarie rispetto alle fasi di esportazione del vino nei mercati esteri (tutti), dalle norme di etichettatura dei singoli paesi alle fasi di spedizione, nella considerazione della costante evoluzione della normativa e degli obblighi che l’azienda è tenuta a rispettare. Infine, possiamo anche fornire assistenza con la predisposizione di bozze di Memorie difensive avverso contestazioni su tematiche del settore vitivinicolo: etichettatura, fasi di produzione, documenti, registri, disciplinari, pratiche enologiche, vini aromatizzati, vini spumanti, vini frizzanti, ecc. Dal programma nazionale di sostegno 337 mln per il settore Il settore vitivinicolo italiano beneficia dal 2009 di risorse specifiche, pari a circa 337 milioni di euro all’anno, finanziate dal bilancio comunitario all’interno dell’Ocm Unica. I contributi comunitari per il settore vitivinicolo, confermati fino al 2020 sono attivabili mediante la presentazione da parte degli Stati Membri di un Programma Nazionale di Sostegno. Nel 2014 l’Italia ha ottenuto il via libera da Bruxelles sulla nuova programmazione (PNS vino 2014-2018) attraverso la quale è possibile fi- nanziare le seguenti misure: Promozione dei vini sui mercati dei paesi terzi e attività di informazione sul mercato interno; ristrutturazione e riconversione dei vigneti anche per motivi fitosanitari; investimenti; ricerca e sviluppo per migliorare la qualità dei prodotti e l’impatto ambientale (misura nuova); vendemmia verde; distillazione dei sottoprodotti; fondi mutualistici; assicurazioni contro le calamità. La maggior parte delle risorse (oltre 240 milioni di euro) sono destinate alle due misure ritenute stra- tegiche per il settore. La misura di ristrutturazione e riconversione dei vigneti che consente di rinnovare e adeguare alle richieste di mercato il vigneto italiano e la misura di promozione dei vini sui mercati dei paesi terzi. Ad eccezione della misura di assicurazione e di distillazione dei sottoprodotti e di una quota pari al 30 % del budget per la promozione i fondi sono ripartiti annualmente alle singole regioni che attivano specifici bandi per l’assegnazione delle risorse. WWW.ILPUNTOCOLDIRETTI.IT COLDIRETTI 10-13 IL PUNTO COLDIRETTI EDIZIONE SPECIALE 50° vinitaly APRILE 2016 SETTIMANALE DI INFORMAZIONE PER LE IMPRESE DEL SISTEMA AGROALIMENTARE Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni L’analisi Coldiretti evidenzia la svolta compiuta in mezzo secolo dal settore simbolo del Made in Italy Vino, in cinquant’anni boom export e qualità Vendite all’estero aumentate di quasi 8 volte, il 32% del totale è Doc, consumi ridotti a 1/3 In 50 anni la quantità di vino made in Italy venduto all’estero è aumentata di quasi otto volte in quantità, con un percorso di crescita che ha portato l’Italia al centro della scena mondiale. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti diffusa in occasione dei 50 anni del Vinitaly. Nel 1966 la quantità di vino esportato all’estero ammontava a 257 milioni di litri. In mezzo secolo le vendite sono balzate a 2 miliardi di litri (+687 per cento), con il risultato che oggi nel mondo una bottiglia esportata su 5 è fatta in Italia. E ciò nonostante la produzione di vino in Italia sia scesa dal 1966 ad oggi del 30 per cento, passando da 68,2 milioni di ettolitri ai 47,4 milioni di ettolitri registrati nel 2015, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat. Una quantità che ha comunque permesso all’Italia la conquista del primato mondiale davanti ai cugini francesi. Ma esattamente cinquant’anni fa nasceva anche la prima Doc, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del riconoscimento della Denominazione di origine controllata per la Vernaccia di San Gimignano, alla quale sono poi seguite le altre. L’incidenza delle “neonate” Doc sulla produzione complessiva nell’anno successivo era di appena il 2 per cento. Oggi si è arrivati al 32 per cento del totale, con una bottiglia prodotta su tre che è a denominazione di origine, tanto che l’Italia che ha conquistato il primato in Europa per numero di vini con indicazione geografica (73 Docg, 332 Doc e 118 Igt). Un percorso inverso ha caratterizzato, invece, i consumi di vino degli italiani che nel giro di 50 anni si sono ridotti a un terzo. Dai 111 litri che ogni italiano beveva in media nel ’66 si è scesi agli attuali 37 litri che rappresentano il minimo storico di sempre. Il risultato è che la quantità di vino Made in Italy consumato all’interno dei confini nazionali è oggi addirittura inferiore a quella nel resto del mondo. In Italia però si beve meno, ma si beve meglio con il vino che si è affermato nel tempo come l'espressione di uno stile di vita "lento" attento all'equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi in alternativa agli eccessi. Un fenomeno favorito anche dalla presenza di 35mila sommelier, una figura professionale nata ufficialmente nel 1973, con il riconoscimento giuridico dello Stato all’Associazione Italiana Sommelier, fondata però 51 anni fa, nel 1965. “In mezzo secolo il vino è assurto a prodotto-simbolo del passaggio, ancora in corso non solo tra le vigne ma in tutto il sistema produttivo italiano, da un’economia basata sulla quantità ad un’economia che punta invece su qualità e valore, scommettendo sulla sua identità, sui legami col territorio, sulle certificazioni d’origine” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nell’aggiungere che “la decisa svolta verso la qualità ha messo in moto nel vino un percorso virtuoso in grado di conciliare ambiente e territorio con crescita economica e occupazionale”. COLDIRETTI è al Centro Servizi Arena - stand A, tra il padiglione 6 e 7. VIENI A TROVARCI! WWW.ILPUNTOCOLDIRETTI.IT VINITALY 2016 Moncalvo: “Con l’ok al Testo Unico burocrazia dimezzata” “L’arrivo del testo unico sul vino "taglia del 50% il tempo dedicato alla burocrazia che dal vigneto alla bottiglia rende necessario adempiere a più di 70 pratiche che coinvolgono 20 diversi soggetti che richiedono almeno 100 giornate di lavoro per ogni impresa vitivinicola per soddisfare le 4mila pagine di normativa che regolamentano il settore". E' quanto ha affermato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel commentare positivamente l’approvazione in Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati il Testo unico del vino. Un testo ampiamente condiviso che raccoglie molte nostre proposte che consentono di ridurre gli oneri anche economici a carico delle imprese senza abbassare la soglia di garanzia qualitativa attraverso i controlli", ha precisato Moncalvo. Il testo unico tra l’altro porterà alla revisione del sistema di certificazione e controllo dei vini a denominazione di origine ed indicazione geografica con un contenimento dei costi, ma anche semplificazioni sulla normativa accise da lungo tempo attese e norme per garantire trasparenza sulle importazioni dall’estero e a sostegno delle esportazioni del vino Made in Italy. IL PUNTO COLDIRETTI VINITALY 2016 10 - 13 APRILE 2016 2 Nell’ambito della Riforma della Pac previste importanti novità per il settore Così cambia la gestione degli impianti vitati Nell’ambito della riforma della Pac del 2013 sono state previste importanti novità per il settore vitivinicolo. L’aspetto più rilevante è senza dubbio la definizione di un nuovo sistema di gestione del potenziale produttivo che è entrato in vigore il 1 ° gennaio 2016 e terminerà nel 2030 mettendo fine al sistema dei diritti di impianto dei vigneti. Il nuovo sistema, basato sulla concessione di autorizzazioni, ha l’obiettivo di assicurare una maggiore flessibilità alle imprese scongiurando i rischi della temuta liberalizzazione degli impianti vitati Vediamo nel dettaglio cosa prevedono le regole comunitarie. Dal 1° gennaio 2016 gli impianti e i reimpianti di vigneti sono consentiti solo previa concessione, da parte degli Stati membri a favore dei produttori interessati, di una autorizzazione con validità triennale che è sempre gratuita, espressa in ettari e potrà essere legata ad una specifica superfice. Gli Stati membri concedono autorizzazioni per nuovo impianto fino all’1% annuo della superficie vitata nazionale (clausola di salvaguardia), ma hanno la facoltà di ridurre questa percentuale e limitarne il rilascio in zone specifiche (Do/Ig- senza IG) tenendo conto delle raccomandazioni dei Consorzi di tutela e/o delle OO.PP. al fine di contribuire ad un aumento ordinato degli impianti vitati. Sia la riduzione che le limitazioni non possono azzerare le autorizzazioni concedibili e devono essere giustificate (es. rischio di offerta eccedentaria o svalutazione dei prodotti a Do-Ig), Gli Stati membri fissano criteri di ammissibilità obiettivi e non discriminatori ( es. disponibilità di superfice, capacità e competenze professionali, rischio appropriazione della notorietà delle denominazioni, uno o più dei criteri di priorità). Se gli ettari richiesti sono inferiori alla percentuale fissata le richieste di autorizzazione considerate ammissibili sono tutte accettate. Se invece le richieste ammissibili sono superiori alla percentuale fissata le autorizzazioni sono concesse in proporzione (criterio del pro rata) e/o in base a criteri di priorità (giovani produttori, requisiti ambientali, ricomposizione fondiaria, sostenibilità economica, incremento della competitività aziendale e di territorio, incremento della qualità dei prodotti a DoIg, aumento della dimensione di aziende piccole e medie). Gli ettari relativi ad eventuali autorizzazioni non assegnate in un dato anno potranno essere aggiunte al plafond dell’anno successivo. Gli Stati membri concedono automaticamente autorizzazioni, che non sono conteggiate ai fini del raggiungimento della soglia di salvaguardia, ai produttori che estirpano un vigneto dopo il 1° gennaio 2016. L’autorizzazione per reimpianto può essere concessa anche prima della estirpazione purché questa sia effettuata entro 4 anni dalla data del nuovo impianto. L’autorizzazione è utilizzata esclusivamente nella stessa azienda in cui avviene l’estirpazione (non potrà essere ceduta a terzi) entro tre anni e può essere vincolata al reimpianto della stessa Do/Ig di provenienza; come lo è oggi per i diritti di reimpianto non è concessa in caso di estirpazione di vigneti non autorizzati. La richiesta di autorizzazione al reimpianto può essere richiesta anche due anni dopo l’avvenuta estirpazione del vigneti. Il produttore che ha ricevuto una autorizzazione per nuovo impianto e non la utilizza entro i tre anni di validità è soggetto a sanzione. Il sistema di autorizzazioni si applicherà fino al 2030 in tutti gli Stati membri produttori di vino ma con alcune eccezioni (regola del de minimis). Non si applica agli Stati membri che hanno una produzione di vino inferiore a 50.000 hl mentre quelli che hanno una superfice inferiore a 10.000 ettari potranno decidere di non applicarlo. Questi Stati usufruivano già di una simile deroga nell’applicazione del sistema dei diritti di impianto. Sono inoltre previsti idonei meccanismi per la gestione transitoria dei diritti di reimpianto ancora validi, detenuti al 31 dicembre 2015, che possono essere convertiti in autorizzazioni su presentazione di istanza del produttore fino al 2020. Le autorizzazioni generate dai diritti in portafoglio scadranno al più tardi il 31 dicembre 2023. Anche le superfici concesse per diritti detenuti in portafoglio non concorrono al raggiungimento della clausola di salvaguardia. Il nuovo sistema di autorizzazioni continua a prevedere che gli Stati membri debbano tenere sotto controllo gli impianti viticoli e che detengano inventario e schedario viticolo. Come nel sistema dei diritti di impianto, sono considerati illegali gli impianti di vigneto effettuati senza le specifiche autorizzazioni e c’è l’obbligo di estirpazione per gli impianti non autorizzati. Il rispetto delle regole deve essere assicurato dagli Stati membri che impongono le sanzioni e garantiscono che le superfici vitate provenienti da impianti non autorizzati non beneficiano di nessuna misure di sostegno da parte della Ue. La Commissione Ue ha anche definito gli importi minimi delle sanzioni per gli impianti di vigneti in difformità alle disposizioni previste dal nuovo sistema autorizzativo per i quali è prevista l’estirpazione e l’applicazione di sanzioni amministrative minime da 6.000 e 20.000 euro per ettaro. Più semplificazione per accelerare la crescita del settore Dal vigneto alla bottiglia è necessario adempiere a più di 70 pratiche che coinvolgono 20 diversi soggetti. Almeno 100 giornate di lavoro per ogni impresa vitivinicola per soddisfare le 4000 pagine di normativa che regolamentano il settore. Di fronte ad un carico amministrativo che causa oneri insostenibili per le imprese e ha provocato un calo della superficie vitata destinata a Doc e Docg, con una pericolosa spinta alla delocalizzazione, la Coldiretti propone la revisione completa della normativa vitivinicola. Un piano che ha iniziato a dare i primi risultati. Il DL “Cam- polibero” ha già portato delle importanti semplificazioni. Per evitare duplicazioni e è stato istituito il Registro unico dei controlli con inserimento anche delle attività svolte dagli organismi di certificazione e controllo, viene rivisto l’istituto della diffida con ampliamento dei casi di applicazione, si passerà ad una completa dematerializzazione dei registri di cantina con semplificazioni a favore dei produttori fino a 1000 hl e chi trasforma esclusivamente le uve aziendali; è stato stabilito un esonero dalla tenuta dei registri per produttori fino a 50 hl con annessa attività di vendita diretta e somministrazione. In tema di registri di cantina dematerializzati che dovrebbero partire dal 1° giugno 2016, con il decreto applicativo, abbiamo preteso e ottenuto l’inserimento di un chiaro mandato di semplificazione degli adempimenti connessi. Pertanto il processo, di certo non sempre agevole, di informatizzazione dovrà portare ad eliminare, automatizzare o semplificare buona parte delle comunicazione e adempimenti che i produttori oggi fanno verso la pubblica amministrazione e gli organismi di certificazione e controllo.Purtroppo tutto questo non basta poiché non è più possibile immaginare di semplificare il groviglio normativo e di adempimenti molto spesso inutili e farraginosi andando avanti con emendamenti alle disposizioni vigenti. Per questo motivo la nostra “ricetta” per la semplificazione presentata già negli scorsi anni al Vinitaly è stata rappresentata alla Commissione Agricoltura della Camera e nell’agosto scorso l’On. Oliverio le ha raccolte in una iniziativa legislativa organica che si è andata ad affiancare al progetto di testo unico del vino appena approvato in Commissione Agricoltura. TUTTI GLI APPROFONDIMENTI WWW.ILPUNTOCOLDIRETTI SUL SITO WWW.ILPUNTOCOLDIRETTI .IT .IT 10 - 13 APRILE 2016 VINITALY 2016 3 IL PUNTO COLDIRETTI Ogni anno l’Italia potrà assegnare autorizzazioni ai produttori interessati Disponibili 6400 ettari per nuovi vigneti Sono in fase di completamento le operazioni di presentazione delle richieste di autorizzazione per nuovi impianti di vigneti il cui bando è scaduto il 31 marzo 2016. Per il 2016 l’Italia potrà assegnare circa 6400 ettari che consentiranno la crescita del vigneto Italia senza dover acquistare un diritto di reimpianto e pertanto a costo zero per i produttori. Ogni anno e fino al 2030, salvo revisione intermedia del sistema autorizzativo l’Italia potrà assegnare autorizzazioni per nuovo impianto entro il limite dell’1% della propria superfice vitata. Vediamo nel dettaglio le modalità adottate per il 2016. I produttori interessati hanno presentato richiesta di autorizzazione per nuovo impianto tra il 15 febbraio e il 31 marzo scorso. La presentazione delle domande è avvenuta esclusivamente in modalità telematica mediante l’applicativo messo a disposizione dall’amministrazione su Sian. E’ stato possibile presentare richiesta esclusivamente fino a concorrenza delle superfici effettivamente impiantabili a vigneto detenute dal produttore nel fascicolo aziendale. Sono state escluse pertanto le superfici che risultavano già vitate o soggette a vincolo per quanto riguarda la destinazione a vigneto. Le autorizzazioni per nuovi impianti saranno rilasciate entro il 1° giugno e avranno validità triennale. Per questa prima annualità non è stato previsto alcun criterio di priorità ai fini dell’assegnazione delle autorizzazioni pertanto l’attribuzione sarà fatta mediante il riparto proporzionale (criterio del prorata) garantendo comunque ad ogni singola regione la quota teo- rica di spettanza, pari all’1% della superfice vitata regionale, e rendendo disponibile le superfici non assegnate alle regioni con richieste in eccedenza. Se l’autorizzazione concessa sarà inferiore al 50% della superfice richiesta il produttore avrà la possibilità di rinunciare all’assegnazione entro il 10 giugno senza incorrere in sanzioni. Le superfici rinunciate saranno riportate in aggiunta per l’assegnazione nella prossima annualità. Il produttore che ha ricevuto una autorizzazione potrà impiantare le superfici vitate anche in più volte purché entro i tre anni di validità della autorizzazione. In ogni caso avrà l’obbligo di comunicare entro 60 giorni dalla data di realizzazione l’impianto anche parziale effettuato. Ricordiamo infine che come previsto nelle norme comunitarie le autorizzazioni sono concesse sempre ed esclusivamente a titolo gratuito e non possono essere trasferite al di fuori dell’ambito aziendale, tranne che in casi limitati (successione, fusione/scissione aziendale).Le autorizzazioni per nuovo impianto non potranno beneficiare del contributo previsto dalla misura di ristrutturazione e riconversione dei vigneti, ma ove previsto i nuovi impianti possono essere finanziati mediante i fondi del PSR. L’impianto di vigneti in difformità alle disposizioni previste dal nuovo sistema autorizzativo determina impianti non autorizzati per i quali è prevista l’estirpazione e l’applicazione di sanzioni amministrative minime da 6.000 e 20.000 euro per ettaro. Per quanto riguarda le sanzioni specifiche a carico dei produttori che ricevono una autorizzazione per nuovo impianto e non la utilizzano entro i tre anni, sono in fase di definizione all’interno del proposta di Legge per il cosiddetto “ Testo Unico del vino”. Queste prevedrebbero l’esclusione del produttore per un periodo variabile da 1 a 3 anni dalle misure previste dal Programma Nazionale di sostegno ma anche il pagamento di sanzioni pecuniarie variabili da 500 a 1500 euro per ettaro. VINITALY 2016 Meccanismo di assegnazione da rivedere Sulla base di dati ancora non definitivi per la prima annualità ci sarebbero oltre 3800 richieste per oltre 65000 ettari di nuovi impianti concentrate per oltre i due terzi nelle regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia; ma il boom di richieste ha interessato quasi tutte le Regioni. Le modalità individuate per il 2016 stanno però evidenziando chiaramente delle fortissime criticità. Appare pertanto inevitabile avviare quanto prima una revisione del decreto nazionale almeno per quanto riguarda i criteri di assegnazione delle autorizzazioni per nuovo impianto.Sebbene si possa condividere un approccio di gestione più semplificato, occorre che i processi di semplificazione accompagnino il criterio del riparto proporzionale con altri meccanismi di salvaguardia ed equità da fenomeni speculativi, basati sulla determinazione di un tetto massimo alla singola assegnazione e una soglia di esenzione al di sotto di una determinata superficie dall’applicazione della decurtazione proporzionale. Inoltre anche al fine di rispondere prontamente alla forte esigenza di crescita delle superfici manifestata in alcuni territori (nord-est d’Italia) si ritiene necessario anticipare il bando per l’annualità 2017 già alla fine del 2016 in modo da poter concedere le future autorizzazioni sin dai primi giorni del prossimo anno. Fondi per la Promozione nei paesi terzi, modificate le norme Dopo oltre due anni di lavori il Dm 4123 del 22 luglio 2010 (dm Galan ) che fissa le disposizione di attuazione della misura di promozione dei vini sui mercati dei paesi terzi è stato modificato. Il decreto approvato dalla Conferenza Stato Regioni del 24 marzo 2016 è alla firma del Ministro Martina. Come noto una fetta importante dei fondi del PNS vino per poco più di 100 milioni di euro all’anno sono destinati a finanziare la promozione dei vini sui mercati dei paesi terzi. Coldiretti ha condiviso fortemente la necessità di modificare le norme esistenti. Il futuro del vino italiano è strettamente legato alle esportazioni. Purtroppo il decreto Galan ha impedito l’accesso a numerose aziende, non solo di piccole dimensioni, a causa degli adempimenti burocratici con- nessi e a requisiti di ammissibilità e importo minimo di progetto eccessivamente vincolanti. Ricordiamo infatti che fino ad oggi non erano ammessi progetti di promozione per importi inferiori a 100.000 euro per Paese Terzo. Su nostra sollecitazione il nuovo decreto prevede la riduzione di questo importo a 50.000 euro. Questa previsione favorirà sicuramente l’accesso alle aziende di minori dimensioni. Peraltro a differenza del passato le Regioni hanno la possibilità mediante i propri bandi regionali di modificare ulteriormente l’importo al fine di rispondere meglio alle esigenze del territorio. Il decreto come nel passato prevede la possibilità di avere progetti nazionali, regionali e multiregionali. La presentazione delle domande di aiuto sono condizionate alla emanazione di specifici bandi (nazionale/regionali). Sono ammissibili al contributo (fissato al 50%) azioni in materia di relazioni pubbliche, promozione e pubblicità, partecipazione a manifestazioni, fiere ed esposizioni di importanza internazionale; attività di incoming; campagne di informazione, in particolare sui sistemi delle denominazioni di origine, delle indicazioni geografiche e della produzione biologica vigenti nell'Unione; studi per valutare i risultati delle azioni di informazione e promozione. La spesa per tale azione non supera il 3% dell’importo complessivo del progetto presentato. Il contributo comunitario potrà essere integrato da fondi nazionali o regionali con un ulteriore importo ma fino ad un massimo del 30% del contributo richiesto. TUTTI GLI APPROFONDIMENTI WWW.ILPUNTOCOLDIRETTI SUL SITO WWW.ILPUNTOCOLDIRETTI .IT .IT