Fondantico WEAR

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Fondantico WEAR
 In occasione di Arte Fiera ‐ Fiera Internazionale di Arte Contemporanea Art City White Night Q‐ITALIA‐ Salotto Italiano d’Autore presenta ART
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R ATTOMBRI LE ALI GIGI MARIANI LAURA PATACCHIA SOFIA ROCCHETTI
CINZIA VERNI
Fondantico
25‐ 26 GENNAIO 2014
Galleria Fondantico Via de' Pepoli 6/E 40125 Bologna
www.q‐italia.it info@q‐italia.it
GALLERIA FONDANTICO VIA DE’ PEPOLI 6/E 40125 Bologna (Centro Storico) ORARI 25 gennaio dalle ore 16 alle ore 24 ‐ 26 gennaio dalle ore 16 alle ore 20 25 gennaio Cocktail dalle ore 19 CONTACT www. q‐italia.it info@q‐italia.it Daniela Canè cell. +39 366 3680856 Patrizia Giò Golfarelli della Massa cell. +39 335 344297 Presentazione degli Artisti e delle Installazioni ( in ordine alfabetico) ATTOMBRI Città d’acqua, da secoli Venezia rende leggendario il materiale che più profondamente rappresenta il suo incanto e il suo mito: il vetro. Dalla fine degli anni ’80, Stefano e Daniele Attombri ne rileggono in chiave contemporanea storia, tecniche e potenzialità, muovendosi nel fertile terra in vague che si apre tra moda e arti applicate. Straordinari gioielli, di fattura sapientemente artigianale, continuano la tradizione tutta veneziana delle perlere (creatrici e infilatrici di perle), ampliando le potenzialità dei saperi antichi con nuove tecniche, di loro esclusiva creazione. Regole estrose – in cui trovano spazio un’assoluta originalità formale e dimensionale, in cui si fondono ascendenze veneziane, etniche e liberty, esaltate dalle potenzialità espressive di materiali come il rame, l’argento e il vetro antico di Murano – presiedono a pezzi rigorosamente unici, pensati per rendere omaggio alla personalità, al fascino e al cosmopolitismo della donna contemporanea. Si tratta di grandi, atemporali gioielli‐scultura, amati e pubblicati oramai in tutto il mondo, che hanno portato il gusto di una Venezia lontanissima dai clichés della produzione corrente dall’Europa agli Stati Uniti, fino a un Giappone che li ha accolti dedicando loro la mostra itinerante “alla carriera”, nel 2007, 20th Anniversary Attombri. Consacrati anche dal premio New Talent 2006 attribuito da More – la fiera del gioiello di Milano – alla loro collezione ispirata alla mitologia, in cui la suggestione del vetro antico – proveniente da quella Società Veneziana delle Conterie e Cristallerie che, dalla fine dell’Ottocento agli anni ’80, è stata la più accreditata ambasciatrice della tradizione lagunare nel mondo – si fondeva al gusto virtuoso della lavorazione dell’argento e al delicato, squisito erotismo delle statuine muranesi di Lucio Bubacco. Di assoluto prestigio sono le collaborazioni avviate da Attombri con Dolce & Gabbana, Romeo Gigli e Pauly. LE ALI Le Ali Gioielli nasce dall'incontro tra Alessandra Raggio e Alessandra Cossu. Il marchio suggella il progetto con le iniziali del nome delle due artiste fondatrici: due "a" speculari che si tengono per mano. Alessandra Cossu, insegna Pittura e Progettazione grafica al Liceo artistico di Olbia, e i gioielli sono una delle sue grandi passioni. Dalla sua matita e dall'improvvisazione manuale di Alessandra Raggio, giornalista e ceramista per passione, sono nate queste tre collezioni: i Monili le Geometrie e i Crasti. Le creazioni sono realizzate con diversi tipi di terra e differenti metodi di cottura utilizzando forni tradizionali e forni raku. I MONILI evocano principalmente forme tribali e gioielli del passato, rivisitati alla luce di un'esperienza tutta nuova che sa di terra e fuoco. Le GEOMETRIE, figure apparentemente rassicuranti, portano impresso, nel bisticcio di smalti colorati, un vissuto tutt'altro che scontato. I CRASTI evocano memorie ataviche della Sardegna, un'isola dalla natura ancora selvaggia e stupenda alla quale le artiste sono profondamente legate. Tre delle opere scelte da LeAli per la mostra Art to Wear sono dedicate all'alluvione che ha colpito Olbia il 18 novembre scorso. Una sezione speciale intitolata appunto " Fango " realizzata dalle due artiste un mese dopo il disastro. Una terribile esperienza dalla quale sono nate tante forme di fango, come Argini, Lagrimas e Intro. Forme che evocano pietre ricoperte di melma, canali interrati, ruvide superfici rese omogenee dal fango. E lacrime. Lacrime d'argento congelate dal freddo di quei giorni di disperazione. Fango è una raccolta di emozioni profonde, l'elaborazione di un lutto silenzioso illuminato da una luna ignorante. GIGI MARIANI Forme irregolari e finiture ricercate. Oro giallo e materiali preziosi in antitesi a superfici di argento ossidato e bronzo arrugginito creano un suggestivo contrasto nei gioielli di Luigi Mariani, vere opere d’arte da indossare e contemplare nella loro contemporaneità concettuale. Orafo e pittore, di origini modenesi, ama trasmettere emozioni sulla tela così come, con le sue creazioni, entusiasma attraverso l’uso di tecniche orafe tradizionali – dal niello alla granulazione – sapientemente proposte e reinterpretate. Partendo da un concetto gli ornamenti assumono forma e sostanza all’interno di un processo creativo di ricerca, tipico del gioiello contemporaneo, che celebra l’unione tra l’artigianalità orafa ed il design. Il lavoro di Gigi Mariani – così come lui stesso racconta – si suddivide in due momenti, uno progettuale e tipico dei lavori dell’oreficeria e l’altro, più informale e personale, necessario a donare spessore all’oggetto e a caratterizzarlo attraverso l’utilizzo di antiche tecniche come l’applicazione in modo materico del Niello (che cambia l’aspetto dei gioielli e li rende unici) o la Granulazione oppure le ossidazioni. Le sue originali e visibili texture quasi nascondono ”la preziosità del gioiello” realizzato solitamente con metalli di valore; il gioiello infatti, viene” usato come base”, esattamente come il pittore utilizza la tela per creare la sua opera e questo perchè Gigi Mariani, da anni, coltiva la passione per la pittura informale segnica, materica con colori o segni che ben rappresentano un’emozione o un particolare stato d’animo. Così come un pittore davanti alla sua tela, Gigi Mariani, “sperimenta“ in modo pittorico e informale l’arte dell’oreficeria, caratterizzandola con le tecniche del Niello, della Granulazione e delle ossidazioni. LAURA PATACCHIA Nasce a Terni nel 1974, frequenta l’Accademia di Belle Arti di Perugia e fin dalle sue prime esperienze il suo lavoro è caratterizzato dalla presenza di elementi filiformi intrecciati, tesi e torti fino a ridefinire le relazioni tra le parti chiamate in causa nella definizione del lavoro. Fili che riempiono lo spazio espositivo limitando la mobilità del corpo dell’autrice e dell'osservatore, o fili le cui tensioni sostengono le immagini o gli oggetti che imprigionano, sempre con attenzione all'aspetto cromatico, in una concezione di “disegno spaziale”. Inizia a Perugia nel 1996 con la Galleria LINEARMENTE e 1999 interviene a Volterra con una installazione “SCENA IMPOSSIBILE”. Nel 2001 viene invitata a “CARTUSIA” Certosa di Pontignano, espone a Sarajevo alla Biennale Giovani Artisti del Mediterraneo ed è presente al Trevi Flash Art Museum per “LINEA UMBRA‐01” a cura di Maurizio Coccia. Nel 2004 ad Alassio espone “FILIGRANE” a cura di Giorgio Bonomi. Tra il 2005/2007 espone al PITTI FILATI di Firenze e nel 2006 partecipa ed espone al concorso Treviso “L’ARTE PER IL COSTRUIRE”. Nel 2011 presenta a Perugia un’installazione “SONNO” a Palazzo Penna, a Varese è presente con uno dei suoi abiti, “ABITUALMENTE” alla Galleria Duet a cura di Francesca Gattoni. Nel 2013 realizza l’opera per “COSI’ IN CIEO COME IN TERRA” per il Carapace di Arnaldo Pomodoro. Con Antonio Gatto e Maria Credidio realizza l’opera dal titolo “EST QUE TU PEUX ME VOIR” per la “Biennale d’arte contemporanea Magna Grecia” e "GRADAZIONI DI ROSSO” al Castello Ducale di Corigliano Calabro. Realizza poi una installazione per “TULL MUM EVERYTHING IS OK“ a Palazzo Penna di Perugia. Oggi ha ideato la linea «Bocca di rosa», girocolli lavorati a uncinetto con il filo di rame, argento e applicazioni varie, vere sculture da indossare. SOFIA ROCCHETTI Nasce a Città di Castello, nell'anno tot, mese tot e giorno tot di venerdì, nel giorno in cui la tradizione vuole che nascano streghe e folletti. Figlia di una coppia tollerante e paziente che le lasciò imbrattare le pareti di casa, vive a Perugia da molti anni e dal 1980 comincia a sperimentare materiali, supporti e tecniche per focalizzare quella che sarebbe diventata la sua personalissima ricerca basata sui diversi aspetti dell’aggressività. Dal 2005 , grazie al mezzo fotografico, ha elaborato un nuovo codice di comunicazione reinterpretando il ritratto in chiave pop‐art e trasferendolo su oggetti di uso quotidiano. Questo nuovo aspetto del suo lavoro sottolinea le contraddizioni e l'ipocrisia dei modelli imposti dall'educazione e dalla società contemporanea. La carta, i pigmenti puri, il ricamo e recentemente il papier machè, con cui realizza piccole sculture da indossare, sono gli elementi essenziali per il suo lavoro. La carta è un materiale che da sempre affianca una personale e sofisticata ricerca sull'aggressività, questo è il concept della linea di monili da lei creata. La tecnica del papier machè trasforma la carta in forme scultoree ingabbiate, elementi metallici conferiscono al monile bagliori preziosi che ne sottolineano la forte personalità. La linea propone una serie di pezzi unici numerati totalmente fatti a mano, piccole sculture create per il piacere di indossare l'arte, diventando così un accessorio di moda. Carta, filo e piccole boules di metallo, foglia d’oro, questi gli elementi che compongono le sue "sculture da indossare", dove aculei e asperità sono ingentiliti da bagliori preziosi. Innumerevoli le esperienze fuori dai confini nazionali, Olanda, Spagna, Austria, Inghilterra, Stati Uniti, Giappone e in Cina invitata ad esporre al NAMOC di Pechino e al GUANDOG ART MUSEUM di Canton in un progetto presentato da Philippe Daverio e curato da Sabrina Raffaghello. Nel 2011 la partecipazione alla 54 Biennale di Venezia. CINZIA VERNI La magia della carta. «Possiamo immaginare la grande carture (gioco di parole che sta più o meno per couture, per sartoria di carta) di Cinzia Verni come un laboratorio mentale estremamente delicato di arguzie e modi di sentire. Il suo discorso si può avvertire pienamente legato ai trascorsi in un grande sartoria di moda; ma, nello stesso tempo, crea abiti, scarpe, borse, spille, come sculture indossabili e oggetti scultorei che prendono l'aspetto di un personale e contraddittorio museo dei sentimenti» ‐ Luca Cesari. Designer, performer, sognatrice e sperimentatrice, vera e propria alchimista di materiali forme e concetti, che seleziona, isola, estrapola, estranea dal loro contesto quotidiano ... mescola e riporta a nuova vita. I suoi sono colori non colori, il bianco e il nero, i suoi materiali di riuso con i quali crea opere che ci portano a riflettere su tanti aspetti della vita quotidiana, a volte in modo ironico e critico allo stesso tempo. Nasce a Sarteano nel ’62 e dagli anni ’80 opera tra moda arte e design, si forma nel clima concettuale e nel ambito della pop art. Elabora tecniche sperimentali e innovative con carte fatte a mano e materiale di riciclo. Crea oggetti e collane fuori dagli schemi che racchiudono concetti filosofici. Espone in musei e gallerie in Italia e all’estero. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Vive tra Umbria e Toscana. Info su Q‐Italia e sulla mostra Art to Wear di Bologna Q‐ITALIA è un gruppo di ricerca “selezionatore di qualità”, creato nel 2013 da Daniela Canè e Patrizia Giovannoni Golfarelli della Massa e formato da professionisti marketing, P.R., giornalisti, professori universitari e critici d’arte che, con attente e specifiche attività, si occupano di selezionare e proporre il meglio della creazione artistica e della creatività italiana attraverso eventi mirati, servizi ed iniziative varie sul territorio italiano ed internazionale. L’obiettivo è quello di promuovere, sostenere e diffondere l’Arte ‐ in tutte le sue forme ‐ e il top del Made in Italy in vari settori, in modo non convenzionale. Nel 2013 Q‐ITALIA ha debuttato ad ARTEFIERA (Bologna). I prossimi appuntamenti in calendario nel 2014 vedranno Q‐ITALIA spostarsi nella località di Cortina d’Ampezzo, Milano, Porto Rotondo e Porto Cervo, per poi proseguire oltre oceano a N.Y. e Miami. Q‐Italia ‐ Salotto Italiano d’Autore, per la sua prima mostra collettiva del 2014 dal titolo “ART TO WEAR” nella prestigiosa galleria bolognese Fondantico di Tiziana Sassoli, ha selezionato sei artisti contemporanei di alto lignaggio con esperienze, tecniche e modalità espressive assai diverse tra loro ma accomunate dalla passione di ricercare e creare con modalità espressive alquanto personali, un’arte ” tutta da indossare”. Gigi Mariani, Attombri, Sofia Rocchetti, Laura Patacchia, Le Ali e Cinzia Verni, sono appunto i protagonisti di ART TO WEAR: tutte realtà italiane conosciute in circuiti nazionali ed internazionali che, con le loro preziose e personalissime opere in oro, niello, argento, vetro soffiato, ceramica, carta, rame etc, e con la loro straordinaria padronanza di tecniche artistiche originali, irresistibilmente spingono chiunque ad indossare…la loro arte. Ufficio Stampa Q‐Italia Salotto Italiano d’Autore Per ulteriori informazioni: info@q‐italia.it daniela‐q‐italia.it patrizia@q‐italia.it