25a Commissione delle Isole della CRPM - Martinica (F) –
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25a Commissione delle Isole della CRPM - Martinica (F) –
Commission des Iles `Islands Commission ` Ö-kommissionen ` Eπιτροπη των Νησιων Comisión de las Islas ` Comissão das Ilhas ` Commissione delle Isole Saarte Komisjon ` Kummissjoni ta’Gúejjer ` Ø Kommission 25a Commissione delle Isole della CRPM - Martinica (F) – - 14/15 aprile 2005 – - I DICHIARAZIONE FINALE P. 2 - II – RISOLUZIONI ALLEGATE P. 4 Risoluzione sulle energie rinnovabili, presentata dalla Corsica p. 4 Risoluzione sull’impatto dei cambiamenti climatici dovuti al traffico aereo p. 4 Risoluzione sulla liberalizzazione dei trasporti marittimi e aerei p. 5 Risoluzione sull’evoluzione del fondo di solidarietà dell'Unione europea p. 6 Risoluzione sulla Cooperazione territoriale, presentata dalla Regione Sicilia p. 6 Risoluzione sulla pesca presentata da Gudalupa, Martinica, la Réunion e Guyana p. 7 - II – DECISIONI AMMINISTRATIVE P. 9 • • • I - Ufficio Politico della Commissione delle Isole II – Questionario sul regolamento interno della Commissione delle Isole III – Prossima riunione della Commissione delle Isole 25a Commissione delle Isole della CRPM – Martinica (F) – 14/15 aprile 2005 - p. 1 25a Commissione delle Isole della CRPM – Martinica (F) – 14/15 aprile 2005 - I DICHIARAZIONE FINALE Riunitesi il 14 e 15 aprile 2005 a Trois-Ilets (Martinica) le autorità regionali insulari dell’Unione europea di seguito elencate: Bornholm, Corse, Guadeloupe, Guyane (osservatore), Gotland, Gozo, Isle of Man, Isle of Wight, Kriti, Madeira, Martinique, Orkney, Réunion, Sicilia, Western Isles. Desiderano innanzitutto rivolgere un caloroso ringraziamento alla Giunta regionale della Martinica e alla popolazione martinicana per aver accolto i lavori della 25a conferenza annuale della commissione delle isole della Conferenza delle regioni periferiche marittime d’Europa. Adottano la seguente dichiarazione: Le regioni insulari europee prendono atto delle disposizioni che le riguardano più da vicino e che sono contenute nel Trattato costituzionale oggetto di ratifica da parte dei 25 stati membri dell’unione. Ritengono i seguenti punti come altrettanti passi avanti: - le disposizioni dell’articolo regionali, I-5 del trattato che sanciscono il rispetto delle autonomie - il riconoscimento, affermato a più riprese nel testo del Trattato, dell’obiettivo di “coesione territoriale” accanto alla coesione economica e sociale, - l’attenzione riservata nel Trattato ai servizi di interesse economico generale nel rispetto del principi di coesione economica, sociale e territoriale (Articoli II-96 e III-122), nella misura in cui le isole, a causa del loro isolamento, della limitatezza del loro mercato, e della loro minore competitività, sono dei territori notevolmente dipendenti rispetto a tali servizi, - il chiarimento, da tempo sollecitato, dell’articolo 158 del trattato (attualmente III-220) che, conformemente a quanto da esse auspicato, riconosce l’esistenza, all’interno dell’Unione, di territori, tra i quali le regioni insulari considerate d’ora in poi nel loro complesso, che soffrono di svantaggi naturali o demografici gravi e permanenti, - la conferma delle disposizioni relative alle regioni ultraperiferiche, attraverso gli articoli III424, III-167 e IV-440 del Trattato. Ritengono che, pur non soddisfacendo completamente le loro attese legittime, questa serie di disposizioni rappresenta, nel suo principio base, un’evoluzione favorevole che dovrebbe contribuire ad una migliore presa in considerazione della situazione delle isole all’interno dell’unione e ad una loro migliore integrazione. Permangono tuttavia forti timori alimentati dal recente orientamento di alcune politiche comunitarie in corso di elaborazione in evidente contraddizione con gli obiettivi fissati dal Trattato. Tanto per citarne le principali: 25a Commissione delle Isole della CRPM – Martinica (F) – 14/15 aprile 2005 - p. 2 - l’accanita opposizione di alcuni Stati alle proposte di bilancio della Commissione, nonostante queste si situino al livello minimo possibile, tenuto conto degli effetti dell’allargamento sul fabbisogno finanziario delle politiche strutturali dell’Unione, - le proposte della Commissione relative alle future linee direttrici degli aiuti di stato a finalità regionale che, da un lato penalizzano le regioni più povere dell’Unione facendo gravare su di esse la maggiore riduzione dei massimali di intervento mentre invece il massimale applicabile alle regioni più ricche aumenta notevolmente, e dall’altro non considerano minimamente la particolare situazione delle isole secondo quanto disposto dall’articolo III-220 del Trattato, - le varie proposte della Commissione tendenti a favorire il dumping fiscale (sostituzione della percentuale ESN – equivalente sovvenzione lordo – con la percentuale ESB – equivalente sovvenzione lordo -, nell’ambito degli aiuti regionali), o a incoraggiare il dumping sociale (proposta della direttiva sui servizi). - Le proposte contraddittorie della Commissione riguardo all'attuazione di una politica di “grande vicinato” per le Regioni ultraperiferiche. Le regioni insulari fanno notare che tali disposizioni, nella loro versione attuale, negano l'obiettivo di coesione territoriale promosso dal Trattato costituzionale e che molte rischiano di essere adottate ancor prima che questo entri in vigore, mentre invece queste politiche comunitarie faranno sentire i loro effetti a notevole distanza di tempo dalla ratifica. Tirano quindi il campanello d'allarme per attirare l’attenzione degli Stati membri e delle Istituzioni europee sul rischio di fallimento che potrebbe derivare dal voler far ratificare un Trattato elaborando nel contempo politiche diametralmente opposte ai principi in esso contenuti che ne rappresentano le maggiori e più apprezzate evoluzioni positive. Invitano quindi gli Stati membri e le Istituzioni europee: - a dare quanto prima un segnale forte alle popolazioni insulari dell’Unione attuando una politica di coesione territoriale dotata di adeguati mezzi finanziari e regolamentari; - a creare, in particolare nell'ambito della politica della concorrenza, meccanismi che permetteranno di trattare il problema dell’apertura delle isole al mercato tenendo presente nel contempo la loro maggiore vulnerabilità economica, sociale e ambientale, e prendendo in considerazione il particolare contesto dei mercati insulari; - a predisporre, nell’ambito del regime degli aiuti di stato, provvedimenti che permettano agli Stati membri di applicare alle isole un regime differenziato affinché possano competere ad armi pari con il continente e ciò proporzionalmente alla loro situazione economica e sociale e all’intensità degli svantaggi subiti. Adottata all’unanimità 25a Commissione delle Isole della CRPM – Martinica (F) – 14/15 aprile 2005 - p. 3 - II – RISOLUZIONI ALLEGATE RISOLUZIONE SULLE ENERGIE RINNOVABILI Presentata dalla Corsica La Commissione delle Isole assiste preoccupata al delinearsi di una profonda contraddizione tra da un lato gli obiettivi ambiziosi delle direttive europee relative alla necessaria promozione delle energie rinnovabili, dall'altro le procedure amministrative malthusiane dei servizi della Commissione relativamente a progetti insulari e le iniziative normative restrittive di alcuni Stati membri, in particolare Francia e Regno Unito in materia di aeromotori. Si ricorda che le energie rinnovabili sono di particolare interesse per le isole vista l’impossibilità, per molte di queste ultime, di poter essere collegate alla rete sul continente. Inoltre in queste regioni sono state create vaste zone protette che potrebbero ostacolare lo sviluppo di energie alternative. La Commissione delle Isole sollecita quindi le autorità competenti, sia a livello dell’Unione che degli Stati, a tenere conto delle specificità insulari nell’attuazione delle politiche di sviluppo delle energie rinnovabili adottando, se necessario, le opportune deroghe a livello tecnico, finanziario, ambientale e socioeconomico. Adottata all’unanimità RISOLUZIONE SULL’IMPATTO DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI DOVUTI AL TRAFFICO AEREO Le autorità regionali insulari dell’UE prendono atto della consultazione avviata dalla Commissione europea sul problema della “riduzione dell’impatto dei cambiamenti climatici dovuti al traffico aereo”. Ricordano che la loro particolare situazione geografica e la loro vulnerabilità ambientale le rende particolarmente sensibili ai rischi che i cambiamenti climatici fanno pesare sul loro futuro e per questo approvano totalmente l’obiettivo fissato dalla Commissione di ridurre questo tipo di emissioni. Desiderano tuttavia ricordare che, sempre a causa della loro specifica situazione geografica, non dispongono, per definizione, dei mezzi alternativi di trasporto rappresentati dalle reti stradale e ferroviaria e che quindi le loro popolazioni e le loro economie sono tributarie dei trasporti marittimi ed aerei. Sottolineano che nelle regioni ultraperiferiche, dove solo i trasporti aerei permettono ai passeggeri di viaggiare nel resto dell'Unione, non esiste nessun’altra alternativa, e che la dipendenza da questo mezzo di trasporto è assoluta sia per permettere alle persone di spostarsi sia per il trasporto delle merci deperibili. Ritengono quindi che le proposte della Commissione volte a ridurre le emissioni del trasporto aereo attraverso provvedimenti come l’applicazione di una tassa sul carburante, di tasse alla partenza e all’arrivo o dell’applicazione dell’IVA ai trasporti aerei intracomunitari avranno conseguenze particolarmente nefaste sullo sviluppo economico delle isole e sulla libertà di circolazione dei loro abitanti. Provvedimenti di questo tipo avrebbero degli effetti contradditori rispetto agli obiettivi di coesione economica, sociale e territoriale enunciati nell’articolo III-220 del Trattato costituzionale. Chiedono quindi alla Commissione europea di riservare una maggiore attenzione alla loro situazione, e più in particolare: - di favorire misure di tipo tecnico (migliore gestione del traffico aereo, divieto di accesso degli apparecchi più inquinanti negli aeroporti europei…..) - di prevedere deroghe rispetto a eventuali provvedimenti fiscali per i collegamenti aerei tra le isole e il resto del territorio dell’Unione. Adottata all’unanimità 25a Commissione delle Isole della CRPM – Martinica (F) – 14/15 aprile 2005 - p. 4 RISOLUZIONE SULLA LIBERALIZZAZIONE DEI TRASPORTI MARITTIMI ED AEREI Con modalità proprie ad ogni Regolamento, la legislazione comunitaria1 sulla liberalizzazione del cabotaggio marittimo, come anche quella sulla liberalizzazione del trasporto aereo, riconosce agli enti pubblici la possibilità di istituire oneri di servizio pubblico sui collegamenti insulari. Tuttavia gli Stati membri devono rispettare solo determinati requisiti relativi a regolarità, continuità, frequenza, capacità di fornire il servizio e tariffe. In caso di versamento di un corrispettivo finanziario a un determinato operatore, la legislazione comunitaria prevede una procedura di gara d'appalto che, una volta conclusa, prevede la scelta dell'operatore meno caro. Le regioni insulari desiderano attirare l’attenzione della Commissione sul fatto che nelle isole le attività legate ai trasporti hanno notevoli effetti diretti e indiretti. Gli effettivi del personale navigante o a terra, la scelta delle imprese o dei servizi inerenti ai trasporti, le decisioni prese relativamente all’uso o meno di infrastrutture, sono tutti fattori che hanno notevoli ripercussioni sia a livello sociale che economico. Ciò è particolarmente vero negli arcipelaghi o nelle isole scarsamente popolate dove i vettori marittimi o aerei sono tra i principali datori di lavoro delle fasce povere e più sensibili della popolazione. In un contesto di questo tipo, imporre la scelta dell’offerta "meno cara" come stabilito dalla normativa comunitaria, rischia di avere gravissime ripercussioni se l'operatore scelto adotta, ai fini di una maggiore competitività, pratiche particolarmente nefaste sia in termini occupazionali che di servizi locali. In effetti, per garantire che gli enti pubblici e le popolazioni servite traggano un effettivo vantaggio dall’offerta più competitiva, questa non deve rivelarsi più costosa in altri settori e tradursi quindi in un aumento della disoccupazione o nell'esodo delle popolazioni. Le regioni insulari sono tuttavia coscienti del fatto che, se da un lato un liberalismo eccessivo rischia di portare alla distruzione economica e sociale di territori particolarmente sensibili, anche la situazione in cui un operatore fosse in condizioni di poter esercitare una sorta di ricatto sociale per mantenere la sua posizione dominante sarebbe altrettanto pericolosa. In ogni caso deve essere possibile trovare una soluzione intermedia che permetta di trattare le singole situazioni caso per caso. Propongono quindi alla Commissione europea di introdurre una nuova disposizione nella legislazione comunitaria per renderla più flessibile. In virtù di tale disposizione, gli Stati membri, a fronte dell’onere di servizio pubblico sui collegamenti marittimi o aerei con le isole, sarebbero autorizzati a prendere in considerazione il rispetto degli obiettivi di coesione economica, sociale e territoriale dell’Unione conformemente a quanto disposto dall’articolo III-220 del Trattato costituzionale. Adottata all’unanimità 1 « Regolamento (CEE) n° 3577/92 del Consiglio, del 7 dicembre 1992, concernente l’applicazione della libera prestazione dei servizi ai trasporti marittimi all’interno degli Stati membri (cabotaggio marittimo) », nonché nel « Regolamento (CEE) n° 2408/92 del Consiglio, del 23 luglio 1992, relativo all’accesso dei vettori aerei comunitari ai collegamenti aerei intracomunitari» 25a Commissione delle Isole della CRPM – Martinica (F) – 14/15 aprile 2005 - p. 5 RISOLUZIONE SULL’EVOLUZIONE DEL FONDO DI SOLIDARIETÀ DELL'UNIONE EUROPEA Le autorità regionali insulari dell’Unione europea prendono atto con disappunto delle proposte della Commissione per la modifica del Regolamento comunitario relativo al Fondo di solidarietà dell’UE, in particolare l'eliminazione dell'eccezione che permette di ricorrere al fondo in caso di catastrofi regionali. Ricordano che molte isole sono esposte ai rischi sismici, vulcanici o climatici e che tutte le isole, per effetto del litorale, sono in prima linea in caso di catastrofi ambientali di grande portata derivanti dall'inquinamento dello spazio marittimo. Con queste proposte, la Commissione segna un passo indietro nella presa in considerazione della dimensione regionale, in particolare con la diminuzione dello sforzo di solidarietà europea a livello locale che nei fatti si traduce nella rinazionalizzazione di una politica comunitaria. Notano soprattutto che il fatto di poter ricorrere al fondo in occasione di gravi catastrofi a livello regionale permette oggi alla solidarietà comunitaria di manifestarsi in modo chiaro e concreto presso popolazioni duramente colpite e che eliminare questa possibilità non contribuirà certamente a migliorare la leggibilità delle politiche comunitarie né ad alimentare tra le popolazioni dell'Unione la sensazione di appartenere a un insieme pienamente solidale. Adottata all’unanimità RISOLUZIONE SULLA COOPERAZIONE TERRITORIALE Presentata dalla Regione Sicilia Le Regioni insulari ritengo che, nell’ambito della cooperazione territoriale, dovrebbero essere considerate eleggibili tutte le Regioni di livello NUTS III della Comunità situate lungo frontiere marittime interne ed esterne, soprattutto le zone costiere di livello NUTS III lungo frontiere interne ed esterne situate ai bordi di un bacino marittimo comune agli Stati membri. Sottolineano che l’estensione dell’ammissibilità alla cooperazione transfrontaliera delle frontiere marittime, a regioni separate da 150 km. di mare, è un progresso insufficiente in relazione al periodo in corso, e ritengono che si impongono disposizioni meno restrittive nel senso di riconoscere che la distanza marittima non costituisce un ostacolo all’interno di uno stesso bacino marittimo, sia per le azioni di cooperazione tra Regioni dell’Unione Europea appartenenti ad uno stesso bacino marittimo, sia tra Regioni interne ed esterne all’UE appartenenti ad uno stesso bacino marittimo. Ritengono che tale proposta è chiaramente inappropriata per le Regioni ultreperiferiche. Ritengono che la seguente modifica potrebbe contribuire efficacemente all’obiettivo surricordato: - che nei Regolamenti relativi alla cooperazione territoriale, azioni di cooperazione bilaterali e multilaterali possano essere intraprese dalle Regioni NUTS II situate ai bordi di un bacino marittimo comune agli Stati membri e ai paesi partner, senza alcun limite di distanza, prevedendo disposizioni parallele per la cooperazione delle Regioni ultraperiferiche con i loro rispettivi spazi geografici di vicinato. Constatano, infine, che anche se l’architettura regolamentare mira all’integrazione dei diversi strumenti comunitari per la cooperazione transfrontaliera interna ed esterna alle frontiere dell’Unione, le disposizioni necessarie ad attuarli non corrispondono a tali principi. Per molte Regioni marittime europee, la reale possibilità di sviluppare azioni congiunte di cooperazione, sia interna sia con i paesi partner della politica di vicinato o di “grande vicinato”, dipende dal chiarimento di queste incoerenze. Si deve d’altra parte ricordare, in relazione con l’altro tema della modifica dei perimetri dei programmi di cooperazione transnazionale, per i quali è in corso la riorganizzazione degli spazi per il 2007-2013, che la CRPM rivendica da molto tempo il riconoscimento di uno spazio unico mediteraneo, e, in conseguenza, la fine dell’attuale frammentazione in parecchi spazi (MEDOCC, ARCHIMED, CADSES), come, nello stesso modo, anche gli altri bacini marittimi non devono essere frammentati. Adozione all’unanimità meno un’astensione 25a Commissione delle Isole della CRPM – Martinica (F) – 14/15 aprile 2005 - p. 6 RISOLUZIONE SULLA PESCA presentata da Gudalupa, Martinica, la Réunion e Guyana Considerando che il settore della pesca svolge un ruolo importante nell'economia delle Regioni ultraperiferiche (RUP), in particolare in ragione del potenziale di produzione rappresentato dalle risorse alieutiche esistenti nella loro zona geografica, Considerando che il numero di occupati localmente in questo comparto è di gran lunga superiore a quello che si registra nell'Europa continentale e che, nel caso della Francia, la popolazione marittima delle RUP francesi rappresenta più di un 1/8 della popolazione marittima francese, Considerando che le alternative a disposizione delle RUP in materia di diversificazione delle attività economiche e di creazione di posti di lavoro sono particolarmente ridotte, Considerando che l’Unione europea ha espresso la volontà di una migliore presa in considerazione delle specificità delle RUP traducendola nell’articolo 299§2 del trattato di Amsterdam e riprendendola nel Trattato istitutivo della costituzione europea all'articolo III-424, Considerando la situazione economica delle RUP e la loro classificazione da parte dell’Unione europea come regioni svantaggiate rientranti nell’obiettivo di convergenza del prossimo periodo di programmazione, Considerando che la politica comune della pesca, fondata sulla constatazione dello sfruttamento eccessivo della risorsa e tradotta nella riduzione dello sforzo di pesca, è nel complesso giustificata per i paesi dell’Europa continentale – ferme restando le deroghe eventualmente necessarie per determinate zone -, ma che non è invece adeguata alla situazione e allo stato della risorsa nelle RUP, Considerando che gli stock sfruttati dalle flotte delle RUP sono geograficamente separati e distinti da quelli dell’Europa continentale, Considerando che, nel caso della Francia, le catture delle flotte delle RUP rappresentano solo l’1% delle catture totali realizzate sulle risorse esistenti nelle rispettive zone geografiche, Considerando l’aumento dello sforzo di pesca degli armatori esterni, a volte persino aiutati dall'Unione europea, su queste stesse risorse, Le regioni ultraperiferiche: Invitano l’Unione europea a considerare la problematica dello sviluppo della pesca nelle RUP in modo distinto rispetto a quella dell’Europa continentale alla luce della particolare situazione del settore della pesca in queste regioni all'interno dell'Unione. Chiedono la presa in considerazione delle esigenze specifiche di questo settore nelle RUP conformemente agli elementi giuridici (articolo 299§2 del trattato dell’Unione), economici (regioni in ritardo di sviluppo) e geografici (isolamento rispetto all’Europa continentale e esistenza di risorse sfruttabili distinte) riconosciuti dall’Unione europea. Chiedono quindi all’Unione europea che, nel nuovo regolamento del Fondo europeo per la pesca (FEP), venga presa in considerazione la necessità di continuare e sostenere lo sviluppo della flotta di pesca nelle RUP. A tale proposito, le richieste di queste Regioni vertono sui seguenti punti: 1. L'inserimento, nel regolamento definitivo del FEP, di un riferimento che consenta di prendere in considerazione la situazione particolare e disomogenea delle RUP. 25a Commissione delle Isole della CRPM – Martinica (F) – 14/15 aprile 2005 - p. 7 2. Il reintegro, a vantaggio delle RUP, degli aiuti diretti e indiretti alla costruzione e alla modernizzazione della flotta di pesca. 3. La conservazione delle percentuali di intervento degli aiuti pubblici destinati agli investimenti per la trasformazione e commercializzazione dei prodotti della pesca a un livello perlomeno equivalente a quello dell'attuale periodo di programmazione ovvero il 75%. 4. La predisposizione di mezzi sufficienti per lo sviluppo di strumenti di conoscenza e gestione delle risorse alieutiche locali. 5. La definizione e gestione, a livello locale, di un programma operativo specifico per ogni RUP, che tradurrebbe nella pratica un piano strategico destinato alle RUP per il periodo 2007-2013. 6. L’attuazione di mezzi di ingegneria finanziaria, nel caso della Francia, adeguati alla problematica di finanziamento delle microimprese (TPE) delle RUP francesi e facenti ricorso alle risorse FEI (Fondo europeo d'investimento) e BEI (Banca europea per gli investimenti). Adozione all’unanimità meno due astensioni 25a Commissione delle Isole della CRPM – Martinica (F) – 14/15 aprile 2005 - p. 8 - III DECISIONI AMMINISTRATIVE • I - Ufficio Politico della Commissione delle Isole Il Segretario generale di Creta, Signor Serafeim Tsokas, viene rieletto all'unanimità alla Presidenza della Commissione delle Isole. VICEPRESIDENTI PORTOGALLO In sospeso ÅLAND In sospeso SPAGNA In sospeso BORNHOLM Thomas THORS, Mayor GOTLAND Jan LUNDGREN, County Mayor GOZO Giovanna DEBONO, Minister of State ESTONIA In sospeso WESTERN ISLES Alex MAC DONALD, Convener MARTINICA Michel MICHALON, Vicepresidente – Presidente della Commissione Cooperazione SICILIA Salvatore CUFFARO, Presidente della Regione Siciliana • II – Questionario sul regolamento interno della Commissione delle Isole Durante la sessione di lavoro sono stati distribuiti una nota e un questionario sugli eventuali emendamenti da apportare al regolamento interno della Commissione delle Isole che verranno trasmessi a tutte le regioni aderenti. I risultati di questo questionario verranno discussi a Madeira (ottobre 2005). • III – Prossima riunione della Commissione delle Isole La prossima riunione della Commissione delle Isole per il 2006 si terrà in Creta, su invito del Sig. Tsokas (data e luogo da determinare). 25a Commissione delle Isole della CRPM – Martinica (F) – 14/15 aprile 2005 - p. 9