Leggi - Archivio DeGeneratione

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Leggi - Archivio DeGeneratione
OTTOBRE 2OO8
Direttori Viola Salvestrini
Filippo Cosi
NUMERO I
ANNO IX
Chuck norris
E’ contro
La 133
... Mariastella
Salvati
In questo numero…
...SPECIALE OCCUPAZIONE
Calzini grigi, interviste, cinema
…E TANTO ALTRO!
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Editoriale
Ottobre2008
editoriale
di Viola Salvestrini
Una volta un amico mi ha detto che scrivere è l'occasione per crescere e migliorarsi: è così
che oggi prendo in mano la penna, o meglio, la tastiera, per cercare di raccontare un'esperienza, un'avventura, nella speranza che quanti più di voi possano condividerne il fascino .
A rischio di sembrare banale, o ancor peggio, donna vissuta, credo che chi non è dentro al
vortice della scrittura, meno si presta rispetto ad altri a capire cosa ci possa essere dietro a
una pagina di diario, una poesia, una lettera come anche un semplice biglietto d'auguri.
Perché scrivere, dunque? E perché no, mi verrebbe da rispondere da bastian contrario: in
fondo è un'espressione dell'animo umano, lo è sempre stata, è come tale non è che vada
giustificata poi tanto. Quasi come se stessimo lì a motivare perché passeggiamo nei campi,
ammiriamo un tramonto, diamo una carezza: cosa potremmo spiegare? Sarebbe più logico
il contrario.
Nel mio caso, scrivere spesso è una battaglia di retroguardia contro l'oblio, come se mettere nero su bianco alcune righe possa aiutare me, e quelli che le leggeranno, a prenderle
come punto di riferimento. Anche per criticarle, nel caso, ma sempre a testimonianza di un
qualcosa che è stato: una risata, una storia, un'emozione. Presunzione, forse, ma del resto
bisogna essere audaci e nella vita ci vuole un pizzico anche di quella.
Quella dello scrittore, potremmo dire, è anche una sorta di autodifesa, un fissare dei limiti
entro i quali essere soli ma nello stesso tempo complici, un premere il tasto stop per fermarsi, afferrare e frenare il tempo che scivola, e sistemare il flusso disordinato dei nostri pensieri
che talvolta sembra schiacciarci.
Forse questo non aiuta a cercare, e a trovare, l'immortalità di quel che si scrive, perché alla
fine c’è la tendenza a voler avere dei riscontri, anche minimi, che ci appaghino, e ci fa tornare alla domanda iniziale: perché no?
Pensare che “Cent'anni di solitudine” nasce da un bisogno che costringe lo scrittore a rimanere tappato in casa per un anno a non fare altro, mentre altri libri vengono alla luce magari a tavolino, come vere e proprie creazioni di marketing, e però fanno parte sempre del
mondo della letteratura, fa riflettere. Come del resto anche noi a volte ci mettiamo di fronte
al foglio bianco con l'idea di fare qualcosa di bello, o a volte solo per dar vita a un'idea, una
battuta, un'immagine, senza pretese. Ma, in fondo, non è forse la stessa cosa? Non si tratta
sempre di scrittura? Tutti conosciamo e vediamo la differenza che c'è fra la Divina Commedia e Gian Burrasca, ma cosa si può dir di male a Vamba? Di non aver creato un'opera immortale? Credo che, se potesse, ci tirerebbe la sua pappa al pomodoro in testa, e a ragione:
la letteratura non si misura dal fine che si propone o dalla consistenza del soggetto, ma credo piuttosto dal sapore che ci resta in bocca dopo averne assaggiato un brano.
Ed è questo gusto, questa sensazione che oscilla tra il magico e il possibile, che credo ci
sproni a far parlare, o meglio gridare, i nostri pensieri: il Dege è uno strumento valido e divertente per farlo, un'occasione che sarebbe meglio non gettare. Al di là delle faziosità con
cui molti tendono a dipingerlo, il giornalino è di fatto, o perlomeno ha l'ambizione di essere, uno spazio aperto a tutti, una pausa dal rigore che lascia libertà all'espressione come alle risate e al divertimento. Come dicevo prima, la crescita nasce spesso dal confronto, per
questo credo che il Dege sarà tanto più bello quante più diverse e numerose saranno le
idee che vi saranno espresse, specchio di una scuola che è, prima di tutto, nostra.
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Indice
AVVERTENZE AI LETTORI
Come probabilmente avrete avuto modo di notare, quella che tenete tra le mani non è una copia
consueta del Dege, una di quelle che si leggono tra il sonno delle 8 e 35…. come la situazione che
agita la scuola in questo momento, anche questa è un’edizione, per l’appunto, straordinaria; e come
tale, sarà divisa in due sezioni… la prima sarà dedicata all’occupazione (tanto per rinfrescarvi un po’ le
idee, come se in questi giorni non se ne fosse parlato a sufficienza), mentre l’altra sarà “normale”- per
quanto ovviamente possiamo definirci tali.
Vi auguriamo una piacevole lettura (o per meglio dire un incredibile viaggio nella perdizione– ahah)
La Redazione
INDICE
Disinteresse
4
Cosa ci aspetta?
5
Come spararsi sui piedi
7
Drammaturgia contemporanea
8
Intervista ai professori
10
Diritto alla dIstruzione
13
Cronache di una fiaccolata
17
Il lodo Alfano e compagnia bella
18
Don’t stop the music
21
CineDege
22
La grande Cassata
23
Di Margherita Chirco
Di Viola Salvestrini
Di Filippo Cosi
Di Francesco Calamai
Di Cecilia della Santa e Margherita Mori
Di Chiara Mugnai
Di Gianluca Facchini
Di Francesco Talanti
Di Camilla Raccampo
Di Cosimo Lonrenzetto Bologna & Filippo Cosi
A cura di Mariaflora Siciliano
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Okkupazione
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DISINTERESSE
di Margherita Chirco
“I' CASTE è OCCUPATO”
Urla di vittoria e felicità partono dalla folla riunita nel cortile della succursale alla fine
dell'assemblea dell' 11 Ottobre, la quasi totalità del liceo ha votato : il Castelnuovo occupa.
Sembra essersi diffuso un sentimento di patriottismo, che ricorda i felici momenti della
vincente Nazionale ( chi non ha mai cantato l'Inno di Mameli sentendosi fiero?).
Le motivazioni ci sono, e valide, la gente è interessata. Mi viene da pensare: “che novità!”.
Sapendo che la popolazione del Castelnuovo spicca per la sua partecipazione, sono
curiosa il giorno seguente , Domenica 12, quando ritorno in succursale, già occupata.
Ma non voglio essere negativa, dopotutto questa volta la lotta è comune, l'affluenza
DEVE essere alta.
Inutile dirvi che ho dovuto farmi largo tra la folla per arrivare al portone!.
Su 1000 e più studenti eravamo 200, massimo 300. Un numero considerevole certo, ma
paragonato al totale un po' deludente, devo ammetterlo.
L'orda acclamante del giorno prima sembrava essersi volatilizzata.
Perché, mi chiedo, la gente non è interessata o meglio, non è disposta a lavorare, a lottare per ciò in cui crede?
Posso condividere le motivazioni di chi, contrario all'occupazione, abbia voluto manifestare il suo disaccordo non partecipando. Ma gli altri, Voi che leggete, avete delle scuse? No.
Preso un impegno è buona norma rispettarlo.
Cito Elie Wiesel, premio Nobel per la pace-1986
“Il male peggiore è l’indifferenza. E’ contro di essa che bisogna combattere con tutte
le proprie forze. E per farlo un’arma esiste: l’educazione. Bisogna praticarla, diffonderla,
condividerla, esercitarla sempre e dovunque. Non arrendersi mai”.
Sembra quasi un dato di fatto che la nostra generazione sia indifferente; alla politica,
all'attualità, perfino, aggiungerei, ai problemi che la riguardano più da vicino.
La legge 133, nota a tutti spero, chiaramente anticostituzionale e priva di ogni senso logico, dovrebbe destare un'indignazione tale da farci svegliare e protestare. Non dico
che l'occupazione sia l'unico modo né il più giusto, ma è almeno una via per esprimere
i nostri sentimenti a riguardo.
La domanda è: questi sentimenti li proviamo?
La gente non se ne cura, questa è la verità. Vive in totale apatia per tutto ciò che non
la riguarda da vicino.
L'educazione e l'informazione sono fondamentali per sconfiggere questo sentimento
ormai radicato dentro di noi, ma necessaria è anche la volontà comune di sentirsi parte integrante di ciò che ci circonda, e non adeguarsi in maniera inerziale.
Ci lasciamo trasportare da idee e parole ma quando si tratta di agire ci tiriamo indietro.
Quindi d'ora in poi cercate di fare un bene a voi stessi e alla società. Informatevi, tenetevi attivi, non aspettate che qualcuno vi spieghi e vi illumini su fatti che potreste benissimo conoscere e studiare da voi, rischiando di ricevere informazioni non obiettive.
Datevi una mossa insomma!
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Cosa ci aspetta?
di Viola Salvestrini
Quando si intraprende un cammino, così come quando lo si termina, viene sempre spontaneo chiedersi a cosa andiamo incontro, che bagaglio abbiamo sulle spalle per affrontarlo. A volte la risposta
non c'è, o almeno non davanti ai nostri occhi, e capita che sia proprio con questa indeterminatezza
che coincide il brivido, il fascino dell'avventura, quell'inoltrarsi nella foresta delle esperienze che di fatto è oggetto dei nostri sogni di bambino.
In altri casi però, il riscontro è immediato, e non lascia tempo al dubbio e all'incertezza; si sente il bisogno di agire, di lasciarsi trascinare da una folla invisibile verso mete improbabili. E si intraprendono
cammini tortuosi, irti, dettati da un'impulsività che non siamo riusciti a trattenere.
Quando giorni fa un grido, un boato esultante ha scosso la calma un po' pigra di un cortile da tempo immerso nella routine della vita scolastica, credo che ci siamo addentrati proprio in uno di questi
sentieri, che l'abbiamo fatto con la tenera inconsapevolezza che avvolge la nostra età.
Buona parte l'hanno senz'altro avuta discorsi accattivanti, persuasivi, certo non tipici di una generazione adolescenziale e che forse proprio per questo hanno avuto un così ampio riscontro. Devo ammettere l'eccezionalità dell'esaltazione susseguitasi a un acceso quanto coinvolgente dibattito che tra i
molti sentimenti contrastanti che infuriavano gli animi degli astanti è stata indubbia protagonista.
E così quel corteo di centinaia di studenti, una schiera disordinata e schiamazzante che ha avuto il
merito di dipingere sorrisi inconsapevoli sui volti dei passanti, ha lasciato il cortile della succursale, diretto a vele spiegate verso l'occupazione dell'edificio centrale del liceo, con il trasporto e la gioiosità
dei bambini a carnevale, ma anche con la ferrea volontà di abili calcolatori.
In tanti, dinanzi al portone, hanno assunto una loro linea di pensiero, di azione, una linea che senza
dubbio ha colpito per la sua compattezza e determinazione; quelle persone si sono forse sentite parte
di un tutto, indispensabili ma circondati da ideali simili, e questo è bello a prescindere dall'etica che
vogliamo attribuire a questa occupazione.
In questi pochi giorni ho cambiato opinione più di una volta, o meglio ho cambiato alcune sfaccettature di un pensiero che resta comunque ancorato ad un'idea di fondo. Non posso negare di voler
mantenere un certo distacco e forse sì, anche di partire in qualche modo prevenuta nei confronti di
una forma di protesta come può essere un'occupazione; al di là dell'atto in sé, che per definizione
rompe il quadro della legalità e costituisce di fatto una violenza, è una manifestazione fine a se stessa,
che succhia come un parassita l'entusiasmo e la voglia di mettersi in gioco che i partecipati vi riversano. È secondo me destinata a esaurirsi, a sgonfiarsi nell'arco di pochi giorni, lasciando dietro di sé un
senso di pietosa frustrazione e impotenza, che davvero sono il corrosivo più potente della speranza.
Tuttavia c'è da dire che a questo fenomeno hanno aderito in massa altre scuole, altre realtà che si
muovono con sincronia perfetta, volte al raggiungimento del medesimo fine.
Perché in questi corridoi battuti dal passo svogliato degli studenti, non si respirano rabbia né accanimento; certamente disorganizzazione, ingenue speranze, timori di aspettative deluse, di risultati inconcludenti, ma sanno anche di un futuro incerto, ancora assopito nel calore del dubbio, e soprattutto della volontà di costruirselo, questo avvenire. Una volontà, una determinazione che unisce teste
diverse che, rompendo le rigide barriere che una società come la nostra è incline a creare, si ritrovano a lavorare insieme e, fatto ben più importante, a crederci. E questa è indiscutibilmente una cosa
meravigliosa, che va oltre i soliti slogan abusati, i megafoni nei cortili e quelle maschere di rivoluzionari
dietro cui ci siamo nascosti, ed è forse l'unica che mi sento davvero di condividere.
Per il resto, credo fermamente nella validità e nell'efficacia della protesta, ma certo conseguita con altri
mezzi; di proposte ce ne sono state, pronunciate da ragazzi decisi come da professori fiduciosi, ma
sono andate incontro a un rifiuto o più probabilmente a una mancata disponibilità all’ascolto. La scelta che ne è conseguita è di fatto espressione di una comunità, di una realtà che di spazio a compromessi ne lascia davvero poco. Tuttavia nella vita bisogna anche saper capire dove è bene finirla con
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l'orgoglio e intraprendere il cammino della ragionevolezza: tornare sui propri passi non è assolutamente segno di debolezza, anzi sintomo di maturità e consapevolezza di sé.
Un problema come quello che stiamo fronteggiando non riguarda esclusivamente noi studenti, ma
anche il corpo docente e tutto il personale a lavoro nella scuola e come tale è secondo me sbagliato
o quanto meno riduttivo affrontarlo adottando un provvedimento così limitato alla nostra sfera come
è un'occupazione. Al di là del fatto che una politica più conciliante avrebbe permesso una preziosa
collaborazione con gli insegnanti, dando quindi un'immagine più seria e responsabile della realtà scolastica, sarebbe stata una lotta ammirabile in quanto tale, in quanto volontà di non sottomettersi e al
contempo di non sottomettere un altro.
Ad ogni modo, “the show must go on” dice una famosa canzone; e così anche noi, ma sempre col
timore che un'improvvisa folata di vento distrugga quell'instabile e traballante castello di carte, lasciandosi alle spalle solo un gran senso di pesantezza e sterilità.
“Dall'ingenuità possono nascere dei piccoli miracoli, o anche delle grandi stronzate” ci dice Fabrizio
de André; non resta che da sperare.
OCCUPAZIONE:
Perché si
di Mariaflora Siciliano
Io sono favorevole all'occupazione, e all'assemblea di sabato 11 ottobre mi sono alzata in piedi insieme a varie centinaia di persone per votare a favore. Ma non ho votato SI solo perché è illegale e
quindi è "ganzo" farla, o perché così posso dire di aver partecipato almeno una volta in vita mia ad
un così esplicito rovesciamento dell'ordine scolastico,o ancora perché mi va di “scialarla” e basta.
Io CREDO nell'occupazione perché non appartengo ad una famiglia socialmente e economicamente agiata, perché i miei genitori sono dipendenti statali, perché il mondo ( e l'Italia) fa già schifo
così com'è e non servono decreti che rovinino la scuola pubblica italiana, perché ci sono già abbastanza disoccupati a giro, e anche troppi minorenni che non vanno a scuola, vittime di questo sistema che fa acqua da tutte le parti; e soprattutto perché sono seriamente preoccupata per il mio futuro.
Io non so quanti di voi possano dire di sapere,almeno per grandi linee, che cosa ci sia nel decreto
Gelmini, ma sinceramente non vedo l'utilità nel rimanere mattinate intere in aula a parlarne con i
professori, che peraltro sono in maggioranza contrari alla suddetta. Sì, è vero, la didattica è sospesa e questo comporta un rallentamento nello svolgimento dei programmi, ma se non ci fossimo
"ribellati" alla Scuola in sé, che senso avrebbe avuto l'autogestione? Sarebbe stato come se avessimo voluto che il decreto fosse approvato, e intanto ne avremmo solo chiacchierato! Secondo me,
come studenti, questo è l'unico modo per far sì che le cose vadano come vogliamo Noi...o almeno
per cercare che questo avvenga.
Per quanto riguarda il rapporto gente pro-occupazione/gente attiva e partecipe ad essa, sono in
parte delusa, ma alla fine dalla grande massa di “castelnuovini” completamente disinteressati a
tutto non ci si poteva aspettare altro...In pochi sanno che domenica pomeriggio, durante l'organizzazione dell'occupazione della sede, ci si chiedeva che fine avessero fatto quelle centinaia di studenti di cui parlavo prima, e il fatto che la maggioranza dei presenti avesse votato l'autogestione, e che
fossero lì solo perché sembrava loro giusto esserci, di certo non ci fa onore. È triste sapere che molti
non ci credono veramente, ma io rivoterei Sì, con la speranza che il Ministro Gelmini inizi finalmente a ragionare...
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di Filippo Cosi
Un boato assordante proveniente da una folla di persone aizzata da pochi demagoghi, una reazione di panico per la salvaguardia di laboratori e strutture da parte di
molti professori. In questo modo è cominciata l'occupazione che da pochi giorni a
questa parte stiamo vivendo al Castelnuovo. Spiegare precisamente cosa sia successo in queste 100-120 ore passate all'interno degli edifici scolastici risulterebbe alquanto complicato e soprattutto lungo; quindi l'intenzione è quella di trasmettere in
parte le impressioni di poche persone, quelle che contrarie a questa forma di protesta si sono ritrovate coinvolte in qualcosa che non potevano né volevano gestire. Io
sto parlando di coloro che hanno votato per l' “autogestione”, che avrebbero preferito vedere un diverso tipo di approccio nel comunicare i problemi degli studenti all'esterno. Ci si potrebbe chiedere perché non andasse loro bene l'occupazione? I motivi
sono molti. Innanzitutto provate ad immaginare il diverso impatto che una collaborazione con i professori avrebbe creato per i media e per il governo: una scuola che
protesta ma non cade nella trappola della Ministro, la quale, ora come ora, può benissimo ribadire le sue ragioni a favore della privatizzazione delle scuole. Avere questo vantaggio, cioè il potenziale appoggio dei professori, non è più una realtà che ci
appartiene: si è dissolto come una nuvoletta di fumo lasciata in balia del vento. Inoltre è costantemente presente l'enorme rischio che l'occupazione si trasformi in un'
”attività” fine a se stessa che invece di creare disagio porta soltanto un'illusoria settimana di vacanza in più per la maggior parte dei favorevoli ad essa, e reca danno
agli studenti stessi, costretti poi a recuperare un'intera settimana di scuola. Una cosa va però riconosciuta a questa forma di protesta: l'enorme impatto che essa ha e
la sua maggiore forza; punto facilmente contestabile considerando la durata che può
avere, non più di una settimana, poiché è destinata a consumarsi rapidamente in un
celere incendio di emozioni. La collaborazione con i professori, che continuiamo a
chiamare con il nome di “autogestione”, al contrario ha la possibilità mantenersi viva
per svariate settimane. A questo punto ci chiediamo quali possano essere le alternative per “farci sentire”... Una potrebbe essere quella che gli studenti dell'“Istituto
d'Arte” di porta Romana sono intenzionati ad attuare: un blocco totale del traffico
nello snodo stradale della piazza sulla quale si affaccia la loro scuola. Questa azione
non solo è assolutamente non violenta e breve (non più di un'ora), ma permette di
far arrivare il messaggio del problema a quelle persone che non hanno alcun interesse nelle riforme scolastiche e nell'istruzione in generale. Un'altra forma di denuncia
della decapitazione della pubblica istruzione potrebbe essere rappresentata da studenti con capacità linguistiche che possano scrivere a giornali esteri di Paesi europei
per esplicare la drammatica situazione italiana.
Con metodi del genere si può essere molto più efficaci e conseguire meno faticosamente i propri scopi. Con un'occupazione invece si incorre nell'enorme rischio di far
crollare quella fragilissima impalcatura di illusioni per rimanerne poi delusi, sfiniti e
con quell'amara sensazione giovanile di impotenza. Nonostante ciò però sembra che
la situazione stia volgendo al meglio, anche se spesso è stato toccato il limite di cedimento, e che con grandi fatiche noi stiamo conquistando qualcosa: una parte del
nostro futuro.
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DRAMMATURGIA CONTEMPORANEA
La Riforma Gelmini e l’Occupazione Fiorentina
di Francesco Calamai
Atto I
Da qualche parte. 2008. La Riforma si presenta, con lei la Gelmini, la Scuola, la Sanità.
Ministro Gelmini- Suvvia, or che son Ministro dell’Istruzione non mi resta altro che ministrare.
Scuola- Non dovrebbe invece insegnare?
Min.- Ma io non sono docente, sono solo donna in carriera.
Scuola- Allora perché sei ministro dell’Istruzione?
Min.- Non vorreste saperlo. Ma come potere unire la mia incapacità scolastica con il mio ingegno da coordinatrice lombarda del Popolo delle Libertà?
Scuola- Non voglio suggerire male, perché saprei che intendereste fischi per fiaschi e lanterne per lucciole.
Min.- Idea! Potrei unire alla scuola ciò che più in questo Paese si ama…
Scuola- Il calcio?
Min.- I soldi!!! Ma non posso dare i soldi alla scuola, o il Grande Capo perderà le staffe. Ci sono, toglierò
soldi alle scuole, ma non alcuni, tanti, TANTI!
Scuola- Vuole impoverirmi? Non ho già tanti problemi di mio? E che ne sarà dei docenti?
Min.- Ah, questi docenti mi hanno già rovinato la vita. Basta, li licenzio in massa!
Scuola- Ma non può così, di punto in bianco, e senza alcuna motivazione valida.
Min.- Diamine; avete ragione… allora…. Torneremo al maestro unico! Però anche così non basta… come
posso togliere altri lavoratori scolastici… Potrei eliminare i tecnici di laboratorio! Ma non basta che altro…
Scuola- Non guardare me, non ti dirò nulla.
Min.- Ecco! Potrei sopprimere le scuole con meno di 500 alunni e quelle delle comunità montane e delle
piccole isole.
Scuola- Ma non può metterlo in una riforma scolastica!
Min.- Diamine!... Però… Sanità! Sanità! Dove sei?
Sanità- Eccomi, eccomi. Che succede?
Min.- Ti riformiamo e poi mettiamo al tuo interno una riforma scolastica.
Sanità- Ma in Parlamento verrà fuori, e discuterete a lungo, e rimarrò ferma per tanto tempo a fermentare.
Min.- Chiederemo la fiducia!
Scuola- Ma sono metodi un poco tanto mafiosi!
Min.- Zitta tu! Non hai più potere in questo paese.
Atto II
Firenze. Ottobre 2008. Le Scuole di Firenze.
Scuole- Oggi, Sabato 10 Ottobre, scendiamo in piazza per iniziare la lotta contro la riforma Gelmini.
Castelnuovo- Ohibò, Dante, ci sarai anche tu alla manifestazione?
Dante- Ohibè, Castel, credo di no. C’è Greco e non posso mancare.
Capponi- Gemello Machiavelli, scenderemo in piazza ancora insieme?
Machiavelli- Certo, gemello Capponi, come sempre contro le ingiustizie scolastiche.
DaVinci- Pare ci aiutino anche le sorelle Università.
Saffi- Ed allora saremo in tanti!
Salvemini- Conquistiamo Piazza S.Marco, Via Cavour, e non riusciamo ad entrare tutti in Piazza SS. Annunziata.
Galileo- Avanziamo sempre uniti!
Gramsci- Gelmini, Gelmini, vaf-fan-culo!
Pascoli- We don’t need no education!
Michelangiolo- Ehi, mi vedo arrivare in contro il corteo! Quanta gente, quanti manifesti, quanti colori!
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Oh,oh! che fanno? Sfondano! Tentano di occuparmi!
Scuole- Giorno 11
Castelnuovo- Ecco, che da me hanno scelto per la linea di protesta dura: occupano!
Galileo- Pare che anche da me si occupi!
Michelangiolo- Io mi disoccupo! Faccio autogestione e pomeriggio controllato!
Scuole- Noi ci riuniamo in assemblea straordinaria per decidere che fare.
Giorno 13
Castelnuovo- Ah! Devo riprendermi! Devo continuare a protestare!
Pascoli- Non molleremo!
Machiavelli&Capponi- Tutti insieme per una lotta unita!
Michelangiolo- Altro che autogestione, qui protesto con tutte le mie forze!
Gramsci- Vieni giù, vieni giù; manifesta pure tu!
Salvemini- Contro la scuola dei padroni; 10,100,1000 manifestazioni.
Dante- Altro che Greco, ora scendo in piazza; neanche Platone ci aveva la ragazza!
Saffi- Contro la scuola dell’obbedienza, unica condotta RESISTENZA!
Le scuole se ne vanno, ma presto ritorneranno.
Atto III
Firenze. 13 Ottobre 2008. Fiaccolata con professori, universitari, studenti e famiglie.
Ventimila persone da tutta Toscana, vengono e si mescolano in piazza; tutti insieme al di fuori della scuola, al di
fuori dei giudizi, dei pregiudizi, dei voti, delle simpatie ed antipatie, della lavagna e della cattedra, del gesso su di
esse, delle ricreazioni e le nuvole di fumo. Tutti insieme marciano per un domani migliore, per un’idea utopica,
forse, ma con quel senso di unione che ti spinge a credere in grandi cose.Come un lungo serpente che sembra non
avere mai fine, sfilano le scuole per le vie di Firenze, giù fino Piazza Duomo e ancora di più sino ad arrivare sotto
Palazzo Vecchio, accompagnati dai tamburi e movimentati dai balli, tutti insieme professori e studenti, ognuno
con il suo striscione, tutti contro la Riforma.
Scuola- Guardi, non pare che abbia fatto un grande lavoro.
Min.- Sono solo ragazzi, sempre con la voglia di non andare a scuola, di saltare giorni di studio e di fare baldoria…
Scuola- Ed i professori? Anche loro “sono solo ragazzi, sempre con la voglia di non andare a scuola, di saltare giorni di studio e di fare baldoria…”?
Min.- Avevo detto di finirla con questa storia dei docenti! Insomma, non posso mica far privatizzare le università attraverso escamotage economici per farle comprare da amici del Grande Capo, così da avere fra meno di vent’anni una schiera di fedeli riproduzioni umane del pensiero berlusconiano!
Scuola- Lo ammetta che oramai ha perso…
Min.- No! Abbiamo una maggioranza parlamentare e una certa bravura nel fregarcene di ciò che il popolo
richiede… Non sono ancora stata sconfitta… Commetteranno un errore! Finirà questa occupazione!
Scuola- Come può non accorgersi di quello che sta succedendo?… Come può accorgersi solo di inezie e
non capire che le sue riforme vanno bene per lei che ha finito la scuola e non per chi la sta facendo?
Min.- Ma io sto portando avanti un piano di azione che avrà il suo massimo compimento tra anni… Io sono
colei che potrebbe portare l’Italia ad un cambiamento radicale basato sull’ignoranza… e neanche capisco
quello che dico.
Scuola- Credo che oramai sia stato detto tutto e siano stati svelati gli oscuri piani di conquista scolastica. Resta soltanto alle scuole decidere come far finire questo film ridicolo…
Atto Finale
CastelnuovoWe don’t need no education
SalveminiWe don’t need no thought control
GramsciNo dark sarcasm in the classroom
GalileiTeachers leave them kids alone
Machievelli&Capponi- Hey, teachers leave them kids alone
ScuoleAll in all it’s just another brick in the wall
CorteoAll in all you’re just another brick in the wall.
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COSA PENSANO AI “PIANI ALTI”:
Intervista ai professori
di Cecilia della Santa e Margherita Mori
In occasione dell’occupazione delle scuole superiori di tutta Firenze ( e anche di tutta Italia) contro la
riforma Gelmini, abbiamo deciso di chiedere l’opinione dei nostri docenti. Dopo una lunga ricerca dei
professori nei pressi della sede, solo tre di loro hanno potuto rispondere alle nostre domande.
1) Se lei fosse uno/una studente/studentessa, sarebbe stato/a favorevole all’occupazione?
Prof.ssa Capaccioli: « Non lo so…il problema è che negli ultimi tempi queste occupazioni sono state
qualcosa senza avere niente dietro. Per esempio io sono stata tanti anni al Gramsci, ogni anno a Novembre era il momento in cui si faceva questa “festa”. Ora per la prima volta c’è dietro una qualche
motivazione che abbia significato, con dietro una consapevolezza diversa.»
Prof.ssa Bocchietti: « Beh l’avrei presa in considerazione.. non avrei scartato a priori l’ipotesi…se fossi
stata una studentessa ci avrei pensato.»
Prof. Pupi:« Mah, l’occupazione di per se tout court no, sarei stato più contento se aveste occupato,
ma permettendo di fare lezioni anche diverse dal solito, perché è un atto un po’ esclusivo, che non
coinvolge la parte docente. Quando si sfiora l’illegalità, i professori non possono permettersi quello
che si permettono i ragazzi.»
2) Un decreto legge è lo strumento corretto per fare una riforma scolastica?
Prof.ssa Capaccioli: «Corretto no.. sicuramente è un modo di procedere più comodo, ormai consolidato da coloro che devono prendere velocemente le decisioni sapendo che comunque c’è una maggioranza forte.»
Prof.ssa Bocchietti: «Penso di no….»
Prof. Pupi: « Assolutamente no, sono d’accordo con voi.»
3) Per lei il decreto viene incontro ad alcuni problemi della scuola, se no, quali sono i veri problemi
della scuola? Se si, quali risolverebbe?
Prof.ssa Capaccioli: «Non penso, perché non ci crede nemmeno chi l’ha scritto. Infatti i veri problemi
sono molti, ma sono complessi e difficili da affrontare, quindi nessuno ha la voglia, la capacità e
l’interesse di metterci mano in modo approfondito.. non solo ora la Gelmini, che è stata messa lì al
servizio del ministro delle Finanze che le dice cosa fare, ma anche negli ultimi anni.»
Prof.ssa Bocchietti: «Sì, concordo... Per esempio il maestro unico è chiaramente più economico di due
maestri, senza tenere conto che comunque ne va di mezzo la qualità..»
Prof. Pupi: « Per quel poco che ho visto dalla stampa, forse risolve alcune questioni del liceo scientifico,
ma questo sta minacciando tutto il processo dell’istruzione, che è stato rivisto pesantemente con un
decreto legge, perchè minaccia la democrazia stessa. È pericoloso il modo in cui si sta facendo questa
riforma: il grembiulino, il voto in condotta… sono soltanto degli slogan, che segnalano un impoverimento della discussione e quindi anche della democrazia. »
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4) Cosa pensate dei tagli alle ricerche delle università?
Prof.ssa Capaccioli: « Anche lì è chiaro, che bisogna pensare?! Tutto è una sciocchezza, non c’è mica
dietro una strategia... Io penso che vengano fatti dei tagli così, velocemente... nelle cose in cui è più
facile.»
Prof.ssa Bocchietti: «… o comunque dietro c’è una strategia che vuole abbassare il livello (NDA:
dell’istruzione?)…Si laurea solo chi può pagarsi la retta della Bocconi.»
Prof. Pupi: « Anche questo è una cosa unica in Europa. In tutta Europa si sta cercando di incentivare
la ricerca, perché se si ha la possibilità di espandersi economicamente è rinnovando i prodotti con
essa.»
5) Pensate che gli studenti debbano avere voce in capitolo?
Prof.ssa Capaccioli: «Gli studenti delle superiori sicuramente, certo quelli delle elementari e della materna no…»
Prof.ssa Bocchietti: «Ma certo!!»
Prof. Pupi «Assolutamente si, assolutamente si.»
6) L’occupazione è una forma di contestazione costruttiva?
Prof.ssa Capaccioli: « Anche questo, ecco ho dei dubbi. Quando c’è stata la rete degli studenti, che
per un po’ ha funzionato, ci sono stati molti contatti tra di loro, confronti ed esperienze tra licei lontani.»
Prof.ssa Bocchietti: «Non ha mai dimostrato di esserlo. Ci sono altre forme di contestazione, per esempio l’autogestione o comunque una ricerca di dialogo; Infatti si può parlare delle cose, non è che la
scuola sia un luogo solo dove uno si deve istruire sui libri di testo e sulla disciplina che viene insegnata… non credo ci sia una chiusura, una mancanza di dialogo da parte del mondo degli adulti, o comunque dei docenti. Sono problemi che riguardano anche noi, non solo gli studenti. Forse il desiderio di condividere certe preoccupazioni ci sarebbe, ma sempre nella legalità, in modo democratico.»
Prof. Pupi: «Questo sta a voi dimostrarlo, cercando di coinvolgere anche la parte docente, quindi
mantenendo un certo grado di legalità.. Già l’occupazione è un atto illegittimo.. fosse stata
un’autogestione sarebbe stato diverso, molto più gestibile e avrebbe coinvolto anche i docenti. Questo puntare sull’occupazione tout court non è un buon segnale come inizio.»
7) Il 30 ottobre ci sarà la manifestazione (sciopero) degli insegnanti delle scuole e delle università,
pensa di prendervi parte?
Prof.ssa Capaccioli: «Penso di si.»
Prof.ssa Bocchietti: «Anche io penso di si…ma si vedrà come si evolvono le cose.»
Prof. Pupi: «Sì, certo.»
8) Lottare contro questa legge è interesse comune degli studenti e dei professori, quindi se l’unione
fa la forza, in che modo si potrebbe trovare una soluzione comune?
Prof.ssa Bocchietti: «Adesso per esempio una cosa che possiamo far noi e potete fare voi è aderire alla
mail che si può scrivere a Napolitano dicendo di non firmare il decreto, in modo che non ci piovan
sempre le cose dall’alto, senza neanche interpellarci.»
Prof.ssa Capaccioli: «Sono d’accordo.»
Prof. Pupi: «La soluzione comune è quella di produrre una discussione, un dibattito, dei documenti
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che poi possano essere inviati alle istituzioni. L’occupazione deve servire a elaborare un progetto che
possa poi essere portato all’esterno.»
9) Cosa pensa della proposta di adottare libri scolastici per un quinquennio presente nella riforma?
Prof.ssa Capaccioli: «I libri di testo in Italia sono gestiti molto male dalla case editrici, che hanno troppo
potere di fare e disfare, siccome non è così negli altri paesi d’Europa, qui qualcosa bisognerebbe fare..
finora è stata lasciata troppa libertà alle case editrici.»
Prof.ssa Bocchietti: «Io come genitore sarei quasi favorevole. Da qualche parte va risparmiato, è
un’esigenza. Siamo arrivati al punto che un fratello non può passare i libri a quello minore, è
un’esagerazione.»
Prof. Pupi: «Mah, su questo io sono abbastanza d’accordo, perché spesso i progetti editoriali sono
molto costosi, infatti solitamente quello che cambia nelle edizioni sono elementi marginali e quindi
viene rinnovata l’edizione impedendo di ereditare il libro dal fratello maggiore. In molti paesi i libri
vengono depositati nelle scuole e a volte comprati da queste, in modo che gli studenti possano usufruirne e, nel caso in cui danneggiassero i libri, dovrebbero pagare per i danni arrecati.»
10) Quali sono i cambiamenti imposti da questo decreto più dannosi per la scuola pubblica?
Prof.ssa Capaccioli: «Penso che tocchi molto la scuola elementare.. mentre per la scuola superiore sono state fatte meno cose.»
Prof.ssa Bocchietti: «Ho visto il progetto della variazione del curriculum del liceo.. e della spartizione
del monte ore che a me personalmente non va bene, non trovo giusto che si faccia solo un’ora di
educazione fisica e di latino; viene un po’ snaturato il liceo come è sempre stato, ovvero una scuola
che ha tenuto, che tiene, ma che si può innovare.»
Prof. Pupi: «Il Più dannoso non si può sapere, perché non è stata ancora messa in atto la riforma, sicuramente nella scuola media superiore non so quali possano essere i danni... questa riforma è
nient’altro che la riforma Moratti riportata fuori. Secondo me, per esempio, la scuola elementare è un
modello per l’Europa.»
11) Pensa che il voto in condotta serva a mantenere la disciplina nelle scuole?
Prof.ssa Capaccioli: «Tutta questa pubblicità sul voto in condotta è stata fatta dalla stampa senza nessuna consapevolezza… il voto in condotta ce l’abbiamo sempre avuto..»
Prof.ssa Bocchietti: «…Però alle elementari avevano solo un giudizio sul comportamento che poteva
essere adeguato o non adeguato.»
Prof. Pupi: « Questo è un punto dolens.. il voto in condotta può essere un deterrente, può servire a
togliersi tante castagne dal fuoco; per esempio può essere utile per mitigare il comportamento degli
studenti che in alcuni casi hanno comportamenti troppo scorretti.»
PS: molti di voi, si saranno chiesti cosa voglia dire tout court…ecco a voi la definizione:
“In francese significa in breve, in sintesi. L’espressione completa é dit tout court o je`m esprime
tout court. A volte è utilizzato anche come sinonimo di semplicemente, ma è più raro.”
NDA: Abbiamo cercato di riportare esattamente ciò che hanno detto gli insegnanti, abbiamo fatto il
possibile.
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Diritto alla distruzione
di Chiara Mugnai
In questi giorni di grande fermento, la maggior parte degli studenti è troppo occupata per concedere interviste, perciò ho pensato di lasciarli agire mentre io li osservavo, per poi stilarne un ironico
bestiario. Cominciamo con i...
Dormienti caffeinomani
Sono quelli più presi dall‟occupazione: bevono, mangiano, e dormono a scuola, anche se molto poco. Li vedete girare con gli occhi iniettati di sangue, con l‟aria eroica che proclama fieramente: «Io
ho passato la notte a scuola: ho dormito 3 ore ma è tutto per una buona causa!». Hanno riposato su
marmorei pavimenti e spesso per sopravvivere si sono iniettati barili di caffè in vena, per questo
sono esagitati e idrofobi. Non sareste stupiti di sentirli dichiarare «La fine del mondo è vicina!» tanto vacuo è lo sguardo che sfoggiano la mattina, magari accompagnato da una preoccupante afonia.
Solitamente si aggregano al gruppetto dei...
Microfonari sbraitanti
Durante le assemblee capita di notare questi individui assiepati nei dintorni dell‟amplificatore: il
loro compito è quello di prevenire il malfunzionamento del microfono, riattaccare la dispettosa spina (che si stacca sempre nel momento più inopportuno), e sacrificarsi per la comunità beccandosi
l‟audio a 200 decibel nelle orecchie. La mansione più importante è però quella di intervenire nei
momenti di crisi dell‟assemblea. Il loro piano d‟azione solitamente consiste nello strappare di mano
il microfono al relatore e redarguire gli studenti: «Ragazzi, in fondo: non ve ne andate! State seduti
e zitti! Se non vi interessa andatevene!» (frase controversa e poco convincente che non fa certo desistere dall‟andarsene i fantasmini col casco –si veda sotto-); nei casi in cui il microfono non funzioni,
i microfonari impiegano le loro poderose corde vocali per comunicare con gli studenti, i quali talvolta possono essere più disposti ad ascoltarli che se avessero il microfono.
Fantasmini col casco
Li vedete nel giardino con lo sguardo perso nel vuoto, ai margini delle assemblee, con l‟aria di chiedersi «Cosa l‟ho votata a fare l‟occupazione se poi mi sorbisco pure „ste chiacchiere?» Quasi tutti
stanno in piedi, e la totalità ha un casco in mano (come sapete il più diffuso è il momo design) come
per dire «Cosa credi, io sono qui per dare un‟occhiata: due minuti e riparto alla ventura!». Non partecipano alle assemblee se non come figuranti che a turno abbandonano la loro postazione in fondo
al pubblico per tornarsene sconsolati a casa: pensano ai loro amici scansafatiche rimasti a dormire,
perché avevano capito da subito che venendo a scuola si sarebbero annoiati ad ascoltare i...
Relatori incerti
Questi personaggi hanno un animo gentile votato al sacrificio in favore della comunità: per questo
si preparano ad esporre argomenti durante le assemblee, con risultati, ahimè, scadenti. Certo è che
il tema in chiarezza non aiuta, e così i poveretti si ritrovano a non saper bene che dire ad un pubblico esigente e piuttosto annoiato. A ciò unite una totale incapacità di parlare con le labbra vicine al
microfono (il che provoca sovente l‟alzarsi di un coro lamentoso: «Un si sentee!! La vocee!!») e avrete un piccolo disastro, se non fosse per il pronto intervento degli...
Agitatori di folle
Li si riconosce durante i dibattiti che precedono le votazioni, perché i loro interventi ottengono un
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gran numero di voti in favore dell‟idea che sostengono.
Durante le assemblee fanno da spalla ai sullodati relatori, e ne rappresentano un po‟ il rovescio della medaglia: magari sono meno informati dei compagni, ma più abili in retorica, e soprattutto hanno più carisma. In effetti a pensarci bene questi tipi di retorica ho paura che non ne sappiano molto:
i loro sermoni si basano piuttosto sulle nuove regole per ottenere audience, tra cui spicca il turpiloquio. Dal loro esempio impariamo che i c***i sono un ottimo modo per destare l‟attenzione.
Aspiranti machi
Ora che ho ottenuto la vostra attenzione passo a parlarvi del gruppo che si è distinto per essere
l‟unico ad avere due postazioni: sede e succursale. Parlo di “quelli della sicurezza”, un‟élite di ragazzi che si sistema in luoghi strategici delle scuole e li piantona per controllare che non ci siano
guai. Li vedete appostati tra quelle trincee di banchi in equilibrio precario, con le facce un po‟ imbronciate mentre chiacchierano pigramente. Alcuni sono abbastanza energumeni per prendersela
con chi casomai sgarrasse, altri invece sono dei piccoletti con manie di grandezza: comunque sia, li
ho anche visti giocare a carte, in pieno stile carcerieri.
Mendicanti affaristi
Costoro sono i personaggi che si celano dietro la scatolina di cartone con scritto “offerte” con la grafia traballante che adotterebbe un cieco extracomunitario che chiede elemosina (non so se rendo
l‟idea). Anch‟essi si trovano in entrambe le scuole, ma non sono un gruppo riconosciuto dal sacro
foglio dei “gruppi di lavoro”. Spesso svolgono sia la funzione di omino che fa firmare chi entra e
chi esce, sia quella di richiedente di offerte. Ve ne sono anche al cancello della succursale e pretendono una specie di pedaggio. Forse non lo immaginate ma chiedere offerte frutta un bel po‟ di
quattrini, che poi vengono reinvestiti per comprare azioni in borsa (pessimo affare di questi tempi),
nel traffico di sigarette e droghe, e nelle corse dei cavalli; infine hanno deciso che gli spicciolini verranno fusi per creare una statua in onore di Guido Castelnuovo.
Bisbiglianti delusi
Questa categoria è formata da anime in pena che, contrarie all‟occupazione dall‟inizio o dopo una
conversione, vagano tra le due sedi curiosando e cercando comunque di dare un contributo. Si ritrovano in sette segrete nelle aule abbandonate, seggono sulle tre o quattro sedie disponibili (io non
ho capito che fine hanno fatto banchi e sedie da quando è iniziata l‟occupazione), si guardano nelle
palle degli occhi, dichiarano il loro biasimo per l‟occupazione e si chiedono quando e quanto male
finirà quest‟avventura. Quando si muovono per i corridoi lo fanno a passo svelto, rifuggendo la luce e strisciando contro i muri, fino a che, piuttosto infastiditi, i loro passi incrociano quelli dei...
Custodi mancati
Gli ultimi di cui vi voglio parlare sono un gruppetto di volenterosi che hanno deciso di aiutare la
comunità pulendo i pavimenti. Armati di fedeli scopa e cencio, si destreggiano nel vorticoso passaggio dei compagni, che non sembrano intenzionati a fermarsi davanti ad un cumulo di polvere o
a un pavimento umido. Questi baldi giovini spazzano fin dietro gli zaini e i sacchi a pelo accatastati
sotto i banchi e trovano di tutto; tra i reperti più significativi (oltre ai chili di polvere) ricordiamo:
un orsetto gommoso rosso indurito dal tempo (lo giuro), una dozzina di biglietti dell‟Ataf, alcuni
orecchini persi negli anni dalle ragazze (che sono andati a rimpolpare le casse delle offerte), un paio
di fischietti sbausciosi del professore di Educazione Fisica, e una bomba non innescata della seconda guerra mondiale. Non volevo citare gli ectoplasmi del fantasma di Castelnuovo che si trovano
negli angoli bui perché probabilmente tutti li avete già visti e ne conoscete la storia...
Tutto ciò che ho scritto è frutto della mia immaginazione, ogni riferimento a fatti o persone reali è
puramente casuale.
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di Claudio Falchetti
MAESTRA D'ASILO Per il gusto di occuparle.
PLATONE Per raggiungere un bene più grande.
ARISTOTELE E’ nella natura degli studenti occupare le scuole.
KARL MARX Era inevitabile dal punto di vista storico.
RONALD REAGAN Non me lo ricordo.
CAPITANO KIRK Per occupare ciò che nessuno studente aveva mai occupato prima.
IPPOCRATE A causa di un eccesso di flemma nel loro pancreas.
MARTIN LUTHER KING Io prevedo un mondo dove tutti gli studenti saranno liberi di occupare ogni scuola senza avere nessun motivo.
MOSE' E Dio scese dal cielo e disse agli studenti: “Voi occuperete le scuole”.
MACHIAVELLI Il punto e' che gli studenti hanno occupato le scuole. A chi interessa perché? Il
fine di occupare le scuole giustifica ampiamente qualunque motivo ci fosse stato.
JEAN-PIERRE RAFFARIN Gli studenti non hanno ancora occupato le scuole, ma il governo ci
sta lavorando.
RICHARD M. NIXON Gli studenti non hanno occupato le scuole, lo ripeto, gli studenti non
hanno MAI occupato le scuole.
STALIN Gli studenti dovranno essere fucilati sul campo, così come tutti i testimoni della scena e
altre 10 persone prese a caso, per non aver impedito questo atto sovversivo.
BILL GATES Ho appena lanciato sul mercato la nuova release "Student Office 2000" che non
solo occuperà le scuole, ma farà anche gli esercizi per casa, archivierà i vostri documenti importanti ed equilibrerà il vostro checkbook.
FREUD Il fatto che tu sia soprattutto interessato al fatto che gli studenti occupino le scuole, sottolinea la tua insicurezza sessuale.
DARWIN Gli studenti per lunghissimi periodi di tempo sono stati così selezionati naturalmente,
dato che non sono geneticamente predisposti ad occupare le scuole.
EINSTEIN Se gli studenti occupano le scuole o se sono le scuole ad attirare gli studenti, dipende
dal vostro sistema di riferimento.
BUDDHA Il porre questa domanda nega la natura stessa di studente.
ERNEST HEMINGWAY Per morire.
MALCOM X La scuola, vedete, rappresenta l'uomo negro. Gli studenti occupano l'uomo negro
per calpestarlo e tenerlo sotto.
IL CONSULENTE La 'deregulation' della scuola degli studenti stava minacciando la loro posizione dominante di mercato. Gli studenti sono stati quindi portati a sfide significative per creare e
sviluppare le competenze richieste per il mercato recentemente competitivo.
BILL CLINTON Giuro sulla costituzione che non c'è stato niente fra me e questi studenti.
FORREST GUMP Occupate studenti, occupate!!!
GLI STUDENTI Ma che vi fate i cazzi vostri?
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Attualità
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La nostra situazione
di Vladislav - collaboratore esterno
Il 6 agosto scorso il Parlamento Italiano ha convertito in legge 133 il decreto 112/08. Se non
fosse stato per la protesta dei grembiuli e del maestro unico quasi non si sarebbe parlato di un
altro importante tema collegato: alcuni degli articoli riguardano l'Università. Peccato che comportano tutt'altro che sviluppo e benessere. E’ evidente che la situazione universitaria italiana non è
sana, bisogna intervenire con delle riforme ampie, non solo con penalizzazioni economiche che
colpiscono tutti senza distinzioni né di merito né di forma. Bisogna stabilire e soprattutto applicare criteri per valutare l'efficienza ed i risultati del lavoro dei professori, dei ricercatori, delle facoltà
e degli atenei. Scoraggiare e punire coloro che non lavorano o non adempiono pienamente agli
obblighi. In tale quadro di innovazione e riforma sono accettabili anche tagli per ridurre gli sprechi.
Senza novità di contenuto sono dannose la riduzione dei fondi (500 milioni in meno in tre anni)
in una situazione già di deficit di bilancio per molte università, il blocco del turn over del personale (ogni 5 pensionamenti ci sarà, forse, un'assunzione) e la possibilità per gli atenei che non riuscissero ad andare avanti con i fondi pubblici di diventare fondazioni private. Ciò implica non solo
che le tasse di iscrizione potranno sfondare il tetto massimo attuale (fino a 10 volte, negli USA si
paga spesso più di 30 mila dollari all’anno), ma anche una subordinazione “dell'alta formazione”
a finanziamenti legati solo a logiche di mercato (ovvero la morte della ricerca libera e di quei settori a resa non immediata). Queste norme, promosse in nome dello snellimento dei bilanci per
porre un freno agli sprechi e migliorare la qualità dell'insegnamento, non raggiungeranno sicuramente questi obiettivi.
Per gli studenti di oggi e domani si impoverirà la scelta didattica, solo a Firenze nella facoltà di
Scienze sono scoperti 150 corsi tenuti dai ricercatori, che oggi protestano contro questo sconvolgimento, rendendosi conto semplicemente che fra 2 anni non ci sarà personale docente sufficiente per coprire i corsi obbligatori garantiti nell'offerta formativa di ogni Università. Molti corsi di laurea potrebbero scomparire, soprattutto le specialistiche. Solo questo sarebbe motivo sufficiente
da parte di ogni studente per richiedere, a diritto, la restituzione delle tasse pagate al rettore, con
ulteriori ripercussioni sul bilancio dell'ateneo. E poco tempo dopo questo problema colpirà anche
le altre facoltà in tutto il nostro paese.
Inoltre, a causa del blocco del turn over, i neolaureati avranno la porta sbarrata per una carriera di ricerca o insegnamento e gli attuali ricercatori e precari dovranno dire addio a ogni prospettiva di carriera universitaria nel nostro paese. Il tanto discusso problema della fuga dei cervelli non
sarà certo risolto, anzi andrà aggravandosi. Sarebbe giusto calcolare i danni che queste scelte
produrranno, a partire dai brevetti ottenuti all'estero da ricercatori italiani e la mancata opportunità di sviluppo industriale e tecnologico. (Probabilmente saranno maggiori del risparmio ottenuto
nel bilancio dello stato oggi.) Ma anche se non fosse così, in paesi come la Francia o la Germania
in periodo di crisi si investe nella ricerca e nell'istruzione, non certo la si affonda.
Quale alternativa alla graduale scomparsa della ricerca e in prospettiva dell'alta formazione?
Privatizzare gli atenei? Oggi quelli indebitati, domani forse tutti? Ci saranno allora Università di
serie A e altre di serie B e questo processo non favorirà la meritocrazia, ma renderà la formazione
di “alto livello” un privilegio concesso a pochi facoltosi, capaci di sborsare somme non più controllate dallo stato. Lo studio non sarà più un diritto. Ma quali privati potrebbero essere interessati ad
investire nelle Università se fino ad oggi si parla di scarsi investimenti industriali nella ricerca entro le mura stesse delle aziende? Figuriamoci per quella a lungo termine e dai benefici non immediatamente evidenti. Oggi si va in Cina per produrre a basso costo e si investe in ciò che paga velocemente, ma la storia insegna che i più grandi progressi sono nati quasi casualmente da progetti che non presagivano nessun miracolo. Così è nata la penicillina ed il transistor. E se un do-
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Attualità
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mani ci rendessimo conto dell'errore che stiamo facendo, ci vorrebbero decenni per ricreare una
struttura funzionante e consona alla tradizione italiana, certamente diversa dal modello angloamericano proposto.
Queste considerazioni non vogliono quindi essere solo una critica distruttiva. Gli articoli citati di
questa legge vanno eliminati e bisogna fare riforme più profonde. Ma soprattutto oggi bisogna
cambiare mentalità e cominciare a risolvere i problemi, mettendo a volte anche da parte divisioni
politiche per avere un futuro comune e migliore.
EL FUEGO DELLA DEMOCRAZIA
Cronache di una fiaccolata
di Gianluca Facchini
Eppure, questo tipo di mobilitazione rimane il più bello. Alcuni avvertivano dopo una spossante giornata di discussioni rinascere la speranza. A volte la protesta è vuota, fine a se
stessa. A volte è uno sfogo di pressioni a lungo sopite. Ma quella notte, lo spirito, il sentimento dominante era fratellanza, un'unione ritrovata e tangibile dopo molti giorni di
smarrimento e rabbia in cui tante persone erano immerse. Ancora ci si stupisce di queste
vampate di attivismo democratico. E se per la democrazia è fondamentale che questo impegno civile venga coltivato, troppo spesso viene disperso o assorbito dalla routine. Attenzione, non è un caso che questo corteo sia sfociato in Piazza della Signoria: in una piazza
così aperta, così ateniese. In una piazza simbolo sì del potere, ma restituito ai cittadini.
Purtroppo non tutte queste mobilitazioni assumono un carattere pacifico, e anche se non
violente sono governate dalla ra
bbia. Diventa facile, giocando su questo tipo di emozioni, incanalarle in un movimento populista. In montagna si dice che la via più breve è la via più lunga. Infatti quasi mai il "tutto e
subito" dà dei risultati, a volte è anzi controproducente. Eppure paradossalmente i risultati non interessano a chi guida e gestisce questo tipo di proteste, e neanche a chi manifesta e ne ha il motivo. Ma rimane uno sfogo,pericoloso addirittura,sterile. L’alternativa è
l’apatia? L’altro giorno, in quella sorta di tempio della laicità a cielo aperto, non è successo
niente di tutto questo. Avveniva anzi uno strano rito; e se questa settimana molto del Castelnuovo è stato assorbito dall'occupazione dedicandole la maggior parte del tempo, abbiamo visto quanto questi giorni siano stati impegnativi, nonostante ci fossimo concentrati
solo su un tema; e molte altre faccende che ugualmente avrebbero meritato la stessa mobilitazione -di ieri le classi/ghetto per gli immigrati-, non sono state neanche citate, oscurate dalla stella della Gelmini. Purtroppo è impensabile che la partecipazione si estenda a
tutti i temi che riguardano i nostri valori civili, ma dobbiamo essere consapevoli che tutto
fa parte del nostro ethos civico. In fondo è questo lo strano rito,abbiamo contribuito a
fondare la nostra polis.
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Attualità
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
di Francesco Talanti
Rieccoci! Un altro anno scolastico è iniziato e con esso anche il lavoro del DeGe e di conseguenza
il mio immancabile articolo. Per il primo articolo dell’ anno vorrei parlare di un argomento che a
me, e spero anche ad altri, sta molto a cuore: la giustizia, e precisamente di come sta venendo stravolta in questo paese, in un modo sempre più allarmante. Il nuovo governo è entrato in azione.. e
si è visto. Ed ecco una delle trovate di quelle argute menti strapagate che mi ha veramente lasciato
a bocca aperta: il Lodo Alfano. Esso consiste sostanzialmente nel far dare l’immunità giuridica
(ovvero il “non poter essere processato e la cancellazione di eventuali processi in corso”) alle 4 cariche più alte dello stato (presidente del consiglio, i due capi delle camere e il presidente della repubblica) per tutta la durata dei rispettivi mandati. Il motivo di questo Lodo Alfano è il “non rischiare di
destabilizzare lo stato”. Già la motivazione mi sembra molto futile, perché dare l’ immunità giuridica
a una persona vuol dire comunque tarpare un’ ala della giustizia. Poi si aggiunge il fatto che
(putacaso!) gli “immuni” in questione siano 3 su 4 stati processati e, per quanto riguarda il presidente del consiglio, sia tuttora (o almeno lo era finché non è stato introdotto il caro Lodo Alfano) in
fase processuale (e già questo ci dovrebbe far riflettere su come mai abbiamo 3 delle 4 cariche più
importanti dello stato processate, ma questa è un’ altra storia…). Ma il Lodo è passato sia alla Camera che al Senato, senza alcuna opposizione, con gli italiani stregati dalle parole del “cavaliere” e felici
di avere un paese destabilizzato. Peccato che gli stessi italiani, ammaliati, non si accorgano che il
paese è in crisi e oltretutto è delinquente. E la Costituzione? Tutti gli uomini non dovrebbero essere
uguali, come dice anche l’ articolo 3 della Costituzione Italiana (e comunque qui si va ben oltre
una carta costituzionale come può essere quella italiana o qualunque altra)? L’ uguaglianza di diritti? Come mai un cittadino comune, che sotto il sole fa il muratore e si spacca le nocche, se commette un qualsiasi reato viene processato regolarmente (come è giusto che sia) mentre le quattro
cariche più influenti nel mio paese non subiscono lo stesso trattamento?! Tralasciamo il fatto che
queste quattro cariche non dovrebbero neanche sapere cos’ è un reato, e che da questo Lodo si
nota un certo conflitto di interessi, tralasciamo anche il fatto che verrebbero processati NON REGOLARMENTE anche senza il Lodo Alfano (ma non solo le quattro cariche più importanti,anche
per un cravattaro raccomandato è lo stesso), tralasciamo tutte le ipotesi; non è giusto, punto e basta. E se non c’è uguaglianza non c’ è giustizia. E se non c’ è, è perché non è possibile che ci sia,
perché dal governo così è stato deciso, e la giustizia stessa niente può farci. Ma il Lodo Alfano è solo il principale degli attacchi indifendibili ad essa. Ogni giorno, con l’inserimento di qualche magistrato raccomandato e di conseguenza corrotto, viene sempre più annacquata. Sempre più schifezze, inciuci e merdate varie ci costringono a vivere senza sapere di poter contare su un organo
importantissimo come quello giuridico. Sempre più spazio ai soldi, sempre meno spazio alla verità.
Di conseguenza sempre meno informazione. Gli italiani non vedono e non sentono (o forse si tappano gli occhi e le orecchie, il che è molto differente!) e la criminalità ,e non sto parlando degli extracomunitari-italiani che rubano una confezione di biscotti e vengono uccisi, ma bensì di quella
organizzata o comunque “legalizzata”,la criminalità dilaga, a discapito di tutti, sia di chi prova ad
aprire gli occhi sia di chi se ne sta zitto e buono nella sua indifferenza. Poi è inutile lamentarsi, come
fa qualcuno, della giustizia se è costretta a non essere applicata secondo il volere di chi sta lassù a
guadagnare tanti tanti soldi fregandosene di tutto il resto.
Così mentre la popolarità di questo governo perfetto sale a massimi storici la giustizia muore, fra
magistrati corrotti e impossibilità di processare come da legge per volere statale. Bella, davvero bella cosa.
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Satira&Varie
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Mostra fotografica
I ragazzi, che l’anno scolastico scorso hanno partecipato
al corso di fotografia della nostra scuola, hanno allestito
una mostra che si terrà per una settimana a partire dal
25 ottobre in via San Zanobi all’Istituto Marangoni
(vicino a piazza Indipendenza).
Tutti gli studenti sono invitati ad andare a vedere i prodotti di un lungo ma soddisfacente lavoro.
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Satira&Varie
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Carissima, carissimo
di Chiara Mugnai
Carissima, carissimo
a nome di tutta la Redazione del Dege: in bocca al lupo per l’anno scolastico!
Questo incipit suonerà familiare a molti degli studenti che stanno leggendo, i quali si sono visti
recapitare a casa una missiva datata 8 settembre 2008 con carta intestata della Provincia di Firenze. Probabilmente nello scartare e leggere, questi studenti, come la sottoscritta, si saranno
ricordati per l’ennesima volta, e forse con un rinnovato brivido di stupore, quanto siamo tutti
irrimediabilmente schedati.
La lettera si presenta come un misto tra manoscritto e dattilografia, ed è firmata dal presidente
della Provincia Matteo Renzi, un uomo che lo scorso anno vidi di persona ad una premiazione di
matematica, e che ricordo vagamente per la sua affettata affabilità. Probabilmente dovremmo
credere che questa simpatica lettera sia stata scritta da lui, ma si vede che l’ingrato compito è
stato affidato ad un neanche tanto bravo ghostwriter: vi basti notare che passa dal rivolgersi ad
un gruppo , il “voi studenti”, ad un singolo, il “tu ragazzo”.. ti rendi conto che errore??
Un aspetto su cui il ghostwriter non si imbroglia è il riuscire a mantenere il tono da “amico dei
giovani” che viene sbandierato come traccia da seguire dal mellifluo saluto del Renzi: “ In bocca
al lupo di cuore!”.
C’è da dire che questa usanza di dare il benvenuto a tutti a inizio di settembre non è nuova neanche sul giornalino di questa scuola. Perciò, al diavolo le critiche alla forma di quella letterina:
quest’anno voglio fare esattamente quello che ci si aspetta da un articolo da “primo numero”.
Innanzitutto Bentornati ai 4/5 di questa scuola, e invece Benarrivati a quei poveracci dei primini che trovandosi in mano il mitico Dege avranno pensato (chi non l’ha fatto la prima volta?):
«Toh! Che ganzo il liceo! C’è anche il giornalino!». Ragazzini, abituatevi, che tanto a simile nonnismo non si scappa; è sempre uguale: vi chiamano primini ma vi guardano più o meno zero, e
quelli di seconda vi sembrano già elevati al quadrato. Vi giuro: non ve la passerete male, però
ogni anno giurerete che sia il peggiore di tutti, senza mai risolvervi su una scelta definitiva. Vi
dico queste cose perché sono in terza, e in quest’anno ci si convince (grazie anche all’aiutino di
Dante) che siamo nel mezzo del cammin di nostra vita e possiamo già dire quello che ci pare.
L’unico difetto che posso riscontrare al momento in questa scuola, e che avrete già avuto la fortuna di notare, è che manca una palestra decente, soprattutto in succursale! Dato che la lettera
sopracitata invita gli studenti a segnalare problemi e a scrivere critiche e proposte, potremmo
prenderci la briga di lamentare, a nome di tutta la scuola, questa grave mancanza –la quale, ho
ragione di credere, nell’ultima settimana ha provocato un grazioso perforamento decorativo delle lavagne di più di una classe –.
Vi starete chiedendo chi è l’esaltata che scrive queste righe: avrete probabilmente avuto il piacere di scorgermi più volte in succursale mentre ero intenta a giudicare se si fa prima a girare intorno alle colonnine delle scale oppure a infilarsi tra queste ultime e il corrimano, oppure, se siete
qui da più di un anno, mi avrete visto sfilare in cortile con il mitico zaino a rotelle –che al momento ho abbandonato – o avrete letto i miei articoli pubblicati negli ultimi due anni. Insomma,
sono la Mugnai.
Con queste parole mando un cordiale saluto a tutti e prometto di continuare a scrivere per vecchi e nuovi lettori (sempre che il mio servizio sia gradito).
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Rubriche
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Don’t stop the music
di Camilla Raccampo
Power Metal
E' un genere distaccatosi dal classico Heavy Metal degli anni 80 (Iron Maiden, Manowar,
Scorpions & co.) e anche dall'hard rock principalmente dei Rainbow. La patria del Power è
considerata non senza motivo la Germania (mitologica terra dove il rock continua a vendere
tuttora), con gruppi come gli Helloween, visti da me e dalla maggior parte della gente come i
fondatori di questo genere, e i Gamma Ray , nati dagli stessi Helloween, i Blind Guardian
con un suono un po’ più pesante o gli Edguy guidati dallo showman per eccellenza, Tobias
Sammett, autore anche della Metal Opera (...) Avantasia; cito insieme ai gruppi tedeschi la
più famosa band italiana, i Rhapsody, gruppo molto dotato tecnicamente ma dai testi (e relativi video) esilaranti,(vedere su YouTube "Rain of a Thousand Flames" per credere). Potrei
elencare decine di altri gruppi però, causa mancanza di voglia e spazio, mi fermerò qui.
Sotto il profilo tecnico, il Power è caratterizzato da chitarre velici e tecnicamente assurde,
batteria rapidissima, assoli parecchio lunghi e voce acuta (secondo la gente a cui piace il
cantato ruttato, vedi i Nile, ghèi...); nel power d'oltreoceano si sente un'influenza thrash
(Metallica and friends) come negli Iced Earth.
Comunque ciò di cui volevo parlare è la diffusione del Power in Scandinavia, altra terra leggendaria in cui i Media non hanno ucciso la musica proponendo Laura Pausini e Fabri Fibra in finlandese, dove nascono nel lontano 1984 (anche se al tempo erano più vicini ai
Black Sabbath del vecchio Ozzy) gli Stratovarius che portano il loro nuovo genere, detto
Speed Power Metal per le ritmiche ancora più veloci,al successo col cd Visions del 1997 vendendo in patria 20.000 copie, la Finlandia ha dato la luce ad altri notevoli gruppi come i Nightwish, altra sottocategoria detta Symphonic Power Metal (anche se wikipedia dice Gothic
non credeteci), che quest'anno hanno pubblicato il loro nuovo album Dark Passion Play: vero e proprio capolavoro in cui il songwriter Holopainen ha espresso tutta la sua poesia vendendo milioni di copie (100.000 nella sola Finlandia). Altro gruppo Power finnico sono i Sonata Arctica, che oltre a essere il mio gruppo preferito e aver tenuto un concerto sold out a
Novembre a Milano sono anche uno dei gruppi più apprezzati della scena con svariati dischi
di platino in Finlandia e Svezia; hanno avuto particolare successo nel lontano Giappone, dovuto principalmente alla tecnica sovraumana di Jani Liimatainen (chitarra, ora sostituito
da un gigantesco barbaro col pizzetto per problemi con la legge) e Henkka, suonatore di uno
strumento ibrido fra una tastiera e una chitarra con annessi adesivi che incitano alla droga
e all'amore libero, e alla voce di Tony Kakko che nonostante il suo nome è uno dei cantanti
più apprezzati in Scandinavia e del Power in generale, il loro ultimo cd bistrattato dai fan
conservatori di questo genere è pura sperimentazione ricondotto da alcuni al genere Progressive anche se è in realtà quasi privo di legami con qualsivoglia genere musicale. La Svezia ha dato alla luce gli HammerFall, band Power/Heavy con un chitarrista pelato e parecchio bravo, e gli In Flames che pur non c’entrando niente con gli altri gruppi mi sembrava
doveroso citare (come i Children Of Bodom in Finlandia), mentre la Norvegia va avanti a
pane e "True Norvegian Black Metal ". Mi spiace per non avervi fatto ridere ma fare un articolo sul metal divertente senza citare i Dimmu Borgir è un'ardua impresa...
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Rubriche
Ottobre2008
Di Cosimo Lorenzetto Bologna
Hancock
Hancock, per chi ancora non avesse sentito questo nome(il che significa che è certamente innamorato,non si spiega altrimenti tanta ignoranza...), è l’ultimo film con Will Smith. Nonostante segua le
orme di Batman e Spiderman, a cui è simile anche in alcune scene, in particolare l’ultima che ricorda
tantissimo Batman che veglia sulla città "addormentata", si può considerare un nuovo classico. Dopo
aver visto "Io sono leggenda", film fantascientifico ormai (spero) conosciuto ai più, vedere questo
nuovo film con Will Smith è un po’ traumatico, tanto il primo aveva una storia ben strutturata
(tratta da un libro),quanto quest’ultimo è campato per aria: ha un ottimo inizio, purtroppo è strutturato male tutto il resto, in particolare la fine, termina infatti come il classico film Hollywoodiano.
John Hancock è un super eroe,o meglio è un uomo con dei super poteri. Faccio questa distinzione
perché "Il Super Eroe" come lo si intende noi è un combattente del male che non oserebbe mai maltrattare qualcuno. Il personaggio interpretato da Will Smith è tutt’altro: è un ubriacone che tratta
male la gente e pur combattendo contro il male, quando non è troppo impegnato a ubriacarsi, se tenta di migliorare la situazione, causa solo danni, attirandosi le critiche della popolazione di Los Angeles. Ad un certo punto salva un esperto di pubbliche relazioni che lo aiuterà a diventare popolare e
amato.
Fin qui ci arriva anche il trailer (che consiglio di vedere) e la storia è interessante. Poi però si ricade
sul classico: combattimenti spettacolari tra supereroi, storie d’amore molto travagliate e,per concludere in bellezza, l’happy ending all’americana, dove non si sa come, i morti resuscitano.
Ma in questo film non tutto è negativo; vanno osservati gli effetti speciali fatti al computer che sono
assolutamente impeccabili e anche l’abilità dell’attore che rappresenta il personaggio "come deve essere". In definitiva, se volete andare a farvi due risate con gli amici, è un film adatto, anche perché
dura solo un’ora e mezzo, ma non aspettatevi il livello di "Io sono leggenda".
Di Filippo Cosi
“Sfida senza Regole” - Un film di Jon Avnet con Robert DeNiro e Al Pacino
Un poliziesco, come è ovvio aspettarsi dai due più grandi attori di gialli del cinema. Un serial killer,
trent'anni di carriera comune e una collocazione all'interno della “Little Italy” newyorkese, questa
l'ambientazione del film. La storia è scontata come la serie di sorprese che il regista ha preparato per
lo spettatore, Jon Avnet ha creato un'accozzaglia di vari polizieschi cercando forse di rievocare in
un'unica volta tutti quanti i precedenti film gangsteristici dei due attori: una specie di minestrone
confuso e mal riuscito. Sembra quasi che il regista si fosse aspettato da DeNiro e da Pacino che potessero da soli creare un capolavoro come fecero, grazie al regista Michael Mann, in “Heat – La Sfida” del 1995. Il successo attribuito alla sola collaborazione dei due attori non è per nulla da dare per
scontato come ha fatto Avnet, anche a causa della quasi veneranda età dei due (rispettivamente 65 e
68 anni). Uscendo dal cinema si ha una bruttissima sensazione di amarezza e sconfitta contrastata
da una forte voglia di giustizia; non vale la pena di pagare 7 Euro per andare a vedere questo film al
cinema, ma può essere un interessante intrattenimento per una serata a casa senza programmi.
Ottobre 2008
Rubriche
Pagina 23
La Grande Ca$$ata
A cura di Mariaflora
Ciao Castelnuovo!
Benvenuti ai nuovi e bentornati ai vecchi!!!
Anche quest'anno mi diletterò nello sfornare ricette (scusate il gioco di parole), sperando
che quelle passate vi siano state in qualche modo utili. Invito chiunque di voi abbia qualche
idea o qualche ricetta peculiare da pubblicare a farsi vivo ... si accettano suggerimenti di tutti i tipi!!!
Buon appetito!
TRENETTE AL PESTO "AVVANTAGGIATO"
Ingredienti per 4 persone:

350g di trenette

80g di fagiolini verdi

2 patate non troppo grandi

200g di pesto

sale marino
Versate in una pentola capiente abbondante acqua salata e portate a ebollizione. Sbucciate
le patate, lavatele e tagliatele a pezzetti; quindi mondate i fagiolini spuntandoli, lavateli e divideteli in tronchetti. Quando l'acqua comincerà a bollire,tuffatevi le patate e fatele lessare
per 10 minuti; poi unite i fagiolini, e dopo altri due minuti, le trenette. Non appena le trenette
saranno cotte, scolatele insieme alle patate e ai fagiolini, senza sgocciolarle troppo. Disponete pasta e verdure su un piatto da portata; conditele con il pesto e servitele.
POLLO DELICATEZZA
Ingredienti per 4 persone:

400-500g di bocconcini/petti di pollo

uno spicchio d'aglio

sale e pepe q.b.

rosmarino, origano

150g di burro

latte e farina q.b.
Infarinare molto bene i petti di pollo. In una teglia, il cui fondo sarà stato strofinato con l'aglio, mettere il condimento, cioè olio,burro e porlo su fiamma moderata. Adagiare i pezzi di
pollo più un rametto di rosmarino, e cospargere il tutto con sale, origano e pepe. Dopo che i
pezzi sono ben rosolati, avendo avuto cura di girarli di tanto in tanto, versate il latte in maniera da non coprire completamente il pollo. Da questo momento mettere il coperchio sulla
teglia e far cuocere, finché il latte non si sarà asciugato del tutto, lasciando un sughetto delicato e molto gustoso.
DIRETTORI
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[via Giusti]
DISEGNATORI
Daniele Meregalli (VB);
Domitilla Rapisardi (IVE)
Il giornalino degli studenti del Liceo Castelnuovo
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Gli articoli per il prossimo numero
vanno consegnati entro il 20 Novembre
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Gli articoli vanno spediti al seguente indirizzo: [email protected]
oppure consegnati in floppy/cd/chiavetta
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Tutti gli studenti sono invitati a partecipare con la loro presenza alle riunioni di Redazione che si terranno regolarmente tutti
i Martedì dalle 14.30 in sede; con la produzione di articoli o altri elaborati relativamente a ciò che più gli piace o gli interessa. Il gruppo di redazione si riserva di
concordare con gli autori la pubblicazione
dei lavori nei limiti dello spazio disponibile
e nella qualità rispettosa degli stessi .
ART DIRECTOR E IMPAGINAZIONE
Viola Salvestrini
Filippo Cosi
INDIRIZZO DI POSTA ELETTRONICA
[email protected]
(info e invio articoli)
SITO:
www.degeneratione.altervista.org
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