Allegato B - Relazione istruttoria osservazioni RAS Paesaggio.
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Allegato B - Relazione istruttoria osservazioni RAS Paesaggio.
Allegato B Servizio Pianificazione Strategica e Territoriale - Politiche Comunitarie PIANO PARTICOLAREGGIATO DEL CENTRO STORICO Cagliari, 15/04/2016 OGGETTO: Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cagliari, adottato con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 52 del 07.10.2015 – Controdeduzioni alle Osservazioni del Servizio tutela paesaggistica per le province di Cagliari e di Carbonia – Iglesias ai sensi dell’art. 9 della L.R. 28/98. PREMESSA Ai sensi dell’art.9 della L.R. 28/1998, il piano è stato inviato al Servizio tutela paesaggistica della R.A.S., per i rilievi di competenza. In data 25/02/2016, il Servizio suddetto ha trasmesso, con prot. N.42295, una nota nella quale si chiede, per consentire di procedere all'approvazione del Piano Particolareggiato, ai sensi dell'art. 9 della LR. 28/98, di voler provvedere alle necessarie modifiche e integrazioni, per risolvere le criticità rappresentate nei punti oggetto di osservazione di seguito indicati, per ciascuno dei quali sono evidenziate le relative controdeduzioni: 1. Profilo analitico e di ricognizione: a) Occorre che il Piano descriva in modo esaustivo i rapporti tra l’abitato e il contesto territoriale (area vasta e zone umide) e gli scenari progettuali riferiti ai margini con l’edificato storico. Potrà essere utile integrare il lavoro svolto sull’analisi dell’evoluzione dei luoghi con una raccolta fotografica che prenda in considerazione le visuali di interesse pubblico. Potranno essere allegati eventuali studi specifici, già eseguiti e/o da eseguire, atti ad identificare i caratteri morfologici e costruttivi che connotano la trama viaria, nonché la ricognizione dei materiali locali ricorrenti, i manufatti e gli arredi tipici che costituiscono testimonianza storica e culturale della città. CONTRODEDUZIONI: Il Piano evidenzia i rapporti tra l’abitato e il contesto territoriale (area vasta e zone umide) sia nella relazione illustrativa (Et 001) nel capitolo 2 – QUADRO CONOSCITIVO che analizza, in particolare, l’evoluzione storica e la struttura fisica dell’insediamento. Sono, inoltre, stati redatti due elaborati grafici che inquadrano i centri storici di Cagliari e Pirri nell’Area Vasta: 1 Eg 001 - I centri storici di Cagliari e di Pirri nell’Area Vasta – Il rapporto tra storia e geografia: i sistemi delle acque, dei rilievi e dell’insediamento Eg 002 - I centri storici di Cagliari e di Pirri nell’Area Vasta – Il Parco Urbano storico nella rete ecologica dei centri urbani Per quanto riguarda gli scenari progettuali riferiti ai margini con l’edificato storico è stata redatto un ulteriore elaborato testuale e grafico Etg 000 – I margini della città storica che analizza le relazioni esistenti con la città moderna, individuando le differenze tra i diversi versanti, le criticità derivanti da un edificato in alcuni settori incoerente sotto l’aspetto dimensionale e morfologico, i valori paesaggistici esistenti riscontrati anche attraverso una raccolta fotografica che prende in considerazione le visuali di interesse pubblico. Per quanto riguarda l’identificazione dei caratteri morfologici e costruttivi che connotano la trama viaria, nonché la ricognizione dei materiali locali ricorrenti, i manufatti e gli arredi tipici che costituiscono testimonianza storica e culturale della città è stato elaborato un abaco specifico Etg 020.B - Linee guida per l’organizzazione dello spazio pubblico storico. Abaco dei caratteri morfologici e dei materiali che li rappresenta. b) La cinta muraria coi suoi baluardi costituisce un insieme organico, che ha subito un’evoluzione storica e strutturale in cui è leggibile la successione delle più avanzate tecniche di difesa militare del periodo che va dal XIII al XIX secolo. Si tratta di un manufatto di valenza storico culturale, normato dall’art. 48, comma 1, lett. a6 “architetture militari storiche sino alla II guerra mondiale” e soggetto alle prescrizioni dell’art. 52 delle NTA del PPR. Come tale deve essere considerato, costituendo nel suo insieme un unicum di eccezionale forza culturale e paesaggistica. È opportuno quindi definire la classificazione e le appropriate norme di salvaguardia. Si rimarca l’esigenza di escludere ogni possibile intervento che possa mettere in pericolo la stabilità, la struttura e la riconoscibilità dei beni di alta rilevanza storica e paesaggistica (quale, ad esempio, quelli sopracitati), trattandosi anche di aree a rischio archeologico alto e medio alto, (cfr relazioni sul rischio archeologico, nov. 2012 – Appalto integrato Sistema parcheggi - Comune di Caglia e la “Relazione tecnica del 2007 sui restauri delle Mura e Bastioni per il Sistema coordinato di parcheggi, Via Santa Margherita e Via Cammino Nuovo - I stralcio” (da Archivio Monumenti della SBAPSAE di Cagliari): qui compaiono gli esiti delle indagini in situ per i monitoraggi dei crolli avvenuti, lungo la via Santa Margherita, in seguito alle sollecitazioni del parcheggio sovrastante e si consigliano indagini col georadar multifrequenza per evidenziare le disomogeneità del terreno). CONTRODEDUZIONI: Il Piano adottato prende in considerazione le Mura nei progetti strategici dello spazio pubblici di seguito elencati: Etg 014 - Il Parco urbano storico - Progetto strategico per il verde storico Etg 015 - Cagliari “città della cultura” - Progetto strategico Il Museo città Etg 017 - I “Progetti Guida” ed, inoltre, nelle NTA al Capo V del Titolo II, avente ad oggetto “Disposizioni per la tutela di particolari tipologie di beni aventi rilevanza paesaggistica, storico culturale ed ambientale”, all’art. 53 sono indicate “Norme particolari per la “Cinta muraria” e le aree in prossimità”. In accoglimento di quanto richiesto è stato redatto un nuovo elaborato Etg 014.B – Il sistema della città murata – Materia, valori, strategie che descrive in modo più approfondito l’evoluzione storica e strutturale della cinta muraria, ne analizza in modo più esaustivo le differenti parti e prevede una disciplina di salvaguardia conforme con gli articoli 48 e 52 delle NTA del PPR. Tali disposizioni sono state introdotte nell’art. 53 che pertanto risulta modificato come di seguito indicato (in grassetto sottolineato le parti integrate e in doppio barrato le parti cassate): Art. 53 - Norme particolari per la “Cinta muraria” e le aree in prossimità 1. Il piano riconosce una particolare valenza storico, culturale, architettonica, archeologica e etnoculturale alla “cinta muraria” ed alle aree contermini ricomprese all’interno dei comparti come individuati nell’elaborato Etg 014.B – Il sistema della città murata – Materia, valori, strategie. in prossimità, ricomprese all’interno della fascia delimitata sul versante orientale dal Viale Regina Elena, sul versante meridionale dalla via Manno e sul versante occidentale dalle Via Santa Margherita, Via San Giorgio, Via Ospedale e via Porcell. Tutti gli interventi previsti all’interno dei suddetti comparti devono rispettare le prescrizioni e gli indirizzi specificati nell’elaborato sopra indicato, corrispondenti ai diversi livelli di tutela, ai valori culturali ed alle componenti di paesaggio individuate. Sono stabiliti gli interventi ammissibili per la salvaguardia delle permanenze materiche e per il recupero dell’identità funzionale e della percorribilità storica, le prescrizioni per la tutela indiretta del patrimonio attraverso la conservazione della riconoscibilità e la salvaguardia delle visuali, le attività di contenimento degli effetti derivanti da aggressione ambientale e antropica, gli interventi da evitare o da eseguire con estrema cautela, qualora ne sia dimostrata la necessità. 2 2. Gli interventi sugli edifici esistenti dovranno porre particolare attenzione al restauro e recupero degli elementi significativi dell’architettura. Si dovranno, inoltre, rispettare le seguenti prescrizioni: INTERVENTI SUI TETTI - È obbligatorio conservare la conformazione e la posizione delle falde dei tetti originari. - Viene consentita la sola realizzazione di nuovi lucernari. - I camini non dovranno essere prefabbricati, bensì adeguarsi per forma, tipologia e materiali alle tipologie tradizionali della zona; - Sono vietate, sopra le falde dei tetti, le installazioni di sistemi di condizionamento, l’installazione di tubature a vista, l’installazione di stazioni radio base per la telefonia, la fine corsa degli ascensori e tutti i volumi tecnici che alterino la configurazione della falda del tetto. FACCIATE PROSPICIENTI SPAZI PUBBLICI - E’ fatto divieto assoluto di collocare a vista in facciata tubazioni di distribuzione idrica, di smaltimento rifiuti, di aerazione e dispersione dei fumi. Non è consentito inoltre collocare a vista in facciata cavi relativi a reti elettriche, telefoniche, cavi delle antenne e delle reti televisive; - I discendenti del sistema di smaltimento delle acque piovane possono essere a vista dal 1° piano alla grondaia; e devono essere inseriti nelle murature al piano terra e localizzati in maniera coerente alla configurazione architettonica dell'edificio. - Grondaie e discendenti del sistema di smaltimento delle acque piovane devono essere in rame. - L’installazione di impianti fissi è consentita esclusivamente sulle facciate interne non prospettanti sulle strade o spazi pubblici e non visibili dai punti più alti delle Mura. Laddove questo risulti impossibile, l’apparecchiatura deve essere opportunamente occultata. c) In relazione alla prevista ristrutturazione urbanistica per le grandi aree, quali la Piazza Tristani e Via San Giovanni, si dovranno meglio esplicitare i fattori che hanno portato alla proposta dei volumi edificabili. Potrà essere utile un confronto analitico dell’area con le preesistenze e una verifica dei catastali storici; CONTRODEDUZIONI: Le suddette aree sono tra quelle per le quali, a seguito dell’ordine del giorno approvato dal Consiglio Comunale sui vuoti urbani lo stesso giorno dell’adozione del PPCS, è stata effettuata una analisi più approfondita finalizzata a verificare la suscettività delle stesse ad essere utilizzate per finalità pubbliche. La verifica sui catastali storici era già possibile effettuarla attraverso le schede di analisi contenute nell’Atlante della Conoscenza di Villanova (Etg 004) mentre è stato approfondito il confronto analitico dell’area con le preesistenze. La particolare rilevanza dei due siti, per l’estensione e la loro posizione, è tale da imporre una valutazione relativamente al loro possibile utilizzo per finalità pubbliche, anche attraverso l’acquisizione dell’area ed il trasferimento degli eventuali diritti edificatori all’esterno del centro storico in altre aree di disponibilità privata o pubblica, entro i limiti massimi consentiti dalla normativa regionale. Le risultanze degli approfondimenti eseguiti sono contenute nelle schede progetto delle due aree. d) In relazione all’area di Via Fara (Tavola Eg 021_aree a parcheggio AS4), è utile valutare in che modo il Piano Particolareggiato recepisce i contenuti di precedenti piani attuativi che prevedono la ricostruzione delle residenze originarie. Tale considerazione al fine di specificare il livello di interferenza e di nuove relazioni con il quartiere storico che il piano potrebbe determinare con l’eventuale insediamento urbano dello spazio libero, piuttosto che la previsione di una fruizione pubblica dell’area (cfr.52 comma 8-9). CONTRODEDUZIONI: L’art. 21 delle NTA relativo alle “Aree interessate da piani attuativi già approvati” precisa quanto segue: Vuoto urbano nell'isolato compreso tra via Santa Margherita e via Fara nel quartiere di Stampace Alto: è attualmente disciplinato dal vigente Piano di Recupero di cui è stata verificata la coerenza e compatibilità con il PPR vigente con Determinazione del Direttore generale dell'Assessorato Enti Locali Finanze e Urbanistica della RAS 1213/DG del 12/09/2011. In considerazione della rilevante valenza strategica di questo vuoto urbano, al fine di verificare la possibilità di realizzazioni alternative di maggior interesse pubblico e di elevata qualità architettonica e paesaggistica, è prevista la convocazione di un tavolo istituzionale tra Comune e MIBACT. In relazione agli esiti del suddetto tavolo potrebbe successivamente essere bandito un concorso internazionale di progettazione il cui progetto vincitore verrebbe realizzato dai privati facendo ricorso alle procedure previste per i programmi integrati ai sensi della L.R. 16/94. L’area è attualmente interessata da un vincolo ministeriale ai sensi della parte II del D. Lgs. 42/2004 che prevede la ricostruzione degli edifici preesistenti; l’analisi condotta tuttavia ha consentito di riconoscere che la suddetta area ha una rilevante importanza strategica proprio per le nuove relazioni che possono crearsi con il quartiere storico. Al riguardo si è ritenuto opportuno pertanto prefigurare una possibile alternativa al Piano vigente, tenuto conto ad oggi della sua mancata attuazione. 3 Per la suddetta area è stata, inoltre, presentata un osservazione da parte di uno dei soggetti proprietari che ha evidenziato che l'attuale formulazione dell'art. 21, comma 2, delle NTA esclude ogni forma di partecipazione dei proprietari degli immobili ricadenti nella Sottozona AP*, sia per quanto concerne la partecipazione al "tavolo istituzionale tra Comune e MIBACT", sia nell'ambito della successiva ed eventuale fase di predisposizione del bando ed espletamento del "concorso internazionale di progettazione" finalizzato all'individuazione del progetto da realizzare. Considerato che la condivisione degli obiettivi tra privati e amministrazione è certamente utile per la successiva concreta realizzazione dell'intervento è stato proposto di modificare ed integrare il comma 2 dell’art. 21 delle NTA nel seguente modo (in grassetto le parti integrate ed in doppio barrato le parti cassate): Le sottozone AP*interessate da Piani attuativi già approvati, non ancora attuati, per i quali sono previste disposizioni integrative e/o sostitutive sono i seguenti; (...] - Vuoto urbano nell'isolato compreso tra via Santa Margherita e via Fara nel quartiere di Stampace Alto: è attualmente disciplinato dal vigente Piano di Recupero di cui è stata verificata la coerenza e compatibilità con il PPR vigente con Determinazione del Direttore generale dell'Assessorato Enti Locali Finanze e Urbanistica della RAS 1213/DG del 12/09/2011. In considerazione della rilevante valenza strategica di questo vuoto urbano, al fine di verificare la possibilità di realizzazioni alternative di maggior interesse pubblico e di elevata qualità architettonica e paesaggistica, è prevista la convocazione di un tavolo istituzionale tra Comune e MIBACT. In relazione agli esiti del suddetto tavolo, previa condivisione degli obiettivi con i privati proprietari, potrebbe successivamente essere bandito la soluzione progettuale da realizzare deve aversi attraverso un concorso internazionale di progettazione il cui progetto vincitore verrebbe realizzato dai privati facendo ricorso alle procedure previste per i programmi integrati ai sensi della L.R. 16/9. e) “Cagliari sotterranea” - Potrà essere utile una mappatura dei percorsi sotterranei in prospettiva di una possibile individuazione di varchi di accesso, opportunamente disciplinati e progettati quali precisi presidi culturali della storia della città (visite guidate, cartellonistica informativa, sistemi di gestione in rete etc.), percorsi che richiederebbero, al pari di quelli in superficie, una attenta valorizzazione attraverso specifici progetti di gestione o linee guida di riferimento. CONTRODEDUZIONI: Le cavità sotterranee sono state censite nell’elaborato Etg 022 – Elenco delle cavità sotterranee e rappresentate nella tavola di analisi Eg 017 – Carta delle cavità sotterranee. Nelle NTA al Capo V del Titolo II, avente ad oggetto “Disposizioni per la tutela di particolari tipologie di beni aventi rilevanza paesaggistica, storico culturale ed ambientale”, l’art. 52 relativo a “Le “Cavità sotterranee”” indica che “Il PPCS individua le cavità presenti nel sottosuolo, oggetto in precedenza di specifico censimento. Queste cavità sono in parte naturali, derivanti dalla particolare litologia del Centro Storico di Cagliari, ed in parte artificiali derivanti da opere infrastrutturali realizzate nel corso dei secoli. Tra queste cavità ve ne sono diverse che hanno un notevole interesse archeologico, storico-culturale e geologico che meritano di essere messe in sicurezza, valorizzate e rese fruibili creando un “Percorso delle cavità sotterranee”. La tavola Eg/cg 009 – Carta geomorfologica (centro storico Cagliari) riporta l’indicazione dei varchi di accesso alle cavità che potrebbero essere valorizzate, in alcuni casi, attraverso specifici progetti finalizzati a garantire la loro accessibilità e visitabilità in sicurezza. 2. Abachi. a) Lo studio del verde (Tavola Etg 014_Progetto strategico Verde pubblico – Mura), dovrà essere integrato con le linee guida di riferimento progettuale. Si dovrà inoltre prendere in considerazione l’elaborazione di un Abaco per l’arredo urbano, ancora assente, e la redazione di linee di indirizzo che dovranno fornire, per ogni quartiere, indicazioni con riferimento agli elementi tipologici (chioschi, pedane, etc.), con rimando a eventuali regolamenti attuativi, definendo specifici Abachi dei materiali che tengano conto delle sole soluzioni congrue ovvero delle norme transitorie di salvaguardia da inserire nelle NTA. Gli attuali “Repertori” prodotti (Elaborato Etg 020) mostrano infatti soluzioni che prevedono l’impiego di materiali non coerenti (es. pag. 39: zoccolatura realizzata in cls spruzzato; zoccolature in lastre di pietra applicate/rivestimento; pagg. 45-46: balconi con mensole in legno ma soletta/sbalzo in cls armato) senza, peraltro, precisare i soli materiali e le soluzioni congrue da impiegare (nessun riferimento infatti viene fatto in relazione a soluzioni incongrue e alla necessità di una loro rimozione per quegli edifici in cui tali opere non erano presenti, e/o al tipo di pietra/materiale eventualmente da impiegare; i 4 materiali di finitura richiamati appaiono molto generici – es. intonaco lisciato, etc. ). Si rimanda altresì a soluzioni tradizionali, dando per scontato quali esse siano, e si lascia anche la possibilità di ricorrere a scelte alternative non sufficientemente descritte. CONTRODEDUZIONI: Lo studio del verde (Tavola Etg 014_Progetto strategico Verde pubblico – Mura da identificarsi, anche a seguito di una modifica, come Tavola Etg 014.A – Il Parco urbano storico - Progetto strategico per il verde storico), è stato integrato con le linee guida di riferimento progettuali. Per quanto riguarda l’arredo urbano è stato elaborato uno specifico Abaco (Etg 020.B - Linee guida per l’organizzazione dello spazio pubblico storico. Abaco dei caratteri morfologici e dei materiali) corredato di linee di indirizzo che forniscono indicazioni con riferimento agli elementi tipologici, mentre si rimanda ai regolamenti attuativi per quanto riguarda la definizione puntuale delle specifiche progettuali. La scelta di pianificazione effettuata, in conformità a quanto indicato nel parere preliminare, prot. n. 42295 del 19/07/2011, espresso dal Servizio Tutela Paesaggistica della Regione Sardegna sulla precedente stesura adottata del PPCS di cui alla deliberazione di C.C. n. 10 del 09/02/2011 (Arredo Urbano - Linee Guida - Allegato C delle N.T.A.) è stata quella di disciplinare con il PPCS le prescrizioni di carattere generale e di lasciare ad uno specifico Regolamento o piano settoriale la disciplina puntuale dei diversi interventi. Nel rispetto di questa impostazione è stato infatti predisposto il Regolamento stralcio che disciplina l’arredo degli spazi per il ristoro all’aperto nella centrale Piazza Yenne e nel Largo Carlo Felice, recentemente approvato dal C.C. con deliberazione n. 1/2016. Tale Regolamento rappresenta un primo stralcio sperimentale di disciplina puntuale degli spazi pubblici da attrezzare per il ristoro all’aperto, al quale dovrà seguire l’approvazione del Regolamento per l’intero Centro Storico. A seguito di un esame della disciplina attualmente prevista nel PPCS adottato con la deliberazione di C.C. n. 52 del 07/10/2015, nel rispetto dell’impostazione suddetta assunta a base della redazione della norma, si è provveduto alla redazione del nuovo Abaco (Etg 020.B - Linee guida per l’organizzazione dello spazio pubblico storico. Abaco dei caratteri morfologici e dei materiali), al quale far riferimento per la stesura del Regolamento dell’intero Centro Storico. Per quanto riguarda i “Repertori” prodotti (Elaborato Etg 020 diventato Etg 020.A), questi sono stati integralmente rielaborati nella parte relativa al punto 3. inerente i “Caratteri costruttivi” del Centro storico secondo la struttura di seguito indicata: 3. I caratteri costruttivi del Centro Storico 3.1 - Generalità Per ciascuno dei temi individuati in basso viene data una descrizione generale che illustri le principali caratteristiche, ma anche le differenze dovute all'appartenenza a tipi edilizi differenti oppure a quartieri diversi o ancora a epoche differenti. 1. Murature (Intonaci / tinteggiature; Basamenti; fondazioni, soluzioni di gronda) 2. Aperture (Portoni/portali, porte, finestre/portefinestre, infissi) 3. Apparato decorativo (balconi, Cornici / fregi / elementi di decoro, Coronamenti) 4. Androni / vani scale comuni; 5. Coperture; 6. Solai piani intermedi / Volte / attacco a terra (fondazioni, vespai). 3.2 - Repertorio dei casi più diffusi Per ciascuno dei temi individuati viene presentato un abaco con gli esemplari più diffusi, illustrato attraverso una foto, una breve descrizione, la localizzazione, la diffusione nei quattro quartieri. 1. Murature (Intonaci / tinteggiature; Basamenti; fondazioni, soluzioni di gronda) 2. Aperture (Portoni/portali, porte, finestre/portefinestre, infissi) 7. ... 3.3 - Schede di degrado intervento/buone pratiche Per ciascuno dei temi individuati vengono presentate schede tipo degli interventi compatibili - classe di intervento I e/o esempi di buone pratiche riscontrate a seguito delle ricognizioni effettuate. 3.4 - Cattive pratiche / interventi vietati Per ciascuno dei temi individuati vengono presentate delle indicazioni sugli interventi non consentiti o consentiti solamente in alcune soluzioni particolari, corredati da esempi fotografici. La necessità di avere i riferimenti al suddetto Abaco facilmente identificabili ha determinato le seguenti modifiche non sostanziali alle NTA (in grassetto sottolineato le parti integrate e in doppio barrato le parti cassate): 5 Art. 5 - Aggiornamenti e varianti 1. L’attuazione del PPCS deve essere monitorata anche al fine di individuare eventuali misure correttive da apportare allo stesso. I dati inseriti nel documento informatico di cui al comma 1 dell’articolo 4 sono oggetto di periodico aggiornamento al fine di avere un costante controllo delle dinamiche di evoluzione e trasformazione del centro storico dal punto di vista urbanistico ed architettonico. 2. Eventuali modifiche al PPCS costituiscono variante e seguono l’iter di approvazione previsto dalla normativa regionale per gli strumenti urbanistici attuativi [Art. 21 LR 45/1989]. 3. In considerazione della loro natura e rilevanza, le fattispecie di seguito elencate non costituiscono variante al PPCS: a) correzione di errori materiali; b) correzioni riguardanti l’effettiva situazione fisica e morfologica dei luoghi derivanti da rilevazioni cartografiche o catastali aggiornate, da rilievi fotografici e strumentali; c) correzione di contrasti fra norme scritte e cartografia per i quali sia evidente ed univoca la rettifica; d) modifiche ed integrazioni riguardanti le presenti NTA necessarie per adeguamenti a disposizioni normative sovraordinate sopravvenute; e) modifiche ed integrazioni riguardanti l'elaborato Etg 020 "Abaco delle tipologie e dei caratteri costruttivi" per una migliore definizione dei caratteri dell'edilizia storica e per l'implementazione delle schede di intervento e degli esempi di cattive pratiche; f) aggiornamenti di cui al comma 1 del presente articolo. Le correzioni di cui alle lettere a), b), c) e d) del presente comma sono approvate mediante semplice deliberazione del Consiglio comunale mentre gli aggiornamenti di cui alla alle lettera lettere e) ed f) sono approvate mediante determinazione del Dirigente del Servizio competente in Pianificazione Territoriale. …………………………………………………………………………………………………………………………………... ................................................................................................................................................................................... Art. 15 - Elementi costitutivi degli edifici 1. Ai fini dell'applicazione delle presenti norme gli edifici, dal punto di vista morfologico, sono considerati costituiti dai seguenti elementi principali: a) involucro esterno; b) sistema interno; c) spazi esterni. 2. I suddetti elementi principali sono costituiti dalle seguenti parti: a) involucro esterno Si compone di: a.1) fronti principali: le facciate prospettanti gli spazi pubblici o aperti all’uso pubblico. a.2) fronti secondari: le facciate non prospettanti gli spazi pubblici. Entrambi i fronti degli edifici si compongono: - del basamento: parte della facciata che interessa il piano terra - della parte della facciata sopra il basamento - del tetto b) sistema interno dei corpi di fabbrica Si compone di: b.1) sistema distributivo verticale. Comprende: - l'atrio o l'androne - il corpo scala b.2) sistema distributivo orizzontale, con un determinato numero di unità immobiliari. c) spazi esterni Comprende: c.1) i giardini c.2) le corti, le chiostrine ed i cortili 3. Ai fini della definizione del ruolo che il singolo elemento svolge all'interno dell'organismo edilizio, dei suoi caratteri costruttivi e delle buone e cattive pratiche di intervento, gli elementi costruttivi sono distinti secondo un criterio funzionale in: 6 a) Murature: murature portanti interne ed esterne (comprensive di fondazioni, setti murari, basamenti e elementi di coronamento) e divisori interni; b) Aperture: costituite da portali, portoni, porte, finestre (comprensive di vano murario e infissi); c) Apparato decorativo: costituito da balconi, cornici/fregi/elementi di decoro, elementi di coronamento; d) Elementi di distribuzione verticali (comuni a più unità abitative o interni alle unità abitative) e androni; e) Coperture; f) Chiusure orizzontali di base e intermedie (solai intermedi, volte, pavimentazioni contro terra). 4. Per la definizione e il ruolo funzionale svolto dagli elementi costruttivi così come descritti nel paragrafo precedente nelle costruzioni storiche si veda il Cap. 3.1 - "Abaco dei caratteri costruttivi del Centro storico di Cagliari - Generalità" della tavola Etg 020.A. …………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………… Art. 16 - Tipologie edilizie di riferimento 1. L’analisi tipo-morfologica condotta nel centro storico di Cagliari e Pirri ha evidenziato come caratterizzanti il tessuto urbano storico le seguenti tipologie edilizie: EDIFICI CON FUNZIONE SPECIALISTICA PUBBLICA O DI INTERESSE PUBBLICO 1.1 Edifici di valore monumentale ed aree di pertinenza; 1.2 Complessi e grandi contenitori edilizi prevalentemente pubblici e loro pertinenze; EDIFICI CON DESTINAZIONE RESIDENZIALE O MISTA Centro storico di Cagliari 1.3 Case a schiera (tipologie A, B, C, D); 1.4 Palazzi di grande dimensione risalenti alla fine del XIX secolo o ai primi del XX secolo; 1.5 Palazzo; 1.6 Palazzo di realizzazione post-bellica; 1.7 Ville, villini; Centro storico di Pirri 1.8 Casa a corte; 1.9 Palazzetto minore; 1.10 Palazzetto di realizzazione post-bellica (centro storico di Pirri) 2. Le suddette tipologie edilizie, per le cui specifiche deve farsi riferimento all’Abaco delle Tipologie Edilizie e dei Caratteri Costruttivi, Gli edifici con funzione specialistica pubblica o di interesse pubblico si distinguono in: EDIFICI CON FUNZIONE SPECIALISTICA PUBBLICA O DI INTERESSE PUBBLICO 2.1 2.2 Edifici di valore monumentale ed aree di pertinenza - Ricomprende singoli edifici di carattere monumentale tra i quali le chiese, il Palazzo Civico, il Teatro ed altri edifici con rilevanti funzioni pubbliche. Si tratta di edifici la cui tipologia è strettamente correlata alla specifica funzione per la quale sono stati realizzati. Complessi e grandi contenitori edilizi prevalentemente pubblici e loro pertinenze Ricomprende i grandi contenitori ed i complessi edilizi costituiti da diversi corpi di fabbrica tra loro articolati, in funzione della specifica destinazione d'uso originaria. Si tratta di complessi edilizi in alcuni casi dismessi o in via di dismissione per i quali si pone il problema del riuso e della riqualificazione funzionale. 3. L'articolazione e le caratteristiche tipologiche degli edifici con destinazione residenziale o mista sono quelle indicate nel Cap. 2 - "Abaco delle tipologie edilizie storico tradizionali" dell’elaborato Etg 020.A. EDIFICI CON DESTINAZIONE RESIDENZIALE O MISTA 7 Centro storico di Cagliari 3.1 Casa a schiera – Si tratta della tipologia più comune, assai diffusa soprattutto nei quartieri storici di Marina, Villanova e Stampace. L'edificio si sviluppa con fronte a filo strada su un lotto di forma rettangolare, stretto e allungato in direzione ortogonale alla strada (lotto di dimensione variabile di impianto medioevale). Nelle case a schiera i caratteri architettonici maggiormente rilevanti sono i seguenti: - scala su un'unica rampa, appoggiata lateralmente ai muri portanti, che collega il piano terra, in origine destinato agli usi più vari (cantina, deposito) e successivamente utilizzato per attività produttive (botteghe, laboratori artigiani, etc), con i piani superiori destinati ad abitazione. - coperture costituite da un tetto a capanna (con doppia falda ortogonale alla strada, realizzato con capriate e ordito sovrastante in legno, incannucciato e coppi) generalmente nascosto da un elemento frontale di chiusura in fregio all'edificio realizzato in muratura. - solai realizzati con travi in legno. - fronti esterni intonacati caratterizzati da un’architettura semplice, con bucature regolari, finestrature molto fitte, soprattutto a balcone (con piano di calpestio in marmo e parapetto in ferro battuto o ghisa). Nella schematizzazione tipo-morfologica sono individuabili quattro differenti tipi, distinti in base al numero delle "bucature" che si ripetono per ogni piano e precisamente le tipologie di casa a schiera di tipo A, B, C, D, rispettivamente con 1, 2, 3, 4 bucature per piano. Casa a schiera Tipo A - Tipologia più piccola di casa a schiera, caratterizzata da un'unica bucatura per piano e da un fronte che dimensionalmente varia tra i 3,50 ed i 4,50 metri. Casa a schiera Tipo B - Tipologia di casa a schiera caratterizzata da due bucature che si ripetono per ogni piano. Rappresenta la tipologia più diffusa nel centro storico di Cagliari. La larghezza varia tra i 4,00 e i 5,00 metri ed è compresa tra i due setti di muratura portante. Talvolta questa tipologia risulta generata dall'accorpamento di due tipologie di tipo A; si ha in tal caso un terzo setto portante centrale ed una copertura a doppia capanna con una larghezza sul fronte strada anche maggiore di 5,00 metri. Casa a schiera Tipo C - Tipologia edilizia di casa a schiera caratterizzata da tre bucature per piano e da una larghezza compresa tra i 7,00 e i 9,00 metri. Questa tipologia spesso è il risultato di accorpamenti e rifusioni tra tipologie più piccole come la A e la B. In questo caso è presente una terza muratura portante parallela ed interna alle altre, sulla quale poggia una copertura a doppia capanna. Casa a schiera Tipo D - Tipologia edilizia di casa a schiera risultante sempre dall'accorpamento di due tipologie edilizie minori (ad esempio B+B o A+C); si caratterizza sempre per la presenza di un setto portante centrale ed una copertura a doppia capanna. Le dimensioni del fronte strada variano tra i 9,00 e gli 11,00 metri mentre in altezza si raggiunge il quinto piano, in alcuni casi con la presenza dell'attico. 3.2 Palazzi di grande dimensione risalenti alla fine del XIX secolo o ai primi del XX secolo Edifici pluripiano destinati a funzioni direzionali e/o residenziali, caratterizzati da interni di rilevante dimensione realizzati per mezzo delle tecniche costruttive del periodo che consentivano maggiori luci rispetto a quelle precedenti, scale interne di accesso ai piani con pregevoli soluzioni formali e prospetti su strada con partiture regolari e di rilievo nella scena urbana. 3.3 Palazzo – È la tipologia edilizia più frequente in Castello; si sviluppa su un impianto urbano costituito da tre o quattro lotti gotici affiancati e presenta di solito un secondo affaccio sulla strada. Questi edifici, solitamente di tre o quattro piani, presentano spesso i seguenti rilevanti caratteri architettonici e strutturali: - basamento, che comprende il piano terra ed un piano ammezzato, avente il fronte esterno, generalmente rivestito da fasce orizzontali ad intonaco lisce o con finte bugne sormontato da una cornice aggettante. - androne d’ingresso accessibile dalla strada tramite un grande portale. In questi organismi edilizi spesso tutto il piano terra risulta voltato a botte o a crociera, mentre i solai dei piani superiori sono realizzati con travi in legno, mascherati all'intradosso da controsoffitti di canne e intonaco. - corpo scala disposto centralmente rispetto alla pianta, con rampe che poggiano su volte a botte o a crociera e con ringhiere in ferro battuto. 8 3.4 3.5 - fronti, spesso simmetrici, nei quali la partitura delle bucature si caratterizza per la successione ritmica di pieni e vuoti: - i pieni delle murature esterne sono spesso segnati da cornici marcapiano e si concludono nel coronamento con un cornicione modanato di notevole aggetto; - i vuoti delle finestre spesso sono riquadrati con cornici e sormontati da timpani o fregi. Le finestre sono prevalentemente balconate ed i balconi, aggettanti su mensole, hanno i parapetti in ferro battuto o ghisa. Palazzo di realizzazione post-bellica – Il Palazzo pluripiano moderno viene introdotto nel dopoguerra in alcune parti dei quartieri circostanti il Castello sia per la ricostruzione delle aree danneggiate dagli eventi bellici sia talvolta quale nuovo tipo edilizio che avrebbe dovuto sostituire le preesistenze storiche. Si tratta di edifici la cui dimensione è spesso fuori scala; in relazione a questo aspetto le tavole di analisi distinguono tra edifici dimensionalmente compatibili con il contesto ed edifici dimensionalmente incompatibili. Ville, villini – Si tratta di una tipologia edilizia presente soprattutto ai margini del Centro Storico di Cagliari in prossimità di importanti spazi a verde. Spesso sono testimonianze residue ricomprese in un tessuto urbano compromesso o quantomeno disomogeneo nei caratteri dell'edificato. Sono edifici isolati di due o tre livelli circondati da ampie superfici cortilizie sistemate a giardino. Centro storico di Pirri 3.6 Casa a corte – Questa tipologia edilizia, presente nel centro storico di Pirri, si caratterizza per i seguenti caratteri distributivi, funzionali ed architettonici: - presenza di un muro di cinta lungo strada su cui si apre, voltato ad arco, un grande portale in legno, spesso avente lo spazio antistante interno coperto da una tettoia. - un'ampia corte con la cisterna o il pozzo centrale, sul quale si affaccia "sa lolla", portico di connessione tra l’abitazione e la corte. Sulla corte si affacciano, lungo il perimetro residuale del lotto, altri locali coperti, talvolta aperti frontalmente, un tempo destinati alle attività tipiche del mondo agricolo (depositi, cantine per la conservazione del vino, etc). - “sa lolla”, loggiato che interconnetteva tutte le funzioni dell'abitazione, realizzata con ampi archi a sesto ribassato, è coperta a tetto o dal piano superiore dell'edificio. - la casa d'abitazione è solitamente su due piani, con porte e finestre balconate aperte verso il cortile interno e con una copertura a tetto a capanna realizzata con capriate lignee e sovrastante manto di copertura in coppi. - fronti caratterizzati da un’architettura molto semplice; le murature sono realizzate in mattoni cotti e più spesso in mattoni di fango ("ladiri"), i solai sono realizzati con travi in legno. 3.7 Palazzetto minore – Si distingue dalla casa a schiera soprattutto per la forma del lotto, rifuso catastalmente, solitamente di forma rettangolare, presentando il lato maggiore a filo strada. La distribuzione interna originaria poteva prevedere due alloggi per piano, separati da un corpo scala comune a doppia rampa, con vani che si affacciano su fronti opposti, sulla strada e sul cortile, oppure sul prospetto laterale nel caso delle soluzioni ad angolo. 3.8 Palazzetto di realizzazione post-bellica - E' presente nel Centro Storico della Municipalità di Pirri dove le preesistenze storiche vengono a partire dagli anni “50 sostituite con edifici di due o tre livelli attestati sul filo strada o talvolta anche localizzati nelle corti, in evidente contrasto con i caratteri tipici dell'edificato storico. …………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………… Art. 24 - Laboratorio per il recupero del Centro Storico 1. Il “Laboratorio per il recupero del Centro Storico” è l'Ufficio tecnico amministrativo di riferimento per i cittadini e gli operatori privati che vogliono realizzare interventi aventi rilevanza edilizia ed urbanistica all'interno del perimetro del Centro Storico, strumentale all'attuazione del PPCS. In particolare l'Ufficio fornisce: a) informazioni sul contenuto del PPCS e sulle sue modalità di attuazione, sulle procedure e sulle opportunità previste dal PPCS per la conservazione, riqualificazione e trasformazione degli organismi edilizi in conformità alle previsioni del Piano; 9 b) indicazioni ai tecnici progettisti al fine di predisporre progetti conformi con tutte le disposizioni normative del PPCS; c) indicazioni sulle tecniche da utilizzare per i diversi tipi di intervento edilizio sugli edifici; d) informazioni sullo stato dei procedimenti relativi alle richieste di titoli abilitativi per la realizzazione degli interventi edilizi. 2. Il Laboratorio è un ufficio distaccato dell'Assessorato all'Ambiente e Urbanistica da localizzare nel Centro Storico. 3. L'Ufficio è inoltre il punto di riferimento per i processi partecipativi inerenti la realizzazione di interventi pubblici aventi rilevanza urbanistica all'interno del Centro Storico. A tal fine è previsto, per tutti i progetti preliminari di iniziativa pubblica che determinano trasformazioni di rilievo nel Centro Storico, preliminarmente alla deliberazione di approvazione del progetto, l'obbligo del deposito della documentazione progettuale e la sua esposizione nella sede stessa del Laboratorio, o in altra idonea a favorire la visione, la partecipazione e la consultazione da parte dei cittadini per un periodo di 15 giorni, durante i quali si potranno formulare sintetiche osservazioni. La delibera di approvazione dovrà tener conto delle osservazioni formulate da parte dei cittadini. 4. Una procedura analoga a quella di cui al comma 3 è prevista per gli interventi privati negli ambiti di trasformazione III.A e III.B. In particolare, per gli interventi che riguardano queste classi di valore, la procedura prevede anche, subito dopo la consultazione pubblica, una ulteriore fase di 15 giorni per la messa a punto delle coerenze paesaggistiche dei progetti , tra gli interessati e lo stesso Laboratorio, al termine della quale il Laboratorio stesso produrrà una motivata relazione sulla coerenza e sui criteri integrativi o correttivi da introdurre, utile all’espressione del parere preventivo di cui al comma 1 lettera b) punto i. dell’art. 23 delle presenti norme. 5. Il Laboratorio per il recupero del Centro Storico è inoltre l’Ufficio Tecnico Amministrativo di riferimento per i cittadini singoli e associati nonché per gli operatori privati che segnalino aggiornamenti e varianti di cui all’art. 5. Il responsabile del laboratorio trasmette, entro trenta giorni dal ricevimento, le suddette segnalazioni, complete di parere istruttorio motivato, al Presidente della Commissione Urbanistica che entro i successivi trenta giorni le pone all’O.d.G. dei lavori della Commissione. Il Laboratorio, relativamente alle segnalazioni interessanti la Municipalità di Pirri, trasmette, contestualmente, la suddetta documentazione anche alla Commissione Urbanistica ed al Consiglio della Municipalità. 6. Compito del Laboratorio per il recupero del Centro Storico è anche quello di monitorare i processi di trasformazione in atto e verificare che questi siano coerenti con gli obiettivi e finalità del Piano, promuovendo al contempo azioni di implementazione o aggiornamento del Piano finalizzate ad un più efficace raggiungimento degli obiettivi. 7. Tra le azioni di cui al punto precedente, è di rilevanza strategica quella dell'aggiornamento e l'integrazione dell'elaborato Etg 020.A "Abaco delle tipologie e dei caratteri costruttivi", secondo quanto previsto dall'art. 5 comma 3 delle presenti norme, con particolare riferimento ai capitoli 3.3, 3.4 e 3.5 così da formare un aggiornato repertorio quanto più completo delle buone e cattive pratiche. b) La Tav. Eg 032 – illuminazione pubblica, ne indica la sola posizione e il tipo (palo, mensola, linea aerea); occorre che siano precisate le soluzioni tipologiche specifiche di riferimento, indirizzando le linee guida verso quegli elementi tecnologici che non determinano una dissonanza con il contesto storico specifico. L’obiettivo potrà essere quello di unificare i nuovi elementi con quelli già presenti dell’illuminazione pubblica, con criteri di semplicità, funzionalità e rispetto dei rapporti proporzionali. Altresì dicasi per le superfici pavimentate e, in generale, in relazione agli elementi di arredo urbano atti a caratterizzare i luoghi dello spazio pubblico CONTRODEDUZIONI: L’abaco dell’Arredo Urbano Etg 020.B - Linee guida per l’organizzazione dello spazio pubblico storico. Abaco dei caratteri morfologici e dei materiali è stato integrato, relativamente all’illuminazione pubblica, con l’indicazione delle linee guida, comprese le soluzioni tipologiche di riferimento, escludendo quegli elementi tecnologici che determinano una dissonanza con il contesto storico specifico. Lo stesso è stato fatto per le superfici pavimentate, con l’indicazione dei materiali e del disegno degli elementi lapidei, la rappresentazione di immagini storiche degli spazi pubblici, la descrizione ed i relativi riferimenti bibliografici. 10 Norme tecniche di attuazione. a) Come già anticipato, in merito ai baluardi, alle mura storiche, si dovrà valutare l’eventualità di applicare una disciplina prescrittiva, indicando con precisione le Classi di salvaguardia e i possibili interventi consentiti. La cinta muraria, nella sua totalità, è individuabile dal PPR al pari di un manufatto di valenza storico culturale, poiché rientra nella definizione decretata dall’art. 48 al comma lett. a6 “architetture militari storiche sino alla II guerra mondiale” e come tale soggetto alle prescrizioni dell’art. 52 delle NTA, in cui al comma 3 prevede che: “gli interventi sui tessuti edilizi e urbani che conservano rilevanti tracce dell’assetto storico devono essere rivolti esclusivamente alla riqualificazione ed al recupero, mediante: a) manutenzione ordinaria e straordinaria b) restauro e risanamento conservativo, c) ristrutturazione edilizia interna” e al comma 10 che “Sono vietati gli interventi che comportino una modifica dei caratteri che connotano la trama viaria ed edilizia, nonché dei manufatti anche isolati che costituiscano testimonianza storica e culturale”; CONTRODEDUZIONI: Come già evidenziato alla lettera b) del punto 1 - Profilo analitico e di ricognizione, in accoglimento di quanto richiesto è stato redatto un nuovo elaborato Etg 014.B – Il sistema della città murata – Materia, valori, strategie che descrive in modo più approfondito l’evoluzione storica e strutturale della cinta muraria, ne analizza in modo più esaustivo le differenti parti e prevede una disciplina di salvaguardia conforme con gli articoli 48 e 52 delle NTA del PPR. Tali disposizioni sono state introdotte nell’art. 53 che risulta modificato come già indicato nel suddetto punto alla lettera b) del punto 1. b) In relazione alla mobilità e alla formazione di nuovi spazi sosta sarà opportuno specificare gli effettivi indirizzi progettuali che dovranno relazionarsi con gli obiettivi di valorizzazione dei percorsi storici, sia di superficie che sotterranei, in un’ottica di riqualificazione dell’aspetto ambientale e del paesaggio urbano, con l’eliminazione delle superfetazioni, e del recupero e della riqualificazione degli spazi pubblici. CONTRODEDUZIONI: L’art. 63 delle NTA avente ad oggetto “L’accessibilità e gli interventi a favore della mobilità sostenibile” indica la strategia, gli obiettivi e gli interventi da attuare; nella Tavola di progetto Eg 027 – L’accessibilità e la mobilità sostenibile – scenari sono indicate, in una visione d’insieme, le infrastrutture esistenti e quelle previste al fine di migliorare il sistema della “mobilità sostenibile”. c) Sarà inoltre necessaria la redazione di un piano di settore o regolamento che disciplini il posizionamento della cartellonistica pubblicitaria ovvero delle norme transitorie di salvaguardia da inserire nelle NTA, finalizzate all’eliminazione degli elementi incongrui della cartellonistica e delle insegne pubblicitarie; CONTRODEDUZIONI: L’art. 66 delle NTA disciplina l’inserimento di insegne d’esercizio e targhe in Centro Storico senza tuttavia dare alcuna indicazione sulla cartellonistica pubblicitaria. Si rende pertanto necessario integrare l’articolo quantomeno con le norme transitorie di salvaguardia, in attesa dell’approvazione di uno specifico regolamento attuativo. Il suddetto articolo viene pertanto modificato come di seguito indicato (le parti di nuovo inserimento sono in grassetto sottolineato mentre quelle cassate sono in doppio barrato): Art. 66 - Insegne di esercizio, e targhe e cartellonistica pubblicitaria 1. La disciplina normativa relativa all’installazione di insegne d’esercizio, targhe e cartellonistica pubblicitaria è da prevedersi attraverso specifico Regolamento attuativo. Nelle more della redazione del Regolamento la loro installazione è disciplinata dalle presenti disposizioni che costituiscono anche il riferimento per la redazione dello stesso. Nell’ambito in oggetto è vietata l’installazione o la collocazione di: - insegne pubblicitarie e d’esercizio, a bandiera orizzontale o verticale, luminose per luce propria o indiretta, collocate sugli edifici prospettanti la pubblica via oppure, installate con supporto a palina, prospettante direttamente sulla pubblica via da aree private; - cartelli e insegne sui tetti, terrazzi, balconi finestre e facciate degli edifici, fatto salvo quanto stabilito nei successivi commi 2, 3 e 4; - stendardi, striscioni e bandiere fatti salvi i casi di particolare interesse pubblico generale per i quali l’Amministrazione Comunale può autorizzare tali forme di richiamo 11 pubblicitario, collegate a servizi pubblici e turistici, o per manifestazioni pubbliche, per esposizione in musei, mostre, eventi di carattere storico; - cartelli e impianti di pubblicità e propaganda, del tipo con messaggio variabile, anche se provvisori; - l’installazione di sistemi mobili di informazione privata o pubblicitari, posati direttamente al suolo, attraverso supporti del tipo con cavalletto o trespolo e altri mezzi similari; L’installazione di elementi di arredo urbano contenenti messaggi pubblicitari può essere consentita solo previa approvazione di specifici progetti di iniziativa comunale. 2. La collocazione di insegne di esercizio (Art. 49 DPR 495/1992) e di targhe professionali sui fronti degli edifici prospettanti la pubblica via ovvero su spazi di uso pubblico è consentita nella sede dell'attività a cui si riferisce ovvero nelle pertinenze accessorie alla stessa a condizione che siano rispettate le seguenti prescrizioni di carattere generale: a) non costituire percezione prevalente dello spazio urbano ovvero motivo di disagio visivo e ingombro prospettico. b) non creare pericolo per la circolazione veicolare o intralcio per il transito pedonale; In ogni caso, l’installazione di insegne o targhe sui fronti degli edifici non deve interferire con gli elementi architettonici presenti con particolare riferimento a modanature (ad esempio cornici, lesene, zoccolature e marcapiano) e decori (ad esempio fregi, lapidi, stemmi e superfici affrescate). 3. Nel rispetto delle limitazioni generali di cui al comma 1 e fatte salve eventuali norme più restrittive contenute in specifici regolamenti comunali in materia di arredo urbano, le insegne devono rispondere alle seguenti prescrizioni di carattere particolare: a) sagoma regolare e tale da non generare confusione con la segnaletica stradale (Artt. 49 e 50 DPR 495/1992); b) larghezza non superiore a quella dell’apertura all’interno della quale ovvero sopra la quale viene inserita; c) fattura adeguata al decoro architettonico dell’edificio; d) uso dei colori coerente con il cromatismo della facciata. 4. L’installazione a parete delle insegne di esercizio è consentita unicamente in corrispondenza del piano terreno ed è soggetta al rispetto delle seguenti prescrizioni di carattere particolare: a) collocazione di norma frontale, ammissibile quella a bandiera solo per servizi pubblici di interesse generale (ad esempio ospedali, farmacie, tabaccai e forze dell’ordine); b) altezza di installazione minima da terra m 2,20; c) numero di elementi installabili 1 per ciascuna apertura con un massimo di 3 per esercizio; d) inserimento, di norma all’interno della sagoma delle aperture, nel sopraluce di porte e vetrine sempre che lo stesso non debba essere obbligatoriamente apribile per motivi igienico-sanitari. Fermo restando l’obbligo di rispettare la larghezza dell’apertura e gli elementi architettonici presenti in facciata di cui al comma 1, in situazioni particolari, da valutare caso per caso, è ammissibile l'installazione di insegne al di sopra dell’apertura stessa alle seguenti condizioni: I. disposizione simmetrica rispetto all'asse verticale della apertura interessata; II. utilizzo di segni o lettere singole, non luminose, di altezza non superiore a 30 cm. applicati direttamente sul paramento esterno della muratura ovvero parallelamente mediante distanziatori; e) fissaggio idoneo ad assicurare la stabilità anche in caso di vento; f) in caso di vetrofanie, collocazione all’interno delle vetrine o delle porte di ingresso delle attività senza superare il 50% dello spazio disponibile. In ogni caso, l’inserimento di insegne nella facciata di un edificio deve tenere conto delle eventuali insegne, regolarmente autorizzate, già presenti al fine di evitare installazioni caotiche e non ordinate. 5. Per contrassegnare la sede di uffici privati, studi professionali, aziende, associazioni e istituti ed altre attività svolte ai piani superiori può essere collocata sulla facciata dell’edificio una targa per ogni specifico soggetto in corrispondenza dell’accesso alle rispettive sedi. 6. Le targhe di cui al comma 4 devono rispondere alle seguenti prescrizioni di carattere particolare: a) forma rettangolare: b) posizionamento a lato dell’ingresso dell’edificio, preferibilmente a destra e comunque nel rispetto delle limitazioni generali di cui al comma 1; c) applicazione diretta sul paramento esterno della muratura, ammessa quella in posizione parallela mediante distanziali in caso vengano utilizzati materiali trasparenti che consentano la lettura del paramento murario sottostante (ad esempio vetro, metacrilato e policarbonato); Ove i soggetti da segnalare siano più di 4 per ogni accesso, le targhe devono essere uniformate, per dimensioni e materiali, raggruppate ed allineate in successione verticale. 12 7. Le insegne e le targhe destinate alla segnalazione di servizi pubblici di interesse generale (ad esempio ospedali, farmacie, tabaccai e forze dell’ordine) possono derogare alle prescrizioni del presente articolo a condizione che siano quelle adottate uniformemente su tutto il territorio nazionale o regionale e siano collocate conformemente alle disposizioni ed ai regolamenti propri di ciascun Ente o Amministrazione competente. 8. Per motivi di carattere estetico, architettonico ovvero tecnico l’interessato può chiedere una specifica deroga alle prescrizioni del presente articolo, proponendo soluzioni alternative appropriate e, con riferimento ai materiali, innovative. In tale ipotesi, la valutazione comunale è finalizzata a verificare la validità e la pregevolezza della soluzione proposta in termini di inserimento nell’edificio e di contributo migliorativo apportato all’ambiente urbano circostante. d) In merito al posizionamento di impianti fotovoltaici, di telefonia mobile, microeolici e altre dotazioni di rilevante impatto visivo, si dovrà prevedere un’apposita normativa che escluda ogni possibile interferenza su immobili e aree già individuate di “Classe I“; CONTRODEDUZIONI: Il posizionamento di impianti fotovoltaici è disciplinato nelle NTA al Capo VI (Disposizioni a favore della sostenibilità ambientale) del Titolo II dall’art. 57 avente ad oggetto “Uso di pannelli solari termici e/o fotovoltaici”, mentre l’inserimento degli impianti tecnici è regolamentato dall’art. 72. Si ritiene di dover modificare con le necessarie integrazioni i due suddetti articoli inserendo nel primo la disciplina del “microeolico” e nel secondo quella relativa agli impianti di telefonia mobile. Si propone pertanto di modificare gli artt. 57 e 72 come di seguito indicato (le parti di nuovo inserimento sono in grassetto sottolineato mentre quelle cassate sono in doppio barrato): Art. 57 - Uso di pannelli solari termici e/o fotovoltaici, impianti microeolici 1. La disciplina normativa relativa all’uso di pannelli solari termici e/o fotovoltaici e di impianti microeolici è da prevedersi attraverso specifico Regolamento attuativo. Nelle more della redazione del Regolamento la loro installazione è disciplinata dalle presenti disposizioni che costituiscono anche il riferimento per la redazione dello stesso. Tra le attività del Laboratorio per il recupero del centro storico deve essere prevista la verifica sull’esistenza di eventuali nuove tecnologie per l’utilizzo delle suddette fonti energetiche rinnovabili compatibili con il contesto paesaggistico e storico culturale di riferimento. Gli impianti devono avere dimensioni correlate al soddisfacimento dei fabbisogni ed alla conservazione dei caratteri architettonici degli edifici e dell’insediamento, tali da salvaguardare i valori paesaggistici del contesto. Si dovranno privilegiare soluzioni innovative, che possano anche garantire un rendimento energetico maggiore e consentire una minore occupazione di superfici. 2. Nelle more dell’approvazione del Regolamento per quanto riguarda l’uso di pannelli solari termici e/o fotovoltaici si applicano le seguenti disposizioni. In tutti gli edifici aventi copertura piana orizzontale, sia esistenti che di nuova realizzazione, è ammessa l’installazione di pannelli solari termici e/o fotovoltaici appoggiati a pavimento, purché compatibili con i valori e le caratteristiche ambientali e paesaggistiche del contesto in cui ricade l'edificio. In particolare nel Centro Storico di Cagliari, con riferimento allo stato attuale dei luoghi, tali coperture dovranno non essere visibili da punti di vista pubblici localizzati a quota più alta seppur distanti. Nel Centro Storico della Municipalità di Pirri la loro installazione è ammessa nelle coperture in tutti gli edifici di classe II e III, anche con tetto a falda, purché non siano visibili da punti di vista pubblici circostanti. I serbatoi di accumulo devono essere preferibilmente posizionati all’interno degli edifici e, qualora previsti all'esterno, dovranno comunque non essere visibili da qualunque punto di vista pubblico. 3. Al fine di promuovere l'uso dell'energia da fonti rinnovabili, l’installazione di pannelli solari termici e/o fotovoltaici all’interno della zona territoriale omogenea “A” è ammessa nel rispetto delle seguenti prescrizioni: a) centro storico di Cagliari; a.1 l’installazione può avvenire solo su coperture piane orizzontali, sia esistenti che di nuova realizzazione; a.2 le coperture di cui al punto a.1 non devono essere visibili da punti di vista pubblici localizzati a quota più alta, seppur distanti; a.3 l’inclinazione dei pannelli, misurata rispetto al piano orizzontale, deve essere inferiore al 15% fermo restando che l’estremità più alta dei pannelli non può superare la quota di 0,90 m misurata a partire dal piano di copertura; b) centro storico di Pirri; 13 b.1 l’installazione può avvenire su coperture piane orizzontali o inclinate, sia esistenti che di nuova realizzazione; b.2 le coperture di cui al punto b.1 non devono essere visibili dalla pubblica via; b.3 in caso di coperture piane, l’inclinazione dei pannelli, misurata rispetto al piano orizzontale, deve essere inferiore al 15% fermo restando che l’estremità più alta dei pannelli non può superare la quota di 0,40 m misurata a partire dal piano di copertura; b.4 in caso di coperture inclinate, i pannelli devono essere aderenti ovvero integrati alla copertura ossia con la stessa inclinazione e lo stesso orientamento della falda [Allegato 3 DLgs 28/2011]; b.5 in caso di coperture inclinate, la superficie complessiva occupata dai pannelli deve essere inferiore al 50% della falda interessata. 4. Gli impianti microeolici potranno essere installati solo previa approvazione del Regolamento. Dovranno avere un’altezza non maggiore di 1,50 m ed essere installati in modo da non essere visibili da punti di vista pubblici. Art. 72 - Impianti tecnici 1. L’installazione di impianti fissi è consentita esclusivamente sulle facciate interne non prospettanti sulle strade o spazi pubblici. Laddove questo risulti impossibile, l’apparecchiatura deve essere opportunamente occultata. Le linee elettriche, telefoniche, le reti dei sottoservizi o qualunque tipo di cablaggio, devono essere sempre collocate all’interno della muratura. La dismissione di impianti esistenti deve prevedere la rimozione degli elementi inutilizzati ed il ripristino della facciata. 2. L’installazione di nuove antenne per la telefonia mobile deve essere preceduta dall’approvazione di un piano di rete che prenda in considerazione le antenne esistenti di tutte le società. Il Piano dovrà prevedere l’eliminazione delle antenne preesistenti, il cui mantenimento è lesivo dei valori paesaggistici tutelati. E’in ogni caso vietata l’installazione di antenne per la telefonia su organismi edilizi ai quali è stata attribuita la classe di valore I. Le antenne, in generale, non potranno emergere oltre l’ultimo livello abitabile per più di m 2,00 e qualora mascherate da finti camini, questi ultimi dovranno avere le stesse dimensioni e proporzioni dei camini tradizionali. e) In merito alla realizzazione di parcheggi mediante la trasformazione parziale o totale dell’edificato di Classe I, IIA, IIB, e III (art. 71, comma 2 e 3 NT PPCS), si sono riscontrate alcune incongruenze nell’articolato in relazione alla possibilità di realizzarli nel piano terra degli edifici. Si chiedono, pertanto, ulteriori specificazioni al fine di una chiara applicazione della norma. Si evidenzia, inoltre, che le norme tecniche devono necessariamente raccordarsi con i principi generali del piano (art.2 c. 3 delle NT): nel caso specifico le norme andrebbero calibrate anche con l’esigenza di ripristinare le funzioni residenziali nonché quelle connesse alla funzioni abitative (cfr. art.52 comma 7 NTA del PP). In relazione all’ arretramento, rispetto al filo del fabbricato, previsto per le relative serrande e cancelli, appare non necessario e del tutto incongruo poiché determinerebbe un’alterazione, di fatto, della viabilità storica. Le dimensioni suggerite per le aperture (m. 2,50), appaiono in contrasto con quanto indicato al c. 3 dell’art. 71 delle NT del PPCS, in cui si dichiara che: “non sono ammesse modifiche delle bucature del basamento del fronte principale se non per minimi adeguamenti, che in ogni caso devono essere coerenti con la partitura delle bucature dell’intero fronte”. (cfr. definizione di “basamento”). CONTRODEDUZIONI: L’art. 71 disciplina la realizzazione dei parcheggi negli edifici. Sullo stesso articolo è stata presentata un osservazione da parte di un privato che evidenziava una scarsa chiarezza riguardo, in particolare, agli interventi consentiti nei piani terra degli edifici. In accoglimento delle suddette osservazioni l’art. 71 viene riformulato come di seguito indicato (le parti di nuovo inserimento sono in grassetto sottolineato mentre quelle cassate sono in doppio barrato): Art. 71 - Parcheggi 1. DISPOSIZIONI GENERALI 14 La realizzazione di parcheggi negli edifici esistenti può avvenire, nei casi in cui le norme lo consentono, secondo le modalità riportate nei punti successivi, attraverso: a) la trasformazione parziale o totale dell'edificio b) la sola trasformazione del piano terra e/o seminterrato e/o interrato Le autorimesse devono essere realizzate in modo conforme alla normativa tecnica in materia di sicurezza e antincendio, al Codice della Strada ed alle prescrizioni del Piano Urbano della Mobilità e del Piano del Traffico Urbano. I progetti devono essere corredati da uno studio sulla viabilità, che evidenzi il rapporto e le interconnessioni con la struttura viaria esistente e l’accessibilità sia carrabile che pedonale, al fine di acquisire il parere vincolante degli uffici comunali competenti in materia di traffico. 2. REALIZZAZIONE DI PARCHEGGI MEDIANTE LA TRASFORMAZIONE PARZIALE O TOTALE DELL’EDIFICIO Le autorimesse con trasformazione parziale o totale dell'edificio sono realizzabili solo negli edifici ricadenti nelle classi IIB e III. I solai interpiano non devono accostarsi alle aperture né essere visibili dagli spazi pubblici. Non sono ammessi parcheggi sulle coperture. In caso di trasformazione parziale o totale preordinata alla realizzazione di parcheggi, gli ingressi e le uscite non devono ricadere all’interno di Aree Pedonali esistenti o previste dal Piano del Traffico Urbano. I varchi di ingresso e di uscita devono sempre essere distinti e avere una larghezza minima di m 2,50 a meno di ulteriori prescrizioni da parte delle vigenti normative in materia di sicurezza e antincendio. Di norma i cancelli e le serrande devono essere opportunamente arretrati rispetto al filo facciata in modo da consentire lo stazionamento esterno al parcheggio di un veicolo senza intralci alla circolazione esterna all’impianto. I cancelli e le serrande devono essere sempre di tipo automatizzato in modo da favorire la rapida immissione dei veicoli. 3. REALIZZAZIONE DI PARCHEGGI MEDIANTE LA TRASFORMAZIONE DEL PIANO TERRA E/O SEMINTERRATO E/O INTERRATO Negli edifici di classe I e IIA la realizzazione di parcheggi pertinenziali ai piani terra, seminterrato e interrato è ammesso a condizione che siano pienamente rispettate tutte le prescrizioni previste al Capo II del presente Titolo per le suddette classi. In particolare non sono ammesse modifiche alle bucature del basamento del fronte principale se non per minimi i necessari adeguamenti, che in ogni caso devono essere coerenti con la partitura delle bucature dell'intero fronte. Le modifiche delle bucature al piano terra conseguenti alla realizzazione di parcheggi: a) sono ammesse negli edifici appartenenti alla sottoclasse IIB, a condizione che risultino coerenti con la struttura della facciata e motivate da imprescindibili necessità funzionali e, comunque vengano previsti interventi di “mascheramento”; b) sono ammesse negli edifici appartenenti alla classe III. I cancelli e le serrande devono essere sempre di tipo automatizzato in modo da favorire la rapida immissione dei veicoli. Parcheggi esistenti interrati o seminterrati Il PPCS individua le aree dove sorgono i parcheggi interrati o seminterrati per i quali viene confermata la destinazione attuale. La copertura di tali immobili può essere arredata a piazza pubblica o ad area di verde attrezzato. Parcheggi interrati di progetto Negli elaborati di piano sono indicati i parcheggi interrati di progetto. Gli interventi di realizzazione dei parcheggi devono essere attuati in conformità alle indicazioni del Piano Urbano della Mobilità. Il Dirigente Ing. Salvatore Farci 15