Il Punto Coldiretti speciale VINITALY_Layout 1

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Il Punto Coldiretti speciale VINITALY_Layout 1
IL
PUNTO COLDIRETTI
10 - 13 APRILE 2016
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VINITALY 2016 Dal Centro di assistenza agricola un impegno professionale al servizio dei viticoltori
CAA Coldiretti, sempre più servizi alle aziende
La tenuta e l’aggiornamento del
fascicolo aziendale è alla base di
tante attività del CAA.
Partendo proprio dal fascicolo
aziendale, il CAA già da tempo
offre ai propri utenti servizi di assistenza e compilazione dei diversi
atti amministrativi che riguardano
il settore vitivinicolo: dalle dichiarazioni obbligatorie (dichiarazione
di raccolta e produzione vino, dichiarazione di giacenza), alla presentazione di domande di accesso
ai contributi (OCM Vino, domande investimento, domande Ristrutturazione e Riconversione
Vigneti, PSR, Pai, ecc…), fino
agli adempimenti relativi la gestione del potenziale viticolo (ad
esempio da ultimo le domande per
le autorizzazioni nuovi impianti
viticoli).
A fianco di questi servizi, ci siamo
anche attrezzati nel tempo, per offrire una gamma di opportunità
alle aziende con servizi più specializzati nel settore, quali la tenuta
dei Registri di Cantina (attività
che svolgiamo già da un decennio,
e per la quale siamo attrezzati per
il passaggio alla dematerializzazione dei Registri) ed il servizio di
Assistenza altamente specializzato.
Tenuta dei registri di cantina
Il Ministero delle Politiche Agricole ha avviato il processo di dematerializzazione dei registri e già
nei prossimi mesi i produttori dovranno confrontarsi con queste
nuove procedure.
Il CAA Coldiretti è riconosciuto
da oltre un decennio quale Impresa Specializzata e da tempo
opera nella tenuta dei registri per
moltissime aziende in tutta Italia.
La nostra organizzazione, unita
alla professionalità e competenza
dei nostri operatori, ci consente di
garantire il servizio di tenuta dei
registri nel pieno rispetto delle
nuove modalità previste dalla dematerializzazione, offrendo la
massima assistenza ed un servizio
di compilazione ed invio del Registro telematico con modalità
web-services, che va incontro alle
diverse esigenze che le aziende
possono avere sulla base della propria organizzazione e struttura.
Attualmente stiamo partecipando
alla fase di sperimentazione del sistema direttamente con il Sian/Mipaaf al fine di essere pronti con un
servizio a 360 gradi:
- Per le aziende che ci chiedono
assistenza e consulenza delegandoci l’invio del Registro;
- Per le aziende che avranno necessità di un supporto tecnico e informatico completo;
- Per le aziende che stanno cercando una soluzione tecnica ed informatica per affrontare i nuovi
adempimenti.
Assistenza specialistica
Vitivinicola
A fronte delle molte sollecitazioni
venute dalle imprese, abbiamo
perseguito l’intento di migliorare
sul fronte dei servizi specialistici,
proponendo una attività di assistenza e di supporto altamente
specializzato per l’intero comparto.Il CAA Coldiretti ha attivato una collaborazione in
esclusiva con un pool di esperti e
giuristi a livello nazionale, sempre aggiornati sulla normativa del
settore, per consentire alle strutture territoriali di fornire un servizio di consulenza puntuale
altamente specializzato alle
aziende vitivinicole di Coldiretti
che aderiranno.
Questo nuovo servizio si pone
l’obiettivo di rispondere in modo
concreto e puntuale alle necessità
e ai quesiti delle aziende, su tutto
quello che è materia vitivinicola,
in costante aggiornamento con
l’evoluzione della normativa e
delle esigenze di mercato del settore.
In particolare, abbiamo istituito
un servizio di newsletter, che già
inviamo a cadenza bi-settimanale,
per rimanere costantemente aggiornati su tutto ciò che ruota attorno al vino, dalla normativa
Comunitaria, Nazionale e Regionale, alle novità dal mondo DO e
IG, con approfondimenti e speciali sui mercati esteri, i principali
appuntamenti del settore, gli scadenziari e tutte le novità fiscali.
Inoltre, proponiamo un servizio
di Valutazione di conformità
delle etichette di tutti i vini a DO
e ad IG, dei vini e prodotti vitivi-
nicoli disciplinati dai regolamenti
europei e dalla normativa nazionale, compresi vini aromatizzati,
bevande aromatizzate a base di
vino, cocktail di prodotti vitivinicoli e bevande spiritose, con rilascio di un apposito report di
conformità ed evidenza delle
eventuali criticità che potrebbero
creare
problematiche
alle
aziende.
Il servizio, risponde anche a Quesiti in materia vitivinicola puntuali, fornendo un parere
giuridico su tutte le materie del
settore vitivinicolo: etichettatura,
fasi di produzione, documenti, registri, disciplinari, pratiche enologiche, vini aromatizzati, vini
spumanti, vini frizzanti, ecc., con
la possibilità anche di richiedere
una interpretazione autentica
degli Organismi ufficiali.
Uno spazio di particolare interesse assume anche il Supporto
all’export, con la possibilità di
fornire tutte le informazioni necessarie rispetto alle fasi di esportazione del vino nei mercati esteri
(tutti), dalle norme di etichettatura dei singoli paesi alle fasi di
spedizione, nella considerazione
della costante evoluzione della
normativa e degli obblighi che
l’azienda è tenuta a rispettare.
Infine, possiamo anche fornire assistenza con la predisposizione di
bozze di Memorie difensive avverso contestazioni su tematiche
del settore vitivinicolo: etichettatura, fasi di produzione, documenti, registri, disciplinari,
pratiche enologiche, vini aromatizzati, vini spumanti, vini frizzanti, ecc.
Dal programma nazionale di sostegno 337 mln per il settore
Il settore vitivinicolo italiano beneficia dal 2009 di
risorse specifiche, pari a circa 337 milioni di euro
all’anno, finanziate dal bilancio comunitario all’interno dell’Ocm Unica. I contributi comunitari per
il settore vitivinicolo, confermati fino al 2020 sono
attivabili mediante la presentazione da parte degli
Stati Membri di un Programma Nazionale di Sostegno. Nel 2014 l’Italia ha ottenuto il via libera
da Bruxelles sulla nuova programmazione (PNS
vino 2014-2018) attraverso la quale è possibile fi-
nanziare le seguenti misure: Promozione dei vini
sui mercati dei paesi terzi e attività di informazione
sul mercato interno; ristrutturazione e riconversione
dei vigneti anche per motivi fitosanitari; investimenti; ricerca e sviluppo per migliorare la qualità
dei prodotti e l’impatto ambientale (misura nuova);
vendemmia verde; distillazione dei sottoprodotti;
fondi mutualistici; assicurazioni contro le calamità.
La maggior parte delle risorse (oltre 240 milioni
di euro) sono destinate alle due misure ritenute stra-
tegiche per il settore. La misura di ristrutturazione
e riconversione dei vigneti che consente di rinnovare e adeguare alle richieste di mercato il vigneto
italiano e la misura di promozione dei vini sui mercati dei paesi terzi. Ad eccezione della misura di
assicurazione e di distillazione dei sottoprodotti e
di una quota pari al 30 % del budget per la promozione i fondi sono ripartiti annualmente alle singole
regioni che attivano specifici bandi per l’assegnazione delle risorse.
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EDIZIONE SPECIALE 50° vinitaly
APRILE
2016
SETTIMANALE DI INFORMAZIONE PER LE IMPRESE DEL SISTEMA AGROALIMENTARE
Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione
al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni
L’analisi Coldiretti evidenzia la svolta compiuta in mezzo secolo dal settore simbolo del Made in Italy
Vino, in cinquant’anni boom export e qualità
Vendite all’estero aumentate di quasi 8 volte, il 32% del totale è Doc, consumi ridotti a 1/3
In 50 anni la quantità di vino
made in Italy venduto all’estero
è aumentata di quasi otto volte in
quantità, con un percorso di crescita che ha portato l’Italia al
centro della scena mondiale. E’
quanto emerge da una analisi
Coldiretti diffusa in occasione
dei 50 anni del Vinitaly.
Nel 1966 la quantità di
vino esportato all’estero
ammontava a 257 milioni di litri. In mezzo secolo le vendite sono
balzate a 2 miliardi di
litri (+687 per cento),
con il risultato che oggi
nel mondo una bottiglia
esportata su 5 è fatta in
Italia. E ciò nonostante la
produzione di vino in
Italia sia scesa dal 1966 ad oggi
del 30 per cento, passando da
68,2 milioni di ettolitri ai 47,4
milioni di ettolitri registrati nel
2015, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat. Una quantità
che ha comunque permesso all’Italia la conquista del primato
mondiale davanti ai cugini francesi. Ma esattamente cinquant’anni fa nasceva anche la prima
Doc, con la pubblicazione in
Gazzetta Ufficiale del riconoscimento della Denominazione di
origine controllata per la Vernaccia di San Gimignano, alla quale
sono poi seguite le altre. L’incidenza delle “neonate” Doc sulla
produzione complessiva nell’anno successivo era di appena
il 2 per cento. Oggi si è arrivati
al 32 per cento del totale, con una
bottiglia prodotta su tre che è a
denominazione di origine, tanto
che l’Italia che ha conquistato il
primato in Europa per numero di
vini con indicazione geografica
(73 Docg, 332 Doc e 118 Igt).
Un percorso inverso ha caratterizzato, invece, i consumi di vino
degli italiani che nel giro di 50
anni si sono ridotti a un terzo.
Dai 111 litri che ogni italiano beveva in media nel ’66 si è scesi
agli attuali 37 litri che rappresentano il minimo storico di sempre.
Il risultato è che la quantità di
vino Made in Italy consumato all’interno dei confini nazionali è
oggi addirittura inferiore a quella
nel resto del mondo. In Italia
però si beve meno, ma si beve
meglio con il vino che si è affermato nel tempo come l'espressione di uno stile di vita "lento"
attento all'equilibrio psico-fisico
che aiuta a stare bene con se
stessi in alternativa agli eccessi.
Un fenomeno favorito
anche dalla presenza di
35mila sommelier, una figura professionale nata
ufficialmente nel 1973,
con il riconoscimento
giuridico dello Stato all’Associazione Italiana
Sommelier, fondata però
51 anni fa, nel 1965. “In
mezzo secolo il vino è assurto a prodotto-simbolo
del passaggio, ancora in
corso non solo tra le vigne ma in
tutto il sistema produttivo italiano, da un’economia basata
sulla quantità ad un’economia
che punta invece su qualità e valore, scommettendo sulla sua
identità, sui legami col territorio,
sulle certificazioni d’origine” ha
affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nell’aggiungere che “la decisa
svolta verso la qualità ha messo
in moto nel vino un percorso virtuoso in grado di conciliare ambiente e territorio con crescita
economica e occupazionale”.
COLDIRETTI
è al Centro Servizi
Arena - stand A,
tra il padiglione 6 e 7.
VIENI A TROVARCI!
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VINITALY 2016
Moncalvo:
“Con l’ok
al Testo Unico
burocrazia
dimezzata”
“L’arrivo del
testo unico sul
vino "taglia del
50% il tempo
dedicato alla
burocrazia che
dal vigneto alla
bottiglia rende
necessario
adempiere a più
di 70 pratiche
che coinvolgono 20 diversi soggetti che
richiedono almeno 100 giornate di lavoro
per ogni impresa vitivinicola per soddisfare le 4mila pagine di normativa che
regolamentano il settore". E' quanto ha
affermato il presidente della Coldiretti,
Roberto Moncalvo, nel commentare positivamente l’approvazione in Commissione Agricoltura della Camera dei
Deputati il Testo unico del vino. Un testo
ampiamente condiviso che raccoglie
molte nostre proposte che consentono di
ridurre gli oneri anche economici a carico delle imprese senza abbassare la soglia di garanzia qualitativa attraverso i
controlli", ha precisato Moncalvo. Il testo
unico tra l’altro porterà alla revisione del
sistema di certificazione e controllo dei
vini a denominazione di origine ed indicazione geografica con un contenimento
dei costi, ma anche semplificazioni sulla
normativa accise da lungo tempo attese
e norme per garantire trasparenza sulle
importazioni dall’estero e a sostegno
delle esportazioni del vino Made in Italy.
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Nell’ambito della Riforma della Pac previste importanti novità per il settore
Così cambia la gestione degli impianti vitati
Nell’ambito della riforma della Pac del 2013 sono
state previste importanti novità per il settore vitivinicolo. L’aspetto più rilevante è senza dubbio la
definizione di un nuovo sistema di gestione del potenziale produttivo che è entrato in vigore il 1 °
gennaio 2016 e terminerà nel 2030 mettendo fine
al sistema dei diritti di impianto dei vigneti. Il
nuovo sistema, basato sulla concessione di autorizzazioni, ha l’obiettivo di assicurare una maggiore flessibilità alle imprese scongiurando i rischi
della temuta liberalizzazione degli impianti vitati
Vediamo nel dettaglio cosa prevedono le regole
comunitarie.
Dal 1° gennaio 2016 gli impianti e i reimpianti di
vigneti sono consentiti solo previa concessione, da
parte degli Stati membri a favore dei produttori interessati, di una autorizzazione con validità triennale che è sempre gratuita, espressa in ettari e potrà
essere legata ad una specifica superfice.
Gli Stati membri concedono autorizzazioni per
nuovo impianto fino all’1% annuo della superficie
vitata nazionale (clausola di salvaguardia), ma
hanno la facoltà di ridurre questa percentuale e limitarne il rilascio in zone specifiche (Do/Ig- senza
IG) tenendo conto delle raccomandazioni dei Consorzi di tutela e/o delle OO.PP. al fine di contribuire ad un aumento ordinato degli impianti vitati.
Sia la riduzione che le limitazioni non possono
azzerare le autorizzazioni concedibili e devono essere giustificate (es. rischio di offerta eccedentaria
o svalutazione dei prodotti a Do-Ig),
Gli Stati membri fissano criteri di ammissibilità
obiettivi e non discriminatori ( es. disponibilità di
superfice, capacità e competenze professionali, rischio appropriazione della notorietà delle denominazioni, uno o più dei criteri di priorità).
Se gli ettari richiesti sono inferiori alla percentuale
fissata le richieste di autorizzazione considerate
ammissibili sono tutte accettate. Se invece le richieste ammissibili sono superiori alla percentuale
fissata le autorizzazioni sono concesse in proporzione (criterio del pro rata) e/o in base a criteri di
priorità (giovani produttori, requisiti ambientali,
ricomposizione fondiaria, sostenibilità economica,
incremento della competitività aziendale e di territorio, incremento della qualità dei prodotti a DoIg, aumento della dimensione di aziende piccole e
medie). Gli ettari relativi ad eventuali autorizzazioni non assegnate in un dato anno potranno essere aggiunte al plafond dell’anno successivo.
Gli Stati membri concedono automaticamente autorizzazioni, che non sono conteggiate ai fini del
raggiungimento della soglia di salvaguardia, ai
produttori che estirpano un vigneto dopo il 1° gennaio 2016. L’autorizzazione per reimpianto può
essere concessa anche prima della estirpazione
purché questa sia effettuata entro 4 anni dalla data
del nuovo impianto. L’autorizzazione è utilizzata
esclusivamente nella stessa azienda in cui avviene
l’estirpazione (non potrà essere ceduta a terzi)
entro tre anni e può essere vincolata al reimpianto
della stessa Do/Ig di provenienza; come lo è oggi
per i diritti di reimpianto non è concessa in caso di
estirpazione di vigneti non autorizzati.
La richiesta di autorizzazione al reimpianto può
essere richiesta anche due anni dopo l’avvenuta
estirpazione del vigneti.
Il produttore che ha ricevuto una autorizzazione
per nuovo impianto e non la utilizza entro i tre anni
di validità è soggetto a sanzione.
Il sistema di autorizzazioni si applicherà fino al
2030 in tutti gli Stati membri produttori di vino ma
con alcune eccezioni (regola del de minimis). Non
si applica agli Stati membri che hanno una produzione di vino inferiore a 50.000 hl mentre quelli
che hanno una superfice inferiore a 10.000 ettari
potranno decidere di non applicarlo. Questi Stati
usufruivano già di una simile deroga nell’applicazione del sistema dei diritti di impianto.
Sono inoltre previsti idonei meccanismi per la gestione transitoria dei diritti di reimpianto ancora
validi, detenuti al 31 dicembre 2015, che possono
essere convertiti in autorizzazioni su presentazione
di istanza del produttore fino al 2020.
Le autorizzazioni generate dai diritti in portafoglio
scadranno al più tardi il 31 dicembre 2023. Anche
le superfici concesse per diritti detenuti in portafoglio non concorrono al raggiungimento della
clausola di salvaguardia.
Il nuovo sistema di autorizzazioni continua a prevedere che gli Stati membri debbano tenere sotto
controllo gli impianti viticoli e che detengano inventario e schedario viticolo. Come nel sistema dei
diritti di impianto, sono considerati illegali gli impianti di vigneto effettuati senza le specifiche autorizzazioni e c’è l’obbligo di estirpazione per gli
impianti non autorizzati.
Il rispetto delle regole deve essere assicurato dagli
Stati membri che impongono le sanzioni e garantiscono che le superfici vitate provenienti da impianti non autorizzati non beneficiano di nessuna
misure di sostegno da parte della Ue. La Commissione Ue ha anche definito gli importi minimi delle
sanzioni per gli impianti di vigneti in difformità
alle disposizioni previste dal nuovo sistema autorizzativo per i quali è prevista l’estirpazione e l’applicazione di sanzioni amministrative minime da
6.000 e 20.000 euro per ettaro.
Più semplificazione per accelerare la crescita del settore
Dal vigneto alla bottiglia è necessario
adempiere a più di 70 pratiche che
coinvolgono 20 diversi soggetti. Almeno 100 giornate di lavoro per ogni
impresa vitivinicola per soddisfare le
4000 pagine di normativa che regolamentano il settore. Di fronte ad un
carico amministrativo che causa
oneri insostenibili per le imprese e ha
provocato un calo della superficie vitata destinata a Doc e Docg, con una
pericolosa spinta alla delocalizzazione, la Coldiretti propone la revisione completa della normativa
vitivinicola. Un piano che ha iniziato
a dare i primi risultati. Il DL “Cam-
polibero” ha già portato delle importanti semplificazioni. Per evitare duplicazioni e è stato istituito il Registro
unico dei controlli con inserimento
anche delle attività svolte dagli organismi di certificazione e controllo,
viene rivisto l’istituto della diffida
con ampliamento dei casi di applicazione, si passerà ad una completa dematerializzazione dei registri di
cantina con semplificazioni a favore
dei produttori fino a 1000 hl e chi trasforma esclusivamente le uve aziendali; è stato stabilito un esonero dalla
tenuta dei registri per produttori fino
a 50 hl con annessa attività di vendita
diretta e somministrazione. In tema
di registri di cantina dematerializzati
che dovrebbero partire dal 1° giugno
2016, con il decreto applicativo, abbiamo preteso e ottenuto l’inserimento di un chiaro mandato di
semplificazione degli adempimenti
connessi. Pertanto il processo, di
certo non sempre agevole, di informatizzazione dovrà portare ad eliminare, automatizzare o semplificare
buona parte delle comunicazione e
adempimenti che i produttori oggi
fanno verso la pubblica amministrazione e gli organismi di certificazione
e controllo.Purtroppo tutto questo
non basta poiché non è più possibile
immaginare di semplificare il groviglio normativo e di adempimenti
molto spesso inutili e farraginosi andando avanti con emendamenti alle
disposizioni vigenti. Per questo motivo la nostra “ricetta” per la semplificazione presentata già negli scorsi
anni al Vinitaly è stata rappresentata
alla Commissione Agricoltura della
Camera e nell’agosto scorso l’On.
Oliverio le ha raccolte in una iniziativa legislativa organica che si è andata ad affiancare al progetto di testo
unico del vino appena approvato in
Commissione Agricoltura.
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Ogni anno l’Italia potrà assegnare autorizzazioni ai produttori interessati
Disponibili 6400 ettari per nuovi vigneti
Sono in fase di completamento le
operazioni di presentazione delle
richieste di autorizzazione per
nuovi impianti di vigneti il cui
bando è scaduto il 31 marzo 2016.
Per il 2016 l’Italia potrà assegnare
circa 6400 ettari che consentiranno la crescita del vigneto Italia
senza dover acquistare un diritto
di reimpianto e pertanto a costo
zero per i produttori. Ogni anno e
fino al 2030, salvo revisione intermedia del sistema autorizzativo
l’Italia potrà assegnare autorizzazioni per nuovo impianto entro il
limite dell’1% della propria superfice vitata. Vediamo nel dettaglio
le modalità adottate per il 2016. I
produttori interessati hanno presentato richiesta di autorizzazione
per nuovo impianto tra il 15 febbraio e il 31 marzo scorso. La presentazione delle domande è
avvenuta esclusivamente in modalità telematica mediante l’applicativo messo a disposizione
dall’amministrazione su Sian. E’
stato possibile presentare richiesta
esclusivamente fino a concorrenza delle superfici effettivamente impiantabili a vigneto
detenute dal produttore nel fascicolo aziendale. Sono state escluse
pertanto le superfici che risultavano già vitate o soggette a vincolo per quanto riguarda la
destinazione a vigneto. Le autorizzazioni per nuovi impianti saranno rilasciate entro il 1° giugno
e avranno validità triennale. Per
questa prima annualità non è stato
previsto alcun criterio di priorità
ai fini dell’assegnazione delle autorizzazioni pertanto l’attribuzione sarà fatta mediante il riparto
proporzionale (criterio del prorata) garantendo comunque ad
ogni singola regione la quota teo-
rica di spettanza, pari all’1% della
superfice vitata regionale, e rendendo disponibile le superfici non
assegnate alle regioni con richieste in eccedenza. Se l’autorizzazione concessa sarà inferiore al
50% della superfice richiesta il
produttore avrà la possibilità di rinunciare all’assegnazione entro il
10 giugno senza incorrere in sanzioni. Le superfici rinunciate saranno riportate in aggiunta per
l’assegnazione nella prossima annualità. Il produttore che ha ricevuto una autorizzazione potrà
impiantare le superfici vitate
anche in più volte purché entro i
tre anni di validità della autorizzazione. In ogni caso avrà l’obbligo
di comunicare entro 60 giorni
dalla data di realizzazione l’impianto anche parziale effettuato.
Ricordiamo infine che come previsto nelle norme comunitarie le
autorizzazioni sono concesse
sempre ed esclusivamente a titolo
gratuito e non possono essere trasferite al di fuori dell’ambito
aziendale, tranne che in casi limitati (successione, fusione/scissione aziendale).Le autorizzazioni
per nuovo impianto non potranno
beneficiare del contributo previsto
dalla misura di ristrutturazione e
riconversione dei vigneti, ma ove
previsto i nuovi impianti possono
essere finanziati mediante i fondi
del PSR. L’impianto di vigneti in
difformità alle disposizioni previste dal nuovo sistema autorizzativo determina impianti non
autorizzati per i quali è prevista
l’estirpazione e l’applicazione di
sanzioni amministrative minime
da 6.000 e 20.000 euro per ettaro.
Per quanto riguarda le sanzioni
specifiche a carico dei produttori
che ricevono una autorizzazione
per nuovo impianto e non la utilizzano entro i tre anni, sono in
fase di definizione all’interno del
proposta di Legge per il cosiddetto
“ Testo Unico del vino”. Queste
prevedrebbero l’esclusione del
produttore per un periodo variabile da 1 a 3 anni dalle misure previste dal Programma Nazionale di
sostegno ma anche il pagamento
di sanzioni pecuniarie variabili da
500 a 1500 euro per ettaro.
VINITALY 2016
Meccanismo
di assegnazione
da rivedere
Sulla base di dati ancora non definitivi per la
prima annualità ci sarebbero oltre 3800 richieste per oltre 65000 ettari di nuovi impianti concentrate per oltre i due terzi nelle
regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia; ma il
boom di richieste ha interessato quasi tutte le
Regioni. Le modalità individuate per il 2016
stanno però evidenziando chiaramente delle
fortissime criticità. Appare pertanto inevitabile avviare quanto prima una revisione del
decreto nazionale almeno per quanto riguarda i criteri di assegnazione delle autorizzazioni per nuovo impianto.Sebbene si possa
condividere un approccio di gestione più
semplificato, occorre che i processi di semplificazione accompagnino il criterio del riparto proporzionale con altri meccanismi di
salvaguardia ed equità da fenomeni speculativi, basati sulla determinazione di un tetto
massimo alla singola assegnazione e una soglia di esenzione al di sotto di una determinata superficie dall’applicazione della
decurtazione proporzionale. Inoltre anche al
fine di rispondere prontamente alla forte esigenza di crescita delle superfici manifestata
in alcuni territori (nord-est d’Italia) si ritiene
necessario anticipare il bando per l’annualità
2017 già alla fine del 2016 in modo da poter
concedere le future autorizzazioni sin dai
primi giorni del prossimo anno.
Fondi per la Promozione nei paesi terzi, modificate le norme
Dopo oltre due anni di lavori il Dm 4123 del 22
luglio 2010 (dm Galan ) che fissa le disposizione
di attuazione della misura di promozione dei vini
sui mercati dei paesi terzi è stato modificato. Il
decreto approvato dalla Conferenza Stato Regioni del 24 marzo 2016 è alla firma del Ministro
Martina. Come noto una fetta importante dei
fondi del PNS vino per poco più di 100 milioni
di euro all’anno sono destinati a finanziare la promozione dei vini sui mercati dei paesi terzi. Coldiretti ha condiviso fortemente la necessità di
modificare le norme esistenti. Il futuro del vino
italiano è strettamente legato alle esportazioni.
Purtroppo il decreto Galan ha impedito l’accesso
a numerose aziende, non solo di piccole dimensioni, a causa degli adempimenti burocratici con-
nessi e a requisiti di ammissibilità e importo minimo di progetto eccessivamente vincolanti. Ricordiamo infatti che fino ad oggi non erano
ammessi progetti di promozione per importi inferiori a 100.000 euro per Paese Terzo. Su nostra
sollecitazione il nuovo decreto prevede la riduzione di questo importo a 50.000 euro. Questa
previsione favorirà sicuramente l’accesso alle
aziende di minori dimensioni. Peraltro a differenza del passato le Regioni hanno la possibilità
mediante i propri bandi regionali di modificare
ulteriormente l’importo al fine di rispondere meglio alle esigenze del territorio. Il decreto come
nel passato prevede la possibilità di avere progetti
nazionali, regionali e multiregionali. La presentazione delle domande di aiuto sono condizionate
alla emanazione di specifici bandi (nazionale/regionali). Sono ammissibili al contributo (fissato
al 50%) azioni in materia di relazioni pubbliche,
promozione e pubblicità, partecipazione a manifestazioni, fiere ed esposizioni di importanza internazionale; attività di incoming; campagne di
informazione, in particolare sui sistemi delle denominazioni di origine, delle indicazioni geografiche e della produzione biologica vigenti
nell'Unione; studi per valutare i risultati delle
azioni di informazione e promozione. La spesa
per tale azione non supera il 3% dell’importo
complessivo del progetto presentato. Il contributo
comunitario potrà essere integrato da fondi nazionali o regionali con un ulteriore importo ma fino
ad un massimo del 30% del contributo richiesto.
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