Fotostorica n. 23/24 - Fast
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Fotostorica n. 23/24 - Fast
� ;:;- ;:::;: i A CURA DI ITALO ANN I ER Spedtztone 111 A.P. 70'}o DCI TV �� --.c-== . ._, ___ .._ _,_.... _.____ GLI ARCHIVI DELLA FOTOGRAFIA l GrUGNO 2003 l N" 23724 ,- € Periodu.:o Trimestralc So m m ari o 2/3 4 Editoriali Il "Cylindrographe" di Moessard Louis 0/atiz 14 L' ultima buona azione della fotografia Sara Filippin 18 22 Un l i b ro , un fotografo Pietro Betetto Don Francesco Pascotto fotografo Paolo Zovatto 26 Un prem io in memoria di Paolo Constanti ni 28 Un i nedito per '' Fotostorica " 30 Olatiz al Metropolitan d i New York /taio Zannier 34 Piccolo giallo nel mio archivio Alfredo Camisa 39 Come volevasi d i mostrare Mario Trevisan 42 Ugo M u l a s , u n ann iversa rio Adriana Sca/ise Rubriche 46 LA FOTOGRAFIA ALL'UNIVERSITÀ Breve storia di internet e del WEB Federica Via L' immagine d i Venezia n e l l 'ed itoria fotografica Filippo Leonardi 52 l CONTEMPORANEI CONSERVANO Pino Dal Gal Luigi Gariglio Livio Seniga l l iesi Piermario Ciani 42 Simone Schiesani Paolo Guolo Andrea Negretto 60 LIBRI Dossier 63 G l i a rchivi fotografici del Veneto Massimo Cane/la Adriano Favara Itala Zannier 80 F.A.S.T. NOTIZIE Il fondo Ettore Bragaggia Fiammetta De Salvo Archivi ed emigrazione in Canada Michele Rigo Il Premio Aldo Nascimben 94 MERCATO E COLLEZIONISMO a cura di Giuseppe Vanzella 63 Ed itori ali I l lu ngo percorso d i FOTOSTOR ICA. Storia d i u n a anomalia. on rara lungi m i ra nza n e l l ' a n no 1995 la Provincia d i Treviso C autorizzò la nascita di questo periodico titolato Fotostorica. Si c o n s i deri che t a l e attività non rie ntrava tra i com piti s pecifi c i d i u n ' Ente Loca l e e che ta l e sce lta e a nc o r prima quella d i i stitu i re u n a rch ivio fotografico storico fi n a l izzato a d o p e ra re n e l proprio territo rio d i com petenza , poteva n o c o m p i e r s i s o l o per l a profonda com pren s i o n e , da pa rte degl i a m m i n i stratori e d i rigenti , d e l l a va le nza c u ltura l e d e l l ' opera z i o n e , com p i e n d o a nc h e u n o sforzo d i i nterpreta z i o n e d e l l e n o r m e . U n a Provincia c h e edita una rivista nazionale sulla fotografia storica è i nfatti una a n om a l i a , ammettiamolo, più u nica che rara nel panorama desertico dell 'editoria periodica in q uesto settore. D a l 1995 ad oggi la fortu na vo l l e che al governo di q uesto E nte si s i a s ucceduti a m m i n i stratori atte nti a l la sa lvaguard ia d e i b e n i c u lt u ra l i , d e i quali l a fotografia storica fa p a rte , m a a nche c o n u n occh i o d i rigua rd o agl i as petti sto rici e d etnografici e d e l l a tra d iz i o n e loca l e . Fo rtu n a vo l l e , c o m e n o n d i rl o , c h e fossero presenti a nche l e r i s o rse u m a n e d i operatori cu ltu ra l i , adatte a fa r decol l a re q uesto progett o . N a sce d a q u esto i ns ieme d i fattori l a s p i nta ad u n a o peraz i o n e ed itoriale che ancora c o nt i n u a e che s i è d i ffu sa o ltre i confi n i a m m i n i strativi d e l l a p rovi n c i a di riferi mento . Sce lta opportuna fu q u e l l a d i c o n d ividere con u n ed itore p rivato l ' o ne re di coed itare Fotostorica: senza l'i ntervento i m po rta nte d e l l e E d i z i o n i C a n ova pri m a , e d e l l a Società Veneta E d itrice po i , n o n avre m m o potuto co ntare s u l l o s pessore raggi u nto da q uesta rivista . S u l l a n ostra strada a b b i a m o poi i n contrato partners i m po rtanti , come la Regione Veneto , che ha s pesso cond iviso in q u esti u lt i m i a n n i il percorso della rivista : un ra ppo rto che potrebbe e dovrebbe rafforza r s i secondo le i nte n z i o n i de l l ' a m m i n i stratore d i rife r i mento . I l percorso s i n q u i tratteggiato per la verità avrebbe d ovuto a p r i r s i con una p remessa: ovvero che tutto ciò è potuto avve n i re grazie a l l a a n nosa " p redicaz i o n e " u n ivers ita ria ed e d itori a l e del Prof. Ita l a Z a n n i e r, che non a caso conti n u a ad essere a n i m a e motore d i q u esta i n iziativa editori a l e . Con q uesta sto ria a l le s p a l l e Fotosto rica ha potuto a prirsi a c o l l a bo ra z i o n i extra-prov i n c i a l i , ad u n a d i ffu s io n e p r i m a regio n a l e , p o i nazio n a l e , u n n u mero sem pre maggio re d i a b b o n at i , d i a ppass i onati , d i c o l l a b o rato r i , d i a m i c i , c i segue, c i sti m o l a e s o l l ec ita s u q u esta strada l u ngo l a q u a l e a b b i a m o racco lto a m p i e s o d d i sfaz i o n i , ma a volte , i n evita b i l e , a n c h e d e l u s io n i , i n u n percorso u m a n o e p rofess i o n a l e , c h e c h i scrive s i a ug u ra a nc o ra profi c u o . Lu ngo u n percorso d i a n n i , Fotostorica s i è a n c h e trasformata e d a l s e m p l i ce b o l lett i n o degl i esord i , a m p l i ficatore d e l l ' attività d e l l ' archivio fotografico sto rico d i rife r i m e nt o , è d iven uta u n a rivi sta come q u e l l a attu a l e , con u n a s u a riconosci uta e pec u l i a re a utonom i a , autorevol ezza , ovv i a m e nte grazie agl i i m po rta nti contri b uti di a utori ita l ia n i e d esteri m a a n c h e a l riconosci uto r u o l o d i vo l a n o c u lt u r a l e da pa rte d e l l a Reg i o n e Veneto . Fotosto rica ha i n s o m m a ragg i u nto u n a s u a " matu rità " che ci si a u g u ra a p p rezzata d a i letto r i anzitutto , ma a n c h e d a l l e i stituz i o n i c u l tu ra l i naziona l i , d e l l e q u a l i s i a u s p i ca n o co l l a b o ra z i o n e , pa rtec i pa z i o n e , sostegn o , per u n a i n i z i ativa anche e c o n o m i c a m ente non fac i l e . Adriano Favaro Direttore Responsabile Pietro Poppi La fontana delle Sirene (part.) Bologna, Esposizione 1888, Collezioni d'Arte, Cassa di Risparmio, Bologna l n q uesti ultimi tem p i , pare che anche in Ita l ia si stia awiando i l col lezionismo del la fotografi a , d e l q u a l e in p i ù occasioni , e s istematicamente, si occupa " Foto storica " , nel l a convinzione che ciò sia utile per attivare maggiormente un'editoria scientifica, che sia attend i b i l e sia dal punto di vista storico che tecnico. Soltanto così il col lezion ista può avere qua lche garanzia e un indi rizzo in più per gli acq u i sti , che non può essere soltanto q u e l l o economico nei "mercatini " , ma deve com prendere soprattutto autori , che rappresentano la storia di questo mezzo espressivo, che ha caratterizzato addi rittura il nostro tempo, che io chiamo " Era d e l l ' lconi s m o " . La confusione nel settore, che pure sta gonfiando s i , è comunque tota le; s i sfogliano i cataloghi delle aste straniere, Parigi-Lond ra New York, e i prezzi indicati tolgono il respiro; molti non capiscono perché una fotografia ( " m a è soltanto una fotografia . . !, si d ice , e si chiedono l u m i . . . ), può costare tanti m i l ioni di vecchie l i re , centinaia di m igliaia di Euro , ecc . ; i record si rincorrono. Ma che fotografie cercano i nostri col lezionisti , spesso i m prowisati e assistiti , non sempre da competenti? In pri m i s , la "fotografia d ' arte " ; Pao l o Gioii specialmente, e Luigi G h i rri, Luca Pate l l a , Franco Fontana e pochi a ltri . Mario Giacomelli rimane un mito, è stato i l primo ital iano (e l ' unico ; persino Friedlander conosceva soltanto G iacomel l i , tra i fotografi ital iani e ignorava Ugo M u las, che pure gl i aveva ded icato un l i b ro!), a entrare nel l ' elenco delle grandi case d 'asta . Ora c'è, in America a l le aste, anche Mimmo Jodice, finalmente, e Mario De Biasi e Berengo-Gardin e Ol ivo Ba rbieri (e Guido G u i d i , che si aspetta?) . . . ; tra i giovan i , Campigotto, Zanta, Biasiucci . . . Gabriele Basil ico h a sorpreso con una vendita p l u r i m i liona ria ; magnifico, è rimasto sorpreso pure l u i . M a che cos'è q uesta "fotografia artistica " della quale continuiamo a parlare da un seco lo e più a questa parte? E l"' a ltra " fotografia , che cosa è, se intendiamo quella " d ocumentari a " , che però in effetti è la " più fotografica " fra tutte le tipologie? Si cerca , tra queste, l 'anomal i a , la situazione singolare, e in effetti la "vignetta " , la " scena di genere" indigeno , ma quanto a l l 'Arte si passa sopra . Il pittorialismo impera ancora ; si vuole una fotografia in sospetto di pittura, di "manualità " , che in tal modo sembra garantire la sua " unicità"; ma le fotografie sono sempre poche e addirittura " uniche" , certamente più uniche delle incisioni e delle litografie, la cui stampa awiene simultaneamente per tutta la tiratura. La Fotografia è la Fotografia; i l Col lezionista deve fidarsi della Fotografi a , ma ha necessità d i una cultu ra specifica, non raccattata dai sol iti " storici dell 'arte " , che mettono in crisi sia l a cosiddetta " pittura " , che la Fotografia, cercando connessioni , inquinament i , " scambi tra le a rti " , inevita b i l i ma spesso ambigu i , mentre la Fotografia pura è Fotografia e basta. Che cosa s i vuole di p i ù . ltalo Zannier IL " CYLINDRO GRAPHE " DI Mo:EssARD LOUIS 0LATIZ L'ansia di cogliere " tutto " in un colpo d'occhio ( un " clin d'oeil " , scriveva Tiphaigne De La Roche, nel 1760), probabilmente è parte della nostra curiosità animale, anche come tentativo di difesa nell'ambiente, più o meno ostile, se sconosciuto. L'immagine " globale " , per l'uomo ( e anche per le a p i? o le rondini? . . ), è come un giro di valzer a 360°, durante il quale si esplora velocemente !' " intorno " , vicino e lontano, mentre noi siamo al centro, siamo il fulcro che i romantici come Fussli definivano addirittura divino. Il " Panorama " , in fotografia, è così definito da Luigi Gioppi, nel suo "Dizionario Fotografico " (Hoepli, Milano 1892, p. 398): è "La riproduzione di vedute p anoramiche, tali che a bbracciano angoli grandissimi, oltre a i 9 0° occorrendo si eseguisce tanto cogli apparecchi comuni riproducendo una dopo l 'a ltra le diverse parti delle vedute e raccordandole poi con ogni cura a l momento della stampa, quanto cogli apparecchi speciali panoramici come il cilindrografo Moessard, o quelli Liesegang, Johnson ed Harrison, Benoist, Damoizeau, ecc . " Ma l 'idea del Panorama è precedente alla invenzione della fotografia; il termine Panorama precisa Silvia Bordini, che h a scritto una esaustiva " Storia del Panorama "1, "venne coniato intorno al 1 79 0, unendo due etimi greci, pan e orao, tradotti come 'veduta della totalità"'. Nel Panorama - che era dipinto con speciali vernici, su enormi tele, anche di centocinquanta metri di lunghezza e cinque di altezza, disposte in modo circolare in a mbienti appositamente costruiti -, "si compendiavano alcune delle caratteristiche fondamentali, quali la veduta topografica, l'effetto illuministico di un nuovo tipo di immagine pittorica . . . " , osservava un critico d'arte francese, E.F. Miei, come ricorda la Bordini2• 4 L. ]ansche e Karl Post Panorama di Vienna 1806 Francesco Bona/di Panoramica di Udine 1860 ca. (Udine, Musei Civici) 5 P. Moiissard Parigi 1888 fotografia a 140•, ripresa con il "Cylindrographe" P. Moiissard Dintorni di Parigi 1888 fotografia a 140', ripresa con il "Cylindrograpbe" 6 7 Si trattava non soltanto di " u n nuovo tipo di immagine pittoric a " , ma di un nuovo modo di vedere e percepire più velocemente il territorio, di " vedere il mondo " , avviato proprio dalla modernità tecnologica, locomotive e mongolfiere complici. Già Cana letto o Bellotto avevano adattato l 'uso della "camera ottica " proprio a questo scopo , can un occhio persino scandalosamente moderno (secondo Ruskin, che non apprezzava troppo quelle " cartoline" giganti ) , pur senza arrivare al panorama globale, ma certamente ampliando il campo visivo, offrendo allo sguardo un'idea nuova di spazio, infine metafisica p iuttosto che realistico; basti ricordare la veduta del bacino San Marco a Venezia, da Punta della D ogana, all'incirca di 1 2 0°. La veduta a 3 6 0°, ossia il massimo della panoramicità, venne comunque brevettata il 1 9 giugno 1 78 7 a Londra, dal pittore Robert Barker di Edimburgo, con il termine, poi ribattezzato in " Panoprama " , "Nature à coup d'oeil "3• Con l'avvento della fotografia, la possibilità di ottenere immagini non soltanto estese e prospetticamente corrette, come era già possibile con la "camera ottica ", bensì nitide nei particolari e ancor più verosimili (si pensi ai "Panoramas" di Langlois e poi ai " Dioramas" di Bouton-Daguerre, i primi nel 1822, visibili al Bois de Boulogne, per pochi centesimi di franco), sollecitò anche la connessione topografica, a quel tempo soprattutto per la cartografia militare avviata in Francia dal colonnello Laussedat, nel 1850. In Italia, il primo a realizzare una fotogrammetria terrestre ad ampio arco, fu l'ingegnere Pio Paganini, che per conto dell'Istituto Geografico Militare, ottenne un'immagine della Cava delle Colonnate sulle Alpi Apuane, nel 1878, nell'estensione di nove chilometri alla scala di 1/25000. Non si trattava certamente di una prospettiva "curiosa ", come osserva Manlio Brusatin, ossia di " una anamorfosi che deformava volutamente i soggetti rappresentati per ricomporre le immagini riconoscibili secondo un punto di vista preciso e orientato•, ma di un insieme illusoriamente documentale, simile al "vero " , se si considera l'immobilità dell'occhio e del punto vista, che l'uomo però non sopporta fisiologicamente quindi esclude. Problemi di percezione visiva, di codici di percezione, senza i quali l ' uomo non riuscirebbe neppure a orientarsi, e perciò la fotografia sembra addirittura risolutiva; ma anche la Fotografia, invece, ha un suo codice. "Il disagio provocato dall'effetto delle vedute ad ampio raggio scrive Gombrich -, indica tuttavia che noi desideriamo qualcos'altro. Vogliamo che le rappresentazioni prospettiche condividano con le mappe determinate caratteristiche. In altre parole, non vogliamo che esse funzionino soltanto in scatole d'osservazione predisposte per uno sguardo monoculare da un punto fisso, ma che, molto similmente alle mappe, comunichino la loro informazione anche ad un occhio mobile ed esaminatore "'. La differenza tra una fotografia ripresa al grandangolare o con un obiettivo normale, continua Gombrich, "è una differenza psicologica "'; il cittadino, commenta inoltre Renzo Dubbini nel panorama si trova il centro ottico-geometrico della città\ e ciò provvisoriamente gli basta. La fotografia incentivò le ricerche sulla percezione delle immagini, già avviate prima, basti ricordare lo "stereoscopio", per la visione tridimensionale, o tutti i marchingegni del precinema, riadattati con la fotografia stessa, che offrì nuove illusioni di realtà, nell'ipotesi fantascientifica di poter istituire il "doppio" della realtà stessa, come oggi illude la realtà virtuale e non sappiamo ciò che ci attende, nella nostra esaltante Era dell 'Iconismo. Tra le invenzioni più significative nella storia della fotografia del XIX secolo, con l o scopo di ottenere immagini panoramiche unitarie e non composte a mosaico, in successione di vedute, c'è senz'altro il " Cylindrographe photographique" di Pau! Moessard, strumento di ripresa contemporaneo pressappoco al " Cylindrographe topographique" , sempre del Moessard, al " Cyclographe" di Damoizeau, alla "Plachette photographique" del Chevalier, e anche al " Photorama" dei Lumière, che comprendeva ben dodici o biettivi rotanti, con cui i geniali fratelli di Lione, intendevano ottenere pellicole cinematografiche con effetto panoramico totale. Dalla prima panoramica dagherrotipica di Frederic von Martens (3 e 3/4 x 12 e 112 pollici) , una veduta della Senna dal Louvre, che è del 1846, a questi sofisticati risultati fin de siécle, c'è tutta la storia della tecnica fotografica della seconda metà del XIX secolo. Presentiamo quindi ai nostri lettori, in fac-simile, alcune pagine del raro volume di Moessard (Le Cylindrographe, Appareil Panoramique, Gauthier-Villars et Fils, Paris 1889), conservato nella biblioteca di !taio Zannier, con le singolari e in parte inedite illustrazioni, che in originale sono stampate in collotipia. • Note ' S. Bordini, Storia del panorama, O fficina, Roma 1984, p. 9 ' Idem, p. 13 ' Idem p. 13 • M. Brusarin, Storia delle immagini, Einaudi, Torino 1989, p. 75 ' E.H. Gombrich, L 'immagine e l'occhio, Einaudi, Torino 1985, p. 245 ' Idem, p. 246 ' R . Dubbi n i, Geografie dello sguardo, Einaudi, Torino 1994, p. 63 8 'nii3LIOTllÈQUE PllOTOGRÀPHIQUE. AVANT-PROPOS. CYLINDROGRAPHE APPAREIL PANORAMIQUE, Ce petit Ouvrage est divisé en deux Parties. 1'.\11 P. MOESSARD, Commandant tlU Génle lmHnlC, atlaché au Senlce Réogl'nph!flOO D�ns la première, intitulée :Le cylindrographe plwtographique, l'appareil est étudié spéciale dc I'Arméo. ment au point de vue pittoresque et photogra phique. C'est là qn'on trouvera exposés le principe PREMIÈRE P ARTill. théorique sur lequel il est fondé, sa descriptiou LE CYLINDROGRAPHE PHOTOGRAPHIQUE. GHA!'ItDRE UNIVERSELT.E PAYSAGES l'OU!l ET PORTRAJTS, détaillée, son mode d'emploi, ]es applications GROOPES, variées auxquelles il se prete selon qu'on veut . ! 'PANORA:\IAS. tirer un panorama complet, une vue d'étendue ' quelconque, des groupes ou d es portraits séparés; la mesure du temps de pose et la manière de le · PARIS, d\un mème cliché; la possibilité de réduire la pose GA UTHIER-VILLARS ET FILS, IMPRIMEURS-LlBRAIR ES, 'ÉDITRURS DE 55, faire varierà volonté en deux points quelconques · à une fraction minime de seconde (,:, et au L,\ B!DLIOTliÙQUE I'lTOTOGRAPIIIQUE: Qun.i des Grands-Augustins. dessous) pour avoir des instantanées de toutes dimensions, sans rien changer 1889 à la chamhre et sans employer d'ohtnrateurs plus ou moins com- (Tous ùruiiJtr!S'!n�s.) M. - ru PARTlE. AVANT-PROPOS. AVAN"T-PRO'POS. pliqués et plus ou moins pratiques; enfìn quelques pose tout levé, au relèvement età la mise cn pl ace exemples curieux de� résultats que l'on obtient des détails; et là encore on prouve, par la compa eu inclinant ou en renversant l'axe de l'apparci!. raison de résultats typiques fourois par Cette première Partie se termine par la descrip éaphie piane et tion cles divers modèles de cylindrographes. combien ces derniers sont supérieurs, plus ''rais, La seconde Partie, sous le titre : Le cylindro plus conformesàl'impression que donne la nature, graphe topographique, est consacrée aux appli cations de l'appareil plus aisés à mettre en ceuvre età interpréter géo aux levés topographiques et aux mesures de préci'sion en général. Après le rappel succinct cles princi.pes fondamentaux sur lesquels reposent toutes !es opérations topogra phiques, et des essais divers qui ont déjàété te"ntés pour appliquer la Photographie à ces opérations, l'auteur signale les inconvénients pratiques que métriquemenl. l l i présente, dans cet ordre d'idées, la perspective piane, inconvénients qui disparaissent dès qu'à ce genre dc perspective on suhstitue la perspective cylindrique, telle qne la donne le cylindrographe. Suit la description des dispositifs simples dont l'adjonction suffit à transformer en apparci! de mesure d'une grande précision la chambre décrit� :--� en détail dans la première Partie. La méthode de construction dn canevas d'un levé et de calcul des cotes de proche en proche une fois exposée, on passe à la seconde série de travaux dont se com- la Photo-. par la Photographie cylindriqtie, l . La façon de comhiner l es renseignements pbo to�ra'phiques avec les croquis pris sur le terrain, de contruler et de compléter les uns par les autres, poor arriver à un levé in·éprocbahle, sert de con cluslon à l'Ouvrage. LE CYLINDROGRAPHE PHOTOGRAPHIQUE. Le cylindrographe est une chambre photogra '· phiqoe portative qui, mise en station an point O (fig. ·'. 1), donne l'image de tous !es objets situés Fig. r. A dans le secteur AOB, de 170" d'ouverture, de telle ., : ... sorte que le panorama complet du point O n'exige . . que deux clichés (r) et ( 2) égaux et une frac tion (3) de 20° de champ environ. �rincipe de l'instrument. Rappel de quelques propriétés des lentilles épaisses (fig. 2). 10 LE CfLTNDROGnAPHE PHOTOGRAPHrQUE. . ti lles, telle qo'un obj ec tif photograph.ique, peut, donnée ( théorie cles lentilles épaisses de Gauss). Cette lentille sera complètement ùéfinie par ses Tonte combinaison de len- JlfiJNCJPE DE H 1 L lNSTRU�ENT. respondant, parallèle à IH-'; !es deux points sontle; points nodattX, an point de vue théorique, etre représentée par dont la position n et n' sor l'axe . ne varie pas tant que l'angle d'incidence des rayons une lentille unique, produisant sur !es rayons lumineux !es memes effets que la combinaison - , r l�mineux i1'est pas trop grand. Donc, quaud nn rayon ·incident passe, réellement ou virtuellement, par le point nodal d'incidence ' n, le rayon émer- Fig. 3 .. Fig. 2. F' deux plans focaux principaux F, F' (fig. 2) et par ses denx points nodanx n et n'. 1° Tout pinceau de rayons para1lèles tomhant sur une lentille forme son foyer sur le planfocal principal, et inversement tout pinceau isso d'un point du plan foca! principal donne naissance à un faisceau émergent de rayons parallèles. 2° Soient une lentille (fig. 3), OR et O' R' deux rayons de coorbure parallèles, C le centre optique, IR' un rayon incident, RE le rayon émergent cor- gent, auqnel et pass�, il dQnne naissance, lui est parallèle réellement ou virtnellement, par le point nodal d'émergence 1!. Tous les objets de la nature compris dans un . angle An'B (fig. 4), dont le sommet est le point 3° uodal d'incide·nce d'une lentille nn', donnent nais sance à cles images réelles renversées, comprises dans l'angle anb formé par nb parallèle à Bn1 et na parallèle à An1; l'image m d'un point quel conque M se trom•e sur nm parallèle à Mn1• l LIÌ Cl'LINDROGRAPHE Donc n point PHOTOGRAPHIQUE. on a la relatiòn fondamentale la perspec- · . tive amb; c'est en n qu'il convient d_e placer l'ccir est le de vue de 13 L1JNSTI\U>IENT. DE . l'RINCIVE 12 11 Dd=cp'. Si clone D=]� quand on regarde l'image amb, pour obtenir la x w, l Donc, quand D sera égal à Fig. q. 10 'distance focale, d sera égal à A j; ... (• -;·· L - '· /'" p fois, -fu, __ y-·· -:'i. "' on aura d=-'-· à 100 +, fois la de celte m eme distance; et D croissant, d deviendra rapi dement négligeable, étant donné surtont que l'ob ·.; que l'on jectif emploie aura t�ujours une profou deur de foyer supérieure à cette petite lon gueur . à B restitution parfaite de la nature AMJ3, telle qu'elle apparait du point vu� conjugués. n'. ' n n et son.t !es po in ts de r Ain'si, pour 'P= l mm 1 5'm et D= 15m 1 d sera égal , 5, bien inférieur à la profondeur de foyer . qui est toujours de 3mm à 4'"'" au moins. Nous admettrons clone, dans tout ce qui va suivre, que cette distance d est nulle, et que Fig. 5. l'image m se forme en F, foyer pri�cipal de l'ob j ec ti f . Pour l es memes raisons, nous pourrons admettre s�ns erreur sensible que l'image d'Lm point T, si l'angle Mn'T n'est pas trop grand, se forme en tel que T nt == nF = 'f'· t, C�Lte hypothèse est d'au tant plus proche de la vérité que le lieu cles fo)'ers des. faisceaux de'l·ayons incidents parallèles n'est 4" Soient'f'ladistance f ocaleprincipalenF=n'F' (fig. 5), D et d les distances MF' et mF qui sé pas en. réalité une ligne droite, et que le soi-disant plan foca! principal n'est pas un plan, mais bien parent l'objet et son i m age cles foyers principaux; 14 LE C Y LIND R OGRAPli E PJIOTOGI\APHlQUE. concave par rapport au point Ceci posé, soit nn objectif n. sur l' arc de cercle ab, de centre n et de ray on 'i'· Si · n, poin t de l 'i mage ab re s te immobile, puisque le mcsnee objets situés entre B, C, D, E, que l'objectif, su cc essivem ent former leur se . . et pat' déplacc, les . vi enn en t image sur l'are de cercle bcde, im age qui reste de meme immo je suppose que cet ohjectif tonrne ho-rizontale!Jlent autour d'un axe vertical passanl par le poinL plus en direction·. A cons�quent l'angle dc ch a mp An' B, nn' (fig. 6) à champ limi té , An'B: l' image de ce sectenr An'B se formera jèj PRINC.IPE nR J.'INSTRUAIRNT. une su rface SS' de forme variable, mais toujours bile pendant la rotati an; et, quand l'objectif a a'ccom p l i une demi-révolutio� à peu près, tout ce qui est s·itué dans le demi -tou r d'horizon ABCDE � Fig. 6. � for1';1'\ son image sur abcde et cetle image, touj o urs immobile, a subsisté d'autant plus long- temps que la vitesse dc rolation a été moindre. Si l'on ramènc p ar un m o uvemen t inverse l'ob j e cti f à duira, so n point de déparl, le m l: me l'image fai t se repro se formera sur edcba identique mentla m è me que précédemment, et ceLte seconde impression lumineuse se superp oscra exaclement à E ne bouge _pas et que, le déplacement de n' étant n.égligeable par rapport à la distance de<� objets A, B, les ray ons première; et cela a u t an t de fois que l ' an . Si m�intenaot je s u ppo se enroulée sur le dcmi {ù vue n la recom menccra la meme m an ccu vre . D }s s us de n ne varient·p as non cylìndre de révolution de base abccle une pelli-· cule ph ot og ra phi q u e sensible, ces im pr ession s lumineuses eogendreront une fìg·ure qui sera la perspectiPe ABCDE. CJ'lindrique du demi-tour d' hori::,on ;C'est là le principe du cylindrographe. 16 LE CYLINOROGIL\.PHE DESCRIPT10N DE JlHOTOGRAPHIQUE. tran sport (fig. 7); elles se montent sur un pied de cam replient l'une sur J'alltre pour le Le cylindrographe se compose essentiellement ·pour la pose, pagne; deux croche ts c (fig. dedeux demi-cercles en bois, égaux et ho ri zont aux, Fig. assemblées à charniè re , se ·Ces trois pièces, Description de l'appareil. ' L APPAREIL. 8) les fìxent dans la position voulue; une tringle de laiton t, ré uni s 7· s�nt à l ' arri ère le plafond · solidité d e l 'ensemble . le et pla ncher , assure l a L'objectif, suspen du au · centre du cadre, est porté p ar un a.xe de rotation vertical R, qui est - actiom;té par une manivelle m horizontale, p lacée le planchei· P ·et le plajond P', au-dessus du plafond, munic de d eux pinnules verticales donnanL le champ de l ' app ar eil el réunie à l'axe par une charnière. La planchette porte objectif et l'axe de rotation ne sont reliés que par quatre vis de réglage à L ete carrée, qui per mettent de faire avancer ou reculer l ' objectif sur l'axe. Pour ton t e posi ti.on de la maniv el le , l'espace et en Jargeur par le regard dirigé par ·les deux pinnules représente le secteur cmbrassé en h aut eur An'B(fig. 6), le champ momentané de l'apparci!, c' es t- à-dire tonte l'étendue dont l'image se forme à c�t instant. en ab sur la pel licule seosible. Cet axe et l'objectif diamètre par nn cadre verticaJ en bois G(fig. 7 et 8).. 18. LE C\'LINDROGRAPH& PIIOTOGRAP!IIQUE. l' aide de crans et d'un fìxés à diverses hauteurs à à décentrer l 'i mage et à verrou d' arr et , de façon han t ou vers le bas. o-agner dn t er rain vers le " ue, fait d'un e dou bl e opaq r i no voile le Un amp cepte le jour entre le étoffe caoutchoutée, inter g er les mo uveme nts de cadre et l'objectif, sans en ce der ni er . certains modèlcs, qu 'il porte peuvent, dans ètre mon tés ou descendus RÉG(..J\G t1; DU 19 Cl"LINDROGRAPHE. !!L ll e�i bi�s , le rideau de po;e r e t le rideau de joftd f;· deux ou trois pièces de laiton mince l ma i ntien nent en dessous l' é c artem ent des deux longs còtés d n rectangle; l es rideaux glissent dans . des coulisses pratiquées dans la fa ce interne du ree . ta o gle. Un crochet double d, d on t l'axe traverse l.� monture du cbassis, ferme !es deux rideaux enserr: bl e. Pig. g. et 2. Le chassis, pour la pose, se loge dans une "bure cop>prise, a u bord du plafoncl entre la bande rai et du p l ancher, dc cuivre qui cercle ces deux pièces et un bourrelet en bois in t ér ieu r b de t cm de sa ll li e, pa ral lèle à ce lte bande; le hout fermé dtl chassis s'appuic dans un logement pratiqué dans En avan t de l'objectif, et mon t é à f rot te me nt monture, s� place llU dur età ba'ionnette sur sa l, de 4'm à 5'm de solei para dit tube en laiton p, lle on glisse laqne dans fente J'une ]ono. " ' munì antérieurs, es u·agm diapl dits s, e des dia p h ra g m plus loin le rons étudie s u o n t don , de forme variée role important (voir p. Le 23, 3o et 33). chassis porte-pellicule (fig. g) est formé que, fermé dessus d'un rectangle en matière élasti né·!ì, opa qu es carton ux ridea x u e d par et dessous le m0 nt ant de droi te dtl cadre; l'extr émi té li bre du rid e au de pose traverse une fente h pratiqué e . dans l'aatre montan t du cadr e, et peut étre saisie et tirée du dehors. sous sa Dans cetre position, le chassis, f�rme cylindrique, ferme her rn ét iq u em ent la �hambre ·entre le c adre, le plafond et le plancher. Réglage du cylindrographe. Régler le cylindrographe, c'est amener le poi n t nodal d'émerge�ce de l'objectif sur l'axe de rota-· -70En tenninant, nous émettons un vceu : c'est que toute photographie porte l'indication de l� distance du point de vue exact ainsi que de la tolérimce relative à la position de l'rei]; ces TABLE DES MATlÈRES. nombres peuvent etre calculés facilement dans chaque cas par les formules ou les Tableaux ci-dessus. Ce renseignernenl serait précieux, so it pour l'examen direct du positif, soit pour la détermioalion des erreurs commises et le réla PRBFACE,'. ' .... AYANT-PROPUF. CHAPITRE I. blissement de la perspective exacte. . -Perspective géométl'ique et restitutìon dans l'espace ·dans le cas d'un objectif simple. Formation de la f,erspective de vue exact ... : . . . géome'trique et poi11t Jnconvénients d1une mauvaise position de l'a!il .... 1• r ur sur E re la distancc.. Variation de la distancc de l'objet. . . Variation de la distance du point de vue exact.. Variation de la distance de vision . . . FIN. 12 16 20 Expression dc l'allongemenl et duraccourcissemeut prove11ant de l'erreur sur la distan ce... · 21 23 2• Eneur aogulaire.. Conditions de la vision dlslin.cle.. 1S Tolérance de position de·l'ceil... 'l"} CHAPIT RE l I. �erspective géométrique et restitution dans le cas d'un objectif composé. Combi.Jtaiso'n convergente à ùnage rcnver!ée . 34 Combinaison. convergente-divergente......... /j'l 38 Combinaison con.vergenle à image redres!ée. . '• . --�72CHAPITRE III. Application des principes précédents . ·- · · PnfieS. lJistance Jocale et format .... Tableau.x d,erreurs sur la di.stance. Tableau. dJallongement et de raccourcissemelli. Tabl(!au, d,erreu.r angu.laire ... ' ·Moycns de ramener les ne"gatifs et les positifs à une fJY 47 5o 52 perspective exacte .. Amplirìcalion du clicluL ... ' '· , .· t· . 11.: . ' ··:·• t Am plification d u p osi i f par projection .. Vue au moyen de la ]oupe ..... CHAPITRE IV. Inftueoce des details et des telotes. Visibilité des détails. Formation des teintes . . . InOuence de l'objet ... lnliuence de l'objec�if.. lnfluence de la surface sensibl e .: .. Inlluence d� ·la pose et du développemeot... i.nnuence du tira se du po_sitif... -CONCLUSION • -. 5g 62 63 G3 64 66 67 6g • . �; FIN DE LA TA.ULE O:S MA1'iii!RÉS. ' " "" : .�.�- : =�. :;--�-"!" �� .... •.. � i · .-Pfl.tiS.- lmp. Gnuthier-Vlllnrs et fUs, 53, quai ùcs Grnulls ·AngusLh s. . . ·· . � ... . _. -. . . ·-· �� ,� . .. .·. . ' . �- �-\�:[;�-�-\� + -:....�;. .;:·.lloi.•· " · :�.:ti: �; �t�4i����\i� L'ULTIMA BUONA AZIONE DELLA FOTOGRAFIA SARA FILIPPIN Un salvataggio fortuito, e casuale purtroppo, ha consentito di donare al Centro di ricerca sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei dell'Università di Pavia, l'archivio documentale di una poetessa e tragediografa di origine abruzzese, Fernanda Regàlia Fassy, vissuta a Treviso per quasi un ventennio1• Un nome conosciuto qui solo ai pochi che le furono vicini in quegli ultimi anni della sua vita passati nella casa-albergo Salce, e ancora la ricordano: «Gran signora . . . era bellissima . . . ». Raccontano del "salotto culturale " dell'istituto di cui era una delle più vivaci animatrici, e delle frequenti schermaglie verbali con Gino Cavalieri, che occupava una stanza attigua alla sua e tentava di imitarne i modi ricercati e la gestualità, affascinato e invidioso di lei, che lo sdegnava delusa che «un uomo di tanto talento avesse atteggiamenti così rOZZI». Attrice cinematografica fin dal 19 15, poi di teatro (per citare qualche nome, lavorò con Ettore Petrolini, Odoardo Spadaro, Ruggero Ruggeri, Paola Borboni) raccontava di sé trasfigurando il ricordo con l'invenzione letteraria - che, giovanissima, i genitori vollero investire sulla sua bellezza per risollevare le sorti economiche famigliari, e nei giorni di festa, la agghindavano con gli abiti migliori e la " esponevano " alla vista dei nobili e facoltosi ospiti di quella casa, finché non giunse colui che la impalmò con tutta la pompa e la ricchezza che la situazione richiedeva. Frequentatrice quindi dei circoli culturali e mondani, vincitrice di parecchi premi letterari, presente in alcune antologie, i suoi versi furono tradotti in varie lingue, perfino il russo e il greco, ed ebbe pubblicate le sue opere persino ad Haiti. Di lei parlarono i critici allora più noti affiancandola a Saffo, Vittoria Colonna, Gaspara Stampa, Veronica Gambara, ed a Emily Dickinson, alla Woolf, alla Mansfield. I documenti ritrovati, raccolti e ordinati da lei stessa e da un amico devoto, con la cura minuziosa che la nostalgia può a volte suggerire - manoscritti, lettere, traduzioni, una dettagliata rassegna di recensioni letterarie - ci danno una visione, se non dei fermenti poetici più innovativi, di una maniera letteraria vitale ancora negli anni '60 ai '70, che concepiva la poesia e l'arte come "realismo lirico " , purificazione, ma n o n travisamento della realtà; maniera praticata dalla Fassy in forma sintetica e incisiva e, per giudizio unanime, con una qualità tecnica elevata. Boa luminosa di questo salvataggio è stata un piccolo nucleo fotografico che ci ha spinto a curiosare su questa figura misteriosa: alcune stampe positive, un'autochrome e alcuni negativi, tutti ritratti di lei, nonché pochi altri positivi di cerimonie delle quali è stata protagonista. Questi ultimi ( formato 18x24), riguardano avvenimenti degli anni '50 e furono realizzati in parte dalla Publifoto, e in parte da un'altra meno nota Agenzia Bozzato Photo Service di Giulio Salaroli, ambedue di Milano. Anonimi e senza data i quattro negativi (uno di formato 18x24, tre di formato 1 3x18) , tre Giulio Sa/aro/i Premio Madonnina. Medaglia d'oro a F. Regàlia Fassy. Agenzia Bozzato Photo Service, Milano Stampa positiva. Formato dell'originale: 18x24 cm 14 Mario Castagneri Fot. Baccarini Ritratto di Fernanda Regàlia Fassy Milano - Formato dell'originale: 1 8x24 cm Ritratto di Fernanda Regàlia Fassy Milano - Formato dell'originale: 18x24 cm dei sei ritratti positivi, e l'autochrome ( 1 3xl8), tutti in ottime condizioni di conservazione e realizzati con grande cura e maestria da uno o più studi fotografici che, a giudicare dagli arredi e dai fondali, dovevano essere rinomati e servire una clientela di alto rango. In due dei negativi e in un bell'ovale virato seppia, lei ritratta a mezzo busto, recita un atteggiamento dolce e remissivo, con un occhio a certe eroine ottocentesche; un terzo negativo - definito "collo Pierrette" in un appunto manoscritto cura essenzialmente valori formali e luministici; cerimonia d'ambiente in due ritratti positivi a figura intera (di uno è presente anche il negativo) ricchi di mezzi toni, che ci mostrano la Fassy in costume " Stuarda ", e con velluti e piume di struzzo, in studi dagli arredi molto raffinati. In un positivo, il fotografo Baccarin? gioca con i riflessi, le sfocature appena accennate, e un effetto di mosso che colloquia con la trasparenza del tulle (suo è anche uno dei due ritratti precedenti ), e interpreta così l'impertinenza dello sguardo del suo soggetto. La stampa all'olio firmata da Mario Castagneri è ( naturalmente) sulla scia pittorialista, forse un ritratto in costume di scena, con dei morbidissimi toni bruni. Infine, l'autochrome, uno dei pezzi più interessanti, collocabile cronologicamente verso la metà degli anni dieci. È splendidamente eseguita, cromaticamente molto equilibrata, anche nella resa dell'incarnato, e di ottima trasparenza ( qualità non pienamente apprezzabili in stampa). Il tempo di posa non brevissimo ha consigliato l'uso di un sostegno per il braccio, ma ha anche consentito la scelta del leggerissimo effetto di movimento nel tamburello, scelta cosciente che rimanda ad alcuni tentativi delle avanguardie artistiche e fotografiche del periodo. Anche qui si è indotti a pensare ad un ottimo fotografo, un 16 Autore non indicato Ritratto di Fernanda Regàlia Fassy (detto "collo Pierrette") Inversione digitale da negativo su vetro Formato dell'originale: 1 3x18 cm provetto " autocromista " . Sfogliando le riviste dell'epoca è facile, infatti, rendersi conto che almeno agli inizi • • • ottenere dei buoni resultati diventava proprio un giUoco d'azzardo . . >>3• Era fondamentale seguire scrupolosamente le istruzioni fornite dal produttore, determinare con precisione il tempo di posa e la qualità della luce che impressionava la lastra; e ciò richiedeva esperienza e professionalità, pena l'ottenimento di immagini con colori non reali, bluastre, oppure scure e opache. Ci piace chiudere con una citazione di Edoardo Benone di Sambuy, dalla Fotografia Artistica, che evoca tutto il fascino esercitato allora dalle autochromes e insieme anche un gusto e un ambiente che ci pare di avere intravisto tra i vecchi fogli e le splendide fotografie della Fassy: . car, en y voyant le vrai avec ses couleurs, nos prétentions augmentent, et nous en exigeons davantage. L'on agit de meme avec une ma!tresse dès qu'elle vous accorde quelques petites faveurs: cela rentre dans la nature humaine »4• << . « . . • Note ' Fernanda Regàlia Fassy, al secolo Fernanda Pollonara, era nata a Roma, da famiglia abruzzese, i l 27.09.1898; morì a Treviso il 2 25.06. 1991. Si tratta, molto plausibilmente, dello stesso Baccarini, milanese, che due decenni dopo illustrerà, con Vender, Veronesi e Galimberti, il libro di Altredo Ornano Il ritratto in fotografia, Milano, Poligono, 1 94 5 . H. Kiihn, Appunti sulla tecnica del processo autocromo, in Bullettino della Società Fotografica Italiana, Anno 1 907, 3 pag. 3 6 1 . ' E. d e Sambuy, Notes sur l'usage des plaques autochromes, in La Fotografia Artistica, n. l, Anno 1 908, pag. 8. 17 UN LIBRO , UN FOTOGRAFO PIETRO BETETTO PIETRO BETETTO ( 1871-1942) FOTOGRAFO A SALZANO A cura di: Quirino Bortolato, Fabrizio Masiero, Ivane Venturini Introduzione di Itala Zannier Elaborati grafici di Nicola Barbiera Amministrazione Comunale di Salzano - 2002 Il "potentissimo" Pietro Betetto, come si definisce ironicamente in uno dei suoi autoritratti, si sarebbe certamente compiaciuto di essere il protagonista di una pubblicazione che a Salzano (Venezia) è stata dedicata alle sue fotografie, scattate fra il 1907 ed il 1909. Il suo carattere esuberante, unito ad una robusta dose di semplicità, ne avevano fatto uno dei personaggi più conosciuti e rispettati in un paese di campagna come tanti altri, dove ogni novità era accolta con un misto di mistero, stupore e sospetto. Sta di fatto che il nostro simpatico personaggio, il " Si6r Pièro " per antonomasia, grazie alle discrete disponibilità economiche derivanti dalle rendite di vasti terreni ed alla sua cultura superiore alla media, poteva esibire con orgoglio il magico fonografo, il pianoforte, il violoncello, la moto veloce e scintillante, l'esotico cavallo turco, il ricercato abbigliamento da caccia e, come se tutto ciò non bastasse . . . l'ultima stupefacente meraviglia della tecnica: la macchina fotografica ! Manovrando con sapiente cognizione la sua Kodak Brownie n. 2, prima vera macchina fotografica "popolare", Pietro Betetto si rendeva conto di suscitare il massimo dello stupore e della curiosità nei tanti compaesani che egli non si limitava solo a ritrarre, ma induceva anche ad improvvisare spettacolari scene di delitti, o improbabili navigazioni con la "mastela sotospina" durante una inondazione. Circa settanta fotografie di Pietro Betetto, complete di didascalie autografe, sono state recuperare a Salzano grazie alla disponibilità di molte persone, consentendo così la pubblicazione di un libro che risulta molto gradevole da sfogliare ed altrettanto interessante dal punto di vista storico per la grande quantità di informazioni che uno sguardo attento può cogliere nelle vive immagini o fra le annotazioni dell'autore. Pietro Betetto ci presenta così lo "storico paese di Salzano" proponendo i luoghi ed i personaggi che un secolo fa caratterizzavano la vita dei nostri nonni: la grande filanda degli ebrei Romanin Jacur voluta anche dal vecchio parroco di Salzano don Giuseppe Sarto, il papa Pio X regnante proprio negli anni di cui stiamo scrivendo, la benedizione delle case da parte del parroco mons. Eugenio Bacchion, la "celebre" sagra di san Bartolomeo con l'unica giosu·a e le 18 La copertina del volume dedicato a Pietro Betetto tipiche bancarelle, gli edifici più importanti del paese, i primi treni sulla linea della Valsugana in costruzione. . . Dimostrando una vera attitudine documentarista, il nostro fotoamatore salzanese provvedeva scrupolosamente a corredare le sue foto con didascalie molto dettagliate, fino ad indicare l'ora dello scatto con la precisione di Lm quarto d'ora. n suo modo di descrivere le immagini è il vero ritratto del fotografo stesso, lasciando trasparire allo stesso tempo ironia e cultura, autocompiacimento ed autentico amore per il proprio paese. n libro, pubblicato nell'ambito delle attività dell'Associazione Culturale 19 "Tempo e Memoria" , contiene alcuni saggi introduttivi ed ampie note storiche a cura di Quirino Bortolato, Fabrizio Masiero ed lvone Venturini, con una ricostruzione grafica del centro storico di Salzano agli inizi del '900 preparata da Nicola Barbiera. n successo di questa operazione culturale a Salzano conferma l'interesse attuale del pubblico per le immagini d'epoca, ma testimonia anche l'attrazione esercitata da un personaggio intelligente e bizzarro allo stesso tempo che ha voluto !asciarci le migliori testimonianze del " bel tempo perduto" . . . • Jl - � o -z.z J. d e- 1\ a. n\. -a. > 5 c r i a d �1 5 i �n . f1 ct ro }etett.o n �11 a, V a f C.l. . }a �in,�1 ra. a: _J. e ttra: t1c.tt _co b tt o l eh\. be.. v .) ca.1c1\o l 1 r m a Lac àu:U a ) n1 4.l' � h � r 1 \ a. O r'\ l , _�n fe.. . ; n , l l (1 _ 1 o no - - ·- - � - Sé -2 .<"" ,. et _, 20 -i 4 l') i ' _ L i n o n l : l z :o : w :l<i. '2.7, :!8 ot t ul , n • l !. O i a Sa lzano, r i petizi o n e, m a t d t't k r r d > i lc c j ) i il l u u pl d<' l l a rece u l e ·1 6 - 1 7 m n ggio t !}O:J. I � ' aia dd pa l a zzo d e l � i g 1 1 o t· P i c l ro llel c l lo i n o n d a t a . Un a mastela sollosp i ua -;c r v • a l t ra�iwrlo d e l l e p rso u e. 27 olt. '1 907, fra le 1 0 c 1 1 au. 21 D ON FRANCESCO PASCOTTO FOTOGRAFO PAOLO ZOVATTO Come fotografo don Francesco era un autodidatta, aveva coltivato da sé questa passione e aveva immesso in essa il suo genio di inventore, di costruttore di congegni, elettrici o meccanici che fossero . Questa competenza era nota alle autorità ecclesiastiche, ed era apprezzata se nel 1928 il vescovo della diocesi di Concordia si rivolse a lui per un incarico importante, lungo e oneroso: fotografare tutte le opere d'arte della diocesi. Questo lavoro era stato ordinato "Per obbedire alle disposizioni della Santa Sede e del Concilio Provinciale del Veneto . . . " affinché " con la massima possibile sollecitudine si dia opera alla compilazione dei cataloghi e alle fotografie di tutte le opere d'arte, nelle singole chiese, per il Museo Diocesano. Le spese necessarie all'uopo sono obbligatoriamente a carico delle Fabbricerie " ; così decretava la curia vescovile. Pertanto veniva comunicato ai reverendi parroci di " Preparare tutti gli oggetti quali che possano essere - che meritino di essere elencati " . Lo scopo era evidentemente quello di inventariare il patrimonio artistico ecclesiastico al fine della sua valorizzazione e conservazione, è quasi impossibile recuperare un'opera sottratta ad una chiesa se non esiste una documentazione fotografica di quell'opera, così come è difficile accedere ai beni artistici da parte di appassionati e studiosi in mancanza di un archivio o di una banca dati disponibili. Solo a partire dagli anni '70 e ' 8 0 anche lo Stato italiano e l e Regioni hanno istituito Uffici di catalogazione e restauro. Poche diocesi diedero seguito alle disposizioni canoniche: era un lavoro enorme, richiedeva personale, competente e mezzi finanziari, oltre che tanto tempo. Tra queste vi fu la diocesi di Concordia, ma solo perché qui c'era una figura del calibro e della competenza di don Francesco Pascotto, il quale svolse in cinque anni il lavoro e se ne assunse anche il peso economico, infatti, nonostante il decreto del Vescovo in forza del quale avrebbero dovuto essere le singole parrocchie a sostenere la spesa, queste a quei tempi erano in maggioranza povere parrocchie di montagna o eli campagna, per cui solo in parte pervenne un contributo. Dall'archivio diocesano risulta una lettera scritta dal Vescovo ai Fabbriceri in cui si scrive "Il lavoro del Reverendo Pascotto, a giudizio di tutti, è riuscito perfetto quanto umanamente era possibile ottenere. Don Pascotto vi ha lavorato con il miglior senso d'arte, con zelo. Vi ha speso anche, e tanto. Ora è doveroso non Maniago, porta centrale e rosone 22 Gaio (Spilimbergo) Pilacorte Porta centrale Porcia Chiesa parrocchiale: dettaglio della cantoria, '400-'500 ricompensarlo del lavoro fatto - buono com'è ha fatto per il decoro della Diocesi, per la maggior gloria di Dio - ma risarcirlo almeno delle spese" . n Pascotto, i n obbedienza al vescovo, diede inizio al compito affidatogli, lo portò a termine senza rientrare delle spese sostenute, con delle attrezzature che si era costruito (acquistava solo gli obiettivi e i vetrini per i negativi), con l'aiuto di un giovane che in cambio imparò dal fotografo i rudimenti dell'arte fotografica e dell'ottica ed ebbe come liquidazione le apparecchiature usate. Questo giovane si chiamava Enea Carniello e, finito il lungo stage con don Francesco, aveva imparato tanto da aprire un rinomato negozio di ottico e fotografo in quel di Sacile. A bordo della Fiat 509 di colore blu, stipata di attrezzature: una gigantesca macchina fotografica, il treppiedi, le scatole con le lastre sensibili, i sali per sviluppare e fissare le lastre e le foto, le bacinelle per gli sviluppi, i fissaggi e i lavaggi dei negativi e delle stampe e le apparecchiature per stampare a contatto e per gli ingrandimenti, don Francesco e il suo assistente percorsero in lungo e in largo la diocesi per più di due anni, lavorando dal lunedì al sabato. Si era costruito anche l'impianto per l'illuminazione a luce naturale, convogliando la luce del sole nella camera oscura per mezzo di un tubo di legno, cosicché per poter stampare e fare gli ingrandimenti doveva lavorare solo nelle giornate di sole. Gli interni delle chiese erano ripresi di sera per evitare effetti di controluce con conseguente allungamento dei tempi di posa, che potevano arrivare a una o due ore. Finita la ripresa effettuava subito lo sviluppo e se il risultato non lo soddisfaceva ripeteva la posa. Quando il cattivo tempo non consentiva le riprese esterne era necessario ritornare successivamente nello stesso posto. A conclusione di questa fase del lavoro vennero selezionati ben 2500 negativi, di tre formati diversi, a seconda dell'ampiezza del soggetto: vi erano lastre di cm 1 8x24, di cm 13x18 e di cm 1 0x15. Furono stampate in triplice copia nei formati 24x30 o 30x40, le fotografie furono suddivise per parrocchia ed incollate in grossi album, realizzati dallo stesso Pascotto e utilizzando colla fatta in casa con la farina di frumento, e corredate ognuna di una didascalia appropriata, infine pressati con una pressa (naturalmente costruita dall'industrioso sacerdote). Questa parte del lavoro fu realizzata anche con l'aiuto dei giovani della parrocchia, tra cui i seminaristi Paolo, Lino, Osvaldo e Marco, che scrissero a macchina le note esplicative alle foto. n tutto si protrasse per tre anni, sicché nel 1 933 il Pascotto poteva completare il 24 Aviano Battistero del '500 poderoso lavoro e consegnare al vescovo e alle parrocchie le riproduzioni fotografiche delle migliaia di quadri, statue, pale, bassorilievi, paramenti, argenterie, affreschi e chiese della diocesi di Concordia. Le parrocchie furono invitate a ritirare gli album particolari presso dei recapiti prefissati e a versare la quota prevista, ma, nonostante le dilazioni accordate e i solleciti inviati dalla Commissione Diocesana d'Arte Sacra, non tutte le chiese ritirarono gli album e tra quelle che lo fecero non tutte poi pagarono. I negativi furono per lungo tempo conservati dal fratello di don Francesco, Giacomo, la cui famiglia poi li donò all'archivio diocesano, dove si trovano tuttora insieme agli album fotografici. Una preziosa testimonianza di questa esperienza la dobbiamo all'unico protagonista ancora in vita di quella straordinaria avventura: il giovane assistente di allora, Enea Carniello, aveva 16 anni quando intraprese questa collaborazione e la terminò quando ne aveva 21 ed era pronto per la chiamata alle armi: "Ho imparato tante cose che mi sono servite per la vita e ho sempre avuto la convinzione di aver contribuito con don Francesco ad un servizio prezioso per la cultura e per l'arte e la loro salvaguardia". È singolare che di tutte le chiese immortalate dal Pascotto, non vi fosse proprio la piccola chiesa di Loncon, non esiste una documentazione fotografica né degli esterni né degli interni della "sua" chiesa, l'unica foto scattata in quei tempi ritrae il gruppo dell'Azione Cattolica con lo stesso don Francesco. Successivamente, quando entrò a far parte dei Padri Sacramentini, usò assai raramente la macchina fotografica, tuttavia non tralasciò di esprimere il suo genio inventivo, allorché si trattava di realizzare qualche opera utile alla Congregazione. Per il Seminario dei Sacramentini di S. Benedetto del Tronto, dove rimase per alcuni anni, Padre Pascotto progettò e realizzò personalmente un grande orologio che scandiva con segnali acustici diversi i vari momenti della giornata della comunità, funzionante elettricamente e a batteria. "Un'opera molto ammirata e studiata" . Un'altra conferma della genialità e dell'intelligenza di questo personaggio straordinario. • 25 UN PREMIO IN MEMORIA DI PAOLO CONSTANTINI All'Università " Cà Foscari " di Venezia, un Premio per 'lr +39·41·522 8328 Paolo Costantini 'Venezia una Tesi di Laurea sulla a\11 1 /7/97 0 1 2: 1 6 ['; 1 /2 Fotografia Italiana. Anche quest'anno è stato assegnato il Premio per una tesi di Laurea in Fotografia, valuto e sovvenzionato dalla Signora Susannah Wilshire C aro !t aio, Torem, americana a Parigi, grande fotografa di moda son o ormai a f',� i lano d a p i ù d i u r1 a d e ci n a d i gi orni, e p rovo a ved e re se si p ll Ò fax, d ato che i l fi ato rico m i n c i a solo Lln p o'· alla volta a tornare . . . negli Anni Quaranta Cinquanta. Susannah ama Venezia e la co m Lt n i c ar e via D op o l' a p e rtu ra d e lla B i e n nale, e d op o che d siamo v i st i al wnvegno su S e lvati c o, h o avuto Fotografia, e da alcuni anni u. n p eggi orame nbJ d e lla situ az i o n e, p i u ttosto rap id o, d ovu.to a p rob l e m i d i resp i razi o n e . P are ha promosso un Premio per c h e la m alattia eserciti u. n a pressi one sul cuore, i m p ed e nd ogli d i esp a nd e rsi com e d ovllto. I l cuore eh e n e l fratte m p o, m iste ri d e l corpo u m an o, s i e ad attato a u. n a n u.ova sed e . S e l'azione una Tesi su questa disciplina all' Università di Venezia, dedicandolo al compianto d e i farm aci fLt nzi ona, il cLt ore si m L1.ove l i b e ram e nte, altr i m e nt i su b e ntrano 'l lleste d ifficolta d i ti p o " m e cc an i c o " . S i am o allora ven uti- a M i la n o, d ove h an n o d e ciso a l w n e mcx:l ifi c h e ai m i e i trattam e nti, e sop rattutto d i te n e rm i sotto controllo. Paolo Costantini, indimenticabile ed insostituibile studioso di rilievo internazianale. Quest'anno il Premio è stato assegnato alla dottoressa B eatrice Rossetto, che è anche In rPalta.mLp..ar.e...ar.a..d.Lstare wglia, rp1 esti ultimigiowi la ce.spJr.azi.one....e...aru movimenti com i n c i a n o a m igliorare; ho fatto d e lle a p p l i t:azioni d i rad i oterap i a, ch e conti n u. e ra p e r Lt rl p o', sab1o com p l i cazi o n i P e r i l m om e nto va b e n e e asp etti amo. L a cosa p are lu n:;a. rl osa t se m p re in su. p e r m ovi m e nt1J (tra Ve n ezia, f'll i lan o e ora gli esam i p e r l ' U n iversita a Tori n o) e su p e r affann n o. S i e sobb arcata tutta la p re p araz i o n e d e i p acchi p e r i concorsi, d.bitntaild 1). letter.alm e nte m atta pe r. le m i e e su. e f.ot1)copJe e /1).p.u..bblicazioni. etc.E collaboratrice di "Fotostorica ", per una tesi dal titolo: "Alois B eer, attività di un fotografo austriaco, nella seconda metà dell'800", relatore il pro(. /taio Zannier, correlatore il pro(. Nico Stringa; la tesi è stata valutata ----rt,eTaTrrP.nteo::..au:..ta; e po.rt10ppo;data la:..ituoziurre;-rrorrpu:...:..o e.:...:..eredi neS!-atramto. Spero d i ri p re nd e rm i in fretta e p rovare a p e nsare a q Lt alche giorno d i b e n ed etta vacanza ... (te r m i n e orm ai q u asi d e l tLttto p rivo d i signifi cat1) p e r n oi). l miei m e d ici se m b rano fid ll ci osi, e soggettivame nte le cose van n o rnigliorand o. App roffittero p e r leggere, ri p osare, e cercare d i ri p re nd e re un p o ' d i peso. l p acch i p e r i con corsi son o stati com u. n q u. e i nv i ati; q u. and o r i e ntrero a Venezia, oltre alla dalla Commissione con punti fanwsa cena c h e ab b i a m o i n sosp eso d a t e m p o, le c h i e d e ro q u. al ch e consigli o su. lle eventu. ali Lode. q u e ll o d i storia d e ll' arch itettu. ra i ntorn o a l q u ale p are d sia nwlta tension e, a Ve neLi a wm e una informazione importante fatto d op o, 1 1 O su 1 1 O e l'aggiunta della Nel dare questa notizia (ma è p erché si tratta della prima attribuzione in Italia di un Premio per una Tesi sulla Fotografia, che a Venezia è alla sua terza edizione), si "strategi e " d a add .ottare (come se nto d ire d a con c1xrenti d egli altri raggru p p a m e nti, s p e c i e a lt rove) ; a ch i m and are i titoli, chi contattare d i retta m e nte, ch e cosa aggiunge re d i q u e llo etc. N e i giorni d i B i e n n ale h o conosci u.to rapid a m e nte, grazie a S p ezzaferro, la f'.� essi n a e la B ord i n i . M i p are d i cap i r e ch e ci s i a t e m p o, anche se forse sara m egli o m e tte rsi i n contatto su.b ito, o com u n q u e d op o l ' e state? Sptro du:... ne.l.fratt.tmp.o.. a.bb.ia..a:o.w�it.te.ll .catalog:o diJ!.'..ar.gl:u:Ul..-.(at=tr=t.t ---- ----· R o b e rta L 1) m b ard o d e ll'Uffi ci o Stam p a? l) i n caso d a f'M: scola d i rettam e nte d all'Assessorato d i M e stre) . D a i com m e nti se ntiti, tra i giovan i i lavori d i C am p igotto e Zanta son o m olto coglie l'occasione per a p p rezzati, sop rattutto d a m olti stra n i e ri . Du.e o tre a m e ri ca n i, collezi onisti a n c h e i m p ,)rtanti, pubblicare ["'ultima", h an n o p e rsi n 1) gia acqu istati) fotografi e d i C am p ig1)tt•' viste in nwstra! struggente lettera di Paolo Costantini, inviata a ltalo Zannier 1'1 1 luglio 1 99 7. • 26 2 Lo sp azi o d e lla m ostra p u rtrop p o e p i u ttosto i nf e li ce e trop p a costretta (e cam b i ato rip etute volte fìtw a d LI. e gi orn i p ri m a p e r rid u rsì alla fi n e d rasti came nte r isp etto alle p rom e sse i n iz i al i ..•), ma s i a mo alle solite n e i wnfwnti d e lla fotografia risp etto al gigantism o (u.n p o' g rat ll. ito) d e l la m o...<;tra d i O p p e n h e i m, a l q t�. a l e (e a C e lant) il C a m u ne n on h a n egato rm lla, anzi. P e r non p a r la re p oi d e i p mb le m i d ì c om tt n ì ca.z ì on e e q u e lli d e i t ras p orti (vap oretti, segn aletka), a d e gli ìsterismì d e ll ' u. lt i rn o rnorm nto d e ì fotografi itali ani (alcuni, i n re alta alq u anto d e lu d e nti) ... [1,\ i p i ac e re b b e s ap e re l a su a op i n i on e . l p are ri, a p artire d a q u e lli d i ft,\ a_:,s i m o [ a cci ari, SLI. q u esto d ' accord o con f�\ ossetto, se m b rano com u n q u e m olto p osit i vi , an che a q Ll anto mi d i ce M .e scola. V ed �e m O-se il p.wgetto-d dl'A�·�hi•�o- j)')t�a. a11d.ar.e aJtantir ch-e sar.e bb.e la Gl)Sa p.ili, i m p ortan te , al d ì la d e lle m ostre fatte all ' u lt i m a) m om e nto . Ho ri cew.to u n m e.:.saggi o d a .St e p h e n S h ore, Ga)ntentì.:.sì m o d ì ven ire a lavorare an CI)ra in Italia n e l worksh op sp i l i rn b e rgh ese con G u ìd a) d ì fi n e m ese. S p e ro p roprio d i p ot erl a) i n contrare. A S p i li m b e rgo si p otre b b e w svi lt�. p p are b e n e q t1. estì p r oge tti e far arrivare au.torì d i q u esto ti p o: ch e p rosp e ttive ci son o'? Le p ot e nzi alita son o s e m p re i m rrwtate, e sono m olte, a n c h e p e r ch� mi p are non accad a n u lla i t1 giro. I m p ortante, p roprio p e r q u esto, sare b b e p rovare a d are Ll. n a forma p i ù d efinita al C r af, ai rapp orti con l'U niversitiì., e a i vari p rog e tti a cui p otre b b e fare rife r i m e nto, con conti rw.itiì., a n ch e a livello e tt rope a. In Italia contirlll.a a mancare Ltn v e ra p u nto d i rife ri m e nto; S p i li m b e rgo, carne d ' alt rond e p e nsi am o d a te m p o, sa re b b e p e rfetto. E' u n p e ccato che p a.:.sino gli a n n i . . . N e l caso, p u o m and arm i fax a Venezi a, che in q u a lc h e m od o mi ve ngono r e c ap i t ati q u i a P.\ilano. Alm e n o fin che n on ri p re nd o fiato p e r q u alch e chì acche rata. Un caro saluto a L au r a t: a p resto. 27 UN INEDITO PER " FOTOSTORICA " Autore non indicato Sul tetto di una casa, si fotografa il padre di Maurice Bucquet padre del futuro presidente del Photo-Ciub de Paris Parigi, 1860 ca. (Coli. Olatiz, Parigi) 28 29 0LATIZ AL METROPOLITAN DI NEW Y ORK ITALO ZANNIER Alfred Stieglitz soffrì assai per la delusione, quando la nuova direzione del Metropolitan Museum of Art di New York, rifiutò di accogliere e di esporre, com'era stato promesso, però solo verbalmente, le fotografie della sua collezione, che comprendeva i capolavori del " Photo Secession " ( " La N uova Scuola Americana " ) , rientrati in America, dopo l ' Esposizione di Torino del 1902 . L a Collezione di Stieglitz aveva ricevuto a Torino ben cinque diplomi d ' onore, due medaglie d ' oro, quattro d ' argento , otto segnalazioni; un grande successo, ma nel frattempo il generale D i Cesnola, direttore d e l Metropolitan scomparve e il successore non accettò subito l ' acquisizione, che avvenne però nel 19 1 1, con 4 18 stampe datate 1894 - 19 1 1 (cfr P. C ostantini, L' Esposizione Internazionale di fotografia artistica, in AA. VV. , Torino 1902 . Le Arti D ecorative Internazionali dei Nuovo Secolo, Fabbri, Milano 1994) . Questo patrimonio è tuttora il fiore all ' occhiello dell'Archivio fotografico del Metropolitan che comprende inoltre , tra i molti incunaboli, l ' Al b um di disegni fotogenici " The Bertoloni Album" ( 18391840), un insieme di fotografie inviate da Talbot in altra copia, anche a Giambattista Amici di Modena, e tuttora conservate alla Biblioteca Estense di Modena, già oggetto di uno studio di Italo Zannier e di un catalogo edito da Lanfranco Colombo. Louis Olatiz è stato accolto con gentilezza, e assistito durante la permanenza, dalla curatrice Nora Kennedy e da Mia Fineman, Research Associate del Department o f Photographs, giunto a New Yor k per esaminare gli originali fotografici conservati al Museo, specialmente quelli di autore o di soggetto italiano . Le s orprese sono state molte; innanzitutto la serie d i venticinque carte salate da calotipo, d e l fotografo Luigi Pesce, eseguite in Persia e in particolare a Teheran tra il 1 8 5 8 e il l 8 5 9 . Immagini di grande bellezza, n o n soltanto iconografica e documentaria, che sollecitano l'avvio di uno studio approfondito su questo autore, invece poco conosciuto in Italia. Lo storico francese, in visita all'Archivio anche su indicazione di " Fotostorica " , ha inoltre esaminato il singolare Album, "Vedute di Pola. Con Oggetti dell'I.R. Marina " di Luigi Mioni, fotografo (e farmacista) di origine friulana, eseguito nel 1 8 8 0 ca. Il padovano Giacomo Caneva, è presente con quattro stampe salate, di grande freschezza, tutte di soggetto romano, che si trovano collocate accanto ad una serie di altre ca lotipie eseguite a Roma, però di autore sconosciuto, che meritereb bero a loro volta uno studio e una ricerca; si tratta forse di Calvert-Jones, o di altro fotografo-archeologo inglese, ma è un'illazione. Antonio Beato viene elencato anche in questa collezione, tra gli " italiani " , ma in effetti ( come i fratelli Felix e Maria Matilde) proveniva probabilmente da Corfu o da qualche altra isola con sopravvivenze "venezian e " . Altri italiani presenti, tra i fotografi dei X I X secolo: Guigoni & Bossi, Alinari, Duroni & Murer, Floriani, lnterguglielmi, Paolo Lombardi, Giovanni Morotti ( 1 8 6 0 ) , Giulio Rossi, Carlo Ponti, Carlo Naya. Vanno aggiunti gli autori stranieri in Italia, da Bernoud a Frith, da Braun a Mayer & Person, ecc ., ma spesso si tratta di raccolte spurie. Eccezionale una " piccola " fotografia origina le del Conte Primoli, " Ca mpagna romana " , del 1 8 8 9 . O latiz, prima di lasciare l e accoglienti e attrezzate stanze dell'Archivio del Metropolitan, h a chiesto di vedere una fotodinamica conservata nel settore contemporaneo, " Cambio di posizione" del 1 9 1 1 ; una rarissima stampa a ll 'albumina, di formato 2 0x25 cm 30 FURTHER R E A D I N G CONSERVATION Ba!dwin, Gordon, l.ookmg al Photograpbs: A Guide to Tcdmic:a! Tenns. Malibu: j. Paul Geuy Museum, 1991. Ccawfotd, William. Tlu KupUJ o{ Lrght: A History and P H O T O G R A P H Y: RESOURCES Amcric:tO lnstirute for Conservatinn of Hisroric and Ani�u: professionals providing publicarions and a referro! service. Dobbs Ferry, N.Y.: Morgan :and Morgan, 1979. \Vorking Guide to Early Photographic ProceueJ. AJC, 11li K Srreet NW, Suire 200, Washingwn, D.C. 20006 Tcl. 1202) 451-9545; fax: (101) 452·9328; info@ajç.fajçorr· � Hendriks, K!aus B., et al. Fundanumtnls o{ Pbotograph lmage Perm11nence instirute { 11.'1}. World's largesr independent, Consenmtion: A Study C11ide. Ott:\wa: Lugus Publicadons and che Nnrional Archh•ts of Canada, 1991. Museums and Galleries Commiss10n. Stamlard.s in tlu Muse•1m Ca'" o( Photogr11phic:. Colfl'c:.tions. London. 1996. PROCESSES Wnrks (AIC). Narional membenhip organizarion of conservarion P R E S E RVAT I O N C O N S E RV AT I O N nonprofit resenro.:h labor:nory dc:voted ro photograph prt'Sen'Dtion. lP!, Rochesrer lnsrirure of Technology, 70 Lomb M emoria l Drive, Rochesrcr, NY 14623·5604 Tel. !716) 475·5199; fxc 1716) 475-nJo; �;� Mum�rdo, Peter, and Nora Kennedy. f'hotograph PttSl'n:oton: i Bnsic Mcthods o{Sa(cgua1ding Your Collectimu. Technica! Leaiter Scries 9. Mid·Adantic Regional Archives Conference,. 1994. Nndeau, Luis. Eneyclopedia o( Printing, Photographic:., and Pboromechanical ProceueJ. 2 vols. New Brunswick, Canadn: Acelier luis Nndeau, 1997. Reilly. james M. 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I.C'<'onJ lA. .\.n...... Rinemhaler, Mary Lynn, et al. Archives attd ManliSCTipt.s: twd. FrY: �rQlk,.. AdministTation o{ Photographit: CoJlections. L•h,, l'f'I"'IIW"'lU.Hi Basic Mnnual St:rits. Chiago: Sodtry of American Art:hivists, 1984. Wilhdm, Htnry, with Cuoi Srower. Tlte Pumammu and Care o{ Color Pho:ographs: Traditio�ra/ ond Digitai Color Print.s, Color Ncgatives, Slides. a11d Motio11 Piaurcs, Grinnell, lowa: Preser�'ation Publishing Comp:my, 1993. The Mc:tropoliran Mus.:um rhanks The Andrc:w W. Mdlon Foundarion and the Sherman Fairchild foundarion, lnc, for their generous suppon of phorograph conscrvation at:tivities. Wolb� """' �IDI-1�82\ G,.,...,po>(l!m.,.. OII�.:< •il>ot P<"" fr<>ttl t'btjpo�.,, n..q_;, !1U ....... -�le:n�Wlc.-� t.\mcr ltolvrr t:. lo.o•>l<utlO.u- !8�l \l"'-�nw .\. Hr-•tt \brn< f'un;fl.,.,. f<lftli. \Uno<>< olrl>t1J:'"" H""'"'- H.,.• o/ """ � t!:IU.i1116..l! f.....,. IA�ncnc-..,. 1'103·1'-st. C.....t llon4 il"'*",l.$�.1>-U•;pi.n-><t .-Iw� IT" .Jion u,......,., ..,.,...on,.w., t-I>U>u, I'.IH filn,n'lt'UW. il'�!l<CI' EnMNd!""'• 1"-1 .d•·cr ,vtM m.t.tl • l'o. MCOI <> � �!. ..,. ,... •... Uboto.nlt'"'b l'•nl ÙIJ(t'� Jr. · �PlellUII. IS'It-1'1'')' n... C:..I fH nrud:m. "-l. J9l9 C.or1"" 1""'!- Fll<dMO(I)f� Lu!l<ct>on. t..uurl>ortl \l"""' '""'l'·""'.u>J JulmC. W...J.ld� J,�-,191!:'-IIOO.l'J \m� w�•llwnllcnn �"' T�!lwjflttlu.h. l�·t•· _.,od �><<>lu.o llntl>l;'lfWI Ou!do, iflll-1��81 Ul�h 'i..ohcJ I"J'<"F'"U"I,_,I"•I"'r ""'t'"'o. r ..m...n r.,.... c,...,J»>I. � Jh.�bU/Jw-. The Mu�um·s rollectlon of photographs :md rhe holdings of rhe joyçe F. Menschd Pilmogmphy Library are avai/ab/e ro studems, researt:hers, :tnd scholan in thc Study Room for Phmogrnphs. Cali {212) 650·2113 to schedule an .:tppointmem. Youcan also visit us online a t WWWm« mus r u mo rp, This brochure is rTUde possible rhrough rhe generou.s support of the Henry NW Found;uion, lne. The Merropo!itan Museum of An 1000 Fifth Avcnue Ncw York, NY 10028 T H E M E T R O P O L I TA N M U S E U M O F A R T ca., proveniente da un collezionista americano; in Italia è p articamente impossibile avere una simile occasione. Olatiz ha suggerito alla Conservatrice d i aggiungere a l nome Anton Giulio, anche quello del fratello Arturo, con il quale vennero realizzate le storiche fotodinamiche ( anzi, il " fotografo " fu proprio Arturo, mentre Anton Giulio, come si sa, fu l' ideologo; m a è dall'insieme che nacque il fotodi n amismo ) . I l Metropolitan conta naturàlmente anche s u un l aboratorio di restauro, del quale si occupa i n particalare Nora Kennedy; p u b blichiamo i n formato ridotto, il pieghevole di presentazione. • 31 I•HCYJ OG!(.\I'H CO:'\'II·.R\ATIO:'\ .'\1 T li E \!f-TROPOI n Ai' .\·I L � E t .\t Of -\R l I'RJNCli'Al I'HOTO G R A P H I C I'ROCESSES, A R R A N G E O Thc mos1 common trnrmmts: for photot�raphs are ph)'SICal- mrndrns a tear, rtluar.g .1 crc::uc, or surfacc dcarung. Omn.ical paper sensitud i witb 5ilvu ula, sun!ight n i dil'C'CI conract wi1h a papcr or{lcss frcqucntly) glass neptive and fixcd. Cbar.Kteriud by a vd••ery matte surfacc; variations in chemistf)' yicldcd prinrsof varying huts. Uscd in Europc through thr mid·lSSOs;: LlScd ]eu frequcncly in America. ll'eabTICfllli IO fn'i� fadcd or staiJml lfni8CS are ccncra!J} l'·oidcd, sincc 1be)· are cxpenmenlll, unprtdictablt, aod irrcl-nlolbh:. Wnnm, phorop-aphK, ancl analytK...al ducumcmatiUII �re ahurs an csscnnal part of rhe trcatmmt: pnxcu, and profasional conscrvaton follo"' rhc Code o{ EJhia tmd CmJdmcs {or Prilctiu csrablnhcd lr.· thc Amuican lmrrtutc !or Coruervation. primcd m A compLete tccllnrcal uA<k-rsta.ndu'tl of pholosraphic procc:ssa, from tbc eariy dague� to the CO!'Itftnpota.ry lnk·jft pnnr, rhc- hlROI)" or 1tSlbfi:tia of ia rime u wdl u Wltbm ao individuai amst's arccr. Photosraphs, whlch hav�r for 160 ytaD so maJia!ly r«<«<� our worK!, are dcltate obt«H, aub)CCt tO handh"' dlm.�gc, efll"ltOn mcnral dcgradaoon, and fla•-s- in thcir own chetnmr)'. Anyonc 'A-bo hu pullcd 1 famaly pboto album or box of �pshoa ftom a dusty anic or a damp bascmcnt is likt:l)· co ha� found ladcd IJJlaJn, washcd-out color prinu, 01" pcures fraycd, I:!Mt, :scntchcd, rom, suincd from ape 01" J,luc, or C'\"Ctl milckwcd. Bcausc fine an phorop'l.phs are abo Sl.lb,ea tO thew ills, Tbc Muropolitan Museum of An ha.s esublishecl a S'l:ate-of·thC·lln faciiry l cfcv.otN ro rbc cxamin.aoon, an.Jiysn, prncrvanon, and trc::uJMnl of irs phc:xosraphic collcmon, onc of thc finnt in thc world. Tbc nn>.· cigh1 thousand-squarc·foor Shcrman Fa.ircl\i ld Ctnttt fot '\l'orks on Proper and Phe�:�pb Conscrvarion includes a darkroom, cbnn.IStt� laboratof)", phomsraphic documcmarion and infran=d-camen room, miaoscopy b.bontory, I'ICUum tabln, ueatmcnt Jinlu, and tcchnical nsa i -umenauon for dlarcd usc by papcr and phoroçaph comtn'ators u wd\ as a libraf1·, semiru�r room, and rnafrinl and framil'l& snMbo. Hcrc, phorosraph consernton care for rhc MUlCUm's phorograpiUc hokbnp, specific prous.ses. ...,..,_ . ......, ,_.. Dagut:rrtOl}� Ont-of..a-kind pbotognph on 1 highty polishe<.l, silvtr-p.latcd shcct o! coppa; dcvclopcd ovcr mcrcury fumes. Ch:atll.."'ltri:tm by a mirrorlikc surfacc and anoni1hing deuiL Thc first pho10grap!Uc proc:ess Ul'c:aled 10 the public, n i 1839; enjo)·cd widespread populariry in Europe, cspedally France, n i thc 18105 and n i Amaiot through 1M 18SOs. Papcr nqpative.. The carliesr rype: of neptil·t, made: of fiiX writ.ing papcr scnsitiud \\.;th sih-er mlrs, cxposed in a camera, developcd, and fixcd; often waxcd or rreatcd fllf" addcd transparmcy. P111per ncg.1ri•·cs gcncrally impan a sfiJhdy fibrous tcxru� 10 d1e prim and a:a�tt comraru of light and duk.. lnvoncd by Hcnry Talbot rn 18-40 and modrfied by many phocographcrs. Popular in Brimin inrbt- I8405aoclin Europc fromthc late 18o40s rhrough thr mid·I850s; r.ucly used in Anlt.Tia. iAiso ca.lkd ;.-CII.Iotypc negative" ar •TaJixx}-pc negativc.�) undcnakc racarch, duscmmatc informarion, m-in fururc Charactcrizcd by a modcrately 1hiny surface and fìnc dctaii. Comrnercially prtpucd a!bumtn papcr was .naibblc bcginning in the mid-l850s and mnaincd popu!:u- rhrough thr 1890!. Thc most common photographic printing pwc;cs$afthc nincu-e:uh cemury. Gl;ass nt&ative (dry plate:). Ctlmmtreblly pttpa� sias.s plare: coated witb a selarin bioder and scnsiriud wirb sih·n- sahs. Far mot"e convcnicnt than thc .,..'Cf platc, which it rapidlr rcplat"Cd n i tht 18801. Panchrom:nìc dry pl1tcs, sensiti,·c 10 ali colors of thc specrrum, n i troduccd in 1906. CommonJy ulcd inro tbc 1.9201; availabk today but uscd only for spttialiud applications. Pl:uinum ptint. Pb()tograph on p;�pcr scnsitizcd with a solurion of iron 1nd pbrinum sal[J; processcd to yield a plarinum ìmage. Usulll)' printcd in dircct comact wirh a nq;ativc. Charaaerizcd by pcrmancncy, widc IOUil tangc wi1h subtk gradarlons, and marre surface. ln\·cntcd in 1873; gaincd popubriry n i thc late J880s. Searciry ofplatinum during World War l led 10 the subsnrunon of tih·ct'·platinum and p.1lladium papers. Undcrgoing rtYÌval sincc thc 1970s among anists usingcommercial and hènd-coatcd plarinum papcrs. conservauxs, and aclvana: thc fidd of photopaph con�ervation. Spcdalisrs in corucrvanon, Kimtc, an hist�; 1nd re!at«i Photognt}lb 011 papcr roatrd with cgg whitc and 5eOiiri%cd with Silvcrsalts; mon oftcn U5Cd to print glass ncgativcs. Albumn1 lilu:r pl'iut. cnabln lhe conKn-ator to comiòcr a pbotosraph's plao: widun l'M Sbenn.lnl Fai.rduld Cencn- mcludcs a dukrvom equippnl ro rt-cJU�tc tbc full ranp: of hlllOI'K proccsacs, en.1blins consenrators and studcna 10 p.in a dn.ùcd tedJM:al undrr· standltll of oldtr worlu in rbc collco cri n. Expt-rimcntal sampk:s proOuced ben an: a.iso uscd in analyrica l studiC5 and tn accdcntttd asini tcm to lni"Htiptc me makcup and lona·rcrm snbiliry of C H R O N O L O G I C A L LY So.lt� p:.pn- print. Phowgraph on ftelds collaborare 10 achle\'C: a fullcr undcnundina of thc compluit) and bcaury of the: works of an in rhrir cart. and to prescn•c thcm for fu�rt �nrions. Pbotosnph conseTVJton not on!y rrcat da� �od dercnOfllrrd worb but aho cxanunc:, doc:umcm, ancl analyu rMm, m:ommcnd propcr stonae and bouJin& and momwr cm'UOJUIICflta! condirions, such u ll&hr, tcmpcrarurc, rtlarivc humidit); and arr qu.1lrry, rhar .1ffcct thc hcalrb of thc co.Uc«ion. The scmtnar room for clasxs, mcctinp, and worlubops. housn a library of techn�e�l ùnm.turc on photography and c:onscrvation nudr collcct•on of pborograpbic samples. The Cc:nrcr mamt.1ins an onaoms pf'Oil'lll'l o! intcmslups, ft.llowships, •nd special prGJ«tS for srudcna and nCMCC conscrvaron from .11'0\lD<I !be warld. Thr Ccnter •Iso hosu confuencn, worksbopi, ancl � t ining SCUIO!l$ in which professiona.ls in �latcd fidds can uchangc infonnation, praent resrarch, and funbt.r the under .mrnding of rhe manr issua invoh-cd tn prcKfVIUon. and 1 Glass negative jwrt piluc:}. Glass pla1e: coa1cd wirh a layt.r of colloclion (cellulose niu:.rr dissolvrd in r�her) and scns.itized in .1 sulution of silvcr salrs. Record� far grcater dctail than papcr 10 roat tbc pla1c nq;.anvcs but rcquircd thc photographcr imn.ediatdy bclort usc and 10 dewlop tbc cxposcd be:forc tbc collodion dried. negati\•e Publishcd in 1851; gaincd populariry throug.hout che 18SOs, almosr cnrirely rt.placi.ng rhe papcr ncgarh-c by 1860. Renuincd in usc unti! about 1880, wbcn ..dry platcs" wcre inmxluccd. {Also c.11led "wet collodion" process.} 32 Photogravure. Photogr•phic m i age. printed n i ink from an ctdtcd c:oppcr pbu:. Ch��n�ctcrized by rich inky blaclu; tht "whites• are thc bòlrt papcr. Onc of thc fines1 means for reproducing 1 photo �ph in largc numbers. Popular witb artisa: 11 1hc turn of thc rwmueth ccnrury. 8 HtC CI:IDFr l � E S FOR l HE PRESE.I\V\TIO� or PHOTOGR \P H :t OTHER TER.\.1� Gum dìdlroJUAII.. print. Pb� on papa ('O.ltrd \1.1th a kmltlttd pm IO!uo.on conmnill8 pgottm; prin� in wnhglu tn dtr«1 C'OnfKI .,;,h a negati� aftd �-cloped 1n "':aftE. a..� br bro<d """" hq;h ""'""" onJ �.>« or dml\ gutn prin11 ofrcn mm�l* paìnri� pam:ls, or c:ha�l draWU�p. Popular am011; PKtonaltM pboc:ographm ci tht 18901 and 1� rwrdy used tocb)'. (Abo called "aum btchromalt' print.") Carbotr lr.ltl�!tt pnnt. Phorograph made b!' cont.xt prinull! 1 arbon UUut {�OICIIsfll1:rd, ripnn�ttd �bdn 011 thm �pc:r)., tu.Mf�rring a to �pe.r. :.nd del·dopinfl; itin Y,'Jitr. Oarac:ttnud by urrr� pMI'I:I� fint. pin. "'nd oonrinoous tonr. Carbon COtn�IJf avatbhtt \!tgumlllJ fn 186-4, V!Uh fiftttn a»ort a,'Jtbbk by 1893, moid)' shadt5ol rtddldl lJroy,-n, esr,plant. and bladt; usa:! ,.iJdr foc- an rt'pi'OdlX'tiOn and tnmct. Wt� com�mal applk:uions.. l thn n.:�am�. S.mU..r ro tht glam: ocgativt:, caprurra; an imap .,,ft, li!,hr«nsfnn 51h""tt s:tks m a gdatift bukkt. Uscs a plaiUC 5Uf'PO" dat, unlikr gian, i:l lrght'ft<t:ight, nonbmkabk. fbibk, and can lx rotkd, so that many � tu lx nudt an onc �tn&th o( film. FkliJ'bk no:ptM- suppom .,'t.rt 11111oduad by Eal(man Kodak ComiWlr m tbc bit' l S80L 1M earir tuppOn, cdlulòst nìmtt, w;u �illty rqtla«d by nnttiCS of cdlulow amatt and pol)-ntu btpnntng m tbc 19J0s. l( DOC sttft'd propnty, nitn1c:s and cdlulose acttates ha"' mbtttnt S!:Jbihrr problt:ms.. Carbro pnnt. E.x-ctpnonaUy pam&ntnl fu�J.,cok,r phOUJSr.lphK' ìm� JNtfk. by IJ'IIMfttring rrAow, cyan, ami �u. bym of al r«:lih1n&. �. \Md primarily fot portratlurt ptpnrnt to a fin and n i 11d,--mism& frttm d\r 1.92:0s ro thr J.9SOs. Printed-out pOnt. PhOfotrapl'l.c: pont (.,.hether ultcd pa� albumC'!l stlves. gebrin llhW, or othcrl thar darkens snchalfr duringlong eJ�"posure w hshr t� a ntgarivc; rh� itlver f:lhs �;ç- pruu. Tht most comm<J��t rrJIC' ol tolor pholosnph, print«< from :1 d\romQcnric oo&or nrpti\'C COMIItS oC dyes: withln gdatin laym on a pbsuc-cNkd paptr bue:. Sub;cct to fading and color-dnfn: ut dm � ami on rxhibruon. lk1� an tht 1.9<l05 IJ an ou�·rh of chromosmit color ll'Jnspllm'ICJts IKodilchrome, m,·mttd in l,li), Ukd by amartt�n and amst5 alike. IAbo callcd "C-pnm· or rtknul m by \'òlrious bn.nd mtmcLl O,'C tr:a.nsl« pnnt. Cokw pboto(tnpb m:�dc b)' tn.nsftrring t0 papc:r �·. cy2n, and �ta d)U from color scpar2tions ol an imagc. Procns pamft� prcài;c ('()flnol oftrtU;SC coJ.x I.Jx.d for finrartot-adl�prirus from dw: l:11e 1940s to rhc eart)· 1990s.. photograph. The compkx proctu., fint dcscribed b,• Edwin land in 1947, has b«n popuLn amoug amarturs and anUts .�ince tht utl1' l.960s. {Aiso allcd ..in5t3nt color print'" or rckrml to br thf Product n:�mcs "Pobo:Qb"' or �-70."l \ifwr d}'\" bkadJ pnnt. Dy�imagc m Jjebrin on a pbsnc or plastK'-coattd paptr OOst, m:aU'd from a po�th"t trll'llp3mK'}' n1bcr tban a MJ:Iti'"C. Unti! ttttndr, .1vailabk onl� wi1h a ht&hly ;b.sy J\llhcr. ��� su.bk tlun chromogmK prinu. ln1roducal in I.Ki. (Abo rdtmd rn h)· thc old brand n:�.me �ab.chromc."l lnl..--tn pnnt. Photograpb produooi b)· a compultr pnmer rrom a dignal fik using w':ltu-b:l� dro or ptgmn�tJ on paprr or 01:bc .surron. IAbo rdtrmi ro by tht bnnd namo: •tns pnn1� w "'Gidk-print.'"') 33 E.xhibit: ot srore phorogr.1phs m l00 pm:t:nt � v.·md<lw m;n: or fol&n or in polreHcr or pol,-trh:.'kl� pbsuc .il�''t'i. A''Oid U5Ùl8 any udhHì•� (qpe, robhcr ttmenl, "'itìrc- clut) in dir«t c:onrxt sunlighr. Gencrally w.um '" color unltJs mncd. hold 1 phol:ugnapb m plxc on an �Jbvm page or "1rhtn a m.at• �of;uerials listro as h.a\ÌIII possed rht �:�phic A.:tivìry Test (l'Al) art r«<mmended. some C3rly·l\\o'mnfih�tury ..... -- Srtm phomsr.Jpftl m il cool, dry, <..k.ah, and mblc: ennronmem w� thtrc :ll't' no dr-amane thtfrs .n temptnrure or hum.JÌ:)'. n.e aro. shotdd tu.l'C sood air filtr.mon -and bt � ftum aouras ol duR, dirr. and aìr poltur&ms (5ulfus- horn car exh:msr, otonc iron1 ��PICS tTom pillnB. :Idhesuu. :11....! � tion �ttriJkl A1'0id h:angin& pboo�_r:�ph$ O\"er �nng vena or firtpl:�cts. 116r '1\'lndo"-.. •nd in odw:r unsubk '""'ironm.mTS. mmdormcd mro rnmUic sd\'Cf' p:utides by the acrion of lilbr 3lon� wirhout chtmka! dr1'clopcrs. .\lost nmct«nth<mrury and ;1rc l:h-r di V\!(Hl tr.\1\.(ft.r prnn (l'obf'Oid). Stlf-dc-\'C'Ioptnlcolor Cd.un "'�tr prmt. Pho«JSnph on pa� or pl:Htlciztd plptr C'Olted wìrh an nnubtOn o( ùgbt-snuilh-c tlhrr salii � ift gclarin, printed out ar �klptd oot., a.nd fix-td. Came uno �ral usc in tbt 1880$; the �� ,·aritty rnnam� the �nodard bbc:k-4nd-whltt phorogr.lpluc procm. Conua prou. Pnm malk by plaafC �pluo: p.aptr n i dirtetcont:la Wlrh tbt nrpun; in a JIW frame and t.XJ)C)SÙII it to ligbr \\-i:hout thr aid of an mbrger; nq;oui1.-e :�nd prin1 al\" dnu rhe samc titt.. Ncarlr ali phorocr:�phs INide: pn� m � UIS<k "-"tte contw: prìnted. �r.aphs weff "pnnrN out"' in �� pruu. l'hotograph�e pnnr nude br brief �� lighr rhrough. a nq;am't co <."fe:U : a larcnt: 'INF tbat 11 rhcn tn1nsiomwl mn> mct,J,tlit- iihw and nuJc ,·5jble br dlcrnal dt:\-d· OptTrlll. B.ricfl)' \l5N in tbc 11501 for .:omn�i:JJ phOUlSf'&pftit pubù5bing; trinaodua:d in tht ia�tt runetttnfh ce:nrury -.1 dominam in tht 0\'Cnticth. Qncrally axll or nNtUI IA roiof unks rootd. Ali btadr:,:md·whirc rq:u:n-a 3rt.llmibrly dcvdopcd. ro Tònin.g. Ckmic::l! au.tmeN of .a pboc01rapbìc pnnt dun"' fì!clng. Geattalty u� m alcrr d� color o! tbc prirtt for aestheric reasons or tO ÙJa\"ut thc ptonanence o( me UMSC or aftcr lndude$ gole! or pbrinum � o( prin«d-ouc lt1QP and sulfur Ol scleruum ronin3 of dn�.(MU imaga.. \inu,c- pnn1. Pnm nudt dosi: 10 tbc Ome of he t ncpti\\; �·hdl most oftcn I'Cpit:Stl'ttf rhc amR's origiful 1Mcntion.. � is no hllrd·anJ·f:.st rult rcprdìn& how soon afrrr me qative a prinr must be ma� in ordtr 10 be COttircd ide 'rinttge; " ha1 ìs more impotr.�nt is th�r :hc msterial� rcchniqut, and ideou rcm1ìn coosìsm1t \vUh tbc :�mnS odsìnsl concqxion. wlth tht phO«"'gr<tph. Good quality pbot�n; m:ay bt uied to .\Jl t)'J'tl of licbt .ltt danuc;ina m pl\otnar.aphs. no nmrer 'l'lbar pnguòons art r:�kcn, 2nd light danu:ge- to Otpftlc ma�tt�als is i�. !1.a-e!wt. tf�mrd ptw,tovo�phs w.,u � huns ;... :�R'n oi knrr lìcht: and awar rfom dtl"«t swUigbt. Ue a:lm or �Ire \\idi a bufk..w ulm:•ioid fìhtor far :addtd p«Mrction.. Whm poui�. rotate ptcruro; oo Tlt'W m reduc..� the � ol cxpostm" to lt&hr. Co«x pbou:tsuphl are R�actpnbk to f#dinc m both rhe ha:ht and dte dari.:. Mafly 1rwin.atiofK use c:old-stOnlf: TJUia ro prcsm.� totor phomcr:tpM. T3ke pxxl are o( �dvcs u �'tll u f'O'Ìt"'f!l: ,( 'A>dl maintamed, nq;:ui•u an be � to 1nake n.:w prims. Do noc: uy ro ck01n or repair a photQCr;tph on }'OIIt O'o\'1\; k'ek thc ad�U o( a proi.eWonal COOkn'atoc- (�t'C "Con.o;avariorJ Rcsoul'l.--a" bdowJ. PICCOLO GIALLO NEL MIO ARCHIVIO ALFREDO CAMISA Tra i più significativi fo tografi del dopoguerra - in particolare, con Mario Giacomelli e Piergiorgio Branzi, tutti membri del "Gruppo MISA ", voluto da Giuseppe Cavalli come giovanile "prolungamento " del Gruppo "La Bussola " -, A lfredo Camisa (Bologna, 1 92 7) è oltretutto, tra gli intellettuali che in quegli anni si sono o ccupati di Fotografia (ricordo tra tutti l'indimenticabile A n tonio A rcari), uno tra i più lucidi e impegnati nello studio delle problematiche culturali della "nuova immagine ", con saggi tuttora validi filologicamente e ideologicamente. È sufficiente ricordare la articolata prefazione all'annuario della rivista "Fotografia " di Ezio Croci, del 1 958, dove Camisa ha illustrato le varie tendenze della fotografia italiana, dal neoreaiismo al pittorialismo residuo, dal fotogiornalismo all'amatorismo, anche nel confronto internazionale, cercando di sistematizzare il coacervo di ricerche e di entusiasmi di quella ammiratori e tanto meno seguaci. Rimasi praticamente senza copie. Ma della cosa non mi resi como, perché accadeva nel periodo del mio "grande silenzio" fotografico, durato circa 40 anni. Alcuni mesi fa decisi di fare qualche ristampa. Sono quindi partito a colpo sicuro alla ricerca del negativo (ricordavo bene luogo, anno e mese dello scatto). E, invece, la ricerca è stata stranamente infruttuosa. A questo punto non mi restava che affontare il problema in forma razionale, ricostruendo cioé la cronistoria delle mie riprese di allora. Ma 40 anni di intervallo non sono proprio uno scherzo, e, a volte, ci vorrebbe il miracolo per dare una mano . . . stagione fotografica. Recentemente A lfredo Camisa, che aveva smesso di o ccuparsi di fotografia STRANEZZA W l nel 1 96 1 , sta rivivendo il suo archivio che in effetti rappresenta un ampio arco della sua vita, della sua passione, del suo impegno d'artista. Presentiamo in queste pagine un suo breve racconto collegato a una delle sue più famose fotografie, "La Falce ", sintesi di una lunga sequenza, che dimostra la sua attenzione semiologica, l'intensità della ricerca, il desiderio della perfezione. I.Z. ( D a miei appunti abbozzati negli anm '60 e ritrovati in questi giorni) . Una delle mie foto più note, pubblicate e premiate ( ':· ) negli anni '50 è certamente " La Falce" (Titolo originario: " La Vecchia " ) . Ricordo che ne stampai pochissime copie; la maggior parte sono rimaste nelle mani di redazioni di Riviste, organizzatori di Mostre, editori, ecc. Era una foto molto " coraggiosa " per quegli anni, ancora intrisi dai dogmi cavalliani de "La Bussola " : usciva completamente dagli schemi tradizionali, ispirandosi semmai allo stile " subjektive " che in Italia, con la eccezione di Monti e di Donzelli, non aveva ancora Del soggetto furono eseguiti in totale 26 scatti, differenti per piccole o piccolissime varianti (presenza di gabbietta, o bilancia, o di imbuto, falce rivolta verso destra o verso sinistra, ecc . ) . Le foto, pur essendo la donna incredibilmente abbigliata in modo del tutto IDENTICO, sono state certissimamente scattate a distanza di un anno fra un gruppo ( 1 4 fotogrammi) e l ' altro ( 1 2 fotogrammi ) . Più precisamente, 1 4 fotogrammi nell'agosto 1955 (film no 56 e 57) e 12 fotogrammi nell' agosto 1 95 6 (film no 2 0 8 ) . Un minuzioso esame dei frammenti di vetro dei bordi della finestra conferma questa affermazione. STRANEZZA No 2 Il fotogramma da me selezionato per la stampa apparteneva al film no 56, scattato nel 1 955. Il film era composto da 9 fotogrammi: 7 del soggetto " Falci" e 2 da ritratti di famiglia. Sul provino originale corrispondente al no 56, figurano infatti le 7 foto "La Falce" e due altri fotogrammi, qui omessi in quanto non avevano alcuna attinenza di data o di luogo con l 'argomento della finestra e della vecchia contadina. Ma nell'ambito dei 7 fotogrammi c'è una grande "anomalia " . Infatti, mentre 4 di essi risultano scatti originali del soggetto (anche se, tra di essi, non compare il fotogramma poi utilizzato per la stampa), gli altri tre sembrerebbero fotografie di fotografie (vedi tracce di nastro adesivo ai bordi, ingrandimenti diversi fra i tre fotogrammi, ecc.). Come è possibile che contemporaneamente sul medesimo negativo compaia sia la ripresa originale che una sua copia (duplicato ) ? 34 Archivio A. CAMISA Provin i da lastre n ° 56 bis e ter . ( ?) lastre, e credo che, malgrado questi chiarimenti, la vecchia con la falce si sia portata con sè i misteri di questa fotografia. Le remote vicende de "La Falce" restano avvolte nel mistero. FINE E invece no, c'è un finale a sorpresa! Che non risolve le stranezze ed i misteri di questa storia, ma porta qualche elemento chiarificatore della vicenda. GENNAIO 2003 STRANEZZA W 3 In Archivio, nel "file " corrispondente, ho trovato, al posto del negativo Rollei, due lastre di vetro formato 5,5x7,5 con la riproduzione della foto. Fatte da chi, come, quando e perché? E dove sono il negativo originale ed il relativo provino ? STRANEZZA No 4 In cantina ho ritrovato, un pò danneggiata dall'umidità e dalla muffa, una riproduzione gigante della foto originaria ( formato 60x100) stampata impropriamente su una carta inadatta (mat) che non avrebbe mai potuto rendere i toni catramosi da me voluti nella foto, assolutamente mai stampata nè fatta stampare da me. Chi la ha stampata, quando, dove e perché? CONCLUSIONI Purtroppo non ci sono conclusioni. Mi tengo bene al sicuro le mie Ci sentiamo telefonicamente, per scambiarci gli auguri fra vecchi reduci della fotografia italiana della "golden age " , con l' amico Zannier (curatore di questa Rivista ) . Da discorso a discorso, l' argomento scivola sulle Mostre degli anni '50, e plana, chissà perché, su quella di Salsomaggiore (Settembre 1 95 6 ) . A proposito d i questa Mostra, molto importante da u n punto di vista "storico " , Zannier rammenta di aver spedito alcune foto, di aver ricevuto un premio, ed infine ricorda che gli richiesero il negativo, per fare delle gigantografie per movimentare l' esposizione. Ebbe di ritorno il negativo della fotografia premiata, "Donna Carnica " , con un vistoso sfregio, e basta. Al termine di questa nostalgica rievocazione (Giacomelli, la Niccolai, Donzelli, ecc.), si è accesa la lampadina della mia memoria. A quella Mostra avevo partecipato anch' io, con ben cinque foto esposte ed una premiata. Ma, allora .. ? Sì, era successa la medesima cosa anche a me, ma con la "variante" delle lastre: in cambio della mia stampa e del negativo originale, mi vennero inviati due negativi di diversa gradazione, su lastra 5,5x7,5, e la gigantografia che ho da poco ritrovato, che mi è costata un patrimonio di restauro. Queste "gigantografie" (si fa per dire) poi inviate agli Autori, si intravedono nelle foto commemorative fatte il giorno della premiazione/inaugurazione (in alto, nell'angolo, "Tabacco" di Mario Giacomelli e, sul lato destro, "Bambini ad Harlem" della vincitrice Giulia Niccolai). E nel mio diligente quadernino di carico/scarico delle foto di quell'anno, ora tornato agli onori della cronaca, risultano - come molto spesso allora succedeva - come "non ritornate" le 5 foto esposte. Sino a che esisteranno delle "memorie storiche" della Fotografia Italiana degli anni '50, queste ricostruzioni - forse inutili divertimenti per gli addetti ai la vori e per i nostalgici come noi saranno ancora possibili. Per me resta poi sempre il mistero di come una pellicola impressionata da un certo soggetto possa contemporaneamente contenere una immagine di se stessa. • 36 Archivio A. CAMISA FILM ' . 56 N° . Archivio A. CAM!SA FIL M •. 57 N° l l .' l : •. l l· f. · Note bibliografiche ( * ) Pubblicata in: - Photography Year Book, - "Fotografia" - t'Ferrania" Esposta e premiata alla Mostra Nazionale di Salsomaggiore ( 1956) Esposta a varie Mostre/Concorso e Mostre Personali: - III ' Internazionale di Venezia, Cà Giustinian ( 1 95 6 ) - Pescara, Palazzo Pomponi ( 1957) - Senigallia, Expo-Ex, Giardini della Rocca ( 19 9 1 ) - Milano, Spazio Foto S a n Fedele, "Immagini" ( 1995) - Rimini, "Realismi" (2001) 38 C OME VOLEVASI DIMOSTRARE MARIO TREVISAN Avevamo dedicato una parte dell' articolo apparso sul numero precedente, dove si spiegavano i meccanismi di un'asta, alla vendita Sotheby's di novembre ad Amsterdam s egnalando le stime quanto meno inadeguate della quasi totalità delle fotografie messe all'incanto convinti che ciò non fosse dovuto ad un errore di valutazione da parte dell ' esperto ma ad un preciso disegno della casa d ' a ste per attirare più gente p o ssibile. Si era preso poi in esame i pro e i contro di tale sistema di pubblicità . L' asta ovviamente è andata benissimo raggiungendo una p ercentuale di venduto incredibile ma non certo per questi sotterfugi o piccoli trucchi che incantano ormai ben pochi, ma al semplice fatto che le riserve erano molto basse. Guardando, dopo asta, i valori di aggiudicazione si vede che tutti i lotti o quasi hanno raggiunto un valore di vendita a deguato ai valori di mercato a meno di una ovvia percentuale di variazione. Facciamo solo qualche esemp i o : - lotto n . 6 0 I . Penn : " nudo " da loro stimato 2 . 200-3.200 euro e da noi stimato invece , nell ' a rticolo precedente, 15 .000-20. 000 h a fatto 14 . 500 euro ai quali va aggiunta la commissione della casa d ' a ste raggiungendo così 18. 000 (e noi non siamo degli indovini ma ci siamo basati sui valori semplici di 39 mercato e delle altre aste internazionali ); - Lotto n . 72 M . Giacomelli: " Scann o " stimato 9001 . 200 h a ottenuto 2.400 ( 2 . 9 00 circa contando il valore finale); - Lotto n . 6 9 R . Bernhard: " nudo " stimato 6 5 0-8 5 0 h a raggiunto 7.500 euro, circa dieci volte d i più i l valore di stima; - Lotto n. 1 6 0 S . Salgado: " Etiopia " stimato 8 0 0 1 .2 0 0 h a raggiunto 6 . 5 0 0 . O r a questo catalogo, come è stato detto, creerà solo confusione e sconcerto in un mercato non ancora del tutto consolidato, mercato che h a bisogno di tutto tranne che di queste cose. Forse si è dedicato anche troppo spazio a questa asta ma è stato importante sottolineare queste cose. Passando a consultare le varie case d'asta europee nell'annata passata si a ssiste a degli a ndamenti decisamente concordi. La crisi economica europea si è fatta sentire in modo evidente sul mercato dell'arte in generale e quindi anche su quello della fotografia.Tutto il mercato dell'arte è stato influenzato da questa crisi ma maggiormente colpita è stata l a fascia media. La fascia alta del grande collezionismo è rimasta intatta, anzi i valori delle opere sono a volte lievitati, soltanto che percentualmente tale fascia incide poco in quanto non ci sono più tanti capolavori sul mercato. Il mercato medio ha avuto invece un calo considerevole. La percentuale degli invenduti è stata a b b a stanza pesante. Ovviamente il mercato della fotografia procede in p arallelo con gli altri . In Italia le due aste Farsetti, quella Sotheby's Italia più due aste Finarte-Semenzato non specifiche ma con molti lotti di fotografie, sono andate in complesso a b b astanza bene. Sono talmente poche che non possono far testo ed essere prese come termometro della situazione economica attuale. L'Inghilterra h a sempre l'appoggio del mercato americano ( anche se anche loro hanno qualche problemino economico ) . L e aste sono andate, a detta degli operatori, mediamente a b b a stanza bene nonostante che la situazione del paese sia forse tra le più pesanti i n Europ a . Resta d i fatto c h e nonostante l e loro affermazioni l 'aria che si respirava in sala, soprattutto nel secondo semestre, non era brillante e frizzante come gli anni scors1. Ruth Bemhard Nudo 1 950 ca. In Germania invece la crisi del p aese che sta attraversando una non lieve crisi economica ha segnato a b bastanza nettamente i risultati le aste del secondo semestre del 2 0 0 2 . M o l t i invenduti rispetto la media degli ultimi anni, molta fatica a vendere i n particolare a Berlino. Qualche bel risultato solo con cose importanti. Bisogna anche pur dire che q uesti cataloghi non erano poi all' altezza dei precedenti ma questo potre bbe essere l'effetto e non la causa di quanto detto . Stesso discorso in Francia dove l'esperta di una nota casa d 'aste parigina ha detto al telefono due giorni prima dell'asta : " Mario, moltissimo interesse ma non c'è " argent de poche " . Ruberemo all'amica parigina l a frase per sintetizzare l'annata 2 0 0 2 . I cataloghi della prossima stagione devono ancora ess � re stampati. Gli operatori delle varie case d'asta stanno raccogliendo con il solito entusiasmo per l e aste di primavera che speriamo interessanti. Di q uesto parleremo nel prossimo numero. • 40 UGO MULAS, UN ANNIVERSARIO ADRIANA SCALISE Artista "mancato" , aspirante poeta, fotografo impegnato, ma solo a metà. Questo il profilo che Ugo Mulas ha tracciato di se stesso, eppure, sotto questo profilo modesto, appena abbozzato, emerge, in tutta la sua semplicità e luminosità, la figura di uno fra i più grandi e meno consapevoli di esserlo, maestri di cui possa vantare la storia della fotografia. L'arte di Mulas oltrepassa l'estetica del linguaggio fotografico autoreferenziale e fine a se stesso, la sua grandezza consiste nell'avere dato un contributo assolutamente originale alla storia dell'arte contemporanea, scrivendo, ma questa volta con la "luce" , una delle pagine di critica d'arte più genuine e più comprensibili che si siano mai lette, nel più puro spirito di diffusione e di divulgazione, proprio del mezzo fotografico. Il rapporto di Ugo Mulas con gli artisti comincia al Bar Giamaica, a Milano e finisce a New York fra gli artisti della Pop Art, passando per la Biennale di Venezia, dove fu presente dal 1954 al 1970 e dove scattò circa 20.000 fotogrammi, che costituiscono il più affascinante documento storico-critico che rimane dell'Istituzione veneziana, oltre ad essere la testimonianza di un ventennio di storia dell'arte contemporanea raccontata attraverso le immagini. Nel 1974, un anno dopo la sua prematura morte, la Biennale gli dedica una retrospettiva, allestita presso i Magazzini del Sale, curata da Tommaso Trini e Nini Mulas: " Le Verifiche" e la storia delle Biennali, che costituisce, con le sue 282 foto, un doveroso omaggio a colui che ha inteso le Biennali d'Arte di Venezia come un evento artistico imperituro, fatto di uomini e donne, protagonisti, operai, semplici spettatori, ma tutti in grado, con la loro presenza, di animare e valicare il manufatto artistico. La forza comunicativa di Mulas si estrinseca attraverso alcune memorabili "sequenze" qui di seguito esemplificate. sono stati versati fiumi d'inchiostro per spiegare la filosofia che sottende ai "tagli" di Lucio Fontana, ma solo Mulas, con una breve sequenza di fotogrammi ci fa capire quanta tensione, emozione e attesa c'è dietro ad un semplice gesto, risultato freddo ed estremo di un desiderio di conrrollare la propria forza fisica e istintiva. Mulas dice che "nulla è meno fotografico di una cosa che si muove", eppure, nessuno meglio di lui è riuscito a renderei il significato dei mobiles di Calder, fotografato assieme alle sue creature in atteggiamento scherzoso, mentre agita in maniera buffa le braccia e le gambe simulando il movimento delle sue opere. E se il premio alla Biennale di Venezia giunge inaspettato, come si evince dall'espressione sorpresa e felice di Alberto Giacometti, che Mulas ha saputo cogliere con esrrema sagacia, questo certamente aruibuisce valore emozionale alle statue, allampanate ed enigmatiche dello scultore. L'obiettivo di Mulas enrrando negli srudi degli artisti americani della Pop Art, ci mosrra, col fine gusto del reportage artistico-documentario quei magazzini industriali dismessi, meglio noti come factories, che gli artisti, all'epoca, affittavano per pochi soldi e utilizzavano, in molti casi, anche come dimora. Quello di Rauschenberg, ad esempio, era una specie di "caos organizzato", proprio come le sue opere, e in quello di Andy Warhol rutto era portato all'eccesso, esrremizzato, dal via vai continuo degli amici, alle feste che finivano con l'intervento della polizia. La parabola ascensionale di questo artista, formatosi con la pratica del lavoro e con la passione, si conclude, nella vita professionale, come in quella umana, con una riflessione profonda sulla storia della fotografia e sul mezzo che l'ha prodotta. n risultato di questa riflessione è costituito dalle "Verifiche", intense fotografie concettuali che di volta in volta vogliono essere omaggio a chi la fotografia l'ha inventata (Nièpce), usata (Lee Friedlander) o commercializzata (Alinari), oppure spiegazione pragmatica e insieme filosofica delle potenzialità che questo srrurnento ci offre. n ciclo delle "Verifiche" si chiude con la foto dedicata a Duchamp, artista del quale Mulas è stato profondo ammiratore e di cui ci ha lasciato alcuni ritratti superbi ed esplicativi di quell'atteggiamento di negazione che fu alla base dello spirito di questo grande esponente della corrente Dada. Figura di spicco, tanto per il 42 Antonia Mulas Ritratto di Ugo Mulas Tutti i dj ritti riservati Copyrigbt © Anronia Mulas Per gentile concessione mondo dell'Arte che per quello della Fotografia, a trent'mmi dalla sua morte i reportage artistici di Ugo Mulas rimangono ancora per la vitalità che li antina, insuperati e di grande attualità. BIOGRAFIA Ugo Mulas nasce a Pozzolengo (Brescia) il 28 agosto 1 928. Dopo la maturità classica si iscrive alla facoltà si giurisprudenza che abbandonerà per seguire i corsi all'Accademia di Belle Arti di Brera. A Milano frequenta il Bar Giamaica, luogo d'incontro di artisti ed intellettuali. Nel 1 954 inizia la sua attività professionale di fotografo, lavora per alcune importanti riviste quali: Illustrazione Italiana, Domus, Art International, e collabora con Giorgio Strehler al Piccolo Teatro di Milano. Nel 1 962 fotograta David Smith nel suo atelier a Voltri, Alexander Calder a Spoleto e Saché in Touraine, dello stesso anno sono le belle foto che accompagnano la raccolta di poesie "Ossi di Seppia " di Eugenio Montale. Nel 1 964 alla Biennale di Venezia conosce la Pop Art americana e insieme ad Alan Solomon realizza il più importante libro dedicato a questa corrente artistica: New York: Arte e Persone (1 967). Escono poi i libri monografici su Alik Cavaliere (1967), su Alexander Ca/der (1971) e quelli fotografici Con Marianne Moore (1 968) e Allegria di Ungaretti (1969). Per la regia di Puecher realizza le scenografie teatrali delle opere di Benjamin Britten "The Turn of the Screw" e di Alban Berg "Woyzeck ". Negli anni settanta inizia la serie di "Le Verifiche", dodici fotografie sperimentali, ognuna accompagnata da un testo, nel quale ripercorre il suo essere fotografo e il suo "mestiere di uomo". Il libro Fotografare l'arte e la propria antologia Ugo Mulas l la Fotografia, usciranno postumi ne/ 1 973. Mulas muore a Milano i/ 2 marzo del 1 973. • 43 44 Ugo Mulas Alberto Burri 1963 Tutti i diritti riservati © Eredi Ugo Mulas Copyright Per gentile concessione Ugo Mulas 11 trasporto delle opere di Robert Rauschenberg ai Giardini della Biennale Venezia, 1 966 Tutti i diritti riservati Copyright © Eredi Ugo Mulas Per gentile concessione Ugo Mulas Enrico Castellani nella sua sala con Beatrice Mnnti, Biennale Venezia, 1 966 Tutti i diritti riservati Copyright © Eredi Ugo Mulas Per gentile concessione Ugo Mulas James Rosenquist New York, 1 965 Tutti i d iritti riservati Copyright © Eredi Ugo Mulas Per gentile concessione 45 L a fo t o g r a f i a a l l ' U n i ve r s ità Breve storia di i nternet e del WEB Fede rica V i o Federica Via si è lauretata all'Università "Cà Foscari" di Venezia, con La medesima idea fu elaborata da Joseph Lickl ider, che ebbe il 110 e lode, nel giugno 2002, con una tesi su//'"Analisi e merito di coinvolgere in questi progetti grandi centri di ricerca e progettazione di siti web per un fotografo", relatore prof. l. Zan n ier, della quale presentiamo una breve sintesi. fuori degli ambienti m i litari. 1 a costruzione di siti web sottintende la conoscenza di internet Ld elle potenzial ità e delle problematiche di rete, oltre ad una precisa gestione degli elementi costituenti le web pages ed un attento studio in cui analisi e progettazione siano l 'adeguato preludio a l la prototipazione e collaudo del sito stesso. Frutto di un'accurata ricerca, la tesi m i ra ad approfondire quesiti e d ifficoltà incontrate da un artista nel momento in cui decida di conquistare una visibilità globale. Grazie ad un mirato studio sui siti fotografici, l ' indagine si è poi focal izzata sugli impedimenti grafico-struttura l i di questo tipo di ipertesti , sono perciò stati proposti servizi atti a rendere usabile, coerente e navigabile il sito di un ipotetico fotografo. A questo fine, sono state costruite delle schermate prototipo che riassumessero alcune idee, nate dal convincimento che gl i storici del l ' a rte siano le figure più qual ificate per progettare e creare questo tipo di contenuti . L a storia di Internet ebbe inizio il 4 ottobre 1957 quando i russi mandarono nello spazio lo Sputnik, i l primo satellite artificiale. Colpiti nel loro orgoglio, gli Stati Uniti decisero di ristabi l i re la loro supremazia tecnologica . Nel 1958 infatti, nonostante la fortissima resistenza da parte delle alte gerarchie militari, fu fondata l 'ARPA, un'agenzia per i progetti di ricerca avanzata che nel 1969 creò Arpanet, il primo embrione di ciò che diventò Internet. L'ARPA, nel mezzo della Guerra Fredda, cercò di rispondere concretamente al timore che un attacco nucleare, facendo saltare la rete di comunicazione, avrebbe messo in ginocchio tutta la nazione. L'agenzia cercò di creare una struttura di col legamento che consentisse ai computer di continuare a comunicare tra loro, anche nel caso una parte di essi venisse distrutta , o resa inutilizzabile, a causa di attacchi nemici . Erano perciò fondamentali il decentramento e l ' indipendenza dei computer facenti parte della rete. Nel 1960 q ueste idee furono elaborate da Paul Barand, uno studioso che lavorava alla commutazione di pacchetto. Per i suoi studi sulle reti di trasmissione dati, egli si ispirò al funzionamento del cervello umano, le cui funzioni, anche se in parte danneggiate, possono ven i re rimpiazzate da nuove connessioni di neuroni rimasti intatti . Barand ebbe anche la rivoluzionaria idea di frazionare i messaggi in unità elementari di informazione, ciascuna in grado di seguire un differente percorso a l l ' i nterno della rete e di riassemblarsi infine nel messaggio originario. La commutazione di pacchetto cercava di dare la possibil ità ad un vasto insieme di utenti di trasmettere dati digitali e di usare e condividere la stessa linea di comunicazione. prestigiose università , dando modo ad Arpanet di svilupparsi al di In seguito, Larry Roberts e Wesley Clark cercarono di risolvere i problemi di incomunicabilità esistenti fra i vari computer. Clark suggerì di util izzare una sottorete di computer tutti uguali e compatibi l i , dedicati esclusivamente alle funzioni di trasmissione e ricezione dei dati. Vennero costruiti così gli I M P (lnterface Message Processar). Nel 1966 un finanziamento di un milione di dollari diede vita al progetto ARPA di rete distribu ita che nel 1969 prese awio grazie agli iniziali quattro nodi situati in prestigiose università. Nel 1973-74 fu inventato il protocollo TCP/IP che permette il trasferimento di dati tra differenti tipi di reti . Esso ha reso possibile lo svi luppo dell'attuale rete internazionale, in quanto garantisce comunicazioni esenti da problemi . Sempre nel 1973 fu inventato I ' FTP. un a ltro importante protocol l o c h e permette l ' i nvio di messaggi personali e che h a posto le basi del servizio di posta elettronica, l 'e-mail (che nascerà ufficialmente nel 1977). Negli anni Ottanta , I nternet si espanse con una velocità eccezionale: migliaia di enti di ricerca , università e agenzie governative iniziarono a connettersi alla rete, mettendo liberamente a disposizione le proprie risorse. l meccanismi per i l trasferimento di files, il collegamento, l ' i nvio e la ricezione di posta elettronica, erano però ancora troppo complicati per gli utenti inesperti. Fu cosi che, a l la fine degl i anni ottanta, un gruppo di fisici del CERN di Ginevra , coord inati da Tim Berners-Lee, allo scopo di poter facilmente scambiare articoli scientifici e risultati di esperimenti, creò il World Wide Web. Il web è un sistema capace di semplificare l'approccio ad internet, grazie ad un nuovo l inguaggio che permette una navigazione facile ed intu itiva , adatta al grande pubblico. Inoltre , tramite gli ipertesti si possono finalmente trasmettere anche immagini e files m u ltimediali. Per leggere le pagine web sono nati i browser: strumenti grafici come il programma Mosaic, a cui presto sono seguiti i famosi Netscape Navigator ed Internet Explorer. La fase piu esplosiva nello sviluppo della rete è awenuta negl i anni Novanta con il commercio eletronico. Ciò ha fornito opportunità di business non solo a chi util izza internet per affari (e-commerce, trading on l ine, home banking), ma anche ai produttori di hardware e software, ai gestori di linee telefoniche ed ai fornitori di servizi internet. • 46 Paul Parand Joseph Licklider l progettisti deii ' I M P SR t r /� �--� / , - --�---r:;:-:; 1' ·?:1 � � V TA. I-0 t WP X· O S ... ,. U C LA l primi quattro nodi della rete La rete americana 47 I l primo Message Processor La fotograf i a a l l ' U n i v e rs ità L' i m magi ne di Venezia nell' editoria fotografica Fi l i ppo Leo n a rd i Lfotografica ha lo scopo di fornire una panoramica di tutte a ricerca dal titolo L' i mmagine d i Venezia nel l ' editoria quelle pubbl icazioni che hanno uti l izzato le fotografie della città in modo particola rmente incis ivo o innovativo da Lerebours, 1841, a i giorni nostri . Q uesto studio mette in l uce un sostanziale cambiamento del l ' i m magi ne della Serenissima che, come osserva M ichel Levey, " è cambiata meno del modo di tradurla in immagi n i "1. La pa rte introduttiva d e l l a ricerca è dedicata a l l ' iconografia d i Venezia prima del l ' invenzione d e l l a fotografia . L'architettura è i l soggetto d e l l e prime fotografie, soprattutto a causa di un l i m ite tecnico, che i m pedisce di fissare soggetti in movimento; e come poter guardare alla città se non da un u n ico, obbl igatorio, punto d i vista , dal quale registrare l ' immagine? Emergono così le principa l i d ifferenze tra pittura e fotografia: la creatività della prima è soggetta solo ai vincoli i m posti dal pittore, mentre la seconda è l i m itata dalla tecnologi a . La fantasia del pittore può volare ovu nque, i l fotografo no, deve scegliere un punto d i vista fisico. I l punto d i passaggio fra la pittura e l a fotografia è segnato d a l l e Excursions Daguerriennes, pubblicate a dispense tra i l 1841 e i l 1843 dall'editore francese M . P. Lerebours. Si tratta delle prime i mmagin i di Venezi a , incise dal dagherrotipo, ad apparire in un l i b ro . Nelle Excursions Daguerriennes l a fotografia è comunque ancora legata a l l a pittu ra , ne fa praticamente il verso. l figuranti, inventati dalla mano del d isegnatore , apportano un tocco di rea l ismo a l l ' immagine della città , secondo i canoni del tempo. A poco a poco la fotografia d iverrà invece lo strumento della pittura, a lcuni artisti arriveranno a d i pingere guardando o lucidando le fotografie, il punto di vista gradualmente si sposta fino ad identificarsi con quello del fotografo. Le carto l i n e , stampate da tutti gli atelier, contribuiscono a creare l ' icona di Venezia che tutti conosciamo. Suggeriscono un' idea romantica della città , util izzando stereotipi che ancora oggi resistono. Di pari passo vi è una cu ltura fotografica " a i i 'Ai inari " , che pretende i m magi ni con l inee sempre ortogonal i , mai "cadenti", dove tutto è rigorosamente a fuoco e dove niente è nascosto d a l l ' ombra. Accanto a l l e ormai classiche guide nascono gli a l bu m , i Souve n i r de Venise p e r i turist i , u n a sorta di sintesi p e r immagin i d e l l a città attraverso i suoi luoghi più celebrati . Nello stesso tempo, l 'esigenza degli studiosi di reperire fotografie arch itettoniche e la necessità degli atelier d i fornire queste i mmagin i , s'incontrano nel l a rea l izzazione dei cata logh i . Si tratta d i piccol i l i b ri nei q u a l i poter recu perare l ' i mmagine desiderata, attraverso un codice numerico corredato da una descrizione del l ' inquadratura: Piazza San Marco vista dall 'ala Napoleonica , Piazza San M a rco vista dalla Piazzetta Dei Leoncini, ecc. t!#--� · .,_ t I Ift l . ("".J l FcRD. Onçitn ! R - CD!TOf\.€ 1 8 90 - 9J 48 In segu ito , nel l ' u ltimo quarto di secol o ed oltre, l ' editore Ferd inando Onga n i a , grazie a l la tecnica di stampa el iotipica , riesce a fare di Venezia l' " oggetto di speciali pubblicazi o n i " 2 • A l l ' i n izio del novecento i l progresso tecnologico, attraverso i l perfezionamento d i tecniche d i stam pa q u a l i l a zincografia , l ' h e l i ogravure ( rotoca lco) e l 'offset, s i prepara a l l a forte accelerazione che l ' editoria fotografica subirà nel l a seconda metà del XX secol o . È dal dopoguerra i n poi c h e a Venezia s i comincia a guardare in modo d iverso a l l a fotografia . Per la prima volta Leiss inclina la macchina fotografica seguendo scopi non documentari, come lo erano i nvece q u e l l i d i Ruski n , che considerava le immagi ni veri e propri a ppunti visivi privi di q ualsiasi valore estetico. Nel 1953 Ferruccio Leiss pubblica I mmagini d i Venezia, primo fotol ibro sulla città lagunare. È l ' i n izio d i una nuova epoca della fotografi a . La soggettività diventerà i l fil o conduttore dei più celebri l i bri s u Venezia , quel l i di Leiss, Roiter, Haas, Berengo 49 Gard i n e Bru no. Ma anche l i bri meno conosciuti di autori come Monti , Fontana, Gent i l i e Campigotto , percorrono la strada di una visione soggettiva della città . M olti di questi autori non tra lasciano di attingere alla storia per restitui rei una propria visione della realtà . Roiter, ad esem pio, si ispira ai poetici ch iari di luna di Naya , Berengo Gard i n a l l a panoramica del Rewick del 1492. Nel XX secolo si notano diverse variazioni nel l ' approccio fotografico a l la città che ci mostrano dettagl i di Venezia sempre più picco l i e divers i , Venezia in controluce, affol lata , ferita dopo i l disastro d e l ' 6 6 e a ltro ancora. Le innovazioni tecnologiche hanno contribuito anch'esse a modificare l ' i mmagine della città. l teleobiettivi , ad esempio, schiacciano gli edifici l ' u no s u l l ' a ltro creando i rrea l i vicinanze. La leggerezza delle moderne attrezzature e il miglioramento delle pell icole, consentono a l fotografo d i muoversi ra pidamente e di poter fissare sulla pel l icola soggetti in movimento per real izzare i m magin i m olto d i n a m iche. Ecco che, grazie ai nuovi strumenti, Berengo Gard i n riesce a congelare in un fotogramma i l volo del gabbiano , che ved iamo sulla copertina a colori d i Ven ise de Saisons del 1964. La tecnologia del fotografo conti nua ad andare di pari passo con quella del grafico e dello stam patore, che a volte uti l izza colori talmente puri da far sembrare i rrea l i le immagi ni e talora la l oro d igitalizzazione e sovrapposizione crea realtà estetica, come i n Viaggio nelle Venezie, edito da Biblos, n e l 1999. Negli u l ti m i decenni del novecento i l i bri hanno mostrato particolari soggetti , come già Ongania aveva fatto nel 1889 pubblicando Vere da Pozzo, e non solo particolari periodi storici o i soliti , canon ici, percors i . Venezia M i nore , Venezia e la sua Gondola , Cannaregi o , Pavi menti a l l a Veneziana, I l Ghetto di Venezia, G iard i n i Segreti di Venezia, sono solo a l c u n i esempi di questi l ibri, dove spesso la fotografia assume u n ' i m portanza m aggiore del testo. • Note 1 A. Corboz, "Profilo per un'iconografia Veneziana " , in AAW a cura di D. Succi, l. Reale, Luca Carlevarijs e la veduta veneziana del Settecento, Electa, Milano, 1984, p. 34. ' s . i . a . , Raccolta delle vere da pozzo in Venezia , F. Ongania, Venezia, 1989, in P. Costantin i , "Ferdinando Ongania Editore veneziano e l'illustrazione della Basilica di San Marco", in AAW a cura di l. Zannier, Fotologia 1, Belborgo, Ferrara, 1984, p. 5. 50 U' VENISE 51 l c o n te m po ra n e i Un ritratto dì Pino Dal Gal c o n s e rva n o P i n o Da l Gal Verona 4 febbra io 2003 Caro Professore, Lei mi fa una domanda che, le confesso, mi ossessiona da sempre: come organ izzare l ' a rchivio e conservare i negativi . In tutti questi a n n i , ho fatto e disfatto l ' a rchivio varie volte a l l a ricerca d i u n modo " pratico e veloce " , p e r ritrovare le immagi n i . . . ma h o dovuto prendere atto che l a perfezione non esiste! Poi non sapendo come uscirne, ad un certo punto della mia vita fotografica , ho pensato che a m massando anno dopo anno negativi , avrei fi n ito per lasciare u n a eredità "troppo pesante" e q u indi ho deciso che avrei " lasciato in eredità alla storia " , solo u n numero di foto che io ritenevo degne di tale futuro. Così ho buttato molti negativi e stampe "vi ntage " . Dopo quel falò sentivo i l peso del l ' arch ivio (effettivamente) più leggero. Aver previsto che tutto quanto è vecchio d iventa bello! ! ! Per ciò che riguarda l a conservazione anch ' i o faccio parte del la vecchia scuola delle " scato l e " . Ne ho di tutte le m i s u re e provenienze , e n dentro c'è tutta la m i a vita fotografica . Speriamo c h e sia un b u o n sistema e comunque credo che i restau ratori d i negativi avranno un gran lavoro i n futuro! N o i , autori della vecchia squadra , scattavamo per amo re : non pensavamo a cosa sarebbe successo nei 50 a n n i a veni re. Per quanto mi riguarda la ricerca va avanti come succede ad u n qualsiasi artista e penso c h e la qual ità d e l l a produzione debba m igliora re con la matu rità e le esperienze vissute. Ora m i sono organ izzato per gli ulti m i lavori con nuove scatole! Le i nvio carissimi sa l uti . • Pino Dal Gal, vive e lavora a Verona , dove nasce nel 1936. I nizia a fotografare negli a n n i '50 e giovan issimo vince prestigiosi premi nazion a l i . La sua fotografia s i esprime nel l a " narrazione" attraverso cui descrive e racconta aspetti della condizione umana, fi no a l le cruenti storie d i denuncia, in metafora , a chi usura degli a n n i ' 70 ; mentre gli a n n i '80 sono caratterizzati dalla ricerca analitica di forme a ntropomorfe di rocce e n u d i . Molto apprezzato dallo storico H . Gernsheim c h e acquista per I ' U n iversity of Texas in Austin molti suoi lavori e lo scegl ie nel '95 per rappresentare l ' Ita l i a nel la Selezione I nternazionale di H i ldesheim e (unico ital iano) per i n augurare l o spazio espositivo Guggenbeim a Venezia . Sue i m magin i sono parte di prestigiose col lezio n i m usea l i in Italia e a l l ' estero e collezioni private. Nudo Capo Testa 1977 b/n silver print 52 Lu igi Gariglio Prof. lta lo Zannier, i nnanzi tutto vorrei ringraziarLa per l ' attenzione prestatam i e le parole spese per il m i o lavoro " persons in prisons " . Le scrivo dopo u n po' d i tempo perchè Le am metto che i l compito affidato m i d i scrivere delle brevi note s u l l a conservazione , m i ha p e r u n momento fatto sentire d i sorientato e un po' confuso. Non che fosse una richiesta a rdua o toppo complessa , piuttosto forse la mia situazione per certi versi non fac i l e , e g l i i m pegn i , non m i facevano trovare il fi lo di u n i potetico d iscorso che desideravo proporLe. N u ove prospettive ed entu s i a s m i hanno prodotto la poca cosa che mi permetto di i nviarLe . Devo a m mettere che anche se opero nel settore della fotografia professionale da quasi q u i ndici a n n i , q uesto a rgomento ha attirato la m i a attenzione solo in tem pi relativamente recenti , forse perchè non sono mai riuscito fi no in fondo a credere che conservare le mie i m magin i potesse avere un qualche tipo di senso. H o scoperto i nvece i l valore cu lturale della conservazione q uando nel 2000 H ri psime Visser, curatrice della fotografia a l l o Stedelijk Museum d i Amsterd a m , n e l propormi l ' acquisto d i tre opere per la col lezione del m u seo sottol ineò la necessità che le i mmagi n i fossero di qual ità museale proprio dal pu nto di vista della conservazione. Adesso cerco di curare il mio a rchivio a dovere, e la d igita lizzazione delle i mmagi n i e la gestione dei dati i nformatizzata mi è di grande a u s i l i o , a nche se continuo a pensare a l la fotografia p i ù come l i nguaggio che come opera e credo che come ci dicevamo spesso con M a rco, i l m i o m igliore a m ico prematu ramente scomparso, la fotografia sia princi pa l m ente u n fatto di sguardi soggettivi . • Un ritratto di Luigi Gariglio 53 Luigi Gariglio nasce a Torino nel 1968, dove vive e lavora. Da l l ' anno accademico 2001/2002 col labora con la Cattedra d i Sociologia d e l l a Comun icazione a l l ' interno della q u a l e tiene u n m o d u l o d i Sociologia Visuale. Vincitore del Premio Marangoni per un progetto fotografico. Dal 1995 conduce una ricerca fotografica a l l ' interno del le carceri ita l iane ed olandesi . Le principa l i mostre collettive a cui ha partecipato sono : - 1995, Venti fotografi italiani, (a cura d i Paolo Costant i n i ) , Castello d e l Pio Carp i ; - 1996, Turin L a nuit, Istituto ita l iano d i cu ltura, Lione, Francia; - 199 7 , Archivio dello spazio 198 7/1997, Palazzo dell<,l Triennale, M i lano; - 2001, Selection from the n e w adquisition, Stedelijk M useu m , Amsterd a m , Olanda; - 200 2 , Passaggio d i testimone, (a c u ra di Fi l i ppo Magga), Pad iglione Ita l i a , G iard i n i di Castello, Venezia; - 2001, Vl lnternationale Fototage Herten , Herte n , Germa n i a . S u e foto s o n o col l ezionate nel Museo d i arte contemporanea d i Amsterd a m , Stedelijk M useu m . l co n te m po ra n e i c o n s e rva n o Livio Sen igalliesi Tra tradizione e modernità Come archivio le mie fotografie. Poco si sposa con l 'era digitale la mia passione sacra per la materialità del negativo e delle tradizionali stampe in bianco e nero. Già in passato - forzato da 'cause di servizio' - passai dal mondo dei grigi alle infinite tonalità del colore, e col tempo ne apprezzai l'efficacia, come nel caso della fotografia qui a fianco, divenuta quasi un'icona del mio decennale lavoro nei Balcani. Raccolgo con pazienza certosina negativi e diacolor frutto di tanti viaggi e di tanti reportage divenuti poi pezzi di storia. Paral lelamente, da qualche anno, ho iniziato a digitalizzare il mio archivio per salvaguardare la qualità delle immagini e rendere agile e veloce il loro utilizzo. L'uso del computer è divenuto - mio malgrado indispensabile e sono giunto a poco a poco ad apprezzare i vantaggi della tecnologia digitale, non fosse altro per la comodità ed immediatezza della trasmissione delle immagini a migliaia di chilometri di distanza i n pochi secondi. Mediazione tra tradizione e modernità, qualità e velocità sono - a mio awiso - la scelta vincente. Fotografie Entri in una casa appena svaligiata , razziata da qualche gruppo di soldati di passaggio. È una casa senza lusso, persa in una cittadina delle tante guerre balcaniche. Lì , tra gli effetti personali sparsi per terra, fra i giocattoli mutilati dei bambin i , vedi le fotografie. O meglio, non sei tu che le vedi, ma loro che intrappolano il tuo sguardo. Piccole istantanee di vite senza storia, senza pretesa di bellezza , eppure così importanti. Sono immagini di matrimoni o di compleanni e rappresentano ormai l'ultima traccia della gente che ha abitato quella casa . Cerchi di pensare al lavoro che devi fare, ma loro ti parlano di momenti che sono stati anche i tuoi, di persone travolte dalla bufera della guerra e trascinate via. Quando esci dalla casa ti accorgi di altre fotografie cadute per terra. Hanno la leggerezza dei fantasmi e i volti ritratti sono stati in parte cancellati dalla pioggia insieme ai momenti di festa. Allora ti vengono in mente tutte le fotografie che non hai scattato, ma che hai visto sul tuo cammino mentre attraversavi la guerra. L'immagine di Tito nel fango; le istantanee che volavano come foglie secche nel vento di Petrinja in una giornata così grigia che sembrava pesarti addosso come un sudario. Oppure quelle che hai calpestato scendendo da uno dei condomini di Grbavica a Sarajevo, mentre i serbi scappavano portandosi via anche i morti dai cimiteri . E ancora le fototessere strappate dai passaporti che lastricavano un sentiero sulle montagne del Kosovo. Allora, quando ti vengono in mente tutte queste fotografie, che di solito non finiscono nei libri, capisci. È questione di un istante, ma comprendi dawero come la guerra divori la memoria degli uomini e perché sei n. • Brano tratto da "Balkan" Ed. Ken Damy testimonianza e l'attenzione ai fatti storici di questi ultimi anni l ' hanno portato su fronti caldi come il Medio-Oriente ed il Kurdistan, durante la guerra del Golfo, nella Berlino della divisione e della riunificazione, a Mosca durante i giorni del golpe che sancirono la fine dell' Unione Sovietica e infine nella ex-Jugoslavia. Ha seguito tutte la fasi del conflitto dal '91 e dalla fine delle ostilità in Bosnia ha iniziato un ampio lavoro di documentazione sui problemi del dopoguerra: un viaggio lungo i nuovi confini sanciti dagli accordi di Dayton, dove continua la tensione tra le varie etnie e dove si portano avanti tra mille difficoltà i progetti di ricostruzione. Col labora con i l Photo-desk dei i 'UNHCR di Ginevra, con l 'Ufficio della Cooperazione Italiana di Sarajevo e con numerose Ong (organizzazioni non governative). Ha lavorato, in qualità di fotografo di scena, sul set del primo film bosniaco del dopoguerra, "Perfect Circle " , del regista Ademir Kenovic, presentato alla rassegna cinematografica di Cannes del '97 e dove ha riscosso un notevole successo di critica e pubblico. l drammatici reportage dal Kosovo, frutto di una lunga e rischiosa permanenza nella tormentata regione balcanica, sono valsi all'autore la nomination per il prestigioso " Bayeux War Corrispondent Award '98" (www. prixbayeux.org/nomines98.htm). Nella primavera del 1999 Livio Seniga l l iesi ha anche lavorato come volontario nei campi profughi della Macedonia per conto deii 'Ong Cesvi. Recentemente ha pubblicato ampi reportage su Palestina, Cipro, Afghanistan, Sudan. È autore di numerosi libri e di una mostra fotografica itinerante dal titolo 'Oltre il muro' - 120 immagini dedicate alla memoria dei conflitti conseguenti alla caduta del Muro di Berlino. Livio Senigalliesi ha recentemente esposto a: Brescia, Museo Ken Damy di fotografia contemporanea - Mantova, Casa del Rigoletto Salerno, Sala della Provincia - Sesto San Giovanni, Sala degli Affreschi Villa Visconti d'Aragona - Napoli, Maschio Angioino - Verona, Scavi Scaligeri - Brescia, Sala Vanvitelli Piazza della Loggia - Milano, Centro San Fedele - Parigi, Istituto Ita liano di Cultura - Rovereto, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto. Livio Senigalliesi, nato a Monza nel 1956, è giornalista dall'81 e lavora da più di dieci anni come reporter di guerra per le maggiori testate nazionali ed estere. La passione per la fotografia intesa come L'ultimo giorno di guerra SarajevojBosnia 18 marzo 1996 54 Pierm a rio C i a n i Un ritratto di Piermario Ciani Negativi o diapositive, bianconero o colore, piccolo o medio formato, da almeno mezzo secolo sono i primi parametri di riferimento per tutti i fotografi che si pongono il problema del l'archiviazione di immagin i . Negli ultimi tempi l e cose stanno radicalmente cambiando a causa della fotografia digitale che mette in soffitta gli acetati spalmati di gelatina sensibile. Dalla fotocamera si scaricano le immagini direttamente nel computer e si archiviano su Hard Disk, Dat, Zip, CD-Rom, DVD . . . ma, considerata la rapida obsolescenza delle tecnologie elettroniche, forse l'immediato futuro sarà un continuo riversare gli archivi sui sempre più nuovi supporti che la tecnologia ci metterà a disposizione. Non più lastre o negativi capaci di attraversare i secoli ma memorie microscopiche istantanee che durano solo qualche anno e il cui contenuto deve essere periodicamente trasferito per poter essere fruito attraverso nuovi hardware e software. Piermario Ciani è nato il 19 G i ugno 1951 a Bertiolo (Ud). È stato a l l ievo di Luther Blissett alla Psichogeogra ph ical Art School of London. Ha real izzato immagini con proced imenti manua l i , fotochimici, elettrostatici e d igita l i . Pubbl ica ed espone le sue opere dal 1976: prima dipinti , poi fotografie, xerografie , mai l-art, installazioni m u ltimedia e adesivi. Predil ige i supporti cartacei ma spesso le sue opere sono immateri a l i e s i percepiscono ai confin i tra l a telepatica e la telematica. • e . . . . . Autoritrntti autocallanti • . . . . . Piermario Cfillni 2001 Bolli 2001 Autoritratto 01.02.03 Autoritratto 08.02.03 55 l c o n te m p o ra n e i Un ritratto di Simone Schiesani c o n s e rva n o Si mone Sch iesa n i Scatole nomadi. E buste. Scatole e buste, custodi un tempo di vergini materie. Proteggono ospiti a ncora giova n i cambiando spesso stanze, città , case. Van n o stratificandosi delle percezio n i accadute e altri b e n med itati pensieri e tutto conservano n e l prezioso meta l l o , riempiendosi d i fogl ie, m u r i , volti , cieli , l uoghi e gatt i , sedimenti da i nterrogare c i rca le mie ere fotografiche. Le tengo al buio, da dove sono venute; stampe dalla croccante su perficie e negativi (anti-acido protetti garantiti), che attendono d i essere scrutati e spiat i , controluce architettando che fare di umili gregari a l soldo del fotogramma ben i nquadratoespostosvi l u ppato. Le scatole nomadi hanno un collaboratore, nomade. G l i è riservata la parte p i ù meritevole delle percezioni e dei pensieri , presentati in l u m i n os i d iscendenti elettronici . Difesi da un n uovo supporto dalla memoria capace e rapida, incurante di polvere e u m idità , intoccab i l e anche volendo usare tutte le precauzioni . Ma non conserva veramente, mostra soltanto, sono a ltri i luoghi del vero Archivio, che racchiude ciò che non deve sva n i re. Perciò le tengo a l b u i o , da dove sono venute. Simone Schiesari, nato a Rovigo il 5 giugno 1974, si occupa d i fotografia dal 1997 grazie a l l a frequentazione e a l l ' in segnamento di Paolo G i o i i e Roberta Va ltorta . Nel 1998 ha prodotto i pri m i lavori: Margi n i , Elementi Paralleli, n e l l o stesso anno ha partecipato ad un sem inario o rganizzato da Fabrica e tenuto da Lewis Baltz. Tra il 2000-2001 ha realizzato la serie "Volti " e nel 2001 ha frequentato un corso s u l l ' uso di Photoshop presso il C . F. P. R iccardo Bauer d i M i l a n o . N e l 2002 h a parteci pato a l seminario " Dentro l a Città E u ropa" svoltosi presso La Triennale di M i lano a c u ra di M u ltiplicity, con la presenza di Lewis Ba ltz, Gabriele Basil ico, Francesco Jodice e Arm i n Linke. Attua lmente vive e lavora a Milano come assistente fotografo. • Volti 1 56 Volti 3 Volti 2 57 Francesco Moretti l c o n te m p o ra n e i Un ritratto di Paolo Guolo c o n s e rv a n o Paolo Guolo I l solo pensare a l mio archivio fotografico m i getta in un crescendo di emozioni che oscillano fra ricordo e nostalgia, turbamento e frenesi a . Questi sentimenti, diventano poi ancora più acuti , allorche m i accingo a mettere fisicamente le mani sull'archivio. Passare in rassegna le mie foto, indiscriminatamente, sia quelle realizzate su commissione, sia que l le person a l i , significa per me affondare nel la memoria e da essa trarre stimolo per il lavoro futuro. Ciononostante, la stessa operazione suscita in me un desiderio forte di riordino e di ammodernamento del l'archivio, che spesso sfocia nell 'ansia, generata dal la consapevolezza di non riuscire a trovare i l tempo sufficiente per real izzare questo desiderio. Il mio archivio si potrebbe, concettualmente, dividere in due momenti: Archivio attuale: costituito da negativi, divisi in b/n e colore, brevemente descritti, datati e numerati progressivamente; diapositive conservate per lo piu in scatole di plastica con caricatore; positivi contenuti in cassettiere corredate di documentazione e schede in cui riporto la data , il titolo e l'autore. Se la foto è anonima e priva di soggetto, cerco comunque di descriverla (questi accorgimenti sono riferiti alle fotografie del l 'Ottocento, di cui sono modesto, ma appassionato col lezionista). Archivio ideale: è l 'archivio a cui tendo, con smania quasi fanciu llesca, è un archivio i nformatizzato, in cui tutte le informazioni siano contenute in una base di dati specifica, faci lmente consultabile. Tuttavia, alla real izzazione di questa idea si frappone un ostacolo di duplice natura; l ' una legata al fattore tempo, sempre mancante quando si tratta di affrontare operazioni di riordino, l 'altra al fattore costi, comunque ancora elevati se si vuole acquistare e mantenere una strumentazione informatica adeguata. • Noname 1 Paolo Guolo (1944), scultore e fotograto, vive e lavora a Treviso. Ha incominciato ad interessarsi alla fotografia nel 1965. Dal 1977 al 1990 ha tenuto corsi di tecnica e storia della fotografia presso il Liceo Artistico, dove ha pure insegnato per molti anni figura e ornato modellato. È stato cofondatore del gruppo "Magnum 70" con A. Dorigo, M . Grespan, W. Fenuccio, e G . Coppola, che ha animato la scena culturale fotografica trevigiana degli anni ' 70 e curatore delle esposizioni fotografiche nella galleria "Foto-grafia " dal 1981 al 1995. Mostre personali: Teatro& Teatro, presso la Fondazione Bevilacqua La Masa (VE), 1971; Paris, presso la Libreria Einaudi (TV), 1976; 5x 70 Momenti Quotidiani, presso la galleria Nuova Fotografia (TV), 1981; 5x70, presso la Galleria Arcimboldo (TV), 1984; Polaroids [19762002], presso lo Spazio Antonino Paraggi (TV), fino al 3 novembre 2002. [comprende una selezione di polaroids a colori scelte dall 'ampia serie che Guolo va realizzando come propria personale ricerca, dal 1976. Esposte insieme a cinque terrecotte di recente produzione, le polaroids di Guolo sono testimonianza di una complessa personalità artistica capace di apportare all'immagine fotografica una tensione plastica d'ombre e luci spiccatamente scultoree] Mostre Collettive: l o Salon Européen d'Art Photographique (Orléan), 197 2 ; Religione S.p.A., Studio Martini (TV), 1972. Sue immagini sono pubblicate, oltre che in diversi cataloghi di scultura e pittura, i n : Bettin i , L'ultima metafora di A. Viani, Ed. N. Pozza, 1969; Dalla Costa, Volti e luoghi della resistenza , 1979; Bianchin, Treviso negli anni del degrado, Ed. Matteo, 1981; D. Dal Pos, Burattini e marionette a Castelfranco e nella Marca trevigiana, Ed . Corbo&Fiore, 1984. Noname 2 58 Andrea Negretto « l " n u ovi stra n ieri " , m a rocch i n i , senegales i , nigeri a n i , ecc. ci passa no a fanco nelle strade, sono in fi la con noi al supermercato, sono nella cronaca dei giorn a l i . Ma troppo spesso questi volti n o n l i ved iamo veramente: la loro d iversità cu lturale ed etnica ci spinge al sospetto, a l la diffidenza e a considera r l i in maniera molto sbrigativa ma non per questo p i ù rassicurante, come una sorta di numero statistico, di entità astratta , di potenziale pericolo. Da quest' idea , nasce la volontà d i restituire a queste persone una visibil ità concreta , il riconoscimento cioè, di una loro presenza rea l e , di u n a l oro dign ità umana . " • Andrea Negretto, nato a Treviso n e l 1970, s i awicina a l la fotografia durante una permanenza giovanile di due a n n i a Londra . Deciso ad approfondire le potenzial ità espressive del mezzo fotografico, è tornato in Italia per frequentare la scuola fotografica " R . Bauer" d i M i lano. Proprio a Milano i nizia l a sua attività professionale entrando in contatto con agenzie fotogiornal istiche con cui collabora per tre a n n i nei qual i , lavorando tra cronaca ed attual ità m i lanese, trova il suo " senso fotografico " soprattutto nelle tematiche social i . Tornato a Treviso nel l ' aprile '99, oltre a d i n iziare nuove collabo razioni con agenzie fotogiornal istiche loca l i , i n izia un progetto fotografico riguardante il fenomeno del l ' i m m igrazione nel Veneto, ed in particolare in Treviso, con l 'obiettivo di "vedere" chi sono e come vivono i nostri vic i n i . Negretto-Rulottopoli 59 ì Segnalazione L i b ri a c u ra d i lta l o Za n n i e r AA. W , Thomas Struth, 1977-2002, The Metropol itan Museum of Art, New York 2003. Edito in collaborazione con il Dallas Museum of Art, il M useum of Contemporary Art d i Las Angeles e i l M useum of Contemporary Art di Chicago, questo monumentale volu me è il catalogo della mostra antologica ina ugurata in febbraio a New York, nelle maestose sale del Metropolita n , che ospita la Fotografia con la stessa d ignità delle a ltre Arti. Dovremmo i m parare! Dovremmo a nche noi poter contare su studiosi attenti alla contemporaneità, carne Maria Morris H a m bo u rg, curatrice del Dipartimento di Fotografia del grande M useo americano! Thomas Struth ( 1954) è un noto fotografo tedesco, che si è ded icato soprattutto al paesaggio urbano e n o , ma anche a l ritratto e a l l o sti l i l ife. In questo catalogo-libro , sono trascritte, con eccezionale raffi natezza grafica, le sue spettacolari gigantografie , tra le quali a lcune di " i ntern i " ita l i a n i : la Ch iesa dei Frari con L"'Assunta " del Tiziano, o una sala dell 'Accademia d i Venezia, con il Veronese a fare da sfondo; i visitatori fotografati nel l ' interno, penetra no nel l ' i m magi ne globale, s i " schiacciano " e si i ntegrano nella scenografi a , determ i na ndo u n " quadro" n uovo. Chi guarda queste gigantografie (quella dell 'Accademia veneziana è di 184,5 x 228,3 cm) vi si trova coinvolto, entra nel l ' immagine, quasi come accade con " Las Meninas" di Velasquez. Ma, soprattutto , l ' i ngigantimento sembra guasi sempre legittimo, ossia progettato sul vetro smerigl iato 20x25 c m , e non soltanto una operazione tecn ica , oltretutto costosa, di laboratorio . I n quelle d imensioni si rivelano dettagl i a ltrimenti i rrileva nti , che invitano a una lettura attenta del l ' immagine, per scoprire a l suo interno tante " altre fotografi e " , quasi come i n u n montaggio a mosaico. Pare che queste fotografie abbiano trovato col l ezionisti e musei disposti a paga rle o ltre mezzo m i l iardo delle vecch ie l i re! I l l ibro è Made i n ltaly: Verona. R . Bonavog/ia , Venezia. Suggestioni e colori, Comune d i Venezia, 2002. L' ennesimo vol u me su Venezia, con i soliti l uoghi com u n i (carnevale, nebbie, a rch itetture . . . ) , ma spesso riscattate dalla qual ità delle i m magini di Rosario Bonavoglia, "dilettante i n fotografia " , però c o n i l talento d e l profession ista. Il l i b ro contiene anche due brevi testi di Woody Allen e Gore V i d a l , c h e impreziosiscono la pubbl icazione, stampata c o n la sol ita cura dalle Arti Grafiche Pizz i . A. Modonesi, Fogliò, Centro Studi Va lle I magna , Bergamo 2002 . fotografia nel 1960, nel pieno del di battito "an photography" , mentre il neorea l ismo era a l canto del cigno. La sua fotografi a , data l 'epoca legitti mamente in bianco-nero (e n o n p e r certo snobismo nostrano, di chi ritiene che i l b/n sia più " a rtistico" del colore . . . ) , si ntetizza i l gusto e le tipologie degli anni ' 60-' 70 , e specialmente la ricerca , quasi nostalgica, del " buon tempo antico " , che nei due vol u m i appare accattivante, come nell 'opera magistra le di un altro bergamasco, Pepi Merisio. l vol u m i sono efficacemente presentati da Cesare Colombo, con introduzione d i Alessandro Ubertazz i . L e fotografie origi nali s o n o depositate presso l ' a rchivio fotografico del Centro Stu d i Va l le I m agna . AA. W , Looking on , Accademia di Belle Arti di Ravenna l Linea di Confine, Rubiera, 2002 . AA. W , Nice to see you, IUAV 1 FDA 1 clasAV, Venezia - Linea di Confine, Rubiera , 200 2 . Ancora due sign ificative pubbl icazioni d i Linea d i Confin e , nel sol ito formato ad "albu m " , con la grafica raffinata di Camuffo; una collana che documenta sistematicamente la ricerca , spesso trasgressiva , della " n uova " fotografia ita l iana, connotata comunque d a l magistrale Guido G u i d i , che si awerte presente i n pri m o p i a n o anche nelle opere d e i suoi a l l iev i , i n q uesto caso q uel l i dell 'Accademia di Belle Arti di Ravenna e del Laboratorio presso I ' I UAV, dove G u i d i riflette con i ntensità la sua filosofia. Grazie. M . Tonon, Gesti da Museo, Editrice Compositori , Bologna 2002 . I l vol ume, cu rato da M a rco Tono n , d irettore del Museo Civico d i Scienze Natu ra l i di Brescia , con l ' i ntervento di Lau ra Santarossa e Vittorio Turozzi , raccogl ie " u na documentazione iconografica d i gesti compi uti d a l l ' u o m o " , nella vita di montagna, con lo scopo d i i l l ustrare anche metodologie di lavoro ormai quasi obsolete, che alcuni piccol i musei hanno però proweduto a " conservare" perlomeno nelle i mmagi n i . Com ' è i l caso delle sequenze fotografiche rea lizzate quasi dieci anni orsono da Giannanto n i o Battistel l a , autore tra i più colti e avanzati della nostra giovane fotografia , e attua lmente docente di questa d isciplina a l l ' U n iversità d i Udine. I l suo racconto s u l " lavoro di montagn a " (fienagione, a rtigianato, coltivazione, trasporto . . . , realizzato a suo tempo per il M useo Casa Clautana di Claut in Valce l l ina) è un ecce l lente esempio di a ppl icazione della fotografia , cadenzata in alcune sign ificative serie di i mmagi n i ; "fi l ms a scatti " cadenzati nel tempo d e l l ' azione, quasi con un criterio cronofotografico. A. Modonesi, Chelò, Centro Studi Va l l e I magn a , Bergamo 2001. Due vol umi del l 'ormai sol ito "grande formato" , raccolgono e fanno conoscere l ' opera di uno tra i nostri più im pegnati fotografi del dopoguerra, Alfonso Modonesi ( Berga mo, 1941), awiatosi a l la G. Obici, Racconti metropolitan i , G rafo, Brescia 2001. Il vol u me raccogl ie u n ampio e d iacron ico reportage s u l "segno urbano " , di G i u l i o Obici (Venezia, 1934), un "flaneur dei nostri 60 giorn i " , lo defi n isce G razia Neri nel l ' i ntrod uzione. Dettagl i di paesaggio, spesso "giocati " con i l trompe l ' oe i l , l 'accostamento del naturale con l ' a rtificiale (man ifest i , manichini . . . ), con a l l usioni o n i riche, d 'atmosfera su rreale, anche nel ricordo ( i nconscio ?) di un Atget, o d i Luigi G h i rri q u i in bianco-nero. G. Rivecchio, Dizionario delle scoperte scientifiche e delle invenzioni, B U R , M i lano 2001. U n utile d izionario delle scoperte e delle invenzioni , da tenere a portata di mano come una grande enciclopedi a ; peccato che per la Fotografia ci siano alcune i mprecisi o n i ; ad esempio, non è i l 19 agosto 1839 c h e viene presentata la Dagherrotipia , bensì i l 7 gen n a i o , da Arago-Biot-H u mbolt, a l l ' Accademia di Francia . Il 19 genn a i o , ci fu invece la comun icazione definitiva anche del procedimento (e l ' i ndomani Daguerre pubbl icò i l "manuale") in una emblematica seduta comune dell 'Accademia parigina delle Scienze e d i quella delle Belle Arti con i l famoso " discorso" di Arago. E poi , Daguerre non aveva "acqu i stato" da N iépce il " metod o " , m a d i Nicéphore N iépce era stato socio dal 1829 al 1833, quando q uesti morì . Ancora : Tal bot brevetta la calotipia nel 1841 , m a già nel 1839, pochi giorni dopo Daguerre, presenta i suoi " d i segni fotogenic i " , con i l sistema negativo-positivo, già sperimentato con successo nel 1835 (si veda " Latticed Wi ndow with the Camera Obscura " , August 1835, Col i . Royal Society, Londra). N iente d i grave , ma certamente crea , perlomeno a m e , qua lche i ncertezza . G. Palazzi, Immagini fra poesia e neorealismo, G rafo, Brescia 2002. G i useppe Palazzi ( B rescia 1895-1994) è stato un fotografo assai noto , specialmente n e l l 'Ita l i a del dopoguerra, presente nelle maggiori esposizi o n i , con i mmagi n i che si pongono, come sottol i nea il titolo del volume, "fra poesia e neorea l ismo " , secondo una ricerca formale a ncorata però a una lettura romantica d e l l ' a mbiente sociale. Che M a ri o G iacomelli gli sia stato maestro, l o rivelano molte i mmagi n i di questo catalogo, c u rate da G i u l io Obici, Eros Fiammetti e V incenzo Lottine l l i per l ' a ssociazione bresciana " i l Bianco e Nero" e i l Comune d i Bergamo. U n doveroso ricordo del fatografo Pa lazzi, che i ntegra util mente la nostra storia della fotografia . A . Gigli, Passanti, Charta, M i l a n o 2002. Attilio G igl i (Pesaro , 1934) , delicato fotografo, dopo una laurea i n Lettere a l l ' U n iversità d i Roma , ha raccolto in questo l i bro u na serie di immagi n i real izzate tra il 1993 e il 1996, che solo in parte sono già conosci ute . Ha " i n seguito" i passanti nel loro itinera ri o quotid iano, cogl iendone i gesti di strada, spesso 61 sfuggenti, in accattivanti istantanee. Lo presenta brevemente Roberta Valtorta, che defi n i sce il lavoro di Gigl i , " Piccol i sogni imposs i bl i " . R . Bertasi, La ragazza con l a valigia, Desenzano 2003. Dal l ' instancabile Renzo Bertasi ricevo d i tanto in tanto vari l i b r i , c h e rivelano non soltanto una sua i nesauribile passione per l a fotografia , ma una cu ltu ra fotografica ricca di motivazioni semantiche e sociologiche. Immagi n i "di donne" , in questa occasione, di varia tipologia (dal pri missimo piano, a l la " posa" a m bientata) , che però non coincidono con il titolo, " La ragazza con la valigi a " e neppure sono un racconto sistematico s u l l a "condizione fem m i n i l e " , come suggerisce nella prefazione Mauro Corradi n i ; ogni immagine, ogni donna , ha u na sua storia, in questo l ibro che forse pretendeva una d iversa, più funzionale i m pagi nazione. L. Bussulati, AKH. Verso la luce, Charta , Milano 2002 . Ancora un megavolume, con suggestive im magi n i di paesaggi "fantastici " - natura l i e strutturati -, ripresi con luci spettra l i . notturne, artificia l i , sospese nel m i stero della lettura fotografica. Luigi Bussolati (1963) è un convincente fotografo di Parma, q u i presentato da A l d o Carotenuto . AA. VV. , Piermario Ciani, Dal G reat Complotto a Luther Blisset, AAA Edizioni e J u l iet Art Magazine, Bertiolo (Ud i ne) 2000. AAA (Artisti Autobiografici Affamati) è l ' editrice d i questo si ngolare volume, veramente "da collezione" (cercatelo!), che ha per protagon ista Piermario C i a n i , un a utore difficile da defin ire, "tra fotografia e grafica " , l inguaggi comunque sempre i ntesi in modo "trasgressivo " . Piermario Ciani è stato presentato (scoperto?) come fotograto nel primo n umero della rivista " Fetologia " , nel l 'orma i lontano giugno 1984, pubbl icando una serie di provocatorie "Colorxerox " , dai colori acidi in fotocopia. Ciani ha proseguito nel suo l ucido percorso interdisciplinare, pionieristicamente awiato con le n uove tecnologie d ' immagine; ci soffermeremo sul suo lavoro in u n prossimo numero d i " Fotostorica " . • FACILE DA MONTARE E SMONTARE REGIONE VENETO PROVINCIA DI TREVISO Assessorato alle Politiche Assessorato per l a Cultura e l'Identità Veneta ai Beni Culturali La Regi o n e Ve n eto e gl i arc h ivi de l l a fotografi a Mass imo Canel la D i rezi o n e C u ltu ra Regi o n e Ve neto S i s a c h e va ntagg i o e l i m i te d e l l ' età m atu ra è c h e le n u ove s i t u a z i o n i fa n n o scatta re i n ge n e re r i c o rd i : e n u m e ro s i r i c o rd i l egati a l s e rv i z i o i n R eg i o n e m i s u s c i ta l ' a rgo m e nto g l i a rc h i v i fotografi c i ve n eti - s u c u i Ad ri a n o Fava ro m i h a c h i e sto u n a p p u nto , i n o c ca s i o n e d e l l a p u b b l i c a z i o n e d i u n d o s s i e r i s p i rato a u n a r i c e rc a reg i o n a l e i n m e r ito . La c o n s a pevo l ezza d e l l e tem ati c h e re l at ive a l b e n e c u lt u ra l e fotografi c o , m o strata u n p o ' d i s c o n t i n u a m e nte m a c o n p re c o c ità d a l l a R e g i o n e Ve n eto , h a u n n e s s o c o n l a c o n te m p o ra n e a i stitu z i o n e a I l ' l U AV ( I st ituto U n i v e r s ita r i o d i Arch i tettu ra - Ve n e z i a ) d e l l a p r i m a catted ra d i Sto r i a d e l l a Fotografi a n e l l a sto r i a u n i v e r s i ta r i a ita l i a n a . l p ri m i a n n i Otta nta s o n o stati u n m o m e nto d i fo rte c o l l a b o ra z i o n e fra l a Regi o n e e l e U n ive rs ità ve n ete , n e l l a p rogetta z i o n e , s e c o n d o l a m e nta l ità d e l l ' e p oc a d e l l a p rogra m m a z i o n e e c o n o m i c a e s o p ratt u tto d e l l a p rogra m m a z i o n e te r r i to ri a l e . C i ò h a po rtato a l l ' e l a bo ra z i o n e d i n u m e ro s i st u d i e a n c h e a l l a p rod u z i o n e d i i m p o rt a n t i vo l u m i c u rati d a staff d i d o c e nti , c o n i n ev i ta b i l e atte n z i o n e a l l ' a s petto i c o n ografi c o , s pe s s o c u rato d a l ta l o Za n n i e r. E Za n n i e r, d o c e nte a p p u nto d i Sto r i a d e l l a Fotografi a , m etteva s e m p re u n a p u nta d ' atte n z i o n e p e d a go g i c a n e l p re s e nta re q u e st ' u lt i m a n o n s o l o c o m e mezzo d i documentazione e non tanto come riflesso della rea ltà oggettiva , q u a nto pi uttosto come eserc i z i o d i u n ' a rte e d i u n a tec n ica con u n a forte capacità di proporre o di i nfl u e n za re la percezione e l ' i nterpretazione d e l l a rea ltà : l ' attività d e l produttore di i m magine ven iva n o n n ascosta , ma p i uttosto messa in evidenza n e l l a s u a natu ra di evento e sto ric izzata . U g u a l me nte c o l l egata con lo stu d i o d e l territor i o è l ' i m po rtante racco lta d i foto , soprattutto a e re e , p rodotte in re l a z i o n e a l la prod u z i o n e d e l l a Ca rta Tecn ica Regi o n a l e . N e l l o stesso a rco d i tem po fu m m o i nformati d e l l a serie d i attività che s i a n dava no svi l u ppando n e l c a m p o d e l l a fotografia stor i c a : g l i Arch ivi A l i n a ri d i F i renze, l ' e s perienza d e l l 'Archivio Fotografico Toscano d i Prato con l a sua b e l l a rivi sta ; l a mostra s u M a u r i z i o Lotze a Veron a ; la va l orizzazione d e l l ' a rc h iv i o fotografico Ferretto - Fini da pa rte d e l l a B i b l i oteca C i v i c a d i Trevi s o , le attività d i Pal azzo Fortuny. La produzione dei fotografi ottocenteschi venez i a n i fu oggetto a quel tem po anche d e l l e atte n z i o n i d i a ut o ri c o m e Alberto Moravia ( p e r la fotografia popu l i sta o d i genere) o u n m o lto gi ova ne V ittor i o Sga rb i ( pe r l a docu mentazione storico a rt i stica ) ; me ntre , in a m b ie nti d ivers i , ven iva v a l orizzata l a pro d u z i o n e avente come soggetto l a Venezia i n d u stri a l e , c u i l avorava g i à a l l ' e po c a , fra g l i a ltri , D a n i e l e Res i n i . Da profa n i , com i nc i a m m o a c a p i re la c o m p le s s ità d e l l ' a p procci o che b i sogna riservare al bene fotografico, come fonte docum entaria e i n s i e m e come prod uzione s i a a rt i st i c a , s i a tecn ico - co m m e rc ia l e : da u n l ato l a fotografia d e i Venet i , d a l l ' a ltro , per cita re i l tito l o d i u n b e l l i b ro d i Z a n n ie r, i l Veneto d e i fotografi . Q u esta p resa d i coscienza , che è stata p ropria deg l i a m m i n i stratori d e l t e m p o p r i m a c h e d i n o i fu nzion a ri o d i rige nt i , si è poi trad otta , a l di là d e l l ' a p poggio a m a n ifesta z i o n i este r n e , i n d u e i n iz i ative d i u n certo r i l iev o . L a prima è stata la catal ogazi o n e , nel l ' a m b ito d i c o l l aborazi o n e c o n l a Sopri ntendenza p e r i B e n i Artistici Stor i c i e Demoet no a ntro pologi c i , d i 7 700 negativi fotografici s u l a stre a l l a ge lati na del fo ndo d e l fotografo ve neziano Tom m a so F i l i p p i , l a s ciato i n eredità a i ' I R E d a l l a vedova E l v i r a . S i tratta d i u n fondo d a l l a storia e d a l l a struttura c o m p l e s s e , c h e contiene u n a vera m i n i e ra d i i m magi n i s u l astra , positivi , c a rto l i ne d i vari auto r i , desti n a z i o n i e 64 period i , uti l e per i ricercato ri , per la pro m oz i o n e t u r i stica , per i n i z iative e d i to ri a l i d i vario genere . Le schede i nformatizzate costitu i s c o n o i l p r i m o n u c l e o del settore s u i b e n i fotografici d e l Cata l ogo regi o n a l e d e i b e n i c u lt u ra l i . La seconda è stato l ' accog l i m ento d e l l a p roposta d i Z a n n i e r, e d e l c o m p ia nto Pa o l o C o stant i n i , d i u n a so rta d i cen s i m e nto d e l l e rea l tà di fotografia storica n e l Veneto. Q u e sto l avoro , effettu ato con la c o l l a b o razione d i u n gru ppo d i gi ova n i stu d i o s i , h a po rtato a l l a redazione d i 2 3 0 schede d i v i s e i n d u e a ree d i ricerc a : a rc h i v i e a l b u m . V i s o n o contenuti a nzi tutto i dati a n agrafici d i ogni archivio e i l n o m e d e l s u o res p o n s a b i le , e l e i nfo rmazi o n i s u l l e t i p o / ogie dei m ateri a l i fotografi c i c o n s e rvati e s u a l b u m , soggetti e d a utori . A l l a fi ne degli a n n i N ova nta esso è stato ri preso per p rocedere al necessario agg i o rn a me nto : delle 2 3 0 rea ltà cens ite nel 1 9 9 1 h a n n o r i s posto i n c i n q u a n t a , d i c u i 2 6 h a n n o a uto rizzato l a d i ffu s i o n e p u b b l ica d e i dati attrave rso i l s ito I nternet www. regi o n e .veneto . itj c u ltu ra , d ove essi sono attu a l m ente reperi b i l i . Approfitto d e l l ' occa s i o n e per i nvita re c h i non ha a n co ra riten uto di a d e r i re a q u est ' i n iziativa a fa r l o o ra , o a segn a l a re eventu a l i i n esattezze: essa ce rca d i a s s i c u ra re u n servizio c h e v u o l e fac i l ita re i perco rsi d i ricerca (costru i b i l i a part i re s i a d a l fo n d o , s i a d a l l ' a uto re , s i a d a l soggetto) , e sti m o l a re m agari i n iziative u lterio ri . Consa pevo le d e l l a v a l i d ità di q u esta i n i z i ativa , credo ugu a l m e nte che a b b i a avuto ragi o n e l ' a ssessore regi o n a l e Se rrajotto n e l d i re , a l l a p resentazione trevigi a n a del 7 feb b ra i o d i q u est ' a n n o d e l d o s s i e r d i Fotosto rica s u l le foto d e l la G ra n d e G u e rra , che si è trattato di " va l ide i n iziative che n o n s o n o a rrivate a d a s s u m e re l a v a l enza d i u n p rogetto reg i o n a l e d i l a rgo res p i ro " . U n a funzione i m portante, c h e ha s u p e rato sotto certi r i s petti il vincolo che l a lega o rga n i c a m e nte al s u o territo r i o , va r i c o n o s c i uta a l l a P rovi ncia · d i Trev i so , che c o l FAST ( Foto Arch ivio Storico Trevigia n o ) ha sa puto d i a l oga re a nche con le a m m i n i stra z i o n i locali per conse rvare e v a l orizz a re i m o lti prezi o s i fo n d i fotografici presenti a nche n e i pi cco l i centri , rigu a rd a nti t e m i forti de l l ' i d e ntità v e neta come le trad izi o n i , l e a rc h itetture r u ra l i , i l paesagg i o - e n a t u r a l me nte q u e l l ' evento così dete r m i na nte per l e p o p o l a z i o n i di qua e di là del P i ave che è stata la G ra nde G ue rra . Ed è proprio a qu esto riguardo e con l a co l l a b o ra z i o n e d e l FAST c h e l a Regione h a fatto q u a l c h e p a s s o s u u n a v i a p o c o e s p l o rata ; l a v a l orizzazione d e i fo n d i fotografici uti l i zzati o depos itati presso i m u s e i , l e b i b l i oteche e g l i a rch ivi d i ente l o c a l e o d i i nteresse l o ca l e , i l c u i o rd i na m ento rientra fra le s u e com petenze. S i sono dovute aff i d a re l a scelta delle m o d a l ità d i r i l evazione 65 cata l ografica , p re n d e n d o atto della d i vers ità d e i s i ste m i adottati a l l ' interno d e i b e n i a rtistici e dei b e n i l i b ra r i e d e l l a n o n u n ivoc ità d e l l e i nterpreta z i o n i d e l l e n o rme d i ogn u n o dei s i ste m i , e l ' accertame nto della titola rità dei d i ritti , c o l l egata con l ' i n d iv i d u a z i o n e d e l l e vicende dei fo nd i ; ci si è resi conto che le esigenze d e l l a sa lvaguard i a d e l l a q u ota magg i o re poss i b i le d i patri m o n i o fotografico i m porrà spesso i n futuro di accontenta r s i in un p r i m o m omento de l l ' i nventa riazione e di descri z i o n i s o m m a r i e . Ma p i ù i m portante a nc o ra d i q ueste attività mi s o n o s e m b rate le forme di c o l l a bora z i o n e , c u i ha parteci pato a n c h e il Ce ntro Prov i n c i a l e di Servizio per le b i b l i otec h e , per prom uovere u na coscienza d e l l a n a t u ra del bene fotografico n e l l e strutture d i conservazi o n e con d iverse fi n a l ità e senza sez i o n i s pec i a l i stiche: attività fo rmative e d i aggiorna m ento p e r b i b l i oteca ri e a rch ivisti c h e desse ro l o ro le com petenze n o n catal ografi c h e , ma tecn ico - fotografiche m i n i me per fa r fronte a l l a conservazione dei patri m o n i l o ro affi d a t i , a parer m io da cont i n u a re ed este ndere . Sem pre a l te m a d e l l a G ra nde G u e rra è col legata l ' acq u i s iz i o n e del n u c l eo p i ù s ign ificativo d e l l a sez i o n e "fototeca " d e l l a M e d i ateca d e l l a Regione Veneto , o ra osp itata n e l l a V i l l a Sette m b r i n i d i Mestre: un gru ppo di c i rca 3 . 600 riproduz i o n i , a c q u i s ite c o i relativi d i ritti , di foto prove n i enti d a l M u seo del R i sorgi mento ospitato n e l V ittor i a n o d i R o m a . L' uti l izzo d i q u este i m magi n i n o n è stato fino ra m o lto i ntens o , a n che se va n n o ricordate a l c u n e b e l l e i n i z i ative espos itive ed editoria l i a n i m ate d a l gruppo d i Ponte di Pi ave di E u ge n i o Bucci o / . M a , se tutto a n d rà b e n e , esse presto s a ra n n o d i s po n i b i l i , a s s i e m e a l l e a ltre i m magi n i fotografiche o a u d i ov i s u a l i d e l l a M ed iatec a , i n u n a rete telematica attivata fra la M e d i ateca stessa e le s a l e m u lti m e d i a / i da a l c u n e b i b l i otec h e venete fi n a n z iata d a l lo Stato n e l l ' a m b ito d e l progetto M e d iateca 2000 a v a l e re s u i proventi d e l l a ve n d ita d e l l e conces s i o n i d e l le freq ue nze p e r i telefo n i n i d i u lt i m a genera z i o n e . Se tutto a n d rà ben e , gra n d i pos s i b i l ità s i a p r i r a n n o c o n l ' este n s i o n e d i q u esta rete , p e r la tutela e l a va / o rizzazione d e i n ostri patr i m o n i d i i m m agi n i . I n q u este cose bi sogna sapersi rendere d ispo n i b i l i a l n u ovo senza i ne rzie o riserve: perché è vero, come d icevo a l l ' i n iz i o , che l ' e s pe rienza è i n d i s pe n s a b i l e , ma è a n c h e vero q u e l c h e d iceva Wittgenste i n , che " b isogna s a per buttare l a s c a l a che s i è u sata per s a l i re " , ed a n d a re ava n t i . • Gli Arc h ivi Fotografi c i del Ve n eto Ad ri a n o Fava ro C o n q u e sto n u m e ro Foto sto r i c a a p re u n a fi n e stra d e d i c a ta a g l i a rc h i v i fotografi c i d e l Ve n eto : n e l l e n o st re i n te nz i o n i q u e sto D o s s i e r ed i s u cc e s s i v i c h e s e g u i ra n n o s u q u e sto s p e c i f i c o te m a , d ovre b b e ro p e rm ette re d i p re s e nta re p rogre s s i va m e nte l e va r i e re a ltà a rc h i v i sti c h e d i fotografi a sto r i c a p re s e n ti n e l l a n o stra regi o n e . Foto sto r i c a i nfatt i , o ltre a d effett u a re vo lta a vo lta u n ' a n a l i s i d i te m i tec n i c i e s pe c i a l i st i c i d e l l a fotografi a sto r i ca , i n u n a v i s i o n e n a z i o n a l e , h a o p e rato a n c h e e p ri n c i pa l m e nte p e r l a d i ffu s i o n e e l a c o n o s c e n z a d e l l a c u l t u ra regi o n a l e p e r i l tra m ite d e l l a fotografi a , c o n u n a o pe ra z i o n e c h e , n e l l ' u l t i m o d e c e n n i o , è stata re s a p o s s i b i l e gra z i e a d u n a n u ova s e n s i b i l i tà p e r l a s a lvagu a rd i a d e l l a m e m o ri a e d e l l e t ra d i z i o n i l o c a l i . Q u e sta s e n s i b i l ità h a p o rtato a d u n s e m p re p i ù va sto i nte rve nto d eg l i E nti Loca l i fi n a l i zzato a l l a ra cco lta d i i m m a g i n i fotogra fi c h e p rove n i e n t i d a l l e p i ù d i s pa rate fo nti , a i fi n i d i u n a l o ro tute l a ed u s o s u u n a rchivio fotografico operante da ben 1 2 a n n i ed ha finanziato a più riprese, spesso con il sostegno del la Regione Veneto, specifici interventi nel campo della fotografia storica per diffonderli poi attraverso le pagine di questa rivista. Altre rea ltà di i n iz iativa nel campo d e l l a fotografia s i s o n o p o i affacci ate a l l a riba lta a Ve nez i a , Padova , Vero n a , ed in tanti com u n i del te rritorio trevigi a n o , a P i eve d i S o l igo , a Castelfra nco, a S . Po l o di Piave, a V ittorio Ven eto , a Ponte di P iave , ecc. D u n q u e l ' i ntervento degl i Enti Loc a l i veneti ha fre q u e ntemente permesso u n a va l o rizzazione d e l l e raccolte d i fotografie storica conse rvate presso l e p i ù d i s pa rate rea ltà d e l l a reg i o n e , q u a l i m u se i , b i b l i otec h e , a rc h i v i , associazi o n i , i n d ustri e , red az i on i , osped a l i , u n ivers ità , forze a rmate, i stituti scolast i c i , co l lez i o n i sti privati ecc . : s i tratta d i l uogh i i n c u i s o n o d i s pon i b i l i significative i nformazi o n i s u l la storia d e l l e più d iverse attività u m a n e , l a cui t i p o l ogia varia a seconda delle fi n a l ità per c u i queste racco lte s o n o state costitu ite , perm ette n d o s pesso u n l o ro u s o a n c h e q u a l i fo nti d i n uovi dati etna-a ntro pologici da pa rte d i d iverse d i s c i p l i n e sto riografiche. Va sotto l i neato come n e l l o svolgersi degl i i nterventi d i sa lvaguard ia d i detti archivi s i s i a n o s pesso palesate d iffi c i l i condizi o n i di conservazi o n e , u n a cata l ogazi o n e effettuata a volte con meto d i s o m m a r i e n o n i d o n e i c o m u n q u e a l tratta mento d i m ateri a l e fotografico sto r i c o , u n a ri prod uzione d i ta l i i m magi n i concessa a l l ' ute n za , ma effettuata i n certi casi se nza l e d ovute preca u z i o n i per quel che attiene l ' osse rva nza d i vi ncol i n o rm ativi (p rivacy, copyright, ect . ) , evidentemente pes a n d o la c a renza d i s pec ifica fo rmazione degli o peratori stess i . È u n campo d ' i ntervento dove mo lto vi è a n cora d a costru i re e n e l q u a l e trova u n suo specifico ruolo q uesta rivista , fi n a l izzata a pp u nto a com u n icare e d ivu lga re la cu ltura d e l l a fotografica sto rica , i n q u esto caso po rta n d o a l l a l uce su q u este pagi ne l a vasta realtà degl i a rch ivi d e l l a fotografia veneta . • c u lt u ra l e p u b b l i c o . È u n a o p e ra z i o n e n e l l a q u a l e g l i e nt i t e r r i to ri a l i d e l Ve n eto h a n n o p e r c e rt i a s petti a nt i c i p ato u n a p o l i t i c a n az i o n a l e in rita rdo ri s p etto a i b i s ogn i c u l t u ra l i d e l t e r r i to r i o : a Trev i s o l a P rov i n c i a p u ò co nta re a d e s e m p i o 66 C o m e i nte rve n i re s ugl i Arc h ivi de l l a Fotografi a : i nd i ca z i o n i o pe rative lta l o Za n n i e r Sca l etta o pe rativa per u n pri m o i nte rve nto sci e ntifico s u g l i a rch ivi d e l l a fotografi a : - ritrova m e nto - i n d iv i d u a z i o n e - pri mo soccorso - tra sfe r i m e nto - r i p ro d u z i o n e - cata l oga z i o n e - a rc h iviaz i o n e - con s e rva z i o n e - resta u ro - ve i c o l a z i o n e 1. " Ritrovare-individuare . . " ; " scopri re " s i gn ifi ca . o ltretutto ca p i re l ' i m po rta nza d e l l ' a rc h ivi o , a n c h e s e p i cc o l o e fa m ig l i a re , come p u ò essere u n A l b u m c o n servato i n u n cassetto ; m a per c i ò è n ecessa rio conoscere l a fotografi a n e i s u o i e l e m e nti sto rici essenzi a l i , a ltrimenti c i s i riferisce so lta nto a l l ' i m po rta nza iconografica , s e m pre c h e a nche q uesta s i a " riconosci uta " ; i nso m m a , è n ecessa ria u na " c u ltu ra d e l l a fotografi a " e se q u esta n o n c ' è b i sogn a affi d a rs i a l l ' esperto , m a c h e s i a ve ra m e nte ta l e . 2 . " Primo soccorso " ; n o n s posta re gl i oggetti fotografi c i ritrovati , o p e r l o m e n o n o n sco nvo lgerne l ' assetto , regi stra rne l a l o ro co l l ocaz i o n e , re l a z i o n e e seq u e nza , fotografa re l ' i n s i e m e , i n modo d i pote r " ricostr u i re " l a s itua z i o n e d e l ritrova m e nto , c h e a vo lte può 67 essere sign ificativa d e l lavoro e delle intenzioni del collezionista , dello studioso, del conservatore, per i più vari motivi, che non sempre sono importanti , ma che a l l ' occorrenza debbono essere rintracciab i l i . I n sintesi , non i nterve n i re è già u n va l ido "soccorso" . 3 . " Trasferimento " ; l 'Archivio ritrovato andrà probab i lmente "trasferito" ed è quindi necessario fare un " progetto " , i n nanzitutto relativo al " l uogo " , anche dello stesso edificio, dove l e fotografie - in lastra di meta l l o , vetro, cel l u loide o i n positivo su carta , che necessitano di una d iversa delicatezza d i trattamento -, andranno collocate, sia pure prowisoriamente. E senza tra u m i ambienta l i di temperatura e di umidità , verificando la situazione in precedenza (megl io in una stanza i nterna e senza riscaldamento, ecc . , i n a rmadi di meta l l o verniciato a fuoco, ecc . , in scatole d i cartone a ph neutro, ecc. ) ; se il trasporto è fatto su strada (o i n barca, s e awiene i n laguna), si tenga conto delle vibrazio n i e anche dei rischi di im prowisi nubifragi ecc . , sistemando in contenitori impermeabi l i , oltre che ammortizzati . 4. " Riproduzione " ; ogni s i ngola immagine va subito fotografata , megl i o se con pel l icola diapositiva a colori, accoppiandola a un test cromatico; è sufficiente il formato 24x36, econom ico oltretutto , e che i n seguito consentirà molte a ltre operazioni e uti lizzazion i , anche mediante "dupl icati " : per l ' editoria, la didattica, lo studio iconografico, ecc . ; se si tratta di negativi in b/n , ricavare le " i mpronte" a contatto. 5. " Catalogazione " ; le immagini andranno col locate secondo schede omologhe d igital izzate, che si spera vengano presto definite (e " i m poste " ) a l ivel l o globa le, m a , per o ra , sarà sufficiente affidarsi a uno schema semplice, elementare, dove si i ndica soltanto: il nome del l 'autore del l ' im magine (se c'è o , a ltrimenti , si scriva "non i n d icato " o "non identificato" ) , il soggetto, con un titolo origi nale oppure attribuito, la data (o s . d . senza data o ca . , ossia c i rca), la tecnica (del positivo e, se conosci uta , del negativo), le dimensioni (a ltezza x base, i n m i l l i metri) , lo stato d i conservazione, la fonte e la comm ittenza (se si conosce , ed è un dato i m po rtante), l ' eventuale bibliografia , ecc . , lasciando a l futuro , i n una seconda parte della sched a , la descrizione iconografica , che i nveste m o lte d iscipl ine, non sempre conosciute dal catalogatore. 6. "Archiviazione " ; le immagini origi n a l i , sia in negativo che in positivo, vanno sistemate secondo le regole convenzion a l i in un ambiente dal m icroclima a bassa o media u m id ità (60% circa) e temperatura (20/24°C), ma senza " d ra m m i " , se i dati osci l l a n o un poco; la consultazione degli origi nali dovrebbe essere consentita soltanto eccezional mente, perché l ' i m magi n e , perlomeno nella sua iconografia , sarà resa nel contempo leggi bile i n altro modo, nella d i a positiva, o in u n CD Rom, ecc . ; è però necessaria una verifica dello stato di conservazione, per campione, almeno ogni anno. 7 . "Conservazione " ; le lastre d i vetro, a l collodio, a l l a gelatina, ecc. , andrebbero sistemate verticalmente i n speciali contenitori , ma in mancanza è preferibile !asciarle nelle eventua l i scatole origi n a l i , semmai isolandole una d a l l ' a ltra con un fogl ietto d i ca rta a ph neutro; i negativi su pel l icola di cel l u l oide, come è noto, van n o d ivisi e a l l o ntanati, se si tratta di supporti " a ntichi " a l nitrato d i cel l u losa oppure p i ù recenti a l l 'acetato, perché i pri m i sono autoi nfiammabi l i , ecc . ; i positiv i , soprattutto quelli del secolo scorso, van n o sistemati "in orizzontale" , nelle scatole di cartone a ph neutro, ma non i n n u mero eccessivo, ossia circa venti fotografie per scatola, per evitare, oltre al peso, u n ' eccessiva opera d i " ritrovamento " . Per i dagherrotipi , i calotipi e a ltre i m magi n i ottenute con rare e delicate alch imie fotografiche, l ' isolamento e l a sistemazione debbono essere più attentamente curati . 8. " Restauro " ; meglio n o n i nterven i re , se non si è in grado di affidare l 'operazione a chi è veramente com petente, ma i n ogni caso è megl io " d iffidare" e comunque procedere " otticamente" (o via computer, ecc . ) , e comunque, salvo casi conclamati , non procedere ch i m i camente e neppure con "sempl ici " lavaggi in acq u a ; l ' i m magine originale, a mio awiso, deve conservare la sua "vecch iaia " , anche lo sbiadi mento , perché quella è la sua vita. Se s i vuole individuare megl i o gli elementi iconografici, ciò è oggi possi b i l e , entro un certo l i m ite , con mezzi video-elettro n i c i . l trad izionali i nterventi c h i m i c i , fortunatamente i n parte abbandonati , snatura n o al sol ito l ' i m magine; come in altre metodologie di restauro ( pittura , a rch itettura . . . ) , il problema è " ideo l ogico " . 9. " Veicolazione " ; s ' i ntende la d iffusione d e l l e immagi n i fotografiche, c h e n e l l a maggior pa rte awiene per v i a editoriale ed espositiva, o per proiezione e per trasmissione video, I nternet, ecc. Da lla " matrice" di riproduzione 24x36 i n izial mente ottenuta d a l l ' originale, è possibi l e offrire i m magi n i sia per la stampa editoriale (monocromatica, bicromatica o a colori), sia per la d idattica (con la proiezione dei d iacolor, ecc . ) , sia per la trascrizione elettron ica i n CD Rom o la veicolazione televisiva e I nternet. Per la esposizione " i n mostra " , è necessario distinguere tra le rassegne iconografiche " a tem a " , e quelle invece specificamente "fotografiche" . Nel pri mo caso è lecito trasferire l ' im magine su qualsiasi su pporto e dimensione, indi pendentemente d a l l "' originale " , funzionale alla esposizione, m a awertendo i l visitatore che si tratta d i una "trascrizione" (al sol ito si d ice " riproduzione"), ind icandone però gl i estremi nella d idasca l i a ; se si tratta di una rassegna "specifica" (ossia " s u l l a fotografi a " ) , le i mmagi n i andranno sistemate i n cornici assol utamente senza l ' uso di adesivi , ma sistemando del icatamente (nel trattamento è d'obbligo l ' uso di leggeri guanti di fi lo bianco) le i mmagi n i su di u n su pporto di cartone neutro, con gli " ango l i n i " appl icati in precedenza secondo le misure della fotografia ; sono accettabili a nche q u e l l i d i cel lophan che s i trovano i n cartoleria. Sopra va sistemato il passepa rtout, con la "fi nestra" ritagliata possibil mente a 45°; così l ' i m magine viene distanziata dal vetro o dal perspex d i protezione. E, per fi n ire, la l uce generale del l 'ambiente dovrebbe essere i nferiore ai 150 lux, ma per i dagherrotipi e i caloti pi ed a ltre del icate i m magi n i antiche, i l massimo, a m i o awiso, è 50 lux, la c u i d u rata di i l l u m inazione è regolabile con un timer comandato con un pulsante dal visitatore, con c u i si evita che le i m magi n i s i a n o costantemente i nfluenzate d a l fl usso l u minoso. I l tempo d i lettura potrà essere d i circa 1 0 secon d i . Chi ha maggiore cu riosità e i nteresse, p u ò sempre i m p rimere u n n u ovo ordine a l l ' i nterruttore. Nel prossi m o futuro, com unque, dovremo abituarci a vedere le fotografie soltanto in riproduzione, per evita rne la progressiva d istruzione. Ma si dovrebbe sempre esporre un " ca mpione" origi nale, per assecondare l ' i nteresse scientifico del visitatore e offrire una misura di va l utazione; la fotografia è i m magine particolarmente del icata , forse non p i ù d i altre tipologie grafiche, ma nasce dalla luce e nella l uce può anche morire . • Da " Gli archivi della Fotografia. Problematiche" di l . Zannier i n Fotostorica n . 1-1998 68 L' A rc h ivi o Fotografi co della B i bli oteca Com u n ale di Bassa no Deno m i nazione Comune CAP I n d i rizzo Telefono Fax S ito WEB E-m a i l Museo · Biblioteca · Archivio Bassano del Grappa 36061 Via Museo 12 0424 522235-36 0424 523914 http:/;www.x-land.it;museobassano [email protected] I l M us e o Civico d i Bassano con serva al s u o i nterno n u merosi ed i nteressanti mate r i a l i fotografici storic i : · Fon d o Fa so l i : n . 3 9 negativi a tec n i ca c a l ot i pica d e l 1853 - Racco lta d i n. 1360 i m m agi n i i ne renti vie e p iazze d i B a s s a n o risa l enti a l periodo tra i l 1 9 1 0 e i l 2000 - Serie di a l b u m e fotografie s c i o lte ( c o m p less ivam ente n . 900 tra o rigi n a l i e ri produzi o n i ) rigu ardanti l a prima guerra mondiale - La s c ito Agosti n e l l i , n . 630 i m m a g i n i d iverse - Do n o Eredi G. Cecch i n , n. 1070 fotografie e n . 500 d i a pos itive 2 4x36 m m , i nerenti l a prima guerra m o n d i a l e · I m m a g i n i d iverse per c o m p l essivi n . 5 . 000 esem p l a ri Di A n d rea Fa s o l i ( 183 1-1904), fu tra i p i o n i e r i d e l l a fotografia nel Ve neto , il M useo di Bassano c o nserva d iversi n egativi a tecn i c a c a l oti p i c a , q u i pervenuti per l a s c ito d e l l a vedova e c o m p re s i i n u n a racco lta di 39 ri prese i ntitolata i n a utografo " P r i m i e s p e r i m e nti con o b iettivo s e m p l ice e ca m e ra di m i a fab b r i caz i o n e , c o m e p u re la ca rta cerat a , e a l b u m i nata . l p re p a rati c h i m i c i q u a s i tutti fa bbricati da m e " e segnata i n copertina " N egative i n ca rta cerata . 1853 " . Le i m m a g i n i r i p re n d o n o vari a s petti d e l l a città d i B a s sa n o , le rive d e l B renta , il C a ste l l o , l e piazze d e l Centro Sto r i c o . • Autore non identificato Biplano in volo 1915-1918 Andrea Faso/i La piazza di San Francesco, verso nord-est Bassano, 1853 Calotipo 69 l Fo ndi Fotografi c i dell' Arc h ivio Sto rico Co m u n ale d i Ve n e z i a Da n i e l e Res i n i Denom i nazione Comune CAP Indi rizzo Telefono Fax E.mail Sito W E B Archivio Storico Comunale Venezia 30124 Campo della Celestia - Castello n. 2737 /F 041.5289261 041.5239312 celestia @comune. venezia . it http:/jwww.comune.venezia.itjurbanistica L'Arch ivio Storico Comunale di Venezia custodisce principalmente la documentazione cartacea di atti, del i bere, carteggi , lettere, delle M u n i ci pal ità di Venezia dal 1806 e di M urano, Pellestrina e Burano fino al 1926, data del loro sciogl i mento e a nnessione a l Comune d i Venezia. L'Arch ivio ha a nche giacenti vari fondi - o raccolte di materia l i fotografici - con ca ratteristiche e consistenze d iverse. Essi sono il prodotto di acq u isizioni o provengono dal patrimonio stesso d e l l 'Archivio. Negl i u ltimi a n n i è stata real izzata u n ' am pia opera d i catalogazione d i d iversi fon d i , uti l izzando, prima a l ivel lo sperimenta l e la scheda FT dei i ' ICCD, poi , con la pubbl icazione del primo catalogo del fondo Giacomel l i , la definitiva scheda F. Possiamo defi ni re q u attro categorie d ifferenti d i giacenze: - il Fondo G iacomel l i , un vero e proprio fondo fotografico proveniente d a l l 'acqu isto, effettuato d a l Comune di Venezia , nel 1995, d e l l 'archivio dello Studio G iacomel l i , com prendente circa 180.000 negativi databili preva lentemente fra il 1920 e il 1970, d i cui una parte consistente su lastre i n vetro alla gelatina bromuro d ' a rgento. I l Fondo è stato inventariato e sono state catalogate, con l ' acquisizione digita le del l ' im magi ne e la scheda ICCD, oltre 9 . 000 fra lastre e pel l icole, prevalentemente riferite agl i anni trenta. Nel novero delle i mmagi n i G iacomel l i , vanno inseriti numerosi positivi provenienti da raccolte e a rchivi privat i . - a ltri fondi o raccolte d i negativi acq uisiti da varie fonti (per mezzo d i compravendita e per cessione). È i l caso d i una consistente quantità - circa 1 . 500 - d i negativi facenti pa rte d e l l ' arch ivio dello studio Ferruzzi, uno studio cittadino affermatosi dagl i anni venti del Novecento e, anche se meno importante d i G iacome l l i , titolare d i n u merose commesse d i enti e i m portanti industrie. L'archivio è andato disperso in n u merose operazioni di vendita a vari col lezionisti e speculatori . Di questo fondo , sono stati recu perati spezzoni tematici importanti , come quelli riguardanti la documentazione su a lcune aziende industri a l i di Portomarghera e del porto di Venezia. In questo u ltimo contesto, l 'Autorità portuale di Venezi a , dopo aver finanziato la catalogazione e il ricondizionameno delle immagini sul Porto del fondo Giacomel l i , d i quelle del l 'archivio Ferruzzi già conservate a l l a Celestia , ha depositato presso l ' Archivio Storico Comunale anche i negativi (in gran parte ancora di Ferruzzi) e i positivi proven ienti dal suo archivio. - fondi o raccolte d i positivi original i acquisite da varie fonti. Fra esse , molti positivi provenienti da stam pe di negativi Ferruzz i . I n tal modo, come per G iacom e l l i , si sta tentando di ricostruire, i l più possibile, la consistenza originaria di ta l i fondi, danneggiata da d istruzioni ejo a l ienazion i . Altri , provengono d a acqu isti (come u n album sulla prima guerra mondiale) o cessioni e trasferimenti: è il caso di c i rca 3 . 000 positivi - acquisiti per donazione - sull ' i ndustria d i Portom a rghera , d i vari pezzi storici proven ienti da raccolte d i famiglia, o di altre centinaia d i positivi s u l la struttura u rbanistica di Venezia e del territorio , sulle istituzioni comuna l i , s u lavori pubblici, trasferiti d a assessorati n o n competenti . - Positivi origina l i a l l egati a l l a documentazione cartacea. Tale giacenza , in costante evo l uzione per i contin u i ritrovamenti , comprende oltre un m igliaio di esemplari , fra cui numerose stampe a l l 'albumina di grande formato. Si tratta del le fotografie che accompagnano le "carte" come veri e propri documenti a l legati a l le pratiche. Tale consuetudine, iniziata nella seconda metà d e l l ' Ottocento, si è via via estesa fi no a costituire una sorta di documentazione paral lela prodotta preva lentemente in occasione di richieste di licenze edi l izie, permessi d i edificazione o trasformazioni d i stabi l i . N o n mancano i mmagi n i d i cerimonie, eventi , o d iversissime occasione in cui la testimonianza visiva era probante per le istituzioni coinvolte. Fra queste , il funera l e dei fratelli Bandiera, nel 1866, l a scomparsa chiesa di San Paternia n , nel 1874, le gondole funebri nel 1870, la serie delle " nuove" d ivise delle guardie e degli ufficia l i Comun a l i . I n varie occasion i , i n oltre, sono state real izzate riproduzion i , su pel l icola di grande formato, di positivi origin a l i temporaneamente i n possesso dell'a rchivio ma p o i riconsegnati ai proprietari . • G. Janhovich Venezia, La scomparsa chiesa di San Paternian 23 agosto 1873 Reale Fotografia Giacomelli Venezia, La chiesa di San Giovanni e Paolo fine 70 '800 L ' A rc h ivi o p rivato Aldo Ross i presso l ' Arc h iv i o di Stato di R ovigo Denomi nazione Comune CAP I n d i rizzo telefono Fax S ito WEB E-m a i l Archivio d i Stato d i Rovigo Rovigo 45100 via Sichirollo 9 0425.24051 0425.25613 http:/1archivi.beniculturali.it:SOOOlASRO/index.html 081@ rpv. beniculturali.it L'A rc h iv i o di Stato di Rovigo , i stitu ito n e l 1964, è ospitato fi n d a l l a s u a apertura , n e l 1 9 6 7 , n e l l ' ex sede d e l Sem i n a ri o vescov i l e i n v i a S i c h i ro l l o , u n com plesso m o n u menta l e p restigioso progettato d a l l ' a rch itetto vicenti n o D o m e n i co Ce rato i ntorno a l 1 7 7 7- 1 7 7 8 . Tra i tanti a rch ivi c u stod iti a l l ' i nterno d i q uesta i stitu z i o n e , e d i n otevo l e i nteresse per lo stud i o s o d i fotografi a , vi è l 'Arc h iv i o privato d i Ado lfo R o s s i (1857-1 9 2 1 ) , gra nde giorn a l ista d i scepo l o s p i ri t u a l e d i Alberto Mario, d i plomatico, m i n i stro p l e n i pote n z i a r i o i n Pa raguay ed infine C o n s o l e gen e ra l e i n Argenti n a . P u r m od e sto q u a ntitativa m ente ( 1 1 b uste ) , i l s u o a rc h i v i o , costitu ito preva l e ntemente d i ritag l i d i g i o rna l i , fotografie , a rt i co l i , l i b r i , c i m e l i , s i rivela i nteres s a nti s s i m o per l a ricch ezza e vari età di i n fo r m a z i o n i che spaz i a n o d a l l a gue rra d 'A b i s s i n i a alle vicende pol itiche e u ro pee, d a l l e c o n d i z i o n i di vita d e l conta d i n o p a l e s a n o a q u e l l e degl i e m igrati negl i Stati U n iti e n e l Sud America . M a l ' Arch iv i o d i Stato d i Rovigo c o n s e rva ovvi a me nte a l s u o i nterno a l t r i i m portanti s s i m i fo n d i a rchivistici q u a l i a d es. l 'A rch i v i o N ota r i l e c h e , con le s u e varie s e r i e , costit u i sce in certo qual modo l ' ossatura d e l l a d o c u menta z i o n e rodigi n a , c o n i s u o i s e i seco l i d i storia i n i nterrotta e le s u e 2 . 000 u n ità tra p rotoco l l i , o rigi n a l i , m i n ute e i n d i c i . V i s o n o po i c o n s e rvati g l i archivi d e l l e I stitu z i o n i mona sti c h e , d e i primi C o n sorzi d i b o n ifi c a , i vari a rch ivi d i uffic i p u b b l i c i c h e affo n d a n o le proprie rad i c i n e l periodo d e l l a gra nde rivo l uz i o n e a m m i n i strativa na poleon ica ad e s . q u e l l i d e l l a G i ud i catu ra d i pace ( 1806-1813) e d e l Tri b u n a l e (18071950); gli a rc h i v i d e l l o Stato civile ( 1806-1815) e d e l l a C a m e ra d i C o m m e rc i o ( 1801-1944) , q u est' u ltimo particola rmente s i g n i ficativo per l a conoscenza dello svi l u ppo econ o m ico d e l territorio tra ' 800 e ' 900 e i successivi uffici g i u d i z i a ri ( P retu re e G i ud iz i o pol itico) e la Delegaz i o n e Provi n c i a l e . Con l ' avvento d e l Regno d ' I ta l i a e l a ridefi n iz i o n e globale d i tutto l ' a p pa rato b u ro c ratico d e l regno , s i a s s i ste a l l a i stituzione d e g l i a rch ivi d i n u ovi uffi ci p u b b l i c i , come q u e l l o d e l l a P rov i n c i a ( 1867-1928). Va n n o p o i m e nz i o nati gl i a rch ivi degl i antichi I stituti d i benefi cenza e di c u ra rod ig i n i q u a l i Lazza retto ( 1506 ) , "Zite l l e " ( 1 6 1 5 ) e " O rfa n i " ( 1 6 1 7 ) n e l l a p i ù recente Congregazione d i ca rità e i nfine negl i I stituti R i u n iti d i Assistenza S o c i a l e ( 1506-19 6 7 ) . N o n meno i nteressa nte i l materi a l e · a ntico confl u ito n e l fon d o de l l ' I nten denza di F i n a nza ( 18 6 7-194 2 ) , i n c u i s o n conservat i , fra gl i a ltri , ca rteggi relativi a g l i antichi b e n i feu d a l i ed ecc l e s i a sti c i . Tra g l i archivi n ati d o po l ' U n ità pa rti colarmente i m portante s i d i m ostra nei vari c a m p i d i ricerca sto rica q u e l l o d e l l a Prefettu ra e d e l l a Quest u ra ( 1901-1949 ) , p r i m a fra le q u a l i i l Case l l a r i o pol itico centra l e ( 1 894-198 6 ) , fonte p r i m a r i a per la sto ria della d i ss i d enza pol itica n e l n ovece nto , a l l ' i nte rno d e l l a q u a l e s p i cca il nome di G i acomo M atteotti . U n cenno a pa rte fra i tanti fondi a rch ivistici m e rita s i c u ra m e nte l ' Arc h ivio Sto rico del Comune di R ovigo ( 18001930 ca . ) , depos itato u n a q u i n d i c i n a di a n n i o r sono presso l ' Arc h iv i o di Stato, e che è fonte privi legiata per i n n u m e revo l i i n dagi n i sto r i c h e , da q u e l l e sto rico-arch itetto n i che (consu ltatiss i m i i ca rteggi " d ' O rn ato " ) a quelle u rb a n i stiche, b i ografiche (uti l i s s i m i i 58 registri de l l ' a n agrafe a u striaca ) , a q u e l l e i nfine relative a i vari settori d e l l a vita rod igina tra ' 800 e ' 9 0 0 , d a l l a p u b b l ica i struzi o n e a l l a Fiera , d a l l e attività c o m m e rc i a l i a l l e prime attività i n d u stria l i . • Aldo Rossi "Provincia di Santa Fè, 1912" Argentina (?) 73 I l Fo ndo Fotografi co del M u seo dell' Auto m o b i l e En ri co B e rn a rd i de ll' U n ivers ità d i Padova Denomi nazione Comune CAP I n d i rizzo Telefono Fax Sito WEB Museo Enrico Bernardi Padova 35131 via Venezia, 1 049.8276775 049.8276785 http:/jwww. unipd. itjmainjstoria.htm L'istituzione del Museo Bernardi presso l'Istituto di Macchine dell ' Università di Padova, ebbe luogo nel 1941, in occasione del centenario della nascita del professore Enrico Bernardi, pioniere ital iano dell'automobilismo: quando a seguito di un lascito degli eredi fu possibile raccogliere materiali di interesse storico e scientifico che testimoniano il genio inventivo e precursore del Bernardi e costituiscono un punto di riferimento per gli studiosi del l'evoluzione tecnologica nelle costruzioni motoristiche. Il Museo ebbe una prima organica sistemazione ad opera del prof. Mario Medici, allora direttore dell'Istituto di Macchine, ha ora sede presso il Dipartimento di Ingegneria Meccanica, del quale Istituto di Macchine fa parte. Il Bernardi (Verona 1841-Torino 1919) cominciò ad occuparsi di motori a combustione interna intorno al 1870. Uomo poliedrico, il Bernardi aveva molteplici interessi in vari settori della tecnologia del suo tempo: tra queste passioni va sicuramente annoverata la fotografia: operava in un laboratorio fotografico dove effettuava applicazioni e sperimentazioni fotografiche; possedeva diversi apparecchi fotografici folding e per fotografia stereoscopica. Sono custodite presso il museo numerose scatole di lastre fotografiche negative, pellicole, autocromie che documentano soprattutto i numerosi brevetti in campo automobilistico. • Enrico Bernardi Giardini a Padova primo '900 Enrico Bernardi Il sig. io in carrozzino da 1 -1/2 HP nel cortile della Scuola d'applicazione Padova, giugno 1900 L'Ing. Enrico Bernardi nel suo studio primo '900 74 L' Arc h ivi o Fotografi co della B i bli oteca U n ive rs ita ri a di Padova a n n i Ottanta del Novecento da Sergio Nave , studioso delle Denominazione Comune CAP I n d i rizzo Telefono Fax E . mai l S ito WEB vicende citta d i n e ed appassionato ricercatore; u n a spec i a l e i m portanza vi h a n n o le i m magi n i , i n b u o n a parte i ned ite e Biblioteca Universitaria Padova acquistate presso a rc h ivi m i l i ari a merica n i ed i ngles i , delle d i struzioni operate dai bombarda menti d e l 1943-4 5 . 35121 via S. Biagio 7 049.8240211 049.8762711 [email protected] http/junipd.itjbibliotecauniversitaria L' a rc h ivio fotografico d e l l a B i b l i oteca U n ivers ita ria di Pad ova com prende o ltre 3600 i m magi n i pos itive e c i rca 1500 i m m agi n i negative (tra queste u lt i m e 9 la stre a l l a gelat i na ) . S i tratta n e l l a gra n d e magg i o ra nza d i i m m a gi n i rel ative a l pro prio patrim o n i o b i b l i ografi co ra ro e d i pregi o : negl i u lti m i a n n i s o n o state real izzate d o c u m enta z i o n i fotografic h e presso c h é c o m p lete relative a l l e m i n i at u re p resenti n e i m a n o scritti e negl i i nc u n a bo l i , n o n c h é a i m a n oscritti datati f i n o a l l ' a n n o 1500. Parte d e l l a documentazione riguarda l a sede d e l l a b i b l i oteca ( s i a q u e l l a attuale s i a la precedente , l a S a l a dei G iganti a l Liv i a n o , i n fu nzione f i n o a l 1 9 1 2 ) e la protezione antiaerea attuata d u ra nte l a seconda guerra m o n d i a l e . Partic o l a rm ente notevole u n a c o l l ezione d i 2 6 4 foto che i l l ustra no vari a spetti d e l l a Padova novecentesca e del s u o territo rio, d o nata n eg l i È i n fase d i acq u i s izione u n a serie d i 7 0 0 d i apos itive rel ative a l l e legatu re medieva l i presenti in b i b l i otec a , r i c h i este a l l ' I stituto centra l e per l a pato l ogia d e l l i bro che le det i e n e . L' a rc h iv i o è c o n s u l ta b i l e n e l l ' ora r i o d i a pertu ra d e l l a b i b l i oteca ( l uned i-venerdi 8 . 30-1 9 . 3 0 , sa bato 8 . 30-13 .30) ; l e r i c h i este va n n o presentate i n s a l a manoscritti ( 8 . 30-1 3 . 0 0 , 1 4 . 30-18 . 3 0 ) , dove sono poste d i retta me nte a d i s posizione d e l p u b b l i c o , ord i nate i n a l bu m , le foto delle m i n i ature e dei m a noscritti datati . A rich iesta e nel ris petto d e l l a n o rmativa vigente sono poss i b i l i riproduz i o n i . • La chiesa degli Eremitani di Padova dopo il bombardamento dell'11 marzo 1944 (Arch. Fot. 230) 75 I l Foto Arc h iv i o Stori co Trevigi a n o Denominazione Comune CAP I n d irizzo Te lefono Fax Sito WEB E-m a i l F.A.S.T. - Foto Archivio Storico Trevigiano Treviso 31100 via S. Liberale 8 0422. 656139 0422.410749 http://www.fotostorica.it [email protected] Le oltre 200 . 000 i m magi n i conservate presso l ' Archivio Fotografico Storico della Provincia di Treviso consentono d i studiare l ' a rte e la storia d e l Veneto, permettendo di esplorare e anal izzare nei dettagl i ogni aspetto della vita quotidiana, dei costu m i , delle trad izio n i , dell 'evoluzione del territorio, dei centri abitati, del l 'edi l izia rurale, d e l l ' a rcheologia industriale, dal 1860 fino agli a n n i sessanta di questo secolo . Patrimonio di i mmagi n i : - Fondo Fotografico G i useppe Fi n i : n . 1 7 . 000 lastre fotografiche - Fondo Fotografico G iuseppe Mazzotti : n. 120.000 i mmagini - Fondo Fotografico G iova n n i Marino: n . 300 positivi a stampa - Fondo Fotografico G i useppe Gnocato: n. 2 0. 000 positivi e negativi - Fondo Fotografico Istituto J. Riccati: n . 3 .000 diapositive - Fondo Fotografico G iovanni Paggiaro: n . 4 .000 lastre fotografiche e le attrezzature dello studio - Fondo Nicola Perusi n i : n . 400 immagini - Fonfo Fotografico Ettore Bragaggia n. 6500 i mmagin i - Fondo Fotografico Ferd inando e Bruna Forlati : n. 10.000 im magi n i Nei diversi fondi fotografici qui custoditi vi sono oltre cento a n n i d i storia e d i costume veneto sistematicamente documentati d a l l 'occhio della fotocamera e i nterpretati da maestri del l ' immagine come Ferretto, Fin i , Mazzotti , Gnocato e altri . L' util izzo del patrimonio di immagi n i conservato nell'Archivio Fotografico Storico, coi nvolge utenti divers i : istituti un iversita ri, editori, storici , a rch itetti , enti pubbl ici , studenti, case di produzione cinematografica ecc. L'Amm i n istrazione Provinciale ha dotato l 'Archivio Fotografico d i un avanzato sistema i nformatico c h e permette l ' acquisizione, l a memorizzazione , l a gestione e la stampa d e l l e i mmagi n i e delle relative schede d i cata logazione. L'Archivio Fotografico Storico i n questi anni ha o rganizzato d iverse i m portanti mostre fotografiche, spesso in col l a borazione con Enti Loca l i e associazion i del territorio: " L'Arte Ferita " , "Conegl iano . . . a i bei tem p i " , " I l Progetto d i restauro e ricostruzione del chiostro d e l l ' a bbazia cistercense Santa Ma ria di Fol l ina dell'architetto G i useppe Torres - 1897" , " La Grande Guerra nel trevigiano " , " Be p i Fini nel FAST" , " L' e m igrazione trevigiana e veneta nel mond o " , " Fotografare la G rande Guerra " , ecc. • Studio Ferretto Gelatai a Porta S. Tomaso Treviso, primo '900 FAST - Fondo G. Fini 76 I l Fo ndo Fotografi co V itto ri o Va ra l e de l l a B i b l i oteca C iv i ca d i Be l l u n o Denominazione Comune CAP I n d i rizzo Telefono Fax S ito WEB E-m a i l Biblioteca civica del Comune di Belluno Belluno 32100 Palazzo Crepadona Via Ripa, 3 0437-25727 0437-941051 http://biblioteca.comune.belluno.itjstoria.html· [email protected] La B i b l i oteca Civica di B e l l u no conserva al suo i nte rno, o ltre ad una raccolta d i 2 13 fotografie i nerenti la storia d i B e l l u no e provi ncia data b i l i d a l l a fine d e l l '800 ai pri m i a n n i '50 del novecento, anche l ' im portante fondo fotografico Vara l e . I l Fondo consiste i n oltre 1000 fotografie n o n a ncora i nventa riate re lative a c i c l i s m o , a l p i n ismo, sport vari , d a l l a fine d e l l ' 800 fino a l 1973 a n no d e l l a morte d e l giornal ista V ittorio Va ra l e . Egl i nacque a P i e ' d i Monte d 'Ai ive ( C E) n e l 1891 da gen itori piemonte s i . Scrisse l u i stesso in u n ' autobi ografia desti nata ad un ed itore : "A 10 a n n i sono ritornato al n o rd . U n ico sostegno d e l l a fam ig l i a , a 17 a n n i tronco g l i stud i , mi i m p iego i n u n ' i m presa d i costruzion i , m i o compagno d ' ufficio è u n giova ne ragi o n i e re , che è stato i n Svizzera e i n Inghi lterra a i m parare le l i ngue, s i chiama Vittorio Pozzo ." N e l 1909 il nome d i Vara r e appare s u l l a Gazzetta d e l l o Sport, a utore d e l l a bi ografia d i G iova n n i G e rb i , i l p i ù popo l a re campione c i c l i sta d e l l ' epoca . È l ' i n iz i o di q u e l l a carri e ra che cesserà soltanto negl i ultimi a n n i d e l l a s u a esistenza . Collaborò con l e p i ù prestigiose testate: Gazzetta d e l l o Sport, Corriere d e l l o S port, La Sta m p a , Il Secolo I l l ustrato, Tem p o , Gazzetta d ' Ita l i a , Il Resto d e l Carl i n o , sono a l c u ne testate che l o ebbero come collaboratore . Nel giorna l is m o fece d i tutto, " i l redattore , i l redattore capo , il d i rettore , l ' i nviato s pec i a l e , il corrispondente pol itico, il trombettiere d e l l a sta m p a , il correttore d i bozze, l ' a rch ivista , il cro n i sta sportivo, i l corrispondente d i guerra " . Come giornal ista s portivo si ded icò principa l m e nte al cicl ismo e a l l ' a l pi n i s m o , fu cro n i sta in 20 G i ri di Fra n c i a , 30 G i ri d ' Ita l i a , a ltrettante e forse più M i la n o-Sa n rem o , G i ri di Lom bard i a , e tante altre corse i n l inea e a tappe . Degli a n n i 40 scrisse: " de i giorn a l i sti che segu ivano l e corse cicl istiche d e i prim i dece n n i del seco l o , due fin i ro n o i n sa natorio, la loro professione li obbl igava a m a ngiare i l polverone s o l l evato d a i cicl isti e d a l l e automob i l i al segu ito , a q u e i tempi l ' i nviato speciale doveva fare tutto da sé, non vi e ra n o i m ezzi m odern i come telefax ecc. Ven iva no sped ite l e n otizie a n c o r p r i m a d i lavarsi la faccia da q u e l l a patina d i polvere e fango, egl i red igeva il servizio in condizio n i sempre di sagiate in una sa la d i te legrafo fra i l v i a va i d e l l a gente, oppure a l tavolo d i u n b a r tra avventori spesso avvinazzati , poi affrontava il supplizio di trasmette rlo per telefono su l inee i nfa m i , esposte agl i sbalzi perché aeree, dettato alla cieca da Catanzaro o da Bordeaux sgolandosi nel m i c rofono e s i l labando le paro l e una per una per avere la certezza che d a l l ' altro capo del fi lo l o stenografo le raccogl iesse con approssi mativa fedeltà . I m portanti furono anche i due vo l u m i " Binda il n u ovo campioniss i m o " , del 1927 e " Learco G uerra n e l suo tempo" del 193 2 . Per l 'A l p i n i s m o , condiviso c o n la mogl i e Mery, f u ardente e polemico scrittore. Ricevette per la d u p l ice attività di scrittore e giorn a l i sta d ivers i pre m i : P i rel l i , USS I , Bancare l l a Sport, Estense, oltre a due pre m i l etterari C O N I per i l ibri d i A l pì n ismo, nel 1969 ottenne anche i l pre m i o S a i nt V i ncent per l ' a ppass ionata attività d i giornal ista svolta d u rante mezzo secol o . Di mostrò a ppieno la pre d isposizio n e a l l 'a n a l i s i docu mentari sta mossa da spi rito battagl iero. Sarà a l l ' a l p i n ismo, a c u i giu nse per merito del la mogl i e Mery forte sestograd ista , che dedicherà dagli a n n i sessa nta a l l a m o rte la maggior parte della s u a attività d i scrittore, " La Battagl ia d e l Sesto grado" è per davvero u n l ibro di verità e di amore per l o sport di a rram picamento , nel quale Va ra l e è riuscìto ad operare la s i ntesi d i u n ' e poca attraverso la sua esperienza d i uomo acuto e d i i ntell igente osservatore. Persona l ità sch iva e di poche paro l e , la sua vita è anche la storia di una a pe rta ribe l l io n e al fascismo e a ogn i forma d i confo r m i s m o , d i acqu iscenza, d i supina accettazione a l l e i m posizioni a ltrui . M o rì a Bordìghera n e l 1 9 7 3 a otta ntadue anni. • Vittorio Vara/e Arrivo del 1' Giro d'Italia all'arena di Milano Milano, 1909 Fondo Vara le 79 FOTO ARCHIVIO STORICO TREVI GIANO NOTIZIE IL FONDO FOTO GRAFICO ETTORE BRAGAGGIA di Fiammetta D e Salvo Ettore Bragaggia h a almeno due grandi passioni, la vita politica, intesa come im pegno sociale, e la fotografia. Nel 1 9 3 9 inizia a lavorare per lo studio fotografico Paggiaro a Treviso e v i rimane per cm q ue ann1. Durante la guerra si unisce prima alla Divisione Nanetti della Brigata Mazzini e poi al Battaglione Treviso, formazione repubblicana guidata da Toto Tessari. L'esperienza p artigiana é stata molto forte ed h a segnato tutta la sua vita con tribuendo a caratterizzare uno spirito vi vo, poco incline a i compromessi. Dopo il 1 945 torna allo studio Paggiaro per rendersi conto che non gli è possibile, i n quel luogo, una crescita professionale autonoma e, nel 1 949, decide di emigrare i n Argentina. Nel 1 9 5 1 si sposa per procura con la si gnora Elda che i n seguito lo raggiunge in Sud America e che sarà compagna di vita e di lavoro. A Buenos Aires si impiega per alcuni anni presso lo studio del fotografo inglese Fred S . Shiffer conosciuto e sti mato soprattutto per la ritrattistica e membro della Reale Fotografia di Lon dra. Collabora anche con altri fotografi ma, nell'Aprile del 1 954 cede alla nostalgia e decide di ritornare in patria e di aprire assieme a sua moglie lo studio in Via Bianchetti. Qui intende dedicarsi soprattutto al ritratto, aspetto della fotografia che lo aveva parti colarmente affascinato, ma le richieste mag giori gli vengono da ditte e aziende che si rivolgono a lui per immagini pubblicitarie e cataloghi. Questa doppia anima del lavoro di Ettore Bragaggia é testimoniata anche dal suo timbro anni '60: Ettore Bragaggia - Ri tratti d'arte - Lavori commerciali e indu striali. . . Abbe Lane e Cugat nei camerini del Teatro Garibaldi Treviso, anni '70 80 Area del Pra, viale Nino Bixio Fasi finali della costruzione del condominio sulla curva dello stadio (Condominio Treviso 64) Treviso, 1965 Veduta del Sile da Ponte Dante Treviso, anni '70 81 Strada S. Bartolomeo allagata Chiodo Treviso, ottobre 1 966 Pantalin, Piazza S.Vito Treviso, 1969 Casa sventrata Treviso, primi anni '60 82 Lavanderia e stircria trevigiana di Frassetto e Scatto) in 1 965 c c ({ .. .. Poco tempo dopo l'apertura della sede vi cina a l Calmaggiore apre un secondo ne gozio appena fuori della Porta Carlo Alberto con un' a ttività che impegna direttamente i due coniugi e fino a cinque dipendenti . Contemporaneamente Bragaggia si attiva per organizzare i fotografi trevigiani in u n gruppo d i s c a m b i o che potesse diventare u n nucleo di aggregazione per la discussione riguardante i listini prezzi, gli orari e le p olitiche di acquisto. Nel 1 95 6 fonda l 'Associazione Artigiani Fotografi superando le diffidenze reci proche, le divergenze politiche e sindacali e proponendo le riunioni in territorio neutro, ovvero i n osteria. Si impegna inoltre, per più di venticinque anni, nella programmazione del servizio di assistenza comunale ECA e diventa, .. prima Consigliere di Circoscrizione e in seguito Consigliere Comunale di Treviso per il partito Repubblicano. Collabora da diversi anni a titolo volontario con il quotidiano TI Gazzettino fornendo le immagini per la rubrica Treviso da promuo vere e da bocciare. Proprio l'amore per la sua città natale e il suo forte senso civico l ' hanno p ortato negli anni a compiere numerose b attaglie per una cura più attenta dell 'arredo urbano e dei corsi d'acqua e a denunciare ogni a buso in tal senso. Tra gli anni '70 e ' 8 0 , con la diffusione su larga scala del colore e con l 'incremento delle sviluppatrici continue a utomatiche, molti fotografi artigiani di Treviso hanno chiuso i battenti. La crisi si é accentuata con l a concorrenza dei l a bora tori a pronta consegna nei centri commerciali e Ragazze che intrecciano cesti Primi anni '50 83 Manifestazione dei coltivatori diretti in occasione dei 40 anni della CISL Treviso, 1 9 58? anche l'attività Bragaggia ha accusato il colpo. In un primo tempo é stato chiuso il negozio in via Bianchetti. Nel 2000, quando Bragaggia ha deciso di lasciare l 'attività, sperava che un giovane raccogliesse la sua eredità continuando il lavoro di fotografo a cui lui ha dedicato tutta la vita. Era anche pronto a lasciare i locali cedendo gratuitamente l'avvia mento purché si mantenesse una continui tà. Ma i tempi paiono essere poco propizi per i negozi di fotografia tradizionali e nessuno ha colto l'occasione tanto che nel Natale del 2 0 0 0 lo studio Bragaggia, do po quasi cinquant'anni di storia, ha defi nitivamente chiuso. Al termine dell'attività Ettore Bragaggia h a deciso di lasciare una p arte consi stente del suo archivio e alcuni pezzi della sua attrezzatura anni '60 al Foto Archivio Storico della Provincia di Trevi- 84 so affinché diventassero un patrimonio accessibile al pubblico. Il fondo Bragaggia é composto da immagini della tipologia più varia: molte foto industriali, moltissime testimonianze che documentano l o sviluppo urbanistico della città, tante immagini relative a feste, riunioni e momenti pubblici im portanti ma anche foto in studio per ri tratti o servizi matrimoniali. L'aspetto più interessante del fondo risiede 85 Walter Chiari foto dedicata a Ettore Bragaggia Barba il cacciatore in posa per Ettore Bragaggia Bomboniera - Gelateria Dolomiti in Calmaggiore Treviso, primi anni '60 Signora che lavora ad uncinetto, Sottoportico dei Buranelli Treviso, anni '60 Via Pescheria Treviso, anni '60? proprio nel fatto che ai lavori su commis sione si affiancano molte immagini che Bragaggia ha voluto scattare per suo personale interesse e per testimoniare degli aspetti significativi della città che tanto ama. L'impegno civile dell'autore si é con cretizzato anche nel suo lavoro e l'occhio del fotografo é l ' occhio del cittadino. Il Fondo Bragaggia s i trova oggi presso il F.A . S .T che conserva gli originali nel suo archivio climatizzato. È composto da quasi 6 5 0 0 immagini la cui catalogazione é stata portata a termine con un sistema informatico ad atto a l la ricerca per soggetto. L'intervento di digitalizzazione delle stesse sta per essere concluso a l fine di rendere disponibile le immagini nei formati più agevoli alla consultazione dell'utenza e per permettere una piena valorizzazione di q uesto importante patrimonio iconografico. 86 Bragaggia vive ancora a Treviso e non ha mai smesso di fotografare, ancor oggi é possibile incontrare il Signor Ettore che " pattuglia " la città in bicicletta con la macchina fotografica al collo pronto a fissare in un istante gli aspetti di una città che cambia. • ARCI-llVI FOTOGRAFICI ED IMMIGRAZIONE ITALIANA IN CANADA di Michele Rigo Sulla scia della grande mostra documentale "I.:emigrazione trevigiana e veneta nel mon do" presentata dalla Provincia di Treviso nel dicembre 2000 e tuttora visitabile sul sito http://www.fotostorica.it, sono stati recente mente acquisiti due fondi fotografici. n primo è una piccola raccolta di episodi legati alla diaspora familiare dell'autore che ha visto via via parenti stretti e lontani prendere le vie del mondo e sulle cui polveri egli stesso si è messo in cammino. Questo foto-archivio familiare, pur se di modesta entità, riveste tuttavia motivi di interesse e di riflessione di carattere generale che andremo però a sviluppare in altra occasione. n secondo, più ampio e strutturato e di cui si tratterà, è una miscellanea tratta dell'archivio fotografico del giornalista Ray Culos messo a disposizione dall'Italian Cultura! Center di Vancouver B.C. (Canada), e rappresenta un significativo contributo allo studio della storia della nostra emigrazione in quel continente. Ray, i cui genitori, Phyllis e Marino originari di Casarsa della Delizia (PN), furono tra i personaggi di spicco della comunità italiana per oltre un ventennio, si dedica alla ricerca e raccolta testimoniale della storia dei nostri emigrati pubblicando articoli e libri, l'ultimo dei quali ( l ) presentato lo scorso aprile. Ed è grazie ad uomini come lui se l'oblio non ricopre questi sprazzi di storia minuta. Complessivamente si tratta di una cinquantina di fotografie che temporalmente spaziano dal 1900 al 1 972 circa e che documentano so prattutto alcuni momenti importanti della vita della comunità italiana nel lontano ovest canadese, comunità che ha avuto origine at torno al 1 850 quando i primi italiani arri varono attratti dall'epopea della "Corsa al l'Oro". Il prin1o grande impulso migratorio venne a partire dal 1 867, anno in cui il Canada, divenuto Dominion indipendente, accelera la modernizzazione del paese met tendo in cantiere la realizzazione delle grandi infrastrutture, quali ferrovie, porti, industria del legno, distretti minerari. Nel momento in cui le prime comunità di immigrati si sono riconosciute e strutturate come una unica comunità nazionale, si originò la nascita delle società italiane di mutuo soccorso, la più antica delle quali fu quella dei "Figli di Italia" fondata a Vancouver nel 1905. Fu una tappa importante in quanto fece da coagulo alle numerose colonie di italiani ormai sparse per tutto il Paese. Queste società provvedevano a supportare materialmente e solo grazie a i successi economici, sociali e politici dei nostri connazionali, essa testimonia anche i momenti cruciali determinati da eventi storici epocali. I.:avvento del fascismo in Italia e la successiva entrata in guerra a fianco della Germania, determinarono tra i nostri conna zionali divisioni e ripercussioni non di poco conto. A fronte di una parte della comunità che sentì la necessità di schierarsi apertamente con il paese che li accoglieva vi fu Lm consistente numero di simpatizzanti ed iscritti al Partito Fascista, molti dei quali, a seguito della ap provazione del Regolamento per la Difesa del spiritualmente i lavoratori e le loro famiglie specialmente in caso di malattia, irLfortuni o decessi. Nel 1 9 1 1 sempre a Vancouver viene fondata la "Società Veneta" che, assieme alla "Fameie Furlane", fu una delle prime associazioni di stampo "regionalistico" . S e l a documentazione dell'archivio d i Ray Cu los evidenzia innanzitutto la nascita di queste Associazioni e il loro sviluppo soprattutto in rapporto all'inserimento della comunità ita liana in seno alla società canadese, avvenuto Canada nel 1 939 che diede al governo canadese pieni poteri in tempo di guerra, furono internati e sorvegliati in quanto sospettati di minare gli sforzi bellici. Le comunità italiane furono sconvolte da questa "attenzione" particolare, come quella in Nova Scoria che vide numerosi membri, in odor di fascismo, internati senza processo in Ontario nel campo di Petawana. O nella provincia dello Saskatchewan dove le famiglie contadine furono oggetto di persecuzioni da parte dei 7000 Veterani della Prima Guerra Mondiale Il banchetto per il festeggiamento del 25' anniversario della Società veneta Canada, 1 93 6 87 Associazione !taio-canadese dei vigilanti di guerra Canada, 1 93 9 inquadrati nel Corpo di Sicurezza Civile "Veterani dello Saskatchewan" autorizzato ad "estirpare i sovversivi alla radice" . Molti italiani riuscirono a sfuggire alla persecuzione solo perché dichiaratisi, nel corso dei censimenti della popolazione degli anni precedenti, "irlandesi" sia per sfuggire alla marcata xenofobia anti italiana di inizio secolo sia perché essi facevano riferimento alle uniche comunità cattoliche esistenti, al di fuori del Quebèc, che erano appunto irlandesi. n dramma della comunità italiana ebbe il suo epilogo nell'arruolamento nelle file del l'esercito canadese di figli di immigrati, magari internati, che furono mandati a combattere e a morire in Italia anche nei luoghi di origine familiare . n dopoguerra, con la pacificazione, vede 88 arrivare l a seconda e più grande ondata di immigrazione italiana , ondata che si esaurisce verso il 1 970 e che vede la presenza italiana nell'industria delle costruzione e nel commercio e che si inserisce appieno nella nuova comunità nazionale in tutti i campi fino a guadagnare riconoscimenti a livello nazionale. Esemplificativo il caso di Giuliano Zaccardelli figlio di italiani ora comandante generale delle leggendarie Giubbe Rosse (RCMP). Il merito di Ray è quello di aver operato con lungimiranza andando a raccogliere l a documentazione relativa a l l a comunità italiana nel corso di decenni. La testimonianza del fenomeno della nostra emigrazione non è del tutto agevole dato che essa infatti è disseminata in mille rivoli. È reperibile sia presso i grandi archivi fotografici come il National Film Board of Canada, il Canadian Museum of Civilization, la National Library of Canada sia i musei e le biblioteche locali. Purtroppo le comunità italiane, per problemi di carattere sia finanziario sia culturale, non sono in grado di affrontare coerentemente la salvaguardia della "Memori a " . Spesso si è assistito ignari alla dispersione di patrimoni come nel caso di uno dei più antichi giornali italiani a Vancouver che, alla cessazione dell'attività e alla morte del proprietario, ha visto l 'erede vendere l'intero archivio fotografico per pochi cent a pezzo. È culturale ancora il limite che dimostrano i consigli direttivi delle varie associazioni italiane più tesi alla tutela di interessi spiccioli della comunità piuttosto che ad allargare gli orizzonti del proprio operato che invece dovrebbe spingersi, sia nei confronti delle giovani generazioni che delle altre comunità nazionali, a salvaguardare, condividere e rendere fruibile la propria "Storia " . Le nuove tecnologie, in parti colare Internet, pur molto presenti nel l'intero panorama pubblico, sono ancora la cenerentola: basti pensare che la digitaliz zazione del fondo di Culos è stato eseguito solo ed in funzione del suo trasferimento in Italia. Per trovare una delle poche realtà modernamente organizzate bisogna andare a New York, al Garibaldi-Meucci Museum. Ed è un peccato perché esistono molte altre realtà in cui la forte presenza della comunità italiana ha dato contributi notevoli alla crescita economica e sociale di interi distretti. È il caso di Trai! ( British Columbia) dove peraltro esiste un museo ben strutturato, il Colombo Lodge Archives gestito dal centro italiano, ma che non essendo in rete e distante centinaia di chilometri da Vancouver, risulta di difficile accesso. Nel quadro del rinnovato interesse che la politica nazionale sta dimostrando per le proprie comunità all'estero, dovrebbe trovare spazio proprio la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio documentale, e non solo fotografico, anche in funzione di una ricucitura storica, sociale, politica, e perché no anche economica, dei frammenti di italianità sparsi nel mondo. E le amministrazioni locali, dato i forti legami con i paesi di origine che i nostri emigranti hanno sempre avuto, sono quelle che meglio di altre possono favorire questo processo. NOTE ( l) Raymond Culos Vancouver's Society of Italians, Volume two INDIRIZZI RAY CULOS [email protected] MICHELE RIGO [email protected] COLOMBO LODGET MUSEUM 5 84 Rossland Avenue Trai!, B.C. Canada Recapito Postale: 830 Bel! Piace, Trai!, B.C. V l R 3Kl Canada GARIBALDI- MEUCCI MUSEUM www. garibaldimeucci.org www. garibaldimeuccimuseum.org CANADIAN MUSEUM OF CIVILIZATION Library and Archives www. civilization.ca/cmc/biblo NATIONAL LIBRARY OF CANADA www. nlc. bnc.ca ARCHIVES ASSOCIATION OF BRITISH COLUMBIA www.aabc.bc.ca/aabc 89 PREMIO DI FoTOGRAFIA ALDO NASCIMBEN V EDIZIONE - ANNO 2003 Elenco dei partecipanti Under 25 lo PREMIO Buso Alberto, Treviso Titolo: Ombre senza tempo Titolo: Architetture instabili Titolo: Pareti sonore Autori segnalati Under 25 Pillon Emanuele - Treviso Saccarola Tommaso - Scaltenigo (Ve) Saretta Sibilla - Montebelluna (Tv) Sestito Andrea - Senigallia (An) Spadari Nicole - Fagarè (Tv) Autori esposti Under 25 Bedin Alessandra - Pederobba (Tv) Bracci Diego - Bagracavallo (Ra) Ferro Francesca - Taormina (Me) Garzon Jenni - Castelfranco V. (Tv) Giorgi Elena - Cesena (Fo) Thomas Fabio - Pieve d'Alpago (Bl) Valdini Enrico - Silea (Tv) Altri partecipanti Uder 25 Battistin Dario - Treviso Bottacin Enrico - Silea (Tv) Calzavara Fabio - Treviso Casucci Cristiana - Fiorenzuola d'Arda (Pc) Ceoldo Francesco - Vigonza (Pd) Checchin Stefania - Loreggia (Pd) Ciotola Giulia - Castelfranco V. (Tv) De Chirico Angela - Treviso De Wolanski Federico - Treviso Di Torna Nicolò - Treviso Fadelli Kanti - Salgareda (Tv) Glavina Vanja - Trieste Luciani Pietro - Treviso Mattiuzzo Michele - Treviso Miatto Alessio - Dosson (Tv) Morpurgo Giada - Treviso Paronetto Angela - Treviso Pavan Alessandro - Treviso Previato Tommaso - Quinto (Tv) Romanato Valentina - Treviso Scuderi Emiliana - Preganziol (Tv) Scuderi Giuseppe - Frescada (Tv) Alberto Buso Architetture instabili Susan Enrica - Maser (Tv) Torresan Valentina - Treviso Trentin Alberto - Vascon (Tv) Over 25 l o Premio Fasolo Titolo: 2002" Titolo: 2000" Titolo: 2002 " Ferdinando, Padova Da I muri ci raccontano: Cracovia " Da "I muri ci raccontano: Padova Da "I muri ci raccontano: Venezia 2" Premio Patacca Enrico, Verona Titolo: Verona - Piazza Brà 2002 Titolo: Verona - Piazza Erbe 2002 Titolo: Verona - Piazza Dante 2002 3° Premio Montini Giulio, Casnate (CO) Titolo: Momenti di riposo Titolo: Bimba rumena Titolo: Un uomo e la sua vita Autoril segnalato Over 2 5 Dalle Carbonare Bruno - Thiene (Vi) Martini Pietro - Piovene (Vi) Mazzon Gianni - Meolo (Ve ) 90 Tassitano Angelo - Mestre (Ve) Auori esposti Over 25 Ambroggio Davide - Ponzano V. (Tv) Barie Laura (Tv) Bostiancich Riccardo - Udine Brighente Giovanni - Monteforte d 'Alpone (Vr) Caon Italo - Resana (Tv) Castorina Vincenzo - Giardini Naxos (Me) Contro Giovanni - Mogliano V. (Tv) Corbetti Renato - Spinea (Ve) Durisotti Igino - Torreano di Martignacco (Ud) Ferdinando Faso/o I muri ci raccontano: Cracovia Finotto Maurizio - Lentate sul Seveso (Mi) Guzzi Raffaele - Genova Mangiarotti Antonio - Mede (Pv) Minotto Mauro - Cadoneghe (Pd) Quoco Alberto - Udine Reggiani Roberta - Mirandola (Mo) Romagnosi Giampaolo - Piove di Sacco (Pd) Tomaello Tiziana - Mirano (Ve) Valdini Giocondo - Silea (Tv) Zagolin Sandra - Piove di Sacco (Pd) Zanella Patrizia - Noale (Ve) Zuliani Queiroz Alessandro - Dolo (Ve) Altri partecipanti Over 25 Almari Mario - Monteforete d'Alpone (Vr) Bacciocchi Giorgio - Vigevano (Pv) Balanza Paolo - Treviso Baldacci Paola - Cesena (Fo) Baldo Adriana - Treviso Bernar Paolo - S. Giorgio delle Pertiche (Pd) Bianchi Roberto - Villafranca (Vr) Billio Francesco - Porcellengo (Tv) Biral Mauro - Ponzano V. (Tv) Bisconcin Nadia - Meolo (Ve) Bon Ennio - Campofomido (Ud) 91 Eoni Elisabetta - Treviso Borgo Valter - Grumolo Pedemonte (Vi) Bortolon Luca - Castelfranco V. (Tv) Bottini Giorgio - Arcore (Mi) Bruno Antonio - Treviso Buschetta Alessandro - Giardini Naxos (Me) Caiani Silvia - Paese (Tv) Caiani Tino - Paese (Tv) Campalani Ermanno - Sesto S. Giovanni (Mi) Campeol Daniela - Badoere (Tv) Alberto Buso Ombre senza tempo Campeol Graziella - Paese (Tv) Carmignotto Fausto - Castelfranco V. (Tv) Carrer Elena - Treviso Cattai Giovanni Battista - Treviso Cavallin Lara - Volpago (Tv) Cecere Marco Claudio - Treviso Chiarini Gianfranco - Consandalo (Fe) Colletti Alessandro - Treviso Conte Guido - Treviso Cortez Alberto - Vigodarzere (Pd) Cortiana Bruno - Thiene (Vi) Crosato Luciana - Montebelluna (Tv) Cunico Antonio - Vicenza D ' Arsiè Antonio - VittorioV. (Tv) Dassogno Daniele - Cermenate (Co) De Gobbi Claudio - Casier (Tv) De Luca Michele - Cison di V. (Tv) De Martin Giuliano - Paese (Tv) Donati Lucio Pietro - Cesena (Fo) Durigon Daniele - Dosson (Tv) Favara Alberto - Mogliano V. (Tv) Favera Adriano - Legnaro (Pd) Favera Maurizio - Musano (Tv) Ferro Andrea - Venezia Foffano Giuseppe - Treviso Gabbana Aldo - Mira (Ve) Gabriele Maria Letizia - Padova Gasparini Tommaso - Altivole (Tv) Gigone Roberto - Campoformido (Ud) Gobbo Eugenio - Vazzola (Tv) Granziera Francesco - Ponte di Piave (Tv) Grassi Giuseppe - Vicenza Gravina Sandra - Treviso Guarini Giulio - Istrana (Tv) Gumier Dario - Zero Branco (Tv) Lazzari Lorenzo - Ponzano V. (Tv) Lissoni Eliana - Nova Milanese (Mi) Lorenzon Danilo - Roncade (Tv) Maran Bruno - Padova Marcon Claudio - Treviso Martini Antonio - Ponzano V. (Tv) Marton Gianfranco - Treviso Matteazzi Antonio - Vicenza Mattiuzzo Mario - Treviso Mazzola Renzo - Concei (Tn) Mereghetti Giovanni - Casorezzo (Mi) Miatto Alessandro - Dosson (Tv) Monelli Vanni - S. Giacomo Roncole (Mo) Moras Angelo - Campoformido (Ud) 92 Morelli Abramo - Cesano Maderno (Mi) Maretto Massimo - Treviso Morson Alfio - Villorba (Tv) Nardin Antonio - Quinto (Tv) Niglia Davide - Solbiate Arno (Va ) Novaga Arianna - Venezia Pandolfo Giorgio - Saccolongo (Pd) Pantani Luciana - Cesenatico (Fo) Paronetto Mario - Treviso Pellegrinotti Renato - Pieve d ' Aipago (BI) Pillon Vilma - Treviso Piovesan Antonio - Istrana (Tv) Pomello Ameo - Castagnole (Tv) Restelli Franco - Albizzate (Va ) Rizzini Alberto - Monteforte d 'Alpone (Vr) Rugger Silvano - Quarto d'Altino (Ve) Salvini Luciano - Badoere (Tv) Santin Andrea - Schio (Vi) Sartori Sergio - Marostica (Vi) Savoca Angelo - Giardini Naxos (Me) Scomparin Igor - S. Elena di Silea (Tv) Sestito Marco - Senigallia (An) Sottana Lucia - Musano (Tv) Soverchia Giuseppe - Osimo (An) Spinelli Aurelio - Sesto S. Giovanni (Mi) Stefan Ennio - Marcon (Ve) Taddioli Domenico - Osimo (An) Tandelli Donatella - Trieste Terrin Lucio - Piove di Sacco (Pd) Tucci Caselli Wanda - Milano Turetta Marco - Pontelongo (Pd) Turiaco Maurizio - Saonara (Pd) Ulliana Domenico - Pero di Breda (Tv) Vardanega Luigi - Possagno (Tv) Vecchia Zardet Stefania - Treviso Venzo Mirco - Treviso Vianello Luca - Noale (Ve) Vicini Werther - Cesena (Fo) Vodarich Maria - Cesenatico (Fo) Zanella Laura - Musano (Tv) • Enrico Patacca Verona, Piazza Dante Giulio Monti>ti Momenti di riposo 93 M e rc a t o e collezionismo Mercato e co l l ezion ismo a c u ra d i G i u s e p pe Va nze l l a Noack: Pegl i , vi l l a Pa l lavicini i n gresso della grotta - 1880 c i rca . Questo fotografo , nativo di Dresda (18331896), fa parte della nutrita schiera di professionisti calati dalla Germania per spargersi su tutto il territorio fi n da prima della nascita del nuovo stato ita l i a n o . S u l le tracce d e l daghe rrot i p i sta iti n e ra nte Ferd i nando Brosy, i vari Giorgio Sommer Alfred (con studio a Napoli), M ichele Mang a Roma (anche Ufer e Behles), Lotze e Kaiser (Verona), Lorent a Venezia , Engel a Trieste (tutti giunti d a l la Germania) fin dagli anni ' 50 si affermarono tra i massimi a utori. Tra questi non si può assol utamente trascu rare il nome di Alfred Noack il quale, giunto a Genova attorno al 1860 , attraversò tutta la seconda metà del secolo i n una attento , Altred Noack Pegli, villa Pallavicini ingresso della grotta 1880 circa stampa al l 'albumina 94 quanto i mponente, lavoro di documenta zione dei pol iedrici aspetti del paesaggio l igure. Alcune sue im magini raggiungono u n l ivel l o di eccelsa qual ità estetica , anche se, soprattutto nei periodi del suo massimo successo commerciale (attorno agl i a n n i ' 8 0 ) , la q u a l ità c h i m ica d e l l a s i n go l a stam pa lascia spesso a desiderare , cosa evidenziata d a l l e n u merose a l b u m i n e giu nte ai nostri giorni in pessimo stato d i conservazione. Quando invece la conserva zione del l ' i m magine è perfetta , come nella fotografia qui p u b b l icata , è poss i b i l e a pprezzare a l m a s s i m o l ' otti m o tagl i o com positivo e la resa tonale voluta dal fotografo: il gioco tra luci ed ombre d i segna un i ntrecci o ta l m e nte complesso da spi ngere lo sguardo fino ai l i m iti della figu razione. Noack è presente in abbondanza sul mercato della fotografia del l ' Ottocento e si può acq u i stare a partire da 50 euro, m a le i m magi n i perfette ed i m portanti si possono trovare solo da una base di almeno 750 euro. Paolo Monti: I l pittore Bisanzio - 1955 Originario della val d ' Ossola, Paolo Monti ( 1908-1982) è uno dei massimi rappresen tanti della fotografia ital iana del Novecento, non solo grazie a l le sue straord inarie immagi n i , ma anche per i l suo ruolo di guida cultura l e per tutta la generazione di fotografi formata s i nel secondo dopoguerra . Cofondatore del c i rcolo fotografico " La Gondol a " di Venezia e successivamente i n segna nte di Tec nica ed Estetica del l ' immagine, Paolo Monti seppe ritagl iars i u n o spazio d i assoluto r i l i evo tra le persona l ità artistiche del nostro paese . Questa immagine scelta per rappresentare il suo lavoro, a ppartenente ad una serie di ritratti d ' a rtisti, è costruita su d i una parti colare e sapiente composizione di carattere metafisica: il rincorrersi di singolari elementi iconografici d ilata l ' attenzione fino al suo spingersi al di là del l ' immagine stessa, nella ricerca di profonde ed inaccessibili risposte. A nulla i mporta che il " pittore Bisanzio" sia u n ' a rtista sconosci uto, di cui la storia del l ' a rte non ha conservato le tracce, grazie a l l ' intuizione di un grande fotografo ed i nte l l ettua l e come Pao l o Monti , con serveremo per sempre il senso dell a sua profonda angoscia legata a l l ' esistenza. Le immagi n i di Paolo Monti si reperiscono sul mercato a partire dai 2 . 000 euro, mentre i suoi capolavori si possono spingere fino (ed oltre) la quotazione di 5 .000 euro. • Paolo Monti Il pittore Bisanzio 1955 gelatina-bromuro 95 Le G rafi c h e Zoppe l l i Ce ntoc i n q u a nt ' a n n i m o lto ben portati Era i l 1995 e N icholas Negroponte , guru d e l l a d igita l izzazio n e , vatic i n ava d i u n terzo m i l le n n i o segnato d a l la scomparsa d e l l a carta sta m pata e d a l m o n o po l io degl i schermi ad a lta defi n izione dei com pute r. Da a l l o ra la digita l izzazione ha ri solto prob l e m i e otti m izzato proce d i menti , a rriva n d o a sostitu i re l a fase d i presta m pa , ma non l e sensaz i o n i che la carta sta m pata sa dare . So l o i l profu mo d e l l a sta m pa , i l fru scio d e l l e pagi ne sfogl iate , l a consistenza d i sconti n u a d e l l a carta , la sensazione estetica trasmessa d a i ca ratte ri , i l sa pore a m a ro del l ' i nch iostro fresco s a n n o a n co ra co l pi re i sensi in modo i nten so e d u ratu ro , d o n a ndo u n piacere vera m ente i n i m ita b i l e . I l Veneto era ancora sotto il dominio degl i Asburgo q uando i l primo Zoppe l l i sentì la prima, fata le, attrazione per la stampa. Dopo centoci nquant' a n n i l ' omonima azienda grafica e la Casa Editrice Canova , nata da u n a sua costola nel 1944, sono a ncora oggi un punto d i riferimento, produttivo e c u lturale, per la società trevigiana (e non solo). La notorietà del le I n d u strie Grafiche Zoppe l l i e della Casa Editrice ha ampiamente val icato i confi n i della Marca Trevigiana, fornendo ad aziende ed editori ita l i a n i e stran ieri la propria esperienza di stampatori e a d u n vasto pubblico d i studenti e lettori qual ificate edizion i : s u i corsi scolastici del Rubrichi (latino e greco) , del Michetti (chi m i ca e fisica ) , del Polo ( inglese) si sono formate più generazioni di giova n i . La passione p e r l a carta stampata g l i eredi Zoppe l l i ce l ' hanno nel sangue, tramandata di padre in figlio i n n i pote. A partire d a Luigi, classe 1833, (nella fotografia a fianco) fondatore nel 1853 della Ti pografia Editrice che porta ancora il suo nome, cinque generazioni di Zoppe l l i s i sono dedicati c o n passione, entusiasmo e spi rito i n novatore a l l ' a rte ti pografica. Il passato, per la Zoppe l l i , non è mai passato del tutto, ma resta sempre presente: nel pensare, nel fare, soprattutto nel progred ire. Nel l 'organizzazione, negli sta b i l imenti, nei progetti e, natura l mente, in ogni prodotto delle Industrie Grafiche Zoppe l l i è i mpressa i n modo i ndelebile la memoria di u n mestiere c h e n o n può prescindere dalle sue rad ici artigiana l i , che conti n uano a fornire l infa vitale al suo svi l u ppo. Tanto amore e tanta attenzione per il passato non portano a scordare il presente, che è per le G rafiche Zoppe l l i molto ben definito. Dalla progettazione alla ri legatu ra , passando per tutte le fas i di prestampa e stampa, i l ciclo produttivo si svolge i ntegra lmente a l l ' i nterno d e l l ' aziend a , fornendo le garanzie d i qual ità che solo un processo che comincia e fin i sce sotto l a supervisione d e l l e stesse maestranze riesce a d assicurare. Sopra: Alcune immagini del passato Sotto: La nuova realtà produttiva l piedi nell'oggi, gli occhi al domani che garantisce la qualità del prodotto finale e il rispetto dei tempi di consegna. Se si parla di tecnologie, le Grafiche Zoppelli hanno già un piede La produzione della Zoppelli si caratterizza per la sua flessibilità nel futuro: il nostro parco macchine viene aggiornato senza sosta "a misura di cliente" e per l'alto grado di personalizzazione. Dove per rispettare gli standard tecnologici più elevati, la fase di per flessibilità si intende la capacità di passare dalle produzioni prestampa si awale sia di sistemi digitali avanzati, che coniugano di stampati commerciali su vasta scala alle stampe ad alta resa all'efficienza un'alta qualità di produzione, sia di sistemi più qualitativa, quella dei preziosi volumi fotografici o d'arte, o tradizionali, che garantiscono comunque piena affidabilità. ancora ai volumi di testo, mantenendo intatti gli standard La fase seguente, quella della stampa, è affidata ad una qualitativi. Dove con personalizzazione si intende la volontà di struttura produttiva all'avanguardia e gestita da soddisfare richieste anche complesse, come le realizzazioni un'organizzazione che ne controlla meticolosamente ogni singola cartotecniche, oppure specifiche, come quelle inerenti le fase. Il processo si completa in una legataria interna attrezzata pubblicazioni settoriali.