PIANO DI ZONA - Provincia di Rimini
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PIANO DI ZONA - Provincia di Rimini
PROGETTI FINANZIATI 275 LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E LA VALUTAZIONE DEGLI INTERVENTI DI PREVENZIONE E SOSTEGNO AL REINSERIMENTO SOCIALE DELLE DIPENDENZE E DI ALTRE FORME DI DISAGIO SOCIALE Dati generali del progetto: Zona RIMINI NORD Ambito territoriale in cui si realizza il progetto COMUNE DI BELLARIA IGEA MARINA Titolo ERBA CATTIVA 2008 Il progetto è: Nuovo X Continuazione di attività in corso Dati del referente del progetto: Cognome e nome: GORI GUALTIERO Ente/Servizio: COMUNE DI BELLARIA IGEA MARINA – POLITICHE GIOVANILI Telefono: 0541/343746 e-mail: [email protected] 276 I FASE LA VALUTAZIONE DEL PROGETTO Il fenomeno Le diverse generazioni si caratterizzano nel modo di stare insieme ed insieme trascorrere il tempo, in particolar modo quello non occupato. Il tempo libero è realmente lo spazio più proprio degli individui dove ognuno può scegliere cosa fare, come farlo, con chi farlo. In sede di analisi sulle problematiche giovanili il nocciolo della questione consiste proprio nella sfera delle scelte: su quanto esse siano personali, consapevoli, libere o meno. L’osservazione di queste modalità permette una comprensione delle dinamiche individuali e relazionali dei soggetti e dei gruppi e consente di elaborare strategie mirate per gli interventi di prevenzione. A riguardo del fenomeno chiamato “nuove droghe” o “sabato sera” dai mass media, che a lungo se ne sono interessati in concomitanza con alcuni episodi tragici, vogliamo fare alcune riflessioni. Innanzitutto il problema non riguarda esclusivamente l’uso di una sostanza stupefacente né un luogo di aggregazione come la discoteca; pertanto pensare la prevenzione in questo caso significa considerarla mirata ad un costume che determina le modalità del divertimento e dello stare insieme. L’obiettivo di questa diventa l’insieme di molteplici aspetti che abbiamo definito PACCHETTO DIVERTIMENTO, intendendo appunto un target complesso e comprensivo di problematiche che potrebbero anche apparire scollegate fra di loro. Però tutti i vari aspetti non sono altro che manifestazioni di un insieme che di per se potrebbe anche non essere identificato come problema, ma che diventa tale quando esprime eccessi ed esasperazioni. In breve non pensiamo che il problema verso cui rivolgere una campagna di prevenzione di secondo livello possa essere ridotto al fatto che i ragazzi assumano ecstasy, bensì sono da ricercare le motivazioni che spingono ad assumerlo secondo canoni piuttosto precisi e comuni: intendiamo rivolgere la “prevenzione” ai soggetti e non agli oggetti. Spesso, soprattutto in passato, si è indugiato su modelli che facevano dell’oggetto il target dell’intervento, affrontando con i soggetti soltanto quel determinato aspetto, magari entrando anche nel profondo delle motivazioni, ma sostanzialmente isolando un “atto” dal contesto in cui avviene. I contesti invece diventano centrali in un’ottica che pone i soggetti come target dell’intervento. In questo caso contesti di riferimento sono almeno due, uno incastonato in un altro più generale: la sfera del divertimento composta da sabato sera , consumo di pastiglie, alcol, cannabis ed altre sostanze, spostamenti notturni ad alta velocità, ecc.; e l’altro il mondo dei giovani con i loro modi di essere, relazionarsi, divertirsi. Intervenire nei luoghi del divertimento significa il più delle volte andare a “parlare” controcorrente ad un costume consolidato mettendo in discussione le motivazioni che nel tempo lo hanno determinato così come ci appare. Detto in questa maniera si 277 potrebbe intendere che si voglia andare a proporre discussioni filosofiche nelle discoteche o in birreria, tutt’altro: semmai vogliamo offrire spunti di riflessione ed informazioni con tono molto leggero, fino a proporre dei giochi all’interno dei locali così da evidenziare quanto sia più semplice affrontare alcuni argomenti se ci si pone non in modo cattedratico impartendo lezioni, ma evidenziando aspetti facilmente visibili sensibilizzando alla prevenzione di possibili conseguenze dannose o diminuendo fattori di rischio chiaramente riconosciuti. Il discorso vale per diversi aspetti quali ad esempio l’assunzione di ecstasy od altro , la trasmissione di malattie sessuali, l’abuso di alcool ecc... In sintesi vogliamo far giungere attraverso l’Unità di strada il messaggio intorno ai comportamenti “a rischio” senza, oltre a non giudicare nessuno, fornire nozioni che apparirebbero sterili o potrebbero “terrorizzare” con esasperazioni eccessive del problema relativo. Una breve puntualizzazione sull’intervento Il Centro Giovani e il Servizio dell’Unità di Strada mirano a raggiungere adolescenti e giovani coinvolti in comportamenti a rischio uso di sostanze, problematizzando e mettendo in discussione, negli incontri di gruppo le dinamiche relazionali che sono caratterizzate dalla fissità dei ruoli ed i comportamenti devianti. Si tratta nella pratica di operare con gruppi di giovani dediti all'uso e al consumo di sostanze nell'ambiente sociale, al fine di stimolare un atteggiamento critico, aumentare la conoscenza delle sostanze e dei loro effetti, aumentare la distanza dalla tossicodipendenza e la capacità di controllo. Nel contempo si intende raggiungere altresì i giovani potenzialmente a rischio, fornendo loro opportunità di confronto e di crescita. Nello specifico l’Unità di strada “erbacattiva” interviene su segnalazione del Centro Giovani, degli operatori grezzi, dei gestori dei locali, della scuola ecc.. realizzando interventi specifici nelle situazioni di rischio e disagio. I destinatari finali dell’intervento Caratteristiche del gruppo cui è destinato il progetto Luoghi/contesti per il contatto con i destinatari finali n. dei soggetti che si prevede di poter raggiungere con il progetto (costruzione di rapporti continuativi in cui nasce una relazione: almeno 3 incontri) Target primario : gruppi informali di adolescenti e singoli, in particolare modo con caratteristiche di rischio (consumatori di sostanze stupefacenti legali e illegali) Target secondario : adulti che quotidianamente vivono stretto contatto con i giovani ( baristi, gestori dei locali frequentati dai ragazzi, ragazzi immagine, insegnanti ecc) Principalmente la strada e in particolare, considerando la scarsità delle risorse, si intende concentrare l’intervento nei luoghi informali di aggregazione (parchi,bar, locali, manifestazioni pubbliche estive ecc..) che da mappatura precedente risultano essere particolarmente frequentati da ragazzi che fanno uso di sostanze stupefacenti. Target primario : al max 30 ragazzi (in relazione alle risorse umane e finanziarie disponibili) ; Target secondario : circa 3 gestori di locali che da mappatura anno 2006 risultano più frequentati da ragazzi a rischio. Gli obiettivi 1. Dare continuità alle azioni intraprese nelle annualità precedenti che hanno determinato riscontri positivi (vedi sopra puntualizzazione delle azioni) 278 2. Coinvolgere i ragazzi nella mappatura del territorio; 3. Sensibilizzazione della popolazione giovanile intorno ai rischi correlati alle assunzioni di sostanze stupefacenti legali ed illegali attraverso il coinvolgimento della stessa; 4. Coinvolgimento dei gestori dei locali nella realizzazione del progetto L’intento della progettazione di quest’anno è quello di dare continuità alle azioni di seguito elencate, che in passato hanno determinato dei risultati soddisfacenti in termini di coinvolgimento di soggetti a rischio, e di sviluppare un’azione di mappatura partecipata da parte dei gruppi informali. - la preparazione e realizzazione del Bellaria rock festival; una manifestazione che potrebbe assumere carattere nazionale e che prevedrà anche quest’anno la partecipazione attiva dei gruppi musicali i quali avranno l’occasione di esibirsi di fronte ad un pubblico vero. Nello spirito di “erbacattiva” il Bellaria rock festival toccherà anche l’argomento prevenzione uso/abuso di sostanze stupefacenti con le modalità che l’equipe deciderà sulla base della lettura del contesto in fase attutiva. - Continuerà l’intervento di educativa di strada rivolto ai gruppi informali del territorio. Cercheremo di stabilizzare alcune relazioni intraprese durante il 2006, di sganciare il gruppo della “rampa da skate” che potrà comunque averci come punto di riferimento insieme al Centro giovani per le iniziative che vorrà promuovere. Continueremo a frequentare i gruppi nei loro luoghi di ritrovo (strada e locali), adoperandoci per rendere consapevoli i ragazzi dei rischi che incorrono con l’uso/abuso di sostanze psicoattive (alcol incluso) in rete con gli interventi dell’A.U.S.L.. - Mappatura del territorio. Nel 2006 ci siamo dedicati molto ad alcune situazioni in strada che l’equipe ha ritenuto importante seguire ottenendo dei discreti risultati; sentiamo tuttavia la necessità di riprendere con un più accurato lavoro di mappatura. Riteniamo infatti, dal nostro approccio metodologico, che la mappatura sia uno degli strumenti più utili alla realizzazione del progetto; riprenderemo con questa azione per avere un’immagine più chiara di dove intervenire e come, con l’unica finalità di affinare le nostre “armi” per raggiungere veramente gli obiettivi preposti. Ci occorre capire non solo dove i ragazzi si ritrovano ma come vivono il territorio, se sentono di appartenervi, come lo “usano” e per che cosa, cosa cambierebbero, cosa non vi trovano…. .. come si relazionano con gli adulti…… Così gli educatori di strada saranno dotati di strumenti come la macchina fotografica, la videocamera, e realizzeranno delle interviste aperte con l’aiuto dei ragazzi stessi. Utilizzando lo stile della “maratona” ai gruppi verrà dato un tempo per fotografare (mappare) la propria città. Il materiale raccolto verrà selezionato insieme ai ragazzi per poi essere esposto in una loro mostra fotografica; in questo modo saranno loro stessi a raccontarci come la vedono e noi potremo essere presenti e in ascolto, per dialogare con loro rispetto ai pro, ai contro o a quello che emergerà! - Manterremo l’equipe con il Centro giovani come punto di riferimento per la messa in rete e condivisione di tutto ciò che può divenire risorsa per i giovani del territorio, e come luogo di “pensiero” sui giovani , con i giovani per i giovani. Nel lavoro dell’equipe confluiranno tutte le decisioni in merito alle progettazioni in corso d’opera: erbacattiva e centro anch’io. 279 Continuerà ad esserci il momento di assemblea del Centro giovani aperto ai frequentatori e non come strumento principe affinché i ragazzi possano essere veramente partecipi e possano trovare uno spazio dove poter dire la loro, portare le proprie idee, progettare ecc… I soggetti che partecipano all'attuazione del progetto: ⇒ Soggetti pubblici n Tutti gli EE.LL. del Distretto di riferimento, con modalità di interscambio in un sistema di rete nCentro di Consulenza familiare/Punto di ascolto n AUSL (U.O. Dipendenze Patologiche, Servizio minori, ecc..) nIstituti scolastici nCentro per l’impiego/Informagiovani nCentro Giovani ⇒ Soggetti privati a) Soggetti attuatori n Alter Cooperativa sociale n Associazione di Promozione Sociale 2000 Giovani b) Soggetti coinvolti per il coordinamento in rete: n Associazioni e/o Enti che gestiscono interventi similari per conto dei Comuni compresi nel Distretto di riferimento n Associazioni giovanili del territorio n I gestori dei locali frequentati dai giovani. Lo strumento principale che guida le attività di rete in questo ambito è il GRUPPO, in quanto sede privilegiata di elaborazione e di confronto sociale. Quando parliamo di gruppo intendiamo un metodo che implica l’esistenza di un obiettivo operativo, raggiungibile coordinando l’azione di persone con esperienza, formazione, bisogni e desideri diversi. Nel nostro caso si tratta di un gruppo centrato sul “compito prevenzione di secondo livello”. Le risorse Il TEAM N. 1 psicologo clinico e di comunità, esperto di progettazione di sistema, con provata esperienza pluriennale di coordinamento nel settore delle tossicodipendenze e del disagio giovanile, con ruolo coordinatore. N. 1 psicologa, con pluriennale esperienza come educatrice in progetti di prevenzione alle tossicodipendenze. Con ruolo di educatrice di strada. N. 3 Educatori di strada con pluriennale esperienza in progetti di educativa di strada nell’ambito della prevenzione alle tossicodipendenze L’organizzazione L’unità operativa di base è la “coppia” di operatori (con esperienza maturata sul campo in interventi di prevenzione di secondo e terzo livello), un maschio e una femmina, per favorire la diversità delle dinamiche relazionali con i ragazzi di sesso diverso. “Essere in due” inoltre, offre il supporto di un’osservazione durante il rapporto con i ragazzi e del confronto sulle relazioni attivate con il gruppo, lasciando spazio anche a ri-aggiustamenti. 280 Gli operatori effettueranno in strada turni di tre ore ciascuno mentre all’interno dei locali il tempo del turno lavorativo verrà definito a seconda degli accordi con i gestori. Gli operatori avranno con se tutto il materiale di prevenzione così da poter rispondere alle necessità incontrate ( volantini ministeriali e non sulla prevenzione e la descrizione dei rischi derivanti dall’utilizzo di sostanze stupefacenti, insuline, acqua distillata, profilattici, kit…..). Agli operatori di strada si affiancheranno talvolta le altre figure professionali facenti parte del team per poter rispondere ai bisogni che l’equipe individuerà come prioritari nelle diverse situazioni che nell’operare in strada si incontrano. Un aspetto fondamentale del lavoro sono le riunioni di équipe realizzate tra gli operatori di strada e quelli del centro giovani, condotte dal coordinatore dell’unità di strada, in quanto momento di confronto e di riflessione/elaborazione costante dell’intervento. L’unità di strada necessita inoltre di una supervisione periodica con lo scopo di rielaborare gli aspetti emotivi, affettivi, le mappe cognitive e i fattori organizzativi/strutturali, implicati nell’intervento educativo territoriale e più specificamente, nella relazione con i gruppi informali o di singoli giovani. Gli spazi La sede del centro giovani per la logistica, e le riunioni di equipe. Gli operatori quando necessitano di incontrarsi con i ragazzi per realizzare delle attività che richiedono videoproiettore, tavoli sedie ecc.. utilizzano gli spazi del centro giovani o le sale messe a disposizione dai locali. La pianificazione della valutazione Equipe a) incontri strutturati periodici , secondo una calendarizzazione programmata; b) disponibilità e capacità organizzativa di incontri anche non preventivati nel programma stabilito, ma che si ritengono necessari e/o opportuni per la risoluzione di problematiche legate al processo, verificatesi in modo estemporaneo ciò per attività di : monitoraggio attività di verifica e di problem solving valutazione delle diverse tranches progettuali L’equipe si confronterà con il Tavolo Tecnico comunale dei servizi rivolti ai giovani e agli adolescenti. nelle fasi di programmazione, verifica e valutazione. Stumenti : Report dell’equipe integrata per: informazione e socializzazione degli esiti progettuali rilevazione dell’attinenza degli incontri svolti con quelli programmati rilevazione della funzionalità degli incontri rispetto ai compiti del gruppo ed efficacia rispetto al controllo del processo. Unità di strada Indicatori che verranno utilizzati per la valutazione dei risultati in riferimento alle attività e prestazioni erogate ed agli effetti prodotti dall'intervento o dal servizio sulle condizioni dei destinatari finali. Numero e descrizione dei gruppi informali e singoli adolescenti contattati Attività e microprogetti realizzati volti alla sensibilizzazione della popolazione giovanile intorno ai rischi correlati alle assunzioni di sostanze stupefacenti legali ed illegali (materiale di documentazione) ; 281 Descrizione dei livelli di partecipazione e di integrazione raggiunti dai partecipanti (es.andamento della frequentazione alle attività, stabilità della relazione, coinvolgimento nella realizzazione dei microprogetti) Metodologia di lavoro e di collaborazione costruita collettivamente (es. riunioni, forum..) con i soggetti attivati e l’equipe integrata. Soddisfazione della partecipazione alle iniziative Soddisfazione nella collaborazione con i ragazzi Soddisfazione nelle metodologie organizzative Proposte di ampliamento e continuazione del progetto Descrizione ed efficienza delle risorse utilizzate Il quadro economico del progetto Compartecipazione finanziaria dei diversi soggetti/enti FONDO REGIONALE: FONDO COMUNALE €. 5.977,83 €. 2.561,92 ERBACATTIVA COMUNE DI BELLARIA IGEA M. PREVENTIVO DI DETTAGLIO Parametri Macro - Voce Voce Descrizione ore A.1 A.2 1Preparazione A.3 B.1 B.2 B.3 2.-Realizzazione B.4 B.5 B.6 4 - Direzione e 139,75 Pubblicizzazione intervento Formazione/orientamento scolastico. Supervisione Operatori di strada 450 Utilizzo locali per l'azione programmata Utilizzo attrezzature per l'azione program. C.2 Spese materiali per l'azione Verifica finale azione programmata Elaborazione reports relativi all'azione D.1 D.2 Direzione, coordinamento progetto Valutazione del progetto C.1 3 - Diffusione dei risultati € Mappatura del territorio Ideazione e progettazione intervento PROGETTO CIRCOLAN DO 2007 48 15,00 6.750,00 25,00 1200,00 282 Valutazione D.3 Attività di amministrazione e segreteria Totale costi di progetto diretti e indiretti 200,00 1.400,00 C Costi indiretti di E.1 funzionamento E.2 Quota costi generali IVA indetraibile costi di funzionamento Totale Costi indiretti di funzionamento TOTALE GENERALE COSTI PROGETTO 300,00 300,00 8.539,75 283 LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E LA VALUTAZIONE DEGLI INTERVENTI DI PREVENZIONE E SOSTEGNO AL REINSERIMENTO SOCIALE DELLE DIPENDENZE E DI ALTRE FORME DI DISAGIO SOCIALE 5° PROGETTO GIOVANI /DIPENDENZE COMUNITA’ MONTANA VALLE DEL MARECCHIA DATI GENERALI DEL PROGETTO Zona Rimini Nord – Comunità Montana Valle del Marecchia Il progetto è: Nuovo X Continuazione di attività in corso - Progetto Triennale – III annualità Riferimenti della persona responsabile del progetto Dott. Massimo Stefanini Tel: 0541673911 e-mail: [email protected] Riferimenti dell'Organizzazione/Ente responsabile del progetto: Comunità Montana Valle del Marecchia via: Roma n° 21/G - Comune: Torriana - CAP: 47825 Provincia:RN Tel: 0541675012 Fax: 0541675350 e-mail: [email protected] Sito Internet: www.vallemarecchia.it 1.1 IL FENOMENO a) In quale ambito si inserisce l’intervento ovvero quale problema/fenomeno si intende affrontare? L'adolescente cerca di rifinire la sua personalità in una realtà estremamente confusa e contraddittoria: oggi la profonda crisi valoriale e normativa della società finisce con il sostituire l'asse permesso/proibito con l'asse possibile/impossibile, perché assiste allo sfilaccia mento di tutte quelle istituzioni all'interno delle quali in altri tempi si costruiva l'identità personale e sociale, perché trova difficoltà ad uscire dalla sua condizione di dipendenza essendo stato soppresso il fisiologico contrasto con un "padre", perché non è stato aiutato a costruirsi criteri di scelta ma ha avuto solo una infinita possibilità di collezionare, e consumare esperienze. Vi è - nella realtà di oggi - una infanzia ed una adolescenza "normale" che vive senza disagi il suo itinerario di sviluppo ed una infanzia e adolescenza problematica che vive una condizione di forte difficoltà e che va pertanto sostenuta. La condizione di disagio è comune a tutta la generazione che si apre alla vita; la fragilità ed i pericoli di interruzioni o deviazioni dell'itinerario evolutivo sono eguali per tutti i soggetti in formazione, il bisogno di un particolare significativo sostegno è identico per tutti. Alcuni, purtroppo, aggiungono alle normali difficoltà del processo evolutivo situazioni di insufficienze oggettive individuali, familiari e sociali che rendono molto più a rischio l'itinerario evoluivo e che rendono più facile che il disagio si trasformi in disadattamento prima e devianza poi. Per questi è indispensabile che la collettività preveda specifici interventi si sostegno e di recupero. Ma i cosiddetti "normali" non possono essere dimenticati e trascurati poiché anch'essi hanno problemi nel crescere. Assicurare anche a questi ragazzi condizioni e luoghi per un armonico sviluppo di personalità e per un costruttivo scambio relazionale, aiutare il mondo degli adulti a superare pregiudizi e stereotipi sul mondo dell'infanzia e dell'adolescenza e a rapportarsi correttamente con chi chiede continuamente aiuto per non soccombere; sviluppare una società che sappia essere nel suo insieme educante e non banalizzante ed autenticamente fraternale; tutto ciò è un compito di cui la comunità non può disinteressarsi né trascurare. Ciò non solo per prevenire eventuali devianze ma principalmente per 284 assicurare ai ragazzi l'attuazione del diritto ad avere quanto gli è indispensabile per crescere compiutamente in umanità. Dalle ricerche più autorevoli emerge che la scelta di frequentare un gruppo di coetanei è comunque un fatto positivo; questa esperienza infatti sembra favorire lo sviluppo di competenze. Essere in un gruppo significa sperimentarsi, avere un luogo privilegiato per parlare ed affrontare le difficoltà proprie di questa età: il percorso scuola lavoro, le prime esperienze extrafamigliari, l’amicizia, la sessualità, il rapporto con le istituzioni e gli adulti. Questa fascia maggioritaria di adolescenti (gruppi informali) mancava all’appello degli interventi ordinari che il territorio predisponeva fino ad alcuni anni fa, quando è cominciata l’esperienza dell’educativa di strada. Questi anni di sperimentazione continua hanno consentito un consolidamento di relazioni stabili, il riconoscimento dell’equipe come “punto di riferimento importante” per i ragazzi del territorio, l’attivazione e il coinvolgimento di numerosi gruppi informali e gestori di locali. Il servizio dell’educativa di strada attraverso la relazione coglie in tempo reale i bisogni dei ragazzi rilevando come occorra ancora lavorare e con costanza per ridurre l’elevato abbandono scolastico (tipico di una realtà in cui è facile trovare lavoro come operaio dopo la licenza media o dopo l’aver abbandonato gli studi), e per offrire opportunità ai ragazzi a fronte della tendenza al consumo di sostanze psicoattive ed alcolici, in una realtà dove vige ancora la cultura:”il vino fa buon sangue”. A fronte di ciò si manifesta l’esigenza di continuare con l’intervento dell’educativa di strada al fine di offrire opportunità “altre” ai ragazzi. Nell´esperienza dei ragazzi, le droghe oggi sono un consumo “possibile”, a portata di mano. Il “consumo” è la modalità tipica con cui gli adolescenti impiegano il proprio tempo libero: si “ammazza” il tempo consumando bevande, alimenti, musica, spettacoli, videogiochi...I grandi centri commerciali stanno diventando i nuovi poli di aggregazione: ci si incontra nel tempio del consumo così come una volta ci si incontrava in piazza, nei cortili, negli spazi comunitari. I consumi sono diventati il minimo comune denominatore che unisce e accomuna: il vestiario, le scarpe firmate come segno di appartenenza a un certo gruppo, il fast food come scelta di un certo stile di vita, il cd come fedeltà a una certa linea musicale...Non deve stupire, perciò, che anche nell´ambito dei comportamenti trasgressivi prevalga una tendenza al consumo. Si trasgredisce consumando: farmaci, alcolici, sostanze psicoattive... b) Attualmente quante persone si stima siano interessate dal problema/nell’area geografica di riferimento dell’intervento? La popolazione giovanile della Comunità Montana Valle del Marecchia è pari a: 8329 (dati osservatorio provinciale 15-34 anni al 01 -1-2006 Nella provincia di Rimini i dati sul fenomeno della tossicodipendenza sono rilevati dall'Osservatorio provinciale sulle dipendenze dell'Azienda USL di Rimini che fa registrare 36 utenti della Valmarecchia in carico al Ser.T al 01/1/2006. c) Com’è descrivibile il fenomeno in termini di dimensione e peculiarità? Il presente progetto investe due aspetti all’interno del mondo giovanile. Il primo legato dalle normali problematiche di crescita, l’altro legato a fattori di rischio sia con ragazzi che fanno uso e abuso di sostanze stupefacenti, alcoliche, fumo. Il fenomeno in questo senso è diffuso. Per quanto riguarda l'abuso di sotanze stupefacenti, fermo restando che la sostanza d’abuso primaria è l’eroina in ogni classe d’età e in entrambi i generi, si può osservare come le percentuali più alte di consumatori di cocaina si riscontrano fra i maschi di età compresa tra i 25 e i 34 anni (con picco fra i 25-29 anni), mentre gli eroinomani raccolgono percentuali più elevate fra le donne e gli utenti più vecchi. E' importante sottolineare che la provincia di Rimini si colloca al primo posto in Regione Emilia-Romagna per la percentuale di utenti cocainomani rispoetto al totale degli altri tipi di consumatori, con valori mediamenti doppi o tripli rispetto a quelli rilevati da altri servizi per le dipendenze. Non si può non evidenziare la stretta connessione che nella Provincia esiste tra la diffusione di sostanze d’abuso stimolanti e/o empatogene, quali la cocaina e le metanfetamine, con modalità di assunzione “ricreazionali”, limitate di solito ai fine settimana o a particolari contesti ludico ricreativi (discoteche, raves, ecc.), e la stretta connessione con altri comportamenti a rischio per la salute dei giovani. 1.2 DIAGNOSI DEL TERRITORIO IN RELAZIONE AL PROGETTO a) Quali sono le caratteristiche significative dei gruppi sociali del territorio in cui si pensa di svolgere l’intervento? • L’intervento è diretto a gruppi giovanili, siano essi strutturati o meno. Sia a singoli con difficoltà di socializzazione e inserimento, sia a giovani stranieri che necessitano proprio per l’età di inserirsi in un contesto gruppale. 285 • • Individui o gruppi che frequentano luoghi e contesti a rischio, con particolare prossimità alle sostanze stupefacenti; Gruppi informali particolarmente esposti al rischio di sviluppo di stati di dipendenza; b)Quali sono le caratteristiche significative delle risorse (spazi, infrastrutture, ecc.) del territorio o del contesto di riferimento? Il Progetto della Comunità Montana Valle del Marecchia comprende azioni in tutti i comuni e due sottoprogetti denominati • IL PERICOLO E L’OPPORTUNITÀ 6 (territorio di Santarcangelo e Poggio Berni e Torriana) • VERUCCHIOACTION 7 (territorio di Verucchio) Il Comune di Santarcangelo utilizzerà gli spazi della Biblioteca, le sedi delle Associazioni giovanili Il comune di Verucchio utilizzerà le sedi di Villa Verucchio e Verucchio del Centro giovani Epicentro, gli spazi del Centro Civico, la sala Prove musicali. Nei Comuni di Poggio Berni e Torriana si opererà in luoghi di aggregazione come il Bowling di Poggio Berni che catalizza flussi consistenti di ragazzi e il nuovo centro polivalente. c) Quali sono le caratteristiche significative del territorio? L'entroterra riminese, l’area inerente alla Comunità Montana Valle del Marecchia, vive due realtà complementari per la popolazione giovanile: la realtà ancora tipica dei paesi e il collegamento inevitabile e sempre più stretto con la città e l'offerta della riviera. La realtà giovanile della Comunità Montana non differisce sostanzialmente da quella presente nel resto della Provincia di Rimini, ma se il paese fino ad una certa età (la fascia preadolescente) è in grado di offrire una serie di opportunità guidate dalle agenzie di volontariato del territorio, per la fascia dai 14 anni in su questa offerta viene a diminuire a favore delle opportunità ben più "costruite " della città del divertimentificio. Da sottolineare in particolare la separazione tra il territorio di Villa Verucchio e quello di verucchio Paese che ancora non consente di integrare i ragazzi. La popolazione giovanile di Torriana vive una situazione particolare di "allontanamento” dal proprio territorio. Nel Comune non esistono luoghi deputati all'aggregazione giovanile d'altro lato i ragazzi, già per ragioni scolastiche, sono costretti a recarsi oltre comune creandosi legami ed amicizie fuori dal territorio originario 1.3 RIFERIMENTI TEORICI, MODELLI INTERPRETATIVI, RICERCHE DI SFONDO a) Quale ipotesi interpretativa date del problema/fenomeno che volete affrontare ovvero qual è il modello teorico di base a cui vi riferite? Compito di un progetto “adolescenti/giovani” è porsi in ascolto delle aspettative e dei bisogni giovanili, lavorando per essere un facilitatore di percorsi autodeterminati ma capaci di esprimere senso, valore e solidarietà. Acquistano quindi un significato forte la predisposizione di itinerari ludico/espressivi finalizzati alla consapevolezza di sé (teatro, musica, grafica, arte e spettacolo), così come l’attivazione di spazi attrezzati di libero consumo e di ambienti per la spontanea aggregazione dei gruppi naturali, nonché un’azione diretta sui gruppi informali del territorio. Le azioni si instaurano nell’ambito di un’azione volta a stimolare la partecipazione attiva dei ragazzi e la costruzione di processi di relazione significative e va nella direzione della prevenzione alle tossicodipendenze e del disagio sociale. La metodologia di lavoro coniuga alcuni modelli educativi: l’educativa di strada - la peer education - la cogestione. Ultimo per la specificità della propria azione il Multimediabus b) Su quali elementi, ricerche, ipotesi si appoggia l’interpretazione? Le esperienze degli anni precedenti consentono una lettura costante del mondo giovanile con tutte le sue evoluzioni, ricchezze e disagi, nonché di delineare con maggior chiarezza l’emergenza dei fenomeni collegati alle dipendenze al disagio sociale sul territorio di riferimento. 1.4 ANALISI DELLA DOMANDA a) Chi ha segnalato l’esistenza di rischi, problemi, necessità di un intervento? L’intervento è continuazione di un percorso intrapreso già alla fine degli anni ’90. Sia la compagine sociale, sia le amministrazioni pubbliche guardano con preoccupazione ai fenomeni giovanili, in special modo laddove questi sfociano in atteggiamenti devianti e in percorsi di disagio conclamato. L’esperienza dell’educativa di strada e di altri interventi rivolti alla prevenzione primaria e alla promozione della salute realizzati nei comuni della Valle del Marecchia, ha consentito di effettuare una lettura dei bisogni più specifici presenti sui territori nell’ambito della prevenzione alle tossicodipendenze. Il lavoro di questi anni 286 ha infatti evidenziato l’esigenza di strutturare anche interventi più specifici rivolti ai ragazzi che già fanno uso di sostanze legali ed illegali che richiedono un’attenzione più mirata e una professionalità più specifica. b) Chi ha proposto l’intervento? La comunità montana a sostegno dei percorsi già intrapresi nei singoli comuni, le associazioni che gestiscono il progetto. c) Chi ha ha la responsabilità della progettazione? Se si tratta di un gruppo da chi è composto? Dott.ssa Sabrina Zanetti, dott.ssa Roberta Bongiorni . d) Esiste la possibilità di collaborare con interventi analoghi in corso di esecuzione? Il progetto collaborerà con i progetti dell’area giovani/dipendenze di Rimini e Bellaria e col progetto “Il futuro a colori” dell’area immigrazione della Valmarecchia 1.5 I DESTINATARI FINALI DELL’INTERVENTO a) Quali sono i destinatari finali del progetto? • Gruppi informali con comportamenti a rischio, adolescenti con disagio manifesto che non hanno trovato una collocazione attraverso studio o lavoro, adolescenti che hanno abbandonato la scuola, adolescenti a rischio di emarginazione sociale • Ragazzi con normali problematiche legate alla fase di crescita, carenti di opportunità aggregative o di prospettiva di integrazione formativa, lavorativa, scolastica • Individui o gruppi che frequentano luoghi e contesti a rischio, con particolare prossimità alle sostanze stupefacenti; • Soggetti con un uso o abuso da sostanze psicoattive legali ed illegali in condizioni di marginalità sociale. • Gruppi informali particolarmente esposti al rischio di sviluppo di stati di dipendenza e disagio. b) Quali sono le caratteristiche dei destinatari finali e la loro dimensione numerica? Ragazzi che partecipano alla vita di gruppi informali che si incontrano spontaneamente sul territorio, con l’attività in strada si rinnova il contatto con circa 14/15 gruppi informali, con i quali si intende istaurare forme di relazione con gli operatori per attivare percorsi di crescita e maturazione, così come attività volte a ridurre i fattori di rischio derivanti dal disagio giovanile a favore di concetto di partecipazione, inteso come valorizzazione delle risorse naturalmente presenti nei giovani e il coinvolgimento di questi ultimi nelle decisioni e nelle attività che li riguardano. Ragazzi che frequentano i Centri Giovani la sala prove di Verucchio (160 circa) sia come semplici fruitori di servizi o corsi che come frequentatori assidui che presentano una forte richiesta di relazioni e protagonismo. I frequentatori occasionali dei centri, che hanno stabilito rapporti significativi sia con gli altri ragazzi che con gli operatori, ma che per motivi di natura esterna (lavoro, sport, scuola o impegni vari), non hanno la possibilità di partecipare assiduamente alla vita del Centro. Si tratta di ragazzi che rispecchiano le classiche problematiche adolescenziali, sia ragazzi che presentano comportamenti dannosi per quanto riguarda l’uso e abuso di stupefacenti (in particolare cannabinoidi), alcol e fumo. Di certa rilevanza i ragazzi stranieri che portano con se anche le problematiche tipiche dell’integrazione unitamente a quelle sopraccitate. c) Per quali ragioni sono stati scelti proprio quei destinatari finali? In realtà tutti i soggetti in formazione sono in qualche modo in situazione di più o meno rilevante disagio. Vi è l’emergere e il crescere di fenomeni di comportamenti "devianti" e di casi "problematici" segnalati dalla scuola, dai servizi sociali, dalle forze dell’ordine. Altra motivazione è quella di offrire ai giovani opportunità sui propri territori per garantire la costituzione di un senso di appartenenza e sostenere lo sviluppo della creatività giovanile. d)Quanti sono i destinatari finali che si prevede di raggiungere con il progetto? Nel territorio della Comunità Montana tra azione in strada e centri giovani si prevede di raggiungere circa 250 giovani. e)Quali sono le modalità attraverso le quali si pensa di contattare, coinvolgere e motivare i destinatari finali dell’intervento? Oltre alle classiche formule comunicative: locandine, leaflet, annunci radio, articoli di stampa, l’impegno diretto degli operatori dei progetti è la chiave determinante per contattare e motivare i ragazzi a prendere parte ai percorsi organizzati . Non meno importante è cogliere appieno le necessità da loro indicate affinché il tam tam tra pari diventi il vero canale comunicativo e di motivazione alla partecipazione. L’operativa di strada sarà certamente un canale privilegiato; un’attenta valutazione nella scelta degli strumenti di aggancio verrà operata dal team in fase di mappatura. 287 1.5.1 I DESTINATARI INTERMENDI DELL’INTERVENTO a) Quali sono i destinatari intermedi del progetto? Nelle comunità locali di riferimento verranno contattata la scuola, i gestori dei locali, le associazione giovanili, le associazioni sportive. b)Quali sono le caratteristiche dei destinatari intermedi e la loro dimensione numerica? Ogni ambito sopra indicato ha caratteristiche proprie, li accomuna il fatto di avere canali privilegiati di contatto con i giovani, la dimensione numerica è sostenuta. c) Per quali ragioni sono stati scelti proprio quei destinatari intermedi? Hanno canali privilegiati di contatto con i giovani, in alcuni casi strutturati come la scuola o le associazioni giovanili (scout, parrocchia), in altri più casuali come i gestori dei locali, ma hanno tutti la possibilità di fornire informazioni preziose e se adeguatamente coinvolti di divenire essi stessi attori del progetto. d)Quanti sono i destinatari intermedi che si prevede di raggiungere con il progetto? • Associazioni e/o Enti che gestiscono gli analoghi interventi per conto dei Comuni compresi nel Distretto di riferimento • Associazioni giovanili del territorio • Associazioni di volontariato/ Coop. Sociali • Altri : i gestori dei locali frequentati dai giovani. • Parrocchie • Scuole • Oratorio Convento Francescani Verucchio • Enti di formazione professionale (ENAIP) e) Quali sono le modalità attraverso le quali si pensa di contattare, coinvolgere e motivare i destinatari intermedi dell’intervento? Contatto diretto da parte da parte degli operatori e spiegazione dell’intervento, richiesta per ognuno di collaborazione attiva secondo le proprie specificità. 1.6 GLI OBIETTIVI a) Gli obiettivi strategici del progetto ( fare riferimento agli obiettivi della delibera del consiglio regionale n. 615/2004) (anche più risposte) a. Obiettivi strategici del progetto (fare riferimento agli obiettivi della Delibera del Consiglio regionale n. 615/2004): (anche più risposte) a.1 Mondo giovanile e rapporto con le sostanze :x Individuazione precoce di soggetti a rischio Promozione della salute nei luoghi del divertimento/interventi con le Unità mobili X Facilitazione all'accesso e accompagnamento ai servizi altro (specificare)_______________________________________________________________ a.2 Dipendenza da sostanze: Integrazione lavorativa Inserimento sociale e contrasto all'esclusione altro (specificare)_______________________________________________________________ a.3 Marginalità sociale associata al consumo di sostanze Riduzione del danno/lavoro di strada/servizi a bassa soglia Inserimenti lavorativi e abitativi protetti altro (specificare)_______________________________________________________________ a.4 Utenza multiproblematica Avviamento/integrazione lavorativa Reinserimanto sociale, contrasto all'esclusione, sostegno alla domiciliarità altro (specificare)_______________________________________________________________ Per ogni obiettivo indicare gli obiettivi specifici del progetto e gli indicatori che verranno utilizzati per la valutazione di processo e di esito, evidenziando anche le variabili che si possono prevedere. X Individuazione precoce di soggetti a rischio Generali: dare continuità all’azione svolta negli anni precedenti. 288 • • • • • intervenire influendo in modo positivo sulla qualità dellla vita giovanile, promuovendo cultura, salute socializzazione. intervenire su situazioni di disagio personale o sociale che possono favorire l’instaurarsi di situazioni di disadattamento e di devianza giovanile. Prevenzione dell'uso, abuso di sostanze psicoattive; riduzione dei rischi connessi agli stati di abuso e dipendenza da sostanze psicotrope; contrasto alla marginalità sociale; Specifici • Un’azione di operativa di strada con il compito di attivare percorsi di partecipazione giovanile e azione di contrasto all’uso e abuso di stupefacenti , alcool e fumo. • Un’azione per garantire una serie di opportunità aggregative e a sostegno della creatività giovanile Un’azione di sensibilizzazione sul problema del disagio che sia in grado di creare una cultura di coesione della società civile intorno alle politiche giovanili e a quelle della riduzione del disagio • Un impegno per la costruzione di una rete territoriale (Tra i comuni della comunità Montana Rimini e Bellaria) che sia in grado di dialogare e offrire risposte. • Favorire la percezione dei rischi legati all'uso/abuso do sostanze psicoattive e una domanda di cambiamento c/o gruppi o soggetti a rischio di dipendenza. • Monitorare l'andamento dei fenomeni locali legati al consumo e spaccio di sostanze stupefacenti con particolare attenzione alle evoluzioni del mercato ed alle modalità di assunzione. • Promuovere la presa di contatto e la nascita di relazioni con i gruppi informali a rischio. • Promuovere l'accesso dei soggetti/gruppi a rischio presso i Centri Aggregativi del territorio, che svolgono attività di prevenzione primaria; • Offrire opportunità educative o riabilitative attraverso rapporti e percorsi personalizzati. • Favorire l'invio ai servizi socio-sanitari e la richiesta di trattamento da parte dei soggetti con disturbi d'abuso e dipendenza da droghe Obiettivi: X Facilitazione all'accesso e accompagnamento ai servizi - Offrire un progetto individualizzato di accompagnamento a percorsi lavorativi per quei ragazzi che non sono in grado di gestire autonomamente i percorsi normali di inserimento nel mondo del lavoro. Stage formativi al fine di modificare concretamente situazioni di disagio che senza una diversa dimensione personale non riescono a modificare comportamenti che portano a rimanere nell’ambito del disagio manifesto 1.6.1 OBIETTIVI – PER I PROGETTI CHE PREVEDONO IL COINVOLGIMENTO DI DESTINATARI INTERMEDI a) Quali sono gli obiettivi che si intendono raggiungere intervenendo sui soggetti che fungono da intermediari verso il target? Un coinvolgimento diretto dei soggetti nella conoscenza e promozione del progetto. Un coinvolgimento diretto su alcune attività specifiche. b) Quale correlazione esiste fra gli obiettivi stabiliti per i destinatari finali dell’intervento e quelli relativi ai soggetti intermedi? La necessaria costruzione di una rete di rapporti sul territorio che abbiano a cuore la salute, il benessere delle giovani generazioni e che possano mettere assieme competenze e opportunità da offrire ai ragazzi. 1.7 I SOGGETTI CHE PARTECIPANO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGETTO: a. Quali soggetti pubblici e del Terzo settore si intende coinvolgere nella realizzazione del progetto? Il presente progetto della Comunità Montana Valle del Marecchia, racchiude gli interventi previsti sui singoli comuni e gli interventi comuni su tutta l’area interessata dal Progetto. I comuni di Verucchio, Santarcangelo, Torriana, e Poggio Berni hanno costituito un’Unità di Progetto e convergono le loro risorse di disponibilità e di competenza per dar vita ad una politica che aggreghi e coordini, attorno al tema delle politiche giovanili e della prevenzione del disagio giovanile un flusso di azioni capaci di costituirsi come una reale applicazione della strategia delle connessioni. 289 Le esperienze dedicate alla riduzione del disagio giovanile e alla promozione dell’agio promosse nei comuni di Verucchio, Torriana, Santarcangelo, Poggio Berni attueranno strategie collaborative e di confronto che verranno portate avanti tramite l’esperienza unificante della Comunità Montana. Il Progetto vedrà, inoltre, coinvolte nella gestione dell’attività l’Associazione Epicentro e la Cooperativa Alter. Il Progetto manterrà un rapporto costante con l’U. O. Dipendenze Patologiche dell’A. U.S.L. per consulenza e supervisione. b) Quali modalità di collaborazione e di coordinamento si intende attivare? La Rete intercomunale Tale Rete prevede: • Incontri dell’unità di progetto della Comunità Montana, per una verifica costante sull’andamento dei progetti e per un reciproco arricchimento di scambio, socializzazione e di trasferibilità delle esperienze. • Il Coordinamento delle Equipe operative dei due sottoprogetti prevede momenti di confronto e progettualità comune sulle attività e le metodologie. • L’apertura delle attività/laboratori, sala prove musicale ecc.. promosse nei singoli comuni per tutti i ragazzi provenienti dagli altri comuni limitrofi. • La promozione eventi congiunti su tutta la Valmarecchia • La collaborazione con il progetto New Millennium in rete (Rimini). per mettere a regime tutte le opportunità d’azione e lo scambio di informazioni tra operatori e ragazzi. • La costruzione di rete con le attività dello “Spazio d’ascolto” e del “Progetto di sostegno territoriale per ragazzi con disagio” progettate sempre dalla Comunità montana nell’ambito dell’area “del programma finalizzato alla promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza”, consentirà di mantenere in un’ottica unitaria gli interveti dedicati all’utenza giovanile o con problemi di disagio sociale e renderà possibile il confronto con gli operatori degli altri progetti, nonché di individuare e promuovere azioni comuni. c) Quali sono le competenze operative di ciascun soggetto nell’attuazione degli interventi previsti? Sintesi di Azioni in rete • Unità operativa Valle del Marecchia (verifica) • equipe integrata degli operatori (programmazione delle attività) • la messa in opera della rete con i progetti dell’area “responsabilità familiare, capacità genitoriali, e diritti dei bambini e degli adolescenti” . • la messa in opera della rete con i progetti del Comune di Rimini e Bellaria 1.8 IL METODO DI INTERVENTO a) Quali sono le strategie e i metodi utilizzati per realizzare l’intervento? Il modello pedagogico Compito di questo progetto è porsi in ascolto delle aspettative e dei bisogni giovanili, lavorando per essere un facilitatore di percorsi autodeterminati ma capaci di esprimere senso, valore e solidarietà. Acquistano quindi un significato forte la predisposizione di itinerari ludico/espressivi finalizzati alla consapevolezza di sé (teatro, musica, grafica, arte e spettacolo), così come l’attivazione di spazi attrezzati di libero consumo e di ambienti per la spontanea aggregazione dei gruppi naturali . La metodologia di lavoro coniuga alcuni modelli educativi: l’educativa di strada - la peer education - la cogestione. Ultimo per la specificità della propria azione il Multimediabus. L’educativa di strada Qualsiasi progetto di intervento preventivo nei confronti del disagio adolescenziale deve considerare l’importanza della famiglia sociale dell’adolescente, cioè della rete di relazioni affettive con i coetanei. Negli ultimi anni la famiglia sociale è diventata importante quanto quella naturale nel determinare situazioni di disagio o nell’offrire risorse per risolvere i problemi che derivano dall’appartenenza alla famiglia naturale. Gli adolescenti attuali dipendono affettivamente dalla loro famiglia sociale e si disinteressano quasi del tutto degli adulti, nei cui ranghi non hanno fretta di entrare. In base a queste considerazioni, la vera scommessa preventiva consiste nell’aiutare i ragazzi a gestire più serenamente possibile il loro rapporto con i coetanei, in modo che esso possa fungere da risorsa psicosociale. Il progetto, punta a valorizzare i gruppi informali, costruendo insieme ai ragazzi, progetti che li rendano protagonisti nel proprio territorio diminuendo la distanza che spesso caratterista gli adulti e i gruppi di coetanei. 290 Il territorio si identifica come il luogo fisico, sociale e formativo in cui i ragazzi vivono. Il territorio è lo spazio delle definizioni e del cambiamento. E’ lo spazio dei significati e dei simboli che quotidianamente usiamo per interpretare la realtà. E’ il luogo dello scambio tra persone, i gruppi, e le istituzioni. E’ lo spazio dei vincoli ma anche delle risorse, degli adolescenti, dei cittadini, degli educatori, dei volontari, delle esperienze. E’ il contenitore in cui l’adolescente attraversa il processo di costruzione della propria identità sociale, contribuisce a definire chi siamo, offre delle risorse, ed è per questo motivo che è necessario sviluppare relazioni costruttive tra il singolo e la comunità. La strategia complessiva del lavoro di strada in questo caso punta sul positivo, sulle risorse che gli individui, i gruppi e il territorio possiedono. Si tratta di investire sul sistema in termini di empowerment. L’operatore di strada svolge quattro compiti principali: Esplora il territorio in cui opera Crea un ponte tra le aggregazioni giovanili spontanee e i servizi Agisce un primo intervento per costruire microprogetti Crea e collega le opportunità esistenti sul territorio per i ragazzi. Il lavoro consiste di 5 fasi operative, che non vanno assunte rigidamente: a) Mappatura del territorio b) Aggancio compagnie informali e singoli adolescenti c) Consolidamento relazioni d) Microprogettualità e) Crescita del gruppo - Stabilizzazione della relazione con il gruppo - Crescita del gruppo - Distacco attuazione intervento con un nuovo gruppo Per quanto riguarda le modalità operative, l’unità di strada non usa momenti animativi-educativi preconfezionati ma cerca di partire dai bisogni e dagli interessi dei giovani, attraverso un processo di negoziazione e di dialogo volto allo sviluppo delle potenzialità creative, delle capacità decisionali individuali e gruppali dei ragazzi. L’aspetto fondamentale del progetto riguarda il suo approccio: non si tratta di un intervento correttivo e neanche terapeutico. Si tratta di operare con gruppi di giovani e nell’ambiente sociale al fine di stimolare relazioni, legami, protagonismo, iniziative. Per questo motivo il ruolo dell’operatore si configura come mediatore o facilitatore dei rapporti tra il mondo dell’aggregazione informale dei giovani e l’ambiente sociale in cui vivono. L’unità operativa di base è la coppia di operatori, preferibilmente un maschio e una femmina, per favorire la diversità delle dinamiche relazionali con i ragazzi di sesso diverso. Essere in due inoltre, offre il supporto di un’osservazione durante il rapporto con i ragazzi e del confronto sulle relazioni attivate con il gruppo, lasciando spazio anche ai riaggiustamenti. Elemento fondamentale è l’equipe settimanale condotte dal coordinatore, in quanto momento di confronto e riflessione/elaborazione costante sull’intervento. L’unità di strada necessita inoltre di una supervisione periodica con lo scopo di rielaborare gli aspetti emotivi, affettivi, le mappe cognitive e i fattori organizzativi/strutturali, implicati nell’intervento educativo territoriale e più specificatamente, nelle relazioni con i gruppi informali od i singoli giovani. La Cogestione Il centro di aggregazione Epicentro, la co-gestione con spinta verso l’auto gestione. Si ritiene, dal punto di vista metodologico dell’intervento, che la rimotivazione e la reintegrazione di un giovane passi attraverso una forte proposta di opportunità e il recupero di una relazione significativa con il mondo adulto. Pertanto le azioni del Centro pongono nel proprio mirino più terreni formativi nevralgici: L’ascolto -la socializzazione e la comunicazione - l’apprendimento - l’accompagnamento alle scelte future. Il modello della Cogestione è a metà strada fra l’autonoma scelta dei ragazzi e la presenza degli educatori nel comune rispetto di alcune regole fondamentali di convivenza e rispetto degli impegni assunti. La cogestione prevede come momento principale l’assemblea settimanale con la presenza di tutti i ragazzi. Questa metodologia rende protagonisti i ragazzi con il sostegno e la guida degli educatori, nel comune rispetto di alcune regole fondamentali alla convivenza ed il rispetto. Altri momenti importanti sono le esperienze socio-relazionali: feste organizzate e gestite dai giovani, uscite e campeggi. Per gli operatori sono tutti momenti privilegiati di osservazione e indispensabili per approfondire i canali di comunicazione con i ragazzi. L’aggancio con alcuni dei giovani che frequentano il centro aggregativo Epicentro passa attraverso alcune azioni di educativa di strada. Grazie allo stile tipico dell’educativa di strada gli educatori sanno quanto sia delicata la fase di ’”aggancio”, il primo contatto, quanto sia importante non bruciare e non vanificare una 291 relazione possibile con atteggiamenti non coerenti o adatti con la persona che si vuole incontrare. In seguito, quando la relazione diviene più stabile, il gruppo intero ed ogni singolo ragazzo è invitato a frequentare i centri aggregativi, e messo in condizione di realizzare un proprio progetto. Lo spazio giovani del Comune di Verucchio è gestito dall’Associazione Centro Giovani Epicentro formata da giovani volontari. È tale associazione in coordinamento con il nucleo di operatori previsto dal progetto a promuovere l’azione di prevenzione al disagio in tutte le sue forme. Le attività che verranno realizzate in collaborazione con le Associazioni di volontariato e gli operatori già attivi sul territorio, sono strutturate al fine di supportare situazioni di disagio, difficoltà scolastiche e sociali, stimolando la socializzazione, l’autonomia e l’autostima, tramite l’azione di animazione, socializzazione e sostegno scolastico. D’altra parte il Centro di aggregazione si è rivelato una risposta importante per il target previsto dal progetto che presenta problematiche rilevanti quali consumo di sostanze, conflitti inter gruppo, problematiche intergenerazionali, ecc. Il Centro di aggregazione intende inoltre agire la propria influenza anche fuori dalle sua mura proponendo azioni di promozione e sensibilizzazione delle tematiche giovanili rivolte espressamente al mondo adulto. All’interno del Centro vengono svolte una serie di attività/opportunità, attraverso l’incontro con esperienze e testimoni significativi legati al mondo della cultura e dell’arte si intende incentivare i giovani ad intraprendere un’esperienza che li possa rendere in qualche modo “protagonisti” avvicinandoli alle espressioni culturali ed artistiche attraverso un cammino di gruppo. Gli spazi di libero accesso indispensabili per la socializzazione: Sala video e spazio ricreativo Questo spazio di tipo polifunzionale e adeguatamente attrezzato permetterà la realizzazione di proiezioni, incontri, dibattiti e attività di tipo ludico e quant’altro scaturisca dalla creatività stessa dei ragazzi. Sulla medesima impostazione è stato aperto una seconda sede presso Verucchio Paese. La sala Prove musicale La musica è certamente un linguaggio che supera le diversità e il più delle volte è l'ambito in cui i ragazzi che esprimo situazioni di disagio trovano spazio per esprimersi. La musica è un fortissimo canale comunicativo tra i giovani. La necessità di trovare spazi per suonare è un'esigenza forte per tutti quei giovani che si cimentano con le note. Dal 2000 è attiva a Verucchio una sala prove per giovani musicisti situata all'altezza del Ponte Verucchio. L'attività fortemente aggregativa coinvolge numerosi gruppi musicali di Verucchio e Torriana. Peer education Altra metodologia applicata è la 'Peer education Educazione fra pari' . Attraverso questa metodologia i giovani hanno la possibilità di riconoscere a un “altro” più esperto la possibilità di fargli sperimentare una “distanza” con il sapere o, eventualmente, l’esistenza di un altro sapere, consentendogli, proprio attraverso l’esperienza di gruppo, non solo un processo di acquisizione diretta, bensì un più complesso lavoro di costruzione della conoscenza all’interno del gruppo di pari. È solo nel gruppo, infatti, che il soggetto può incontrare e, quindi, usufruire di una zona di “sviluppo prossimale” definita come “la distanza tra il livello attuale di sviluppo così come è determinato dal problem-solving sotto la guida di un adulto o in collaborazione con i propri pari più capaci” (Vygotsky, 1980, “il processo cognitivo ”). b) Qual è la durata prevista dal progetto e quali le azioni significative? Il progetto ha durata triennale, questo progetto presenta la III annualità e si sviluppa in: • Azione di educativa di Strada in tutta la Comunità montana • Continuità di apertura del Centro giovani Epicentro di Villa Verucchio e Verucchio con la promozione di attività corsali , aggregative, attività musicali con l’utilizzo della sala prove • Realizzazione di eventi pubblici. c) Come viene pianificata l’attività Attraverso incontri di equipe, inoltre sia Santarcangelo che Verucchio hanno referenti di progetto che si incontrano con stabilità in maniera congiunta per ottimizzare gli interventi territoriali e per relazionarsi con i referenti dei progetti di Rimini e Bellaria. 1.9 LE RISORSE a) Chi svolge l’intervento e quali sono le qualifiche e le competenze richieste? Gli operatori che operano nel presente progetto hanno significative esperienze nel mondo giovanile e in azioni di prevenzioni al disagio. L’azione dell’operativa di strada è realizzata dalla Cooperativa Alter ,l’equipe prevista è formata da: N° 3 educatori di strada N° 1 coordinatore 292 N° 2 volontari L’azione al Centro aggregativo è gestita dall’associazione Epicentro di Verucchio, l’equipe prevista è formata da: N° 1 operatore N° 1 coordinatore • Equipe integrate tra gli operatori, che intervengono sui singoli comuni, per prevedere: momenti di scambio dell’esperienza al fine di costruire modalità sinergiche d’intervento e microprogetti integrati su tutta l’area territoriale; momenti di formazione/supervisione di rete; conoscere e monitorare la realtà giovanile con le sue risorse e/o problematicità di tutta l’area territoriale. • Coordinamento intercomunale • È previsto il coordinamento delle esperienze della Comunità Montana con le altre esperienze del territorio di Rimini e Bellaria per un confronto continuo sull’andamento dei progetti e per un reciproco arricchimento di scambio, socializzazione, di trasferibilità eventuale delle esperienze • La Supervisione dell’U.O.Dipendenze Patologiche dell’A.U.S.L. Il presente progetto necessita di una costante verifica e supervisione a cura dell’U.O.Dipendenze Patologiche dell’A.U.S.L. b) Quanto tempo di lavoro si prevede dovranno impiegare gli operatori? 387 ore Il Pericolo e L’Opportunità; 420 ore Verucchioaction V ; c) Quali risorse sono disponibili in termini di organizzazione, spazi e materiali? Centro Giovani Epicentro sede di Villa Verucchio e Verucchio, Sala Prove Villa Verucchio, Centro Civico Villa Verucchio, Biblioteche di Verucchio, Santarcangelo, Poggio Berni, centro polivalente di Poggio Berni, multimediabus, , Sala Polivalente Torriana. Organizzazione di Corsi artistici, musicali, Materiali: Computer, impianti audio, telecamera. d) Quali altre attività e iniziative attive in quel contesto possono influire, e come, sulla realizzazione dell’intervento? Iniziative di tipo provinciale che si inseriscono nella normale progettualità del territorio possono dare impulso e arricchimento, le attività promosse sulle tematiche della pace e dell’interculturalità sono particolarmente affini al mondo giovanile e possono creare interessanti connubi ed integrazione nell’organizzazione di eventi pubblici. e) Esistono iniziative nel territorio e in territori vicini che possono influire, e come sulla realizzazione dell’intervento? La connessione con i Progetti di Rimini e Bellaria, nonché con quelli promossi dall’U.O.Dipendenze Patologiche dell’A.U.S.L. possono aiutare l’intervento ad ottenere una maggiore incisività sia nelle modalità di approccio con i giovani, sia nel concreto dei risultati. 1.10 LA DOCUMENTAZIONE DEI RISULTATI a) Quali azioni e strumenti prevedete per documentare lo svolgimento dei risultati del progetto al committente? Compito dell’equipe di valutazione sarà quello di produrre “progress report” documentativi per ciascuna delle fasi del progetto, oltre ad un rapporto finale complessivo come “dossier” di riferimento. b) Quali azioni e strumenti prevedete per informare sullo svolgimento ed i risultati del progetto i destinatari e il territorio di riferimento? • Articolo sui Giornali comunali • Articoli nei siti internet dei comuni e della comunità montana e su www.riminigiovani Partecipazione a seminari, convegni sui progetti finanziati dalla legge 45 • Organizzazioni di incontri pubblici • Relazioni annuali in consiglio comunale • Relazione finale sul progetto e sui risultati raggiunti 293 1.11 LA PIANIFICAZIONE DELLA VALUTAZIONE a) la valutazione viene realizzata: sul progetto X in itinere (durante lo svolgimento dell’intervento X ex post (alla fine dell’intervento) follow up (a distanza di tempo dalla fine dell’intervento -quando possibile) b. Quale o quali tipi di valutazione di processo e di risultato sono previste dal progetto? Di processo: Adeguatezza delle risorse Adeguatezza dell’organizzazione Adeguatezza dei metodi X Coerenza tra obiettivi e risorse, organizzazione, metodi X Impatto delle eventuali variabili non previste Di risultato: XReazioni dei destinatari Efficienza X Efficacia Impatto Per ogni tipo di valutazione di processo e di risultato indicata alla domanda precedente descrivere le variabili (che cosa), gli indicatori e gli strumenti utilizzati (come), i tempi (quando) e chi valuta. Di processo X Coerenza tra obiettivi e risorse, organizzazione, metodi X Impatto delle eventuali variabili non previste Di risultato: X Reazioni dei destinatari X Efficacia Che cosa • • • • • • • • • • • • • • Descrizione del “ciclo di vita” del progetto nel suo insieme a partire dalla fase di progettazione alla effettiva processuale realizzazione. L’organizzazione e la funzionalità del progetto L’efficacia o capacità di produrre i risultati progettati La coerenza o adeguatezza logica e metodologica dell’attività La riproducibilità come possibile ulteriore applicazione di altri progetti La economicità come congruo rapporto costo/benefici numero e descrizione dei gruppi informali e singoli adolescenti contattati Attività e microprogetti realizzati volti alla sensibilizzazione della popolazione giovanile intorno ai rischi correlati alle assunzioni di sostanze stupefacenti legali ed illegali (materiale di documentazione) Descrizione dei livelli di partecipazione e di integrazione raggiunti dai partecipanti (es.andamento della frequentazione alle attività, stabilità della relazione, coinvolgimento nella realizzazione dei microprogetti) Metodologia di lavoro e di collaborazione costruita collettivamente (es. Riunioni, forum..) Con i soggetti attivati e l’equipe integrata. Soddisfazione della partecipazione alle iniziative Soddisfazione nella collaborazione con i ragazzi Soddisfazione nelle metodologie organizzative Proposte di ampliamento e continuazione del progetto Descrizione ed efficienza delle risorse utilizzate Gli indicatori e gli strumenti utilizzati (come) 294 Questa ipotesi di valutazione prevede di essere svolta “in itinere” sulla base di strumenti oggettivi di osservazione, di raccolta delle informazioni e di storicizzazione minima degli avvenimenti interni al processo formativo, cercando altresì di cogliere dati di cambiamento negli atteggiamenti/comportamenti degli utenti e della comunità locale. Compito dell’équipe di valutazione sarà quello di produrre “progress report” documentativi per ciascuna delle fasi del progetto, oltre ad un rapporto finale complessivo come “dossier” di riferimento. Sistemi di rilevazione dei dati Viene tenuto dagli operatori un diario di bordo delle attività e una schedatura dei partecipanti. La valutazione prenderà in considerazione: Le risorse umane e/o finanziarie impiegate le attività svolte e il rispetto dei tempi Il numero di contatti Il numero di utenti raggiunto Il livello di frequenza alle attività Le risposte personali offerte ai giovani che mostravano chiare richieste di sostegno a un disagio manifesto Valutazione specifica dell’attività di Educativa di strada Indicatori che verranno utilizzati per la valutazione dei risultati in riferimento alle attività e prestazioni erogate ed agli effetti prodotti dall'intervento o dal servizio sulle condizioni dei destinatari finali Attività svolte : Numero e descrizione dei gruppi informali e singoli adolescenti contattati (scheda di registrazione) durante la mappatura territoriale, metodologia e strumenti utilizzati Documentazione degli strumenti utilizzati e delle attività svolte durante le fasi operative del lavoro di aggancio, consolidamento della relazione, microprogettualità con i gruppi informali ( es. verbali, schede, video, foto, diapositive, giornalini....) Descrizione degli strumenti utilizzati (es. verbale del turno, schede, video,foto ecc..) Descrizione della rete territoriale costruita (n° gruppi attivati, luoghi di ritrovo, descrizioni, bisogni e problematiche emerse, operatori grezzi partecipanti) Attività e microprogetti realizzati (materiale di documentazione) ; Soddisfazione dei partecipanti Soddisfazione della partecipazione alle iniziative Metodologia di lavoro e di collaborazione costruita collettivamente (es. riunioni, forum) con i soggetti attivati Soddisfazione nella collaborazione con i ragazzi Soddisfazione nelle metodologie organizzative Proposte di ampliamento e continuazione del progetto Risorse utilizzate : Descrizione ed efficienza delle risorse utilizzate Tipologia e numerosità della popolazione target coinvolta nel progetto : Descrizione della rete territoriale costruita in termini di gruppi informali attivati (n° di gruppi attivati, luoghi di ritrovo, descrizione della struttura e dei processi di gruppo, bisogni e problematiche emerse) I tempi (quando) Incontri strutturati periodici delle equipe (settimanali), secondo una calendarizzazione programmata. Gli operatori delle differenti azioni si incontrano in equipe congiunta (trimestrale) svolgono ogni semestre relazioni sull’andamento del progetto e svolgendo una valutazione di massima su i risultati. Ogni semestre viene realizzato un incontro con Relazione annuale verrà inviata alla Regione Emilia Romagna. Chi valuta Le equipe delle diverse azioni, l’Unità di progetto della Comunità Montana Tale gruppo sarà formato dai rappresentanti di : Comunità Montana Comune di Verucchio 295 Comune di Torriana Comune di Poggio Berni, Comune di Santarcangelo, Cooperativa Alter Associazione Epicentro L’U.O. Dipendenze Patologiche 296 1.11 IL QUADRO ECONOMICO DEL PROGETTO ( i costi sono da intendersi annuali) VERUCCHIO ACTION 7” preventivo III annualità Progetto giovani e dipendenze 1.11 IL QUADRO ECONOMICO DEL PROGETTO ( i costi sono da intendersi annuali) AZIONE A – Epicentro Centro Giovani Verucchio INCARICHI INIZIATIVE SPESE GESTIONE Totale Tot. 1 operatore (3,5 ore x 3 gg x 4 sett x 10 mesi x 30,50 € onnicom.) 1 coordinatore Iniziative Utenze quota regionale Verucchio e Torriana Quota comunale a carico del comune di Verucchio Integrazione Comunità Montana COSTO TOTALE “VERUCCHIO ACTION 7” 12.810,00 3.000,00 3000,00 3032,00 21.842,00 4.421,47 14.825,96 (di cui 3.032,00 nel Bp V) 19.247,43 2.594,57 € 21.842,00 297 IL PERICOLO E L’OPPORTUNITA’– 2008Comunità Montana Valle del Marecchia PREVENTIVO DI DETTAGLIO Parametri Macro - Voce Voce Descrizione ore B.5 B.6 C.1 Mappatura del territorio Ideazione e progettazione intervento Pubblicizzazione intervento Formazione/orientamento scolastico.. Supervisione/formazione Operatori di strada Utilizzo locali per l'azione programmata Utilizzo attrezzature per l'azione program. Spese materiali per l'azione Verifica finale azione programmata C.2 Elaborazione reports relativi all'azione 4 - Direzione e Valutazione D.1 D.2 D.3 Costi indiretti di funzionamento E.1 E.2 Direzione, coordinamento progetto 56 Valutazione del progetto Attività di amministrazione e segreteria Totale costi di progetto diretti e indiretti Quota costi generali IVA indetraibile costi di funzionamento Totale Costi indiretti di funzionamento 1 - Preparazione 2.-Realizzazione 3 - Diffusione dei risultati C A.1 A.2 A.3 B.1 B.2 B.3 B.4 € 200,00 387 16,50 € 6.197,89 € 3.192,34 Finanz. Regionale Poggio berni Finanz. Comunale € 692,10 € 500,93 Integrazione Comunità Montana € 874,85 COSTO TOTALE “IL PERICOLO E L’OPPORTUNITA’ 6” 1.000,00 800,00 6.392,00 1.010,11 26,00 1.456,00 350,00 250,00 250,00 TOTALE GENERALE COSTI PROGETTO Finanz. Regionale Santarcangelo Finanz. Comunale PROGETTO CIRCOLANDO 2006 11.458,11 € 11.458,11 298 PROSPETTO SINTETICO “5° PROGETTO Giovani COMUNITA’ MONTANA VALLE DEL MARECCHIA” CONTRIBUTI REGIONALI Quota regionale Comune di Santarcangelo Quota regionale Comune di Poggio Berni Quota regionale Verucchio Quota regionale Torriana Totale € 6.197,89 € 692,10 € 4.047,43 € 374,04 € 11.311,47 QUOTE COMUNALI Quota comunale Comune di Poggio Berni Quota comunale Comune di Santarcangelo Quota comunale Verucchio Quota comunale Torriana Totale € 500,93 € 3.192,32 € 14.815,98 0 € 18.519,22 Integrazione Comunità M.na Valmarecchia € 3.469,43 ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Totale generale €. 33.300,12 299 LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE E LA VALUTAZIONE DEGLI INTERVENTI DI PREVENZIONE E SOSTEGNO AL REINSERIMENTO SOCIALE DELLE DIPENDENZE E DI ALTRE FORME DI DISAGIO SOCIALE PROGETTO NEW MILLENIUM IN RETE VI DATI GENERALI DEL PROGETTO ZONA: Comune di Rimini AMBITO TERRITORIALE IN CUI SI REALIZZA IL PROGETTO: Comune di Rimini TITOLO: PROGETTO NEW MILLENIUM IN RETE VI Il Progetto è: Nuovo X Continuazione di attività in corso – Progetto Triennale – III annualità DATI DEL REFERENTE DEL PROGETTO Dott. Mazzotti Fabio Comune di Rimini – Settore Protezione sociale Provincia: RN Tel: 0541 367518 Fax:0541782769 Email:[email protected] I FASE LA VALUTAZIONE DEL PROGETTO 1.1 IL FENOMENO a) In quale ambito si inserisce l’intervento ovvero quale problema/fenomeno si intende affrontare? Il progetto “NEW Millenium in Rete VI” continua l’azione intrapresa sin dal 2000 sul territorio riminese promuovendo interventi di prevenzione rivolti soprattutto ad adolescenti svantaggiati. Il progetto è finanziato dal Comune di Rimini – Settore Protezione sociale e dalla Regione Emila-Romagna ed è gestito dall’”Associazione Sergio Zavatta Rimini Onlus”. Il Progetto affronta situazioni legate a un disagio ampiamente diffuso e creando tramite la sua azione un forte lavoro di rete con le agenzie del territorio, condizione indispensabile per la riuscita di qualsiasi progettualità. La maggioranza dei ragazzi a cui si rivolge il Progetto proviene da vissuti disgregati, fa uso di sostanze stupefacenti (solitamente cannaboidi e ecstasi) e uso/abuso di alcol, mostra difficoltà nell’ambito delle relazioni affettive, problemi collegati alla sessualità e vive rapporti fortemente conflittuali con gli adulti, le istituzioni e la famiglia. In alcuni casi i problemi entrano a far parte del campo della patologia vera e propria, laddove i giovani si trovano a dover conviver con malattie croniche (lievi ritardi mentali non conclamati, schizofrenia, epilessia), sino ai disturbi dell’alimentazione. 300 Già negli anni passati il Progetto ha contattato un nutrito numero di ragazzi stranieri, una nuova realtà che soffre a causa del difficile inserimento nella tessuto cittadino, con conflitti che nascono anche dal confronto della propria identità etnica con i nuovi usi e consumi. b) Attualmente quante persone si stima siano interessate dal problema nell’area geografica di riferimento dell’intervento? La popolazione giovanile del comune di Rimini è rispettivamente pari a : (dati osservatorio provinciale 14-17 anni al 31 -12-2003) 4171 (dati osservatorio provinciale 18-34 anni al 31 -12-2003) 28754 C) Com’è descrivibile il fenomeno in termini di dimensione e peculiarità? Il presente progetto investe due aspetti all’interno del mondo giovanile. Il primo legato alle normali problematiche di crescita, l’altro a fattori di rischio sia con ragazzi che fanno uso e abuso di sostanze stupefacenti, alcoliche, fumo. Il fenomeno in questo senso è diffuso. Dal contatto quotidiano con questi ragazzi emergono una serie di problematiche. Negli ultimi anni si è assistito ad un generale abbassamento dell’età media in cui i ragazzi cominciano a fare uso di sostanze (cannabinoidi). Moltissimi ragazzi infatti hanno il primo contatto con queste sostanze già a partire dai 12/13 anni. Inoltre, se abitualmente si era soliti pensare che i ragazzi con problematiche relative alla dipendenza da sostanze fossero solo i cosiddetti “drop out” (o comunque ragazzi con situazioni evidenti di disagio), oggi sembra sempre di più affermarsi una nuova tipologia di consumatori. Oltre al fatto che si tratta di ragazzi sempre più giovani, i nuovi consumatori non sembrano vivere situazioni particolarmente problematiche, spesso provengono da famiglie mediamente agiate e non manifestano un particolare disagio né scolastico né extra-scolastico. Il consumo di sostanze quali alcool, marijuana e hashish è estremamente diffuso nei ragazzi che frequentano i luoghi del Progetto Millennium, per alcuni il consumo è saltuario e in quantità modiche, per altri invece è molto più frequente (per una parte di loro potremmo dire quotidiano) e anche le quantità assunte sono molto più significative. Alcuni ragazzi ammettono di aver sperimentato in maniera sporadica anche altri tipi di droghe (acidi, pasticche, cocaina ed eroina). L’assunzione di queste sostanze avviene sempre in gruppo: o a casa di qualcuno o nell’ambito di feste e di “rave” a cui partecipano. La tendenza è quella di assumere mix di sostanze e di mescolarle anche con il consumo di alcolici in una combinazione che spesso ha degli esiti davvero nocivi e pericolosi per questi ragazzi. Parallelamente a questa tipologia di ragazzi ci sembra di riscontrare anche un aumento di qui ragazzi che siamo soliti far rientrare nella categoria degli “invisibili”. Si tratta di ragazzi che vivono una situazione di profonda solitudine e isolamento sia perché non riescono a costruire relazioni stabili o significative con i loro coetanei, sia perché spesso non vengono intercettati neppure dai servizi competenti. Questi giovani che mancano di relazioni significative con i coetanei e con gli adulti, che hanno abbandonato o finito la scuola, che non hanno un impiego stabile e, se non avessero la possibilità di frequentare i luoghi e le attività del presente Progetto, passerebbero la maggior parte del loro tempo in casa, sono spesso incapaci di intrecciare rapporti con gli altri tali da farli uscire dalla loro condizione di solitudine. Reputiamo queste situazioni particolarmente a rischio perché è piuttosto alta la probabilità che il disagio di questi ragazzi diventi particolarmente problematico e, in casi estremi, apra la strada a un percorso fortemente disagiato. 301 Parlare di “giovani” al plurale è sempre rischioso e sicuramente impreciso. E’ però possibile individuare alcuni orientamenti comuni che ci sembrano caratterizzare gli utenti che frequentano questa struttura e che possono assumere esiti positivi o negativi a seconda del contesto in cui si sviluppano. Innanzitutto, un primo orientamento che ci sembra di riscontrare nei ragazzi con cui interagiamo in questo contesto è quello della soggettività accompagnato da una forte centratura su se stessi. Sembra piuttosto diffusa la tendenza a rinchiudersi nella propria sfera privata, a ripiegare su se stessi a scapito di atteggiamenti di empatia e di solidarietà nei confronti degli altri. Da questo forte soggettivismo scaturisce una difficoltà ad assumersi responsabilità personali (sia per quel che riguarda gli impegni quotidiani a cui i ragazzi sono chiamati : scuola, lavoro, convivenza con gli altri... sia per quel che riguarda tematiche più vaste: volontariato, solidarietà, attenzione alle problematiche di attualità ... che sembrano interessare e coinvolgere solo una piccola parte dei frequentatori del Centro). Ne deriva quindi una cultura piuttosto frammentaria, in cui ciò che è lecito e ciò che non lo è viene stabilito solo in base alla propria coscienza, alle sensazioni del momento e difficilmente si tiene conto di quelle che possono essere le conseguenze dei propri gesti e del proprio comportamento. A questa attitudine si può ricollegare un forte orientamento al presente a cui consegue un indebolimento del nesso con gli eventi passati e della tensione al futuro. Sembra mancare (o essere poco presente) in questi ragazzi la dimensione progettuale : scarsamente collocano se stessi nel futuro mentre il presente viene fortemente enfatizzato. Faticano ad interpretare il fluire del tempo lungo l’asse della storia e a considerare le conseguenze a lungo termine delle loro azioni, di conseguenza la loro vita appare priva di alcune dimensioni come quella della coerenza e dell’unitarietà. L’esito più preoccupante di questo comportamento è la perdita della “speranza”, la mancanza di prospettive indirizzate al futuro in favore di un vissuto sempre più orientato al consumo del presente. Anche nell’ambito della sfera sessuale si osservano atteggiamenti piuttosto ambivalenti e confusi. Le difficoltà tipiche di questa età nelle relazioni affettive comportano un cammino non sempre lineare e a volte molto difficile di formazione della propria identità sessuale. In questo percorso trovano così spazio vari tipi di atteggiamenti : uso eccessivamente esibito del proprio corpo, relazioni basate sulla logica dell’ “usa e getta”, esperienze omosessuali... In linea generale in maniera più o meno inconscia hanno paura di vivere le relazioni basandole sul piano dei sentimenti, spingendoli a dare rilievo quasi esclusivamente alla sfera sessuale a discapito degli aspetti emotivi e relazionali. Se osserviamo il comportamento dei ragazzi di fronte alle problematiche che si trovano ad affrontare nel loro quotidiano sembra prevalere una forte fragilità emotiva (che sfocia in reazioni di rabbia, di pianto... spesso incontrollate) accompagnata però da una evidente tendenza alla rimozione. Così, soprattutto di fronte alle difficoltà più grandi, tendono a non affrontare il problema, a “lasciarlo cadere”... difficilmente vivono le loro sofferenze fino in fondo preferendo affidarsi a meccanismi di difesa quali la rimozione e la normalizzazione dei traumi. 302 Infine, anche dal punto di vista del rendimento scolastico si riscontrano notevoli difficoltà. Molto alta risulta infatti la percentuale di ragazzi che si sono ritrovati a ripetere uno o più anni scolastici o che hanno abbandonato gli studi. Chi abbandona gli studi spesso fatica moltissimo anche ad inserirsi in un contesto lavorativo, per questo diversi ragazzi trascorrono le loro giornate privi di una qualsiasi occupazione. Probabilmente è proprio questo eccesso di tempo libero e l’opprimente sensazione di noia che essi vivono (uniti ad altri fattori) a spingere alcuni ragazzi ad assumere comportamenti a rischio di devianza o ad avvicinarsi al consumo di sostanze. 1.2 DIAGNOSI DEL TERRITORIO IN RELAZIONE AL PROGETTO a) Quali sono le caratteristiche significative dei gruppi sociali del territorio in cui si pensa di svolgere l’intervento? L’intervento è diretto a gruppi giovanili, siano essi strutturati o meno. Sia a singoli con difficoltà di socializzazione e inserimento, sia a giovani stranieri che necessitano proprio per l’età di inserirsi in un contesto gruppale. b)Quali sono le caratteristiche significative delle risorse (spazi, infrastrutture, ecc.) del territorio o del contesto di riferimento? Gli spazi utilizzati sono per il Comune di Rimini il Centro giovani RM25 e il Centro Giovani Casa Pomposa. c)Quali sono le caratteristiche significative del territorio? Rimini è un’area geografica con una configurazione turistica che presenta per il suo carattere di zona dedicata al “divertimentificio”, un forte giro di sostanze stupefacenti e con esse il fenomeno collegato allo spaccio, uso e abuso a vari livelli di droghe e comportamenti devianti. I fattori di rischio sono alti e più concentrati in determinati periodi dell’anno (estate, week end, feste natalizie), in tali periodi il pendolarismo di grandi masse di giovani aumenta e con esso anche il danno e il rischio di emarginazione sociale. Anche nei quartieri periferici della città e nei comuni dell’entroterra si sta instaurando un meccanismo nel quale i giovani tendono a “emigrare” verso la riviera per usufruire delle opportunità offerte nell’ambito del divertimento, abbandonando quindi i luoghi di appartenenza; nello stesso tempo, lo spaccio e la microcriminalità trova sempre più spesso terreno fertile in queste aree. 1.3 RIFERIMENTI TEORICI, MODELLI INTERPRETATIVI, RICERCHE DI SFONDO a) Quale ipotesi interpretativa date del problema/fenomeno che volete affrontare ovvero qual è il modello teorico di base a cui vi riferite? Compito di un progetto “adolescenti/giovani” è porsi in ascolto delle aspettative e dei bisogni giovanili, lavorando per essere un facilitatore di percorsi autodeterminati ma capaci di esprimere senso, valore e solidarietà. Acquistano quindi un significato forte la predisposizione di itinerari ludico/espressivi finalizzati alla consapevolezza di sé (teatro, musica, grafica, arte e spettacolo), così come l’attivazione di spazi attrezzati di libero consumo e di ambienti per la spontanea aggregazione dei gruppi naturali, nonché un’azione diretta sui gruppi informali del territorio. Le azioni si instaurano nell’ambito di un’azione volta a stimolare la partecipazione attiva dei ragazzi e la costruzione di processi di relazione significativi. La metodologia di lavoro coniuga alcuni modelli educativi: l’educativa di strada - la peer education - la cogestione. b) Su quali elementi, ricerche, ipotesi si appoggia l’interpretazione? 303 Le esperienze positive fin ad ora condotte hanno permesso di delineare con maggior chiarezza dei concetti chiave che guidano l’intervento e costituiscono un modello (Concezione Operativa di Gruppo) : dietro l’idea di gruppo c’è la teorizzazione che accompagna lo strumento tecnico del gruppo (Pichon Rivere, Bleger, Bauleo); sempre nella realtà siamo in relazione, la cosa che a noi interessa è vedere i “vincoli” tra soggetti e le modifiche che possiamo portare su questi (Concezione) occorre osservare quelle che sono le risorse dell’individuo, il suo “schema di riferimento” perché ogni attività che si mette in atto ha come intento quello di produrre un cambiamento (Operativa) ; L’indagine di RM25 All’interno delle azioni del Progetto dell’anno scorso, si è strutturata una ricerca di tipo conoscitivo in grado di fornire elementi descrittivi più confacenti alla realtà giovanile della nostra città rispetto a questi temi. La ricerca si è svolta nell’ambito del comune di Rimini (e zone limitrofe) proponendosi di ricostruire alcuni aspetti relativi all’esperienza di un gruppo di ragazzi riguardo l’uso di alcol e sostanze ma anche in merito ad alcune tematiche correlate quali la sessualità, i rapporti interpersonali, la percezione del rischio e le eventuali commistioni fra moda, musica e sostanze. Nell’ambito dell’indagine si è scelto di ascoltare innanzitutto le opinioni dei ragazzi che frequentano “RM25”, in un secondo tempo i ragazzi hanno svolto per noi il ruolo di “facilitatori di ingresso” permettendoci di intervistare in altri contesti anche ragazzi che non avevano legami diretti con noi operatori ma che potevano aiutarci a conoscere e a capire qualcosa in più sui temi che ci proponevamo di indagare. Tale indagine verrà presentata durante l’anno 2007 in un evento pubblico. 1.4 ANALISI DELLA DOMANDA a) Chi ha segnalato l’esistenza di rischi, problemi, necessità di un intervento? L’intervento è continuazione di un percorso intrapreso già alla fine degli anni ’90. Sia la compagine sociale, sia le amministrazioni pubbliche guardano con preoccupazione ai fenomeni giovanili, in special modo laddove questi sfociano in atteggiamenti devianti e in percorsi di disagio conclamato. L’esperienza dell’educativa di strada e dei centri giovanili co-gestiti, la prevenzione primaria alle tossicodipendenze, ha consentito di effettuare una lettura dei bisogni più specifici presenti sui territori nell’ambito sia delle politiche giovani sia della lotta al disagio giovanile. b)Chi ha proposto l’intervento? Il comune di Rimini con l’apporto fondamentale dell’ Associazione S. Zavatta Onlus che da anni opera nel settore C) Chi ha la responsabilità della progettazione? Se si tratta di un gruppo da chi è composto? Dott.ssa Sabrina Zanetti. D)Esiste la possibilità di collaborare con interventi analoghi in corso di esecuzione? 1. Il progetto si rapporterà con il V ° Progetto Giovani della Comunità Montana Valle del Marecchia, Il Progetto C’entro anch’io di Bellaria, con il Progetto dedicato più espressamente alla prevenzione delle tossicodipendenze del Sert di Rimini 1.5 I DESTINATARI FINALI DELL’INTERVENTO a) Quali sono i destinatari finali del progetto? 304 Le attività sono pensate per fasce di intervento e sono determinate con flessibilità in base all’età (14-25 anni), alle situazioni di maggior rischio ed alle specifiche richieste. Le eccezioni legate all’età vengono valutate dall’ ed eventualmente inserite con progetti personalizzati. b)Quali sono le caratteristiche dei destinatari finali e la loro dimensione numerica? • Gruppi informali con comportamenti a rischio, adolescenti con disagio manifesto che non hanno trovato una collocazione attraverso studio o lavoro, adolescenti che hanno abbandonato la scuola, adolescenti a rischio di emarginazione sociale, adolescenti con problemi giudiziari e adolescenti nomadi • Ragazzi con normali problematiche legate alla fase di crescita, carenti di opportunità aggregative o di prospettiva di integrazione formativa, lavorativa, scolastica • Ogni giorno si recano al Centro RM25 in qualità di frequentatori abituali circa 30/40 ragazzi / i contatti annuali più sporadici arrivano alle 120-150 unità Alcuni ragazzi arrivano al Centro perché inviati dai Servizi Sociali o perché segnalati dal Tribunale dei Minori. Altre volte (soprattutto per quanto riguarda i ragazzi stranieri) provengono da altri servizi come ad esempio la “Casa delle Emergenze”, struttura di accoglienza per minori maschi in stato di grave disagio sociale. Altri ragazzi ancora frequentano il centro per partecipare ai corsi o utilizzare la sala prove. In alcuni casi il Centro è frequentato anche da gruppi di ragazzi che non usufruiscono direttamente dei servizi offerti e non partecipano alle attività proposte ma utilizzano alcuni locali del Centro come luogo per incontrarsi a discutere. Si tratta soprattutto di gruppi di ragazzi che appartengono ad associazioni studentesche o che svolgono il ruolo di rappresentanti di istituto nelle loro scuole. La maggior parte sono i ragazzi stessi a presentarsi al Centro tramite il passa parola, senza una motivazione ben precisa se non quella di usufruire di spazi gratuiti o di incontrare amici e conoscenti. Molti di questi ragazzi frequentano abitualmente il centro storico di Rimini e utilizzano portici e gradinate della piazza principale come luogo di ritrovo. Il fatto che “RM25” si trovi in una posizione così centrale e visibile è stato importante perché lo ha reso più facilmente individuabile nella città rispetto ai luoghi precedenti nei quali il Progetto aveva avuto sede. Oggi è luogo di incontro ed un’occasione per molti ragazzi per allontanarsi dalla “strada” , esso è uno spazio alternativo in cui ritrovarsi imparando così a convivere con ragazzi molto diversi tra di loro e abituandosi al rispetto delle principali regole di convivenza. Da queste indicazioni si comprende come l’utenza che frequenta il Centro sia estremamente eterogenea e diversificata. In linea generale possiamo individuare alcune tipologie di utenti ai quali si rivolgono prevalentemente le attività del Centro : • Individui che frequentano luoghi e contesti a rischio • Soggetti in condizioni di forte marginalità sociale • Individui che hanno abbandonato il percorso scolastico istituzionale • Individui che hanno abbandonato precedenti attività lavorative Inoltre possiamo così riassumere le problematiche riscontrate più di frequente tra gli utenti del Centro : 305 • • • • ABBANDONO SCOLASTICO. Soprattutto per quanto riguarda i giovani della Scuola Superiore. L’intento è quello di accogliere il problema e aiutare i ragazzi nel compiere una scelta futura (orientamento lavorativo, nuova iscrizione a scuola, corsi di formazione professionale…) USO DI SOSTANZE. Si evidenzia soprattutto l’assunzione di alcol e cannabinoidi da una buona parte di frequentatori del centro. A volte in maniera saltuaria, in altri casi l’assunzione diventa più frequente e massiccia. Inoltre, un gruppo abbastanza consistenti di ragazzi ha iniziato ad assumere negli ultimi mesi in maniera piuttosto frequente anche altre tipologie di sostanze. Il loro approccio con queste sostanze è avvenuto principalmente nell’ambito di feste (rave) e in alcuni casi è sfociato anche in altre problematiche strettamente connesse al consumo (furti, spaccio, comportamenti a rischio o devianti). PROBLEMI RELAZIONALI. Molti ragazzi presentano forti difficoltà a socializzare e ad integrarsi. In alcuni casi si tratta di ragazzi che presentano anche alcune forme di disabilità o di disagio mentale e che quindi vengono già seguiti dal Ser.T o da altre strutture competenti. Molto spesso però si tratta di ragazzi il cui disagio non è conclamato, spesso non vengono individuati neppure dai Servizi e vivono quindi in una forte situazione di isolamento. In questi casi il Centro diventa un luogo importante per aiutare questi giovani ad intrecciare relazioni positive con gli altri frequentatori o con gli operatori offrendo opportunità ed esperienze nuove che permettano ai ragazzi di uscire da una forte situazione di disagio. COMPORTAMENTI A RISCHIO/COMPORTAMENTI DEVIANTI. Soprattutto nei frequentatori più giovani, sono spesso diffusi comportamenti a rischio e comportamenti devianti (furti, atti vandalici…). Va aggiunto a questo proposito che una particolare caratteristica osservata negli ultimi mesi è stato un abbassamento dell’età dei frequentatori del Centro. Molti ragazzi infatti frequentano ancora la Scuola Media o il primo anno di Scuola Superiore . Questo comporta un generale abbassamento dell’età (riscontrato non solo nel nostro Centro, ma in generale in ambito cittadino) in cui i ragazzi maturano certe esperienze, tra cui anche il primo contatto con le sostanze. La giovane età dei nuovi utenti e le problematiche riscontrate presentano un forte fattore di rischio su cui come operatori siamo chiamati in causa e sul quale sarà importante interrogarsi e lavorare. Inoltre, se abitualmente si era soliti pensare che i ragazzi con problematiche relative alla dipendenza fossero solo i cosiddetti “drop out” (o comunque ragazzi con situazioni evidenti di disagio), oggi sembra sempre di più affermarsi una nuova tipologia di consumatori. I nuovi consumatori sembrano essere infatti giovani che non sembrano vivere situazioni particolarmente problematiche ma che, anzi, provengono da famiglie mediamente agiate e non manifestano un particolare disagio né scolastico né extra-scolastico. Tra i ragazzi più giovani si rileva soprattutto un uso molto problematico dell’alcool, non più circoscritto soltanto al weekend ma a volte piuttosto frequente anche durante la settimana. Infine, come già precedentemente accennato, a partire dalla scorsa Estate si è evidenziato un forte incremento nel numero di ragazzi che sono passati da un uso esclusivo di cannabinoidi e alcool ad un uso molto frequente di altre sostanze (cocaina e droghe sintetiche fino ad arrivare in alcuni casi anche all’assunzione di eroina). Inizialmente il fenomeno sembrava circoscritto a un piccolo gruppo di ragazzi e relativo solo ad alcuni eventi particolari (feste o rave). Rapidamente invece il gruppo dei consumatori si è notevolmente allargato e anche il consumo è diventato piuttosto assiduo, tanto da aver provocato in alcuni casi vere e proprie situazioni di emergenza. I Frequentatori Occasionali I frequentatori occasionali del centri (circa 120/150), che hanno stabilito rapporti significativi sia con gli altri ragazzi che con gli operatori, ma che per motivi di natura 306 esterna (lavoro, sport, scuola o impegni vari), non hanno la possibilità di partecipare assiduamente alla vita del Centro. Si tratta di ragazzi che rispecchiano le classiche problematiche adolescenziali, sia ragazzi che presentano comportamenti dannosi per quanto riguarda l’uso e abuso di stupefacenti (in particolare cannabidi), alcol e fumo. Di certa rilevanza e in aumento il numero di ragazzi stranieri che portano con se anche le problematiche tipiche dell’integrazione unitamente a quelle sopraccitate. c) Per quali ragioni sono stati scelti proprio quei destinatari finali? In realtà tutti i soggetti in formazione sono in qualche modo in situazione di più o meno rilevante disagio. Sull’età scolare e adolescenziale è stato sottolineato l’emergere e il crescere di fenomeni di comportamenti "devianti" e di casi "problematici" segnalati dalla scuola, dai servizi sociali, dal tribunale dei minori. Altra motivazione è quella di offrire ai giovani opportunità sui propri territori per garantire la costituzione di un senso di appartenenza e sostenere lo sviluppo della creatività giovanile. d)Quanti sono i destinatari finali che si prevede di raggiungere con il progetto? Si prevede di raggiungere circa 200 giovani. e)Quali sono le modalità attraverso le quali si pensa di contattare, coinvolgere e motivare i destinatari finali dell’intervento? Oltre alle classiche formule comunicative: locandine, leaflet, annunci radio, articoli di stampa, l’impegno diretto degli operatori dei progetti è la chiave determinante per contattare e motivare i ragazzi a prendere parte ai percorsi organizzati . Non meno importante è cogliere appieno le necessità da loro indicate affinché il tam tam tra pari diventi il vero canale comunicativo e di motivazione alla partecipazione. 1.5.1 I DESTINATARI INTERMENDI DELL’INTERVENTO a) Quali sono i destinatari intermedi del progetto? Nelle comunità locali di riferimento verranno contattati la scuola, i gestori dei locali, le associazione giovanili, le associazioni sportive, le famiglie. In Particolare per il laboratorio “Formarsi in rete”: Operatori sociali del territorio (parrocchia, servizi sociali, associazioni ). b)Quali sono le caratteristiche dei destinatari intermedi e la loro dimensione numerica? Ogni ambito sopra indicato ha caratteristiche proprie, li accomuna il fatto di avere canali privilegiati di contatto con i giovani, la dimensione numerica è sostenuta. Circa 60persone. Che si attiveranno sulla formazione e 20 circa gli insegnanti, le assistenti sociali, associazioni ecc. c)Per quali ragioni sono stati scelti proprio quei destinatari intermedi? Hanno canali privilegiati di contatto con i giovani, in alcuni casi strutturati come la scuola o le associazioni giovanili (scout, parrocchia), in altri più casuali come i gestori dei locali, ma hanno tutti la possibilità di fornire informazioni preziose e se adeguatamente coinvolti di divenire essi stessi attori del progetto. d)Quanti sono i destinatari intermedi che si prevede di raggiungere con il progetto? n Associazioni e/o Enti che gestiscono gli analoghi interventi per conto dei Comuni compresi nel Distretto di riferimento n Associazioni giovanili del territorio n Associazioni di volontariato/ Coop. Sociali n Enti di formazione professionale (ENAIP) 307 n n n n n n Altri : i gestori dei locali frequentati dai giovani. Servizio minori A.USL Sert – A.U.S.L Parrocchie Scuole Operatori nel settore giovanile e) Quali sono le modalità attraverso le quali si pensa di contattare, coinvolgere e motivare i destinatari intermedi dell’intervento? Contatto diretto da parte da parte degli operatori e spiegazione dell’intervento, richiesta per ognuno di collaborazione attiva secondo le proprie specificità. 1.6 GLI OBIETTIVI a) Obiettivi strategici del progetto ( fare riferimento agli obiettivi della delibera del consiglio regionale n. 615/2004) (anche più risposte) a.1 Mondo giovanile e rapporto con le sostanze: X Individuazione precoce di soggetti a rischio Promozione della salute nei luoghi del divertimento/interventi con le Unità mobili X Facilitazione all'accesso e accompagnamento ai servizi altro (specificare): sostegno scolastico, reinserimento scolastico o- formativo, accompagnamento in stage lavorativi a.2 Dipendenza da sostanze: Integrazione lavorativa X Inserimento sociale e contrasto all'esclusione altro (specificare)______________________________________________________________ a.3 Marginalità sociale associata al consumo di sostanze Riduzione del danno/lavoro di strada/servizi a bassa soglia Inserimenti lavorativi e abitativi protetti X altro (specificare)___________________________________________________________ a.4 Utenza multiproblematica Avviamento/integrazione lavorativa Reinserimanto sociale, contrasto all'esclusione, sostegno alla domiciliarità altro (specificare)______________________________________________________________ Per ogni obiettivo indicare gli obiettivi specifici del progetto e gli indicatori che verranno utilizzati per la valutazione di processo e di risultato, evidenziando anche le variabili che si possono prevedere. OBIETTIVO PRINCIPALE GENERALE: - PROMOZIONE: intervenire influendo in modo positivo sulla qualità dellla vita giovanile, promuovendo cultura, salute socializzazione. - PREVENZIONE: intervenire su situazioni di disagio personale o sociale che possono favorire l’instaurarsi di situazioni di disadattamento e di devianza giovanile. obiettivi specifici: Obiettivi delle due azioni del Progetto NEW Millenium in Rete VI. dare continuità all’azione svolta negli anni precedenti. 308 Aggregare l’utenza giovanile proponendo diverse esperienze ed instaurando relazioni significative in uno spazio alternativo ad altri luoghi di incontro (il bar, la panchina, la sala giochi…), è la premessa fondamentale per riuscire a raggiungere obiettivi più specifici quali: • • • • • • • • fornire a questi adolescenti un ambiente di sostegno; ridurre e interrompere l’uso di sostanze stupefacenti; ridurre e interrompere i comportamenti auto-distruttivi contenendo gli agiti contro persone e cose attraverso la ricostruzione di nuove relazioni con gli adulti (educatori) e offerta di opportunità (musica, informatica , campeggi, feste ecc); svolgere un lavoro di ri-orientamento alla scuola e al lavoro; costruire con i ragazzi un progetto di scelte future attraverso consulenza , recupero, orientamento al lavoro, alla scuola, alla formazione professionale, attivazione di stage, e accompagno alle scelte future ); fornire a questi adolescenti un ambiente di sostegno nel territorio di appartenenza e creare collaborazione tra le varie agenzie in modo da realizzare una reale rete d'intervento che metta in sinergia tutte le risorse possibili; lavorare come osservatorio delle problematiche collegate al mondo giovanile. Creare una rete con i servizi del territorio Obiettivo del percorso: ricostruire quel rapporto affettivo e di fiducia che è andato in crisi con il mondo adulto (le agenzie formative come scuola e famiglia), recuperarne il disagio e interrompere in seconda battuta i comportamenti direttamente collegati all’uso e abuso di sostanze e alcol. Obiettivo socio-politico globale: Sperimentazione di pratiche innovative, mediante mezzi multimediali, atte a facilitare e supportare specifiche dinamiche di promozione, sviluppo e articolazione delle idee, delle esperienze, delle conoscenze e delle informazioni. Il tutto finalizzato ad un progressivo incremento dei livelli condivisi di autopercezione di sé, nella comune appartenenza ad una medesima realtà socio-antropologica, nel rispetto delle unicità, delle specificità e delle differenze. Obiettivi socio-psico-pedagogici specifici: Socializzazione “orientata” per aree opzionali, attitudinali, di complementarietà e/o di affinità. Maturazione di aggregazioni spontanee, stimolate dall’incontro fra la percezione interpersonale e l’elaborazione di comuni intenzionalità progettuali. Legittimazione di spazi di autorappresentazione e di riconoscimento nel gruppo dei pari, per l’accoglienza e l’ascolto delle esigenze “emergenti” personali e sociali, legate alla dimensione del bisogno e del sogno, della difficoltà e del desiderio, della sfiducia e del malessere. Tutto ciò risponde al senso di inadeguatezza, insoddisfazione e smarrimento, con attribuzioni di senso e connotazioni affettive oscillanti fra la cornice metodologica dell’“auto-mutuo aiuto” e le “più informali” modalità della consulenza e dell’orientamento. Punto di partenza dell’intervento è fornire ai ragazzi opportunità ed esperienze con lo scopo iniziale di stimolarne l’ entusiasmo, la curiosità, al fine di ampliarne gli interessi e gli orizzonti intellettuali attraverso relazioni significative con gli educatori ed operatori. I laboratori polivalenti e i centri di aggregazione hanno funzione di "animazione- consulenza- formazione e si pongono l'obiettivo di raggiungere tutte le fasce di utenza giovanile, da quelle più "formate" a quelle più problematiche, divenendo anche punto di riferimento per organismi e associazioni giovanili, offrendo livelli di comunicazione e azioni differenti: dall'informazione più "neutra", al colloquio più approfondito, alla consulenza, alle opportunità aggregative e professionalizzanti e infine all' accompagno alle scelte future. I metodi utilizzati saranno quelli già collaudati nei progetti precedenti: cogestione. offerta di opportunità formative, aggregative, invio ai servizi per i casi più problematici, creazione di percorsi personalizzati. L’aggregazione è il primo step di questo percorso. 309 Inoltre ultimamente, per favorire l’autonomia dei ragazzi, si è pensato di offrire loro spazi di “autogestione” chiedendo agli utenti di organizzare, promuovere e gestire senza l’aiuto e la presenza degli operatori una festa nell’ambito del Centro. L’esperienza si è rilevata utile e significativa per i ragazzi che hanno potuto mettersi in gioco in prima persona e verificare, anche attraverso gli errori, il loro grado di autonomia, per questo in futuro verrà probabilmente riproposta. 1.6.1 OBIETTIVI – PER I PROGETTI CHE PREVEDONO IL COINVOLGIMENTO DI DESTINATARI INTERMEDI a) Quali sono gli obiettivi che si intendono raggiungere intervenendo sui soggetti che fungono da intermediari verso il target? Un coinvolgimento diretto dei soggetti nella conoscenza e promozione del progetto. Un coinvolgimento diretto su alcune attività specifiche. b) Quale correlazione esiste fra gli obiettivi stabiliti per i destinatari finali dell’intervento e quelli relativi ai soggetti intermedi? La necessaria costruzione di una rete di rapporti sul territorio che abbiano a cuore la salute, il benessere delle giovani generazioni e che possano mettere assieme competenze e opportunità da offrire ai ragazzi. 1.7 I SOGGETTI CHE PARTECIPANO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGETTO a. Quali soggetti pubblici e del Terzo settore si intende coinvolgere nella realizzazione del progetto? Il Progetto sarà gestito per la parte inerente all’Azione dall’Associazione Sergio Zavatta Associazione Sergio Zavatta Rimini via: Circonvallazione Occidentale n° 52 CAP: 47900 Rimini (RN) Tel: 0541784488 - Fax: 0541784001 e-mail:[email protected] Sito Internet: www.enaiprimini.org b) Quali modalità di collaborazione e di coordinamento della rete intendete attivare? Il Progetto mantiene la continuità dell’azione intrapresa dal 2000 sul territorio riminese dai precedenti Progetti Millennium. New Millennium in Rete VI promuove interventi di prevenzione rivolti ad adolescenti svantaggiati in particolare tramite le l’attività del Centro Aggregativo Giovanile RM25 e intende mantenere la collaborazione e le azioni intraprese con il Centro Giovani Casa Pomposa. La rete I progetti del Programma finalizzato Giovani e dipendenze dei Comuni del Distretto Nord (Rimini, Bellaria, Comunità Montana) e l’Unità Operativa dipendenze Patologiche dell’A.USL, creeranno una rete operativa e istituzionale. Tale Rete prevede un Coordinamento intercomunale tra i Comuni del distretto Nord, per un confronto costante sull’andamento dei progetti e per un reciproco arricchimento di scambio, socializzazione e di trasferibilità eventuale delle esperienze. Il progetto NEW Millenium in rete VI si è dotato di vari livelli organizzativi: Il Gruppo di Governo formato da: Un rappresentante del Comune di Rimini (Servizi sociali) Un rappresentante dell'AUSL 310 Un rappresentante dell'Associazione Zavatta Onlus Un rappresentante della Provincia di Rimini Il Coordinatore di progetto Al gruppo di governo spetta la funzione di orientamento supervisionare ogni fase di sviluppo del progetto: congruenza del percorso con gli obiettivi stabiliti, monitoraggio e valutazione a sostegno del progetto. L’ equipe operativa L'organizzazione del lavoro in un progetto di questo genere deve necessariamente prevedere una di lavoro con compiti e ruoli differenti. Per definire il tipo di servizio che si intende creare occorre valutare la situazione di partenza rispetto alla quale si costruisce, di conseguenza, l'organizzazione del lavoro diventa lo strumento per il raggiungimento dell'obiettivo prefissato, il sistema operativo di attuazione del progetto. L’intervento è svolto da operatori ed educatori qualificati che hanno già avuto significative esperienze sul campo. Le equipe che intervengono sulle singoli sedi di progetto saranno coinvolte in: momenti di scambio dell’esperienza al fine di costruire modalità sinergiche d’intervento e microprogetti integrati su tutta l’area territoriale; momenti di formazione/supervisione di rete; conoscenza e monitoraggio della realtà giovanile con le sue risorse e/o problematicità di tutta l’area territoriale. Le equipe saranno coordinate da un coordinatore dell’Associazione Centro Zavatta Onlus Le equipe che operano nelle differenti azioni e che formeranno un’equipe integrata sono le seguenti: RM25 – Casa Pomposa. Le “Equipe Congiunte” tra RM25 e Casa Pomposa sono state recentemente riattivate e si svolgono con cadenza mensile. C) Quali sono le competenze operative di ciascun soggetto nell’attuazione degli interventi previsti? Al gruppo di governo compete la verifica generale del Progetto, spetta la funzione di orientamento supervisionare ogni fase di sviluppo del progetto: congruenza del percorso con gli obiettivi stabiliti, monitoraggio e valutazione a sostegno del progetto. Alle equipe la programmazione delle attività e la valutazione degli obiettivi e la messa in opera della rete con i progetti della Valle del Marecchia , Bellaria e con i Progetti del SERT in un rapporto di cooperazione e impegno nella costituzione di un’unità di progetto condiviso. I progetti presuppongono azioni comuni e il rafforzamento delle buone prassi di rete. 1.8 IL METODO DI INTERVENTO a) Quali sono le strategie e i metodi utilizzati per realizzare l’intervento? New Millennium in Rete VI promuove interventi di socializzazione e prevenzione del disagio rivolti ai giovani tramite le l’attività del Centro Aggregativo Giovanile RM25 presso i locali della Fondazione S. Giuseppe in Corso d’Augusto 241. Intende mantenere le azioni intraprese con il Centro Giovani Casa Pomposa Le Azioni in cui si svilupperà il progetto: Centro RM25 311 Il progetto prevede la continuazione delle attività del Centro RM25 presso il centro San Giuseppe. Il Centro, situato in pieno Centro storico, ha entrata indipendente e 4 stanze adibite rispettivamente a sala computer, sala ricreativa con bigliardino, TV e videoregistratore, Sala prove musicali, segreteria e Sala incontri. Può usufruire, inoltre, di un piccolo spazio esterno. Casa Pomposa A partire dalla primavera del 2001 il progetto ha attivato una stretta collaborazione con il Centro Giovani Comunale Casa Pomposa. Situato al centro città Casa Pomposa si è sempre caratterizzata come un centro servizi dedicati espressamente a chi fa musica. Il Centro giovanile dal 1999 è stato dato in gestione ad un gruppo di associazioni e cooperative che hanno varie esperienze nel settore dell’animazione giovanile e della prevenzione al disagio. La fattiva collaborazione con il Progetto Millenium ha consentito di agire in maniera sinergica sull’offerta di sostegno pedagogico e di prevenzione alle tossicodipendenze, azioni fondamentali che anche le Associazioni stesse miravano ad integrare con l’offerta tradizionale dei servizi per i giovani. Ultimamente la tipologia di utenti che frequenta Casa Pomposa si è in parte modificata : si è abbassata fortemente l’età media dei frequentatori e la nuova utenza risulta particolarmente problematica. Per questo in alcuni casi è risultata più difficile la strutturazione di interventi comuni, anche se ultimamente si è lavorato per intensificare i contatti e le collaborazioni, anche attraverso le Equipe Congiunte. In particolare sono stati organizzati insieme : la rassegna musicale “Schegge Impazzite”, un torneo di calcio, la tradizionale “fogheraccia” di San Giuseppe. Inoltre un gruppo di ragazzi che abitualmente frequenta il Centro Giovani RM25 una volta alla settimana si ritrova a Casa Pomposa per cenare insieme e per la visione di un film, approfittando dell’orario di apertura più prolungato di Casa Pomposa. Questo ci permette di attivare azioni sinergiche anche su questa parte di utenza che usufruisce di entrambi gli spazi. ALTRE AZIONI Tra le altre azioni previste dal Progetto Millennium VI si implementeranno: - l’orientamento e il conseling - le attività del recupero scolastico (rivolto anche ad adolescenti nomadi) - le attività personalizzate rivolte a minori con problemi con la giustizia collegati a "piccoli reati" - Attività di formazione e orientamento professionale nei laboratori attrezzati dell’Associazione Sergio Zavatta/ Fondazione Enaip, - campeggi Formarsi in rete - Il Laboratorio permanente di formazione dedicato agli operatori che operano nel mondo giovanile Il Laboratorio permanente (già in attività dal 2003) si propone di: - creare una rete stabile sul territorio delle realtà e degli operatori che operano del settore dell’aggregazione del disagio giovanile - diffondere i risultati conseguiti dalla ricerca in campo educativo, al fine di consentire agli operatori pedagogici e agli educatori che svolgono la loro professione nei servizi per adolescenti, assistenziali, penitenziari, culturali, scolastici, di approfondire le metodologie di prevenzione del disagio individuale e collettivo - di acquisire le competenze tecniche per intervenire in merito all'integrazione delle persone in difficoltà attraverso le reti sociali e territoriali. - di aumentare la conoscenza dei processi comunicativi e dei fattori che influenzano la relazione operatore – ragazzo , acquisendo e sviluppando competenze comunicative - conoscere le dinamiche di gruppo - fare acquisire una maggiore consapevolezza sulle caratteristiche dell'intervento di educativo, fornire i principali modelli di base che fondano l'intervento professionale dell'educatore, privilegiando le strategie di prevenzione e di promozione della qualità della vita. 312 Accrescere l'autonomia personale nella gestione del lavoro socio educativo con le famiglie e il territorio. - Accrescere l'autonomia personale nella gestione del lavoro educativo con i gruppi naturali del territorio. - Mettere in evidenza come l'educatore territoriale deve fare ricorso alla pluralità delle risorse presenti sul territorio. - Promuovere e integrare sul territorio le risorse formali e informali. - Innescare una cultura organizzativa innovativa rispetto ai servizi sociali tradizionali. Il laboratorio permanente si propone di: - diffondere i risultati conseguiti dalla ricerca in campo educativo, al fine di consentire agli operatori pedagogici e agli educatori che svolgono la loro professione nei servizi per adolescenti, assistenziali, penitenziari, culturali, scolastici, di approfondire le metodologie di prevenzione del disagio individuale e collettivo; - di acquisire le competenze tecniche per intervenire in merito all'integrazione delle persone in difficoltà attraverso le reti sociali e territoriali; - di aumentare la conoscenza dei processi comunicativi e dei fattori che influenzano la relazione operatore/educatore – ragazzo , acquisendo e sviluppando competenze comunicative; - conoscere le dinamiche di gruppo; - fare acquisire una maggiore consapevolezza sulle caratteristiche dell'intervento educativo e relazionale, fornire i principali modelli di base che fondano l'intervento professionale dell'educatore, privilegiando le strategie di prevenzione e di promozione della qualità della vita; - accrescere l'autonomia personale nella gestione del lavoro socio educativo con le famiglie e il territorio; - accrescere l'autonomia personale nella gestione del lavoro educativo con i gruppi naturali del territorio; - mettere in evidenza come l'educatore territoriale deve fare ricorso alla pluralità delle risorse presenti sul territorio; - promuovere e integrare sul territorio le risorse formali e informali; - innescare una cultura organizzativa innovativa rispetto ai servizi sociali tradizionali - Nell’ambito del progetto “Formarsi in rete” sono stati svolti i seguenti incontri formativi : 28 Marzo 2006 "NUOVI STILI DI CONSUMO TRA ADOLESCENTI E GIOVANI" - Dott.ssa Daniela Casalboni 6 Aprile 2006 : Etnopsicologia (in particolare sul tema delle relazioni con i minori immigrati) - Prof. Montecchi, SERT 2 Maggio 2006 : Il consumo di alcool tra gli adolescenti - Prof. Greco, SERT 6 Maggio 2006 : "NEW ADDICTIONS : LE DIPENDENZE SENZA SOSTANZE" - Dott.ssa Emma Pegli 26/27/28 Settembre 2006 : "L'OUTREACH E IL PANORAMA DELLA STRADA.GLI INTERVENTI, GLI APPROCCI, LA RETE" con il Gruppo Abele (lorenzo camoletto e Ludovico Grasso) 313 Inoltre solo per gli operatori di RM25: 20 Aprile 2006 : Incontro con lo psichiatra Adolfo Morganti (presidente GRIS Rimini) sul tema delle sette (e argomenti correlati : sessualità, consumo sostanze...) b) Qual è la durata prevista dal progetto e quali le azioni significative? Il progetto ha durata triennale e l’attuale riguarda la III annualità Pianificazione dell'attività in sintesi Continuità delle azioni intraprese nel centri RM25 Continuità delle azioni intraprese nel Centro Giovani CASA POMPOSA Incontri di equipe allargati ai responsabili dei vari progetti – Coordinamento intercomunale Gestione del Sito www.riminigiovani.it c) Come viene pianificata l’attività Attraverso incontri di equipe singole e congiunte. 1.9 LE RISORSE a) Chi svolge l’intervento e quali sono le qualifiche e le competenze richieste? Composizione delle singole équipe Millennium in rete IV Un coordinatore (Associazione s. Zavatta) Un operatore area Comunicativa (laureata in psicologia con vasta esperienza nel disagio giovanile già operatrice nei progetti di prevenzione alle tossicodipendenze) due operatore area espressiva (educatori professionali) Un operatore area lavorativa (operatore sociale) Un operatore Casa Pomposa (Psicologo o educatore) Un Tutor (assistente sociale) Un consulente metodologico organizzativo (sociologo) Un consulente Psico/pedagogico con compiti anche di supervisione (psicologo psicoterapeuta) Due operatori recupero scolastico lingua italiana per adolescenti extracomunitari Tre operatori recupero scolastico terza media per giovani drop out scolastici italiani e stranieri anche inviati dal carcere minorile di Bologna 10 esperti operatori per attività corsali b) Quanto tempo di lavoro si prevede dovranno impiegare gli operatori? Operatori area comunicati, lavorativa, espressiva c/o RM25 e Casa Pomposa che svolgono attività relazione e gestionale nei due centri di aggregazione 2100 ore annuali. Docenti recupero scolastico 200 ore annuali Docenza corsi 200 ore Gestione campeggi 450 ore Consulenza psicopedagogia 80 ore 314 Direzione e Coordinamento 470 ore Relatori seminari formarsi in rete 25 ore Tutor stage orientativi ore 150 c) Quali risorse sono disponibili e quali è necessario reperire in termini di organizzazione, spazi e materiali? Rimini: RM25 centro d’aggregazione e formazione sito in Corso d’Augusto c/o Fondazione San Giuseppe) Organizzazione di Corsi artistici, musicali, Computer, impianti audio, telecamera, sala prove musicali, sala ricreativa, Pulmino Associazione Sergio Zavatta / Fondazione Enaip Rimini disponibile per attività laboratoriali in particolare i laboratori di informatica, laboratorio polivalente meccanico e laboratorio elettrico , sala riunioni Casa Pomposa via Pomposa 8 Rimini, Organizzazione di Corsi artistici, musicali, Computer, impianti audio, telecamera, sala prove musicali. d) Quali altre attività e iniziative attive in qual contesto possono influire, e come, sulla realizzazione dell’intervento? Iniziative di tipo provinciale che si inseriscono nella normale progettualità del territorio possono dare impulso e arricchimento, le attività promosse sulle tematiche della pace e dell’interculturalità sono particolarmente affini al mondo giovanile e possono creare interessanti connubi ed integrazione nell’organizzazione di eventi pubblici. e) Esistono iniziative nel territorio e in territori vicini che possono influire, e come sulla realizzazione dell’intervento? La connessione con i Progetti territoriali della zona Nord possono aiutare l’intervento di prevenzione primaria, e ad ottenere una maggiore incisività sia nelle modalità di approccio con i giovani, sia nel concreto dei risultati. 1.10 LA DOCUMENTAZIONE DEI RISULTATI a) Quali azioni e strumenti prevedete per documentare lo svolgimento dei risultati del progetto al committente? Compito dell’equipe di valutazione sarà quello di produrre “progress report” documentativi per ciascuna delle fasi del progetto, oltre ad un rapporto finale complessivo come “dossier” di riferimento. b) Quali azioni e strumenti prevedete per informare sullo svolgimento ed i risultati del progetto i destinatari e il territorio di riferimento? • Articolo sui Giornali comunali • Articoli nei siti internet dei comuni e su www.riminigiovani.it • Partecipazione a seminari, convegni sui progetti giovani • Relazioni annuali in consiglio comunale • Relazione finale sul progetto e sui risultati raggiunti 1.11 LA PIANIFICAZIONE DELLA VALUTAZIONE a) la valutazione viene realizzata: sul progetto in itinere (durante lo svolgimento dell’intervento X ex post (alla fine dell’intervento) X follow up (a distanza di tempo dalla fine dell’intervento -quando possibile) 315 b) Quale o quali tipi di valutazione di processo e di risultato sono previste dal progetto? Di processo: Adeguatezza delle risorse Adeguatezza dell’organizzazione Adeguatezza dei metodi x Coerenza tra obiettivi e risorse, organizzazione, metodi Impatto delle eventuali variabili non previste Di risultato: Reazioni dei destinatari Efficienza x Efficacia Impatto Per ogni tipo di valutazione di processo e di risultato indicata alla domanda precedente descrivere le variabili (che cosa), gli indicatori e gli strumenti utilizzati (come), i tempi (quando) e chi valuta. Gruppo Tecnico incontri strutturati periodici secondo una calendario programmato ; disponibilità e capacità organizzativa di incontri anche non preventivati nel programma stabilito, ma che si ritengono necessari e/o opportuni per la risoluzione di problematiche legate al processo, verificatesi in modo estemporaneo ciò per attività di : monitoraggio attività di verifica e di problem solving valutazione delle diverse tranches progettuali Strumenti : informazione e socializzazione degli esiti progettuali rilevazione dell’attinenza degli incontri svolti con quelli programmati rilevazione della funzionalità degli incontri rispetto ai compiti del gruppo ed efficacia rispetto al controllo del processo. Equipe monitoraggio di valutazione dei singoli sottoprogetti descrizione del “ciclo di vita” del progetto nel suo insieme a partire dalla fase di progettazione alla effettiva realizzazione; raccolta di osservazioni e suggerimenti degli operatori per un’analisi approfondita di alcuni punti critici, tradotti in indicatori quali: organizzativa e funzionale del progetto l’efficacia o capacità di produrre i risultati progettati la coerenza o adeguatezza logica e metodologica dell’attività la riproducibilità come possibile ulteriore applicazione di altri progetti la economicità come congruo rapporto costo/benefici. Questa ipotesi di valutazione prevede di essere svolta “in itinere” sulla base di strumenti oggettivi di osservazione, di raccolta delle informazioni e di storicizzazione minima degli avvenimenti interni al processo 316 formativo, cercando altresì di cogliere dati di cambiamento negli atteggiamenti/comportamenti degli utenti e della comunità locale. Compito dell’equipe di valutazione sarà quello di produrre “progress report” documentativi per ciascuna delle fasi del progetto, oltre ad un rapporto finale complessivo come “dossier” di riferimento. Indicatori che verranno utilizzati per la valutazione dei risultati in riferimento alle attività e prestazioni erogate ed agli effetti prodotti dall'intervento o dal servizio sulle condizioni dei destinatari finali Di risultato: reazioni dei destinatari (tramite l’osservazione è importante comprendere se le iniziative sortiscono un effetto positivo e dunque sono previsti momenti di verifica per conoscere l’opinione e le reazioni dei ragazzi) Indicatori del livello di aggressività (richiami alle regole, numero di trasgressioni. Valutazione del livello di fiducia tra utente e operatore. Efficacia: n° dei contatti avuti, n° dei percorsi individualizzati attivati. Efficacia sul contesto: valutare alla fine dell’esperienza cosa rimane sul territorio (strutture) e in termini di risorse umane: (operatori – volontari) che hanno vissuto un’esperienza importante e che si sono formati per dare continuità alla stessa. Modalità di documentazione, comunicazione e pubblicizzazione dello svolgimento e dei risultati del progetto Il progetto verrà costantemente documentato da relazioni d’equipe, Sullo svolgimento in itinere delle differenti opportunità messe in atto si sceglieranno di volta in volta i canali comunicativi più consoni all’evento proposto: Pubblicità tramite locandine, volantini, brochure, mail personalizzate, E-mai, Radio. Saranno proposti incontri con i gruppi di associazioni che gravitano nell’ambito dell’animazione giovanile, con le cooperative sociali I risultati saranno riportati in una relazione finale. Indicatori che verranno utilizzati per la valutazione dei risultati in riferimento alle attività e prestazioni erogate ed agli effetti prodotti dall’intervento o dal servizio sulle condizioni dei destinatari finali. Adeguatezza delle risorse (processo) oggettive Variabili: analisi degli spazi, analisi dei materiali, (computer, pulmino, materiale informativo), analisi della velocità di manutenzione. Indicatori: n. utenti in rapporto agli spazi, numero utenti in rapporto ai materiali, numero richieste di partecipazione in rapporto ai mezzi disponibili, tempi di riparazione dei materiali. Strumenti: quaderno di bordo quotidiano, quaderno delle richieste dei ragazzi. Tempi: compilazione quotidiana, analisi settimanale durante l’incontro di equipe. Adeguatezza dell’organizzazione (processo) Variabili: valutazione dell’efficacia degli incontri con i ragazzi, analisi dei rapporti fra ente gestore e gruppo di governo, rapporti con la AUS, con i servizi sociali, con il tribunale dei minori, rapporti di rete fra le diverse organizzazioni presenti nel progetto. Indicatori: numero operatori in rapporto al numero dei ragazzi. Numero di attività svolte in co-presenza. Numero di operatori esterni e tipo di relazione, qualità della relazione con i ragazzi, numero di incontri d’equipe, numero di incontri fra ente gestore e gruppo di governo. Tempi di risposta alle diverse richieste, numero di incontri e qualità degli stessi fra i diversi referenti del progetto o delle diverse attività, numero degli invii effettuati dal tribunale dei minori. Strumenti: incontro d’ settimanale dove ogni responsabile del progetto relazione le proprie esperienze, verbale finale dell’incontro e diario di bordo giornaliero. 317 Tempi: ogni settimana incontro d’equipe, giornalmente il diario di bordo. Chi : equipe Adeguatezza dei metodi (processo) Variabili: si verifica che le azioni proposte corrispondano metodologicamente al modello educativo adottato. L’incontro settimanale con i ragazzi decide le attività e quindi a livello assembleare si organizzano le attività, si discute anche dei conflitti che vi possono essere fra ragazzi e fra ragazzi e operatori. Si valuta il gradimento degli utenti in base alle diverse attività, la possibilità di accesso alle diverse opportunità, le scelte dei ragazzi circa l’integrazione dei diversi laboratori, la partecipazione attività sia alle attività sia all’assemblea settimanale. Indicatori: minor o maggior affluenza degli utenti, numero di utenti in rapporto alle diverse attività, accettazione o rifiuto e frequenza alle diverse opportunità, numero dei comportamenti attivi che indicano una partecipazione “convinta”, numero dei destinatari intermedi e finali che partecipano assieme alle stesse attività. Strumenti: attraverso l’attività d’equipe, il verbale degli incontri, sia dell’equipe che dei ragazzi, la scheda di rilevazione delle presenze degli utenti alle attività, questionario di gradimento. Tempi: principalmente in itinere, ogni settimana. Chi: gruppo di lavoro e supervisione. Coerenza tra metodi e obiettivi (processo) Obiettivo iniziale contattare i ragazzi e coinvolgerli al centro. Obiettivo centrale dell’intervento organizzare risposte personalizzate per rispondere alle richieste del ragazzo e svolgere un’azione di rimotivazione e di interruzione del disagio manifesto. Variabili: la coerenza delle azioni attivate, rapporto fra metodologia in campo e i rapporti dei ragazzi fra loro e nei riguardi degli operatori. Indicatori: numero di contatti avuti nella fase iniziale in rapporto al numero dei ragazzi che abbandonano il centro. Numero degli utenti che partecipano attivamente sia alle attività sia agli incontri settimanali. Il numero delle risposte personalizzate fornite ai ragazzi. Strumenti: confronto dei dati , il verbale degli incontri, il diario di bordo, la scheda delle presenze alle attività e i contratti individuali stipulati con i ragazzi. Tempi: ogni settimana durante la riunione d’equipe. Chi: l’ equipe di lavoro ed il supervisore. Reazione dei destinatari (risultato) finali ed intermedi Variabili: l’effetto che determinati interventi (di accompagnamento, di supporto, di ascolto) hanno sull’utenza, la partecipazione degli utenti, l’adeguamento alle regole del centro, le reazioni personali con operatore ed il gradimento delle diverse attività, il livello di fiducia fra utenti e operatori. Indicatori: numero di utenti, numero di utenti in rapporto alle attività, reazioni personali degli utenti sia verbali che comportamentali, indicatori del livello di aggressività. Numero di richiami alle regole, numero delle trasgressioni, numero dei ragazzi che partecipano al progetto con la differenziazione fra intermedie finali, numero di ragazzi intermedi e finali che partecipano alla stessa attività. Strumenti: attraverso la raccolta delle informazioni e la consultazione dell’equipe, diario di bordo e verbale degli incontri d’equipe. Tempi: settimanalmente l’andamento ordinario delle iniziative in atto e in momenti specifici quando si tratta di situazioni individuali. Chi: gli operatori, l’equipe in supervisione. Efficacia (risultato) 318 Variabili: rispetto all’obiettivo che ci si pone si valuta il risultato e la tenuta a distanza di quel risultato stesso. Si è ipotizzato di raggiungere con un contratto personalizzato una cinquantina di ragazzi. Indicatori: numero di contatti avuti, numero di percorsi personalizzati attivati, numero di ragazzi che a fine progetto lasceranno alla città una continuità, un’esperienza positiva Strumenti: raccordando le informazioni provenienti dai diversi ambiti coinvolti. Tempi: la periodicità è compatibile con i tempi dell’azione messa in atto. Chi: l’equipe. Impatto (risultato) Variabili: reazione dei cittadini alla presenza sul territorio del centro,. Indicatori: numero delle attività aperte dopo questa esperienza, numero di inserimenti lavorativi dei ragazzi, numero delle proteste formali dei cittadini. Strumenti: verranno pensati in itinere dal gruppo di governo e dall’equipe. 1.11 IL QUADRO ECONOMICO DEL PROGETTO 1.11 Il quadro economico del progetto Spese per il personale : Spese per laboratori attrezzati : € 57.248,00 € 4.950,00 Spese di gestione : € 3.000,00 Materiali di consumo : € 3.065,00 Assicurazioni : € 3.100,00 Oneri di gestione : € 3.637,00 Costo totale € 75.000,00 Compartecipazione finanziaria dei diversi soggetti/enti Quota a carico del Comune di Rimini € 45.280,00 Quaota a carico del Programma Finalizzato € 29.720,00 319 PROGETTO MILLENIUM VI Preventivo di spesa dettagliato Descrizione Preventivo costi annuali 57.248,00 PERSONALE totale 57.248,00 Direzione , coordinamento progetto n.1 coordinatore responsabile ore 470 11.750,00 Sostegno Psicologico ore 80 2.320,00 Relatori Sem.”Formarsi in rete” ore 25 1.250,00 41.928,00 Operatori/Educatori n.5 operatori ore 2.000 n.2 docenti recupero scolastico ore 200 26.000,00 4.064,00 Tutor Stage orientativi ore 150 1.950,00 Operatori laboratori espressivi ore 200 4.064,00 Animatori campeggi ore 450 5.850,00 Laboratori attrezzati per esercitazioni 4.950,00 4.950,00 Materiali di Consumo 3.065,00 3.065,00 Utenze e costi gestione 3.000,00 3.000,00 Residenzialità/Assicurazioni Utenti Quaota oneri generali di gestione TOTALE GENERALE 3.100,00 3.637,00 3.100,00 3.637,00 75.000,00 75.000,00 320 Piani di zona Anno 2007 Zona Provincia di Rimini Ambito territoriale in cui si realizza il progetto: Distretto Nord di Rimini Titolo: sostegno inserimento lavorativo dipendenze patologiche Il progetto è: prosecuzione progetto già in corso ed è stato finanziato nella precedente annualità sui fondi dell'Area Dipendenze del Distretto di Rimini Dati del referente del progetto: Direttore UO Dipendenze Patologiche Cognome e nome: Daniela Casalboni Ente/Servizio: UO Dipendenze Patologiche Telefono: 0541/325112 e-mail: [email protected] 321 I FASE LA VALUTAZIONE DEL PROGETTO 1.1 Il fenomeno L’utenza tossicodipendente si caratterizza per condizioni socio economiche fortemente instabili, non detengono una regolare occupazione (nel 2003 il 47% dell’utenza in carico era disoccupata), e le loro condizioni abitative sono spesso precarie. La percentuale dei soggetti tossicodipendenti privi di un’occupazione regolare è generalmente più elevata rispetto al tasso di disoccupazione nella popolazione generale di pari età. L’esperienza pluriennale ci ha insegnato come il reinserimento socio lavorativo – se condotto in un ambito di progettualità individualizzata e personalizzata – possa dare risultati positivi anche in soggetti più compromessi. L’importanza dell’inserimento o reinserimento in ambito lavorativo per persone con disagio, nel caso specifico coinvolte nell’uso e consumo di sostanze psicoattive, è sottolineata da tempo ormai in ogni riflessione applicata a condizioni di recupero del benessere individuale. Il lavoro è fondamentale nella creazione e/o nel recupero dell’identità psicosociale. L’inserimento lavorativo di una persona svantaggiata significa reintegrarla nel ruolo di cittadino lavoratore, rispettando però le specificità e le potenzialità di ciascuno. 1.2 Diagnosi del territorio in relazione al progetto L’utenza che afferisce al SerT è costituita sia da individui che di fatto non hanno quasi mai lavorato in vita loro, sia da soggetti che invece possiedono un mestiere e una professione tramite la quale potrebbero riproporsi sul mercato del lavoro. Le prime grandi differenziazioni sono tra coloro in grado di sostenere un’attività lavorativa, anche la più dequalificata, e coloro che invece non sono ancora attrezzati per farvi fronte con modalità adeguate. Con l'aggravarsi di molti stati di dipendenza da sostanze (co-portatori di diagnosi psichiatrica, d'infezione HIV sintomatica...), spesso le persone non sono in grado di far fronte a ritmi, orari di lavoro, mansioni con continuità ed efficienza. Pertanto la necessita di poter disporre di ambiti lavorativi caratterizzati da flessibilità (frequenza, orari, ritmi lavorativi, ecc) non trova un riscontro nelle attuali opportunità offerte dal mercato. Persone in situazione di svantaggio sociale che non riescono a trovare lavoro/ricollocarsi nel mercato ordinario. Si tratta di persone che per carenze formative, di competenze professionali, sociali, educative, o per pregiudizio, o perché non sono state educate al lavoro, hanno bisogno di un percorso che le aiuti a maturare ed acquisire le capacità richieste dal mondo del lavoro. L’utenza verso la quale intendiamo rivolgere il nostro intervento si può tipologizzare in tre macro categorie: 1) giovani utenti. 2) utenti “cronici”. 3) utenti in condizioni di disagio economico (disoccupati). Il territorio della provincia di Rimini si caratterizza per la presenza di un sistema di opportunità lavorative rivolte alle fasce deboli storicamente sperimentato anche nell’ambito delle tossicodipendenze. Il panorama territoriale si presenta estremamente variegato: a partire dall’esperienza dei Centri Diurni e/o delle Comunità Terapeutiche, per finire con le Cooperative Sociali di tipo B o gli Enti di formazione/lavoro, in grado di fornire sia una diversità di ambiti lavorativi che una differenziazione di possibile rapporto, dai «contratti terapeutici» alle borse lavoro mirate; inserimenti in aziende con borse lavoro a tempo sia per consentire stage formativi che opportunità di pre-assunzione; incentivi e sostegno alle forme di imprenditorialità giovanile e alla cooperazione autogestita; un apparato di tutorship in grado di affiancare, monitorare e mediare rispetto alle diverse esigenze in gioco. 322 1.3 Riferimenti teorici, modelli interpretativi, ricerche di sfondo Il lavoro, sia come spazio educativo, sia come possibilità concreta di reinserimento nella vita sociale, ha sempre rappresentato un punto fondamentale nel percorso di reinserimento sociale dei soggetti con problematiche di dipendenza. L’inserimento lavorativo può essere visto e vissuto come "trampolino di lancio", oppure come approdo a una realtà lavorativa definitiva o, ancora, come tappa di un percorso, ma può anche perdere la sua valenza di riscatto sociale per fossilizzarsi, invece, in una situazione puramente assistenziale. La scelta di quale percorso lavorativo intraprendere (momento di transito o collocazione permanente) si configura in realtà come un processo che nasce al momento della formulazione del progetto personalizzato e che richiede una verifica in itinere. Da non dimenticare, inoltre, che esistono casi di profondo disagio che certo non sono in grado di rispondere a criteri di efficienza produttiva, ma che soddisfano invece criteri di appartenenza e partecipazione. Sia che la persona tossicodipendente venga trattata in ambulatorio o in comunità, la problematica dell'attività e del lavoro costituisce un asse portante del progetto riabilitativo. L'apprendimento di abilità lavorative conduce a significativi miglioramenti nel comportamento interpersonale e del concetto di sé. Tali miglioramenti sono conservati nel tempo, particolarmente quando si ha l'opportunità ambientale di continuare a praticare le abilità apprese e ricevere rinforzi positivi. Il lavoro è uno dei contesti di vita principali dell'essere umano. Attraverso il lavoro una persona ha la possibilità di realizzarsi professionalmente, socialmente ed economicamente. Avere un lavoro, poter lavorare, significa far parte della popolazione attiva, avere un valore, un ruolo nella società; significa l'indipendenza economica, comporta diritti e doveri, significa sentirsi riconosciuti come persona. Vi sono persone però che non sono mai entrate a far parte del mondo del lavoro per cui si parla di "inserimento" lavorativo, o che da esso per vari motivi ne sono dovute uscire e non riescono a rientrarvi per cui si parla di "re-inserimento" lavorativo. In entrambi i casi intervenire affinché anche tali persone accedano a questa dimensione significa affrancarle da una situazione di svantaggio e di bisogno. L'inserimento lavorativo è dunque un legame tra il due atomi:il lavoro e lo svantaggio, con l'obiettivo che tale legame raggiunga una configurazione stabile per il soggetto. Infatti, oltre alla funzione manifesta di produrre beni, il lavoro produce anche una serie di altre funzioni: chi lavora acquisisce una certa legittimazione sociale, il lavoro spinge ad una affermazione personale attraverso un consolidamento della personalità e stimola il soggetto alla crescita, al miglioramento. Il beneficio del reinserimento socio lavorativo per la persona in trattamento si articola su più dimensioni. Ognuno si avvantaggerà dell'aspetto più congeniale e rilevante per la propria situazione, anche se l'effetto non può che essere complessivo, risultato dell'interazione sinergica tra i vari elementi. Innanzitutto il reddito e ciò che ne consegue. Un minimo di sicurezza economica su cui poter fare affidamento per sopperire ai bisogni fondamentali, per togliersi di dosso l'ansia di dover dipendere dagli aiuti altrui, di doversi «arrangiare» quotidianamente in una totale incertezza che coinvolge presente e futuro. In secondo luogo il fatto di essere reinserito nei circuiti lavorativi consente la riacquisizione di uno status sociale conforme alle aspettative altrui e del proprio ambiente circostante. Avere finalmente un lavoro, o riaverlo dopo tanto tempo, restituisce una patente di «normalità» tanto desiderata dal soggetto quanto richiesta da chi gli sta vicino. E la riconquista di un ruolo sociale, la legittimazione agli occhi degli altri e propri di una riabilitazione compiuta o di un percorso in atto che reintegra la persona nella comunità degli inclusi. Lo stigma sociale si riduce e, se permane, cambia connotazione. A livello più profondo l'identità sociale ristabilita consente una sorta di salvacondotto, quantomeno un tempo e uno spazio più ampi per ritagliare e definire meglio la propria identità personale. La maschera del ruolo offre un respiro, toglie dall'assillo del sentirsi sempre addosso il giudizio altrui, consente di camminare a testa alta. In terzo luogo l'opportunità lavorativa riapre a circuiti di socializzazione che consentono di uscire dall'isolamento personale, talvolta anche dall'isolamento di gruppo allorché i rapporti sono ristretti all'unico e solito «giro» delle persone con cui si condivide la stessa situazione di dipendenza o emarginazione. L'inserimento lavorativo significa conoscere nuove persone, forse fare nuove amicizie, comunque rapportarsi 323 con individui diversi che richiedono standard relazionali d'altro tipo, una maggiore cura di sé e del proprio aspetto. L'immissione in nuove aree di socialità rappresenta, per il soggetto reinserito tramite il lavoro, una nuova opportunità e una nuova sfida. In quarto luogo l'attività lavorativa occupa il tempo, contribuisce a dar senso alla giornata, a distogliere da altri pensieri. Può anche fornire una soddisfazione intrinseca nello svolgere quel compito, nell'adempiere a quella mansione, nell'essere addetto a quella produzione. La soddisfazione che se ne ricava può riguardare segmenti dell'attività come il tutto, lungo un arco di possibilità che va dal piacere di una singola mansione all'identificazione col proprio lavoro. 1.4 Analisi della domanda La lunga pratica acquisita negli anni dagli operatori che lavorano nel settore della riabilitazione e cura delle persone con problemi di dipendenza, ha generato l’acquisizione che qualsiasi percorso terapeutico, per quanto complesso e produttivo, sia ambulatoriale che residenziale, ha una maggiore probabilità di fallimento senza una restituzione del tossicodipendente alla propria comunità: su un piano concreto, questo può essere ottenuto in modo utile solo con un inserimento stabile nel mondo del lavoro. L’UO Dipendenze Patologiche durante la sua lunga esperienza si è infatti resa conto che il reinserimento – o inserimento – lavorativo e professionale costituisce un’area privilegiata di intervento all’interno delle politiche di riabilitazione e cura offerta ai propri utenti. L’esperienza di chi lavora nel campo delle dipendenze, sia esso pubblico o privato, ha dimostrato come il lavoro sul soggetto, sull’individuo, sulle sue risorse ed aspirazioni, se condotto in un ambito di progettualità verificabile e ri-progettabile, può dare risultati impensabili, anche con soggetti estremamente “difficili”. 1.5 I destinatari finali dell’intervento Persone tossicodipendenti con problematiche di rilevanza socio economica - unite o meno ad altre forme di disagio psichico e/o somatico - che, autonomamente, non hanno la possibilità di accedere al mercato del lavoro o della formazione Quali sono le caratteristiche dei destinatari Nel 2004 gli utenti che presentavano una o più delle caratteristiche sopradescritte costituivano circa il 50% finali e la loro dimensione numerica (circa 450 soggetti) dell’utenza seguita dall’UO Dipendenze Patologiche. Su questi si propone di lavorare cercando di aumentare le opportunità lavorative e formative – attraverso attività di sostegno/avviamento al reinserimento socio lavorativo – e diversificando le progettazioni in base alle tipologie e alla gravità degli utenti elencati al punto 1.2. Per quali ragioni sono stati scelti proprio Perché i soggetti tossicodipendenti in situazioni di emarginazione, grave compromissione fisica e/o psichica, quei destinatari finali con scarse risorse personali costituiscono una delle aree di maggior criticità dell’utenza in carico Quali sono i destinatari finali del progetto Quanti sono i destinatari finali che si prevede di raggiungere con il progetto Quali sono le modalità attraverso le quali si pensa di contattare, coinvolgere e motivare i destinatari finali dell’intervento Massimo 10 soggetti Il progetto di inserimento lavorativo verrà presentato agli utenti tossicodipendenti in trattamento c/o l’UO Dipendenze Patologiche, i quali dovranno condividere e sottoscrivere le condizioni e gli impegni previsti nei progetti individualizzati di intervento. 324 1.6 Gli obiettivi a. Obiettivi strategici del progetto (fare riferimento agli obiettivi della Delibera del Consiglio regionale n. 615/2004): a.2 Dipendenza da sostanze: X Integrazione lavorativa a) Obiettivo generale Implementare risposte differenziate di reinserimento lavorativo e di formazione professionale rivolte all’utenza in carico presso l’UO Dipendenze che presentano una o più delle seguenti caratteristiche - indigenza economica; - assenza o precarietà lavorativa; - compromissione (temporanea o permanente) dei livelli di autonomia personale; - presenza di patologie correlate o comorbilità psichiatrica b) Obiettivi specifici Obiettivo specifico 1. Creare un percorso di orientamento/formazione professionale rivolta a giovani utenti 2. Effettuare percorsi di tirocinio lavorativo attraverso lo strumento (S.I.L.) al fine di favorire l’acquisizione o la riacquisizione di capacità lavorative Azioni Indicatori 1. Sviluppo dell’attività di tutoraggio e formazione finalizzati all’acquisizione e/o sviluppo di competenze professionale spendibili sul mercato del lavoro. 1. Nr soggetti inseriti in percorsi di orientamento al lavoro; 2. Nr soggetti inseriti in percorsi di formazione; 3. Nr soggetti che hanno completato il percorso formativo; 4. Nr soggetti che hanno completato il percorso di orientamento al lavoro; Nr soggetti inseriti attraverso la metodologia SIL; Nr soggetti inseriti ad alta soglia; Nr soggetti inseriti a bassa soglia; Nr soggetti che sono passati dalla bassa all’alta soglia; 1. Sul modello già consolidato si attiva per ciascun cittadino la procedura prevista dalla metodologia S.I.L. che consiste in attività di tirocinio formativo sostenuto, tutelato e monitorato svolto presso aziende pubbliche o private. Disponibilità di 10 posti per 11 mesi distinti in “bassa” e “alta” soglia d’accesso 1.7 I soggetti che partecipano all'attuazione del progetto: Azienda USL Rimini e per la validità operativa dimostrata nelle annuaIità precedenti si propone quale ente gestore l’ENAIP Rimini. Il partner gestionale nell’erogazione del servizio deve soddisfare i seguenti parametri di qualità: a) Possesso di una ricca banca dati aziende disponibili ad accogliere soggetti in situazioni di difficoltà per attività di tirocinio – formativo; b) Assicurare una congruità tra caratteristiche del soggetto (condizioni psicofisiche e sociali, capacità personali, abilità, ….) e soluzione lavorativa/collocazione rintracciata; c) Tempi di collocazione in azienda non superiori ai 30 giorni dalla presentazione della domanda da parte dell’Azienda USL Rimini; d) Percentuale (dal 5 al 10%) di esiti positivi (numero soggetti inseriti in percorsi formativi e/o lavorativi) rispetto al totale delle domande inoltrate; e) Dotazione di personale qualificato e formato alle attività previste nel progetto. 1.8 Il metodo di intervento - Modalità di collaborazione e di coordinamento della rete: 325 Incontri mensili di verifica e valutazione degli interventi attivati e del progetto in generale - Competenze operative di ciascun soggetto nell'attuazione degli interventi previsti: a. L’UO Dipendenze Patologiche avrà la competenza di proporre progetti individualizzati di inserimento nei percorsi sopraindicati che andranno valutati e condivisi con i soggetti appartenenti alla rete di cui sopra; b. Le Cooperative Sociali e/o Enti di formazione/lavoro metteranno a disposizione tutti gli aspetti logistici e le professionalità educative in merito agli inserimenti lavorativi, stage formativi, …; c. Referente Azienda USL – Coordinamento opportunità lavorative (C.O.L.), che avrà il compito di: ottimizzare la connessione tra il ruolo del Servio AUSL proponente e quello dell’Ente gestore, monitorare il corretto svolgimento dei processi e attivare elementi di valutazione condivisa. - Durata prevista del progetto: 1 anno (con possibilità di reiterazione) - Strategie e metodi utilizzati per realizzare l’intervento L’intervento si struttura seguendo 6 diversi step: 1. individuazione dei beneficiari dell’intervento; 2. proposta d’inserimento agli enti collaboranti, 3. predisposizione di progetti individualizzati, 4. condivisione e sottoscrizione del progetto (con obiettivi) da parte del paziente, 5. inserimento e successivo monitoraggio dell’andamento del progetto. 6. Valutazione trimestrale dell’inserimento. 1.9 Le risorse 1. Chi svolge l’intervento e quali sono le qualifiche e le competenze richieste Operatori UO Dipendenze con competenze cliniche per la valutazione dei bisogni socio assistenziali dei soggetti; Operatori dell’Ente di formazione ,congiuntamente agli operatori Ausl, per la predisposizione di progetti educativi individualizzati e per il tutoraggio/monitoraggio dei tirocini. Referente Azienda USL Rimini per le problematiche lavorativa che, sulla base della valutazione delle caratteristiche individuali dei soggetti, definisce il percorso più idoneo per l’accesso alle diverse soluzioni individuate dalla stessa AUSL e dai Comuni 2. Quanto tempo di lavoro si prevede dovranno impiegare gli operatori? 5 ore settimanali per gli assistenti sociali referenti dei singoli casi 3. Quali risorse sono disponibili e quali è necessario reperire in termini di organizzazione, spazi e materiali? Attualmente, nella rete di Cooperative Sociali (tipo B) o nei percorsi di tirocinio formativo in azienda non è possibile fare inserimenti diretti di utenti fortemente deteriorati, non abituati a sostenere dei normali ritmi lavorativi, che necessitano della costituzione di uno spazio propedeutico all’osservazione delle abilità lavorative residue e con funzione di socializzazione al lavoro per quanto riguarda alcuni elementi propri dell’attività lavorativa (orari, ritmi, mansioni, relazioni orizzontali e verticali). Per tale motivo vanno individuate risorse specifiche che soddisfino le necessità del progetto (implementazione di nuove soluzioni lavorative o individuazione di posti riservati all’interno di strutture già esistenti). 4. Quali altre attività e iniziative attive in quel contesto possono influire, e come, sulla realizzazione dell’intervento? Questo intervento rappresenta un completamento e uno sviluppo della rete assistenziale esistente sul territorio rivolta a soggetti tossicodipendenti e al sostegno di soggetti in condizioni di disagio sociale. 5. Esistono iniziative nel territorio e in territori vicini che possono influire, e come, sulla realizzazione dell'intervento? Il territorio presenta molteplici esperienze rispetto all’area d’intervento prevista dal progetto ma manca di alcuni interventi specifici. - Strategie e metodi utilizzati per realizzare l’intervento L’intervento si struttura seguendo diversi step: 1. individuazione dei beneficiari dell’intervento; 2. proposta d’inserimento agli enti collaboranti, 3. predisposizione di progetti individualizzati, 4. condivisione e sottoscrizione del progetto (con obiettivi) da parte del paziente, 326 5. inserimento e successivo monitoraggio dell’andamento del progetto. 6. Valutazione trimestrale dell’inserimento. - Durata prevista del progetto: 1 anno (con possibilità di reiterazione) - Pianificazione dell’attività: Il Progetto si articola in più fasi: Fase 1. Condivisione del progetto attraverso la determinazione di ruoli, compiti, risorse e strumenti da utilizzare, del progetto con i partners individuati; Fase 2. Realizzazione del progetto e verifica in itinere. Fase 3. Valutazione dei risultati ottenuti con il progetto; 1.10 La documentazione dei risultati - Azioni e strumenti previsti per documentare lo svolgimento ed i risultati del progetto al committente: Relazione trimestrale e conclusiva sui risultati del progetto - Azioni e strumenti previsti per informare i destinatari ed il territorio di riferimento sullo svolgimento ed i risultati del progetto: Inclusione dell’analisi valutativa sul report annuale sull’andamento dell’utenza. 1.11 La pianificazione della valutazione a. La valutazione viene realizzata: X in itinere (durante lo svolgimento dell’intervento) X ex post (alla fine dell’intervento) X follow up (a distanza di tempo dalla fine dell’intervento) (quando possibile) b) Quale o quali tipi di valutazione di processo e di risultato sono previste dal progetto? Di processo: X Adeguatezza delle risorse Di risultato: X Reazioni dei destinatari X Efficienza X Efficacia X Impatto 327 Cosa viene valutato Indicatori Strumenti Tempi Tipo di valutazione Valutazione di 1. Adeguatezza delle risorse 1. Nr aziende disponibili ad 1. Banca dati aziende Anno di rilevazione accogliere soggetti in situazioni disponibili processo di difficoltà 1. Sistema 2. Nr e tipologia interventi di Regionale inclusione socio lavorativa in base alla tipologia dei soggetti Valutazione di 1. Efficienza risultato 2. Efficacia 1 Nr aziende contattate e disponibili alla relazione progetto. 2. Analisi generale delle risorse impiegate (prestazioni, programmi, operatori, struttura, costi, ….) rapportati alle diverse tipologie di intervento 2. Analisi dei costi in rapporto ai risultati ottenuti in base agli obiettivi definiti 1. Nr soggetti inseriti nelle diverse soluzioni progettuali 2. Rapporto obiettivi/risultati; 3. Ritenzione ed esito degli interventi in base alle caratteristiche dei soggetti 4. Sviluppo di un’attività di cooperazione e di impresa sociale 5. Nr utenti che hanno raggiunto un’autonomia nello svolgimento delle attività lavorative attraverso la creazione di un’impresa di gruppo Chi valuta Sociologo Osservatorio sulle Dipendenze Informativo 1. Sistema Informativo Anno di rilevazione Regionale; 2. Scheda individuale soggetto Sociologo Osservatorio sulle Dipendenze 1. Scheda progetto Anno di rilevazione individualizzata (diagnosi, progetto, obiettivi, interventi, verifiche intermedie, …); 2. Relazione finale sul caso Sociologo Osservatorio sulle Dipendenze 3. Sistema Informativo Regionale; 328 1.11 Il quadro economico del progetto PROGETTO SIL Costi in Euro 12.354,00 Gestione per max. 6 posti Rimborso spese: Rimborsi a “bassa” soglia (orario ridotto) e rimborsi ad “alta” soglia (orario pieno) Costo operatori AUSL Costo totale COSTO GLOBALE PROGETTO 13.264,00 10.950,00 36.568,00 36.568,00 329 “Reinserimento sociale di soggetti con problemi di dipendenza da sostanze psicotrope” Introduzione Il territorio dei Comuni del Distretto Nord dell’AUSL di Rimini (Bellaria Igea Marina, Poggio Berni, Rimini, Santarcangelo di Romagna, Torriana e Verucchio), con particolare riferimento al Comune Capoluogo, vive da anni una crescente “domanda di trattamento” ossia un aumento di persone che chiedono di entrare in terapia per problemi connessi all’uso di droghe, alcool e farmaci (fonte Rapporto 2005 sulle dipendenze in Emilia Romanga). La Cooperativa Cento Fiori dal 1985 ha dato origine ad un Centro Diurno come dispositivo terapeutico per affrontare le problematiche relative alla tossicodipendenza. Il Centro Diurno della Cooperativa Sociale Cento Fiori è una struttura terapeutico riabilitativa semiresidenziale seguita da un’équipe terapeutica formata secondo la concezione operativa di gruppo e da un’équipe più allargata della quale fanno parte i responsabili dei settori lavorativi. L’équipe è composta da: uno psichiatra, una pedagogista, una psicologa, tre educatori professionali, quattro referenti dei settori lavorativi con una formazione specifica sulle problematiche trattate. Gli utenti, inseriti nei settori lavorativi della Cooperativa (legatoria artistica, centro di restauro del libro, canile di Rimini e serra), svolgono programmi personalizzati che prevedono la partecipazione a gruppi di psicoterapia, colloqui individuali ed attività di terapia familiare. Con il passare degli anni, abbiamo avuto esperienza di inserimenti di casi di doppia diagnosi o con problematiche prevalentemente psichiatriche. Negli ultimi tempi poi abbiamo avuto la possibilità di inserire persone con disturbo del comportamento alimentare, ultimamente, la struttura si è sempre di più adeguata alle esigenze particolari degli utenti, modificando volta per volta il programma terapeutico per renderlo sempre più a misura dell’utente; utente che spesso si trova in situazione di “bassa soglia”, con ricadute che tendono a fare allontanare il soggetto dal percorso intrapreso, quindi bisognoso di situazioni di accoglienza, dove il ruolo del gruppo è fondamentale, basato sulla condivisione, la solidarietà, l’affettività. Pertanto, riteniamo molto importante affinché possa concludersi favorevolmente il progetto di reinserimento sociale, presentare due progetti che risultano particolarmente validi dal punto di vista terapeutico e di crescita sia del gruppo in forma solidale che dei singoli: - costruzione di un gruppo appartamento con bassa protezione, viaggio di una settimana in barca a vela, Le due attività proposte sono estremamente importanti poiché nella prima si tende a favorire un primo reinserimento sociale residenziale e l’autonomia dell’utente e nella seconda utenti e operatori vivono a stretto contatto gestendo la vita della barca. 330 “Reinserimento sociale di soggetti con problemi di dipendenza da sostanze psicotrope” Progetto Gruppo appartamento Il programma ha durata di 6 mesi, periodo in cui l’utente, che ha gia un rapporto di lavoro, dovrebbe maturare la propria autonomia e attivarsi per il trasferimento in altra sede. Il progetto consiste in un necessario percorso, sollecitato dagli stessi utenti, che offre, in aggiunta al servizio di alloggio che prevede una compartecipazione ai costi da parte degli utenti stessi, una assistenza domiciliare con la presenza di educatori professionali per 6 ore settimanali che collaborano e verificano con gli utenti inseriti, la gestione della casa, le funzionalità dell’autonomia con particolare attenzione all’utilizzo del denaro. Soggetti impegnati Il gruppo appartamento coinvolge fino ad un massimo di 6 soggetti. Ambito di intervento L’ambito di intervento del progetto è quello di soggetti con problemi di dipendenza da sostanze psicotrope che abitano il territorio dei Comuni del Distretto Nord dell’AUSL di Rimini (Bellaria Igea Marina, Poggio Berni, Rimini, Santarcangelo di Romagna, Torriana e Verucchio), con particolare riferimento al Comune Capoluogo, e che hanno intrapreso percorsi di recupero e di reinserimento sociale. Budget progetto: Costi appartamento (affitto e consumi) compartecipazione ai costi degli utenti (ca. 50%) Educatori professionali Totale € 10.000,00 € 5.000,00€ 5.000,00 __________ € 10.000,00 331