La mia Africa - Fabbrica del dialogo
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La mia Africa - Fabbrica del dialogo
inventa lavoro Le fantasie dei tessuti suggeriscono ogni volta forme diverse. La mia Africa Carmen si lascia ispirare dai colori delle stoffe senegalesi. E disegna abiti e borse che fa poi confezionare da sarti locali. Vere opere di artigianato ad alto tasso di creatività a cura di Silvia Orlandini - testo Francesco Uccello foto Giuseppe Carotenuto Vuoi farlo anche tu? Se vuoi esplorare la possibilità di utilizzare le stoffe senegalesi puoi appoggiarti a chi organizza viaggi solidali (chiamasenegal.it) o contattare l’associazione legata a progetti di sartoria (sunugalitalia.com). Per bandi e iniziative di cooperazione: africanews.it. Per incontri e workshop, per la prima volta a Milano arriva il suq delle culture: dal 27/9 al 4/10, fabbricadelvapore.org. Fashion arte IlariaeValla Gli abiti disegnati da (a sinistra), Carmen esposti in Giulia uno degli spazi adibiti Marullo e alla vendita, allestito Chiara con unPenteriani quadro del pittore nel senegalese loro Mokodu studio. Fall. «L’anno scorso, mentre acquistavo tessuti al mercato di Dakar, mi sono sentita chiamare baol baol. È il nome che gli africani danno alle donne impegnate nel commercio», dice Carmen Spiniello, 41 anni, napoletana appassionata d’Africa. «Essere bianca, ma scoprire di saper contrattare come una senegalese è stato come ricevere un riconoscimento ufficiale. È in quel momento che ho pensato che avrei potuto organizzare un’attività di sartoria». E così ha fatto. Carmen acquista nei mercati del Senegal i tessuti colorati, i wax print, con i quali disegna abiti e borse che i sarti del luogo cuciono a mano, e che lei poi vende in Italia (www.facebook. com/kermel.DakarNapoli). Da dove nasce il marchio Kermel? È una storpiatura del mio nome pronunciato dagli Africani, ma anche un bellissimo mercato al chiuso di Dakar. Come è nata l’idea? In questi anni sono stata spesso in Africa per occuparmi di progetti umanitari. E ogni volta tornavo con borse, monili e tessuti che molti avrebbero voluto acquistare. Qual è la particolarità delle creazioni? Sono realizzate con stoffe uniche, che scelgo personalmente. Non c’è mai un capo o una borsa che abbiano la stessa fantasia. Qual è stato l’investimento iniziale? Ho prodotto la prima collezione nel 2014, spendendo circa 1.000 euro per acquistare l’occorrente e utilizzando il 60 per cento per retribuire i sarti locali. Oltre al costo delle stoffe e della manodopera, bisogna considerare le spese di viaggio e la permanenza in Senegal. Per un mese sono necessari più o meno 1.000 euro. I prezzi dei suoi prodotti? Le borse costano tra i 15 e i 30 euro, i vestiti vanno dai 25 ai 40 euro. Dove si possono trovare? In alcuni negozi o in temporay shop allestiti in occasione di mostre ed eventi. Oppure si possono acquistare sulla pagina Facebook di Kermel o anche su Instagram. Quali progetti ha? Aumentare le commesse per i miei amici sarti senegalesi ed essere un ponte con l’Italia per l’importazione di tessuti e monili.