Un buon guardiano “avvisatore”

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Un buon guardiano “avvisatore”
Notizie dal mondo degli animali
Anno 6 | numero 26 | edizione Giugno - Agosto 2010
News
Shiba:
Un buon guardiano
“avvisatore”
American
Staffordshire Terrier:
Robusto senza
punti deboli
Lince domestica:
un mini-selvatico
addomesticato
Sistemi
e
di tracimazion
i Servizi di
Zoomark, nell’intento di migliorare ed ottimizzare il sistema di
raccolta dei bollini-fedeltà, ha attivato una “Fidelity Sistem Card”
con carico elettronico dei punti, che potrà essere richiesta da ogni
cliente. Le Card sono gratuite, personali e non cedibili, sono distribuite all’interno di Zoomark di Biella previa compilazione di un
modulo di adesione con i propri dati personali.
I suddetti dati saranno trattati esclusivamente da Zoomark a norma di legge e nel rispetto delle normative inerenti alla privacy.
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2
Sommario
Parliamo di...
on-line
7 Siamo
con il nostro
4
5
6
A
Shiba:
un buon
guardiano “avvisatore”
American
Staffordshire Terrier:
Robusto senza punti deboli
Lince domestica:
un mini-selvatico
addomesticato
risposte
8 Ledell’addestratore
cinofilo
nuovo sito
12 le nostre offerte
Editoriale
MA SÌ! MA NO!
Ma no!…
agli animali sofisticati
Le cronache degli ultimi tempi riescono ancora a stupirci.
Così leggiamo di gatti che mangiano
con forchetta e cucchiaio e di cani
che partono per le vacanze portando
con sé un comodo seggiolone per poter mangiare a tavola con il loro padrone e un set di colorati e divertenti
costumi da bagno da sfoggiare sulle
spiagge alla moda.
Quasi certamente il vostro amico a
quattro zampe non è così modaiolo
ma le vacanze con lui saranno sicuramente piacevoli e divertenti.
Per renderle il più rilassanti possibile,
per voi e per lui, vi invitiamo a leggere
i nostri consigli di viaggio a pagina 8.
acquariofilia
14
Gli acquari dei nostri lettori
Sistemi di tracimazione
alla scoperta di..
18
Foto tratta dal sito di Hammacher
Cioccolato... dolcissimo veleno!
rubriche
10 Foto
Gallery
amico
20 Un
chiamato cavallo
16
Risposte
ai lettori
22 Ledelnovità
mercato
17
La rubrica
del veterinario
e
24 Lagli bacheca
appuntamenti
Ma sì!…
ad un autentico successo
È online il nostro nuovo sito.
È stato un grande lavoro ma siamo
contenti di essere riusciti ad interpretare le esigenze dei nostri amici.
Lo dimostrano i numeri.
In pochi giorni abbiamo ricevuto quasi 1000 visite e sono state lette ben
7400 pagine.
Un autentico successo! Grazie a tutti!
Lo Staff ZOOMARK
3
A
Parliamo di...
Shiba
caratteristiche fisiche
È un cane di piccola taglia, proporzionato, di struttura robusta, di buona
ossatura e ben muscoloso.
Ricorda molto un Akita in miniatura.
La testa presenta fronte larga, guance
ben sviluppate, stop abbastanza accentuato, canna nasale diritta e tartufo nero (sebbene sia ammesso color
carne, ma solo nei soggetti bianchi).
Il muso è moderato, non troppo lungo, a punta.
Gli occhi sono piuttosto piccoli, leggermente triangolari, ben separati, e
di colore bruno scuro.
Le orecchie sono piccole, di forma
triangolare, solidamente diritte e leggermente inclinate in avanti.
Il garrese è elevato, il dorso diritto e
corto. Gli arti sono ben diritti e ben
sviluppati. La coda è attaccata alta,
grossa e portata al di sopra del dorso, fortemente arrotolata o a forma
di falce. Il pelo è ruvido e diritto, con
sottopelo morbido e fitto; i colori del
mantello può essere nero-focato, rosso e bianco, sesamo (uguale miscuglio di peli bianchi e neri), sesamo
rosso (fondo del pelo rosso mescolato a peli neri). L’altezza al garrese dei
maschi è di circa 40 cm., mentre le
femmine sono un po’ più basse: raggiungono al massimo 37.
origini e storia
La sua regione originaria è la zona
montuosa al centro del Giappone.
“è robustissimo
e molto longevo”
Non si hanno notizie fondate sui suoi
progenitori. In Giappone la razza è
protetta dal 1936.
Carattere e attitudini
È un piccolo cane da caccia attivissimo, sempre in movimento, amichevole con tutti, piuttosto “abbaione”.
In Europa è prevalentemente un cane
da compagnia e da esposizione: in realtà è un ottimo cacciatore di lepri,
volpi e addirittura orsi, nonostante la
piccola taglia.
È un buon guardiano “avvisatore”.
Allegro e simpatico, ama il gioco ed è
un ottimo compagno per i bambini.
Non è molto obbediente e tende ad
essere piuttosto indipendente.
salute
È un cane robustissimo e molto longevo.
dove e come tenerlo
Per le piccole dimensioni si adatta
bene alla vita in appartamento.
Il pelo è facilissimo da pulire.
appunti e consigli
Poco diffuso in Italia fino a pochi anni
fa, oggi è un cane molto ricercato e
ben allevato.
Alcuni soggetti Italiani si sono distinti
nelle Esposizioni di tutto il mondo.
4
A
Parliamo di...
American Staffordshire Terrier
CARATTERISTICHE FISICHE
Se questo magnifico cane viene rapportato alla taglia, è potentissimo:
ben costruito, muscoloso ma allo
stesso tempo agile e grazioso.
dai 42,75 ai 48,26 cm., mentre quella
delle femmine è compresa tra i 43,18
ed i 45,72 cm. (equivalenti a 17 e 18
pollici, dato che il cane ha origini Statunitensi!).
(il risultato fu l’American Staffordshire Terrier); la seconda, che invece
cercava di sviluppare cani da combattimento, ottenne soggetti di taglia
maggiore, con aggressività più spiccata e presa mascellare molto forte: il
risultato fu l’American Pit Bull Terrier,
oggi riconosciuto dall’American Kennel Club ma non dalla Federazione
Cinologica Internazionale.
CARATTERE E ATTITUDINI
L’Amstaff, come lo chiamano i suoi
sostenitori, è e deve rimanere essenzialmente un cane da compagnia.
La selezione svolta sul suo carattere
ne ha limato l’aggressività ed ha ottenuto un cane docilissimo, che adora
la famiglia e ama i bambini.
Se è stimolato, il lato aggressivo di
questo cane può emergere in modo
deciso, magari con addestramenti
cruenti. A causa del suo passato da
combattente, può essere rissoso con
gli altri cani, ma è semplice socializzarlo da cucciolo ed insegnargli a
comportarsi bene.
salute
La testa, che di lunghezza media, appare grande da tutti i lati; il cranio è
largo con stop marcato.
Le sue orecchie sono attaccate alte.
Gli occhi sono scuri e rotondi, posizionati in basso e molto ben distanziati.
Le mascelle devono essere robuste,
con quella inferiore che deve permettere un’ottima presa.
Il muso deve avere un aspetto squadrato. La costruzione del tronco tende al quadrato, con arti perfettamente diritti.
La coda va assottigliandosi dall’attaccatura alla punta, che arriva più o
meno all’altezza del garretto.
Sono ammessi tutti i colori di pelo
(che è corto), sebbene non siano
graditi i mantelli albini o con più
dell’80% di bianco, quelli nero-focati
e quelli color fegato.
L’altezza al garrese dei maschi varia
Origini e storia
Al contrario della maggior parte dei
Terrier (cioè quel gruppo di cani che
sono adibiti alla caccia in tana, o che
discendono da cani selezionati per
questo scopo), il nostro non nasce in
Gran Bretagna: come si può intendere
dal nome, infatti, ebbe origine da selezioni effettuate nelle colonie Inglesi
del Nord America e Canada.
I suoi progenitori sono i “Bull and
terrier” (cani da combattimento nati
dall’incrocio tra gli antichi Bulldog e
i Terrier a gambe lunghe) e una razza
oggi estinta: il Blue Paul terrier, che
inizialmente veniva allevata in Scozia e
che poi si diffuse anche nelle colonie.
All’inizio degli Anni Trenta nacquero
due correnti di allevamento: la prima
tendeva a creare cani rispondenti ad
un preciso Standard, con grande temperamento ed altrettanto equilibrio
È robustissimo e molto longevo, senza alcun punto debole.
DOVE E COME TENERLO
Preferibilmente in casa, poiché è un
cane da compagnia pulito, riservato e
molto tranquillo.
APPUNTI E CONSIGLI
Dimenticate le dicerie sui “cani killer”, che possono diventare tali solo
in seguito a un addestramento sbagliato, e non certo per caratteristiche
genetiche.
L’American Staffordshire Terrier è un
amico socievole ed amichevole.
Può essere un valido guardiano e difensore, ma non occorre addestrarlo:
in caso di pericolo, entrerà in azione
spontaneamente.
Si può invece addestrare all’obbedienza con ottimi risultati, perché è docile ed intelligentissimo.
5
Parliamo di...
A
Lince domestica
Un mini-selvatico addomesticato
storia
Questa nuova razza è stata selezionata negli Anni ’80, negli Stati Uniti, a
partire dall’incrocio della Lince rossa
o Lince Canadese, di piccola taglia,
con alcuni gatti domestici.
L’ideale dell’allevamento è un gatto
che assomiglia il più possibile o alla
Lince rossa o alla Lince canadese o al
gatto della giungla (Felis chaus) con il
carattere dolce e affidabile di un gatto domestico.
È ancora molto raro.
ASPETTO GENERALE
È un gatto possente, piuttosto alto
sulle zampe, dotato di una forte ossatura e di una muscolatura ben sviluppata. I maschi sono molto
più grandi delle femmine.
6
Aspetto generale:
Gatto possente;
Alto sulle zampe;
Dotato di forte ossatura
e muscolatura
sviluppata.
Descrizione
Ha testa triangolare con profilo leggermente concavo, senza spaccatura
netta.
Gli zigomi sono alti, con muso squadrato, naso di lunghezza media e, soprattutto, molto largo.
Ha mento forte, mascelle relativamente corte e molto possenti.
Le orecchie sono di taglia media, larghe alla base, appuntite e situate in
alto. Sono ricoperte di peli e, preferibilmente, devono avere dei pennacchi
sulle punte.
Ha occhi a forma di
mandorla, leggermente
inclinati; sono ammessi
tutti i colori, per i gatti
“colour point” (ovvero
quei gatti che hanno le
punte dei peli colorate),
devono essere esclusivamente blu. Il corpo è
grande e di forma rettangolare, con schiena
leggermente curva.
Le zampe sono lunghe e
massicce, con piedi rotondi e peli tra i polpastrelli. La coda è corta
come quella della lince
selvatica. La sua lunghezza minima, che è di
10 cm., non deve superare il ginocchio.
Deve essere flessibile.
Il mantello è formato
da pelo che varia da
corto a semilungo; è più
lungo sulla pancia e sulle cosce (è da preferire
il soggetto con collare
o barba). Ha tessitura
spessa, con molto sotto
pelo, setosa ed impermeabile e può
essere di colore nero, blu, cannella, cioccolato, lilla, sia in sfumatura
chiara sia scura.
Le zampe sono tigrate, sebbene quelle chiazzate siano da preferire.
La pancia deve presentare macchie
nette. La coda è inanellata con l’estremità nera. Esiste anche una versione “neve”, cioè con alcuni segni del
gatto Siamese su un corpo maculato
chiaro e con degli occhi blu.
Sono considerati difetti il mantello
di colore rosso o macchiato da peli
bianchi, la coda troppo corta o troppo lunga. È un gatto gentile, socievole (anche con i cani!), ma si mostra
abbastanza dominante verso i suoi
congeneri. È un compagno affettuoso
e simpatico.
Non sono autorizzati accoppiamenti
con Europei, Maine Coon ed American ShortHair.
A
Parliamo di...
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il nostro nuovo sito
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Questa sezione, suddivisa in sei capitoli, si
propone di rispondere alle esigenze d’informazione di tutti coloro che hanno un animale da
compagnia o che pensano di averne uno.
Un valido aiuto per poter scegliere la razza più
adeguata e per instaurare un rapporto ottimale sia per l’umano, sia per l’animale.
Ecco un menù per dialogare con i nostri clienti.
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vedere le opportunità offerta dalla bacheca,
conoscere gli eventi in essere e, per chi non è
ancora nostro cliente, scoprire dove siamo e
come arrivare da noi.
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degli animali
Notizie dal mondo
Alla scoper ta di...
L’adde strator e cinool o
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La r ubrica del veterin ario
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Cinque aree per conoscere, in tempo
reale, i prodotti, le novità e le promozioni di Zoomark e in più, tutto
quello che è bene sapere sulla Carta
Fedeltà e sul servizio di toelettatura.
In quest’area quattro sezioni speciali:
- la simpatica foto gallery degli animali dei nostri clienti
- la raccolta delle risposte ai quesiti dei nostri lettori
- tutti i numeri della nostra rivista (in pdf)
- libri e guide utili per chi ama il mondo degli animali
7
Parliamo di...
Le risposte dell’addestratore cinofilo
A
In vacanza con Fido
a cura della
A.S. Cinofila
Nonostante il tempo non proprio primaverile, l’estate si sta avvicinando,
così come le nostre vacanze!
È molto importante organizzare in
tempo le vacanze con il nostro amico
a 4 zampe, informandoci sulle strutture a lui adeguate, e sulle regole da
seguire!
Ma una cosa da non sottovalutare è
il viaggio che Fido dovrà fare con noi.
Che si viaggi in auto o su qualsiasi altro mezzo, esistono regole ben precise da seguire per il trasporto del cane.
Vediamo come può viaggiare Fido sui
diversi mezzi.
In auto
Esiste un articolo del Codice della
Strada (169, cc.1 - 6 - 10) che stabilisce
che per il trasporto di un solo animale non è necessario un divisorio all’interno dell’abitacolo (vi consigliamo
in ogni caso di informarvi poiché è
8
possibile che alcune amministrazioni
comunali applichino la 169 in modo
più restrittivo).
In ogni caso, il cane non deve rappresentare in alcun modo pericolo o impedimento per chi è alla guida e deve
sempre stare sul sedile posteriore.
Nel caso di più animali l’installazione
della rete divisoria nella parte posteriore dell’auto è obbligatoria.
Nei mezzi pubblici
Per quanto riguarda i mezzi di trasporto pubblico le regole variano da
Comune a Comune; solitamente, se
l’accesso è consentito, il cane potrà
viaggiare se tenuto al guinzaglio.
È possibile che venga richiesto il pagamento di un biglietto.
Normalmente i cani devono stare nella parte finale dell’autobus (nel primo
o nell’ultimo vagone in caso di metro
o trenini) e pagare il biglietto.
Parliamo di...
Il trasporto in taxi è ovviamente a
discrezione del conducente, ma non
esistono obblighi di soprattassa.
In treno
In treno è consentito trasportare
gratuitamente cani di piccola taglia.
Quelli più grandi devono restare al
guinzaglio e con la museruola (eventualmente, per tenerli sciolti, c’è la
possibilità di prenotare l’intero scompartimento). Di solito anche i passeggeri a quattro zampe pagano un
biglietto, seppur ridotto.
Meglio però informarsi in anticipo: in
alcuni treni con poco spazio (è il caso
del pendolino) è possibile andare incontro a qualche problema.
In nave
I cani di piccola taglia possono liberamente viaggiare in traghetto; per i più
grandi sono riservate zone apposite
dove è comunque necessario il guinzaglio e, a volte, la museruola.
Nel caso dei traghetti Sardinia Ferries
per la Sardegna, ai cani è permesso
viaggiare senza distinzione di taglia
e con biglietto ridotto; altre compa-
gnie, come la Tirrenia, richiedono per
il cane il certificato di buona salute
del veterinario e l’antirabica.
Anche per il viaggio via mare vi consigliamo di informarvi per tempo.
Come per i treni, i cani guida per i
non vedenti viaggiano gratuitamente
in tutte le navi.
Sulle navi da crociera il discorso è diverso: di norma non vengono accettati cani (solo straordinariamente quelli
di taglia molto piccola).
In aereo
Pur avendo ognuna le proprie regole,
generalmente le compagnie aeree accettano negli scompartimenti un numero limitato di cani piccoli (sotto i 10
kg) e all’interno di appositi trasportini.
Gli esemplari di media e grande taglia
viaggiano in apposite gabbie, di cui
dobbiamo munirci, che saranno sistemate nella stiva. Poiché il viaggio in
stiva non è molto gradevole per il vostro amico, cercate di evitarlo se non
strettamente necessario.
Se poi il cane ha problemi respiratori
e di salute in generale o è vecchio sarebbe meglio evitargli questo stress.
A
Prima di partire consultate comunque il medico veterinario che saprà
darvi il consiglio migliore.
Ai cani guida è permesso restare a
bordo con il padrone.
Un’ultima cosa, ma non meno importante: se decidete di andare all’estero, ricordate che ogni nazione ha
delle proprie leggi ed è bene essere
preparati; infatti anche se in molti
paesi europei la legge può sembrare
più tollerante rispetto all’Italia ed i
cani possono entrare in quasi tutti gli
esercizi commerciali, ristoranti compresi, senza che nessuno ci dica nulla,
fate attenzione che se fido sporca per
strada e voi non pulite, rischiate multe molto salate!
Arrivati alla fine la MRDOG vi augura
una buona vacanza con il vostro amico a 4 zampe!
Per qualsiasi domanda o curiosità,
continuate a scrivere a
[email protected]
9
Foto Gallery
10
di Luigi (Roasio)
Attila di Federica e Raffaele (Zimone)
Alex di Lucia e Valentina (Cerrione)
Assa di Sonia e Luciano
Elia di Bruno (Bioglio)
Isotta e Artù di Valentina (Vigliano)
Lady di Rita (Ponderano)
Lilli di Elisa e Samuele (Zimone)
Collabora con noi, inviaci le foto del tuo amico a 4 zampe e non solo!
Rufus di Cristina (Biella)
di Anna (Curino)
Spirit of the night di Lucia (Pettinengo)
Tilly e Keira di Pietro
Laika di Monica e Davide (Tavigliano)
Lapo di Carolina (Occhieppo Inferiore)
Lilly di Luca (Benna)
Tigro e Grisù di Ilenia, Rosanna e Luigino (Lessolo - TO)
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Zoomark non risponde di eventuali errori dei nomi o delle foto pubblicate.
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13
Acquariofilia
Gli acquari dei
nostri lettori
In questo numero di “Zoomark News”
vi presentiamo la realizzazione di un
acquario marino da 300 litri, progettato per il mantenimento di un reef
corallino.
Partiamo dal supporto: è stata utilizzata come portante, una robusta
struttura in alluminio estruso ed anodizzato a sezione quadrata di cm 5x5,
unita per mezzo di giunti angolari in
alluminio pressofuso.
La struttura è poi pannellata da vetri
laccati color verde acqua (modello
TOP della ditta CEAB).
L’acquario della misura di cm 100x50x55
di altezza è invece dell’azienda Vitrea,
realizzato in vetro extrachiaro spessore 10 mm.
La parte tecnica comprende un sistema di illuminazione con plafoniera da
8 lampade, con tecnologia T5 da 39
watt l’una, colonna di tracimazione
per la discesa dell’acqua nella “sump”
posizionata nel mobile, schiumatoio
“Reef Octopus” per acquari da 500 litri, pompa di risalita dell’acqua e riscaldatore.
All’interno dell’acquario sono posizionate due pompe Hydor koralia con
funzionamento a tensione ridotta e
collegate al sistema “WAVEMAKER 2”
di Hydor per la creazione del famoso
effetto marea/onda che spopola ormai tra gli appassionati di acquariologia marina, consapevoli della grande
importanza che ha il giusto movimento dell’acqua in acquario.
L’allestimento al momento prevede solo diversi chilogrammi di rocce
vive, per lo più del genere heliopora,
che costituiscono la base per gli invertebrati che popoleranno l’acquario.
Un grazie affettuoso a Mauro e Marzia per aver realizzato con noi il loro
acquario marino di barriera e invitiamo tutti i lettori che lo desiderano ad
inviarci via mail o personalmente le
foto dei loro acquari, sicuramente ci
sarà spazio a disposizione per pubblicarle sui prossimi numeri di Zoomark
News.
Anche quest’anno zoomark si prepara alle ferie
con diverse promozioni sugli articoli utili nel periodo estivo
con
sconti
fino al
20%
• mangiatoie automatiche e cibo weekend
• timer per le luci
• ventole per il raffreddamento e refrigeratori per l’acquario
14
su:
Acquariofilia
Sistemi di
tracimazione
vetro ed infine se viene riempita con
perlon o altro deve essere mantenuta
sempre pulita per impedire intasamenti pericolosi.
Per sistema di tracimazione s’intende
una connessione tra acquario e sump
(vasca in vetro che funge da filtro),
posizionata nel mobile di sostegno
dell’acquario stesso.
La tracimazione consente la discesa di acqua superficiale (e non solo)
dell’acquario e può essere interna o
esterna ad esso.
Il sistema più utilizzato è una “colonna di tracimazione” realizzata in vetro o in plastica (PVC) scura, interna
acquario; in questo sistema l’acqua
scivola nella colonna dopo aver superato un troppo pieno e viene invogliata nella sump con tubi in gomma
o altro materiale che sono ‘passanti’
nel vetro inferiore della vasca.
Questo implica necessariamente la
foratura dell’acquario e deve quindi
essere progettata e realizzata ad acquario vuoto.
Inoltre la colonna deve essere stagna
al 100% altrimenti si rischia di vuotare l’intero acquario.
Un altro sistema di tracimazione è
‘l’overflow box’; si tratta di una connettore in plastica o altro, abbastanza voluminoso, che permette il collegamento tra acquario e sump senza fare fori.
Viene posizionato dietro o lateralmente all’acquario, agganciato sul
bordo superiore del vetro (sistema a
zainetto) e funziona con l’utilizzo di
una pompa interna all’acquario.
Il grande vantaggio del ‘overflow
box’ è quello di poter collegare qualsiasi acquario, anche se è in funzione, quindi senza svuotarlo o forarlo
consentendo di cambiare il metodo
di filtraggio senza causare particolari
traumi ai pesci.
Lo svantaggio è di tipo estetico, perché l’overflow è difficilmente ma-
Solitamente nasconde anche il tubo
di risalita dell’acqua e può contenere
del materiale di prefiltraggio, come
fibra in perlon o spugna.
La colonna di tracimazione necessita
di alcune attenzioni: in primis deve
avere un pettine o griglia di aspirazione per impedire a pesci o altri animaletti di finire nel filtro, inoltre i fori
sul fondo vasca possono indebolire il
scherabile ed i tubi di discesa dell’acqua e di risalita sono esterni è quindi
un po’ visibili.
Un altro svantaggio è legato al fatto
che entra in funzione solo se è collegato ad una pompa che deve funzionare sempre correttamente e la
valvola di aspirazione che la unisce
all’apparecchio di tracimazione deve
essere mantenuta pulita.
Vi sono poi alcuni sistemi di tracimazione che sono una via di mezzo tra i
due già descritti.
Il sistema della ditta Xaqua (X-IN.
OUT), ad esempio, è interno all’acquario ma i fori di caduta e salita
dell’acqua dalla sump sono nel vetro
posteriore, quindi soggetto a minore
pressione e minor rischio di rottura.
È completo di griglia d’aspirazione,
sistema direzionale dell’acqua e kit di
tubazioni.
La particolare conformazione interna dell’uscita dell’acqua permette
un’erogazione del flusso d’acqua ad
impulso, creando un benefico effetto
onda.
Per garantire una tenuta ermetica è
dotato di calibrate o-ring ed è stampato con una pre-frattura centrale
per poter essere diviso in due parti ed
ottenere così la mandata e la caduta
dell’acqua separate.
Può lavorare con una portata massima della pompa di 2000 litri/ora ed è
particolarmente silenzioso.
Esteticamente è compatto e poco
visibile ma il suo utilizzo deve essere previsto prima dell’allestimento
dell’acquario, data la necessaria foratura del vetro.
15
Risposte ai lettori
Riceviamo dai nostri clienti alcuni interessanti quesiti
a cui cercheremo di rispondere in modo esauriente
Prima di partire, non dimenticare di
portare quel minimo di attrezzatura
indispensabile e i documenti attestanti le vaccinazioni e la buona salute del cane.
* Durante le prossime vacanze estive dovrò viaggiare in auto con il mio
cane; ci sono delle normative particolari da seguire?
Gianfranco, Pralungo
* Sono proprietario di un cane di
taglia media, come dovrei comportarmi per prenotare le mie prossime
vacanze in albergo?
Luciano, Vigliano B.
Quando si sta progettando una vacanza piuttosto lunga, sarebbe opportuno effettuare un sopralluogo di
persona per vedere se la struttura risponde alle proprie esigenze.
Se questo non fosse possibile, occorre mettersi ben d’accordo telefonicamente con l’albergatore.
Consigliamo di essere molto chiari e
spiegare esattamente com’è il proprio cane. Infatti, molti alberghi accettano cani solo a certe condizioni:
ad esempio che siano di taglia piccola, ben educati, costantemente sorvegliati, ecc.
Chiedere anche se l’albergo dispone
di servizi speciali per i cani: infatti alcuni forniscono dog sitter su richiesta, o speciali lettini, o appositi spazi
recintati dove lasciare l’animale.
Talvolta si possono trovare anche camere con piccolo giardino recintato o camere con balcone.
16
L’art.169 del Nuovo Codice della Strada consente di trasportare liberamente in auto un solo cane, purché non
costituisca pericolo o intralcio per
il conducente dell’auto, quindi deve
stare comunque sul sedile posteriore
(a tale scopo sono in commercio delle
imbragature speciali con attacco nella cintura di sicurezza)
È consentito inoltre il trasporto di un
numero superiore di animali se questi
vengono custoditi nel vano posteriore dell’auto appositamente diviso da
una rete o da un altro mezzo analogo,
oppure tenendo gli animali (se di piccola taglia) negli appositi contenitori
da trasporto. È comunque indispensabile, prima di affrontare lunghi spostamenti, cercare di abituare il cane a
viaggiare in auto assieme a noi.
Prima di partire il cane deve essere a
stomaco vuoto; ricordarsi di portare
una ciotola e una abbondante scorta
d’acqua.
Quando si viaggia, assicuriamoci che
il finestrino sia leggermente abbassato in modo da far circolare l’aria ma
non lasciamogli mettere la testa fuori
perché un colpo d’aria potrebbe causargli una fastidiosa otite.
Bisognerà effettuare delle frequenti
soste (almeno una ogni due ore) in
modo che possa sgranchirsi le gambe
e dissetarsi.
Non lasciamolo mai chiuso in auto
durante una giornata di sole; anche se
i finestrini sono abbassati, basta poco
tempo perché la temperatura all’interno raggiunga i 40 gradi all’ombra
e i 60 gradi al sole.
La rubrica del veterinario
Allergia ed intolleranza alimentare:
facciamo chiarezza!
(parte prima)
Dott.ssa Sabrina Dominio, Medico Veterinario - Nutrizionista
Cosa sono?
I sintomi più comuni
L’allergia alimentare consiste in un’esagerata reazione del sistema immunitario nei confronti di alcune particelle
(allergeni) presenti nell’alimento.
A causa di alcuni squilibri del funzionamento del sistema immunitario, può
accadere che l’organismo consideri
queste sostanze, con cui è sempre venuto a contatto, come estranee e pericolose e metta in atto meccanismi in
grado di eliminarle.
L’intolleranza alimentare, a differenza
dell’allergia, non coinvolge il sistema
immunitario, anche se i sintomi clinici
e la terapia sono esattamente gli stessi.
Inoltre, mentre nell’allergia alimentare basta una piccola particella dell’alimento incriminato per scatenare una
violenta reazione, in caso d’intolleranza la gravità dei sintomi è correlata alla
quantità dell’ingrediente responsabile
che viene assunta.
L’intolleranza più diffusa fra i nostri beniamini è quella nei confronti del lattosio, lo zucchero contenuto nel latte.
Gli enzimi che normalmente lo digeriscono, le lattasi, sono poco sviluppati
in quei soggetti che non assumono il
latte abitualmente e, nel momento in
cui tutto questo zucchero arriva nell’intestino, quest’ultimo non riesce ad assimilarlo completamente e si verificano
sintomi quali diarrea, vomito, dolore
addominale e flatulenza.
Un altro esempio di intolleranza alimentare è la diarrea che si verifica dopo
un cambio repentino della dieta.
Questo fenomeno è dovuto al fatto che
il nuovo alimento contiene dei carboidrati sconosciuti, che l’apparato digerente dell’animale non è in grado di
digerire completamente, in quanto gli
enzimi responsabili richiedono alcuni
giorni per adattarsi al nuovo “lavoro”.
Ecco perché si consiglia sempre di somministrare un nuovo alimento gradualmente, mescolandolo in quantità crescenti al cibo abituale!
La manifestazione clinica principale è
una reazione cutanea, che si riscontra
nel 97% degli animali allergici, mentre è
meno frequente l’insorgenza di sintomi
gastroenterici, come la diarrea.
Il segno caratteristico è il prurito, che
in genere si manifesta dopo al massimo
24 ore dall’assunzione dell’alimento responsabile. Tutti gli altri sintomi sono
la conseguenza dell’intenso grattamento e del continuo leccarsi dell’animale,
che può arrivare a ferirsi ed a strapparsi
il pelo nelle zone colpite.
In caso di prurito prolungato, i batteri
arrivano a contaminare le lesioni e si
possono sviluppare infezioni.
La cute sarà quindi irritata, desquamata
e cosparsa di croste e pustole.
In alcuni casi, assieme ai problemi cutanei, è possibile che l’animale sia anche
affetto da otite. Nella forma gastroenterica, si riscontra soprattutto un aumento del numero delle defecazioni giornaliere, diarrea, vomito e, nei casi più
gravi, perdita di peso e debolezza.
Quali sono le cause?
Le particelle alimentari che più spesso scatenano reazioni avverse sono le
proteine di grosse dimensioni come, ad
esempio, quelle di carne (soprattutto
manzo), soia e dei prodotti lattiero caseari, anche se potenzialmente qualsiasi proteina è in grado di scatenare una
risposta esagerata.
Allergene
% gatti allergici
Manzo
20%
Latticini
14,6%
Agnello
6,7%
Pollo
4,5%
Frumento
4,5%
Additivi
2,2%
Coniglio
1%
Uova
Allergene
% cani allergici
Manzo
36%
Latticini
28%
Frumento
15%
Uova
10%
Pollo
9,6%
Agnello
6,6%
Soia
6%
Maiale
4%
Coniglio
1%
Pesce
1%
Principali allergeni nel cane
Questi allergeni, da soli, non sono in
grado di scatenare l’allergia alimentare
e servono altri fattori concomitanti.
Ad esempio, se lo stato di salute dell’intestino non è ottimale (gastroenterite,
parassiti intestinali…), la digestione
delle proteine non avviene in modo corretto ed esse, invece di essere scisse in
particelle più piccole, gli aminoacidi,
sono assorbite tali e quali e passano direttamente nel sangue.
A questo livello vengono a contatto con
le cellule del sistema immunitario, che
non le riconoscono e rispondono scatenando una reazione allergica.
Anche un cucciolo svezzato troppo precocemente può essere maggiormente
predisposto a questa patologia, in quanto il suo intestino non è ancora in grado
di fungere da barriera e lascia passare
nel circolo sanguigno anche proteine di
grosse dimensioni.
Nella prossima puntata vedremo
come smascherare queste patologie
sempre più diffuse e, soprattutto,
come curarle… a presto!
1%
Principali allergeni nel gatto
17
Alla scoperta di...
Cioccolato... dolcissimo veleno!
Dott.ssa Roberta Piccolo, Medico Veterinario
Molte persone pensano che il cioccolato sia un piacere estremo a cui non
poter rinunciare, ma tale innocente
piacere può essere altamente nocivo
per i nostri animali.
L’eccessiva ed involontaria assunzione di tale leccornia da parte del cane,
rappresenta una delle forme d’avvelenamento più frequenti, soprattutto
nei periodi di vacanza, in cui l’assunzione media di dolciumi aumenta.
I cani che vivono in appartamento
sono i più esposti a tale pericolo: oltre
ad essere particolarmente appetibile,
spesso il cioccolato è dimenticato in
luoghi facilmente accessibili o utilizzato come premio. Essendo i nostri
cani considerati membri della famiglia, pare del tutto naturale condividere con loro qualche leccornia: questa, però, è una di quelle gioie da non
condividere!
Perché un alimento così buono, considerato quasi un antidepressivo na-
18
turale per noi umani, è, invece, così
pericoloso per i nostri amici a quattro
zampe?
Il perché risiede nella sua composizione: il cioccolato deriva dai semi
della pianta del cacao (Theobroma
Cacao L.) e contiene sostanze particolari, le cosiddette metilxantine, quali
la teobromina e la caffeina, altamente nocive per i nostri animali.
La teobromina, in particolare, è un
potente stimolante naturale che agisce sia a livello del sistema nervoso
centrale, causando tremori muscolari
e convulsioni, sia a livello del sistema
cardiovascolare, svolgendo un’azione
cardiocinetica. I primi sintomi a comparire, dopo circa 2 – 4 ore dall’ingestione, sono il vomito e la diarrea, seguiti da iperattività ed aumento della
minzione. Successivamente possono
comparire ipertermia, tremori muscolari, convulsioni, coma e persino
la morte del soggetto.
È bene sottolineare che l’entità del
quadro tossicologico è direttamente
proporzionale alla dose ingerita e che
più il cioccolato è dolce e minore è la
quantità di metilxantine presente in
esso, per cui risulterà maggiormente
pericoloso il cioccolato fondente rispetto a quello bianco.
Sono da tenere in considerazione,
inoltre, altri due fattori, quali la sensibilità individuale del soggetto e la
mole somatica.
Sono, infatti, più a rischio i cuccioli
ed i cani di piccola taglia, per i quali
la quantità di cioccolato che possono
trovare a disposizione in casa in relazione al loro peso corporeo è nettamente più elevata rispetto ad un cane
di grossa taglia. È stata stimata come
dose minima letale 100 – 200 mg di
teobromina su kg di peso corporeo
dell’animale: sapendo che in un chilo
di cioccolato fondente si trovano circa 16 grammi di tale sostanza ed in
quello al latte circa 2 grammi, bastano solamente 6 grammi di fondente
per chilo di peso corporeo dell’animale per rappresentare un dosaggio
potenzialmente letale.
Per avere un’idea ancora più concreta
della pericolosità di tale alimento, al
di là della dose letale, è importante
Alla scoperta di...
ricordare come nell’animale insorgano disturbi seri già a dosi nettamente
inferiori: in un cane di piccola taglia
intorno ai 10 kg, per esempio, sono
sufficienti 20 – 30 grammi di cioccolato fondente per scatenare i primi
segni clinici.
Pertanto, se si dovesse sospettare
un’ingestione eccessiva di tale alimento da parte di un animale, sarebbe opportuno rivolgersi, il più velocemente possibile, al veterinario: ogni
minuto che passa potrebbe essere
fatale.
Non esiste, infatti, un antidoto per
questo tipo di avvelenamento: la terapia medica è volta a sostenere le funzioni vitali dell’animale e a prevenire
l’ulteriore assorbimento del cioccolato, sollecitandone l’eliminazione e a
trattarne i sintomi.
Sarà utile, quindi, reidratare l’animale con dei fluidi al fine di evitare la
disidratazione indotta da vomito e
diarrea e favorire l’eliminazione della
sostanza tossica tramite l’emuntorio
renale.
È altrettanto importante indurre il vomito per liberare lo stomaco di circa
il 70% del suo contenuto, e somministrare carbone attivo, in modo tale
da limitare un ulteriore assorbimento
intestinale della teobromina.
Nel caso in cui siano già comparsi
sintomi nervosi o cardiaci, è bene
utilizzare anche anticonvulsivanti ed
antiaritmici.
Tendenzialmente, tutti gli animali
che ricevono un trattamento adeguato nell’arco delle prime 4 – 6 ore
dall’ingestione del cioccolato presen-
tano un recupero completo di tutte le
loro funzioni vitali, mentre nei casi in
cui sono già presenti segni neurologici la prognosi resta riservata.
Il miglior trattamento resta, comunque, quello di evitare l’ingestione accidentale.
Tenete lontani i vostri cani
dalle tentazioni.
Mai lasciare del cioccolato incustodito in luoghi facilmente accessibili.
Mai dare cioccolatini come premio.
Mai dare per scontato che l’animale stia bene se è riuscito a vomitare
dopo l’ingestione del cioccolato.
La tossicosi da cioccolato è un vero è
proprio killer, ma è un killer che si
può tranquillamente evitare!
19
Un amico chiamato cavallo
Endurance
di
Luisa Colombino
L’endurance affonda le sue radici negli
Stati Uniti d’America ai tempi del Far
West. Il suo “sbarco” in Europa e in
Italia risale ad una trentina di anni fa,
quando cominciò l’opera di quelli che
ancora oggi vengono considerati dei
benemeriti pionieri di questo sport.
Il grande impulso che questa disciplina ha conosciuto negli ultimi anni
si deve però alla benefica “irruzione”
a livello mondiale dello Sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum che,
attraverso la struttura Dubai Equestrian Club, ha creato le condizioni
affinché si cominciasse a gareggiare
ad altissimo livello. E come sempre,
per effetto della benefica ricaduta,
l’endurance equestre ha conosciuto
momenti di assoluto decollo.
Sulla scia di questo invidiabile “ciclone”, l’endurance sta conoscendo una
diffusione capillare su scala mondiale. I numeri non sono più quelli che,
qualche anno fa, ispiravano la definizione di “sport per pochi”.
La dimostrazione sta nel grande incremento che ha fatto registrare l’endurance equestre in Italia.
In seno alla Fise, la Federazione Italiana Sport Equestri, è la disciplina che
ha generato il maggior incremento di
iscritti, nell’ordine del 25 per cento da
un anno all’altro.
“...salvaguardando,
sempre e comunque,
l’integrità del cavallo...”
Esistono inoltre delle vere e proprie
gare di endurance: si tratta di manifestazioni sportive che mettono in luce
le doti di cavaliere e cavallo nell’effettuare percorsi di varie lunghezze
su terreni di diversa natura, in tempi
determinati, per la fase di regolarità
e nel minor tempo possibile
nelle gare a tempo, salvaguar-
20
dando, sempre e comunque, l’integrità del cavallo, impiegando le andature
adatte al terreno e la velocità conformi all’allenamento e alla condizione
fisica del cavallo stesso.
Le gare di endurance si svolgono su
itinerari tracciati, individuati prevalentemente su strade di campagna.
La distanza può andare dai 30-40 chi-
lometri di quelle più semplici e accessibili, ai 120 o 160 chilometri delle manifestazioni nazionali e internazionali
che assegnano titoli assoluti.
Poiché vince chi taglia il traguardo
per primo, nel minor tempo possibile, sono velocità e resistenza le doti
che vengono richieste ai cavalli che vi
partecipano.
Il concetto di competizione non viene però estremizzato perché l’unica legge riconosciuta in una gara di
endurance è quella della tutela totale dell’animale. Prima del via viene
effettuata una visita preliminare per
verificare l’idoneità del cavallo; ogni
Un amico chiamato cavallo
30-35 chilometri vengono allestiti i
cosiddetti “cancelli veterinari”, che
altro non sono se non degli stop obbligatori nel corso dei quali i membri
della commissione veterinaria visitano i cavalli per stabilire quali sono in
grado di riprendere la corsa.
Zoppie e problemi metabolici causano l’eliminazione del cavallo, mentre per evitare che il cavaliere chieda
troppo al proprio cavallo esistono dei
limiti in merito al battito cardiaco, a
seconda della categoria in cui si corre, così come esistono dei limiti di
tempo massimo in cui si deve entrare
in visita per non essere eliminati.
Il controllo veterinario avviene anche dopo l’arrivo finale, quando tutti i soggetti vengono nuovamente
esaminati: sono omologati soltanto
i risultati dei cavalli che rientrano in
parametri fisiologici e sanitari prestabiliti, come per esempio la frequenza
cardiaca che non deve superare i 56 o
64 battiti al minuto.
Inoltre, superata la visita, il binomio
deve sostare obbligatoriamente per
un determinato tempo prima di ripartire per il nuovo anello.
Tagliare per primi il traguardo, insomma, non significa necessariamente
aver vinto. Concludere la gara ai primi posti è naturalmente importante,
ma ciò che conta sono le condizioni
del cavallo. È questo il vero obiettivo,
tant’è che il riconoscimento più ambito è il premio “Best Condition”, un
titolo che viene assegnato al soggetto
che si presenta nelle condizioni fisiche migliori.
Un esempio di queste manifestazioni
è il percorso della Franciacorta Cup:
si tratta di un tracciato che è un ottimo mix di argini dei vigneti (in erba) e
strade sterrate collinari e ridotti tratti
di asfalto, talvolta inseriti volutamente per consentire di effettuare le assistenze in comodità.
Per esempio in questo tipo di tracciato una difficoltà è data non tanto dal
dislivello, che è abbastanza contenuto (150 metri, picco a quota 331 metri), ma dal falso piano che caratterizza l’intero percorso: questo costituirà
l’insidia maggiore, soprattutto dove il
concorrente faticherà a notare le leggere salite e discese che invece saranno sentite dal cavallo.
Se avete curiosità o domande
potete scrivere a
[email protected]
21
Le novità del mercato
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22
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