alassino impag GEN 2005 - associazione vecchia alassio

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alassino impag GEN 2005 - associazione vecchia alassio
ANNO XLIX - N. 10
Venerdì 16 Ottobre 2009
€ 2,00
Poste Italiane spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB IMPERIA
Eccovi Alassio che innamora il sole (foto di Daniele Moreschi)
Mensile di attualità, vita cittadina e tradizione dell'Associazione «VECCHIA ALASSIO». Membro effettivo della Consulta Ligure. O.d.V-O.N.L.U.S.
Apertura sede: Lunedì, Mercoledì, Venerdì, Sabato dalle 18 alle 19. Socio Effettivo € 22,00 - Socio Aderente € 19,00 - Socio Aderente estero € 24,00
ABBONAMENTI - INSERZIONI: Conto Corrente Postale N. 10530186 - A.V.A. Via XX Settembre, 7 - 17021 ALASSIO - Tel. e Fax 0182 64.39.37
E-mail: [email protected] - Sito internet: www.vecchiaalassio.it
È OTTOBRE
Un giorno, quasi all’improvviso ti prende una sensazione
“nuova” di silenzio come
quando si spegne una radio
che trasmette a tutto volume.
Una dolce consapevolezza… senti l’aria tiepida, lo
sguardo veleggia sul mare calmo e azzurro che il ponente
della sera anima al tramonto.
Il Caruggio (che, da quando
alcuni torinesi l’hanno battezzato così, è ‘il budéllo’,ma che
per i veri alassini sarà sempre
‘U caruggiu’) tornato deserto
e silenzioso, dopo cena fa da
sfondo alle passeggiate rilassate e tranquille degli ultimi
turisti stranieri ,che si godo-
no mare, spiaggia e ambiente,
da veri intenditori, la cui calma e rassicurante presenza
rende dolce da sempre il fine
stagione.
Tutto ci dice che è arrivato
Ottobre.
Ottobre… mese di ‘rientro’,
di desiderio di casa, di recupero di relazioni e rapporti
amicali…
Incontri di nuovo facce conosciute.. persone con cui
scambiare i lunghi saluti che
la fretta del lavoro estivo sospende.
Come dopo un viaggio, alla
fine della ‘stagione’ ci ritroviamo di nuovo tra la nostra gente, di nuovo ‘paese’…
Il nostro Paese… quello di
cui bisogna innamorarsi,
quello che affronta lo stato di
calamità per le mareggiate, come la scomparsa dei rinomati
giardini da sempre ammirati e
invidiati, lo stesso che sopporta i feroci, non sempre giustificati tagli dei grandi alberi,
che resiste alle ferite profonde della cementificazione della collina e soffre dell’umiliante perdita di ben 2 cinematografi, con stoica pazienza e
rassegnazione.
È questo povero Paese che
aspetta, con infinita fiducia, di
essere amato, di essere amato
davvero!
Aspetta che ogni Alassino riconosca quale grande privile-
gio sia poter vivere in questo
angolo di mondo, e, riconoscente, inizi a prendersene cura in prima persona… con piccole attenzioni… piccoli gesti
di civiltà, senza delegare sempre ad altri… al ‘Comune’…
Ma tutti noi aspettiamo e ci
aspettiamo che in Comune,
Maggioranza e Opposizione
esprimano il loro Amore per
Alassio analizzando, in questi
lunghi mesi invernali, i problemi e le difficoltà della passata
stagione, se ne prendano cura, trovando le soluzioni ottimali alle esigenze civili di un
paese la cui fama nazionale e
internazionale merita di essere nuovamente giustificata.
FLOREAT ALAXIUM
Madonna della Guardia: festa CONSULTA LIGURE
Domenica 20 settembre u.sc.
in onore di Monsignore
si è svolta, nella sala del ConsiProseguono i festeggiamenti
in onore di mons. Angelo de
Canis nella ricorrenza dei 25 anni di apostolato tra i parrocchia-
ni di S. Ambrogio. Presso il santuario della Madonna della
Guardia, domenica 13 settembre
nel pomeriggio, si è svolta una
manifestazione religiosa e musicale di straordinaria intensità
spirituale e artistica. Si sono riuniti per uno splendido concerto
il tenore Andrea Elena, il soprano Melissa Briozzo, il flautista
Gianni Gollo e la Cappella Musicale S. Ambrogio. Al termine della Santa Messa, il prof. Giovanni
Puerari ha tratteggiato in breve il
monumentale lavoro svolto da
monsignore in tutti i settori della
vita parrocchiale e ha dato il via
alle esecuzioni. La Cappella
Musicale ha aperto il programma con “Laudate Dominum” di
Haendel, sottolineando il ruolo
primario del Signore nelle molteplici attività umane. Il tenore
Andrea Elena ha ribadito il valore religioso dell’iniziativa cantando con la maestria abituale
“Agnus Dei” di Bizet, accompagnato dal pianista Aldo Giardini.
Gianni Gollo ha eseguito al flauto
con
dolce
espressività
“Meditazione” di Massenet. Il soprano Melissa Briozzo con la sua
voce penetrante e melodiosa ha
interpretato “Ave Maria” di
Schubert riscuotendo un caloroso applauso. Anche il maestro
della Cappella Musicale, G.
Puerari, si è cimentato in duetto
con M. Briozzo nel “Panis Angelicus” di Franck.
(continua a pagina 2)
(continua a pagina 9)
Campanari liguri a Laigueglia
I campanari con il Direttivo Vecchia Laigueglia.
ASSOCIAZIONE VECCHIA ALASSIO
Lunedì 14 dicembre 2009
presso la Sede Sociale di Via XX Settembre 7, Alassio
è convocata
Premi letterari “Alassio 100 libri”
glio dell’antico palazzo Comunale di Albenga, la programmata riunione della Consulta
Ligure, che si è aperta con i saluti della Signora Marisa Scola,
presidente della Vecchia Albenga; dell’Assessore al Turismo e Pubblica Istruzione signora Giuseppina Verazzani e
dall’Assessore Ballabio in rappresentanza del Sindaco. Tutti
hanno ribadito l’importanza
delle proprie radici e delle nostre tradizioni: «Chi conosce se
stesso, conosce chi lo circonda».
Si sono ricordati i Liguri nel
Mondo, i Liguri che hanno molti
valori, forse poco esternati, ma
sono tali da mantenere e da promuovere.
L’Assessore Ballabio, ringraziando la Consulta “custode della ligusticità” rileva che nei vicoli non si parla più il dialetto ed
invita tutti a visitare la Vecchia
Città che ha molti edifici storici
e musei bellissimi.
L’ASSEMBLEA ORDINARIA
DEI SOCI
Quest’anno il secondo festival dei Campanari Liguri si è
svolto alla radice del molo di
Laigueglia, in una suggestiva
cornice, alle spalle gli antichi
palazzi ed il Torrione, davanti
l’ampia distesa del mare. L’acustica è parsa perfetta.
L’evento è stato curato
dall’Associazione Vecchia Laigueglia con il patrocinio del
Comune e la collaborazione della Parrocchia San Matteo.
Ancora una volta, il 12 settem(continua a pagina 5)
alle ore 20.30 in prima convocazione e
alle ore 21.00 in seconda convocazione con il seguente
ORDINE DEL GIORNO
1) Relazione del presidente;
2) Relazione finanziaria;
3) Dimissioni, per la scadenza del mandato, dei componenti il Consiglio Direttivo, il Collegio dei Probiviri, il
Collegio dei Sindaci;
4) Nomina della Commissione Elettorale;
5) Varie ed eventuali.
Confidando nella massiccia partecipazione,
porgo i migliori saluti.
Da sinistra: prof. Giovanni Bogliolo, la premiata Margaret Mazzantini, dott.ssa
Monica Zioni, arch. Marco Melgrati e Gerry Scotti.
(FOTO SILVIO FASANO)
Il Presidente A.V.A.
Carlo Cavedini
MOSTRE
Sala Carletti
dal 17 al 30 ottobre
espone
Franco Iebole
Attrezzi per l’artigianato
e giochi dei nonni
(Demurette de ’na vota)
Angolo
di
Daniele La Corte
Il re
è nudo
“Se volete cambiare…votate…”.
Questo lo slogan di una candidata
alle recenti elezioni comunali di
una città del nostro ponente. Nulla
di innovativo se la signora non fosse stata componente della maggioranza di governo. All’apertura delle
urne grande flop per l’aspirante
amministratrice in quota Pdl.
Colpa dei manifesti elettorali?
Difficile dirlo. Anche nella nostra
Alassio ci sono personaggi, oggi in
maggioranza, pronti a dichiararsi
“nuovi” nonostante condividano
l’amministrazione civica da tanto
tempo.
Dai banchi della maggioranza si
alzano sussurri, quasi grida, fatte di
critiche allo stesso governo di cui
fanno parte. Sembra quasi di intravvedere già, sulle plance elettorali, manifesti inneggianti a un “se
volete cambiare…”.
Nella città del Muretto i voltagabbana sono grande schieramento e di fronte a un possibile “re nudo” molti sono già pronti a renderlo ancora più nudo. Tanti sorrisi,
falsa compiacenza e tanti pugnali
pronti per colpire alla schiena. Ma,
come nella favola di Andersen, c’è
sempre qualche “bambino” pronto
a dire la verità, magari rammentando che l’amministrazione comunale di Alassio, oggi, come ieri e l’altro
ieri, sia, saldamente (si fa per dire),
in mano ai seguaci del “Cavaliere” e
del “Senatur”.
Nel bene e nel male la responsabilità è loro. Se la spazzatura, nel
senso della bolletta, è cresciuta a
dismisura; se camion enormi continuano indisturbati l’opera di distruzione delle strade; se brutte costruzioni sorgono in aree da sogno;
se l’acquedotto diventa sempre più
colabrodo; se responsabili di cosa
pubblica assumono i loro figli e lasciano quelli degli altri a casa; se il
nuovo teatro e ancora lettera morta; se il Grand Hotel rischia di tornare vecchia cattedrale nel deserto; se “tavolino selvaggio” avvantaggia una parte della città a discapito di altre; se di notte le vie del
centro sono sempre più buie..se
l’elenco… è lunghissimo, la responsabilità è dei berluscones o
delle camice verdi che siedono a
consiglio comunale. Niente balle, la
colpa è di entrambi. Nella testa di
molti c’è l’idea che quando le cose
vanno male la responsabilità sia solo del regnante lasciando indenni i
cortigiani.
Si demonizza il re decidendo di
denudarlo ancora di più.
Il popolo dei traditori, soprattutto nei momenti non floridi, è sempre pronto, dietro l’angolo, a colpire. Chi picchia più forte, senza
esclusione di colpi, ed è un classico, sono soprattutto coloro che
hanno beneficiato per anni di posizioni vantaggiose.
Nessuna riconoscenza: quando
il re è nudo, pertanto debole, prima
del popolo, sono i servi, sempre
pronti, a infierire senza pietà.
Le poltrone a Palazzo, stando alla logica, non dovrebbero essere
comodissime se un cittadino si candida per spirito di servizio,per il bene del proprio paese,conscio anche di poterci rimettere qualche
quattrino. Nel nostro Comune, invece, tutti sono incollati alla sedia
in maniera esagerata, apparendo
infaticabili esponenti di una sorta
di volontariato masochistico. Oggi,
però, lo sport preferito è la gara ad
abbandonare il possibile carro perdente. È inziata la corsa alla carega
e ai careghini con tanto di ricerca di
“benedizione” dei potentati politici, gli stessi che di fronte alla notizia della fine di un re reagiranno come Anassagora. Il filosofo greco,
appresa la morte del figlio, rivolgendosi a chi lo informava, senza
scomporsi, disse: «Io già sapevo di
averlo fatto mortale».
2
«L’ALASSINO»
Venerdì 16 Ottobre 2009
MADONNA DELLA
GUARDIA (segue dalla prima pagina)
www.alassiosuperpartes.wordpress.com
e-mail: [email protected]
L’Alassino, settembre 2009
Ed eccoci a settembre. E si ritorna ad un ritmo di vita normale,
anzi umano. Per strada si riesce a
camminare; niente più code interminabili per fare la spesa; trovare un posteggio non è più un
miracolo, e gli sguardi che si incrociano sono quelli di volti familiari.
Settembre è proprio il nostro
mese. Il giorno è ancora sufficientemente lungo; fa meravigliosamente tiepido; l’acqua è cristallina e tonificante al massimo, come
non lo è mai stata in tutta l’estate,
e persino il cielo sembra più azzurro.
Se qualcuno di voi potesse cominciare a pensare di aver capito
ciò che vorrei dire questo mese,
beh, vi fermo subito.
Se per molti di noi settembre è
il mese di un po’ di relax, in cui si
gode davvero una parte dell’estate, e si comincia a pregustare,
quasi con un’insensata nostalgia,
l’arrivo dell’autunno, per molti altri, giovani, ragazzi, bambini,
questo è uno dei mesi più pesanti dell’anno: è il mese in cui si devono lasciare le vacanze per rientrare a scuola.
Ed è a loro che questo mese voglio dedicare un po’ di spazio.
Spesso mi è capitato di ascoltare discorsi sull’argomento, con
opinioni, per me molto discutibili, che consideravano come quasi
perfetta quella fascia di persone
“adulte”-“mature”, e come pessima e denigrabile la parte restante, ovvero i giovani.
Intanto possiamo dire che la
parola “tutti” è abbastanza assurda, come facciamo noi ad aver conosciuto “tutti”? Ecco l’assurdità.
Quindi non esiste un “tutti”, può
esserci una maggioranza, ma poi
esiste solo ogni singola persona.
Poi sfatiamo un mito: le persone “grandi”, “adulte”, “mature”,
di media o più avanzata età, solo
perché sono nate prima, non è
detto che siano più intelligenti né
migliori di altre solo perché queste ultime sono nate dopo.
Dall’altra parte, come si fa a
considerare tutti i giovani e i
bambini come se fossero tutti
svogliati, privi di interessi, degli
ebeti, se non delinquenti?
Gli adulti non sono intelligenti
o cattivi, così come i giovani non
sono perfetti o stupidi.
Tuttavia, che ci siano dei problemi per la fascia più giovane
della nostra società non è certo
uno scoop, né una cosa di cui vergognarsi: i problemi capitano, i
momenti difficili arrivano, ma è
solo accorgendosene e accentuandoli che si fa il primo passo
per affrontarli e risolverli.
Ma niente accade, né per caso,
né per sfortuna, né per cattiveria.
Ogni cosa, soprattutto quelle difficili, è sempre e solo il risultato
di quanto è stato prima.
Se è vero che si raccoglie quello che si è seminato, e che sui peri non crescono le mele, allora,
non la colpa, ma la responsabilità
per cui i giovani sono così, non la
si può dare soprattutto a loro, ma
entra in gioco tutta la società.
Una persona intelligente una
volta ha detto: “Diventare genitori è una cosa troppo importante
perché possa essere permesso a
chiunque di farlo”.
Quanto spesso vediamo dei genitori che si permettono di mettere le mani addosso ai figli (tra
l’altro, cosa diventata anche illegale ora)! Vediamo dei cosiddetti
adulti trattare i bambini come oggetti stupidi e a volte fastidiosi, o
fenomeni da baraccone; se li portano dietro quando viene a loro
comodo, e li mollano quando
danno fastidio. Queste persone
non hanno ancora capito che
aver un figlio significa diventare
genitori, e quindi dover mettere
qualcun altro al primo posto nelle proprie priorità. Spesso si vede
una totale mancanza di rispetto,
di amore vero, nei confronti di
queste piccole persone, che hanno già dei gusti propri, delle idee
loro, ma vengono considerati solo come delle scatole da riempire,
e obbligati a star zitti e a sentirci,
anche quando in realtà non abbiamo nulla da dire, e sarebbe
molto meglio se stessimo zitti.
Mentre, in realtà, se solo ci si
fermasse un momento, smettendola di considerare uno spreco
ma vedendolo come un regalo il
tempo passato con i propri figli,
se si pensasse a quali sono veramente le cose importanti nella vita, se si guardassero davvero i
propri bambini negli occhi, e li si
ascoltassero, si capirebbe quanto hanno dentro, e quanto possono davvero dare e insegnare a
noi.
E invece, ciò che viene insegnato è: io dico, tu ascolti e fai, e
non pensare di testa tua.
Perché invece non viene insegnato che ogni persona di testa
ne ha una sua? Perché non viene
insegnato ad usarla, e non, piuttosto, come usarla? Perché non
viene insegnato a pensare, ma solo ordinato cosa e come pensare?
E con la scuola questo non è
che migliori.
I poveri studenti, nel migliore
dei casi, vengono farciti di dati
che dimenticheranno giusto dopo l’interrogazione, e che nella vita non serviranno a niente.
Le persone dimenticano, siamo fatti così, ma la cosa importante non è ricordare sfilze di dati a memoria, ma è sapere della loro esistenza, imparare come e dove trovarli, e, soprattutto, essere
interessati a cercarli e a saperne
di più.
Tutte le cose “tecniche” che
vengono insegnate a scuola, molto spesso si potrebbero imparare
in modo migliore e in minor tempo, semplicemente leggendo un
libro. Ma l’unica cosa che, se non
hai dentro, non puoi impararla da
solo, e, dunque, l’unica cosa che,
ogni docente, dovrebbe davvero
insegnare, è amare una materia,
amare sapere, amare conoscere,
amare cercare, amare essere curiosi, anzi: avere bisogno di essere curiosi.
Ma questo sappiamo che non
avviene. Ed è così che gli studenti, continuano ad essere ingozzati senza avere né modo né tempo
di assaporare; e nel poco tempo
vuoto che hanno, continuano solo ad assorbire, e non a cercare, a
scegliere tra quanto proposto, e a
rielaborare.
E assorbono tutto. E il problema è proprio questo: cos’è che
propone il mondo oggi? Quali sono i miti? Quali sono i valori?
Il messaggio che viene dato è
che ciò che conta è solo essere
esternamente belli, avere soldi,
apparire in televisione, sui giornali, essere filmati o fotografati,
essere illusoriamente qualcuno,
e senza fare grandi sforzi, usando
la strada più breve, più facile,
qualunque essa sia, perché “il fine giustifica i mezzi”, e ogni arma
è concessa.
È questo che viene insegnato, e
non solo dalla televisione, dalla
moda, e dallo spettacolo, ma anche dalla politica, e persino da
molti esponenti religiosi, spesso,
ahimé, ai vertici.
Il buono non vince più sul cattivo. Non solo, ma è il cattivo ad
essere visto come il grande,
l’eroe; e il buono, quello vero,
passa solo per fesso e perdente.
Dov’è finito l’insegnamento
più elementare, buono e speranzoso, con cui la Walt Disney
ha cresciuto generazioni di
bambini?
Con tutto questo non voglio affermare che i giovani che non
hanno vicino dei buoni esempi
siano giustificati, ma dico solo
che, se c’è qualcosa che non va,
abbiamo tutti delle responsabilità: chi è più avanti nel cammino
dovrebbe lasciare cose buone
dietro di sé, per chi verrà; e, se
così non avviene, chi arriva dovrebbe fare quel grande passo,
attingendo a conoscenze che
non gli sono state date, per non
affiancarsi alle generazioni che lo
hanno preceduto, ma superarle,
perché “se continuerai a fare
quello che hai fatto, continuare a
ottenere quello che hai ottenuto”, ma cambiando i fattori, il risultato non potrà che essere un
altro.
La piacevole manifestazione si è
conclusa con un fuori-programma
inatteso. Il presidente del Complesso Musicale “Città di Alassio”, sig.ra
Renata Vallò, ha consegnato al tenore A. Elena, in occasione dei suoi
35 anni di attività canora, una targa
di ringraziamento per la costante
collaborazione con la banda. Una foto ricordo con tutti i partecipanti ha
suggellato il tributo artistico ed
umano dovuto al nostro parroco,
che si è impegnato sempre con convinzione e fede per la presenza viva
dell’arte e della cultura musicale
nella parrocchia.
IN BREVE, AI NOSTRI
AMMINISTRATORI
SEGNALIAMO CHE…
RUBRICA MENSILE A CURA DELL'A.V.A.
AI SOCI
“Gentili Soci, Vi informiamo che, a
partire dal mese di gennaio 2010,
l’ultimo numero digitale de
L’Alassino sarà disponibile anche
sul nostro Sito Internet. Quindi non
solo più le copie dei vecchi numeri,
ma anche l’ultimo numero in contemporanea con l’uscita in edicola.
Per ovvi motivi questa uscita non
verrà pubblicata insieme con le
copie passate, ma verrà creata un
sezione “ad hoc” per tutti i nostri
associati chiamata “Area Abbonati”. A tutti i nostri abbonati verrà
inviata una “user name” ed una
“password” che consentirà loro di
poter accedere a questa area riservata e scaricare l’ultimo numero de L’Alassino. Riteniamo che la
nostra iniziativa favorirà soprattutto i nostri numerosi abbonati
che si trovano fuori dall’Italia e
che, quindi, potranno ricevere
con un po’ di anticipo, rispetto ad
ora il nostro giornale.
Rimane inteso che nulla cambia
per coloro i quali non vorranno
utilizzare la versione digitale e
preferiscono la tradizionale spedizione postale che, in ogni modo,
continuerà come prima. Crediamo
di aver fatto cosa gradita a molti. I
nostri migliori saluti a tutti gli abbonati.”
Inizio di Via Vigo, al confine con l’Aurelia. Da mesi è così; turisticamente ed esteticamente è una “bruttura”!
Lungo la scaletta che porta da Via Mameli a Via Gastaldi è indispensabile l’illuminazione.
AREA EX MATTATOIO “LA MATTANZA DEI NOSTRI SOLDI”
L’altro giorno, un articolo apparso su di un quotidiano mi ha
dato lo spunto per tornare a scrivere al vostro giornale ed informare lettori ed i cittadini.
Si è tornato a parlare di teatro
in una città che sta ancora soffrendo per la perdita delle sale
cinematografiche, ma nessuno
ha mai accennato a quanto finora si è speso senza che nulla sia
stato fatto.
Mi sembra opportuno dare
una breve esposizione dei fatti e
dei costi finora sostenuti dalla
città per avere un’area ancor più
degradata di prima.
A metà degli anni novanta, le
F.S. proprietarie dell’ex scuola
materna di via Mameli, vendevano l’immobile a privati, guarda
caso, persone molto, ma molto
vicine all’Amministrazione comunale quella di allora che è anche quella attuale. Come mai
l’immobile non è stato acquistato dal Comune?
Nasce allora la brillante idea
di spostare la sede della scuola
materna, quanto mai necessaria, da via Mameli all’ex area
Mattatoio, onde superare il contenzioso tra Comune (Affittuario) ed i nuovi proprietari, consentendo così una operazione
urbanistica atta a favorire il
cambio di destinazione d’uso
dell’immobile.
La nuova scuola viene progettata nell’ex area del mattatoio, e
finanziata con l’emissione di
BOC (buoni ordinari comunali
del valore di 4 miliardi), e tali soldi giacciono inutilizzati da ormai
11 anni.
L’operazione viene però sospesa, poiché una parte della
stessa Maggioranza non vedeva
di buon occhio il collocamento
della scuola materna presso una
centrale elettrica.
A questo punto l’amministrazione con un colpo di scena, degno di un giallo di Agata Christie,
ed in vicinanza delle elezioni amministrative, decide di abbandonare il progetto scuola, sposandone uno ancor più grandioso, di
un teatro, non un piccolo teatro,
ma qualcosa di più imponente,
per cui è necessario contrarre
due nuovi mutui del valore di
1.800.000,00 euro (1995 - 1996),
sui quali stiamo pagando le rate
e blindando così il bilancio comunale per tutti questi anni.
Dopo un contenzioso con la
ditta appaltante, viene approvato un nuovo progetto, e, altra
grande idea, accettando per
buoni i lavori già eseguiti per il
precedente progetto.
Si appalta l’opera e, questa
volta, ancor prima di iniziare si
arriva al contenzioso con la ditta aggiudicataria, per motivi non
ancora ben chiari. Con i lavori
bloccati si giunge a sentenza che
ci dà solo parzialmente ragione,
dimezzando la fideiussione in
nostre mani, ma non ancora incassata.
Ad oggi questa Amministrazione non sa che pesci prendere,
un giorno si hanno notizie di un
finanziamento regionale per poter continuare il progetto, un altro si parla di possibile edilizia
convenzionata. Di certo è che a
breve 1.000.000 di € depositati
in BOC e 800.000 € di mutuo
cambieranno destinazione e
l’operazione teatro perderà il
suo finanziamento.
Questa operazione costa in
termini di svalutazione del capitale, interessi passivi, oltre ai costi di progettazione e a contenziosi una cifra che supera il MILIONE di EURO.
“Ai posteri l’ardua sentenza”.
Interesserebbe certo a tutti i cittadini poter vedere un rendiconto esatto e circostanziato di come sono stati usati dal Comune,
cioè i nostri soldi. Un elenco dettagliato di tutte le operazioni
compiute, che indichi, oltre alle
cifre, le date e le causali delle
operazioni, i nomi delle parti in
causa, e l’esito dell’operazione:
perché il solo esito che ora si
possa vedere è la “evaporazione” dei soldi in ballo.
Teatro in numeri
Prospetto costi progetto e appalto
€ 86.081,81
Spese collegio arbitrale
€ 23.834,90
Spese di consulenza tecnica
€ 17.136,00
Altre spese tecniche
€
6.120,00
Totale spese accertate
€ 133.172,71
Spese di gestione tecnica (€
239.856,28) richiesti € 182.497,
Spese di consulenza legale (presunta)
€ 16.000,00
Totale costi presunti
€ 331.669,92
Altri costi
Interessi passivi BOC
€ 546.713,77
Interessi attivi BOC (approssi-
€
222.700
mativi)
Costo (presunto) dei BOC
€ 324.013 .
Interessi mutuo (1.1.06) di
€
800.000
€ 77.324,64
Interessi mutuo (1.1.05) di
€ 1.000.000
€ 161.927,07
Totale altri costi
€ 563.264,71
Totale spese (accertati + pre€ 331.669,92
sunti)
Soldi spesi senza aver iniziato i
lavori
€ 894.934,63
A cui dobbiamo sommare le spese sostenute per il progetto e appalto per la scuola dell’infanzia
Consulenza legale Avv. Cocchi
€ 12.776.09
Transazione impresa Negro
€ 111.230,27
(1° saldo € 87.442,81)
Spese di gestione tecnica
€ 36.585,46
Spese di progetto e direzione lavori
€ 112.236,62
2.646,48
Collaudo statico €
Collaudo amministrativo
€ 10.775,61
Totale
€ 286.250,53
Totale costi operazione asilo teatro
€ 1.181.184,16
La cifra è esente dal costo di
svalutazione ma, considerato
che nel giro di due anni il
Sindaco ha sostenuto che l’opera costerebbe almeno 1 milione
di € in più, lascio all’immaginazione dei lettori quanto potrebbe essere il totale.
Alassio, lì 22.09.09
Agostino Testa
Consigliere Comunale
Venerdì 16 Ottobre 2009
3
«L'ALASSINO»
U recantu di nosci diti
(a cura di G.C. e G.G.)
CRONACA DI ANDATE
MESE DI OTTOBRE 2009
Esse inmanegai da-u cü cumme e sappe
Questa locuzione, molto usata nella parlata comune, altro non vuole essere che, una
metafora. Innanzitutto i soggetti sono due: la “zappa”, strumento agricolo di ferro quadrilungo
a due o più denti e il “manico” di legno di cui la stessa deve essere dotata per lavorare la terra.
Poiché quest’ultimo, per la sua col1ocazione deve essere introdotto nell’apposito “occhiello”
posto nella parte posteriore dell’attrezzo, tale operazione, forse con accostamenti ad altri
“detti” similari, ma meno fantasiosi, ha stimolato la solita arguzia popolare coniando il detto
“essere immanicati dal culo come le zappe” per indicare “uno stato di disagio, di prostrazione,
di malessere o di privazione con riferimento a se stessi o ad altri.
Ricordiamo pure che il nostro “attrezzo” viene pure usato in campo nazionale per un’altra
locuzione popolare “darsi la zappa sui piedi”: fare o dire cosa che poi torna a proprio danno.
U l’ha piai cui ballin d’argentu
L’esercizio venatorio ha da sempre coinvolto centinaia di persone, pronte a sacrificare ore di
sonno e danaro pur di soddisfare questa loro passione. Ancora oggi molte “doppiette” vagano
per le nostre colline in cerca di sempre più rare prede e altre ancora “emigrano” verso zone
più abbondanti di esse. Le prime si accontentano di magri carnieri, per le altre prevale ancora
una certa abbondanza ma, sia come sia, a nessuno piace, tornare a casa col carniere vuoto e
allora, pur di salvare la faccia, a volte si può ricorrere a particolari ripieghi purché lo stesso
venga rimpinguato e degno quindi di pubblico plauso. Il più semplice; facendo ricorso
all’acquisto!!!
E c’è da ritenere che lo stratagemma sia piuttosto comune (chissà perché il pensiero vola ad
altre categorie quali pescatori, cercatori di funghi o altro...) se l’arguzia popolare fa dire agli
smaliziati: “li ha presi coi pallini d’argento”.
ANCHE QUESTO È TURISMO
È finita. Anche questa stagione estiva è passata. In fondo
poteva andare peggio: mareggiate, piogge, spiagge corte,
cortissime, assemblee d’urgenza, esperti. Come reagire? Quale soluzione? Intervento immediato: sorbonamento?
Fortunatamente, se pur tra
mille difficoltà, si comincia.
Arrivano il bel tempo e le tante
desiderate bonacce. Tutti: gente comune, commercianti, bagni marini, amministratori comunali, giunta e Sindaco tirano
un sospiro di sollievo. La perla
della Liguria brilla ancora.
Alassio è e promuove turismo.
Sono contento. La nostra
Alassio è unica. E così vado a
dormire, sono stanco, chiudo
gli occhi, felice e fiero di essere alassino e dopo poco sto già
dormendo. Sogno. Ma è un sogno strano, direi quasi un incubo: mi sono svegliato da poco, bevo un caffè ed apro il
giornale. Sfoglio velocemente
e con poca attenzione la cronaca, gli esteri, la politica interna, mi interessano solo lo
sport ed ovviamente le notizie
della mia città.
Ma cosa dicono? Come si
permettono? Sindaco condan-
nato a nove mesi e con diciassette avvisi di garanzia sulla
scrivania. Dirigenti ed amministratori della S.C.A. iscritti sul
registro degli indagati (accusa:
false comunicazioni sociali) e
con loro assessori, dirigenti e
responsabili comunali interrogati come “persone informate
sui fatti”. E ancora, accuse di
abusi edilizi nella spiaggia dei
VIP, sentiti, sempre come “persone informate sui fatti”, assessore al demanio e proprietaria e
anche l’assessore all’urbanistica coinvolto in un’indagine su
acquisti di box.
Ma questi pm, chi si credono
di essere? Degli eroi di fumetti,
dei Robin Hood o dei Don
Chisciotte? Ma questi giustizieri
non lo sanno che Alassio è
Alassio? La nostra città ha amministratori capaci, amano il
paese, adottano politiche per
un benessere collettivo migliore. Esempi? Politiche cosiddette di “cementificazione zero”,
raccolta differenziata pari
all’85%, verde che più verde
non si può. Alassio è un classico
esempio di comune virtuoso e
tutto questo grazie ad uomini
con una integrità civica e morale da fare invidia. Ci manca solo
che questi pm sciolgano la giunta! Sarebbe accanimento.
Finalmente mi sveglio. Che
incubo. Sarà quello che ho
mangiato ieri. Vado in spiaggia, prendo il moscone. Mi piace fare il bagno alla boa.
Mentre remo penso ancora al
sogno. Sono contento. Che bella Alassio da qua. Rido. Altri
comuni hanno questi problemi, quelli dove c’è la mafia, la
camorra. Noi no. Che imparino
da noi: Alassio è e promuove
turismo.
Alassio… Scusa… Sto scherzando. Nessun sogno, nessun
eroe dei fumetti, nessun bagno,
nessuna risata. Questa è solo
fantasia che trasforma la realtà:
una realtà triste, deprimente e
vergognosa. So di non sapere
niente ma ho come la sensazione che l’attuale dirigenza politica alassina sia furba ma mediocre. Molto mediocre. Dimetter-
Profumi e balocchi
Sono indignato per il trattamento riservato al mio sindaco
Megagalattico, e voglio spezzare
una lancia (magari coupè) in suo
favore. Infatti in un diffusissimo
quotidiano nazionale, un giornalista vicino a “Italia un po’ per
uno in braccio alla mamma” si è
permesso di scrivere le seguenti espressioni che citiamo pedissequamente: “Andate è una delle perle della riviera lacustre, ha
storia di qualità turistica ed architettonica, è stata una delle
culle dell’ambientalismo italiano, ma oggi è uno dei comuni governato da uno dei sindaci più
criticati (il che non gli ha impedito di essere rieletto con una
sorta di plebiscito) per la sua benevolenza nei confronti del cemento e dei costruttori”. Fine
della citazione. Ripeto che mi sono indignato molto per queste
affermazioni, ma poi ho pensato
che il mio Sindaco stesso mi direbbe: «Ma figurati! Se io me la
dovessi prendere per ogni giornale che mi critica, allora, come
direbbero i nostri nonni, la spesa per la crusca sarebbe superiore al guadagno prodotto dal
mulo». E continuerebbe: «La popolarità io me la guadagno con le
mie dichiarazioni pubbliche!»
Molte delle quali, caro Sindaco,
sono state recentemente un po’
affrettate. Come quando, in un
convegno dei gestori di bar di
Andate, hai dichiarato che nel
prossimo futuro tutti i bar potranno avere i dehors davanti,
occupando lo spazio che finora
era destinato a parcheggio auto.
Ed allora io ho pensato che il
mio primo cittadino, con una
frase sola, si procacciava i voti
delle cento famiglie dei baristi
andatini, e perdeva contemporaneamente quelli delle mille famiglie dei negozianti, ai quali fa
piacere che i turisti che vengono
nei loro negozi trovino agevolmente il parcheggio senza essere costretti, ogni volta, a comprarsi un box da centomila euro.
Ma tutto questo era già stato
previsto dall’antico proverbio:
“Non si può soffiare e sorbire
contemporaneamente!” Invece
uno scoop meraviglioso che vi
posso offrire in anteprima è il seguente: La prossima cerimonia
di consegna degli Oscar cinematografici non si svolgerà nel
Palazzo del Cinema di Los
Angeles, ma nel Salone Convegni del Piccolo Albergo di Andate, che per l’occasione sarà
inaugurato, aperto provvisoriamente al pubblico, e poi subito
chiuso per ospitare appunto la
prestigiosa manifestazione, che
vedrà la presenza di seicento reti televisive, 380 delle quali di
proprietà del nostro premier. Ed
allora mi sento di dare, con tutto il cuore un suggerimento al
mio amato Sindaco: è questa
l’occasione per dare una ripulita
generale alla città e per riportare al loro antico splendore il verde urbano, i giardini, le aiuole, le
piante e i fiori, che, a detta di
moltissimi turisti, sono veramente ad un livello inferiore a
quello delle città vicine e concorrenti. “Nel tratto di riviera la-
si? Sarebbe un sussulto di dignità quindi non lo faranno. Ma
una soluzione c’è e si chiama
giovani, idee nuove, voglia di
mettersi in gioco e rispetto per
Alassio. Un altro corso è possibile. Bisogna crederci e dargli
una possibilità: sarà inesperto e
commetterà i suoi sbagli, ma
agirà in buona fede e con il cuore. E avrà voglia di ascoltare,
imparare e coinvolgere. E i furbi non rideranno più.
SOLENNE PROCESSIONE
AL BORGO COSCIA
Andrea Pellegrini
Nozze di Diamante in Alassio
L’ÜRTIMU ARASCIN
La Madonna del Soccorso occupa una parte importante nella
devozione mariana della città e i
frati cappuccini hanno sempre
saputo darle quella solennità
che meritano i santi strettamente legati alla storia della comunità alassina.
Domenica 13 settembre, alle
ore 21.00, usciva dalla chiesa dei
frati la statua della Madonna sostenuta da otto robusti giovani
tra un’ala di folla raccolta in preghiera. La banda cittadina con
inni religiosi iniziava il lungo, interminabile corteo lungo le vie
cittadine. Numerosi curiosi dai
marciapiedi si fermavano ad osservare e a recitare una devozione. Soprattutto attraverso il
budello si poteva notare un tipo
di partecipazione tradizionale,
ma troppo spesso dimenticato:
agli angoli delle viuzze i fedeli
del quartiere avevano allestito
custre compreso fra Lo Didietro
e San Romolo – mi dicono – non
c’è un paese “tenuto male” come
Andate, dal punto di vista della
cura del verde cittadino”.
Mentre io so che molte città a
vocazione turistica, come, ad
esempio la ligure Alassio hanno
saputo salvare il verde collinare
non permettendo alcuna costruzione sulla collina stessa, e contemporaneamente hanno conservato finora tutte le piante e
gli alberi cresciuti nel tessuto
cittadino. Ecco perché, lo confesso, io sono invidioso di voi,
felici cittadini di Alassio, perla
della Riviera Ligure. Quando
scendo dal treno, ed esco dalla
stazione di Alassio, vengono incontro ai miei occhi estasiati i
giardini che collegano la via
Aurelia al Muretto, tutti cosparsi di bellissimi fiori continuamente rinnovati, che nessuno
porta via e che sono curati, come i prati circostanti, come le
aiuole di Piazza Partigiani, come le piccole, ma significative e
pulitissime aiuole di via S. G.
Bosco, come tutto il verde della
Passeggiata a mare di Ponente,
in una maniera amorevole da
decine e decine di giardinieri, a
ciò preposti. Allora faccio un
lungo respiro e mi dico: “Addio,
Andate! Sono finalmente arrivato ad Alassio, città del verde,
dei fiori, delle strade pulite e degli effluvi che da ogni angolo, attraverso le nari, ti giungono al
cuore!”
Luca Caravella
altarini adorni di fiori o addobbato statuette della Vergine circondate da candele. Era uno
spettacolo religioso di luci e di
colori, di canti e di preghiere, di
suoni e di armonie, che rendevano sempre più solenne la manifestazione di fede, che si stava
svolgendo all’esterno dell’edificio sacro, della chiesa parrocchiale.
L’impegno pastorale di frate
Remo, di padre Walter e di padre Tommaso ha trovato una risposta di grande fede nella popolazione del borgo e della città
attraverso la partecipazione forte e profonda alle loro proposte
religiose in onore della Madonna del Soccorso, Madre di un popolo continuamente sottoposto
ai rischi e ai pericoli della navigazione marittima.
Giovanni Puerari
E semmu cumme pesci in te ’n laghettu
c’u ven giurnu pé giurnu prusciügau,
semmu merce inveggiò ciancianinettu
c’a nu l’ha ciü u so’ postu, in sciu mercau;
DONNA
u passau l’ammu messu, cu-u dialettu,
in te ’n recantu scüru, ammu lasciau
c’u nu ghe fusse mancu ciü in matettu
c’u fesse i stessi zögghi che ammu fau...
Cuscì, drent’a-a memoria u scumparisce
u sènsu du paise, e pé ’stu versu
u se cancella tüttu, fin che a-a fin
u resta quellu c’u nu se capisce,
e cose ch’i te fan sèntì diversu,
l’ürtimu pesciu... l’ürtimu arascin.
Antonio Boscione
L’ULTIMO ALASSINO
Siam come pesci dentro ad un laghetto / che vien, giorno per
giorno, prosciugato; / siamo merce invecchiata, piano piano, /
che non ha più un suo posto sul mercato; / il passato l’abbiam
messo, col dialetto, / in un angolo buio, abbiam lasciato / che
non vi fosse manco più un bambino / a far gli stessi giochi che
noi abbiam fatto.. / E dentro alla memoria ecco scompare / il senso del paese, e in questo modo / si cancella tutto, fin che infine
/ rimane quello che non si capisce, / le cose che ti fan sentir diverso / come l’ultimo pesce… l’ultimo alassino.
Questa foto è stata scattata il 15 ottobre 1959 a Piovà Massaia d’Asti, (terra
del Cardinale Massaia e di San Giovanni Bosco) ricorda le nozze del nostro
Socio Santino Bruno Pezzuolo con Delfina Ferrero, in una mattinata di limpido sole. Accanto agli sposi i rispettivi padri: Virginio e Cleto.
Ora gli “sposi” prossimi agli anni novanta e ottantrè, festeggiano la sessantesima ricorrenza con le figlie Marinella e Patrizia, i generi, i nipoti Mirco,
Silvia e Daniele e parenti tutti.
L’Associazione Vecchia Alassio unendosi all’unanime coro di congratulazioni, si felicita con i coniugi Bruno e Delfina augurando loro ancora molti anni
di vita felice.
Dolce compagna della vita
e anche fiera antagonista,
a volte paradiso, a volte inferno.
Pronta a passare dall’avversione più profonda
alla più dolce delle carezze
La sua lingua tagliente ti procura ferite
che poi ricuce con la sua stessa mano.
Donna!
Un cielo azzurro, che per un nonnulla
si ricopre di nubi tempestose,
pronta ad ogni sacrificio,
ma non a farsi pestare i piedi
L’uomo, dalla sua, ha i muscoli,
la forza bruta,
la donna ha la furbizia,
l’intuito, la seduzione
Di fronte a queste armi io mi arrendo
e alla donna, amante, madre o sposa
qual segno mio di stima
regalerò una rosa.
Giancarlo Belloni
4
«L’ALASSINO»
Lettere del pubblico
Scusate se insisto!
…insisto perché evidentemente
le mie lamentele espresse nel precedente articolo pubblicato sul numero 8 de “L’Alassino” del mese di
agosto 2009 “Dateci un’alternativa” sono state fraintese, visti anche i commenti espressi in merito
da questa redazione.
Con la mia protesta non intendevo assolutamente pretendere di ottenere in qualche permesso di infrangere la legge: tutt’altro!
Alla luce degli ultimi avvenimenti che mi sono sfortunatamente accaduti eccomi di nuovo qui...
Nei giorni scorsi a causa della
momentanea disattenzione di un’
automobilista, sono stata vittima
di un piccolo incidente con la mia
due ruote: il caso ha voluto che
scendendo dalla sua auto l’automobilista in questione urtasse con
la portiera del suo mezzo la mia bicicletta sbilanciata e facendomi cadere a terra mentre procedevo lungo via Dante nel corretto senso di
marcia.
Per fortuna la bassa velocità alla
quale viaggiavo mi ha permesso,
più che cadere di "appoggiarmi" a
terra. Tuttavia a titolo precauzionale soprattutto per i miei bambini, ho optato per una gita al pronto
soccorso con l’ambulanza, e tutto
si è risolto per il meglio.
La curiosità però mi ha portato
ad indagare tramite internet sul sito del Comune di Alassio alla ricerca di qualche chiaro riferimento alle zone ciclabili della città, per poter ridurre i rischi e continuare a
pedalare con maggior sicurezza:
esperimento fallito!
Tanto per passare il tempo ho
provato ad inserire su Google le
parole chiave Alassio in bicicletta
e mi sono apparse, per cominciare, pagine e pagine pubblicitarie
di alberghi che offrono fra i loro
servizi la possibilità per i loro
clienti di usufruire di biciclette
per visitare meglio questa cittadina definita “a misura d’uomo e a
misura di bicicletta”.
Il Comune stesso promuove
l’uso della bicicletta grazie a manifestazioni
come
“Alassio
Bimbimbici” svoltasi in primavera
e patrocinata dall’ assessorato al
turismo, rivolta ai bambini da zero
a dodici anni:... un’iniziativa che ha
l’obiettivo di promuovere l’utilizzo
della bicicletta...la due ruote oltre ad
offrire un’occasione di gioco per i
bambini rappresenta un modo di
pensare agli spostamenti quotidiani
rispettoso dell’ambiente. “... a rischio della vita, aggiungerei! Sarei
per altro curiosa di sapere percorrendo quali strade in quell’occasione la carovana di piccoli ciclisti
si sia trasferita dal punto di ritrovo
in Piazza Partigiani al Porto dove
veniva appositamente organizzato
un divertente percorso a gìmkana”
tutelando la sicurezza dei bambini
e senza incorrere in infrazioni!
Ancora: opinioni personali pubblicate in rete da villeggianti entusiasti di poter evadere il caotico traffico delle città per poter godere
delle bellezze di Alassio anche nei
mesi di minore affluenza turistica:
«Alassio è elegante, raffinata, molto
adatta ad un turismo familiare.
Tutta in piano è facilmente percorribile in bicicletta...”.
Arrivo al punto: oltre a tutto questo chiacchierando con un’amica
residente all’estero che mi ha confermato che nella sua città, essendo presenti numerose piste ciclabili, il rischio di incidenti è notevolmente ridotto, continuo a non
capire perché in una località turistica come la nostra, predisposta
per sviluppo urbano all’utilizzo
della bicicletta sia privilegiato invece il caotico ed inquinante traffico automobilistico… l’unica cosa
che mi viene in mente è che per
l’amministrazione comunale l’interesse economico sia sempre, inesorabilmente una priorità assoluta
a discapito del cittadino.
A. L.
Venerdì 16 Ottobre 2009
riceviamo e pubblichiamo
(le lettere anonime non vengono pubblicate)
TARSU 2009
Riceviamo e pubblichiamo
Al sig. Sindaco del comune
di ALASSIO
Arch. Marco Melgrati
FAX 0182660837
e p.c. Redazione de L’Alassino
A.V.A. FAX 0182643937
Egregio sig. Sindaco
Ho ricevuto l’avviso di pagamento relativo alla TARSU 2009
e credo doveroso sottoporre alla Sua attenzione le seguenti
considerazioni:
1) Dal 2001 al 2009 l’importo
addebitatomi per la tassa sulla
raccolta dei rifiuti è passato:
• per l’alloggio in cui risiedo
(a Legnano) di mq. 130, da
€ 204,00 ad € 215,00 (con incremento del 5,39%)
• per l’alloggio di Alassio di
mq. 111, da € 240,00 ad € 353,00
(con incremento del 47%, di cui
circa il 30% nel 2009; con riferimento al 2008 l’incremento è comunque superiore al 25%);
2) La città in cui risiedo lascia
certamente a desiderare quanto a pulizia, ed anche il servizio
di spalatura neve non è dei migliori nel complesso tuttavia
può meritare un giudizio di sufficienza. La raccolta differenziata (svolta a porta a porta) prevede anche la possibilità di conferire determinati rifiuti in appositi centri. Ad Alassio invece
la sporcizia regna sovrana; i
punti di conferimento rifiuti sono impraticabili per il luridume
ed il fetore; i contenitori per
plastica e vetro sono spesso
inutilizzabili (vedasi quello per
la plastica in via Roma all’altezza dell’hotel Villa Igea) e quasi
sempre indecorosi (in che anno
sono stati acquistati e dove sono stati utilizzati prima che ad
Alassio?)
3) La maleducazione di trop-
pi turisti (e credo anche di alcuni residenti) non può essere
addotta a giustificazione di tale
stato di degrado. Quando ancora il servizio di raccolta dei rifiuti si svolgeva a mezzo di addetti che li ritiravano alla porta
dell’alloggio (venivano cioè al
piano a ritirare la spazzatura)
chi svolgeva il servizio trovava
anche il tempo non solo per lasciare pulito dove prelevava i
rifiuti, ma provvedeva anche alla pulizia di strade e marciapiedi. Ad esempio, la passeggiata
Ciccione veniva lavata OGNI
MATTINA (quanto meno durante l’estate), ed il viale delle
Palme meritava di essere considerato fra I più belli del mondo.
Oggi la passeggiata Ciccione,
ammesso che venga lavata, non
lo è MAI nei mesi di Luglio e di
Agosto, ed il viale delle Palme è
divenuto un maleodorante deposito di escrementi non solamente di cani e gatti.
Fatte queste considerazioni,
aggiungo che so che è principio
giuridico accettato che “ubi comoda ibi incomoda”; se valesse
anche l’inverso io, che ho l’incomodo di pagare, vorrei anche avere il vantaggio di sapere
in base a quale logica si è operato l’incremento sopra segnalato (e lamentato) della TARSU.
Personalmente sono certo
che si potrebbe ottenere molto
di più con molto meno; spero
comunque, oltre che in una risposta, di poter vedere un rilevante miglioramento nel servizio e nella pulizia, miglioramento doveroso anche indipendentemente dall’incremento citato.
Cordialmente
Stefano Benetti
“Arredo urbano”: arredo?
Da qualche anno fanno bella
“mostra” di sé degli ulivi (alberi a
lenta crescita) ai lati della Via Don
G.Boselli. Sulla parte destra sono
quasi invisibili, in quanto non superano i tetti delle macchine parcheggiate, dall’altro lato crescono
a mò di arbusto, in entrambi i lati
gli ulivi sono invasi dalla cocciniglia (già dal primo anno). Le griglie
da dove spuntano sono ricettacolo di rumenta che rimane intrap-
polata e non si smuove neppure
nelle giornate di forte vento (quello che a costo zero fa pulizia nelle
strade). Dare la colpa ai turisti è la
via più semplice per lavarsene le
mani, ma è proprio così? Sono gli
unici responsabili? Allora si prevede una città linda nel prossimo
futuro, perché (a occhio e croce)
di turisti ce ne sono sempre meno.
L. M.
Nostalgia
Leggo sempre volentieri su
L’Alassino i pensieri dei nostalgici
che, come me, tornerebbero volentieri indietro nel tempo, non
solo per essere più giovani, ma
per rigustare le piacevoli atmosfere dei “recanti”. Erano luoghi speciali dove regnava una genuina
amicizia, la serenità, la voglia di
stare insieme e respirare “l’arzì”
del mare. Capisco così che siamo
ancora in tanti a rimpiangere quel
passato perduto: Allora, non
avremmo mai potuto immaginare
che la modernità così decantata ci
avrebbe tolto tanto benessere.
Gli Alassini e tant’altra gente
all’antica sanno però ancora sognare. Non c’è una massima che
dice: «chi lascia la vecchia per la
nuova, male si trova»? Chi di noi
durante il corso della vita non
ha avuto ina disavventura ed ha
saputo sempre ricominciare da
capo?
Fernanda
WC pubblici: giuste critiche dagli stranieri
In Piazza Paccini (ex ospedale) c’è l’indicazione “WC PUBBLICI” che funzionano, anzi funzionavano bene (buona pulizia,
presenza di carta igienica).
Senonché dal 1° settembre sono
stati chiusi suscitando fra l’altro
le giuste critiche dei turisti
(francesi, tedeschi e svedesi, come ho potuto constatare).
Non è il caso di riaprirli almeno fino al 15 ottobre (e meglio
se oltre)?
Jascha Antonmardù
Roma – Brno
Vincere… perdere
Vincere, perdere; perdere
vincere quanta importanza dà
la società a queste due parole;
è senza dubbio ambita la parola vincere pare che sia molto
desiderata.
Mi colpiva il fatto, letto sui libri di storia che il capo o generale che fosse, vincitore dopo una battaglia seppur cruenta in alcune occasioni facesse
sfilare il “nemico” concedendogli l’onore delle armi,e
schierandosi rispettosamente
concedeva
questo privilegio a chi con
coraggio e umiltà,provava a
vincere una battaglia con
i suoi ideali che ad essa molte volte erano collegati, e molte
volte con forze impari. La grandezza dell’uomo si manifesta
con l’umiltà e la generosità che
si concede a colui che non ha
potuto raggiungere il suo obiettivo.
In lingua Francese l’espressione “La grandeur de l’homme” crea forse più enfasi al
pensiero e a quanto voglio dire.
Continuare ad elencare successi e gradimenti può essere
qualche volta il risultato di una
situazione favorevole. Venire
incontro a chi è perdente rappresenta il modo più sublime di
esprimere la grandezza interiore dell’individuo.
Sono queste le manifestazio-
ni che vengono sempre ricordate ai posteri, l’essere magnanimi comprensivi, senza esplicare superiorità di nessun tipo
è questo il fascino che esercita
l’uomo nei confronti dei suoi
simili.
L’umiltà di Gesù venuto sulla
terra con le sue predicazioni è
quanto di più semplice e sublime si possa esercitare al cospetto degli uomini, lui non dichiara mai che l’uomo può essere vincente o perdente non è
questa la strategia che può accumunare lo stare insieme tra
persone.
Il voler sempre primeggiare e
porre sempre un divario più
ampio verso coloro che non
hanno questo privilegio non
produce nessuna peculiarità
umana, al contrario crea astio e
qualche volta un senso di vergogna dignitosa.
Molti sono gli esempi che la
storia e la letteratura ci tramanda, e questi non sfuggono a
coloro che fanno della dignità
di pensiero una ragione di vita.
Vincere o perdere non è nulla davanti alla strategia del
tempo,nostro giudice inesorabile, che ribalta o annulla chi si
è sempre considerato agli occhi degli uomini un vincente
nato.
Leonardo Nappi
In merito alle lettere inviate alla redazione, con richiesta di pubblicazione, si precisa che devono essere firmate con nome e cognome
(leggibile) ed il firmatario deve poter essere identificato. È facoltà dello stesso richiedere l’anonimato in caso di pubblicazione.
Professori o Maestri?
Mi hanno suggerito di leggere
una poesia di Victor Hugo intitolata “Il rospo” nella traduzione di
Giovanni Pascoli che suggerisco
di leggere anche a voi (la trovate
su internet); tratta di un povero
rospo seviziato da diverse persone e da bambini, che trova unico essere, caritatevole e pietoso
un asino vecchio e acciaccato e
bastonato dal padrone mentre tira un carretto. Il poeta termina il
racconto con questi versi: “allor
nel cielo azzurro... intesero i fanciulli. Uno che disse – siate buoni
o figli –”.
Recita un vecchio adagio latino “non studiamo per la scuola
ma per la vita”; mi domando
quanto questa massima sia intesa da studenti e insegnanti! Molti
ragazzi studiano quel tanto che
basta per superare un interrogatorio o un esame; molti insegnanti si limitano al puro nozionismo senza curare la formazione dell’individuo loro affidato. Ci
sono numerose poesie simili a
quella Hughiana del “Rospo”, come ad esempio “I due fanciulli”
del Pascoli, che meriterebbero
ampie riflessioni e dibattiti, ove il
professore di cattedra deve veramente diventare “Maestro” di
vita e far maturare l’inesperienza
giovanile; ci sono racconti, poesie, libri (lo stesso “Pinocchio” di
Collodi ad esempio che non è un
racconto fumetto da cui trarre
un film qualunque) che l’insegnante deve assimilare e approfondire per far breccia nei
cuori e influire sulla sana educazione dei ragazzi. Libri che purtroppo passano di moda e sono
sottovalutati (chi ricorda più “Il
cuore” di De Amicis?). A scuola lo
studio della Storia non deve consistere nello imparare date e nomi di battaglie a memoria ma essere ricerca delle cause e degli effetti delle azioni dal passato al futuro; certi autori classici non devono essere studiati solo per la
loro bella prosa o per le costruzioni letterarie e grammaticali
ma per la profonda filosofia e saggezza delle loro parole: ho ricordi indelebili delle satire Oraziane, delle favole di Fedro, di Seneca e tanti altri ancora, oggi dopo sessant’anni... e ciò grazie ai
Maestri di allora e cito tra i tanti
Don Piccagli, don Motroni, don
Muscinelli salesiani del liceo Don
Bosco di Alassio...
La scuola deve forgiare il carattere in quei giovani che domani saranno la guida del mondo
per cui sorge la domanda: gli insegnanti professori che scendono nelle piazze con gli studenti
per manifestazioni politiche che
fanno assemblee e comizi che
nulla hanno a che fare con la serietà dell’insegnamento quale
esempio danno? Essi sono responsabili di aver abbandonato
il loro ruolo di “Maestro” e aver
generato una diffusa e inquietante amoralità, superficialità dei
giovani che degenera sino al rifiuto della famiglia e della società
multietnica in cui viviamo; con le
conseguenze che leggiamo sui
giornali con disgusto tanto da
farci sentire nelle condizioni di
quel “rospo” descritto da Hugo.
Ma se la scuola riesce a far sentire la voce di quell’UNO che dice
“siate buoni o figli” allora ha raggiunto il suo scopo.
Silvio Viglietti
Ringraziamento
Desidero ringraziare dalle colonne de “L’Alassino” il sig. L.
Nappi che ha scritto e pubblicato una poesia nella quale loda la
mia attività nel sociale. Devo dire che la cosa mi ha commosso
anche se non penso di meritare
tutti questi elogi. Come privata
cittadina sono sempre stata
convinta che ogni individuo non
vive isolato in un suo mondo,
ma fa parte di una comunità nella quale si deve integrare positivamente. Non per niente si afferma da varie parti che il volontariato è la risorsa in più di ogni
nazione moderna. Come responsabile locale di una agenzia
commerciale ritengo, confortata dall’iniziativa del comm.
Rinaldo Muratore titolare della
stessa agenzia, che sbagliano
coloro che pensano che chi
commercia e lavora in un determinato luogo non debba distribuire una parte delle sue risorse
con lo scopo di rendere migliore
e più vivibile la realtà in cui opera. È per questo che penso di
non meritare gli elogi del sig.
Nappi, avendo io fatto il minimo
di quello che avrei voluto fare.
Lo ringrazio comunque per la
sua gentilezza e amicizia.
Margherita Mantica
Invito del WWF di Savona
Il WWF Savona invita i Comuni della Provincia a piantare un
Albero per ogni neonato residente, in ottemperanza alle normative vigenti.
In una regione a vocazione turistica come la Liguria, è ancora
più importante osservare la
Legge Nazionale del 29 gennaio
1992 n. 113 e la Legge Regionale
n. 33 del 5 luglio 1994 che prevedono l’obbligo per il Comune di
residenza di porre a dimora un
albero per ogni neonato, a seguito della registrazione anagrafica.
In attuazione degli indirizzi definiti del Piano Forestale Nazionale, i Comuni provvedono,
entro dodici mesi dalla registrazione anagrafica di ogni neonato
residente, a porre a dimora un
albero nel territorio comunale.
L’ufficio anagrafico comunale
registra sul certificato di nascita,
entro quindici mesi dall’iscrizione anagrafica, il luogo esatto dove tale albero è stato piantato.
Il WWF Savona ha inviato una
comunicazione ai comuni della
Provincia per verificare se ogni
amministrazione ha ottemperato
agli obblighi di legge.
WWF Savona
Il Delegato alla Tutela
del Patrimonio Arboreo
Stefano Gatti
Il Presidente
Anna Maria Fedi
Il Presidente
Sezione Regionale
Marco Piombo
Venerdì 16 Ottobre 2009
Due righe sul Convegno organizzato a fine
settembre alla Biblioteca comunale da “Italia
Nostra” sul tema: Difesa del Paesaggio
Innanzitutto un apprezzamento ai dotti Interventi sulla
irrisolta problematica del paesaggio: interventi mirati che ci
hanno detto della storia e della attuale situazione in peius
vertendo del nostro habitat,
constatazioni – ahinoi! – sotto
l’occhio di tutti, che andrebbero tuttavia più che narrate e discusse affrontate senza indugio mediante la forza della
Legge. Conosciamo la provenienza dell’abusivismo e ne
constatiamo i danni ambientali e paesaggistici che ci infligge
in continuazione a dispetto di
ogni regolamento, irridendo
per sopra mercato alle leggi e
a tutti coloro che vorrebbero
farle rispettare. Quindi per noi
oramai sono inutili sia i “belli
escursus” storici sia le lamentazioni. I Comuni se la ridono e
fingendo interventi di là da venire continuano a fare i pesci
in barile quando non le vittime
addirittura, ovviamente gabbando la massa dei tapini contribuenti che finanziano quegli
stessi uffici preposti-a loro garanzia difesa e tutela.
E noi continuiamo a parlare
mentre si autorizzano costruzioni di box, di garages sotto le
piazze prospicienti il mare,
sotto i giardini dei conventi riducendo belle prospettive,
con palme e agrumeti, a fotocopie di orridi stabilimenti penali con grate e cancelli in tutto simili ai penitenziari di
Alcatraz! Prode erbose ,alberate di ulivi centenari, trasformate in grigi muraglioni di difesa medioevali!...
Esistono da tempo precisi
regolamenti e i cittadini pagano le tasse – e non son poche!
– per non vedere scempi paesaggistici urbani e collinari! La
magistratura deve, ha il dovere di intervenire e tempestivamente, non come sino a oggi dopo 10 o 20 anni o addirittura mai!!!
I Comuni lasciano fare aspettando tranquilli proteste e denunce nella certezza che gli
opponenti nulla potranno per
colpire la loro responsabilità
trincerati dietro la colpevole
indifferenza della legge. “Fate
causa agli abusivi! Fate causa
al Comune!” ripetono sapendo
in tutta quiete che assai difficilmente i privati opponenti
avranno forza e denaro e tempo per vedere sortire esito positivo alle loro sacrosante
istanze. Nonostante leggi in vigore dal 1977 leggi con precisi
riferimenti all’ambiente, la magistratura nicchia, si dice incompetente a decidere, addirittura rimanda al Consiglio di
Stato!
Vale citare a tale riguardo un
fatto a dir poco vergognoso di
una superfetazione abusiva documentata dall’intervento
dei Vigili del Comune in data
agosto 1985, più e più volte denunciata al Comune e poi alla
Procura della Repubblica, che
alla distanza di ben 24 anni (!)
è ancora da risolvere. Ed anzi,
il Comune, nonostante la fiera
opposizione dei contestanti,
ha concesso al signor Abusivo
(pure flagrante colpevole di
falsa testimonianza!) - il condono!
È indispensabile - che una
associazione come Italia Nostra riunisca regionalmente
Comitati in grado di imporre
immediato intervento per il ripristino delle legalità in sede
urbanistica ed ambientale. Le
denunce ai Sindaci, alle Procure lasciano il tempo che trovano, la scure della Legge deve
cadere sul collo degli abusivi di tutti gli abusivi anche quelli
stessi comunali – illico et immediate – senza remore e senza indugi.
Si indicano Conferenze, Incontri, solo per istituire Comitati di esperti in grado di far
mettere in atto Leggi che esistono da tempo e che da tempo
vengono disattese Il disastro
ambientale occorso di recente
a Messina ove mai ve ne fosse
bisogno, è l’ultimo esempio della colpevole ignavia di tutti coloro che preposti a fare rispettare leggi e regolamentazioni
sono in tutt’altre faccende affaccendati. Evidentemente.
F.G.
NUOVO PROGRAMMA
GESCO SPA
Il successo del libro
“Segreti di cucina” realizzato
dai partecipanti del Centro
Ricreativo per Anziani
“Argento Vivo”, dove sono
state pubblicate ricette e segreti di alcune prelibatezze liguri, ha tracciato il nuovo programma che la GESCO SPA in
collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Sociali ha
stilato per la prossima stagione per gli iscritti del Centro ricreativo e per tutti gli utenti
dei corsi della terza età in palestra e in piscina.
Il 12 ottobre inizieranno le
attività in palestra ed in piscina con le modalità di iscrizioni e di orari invariati: i corsi
sono seguiti da personale
specializzato e prevedono al
termine la festa di fine corso
al Palazzetto e la gara sociale
in piscina.
A metà ottobre inizia il 4 °
ciclo degli “Incontri salutari”
che ha visto una notevole partecipazione nella passata edizione: il programma di quest’anno prevede gli incontri
con un ortopedico, un ginecologo, un oculista, un dermatologo e un cardiologo. Avranno
cadenza mensile e saranno organizzati in alcun i bar della
città con la formula collaudata
consueta così da favorire momenti di incontro e di svago.
Nel centro ricreativo, oltre
le normali attività svolte (dai
tornei di carte, all’ascolto del-
5
«L'ALASSINO»
la musica, dai laboratori di
ikebana alle lezioni di computer) il programma prevede
una gita di mezza giornata dove si visiteranno musei, mostre, paesini caratteristici
dell’entroterra ligure, pomeriggi danzanti e feste a tema:
inoltre, dopo essersi cimentati nella stesura del libro di ricette, gli iscritti potranno
mettere insieme i loro ricordi,
riflessioni per una nuova pubblicazione che ha già un titolo
“la mia Alassio”.
Nel mese di ottobre inizierà
anche la serie di gite di un
giorno che coinvolge ormai
da anni molti dei partecipanti
le attività motorie della palestra e della piscina. Le prima
gita si effettuerà in Francia alla scoperta della Provenza, e a
novembre è in programma
un’opera al Carlo Felice.
Le informazioni di tutte le
attività e il calendario completo si possono trovare direttamente presso la segreteria della Piscina di Alassio,
al Centro ricreativo “Argento Vivo” a partire dal 1° di ottobre.
Come sempre rinnoviamo i
ringraziamenti alla redazione
dell’Alassino” per la sua costante e proficua collaborazione nel promuovere e dare
risalto alle varie attività svolte durante l’anno.
Vi aspettiamo!
GESCO SPA
Rubrichetta mensile - Un ricordo per...
SI PARTE PER UNA GITA A… GARLENDA – ANNO 1932
In piedi: CANDIDO BAVERA e Tommaso Sciandra – In macchina Signora Gina Rocca, Signor Edoardo Rocca e Rosa
Bavera , e altri turisti - l’autista è il Signor Gandolfo.
ANCHE SE NON È ANCORA INCONTRI CON L’AUTORE
NOVEMBRE…
Rita Zanchi: “Le contraddizioni del cuore”
Sono tra quelli che una volta
al mese salgono a portare due
fiori ai loro Cari e a dire Loro
che in famiglia li ricordiamo
sempre con affetto.
Il Camposanto di Alassio austero come deve essere sembra quasi addormentato,
sdraiato a lato di una verde
collina ai piedi della quale
scorre timido e silenzioso un
filo d’acqua pura di fonte che
scende dalla parte del Colletto
di Moglio.
Di solito, ultimata la visita ai
Miei, sotto lo sguardo degli imponenti cipressi, tra il profumo intenso dei fiori e seguito
dalla petulante curiosità di un
merlo solitario, mi aggiro per
un po’ tra i marmi vecchi di anni, o fra i tumuli recenti curiosando. E così rivedo i volti di
amici, di conoscenti, di compagni di scuola, di giochi...
“Toh! quello non sapevo che
fosse morto!” e mi pare risentire le loro voci ed è allora che
il cuore mi si riempie di sgomento!... su qualche lapide poi
mi attardo ad osservare, a leggere nomi e... titoli, titoli appartenuti al defunto in vita! e
mi domando se lauree, cavalierati, blasoni e quant’altro
siano utili a rendere uno più
accetto di un altro al cospetto
di Dio: quassù l’uguaglianza è
d’obbligo!
Assai spesso a causa della
pioggia e di altri eventi meteorologici i colori stingono, si mischiano, e le scritte, anche
quelle di metallo si piegano,
qualche lettera cade e le scritte diventano illeggibili e i marmi di sostegno si incrinano, si
spaccano e cadono giù. Allora
titoli e benemerenze si confondono tra di loro ed è difficile,
problematico, quasi impossibile attribuire il giusto titolo
all’autentico... titolato!
Il pomeriggio passa veloce
ora che il sole, quando c’è, tramonta prima. E ancora una
volta convengo con piacere
che gli Alassini non dimenticano e rispettano i loro morti. Ne
fanno fede le tombe curate a
dovere, infiorate, lustrate con
assidua premura dalla gente
che quotidianamente sale al
Camposanto.
Prima che l’addetto annunci
col suono della campanella la
chiusura dei cancelli debbo affrettare il passo.
Il buio che scende lentamente dalla “Guardia” dilaga mentre il silenzio è calato all’improvviso.
Il merlo zittisce rintanato
chissà dove.
Ora si sente più distinto lo
scorrere di quel filo d’acqua
pura di fonte che scende dalla
montagna.
vincenzo moirano
CAMPANARI A LAIGUEGLIA (segue dalla prima pagina)
bre u.s. è stata una conferma,
per chi aveva già apprezzato
l’anno scorso il concerto, ma
per i numerosi turisti, che ancora gremivano la spiaggia e la passeggiata, è stata una graditissima sorpresa.
Anche quest’anno la famosa
ditta Trebino di Uscio (Ge) ha
curato l’allestimento, 12 campane su di un camion attrezzato;
presentatore e “campanaro” il
Signor Valerio Ruggiero. Numerosi sono stati i pezzi suonati da
Giovanni Parodi, (Ge-Pra); Michele Mantero (Ge-Pegli); Riccardo Frio (Rivarolo); Simone
Dettori (Genova); Angelo Ferrari (Ge-Bolzaneto) decano dei
campanari Liguri, e Riccardo
Cambisi (Bigio) il più giovane, 13
anni.
Sono state suonate musiche
sacre e profane, (valzer e mazurche) anche a quattro mani.
Il concerto si è concluso con
la musica di “Ma se ghe pensu”,
sottolineata da numerosi applausi.
Chi desidera ulteriori informazioni e contatti:
www.genovacarillon.com
[email protected]
c.c.
Ed. Ennepilibri
«Scrittrice “nuova”, viene
da Bergamo, sposata con tre
figli» Così il professor Franco
Gallea ha presentato l’ospite
il 19 settembre scorso
nell’Auditorium della Biblioteca civica “Renzo Deaglio.
Lei parla di sé stessa: «Faccio
parte di una corale di un certo
prestigio e ho la passione per
la bicicletta “mountain bike”,
ho partecipato a qualche corsa. Possiedo una casa ad
Andora. Ho cominciato come
scrittrice scrivendo fiabe per
mia figlia, poi ho collaborato
con un mensile per giovani».
Gallea parla del libro: «Romanzo “privato” in contrasto
col romanzo storico che attualmente viene privilegiato.
La vicenda si svolge a Pavia:
una famiglia borghese, lei si
chiama Viola, impiegata, fa
parte di una compagnia teatrale, provocando dissapori
col marito ingegnere, dal carattere mutevole; hanno due
figli. Viola a un certo punto si
innamora di un attore, affascinante, che sconvolge la sua vita... Romanzo psicologico, indirettamente sociale, con
molti personaggi e situazioni;
assai originale è l’impostazione». Zanchi (in risposta alle
sollecitazioni di Gallea): «Il
punto centrale del libro è la
crisi di una coppia dopo 25
anni di matrimonio. Per Viola
è una rivalsa sul carattere del
marito, non violento ma persecutore. Il libro ha un finale
aperto perché avevo previsto
un romanzo più lungo, poi ho
deciso di dividere la vicenda
in due parti, questo libro avrà
un seguito. Il mondo borghese è un po’ fatuo, falso: lo conosco, così lo descrivo con
tutti i suoi difetti».
Ca. Bl.
MADONNA DELLE GRAZIE
8 settembre
La statua della Madonna
Bambina, martedì 8 settembre alle ore 17.00, veniva portata solennemente in processione in regione Castello,
mentre un folto gruppo di fedeli seguiva in raccoglimento
e preghiera e la Confraternita
di Santa Caterina arricchiva la
manifestazione con una presenza attiva e devota. Attraversato il borgo, lungo la via
centrale la folta teoria di persone si fermava presso l’edicola che racchiude l’immagine della Madonna e qui un
breve pensiero di mons. Angelo De Canis ricordava il significato della solennità. Il
rientro nella chiesetta per il
rito sacro era salutato dai
canti di una parte della Cappella Musicale ed anche dal
bellissimo quadro che domina l’abside dietro l’altare
maggiore e che rappresenta
la nascita di Maria. La festa si
concludeva sulla piazzetta
del borgo accanto alla chiesa
in un clima di gioiosa fraternità, di scambi di idee e soprattutto nella chiassosa degustazione di un piacevole
rinfresco preparato dalla
sig.ra Marilena e dagli abitanti del luogo.
Le celebrazioni in onore di
Maria Bambina al Castello,
grazie anche alle iniziative di
monsignore, di anno in anno
acquistano quella solennità,
che ricorda la grande partecipazione degli abitanti della
frazione alla vita spirituale
della chiesa cittadina.
G.P.
6
«L'ALASSINO»
Venerdì 16 Ottobre 2009
TITOLAZIONE DEL BELVEDERE DI SANTA CROCE A
PREMI FEDELTÀ AD ALASSIO
FLORENCE NIGHTINGALE: LA SIGNORA DELLA LAMPADA
Domenica 20 settembre si è
svolta la cerimonia di Intitolazione del Belvedere a Florence
Nightingale con la benedizione
della piastrella commemorativa
preceduta dalla Santa Messa celebrata da Monsignor Angelo de
Canis insieme a Padre Francesco.
Anziché raccontarVi integralmente la giornata, rischiando di
essere noiosa, ho pensato di condividere con Voi due momenti
della cerimonia utilizzando una
foto che ritrae buona parte degli
astanti e l’altra scattata al momento della scopertura della piastrella e riportando in parte, sperando che non me voglia se non l
’ho trascritta integralmente, la
predica fatta da Padre Francesco
perché ritengo dia un idea abbastanza precisa dello spirito che
dovrebbe animare chi fa (o si appresta a fare) volontariato.
Prima però vorrei spendere
due parole per spiegare che
all’interno della Croce Rossa Italiana sussistono sei Componenti
Volontaristiche e cioè le Infermiere Volontarie,i Volontari del
Soccorso, il Comitato Femminile,
i Pionieri, il Corpo Militare e i
Donatori di Sangue, ognuno dei
quali ha ruoli diversi ma un unico
scopo, aiutare i bisognosi, illustrato benissimo da Padre Francesco a cui “cedo la parola”:
“A chi la interrogava sui motivi
che l’avevano indotta a impegnarsi nella riforma dell’assistenza infermieristica, Florence Nightingale rispondeva:”la rabbia”.
…..Di fronte al desolante spettacolo dell’assistenza ai malati
Ella si sentiva invadere da una
forte reazione aggressiva che
seppe però utilizzare creativamente per cambiare la situazione
in meglio.
…..Durante la guerra di Crimea
girava di notte per le corsie
dell’ospedale, sorridente ed invocata, recando in mano una
lampada accesa, meritando di essere chiamata “La signora della
lampada”.
…..Era convinta che Dio la volesse al servizio ed alla cura degli
ammalati ed indigenti
…e la sua risposta è stata mettersi al servizio del prossimo ammalato. Lei che ispirò Henry
Dunant, fondatore della Croce
Rossa, prese ispirazione dalla fede e dall’esempio delle Suore di
S. Francesco di Paola e dalle diaconesse evangeliche del rev. T.
Fliender nel cui ospedale studiò
da infermiera in disaccordo coi
suoi che consideravano disdicevole per una signora dell’alta società esercitare un tale servizio.
…Quanti di noi ritengono che
il Vangelo predichi e proponga
sottomissione, umiliazione e frustrazione! Non è un invito a ciò,
anche nell’odierno Vangelo, la
proposta ”Se uno vuole essere il
primo sia l’ultimo di tutti e il ser-
vitore di tutti” (Mc 9,36)?
Ben altra è la lezione impartita
da Cristo: se uno vuole essere il
primo lo sia alla maniera di Dio,
innescando cioè un circolo virtuoso di dedizione e di servizio…
non sempre eclatante nelle nostre comunità cristiane.
…Troppi cristiani cedono al fascino dell’essere primi nella carriera, nello sport, nella finanza,
nella politica guardandosi bene
dal farsi primi perché ultimi e servi di tutti. Saranno primi agli occhi del mondo non agli occhi di
Dio.
Osserva A. Manzoni “Se gli uomini più che a stare bene pensassero a fare il bene, si finirebbe
tutti con lo stare meglio”. E in una
bella lirica, R. Tagore scrive:
“Dormivo e sognavo che la vita
era gioia. Mi svegliai e vidi che la
vita era servizio. Volli servire e vidi che la vita era gioia”.
Lo testimoniano i più di 98 milioni di volontari della Croce
Rossa, impegnata a soccorrere
nel bisogno. Dire Croce Rossa è
indicare la più importante organizzazione del mondo il cui simbolo, una croce rossa su fondo
bianco - l’esatto inverso della
bandiera svizzera - compare ogni
volta che calamità e guerre strappano un pezzo di vita ad adulti e
bambini, ad anziani ed ammalati.
Una missione che deve servire a
“placare tutte le sofferenze umane senza distinzione di nazionalità, di razza, di religione, di condizione sociale e di appartenenza
politica”. Una missione che vede
tutti impegnati a servire il prossimo nel bisogno. Lasciatemi dire:
in modo divino, sull’esempio di
Cristo.”
Ecco io direi che non c’è nulla
da aggiungere alle parole di padre Francesco se non un ringraziamento doveroso all’Ispettrice
Nazionale delle Infermiere
Volontarie S.lla Mila Brachetti
Peretti per aver accettato il nostro invito a presenziare alla cerimonia e a fare da Madrina, alla
Polizia, ai Carabinieri, al Comandante della 115 ° Squadriglia R.R.
di Capo Mele, al Comandante della Capitaneria di Porto, al Comandante dei Vigili Urbani, al Cap.
Rocca del Corpo Militare C.R.I e a
tutte le Associazioni di Volontariato Alassine intervenute e al
Sindaco, all’Assessore dott.ssa
Zavaroni e a tutti i dirigenti del
Comune che non solo hanno presenziato alla cerimonia ma che ci
hanno consentito, con il loro indispensabile aiuto ed appoggio,
di portare a buon fine questa
giornata.
Ed infine un grazie a Monsignor de Canis e a Padre Francesco (che spero non mi chieda i
diritti d’autore).
Dott.ssa Anna Musso
Delegazione C.R.I. Alassio
Padre Tommaso: 45 anni di apostolato
Padre TOMMASO,
per questo giorno di Festa, in
cui tutti noi ti siamo vicini per
gioire insieme a te del meraviglioso traguardo fino ad oggi raggiunto, per i tuoi 45 anni di
Ministero, di Vero Matrimonio
con la Chiesa e con tutti i tuoi parrocchiani e con le altre persone
che a te si sono rivolte, per i 37 anni di opera di dedizione paziente,
semplice, illuminata e tenace con
cui hai sostenuto e indirizzato
con l’aiuto del Signore quanti Lui
ti ha voluto inviare qui nella nostra e tua Alassio, per tutte queste e per le altre cose, che hai fat-
to in silenzio e senza mai apparire, per il bene di quanti hanno
avuto la fortuna di esserti stati vicini o di averti incontrato,
TI VOGLIAMO RINGRAZIARE E
MANIFESTARE IL NOSTRO AFFETTO PIÙ SINCERO, CON L’AUGURIO DI POTERTI AVERE IN
MEZZO A NOI PER MOLTI ANNI
ANCORA E PER TUTTI QUELLI
CHE IL SIGNORE CI VORRÀ DONARE.
Alassio, domenica 27 settembre 2009
Loretta Zavaroni
Assessore al volontariato
Domenica 20 settembre u.sc.
in località S. Croce di Alassio,
con un suggestiva cerimonia, alla quale hanno partecipato le autorità militari, le componenti
della Croce Rossa Italiana di
Alassio con rappresentanti delle
Delegazioni di Genova e Roma, il
sindaco Arch. Marco Melgrati e
l’Assessore Associazionismo e
Volontariato Dott. ssa Loretta
Zavaroni, lo splendido Belvedere è stato intitolato a Florence
Nightingale, filantropa inglese
nata a Firenze nel 1823 e morta a
Londra nel 1910.
Florence Nightingale fu la prima ad applicare il metodo scientifico all’assistenza infermieristica organizzando gli ospedali
da campo.
“Signora della Lampada” come fu chiamata da Crimea, durante la guerra (1854-1856) la vide di notte aggirarsi con un lume
alla ricerco di feriti per portare
loro aiuto e alleviarne le sofferenze, viene considerata la precorritrice della Croce Rossa
Internazionale. Dopo la S. Messa, concelebrata da Mons. Angelo De Canis Parroco di S. Ambrogio e Padre Francesco Parroco di Solva, è stata scoperta la
targa commemorativa.
Un lauto rinfresco ha concluso la manifestazione nei rinnovati locali del Roof Paradise.
A.V.A.
Premiati dal Sindaco Arch. Marco Melgrati i sigg. DOMENICA e GIACOMO
PIOVANO che hanno dimostrato fedeltà ad Alassio (per oltre 40 anni) ospiti
dei Bagni TORINO.
L’ALBA AD ALASSIO
L’incontro
È L’ALBA
IL MARE ATTENDE CALMO
IL RISVEGLIO DELLA NATURA
IO SCALZO SULLA BATTIGIA
LASCIO ORME SULLA SABBIA
E ATTENDO CIÒ CHE DA MILLENNI AVVIENE.
L’INCONTRO.
IL MAGNIFICO INCONTRO TRA MARE E SOLE,
CHE COME DUE AMANTI
SI ABBRACCIANO E COLORANO TUTTO
COME SE TUTTO FOSSE….. ORO.
Annunziata Alessandro
ITALIA NOSTRA Onlus – SEZIONE DI ALASSIO
“PAESAGGI E PAESACCI”
Premio Alassio per l’Informazione Culturale
Conferenza del Professori
Giuseppe De Matteis – Università di Torino e
Massimo Quaini – Università di Genova
Introduzione di Franco Manzitti
Nell’Auditorium della Biblioteca civica “Renzo Deaglio” il 26
settembre scorso l’Associazione
Italia Nostra ha organizzato una
conferenza sul paesaggio, in particolare quello ligure.
La Presidente della Sezione di
Alassio di Italia Nostra prof. Giovanna Fazio ha dato il benvenuto
agli oratori e al numerosissimo
pubblico presente, quindi ha posto
qualche domanda: «Che cos’è il
paesaggio? Come tutelarlo? Come
evitare il degrado? L’obiettivo è
coinvolgere la popolazione. In passato si costruiva in armonia con
l’ambiente, ora non più. Il nostro
gruppo ha lavorato intensamente,
abbiamo intenzione di proseguire.
Ringrazio mia zia (Carla Fazio) per
il lavoro svolto in passato».
Il giornalista di “Repubblica”
Franco Manzitti ha detto di essere presente in quanto amico e parente della famiglia Fazio, ma soprattutto perché è cresciuto da
queste parti «Ho visto il paesaggio
trasformarsi in paesaccio; ho riletto “La speculazione edilizia” di
Italo Calvino, sono passati quarant’anni e la situazione non è certo migliorata...».
La parola passa al prof.
Giuseppe De Matteis, il quale asserisce che il paesaggio è una percezione «Un’immagine o una
realtà?». Richiama un paragone
posto in passato da uno studioso
«Il paesaggio non è un asino, o meglio, come l’asino non lo si può caricare troppo; viviamo di simboli,
il paesaggio è un bene simbolico
come il denaro, ma il denaro può
distruggere il paesaggio. Ci sono
tre aspetti dello stesso problema:
1) le opere di urbanizzazione dei
comuni sono deleterie; 2) perché
queste cose capitano solo in
Italia? (Anche in altri paesi ma in
misura molto minore); 3) la cura
del paesaggio deve avvenire insieme a quella dei Beni culturali e
dell’ambiente. Altro problema: il
paesaggio ligure attira molta gente, che contribuirà al suo degrado,
ma questo non viene percepito.
Occorre promuovere la sensibilizzazione, cominciando dalle scuole, con i mezzi di comunicazione e
l’attività delle associazioni».
Il prof. Massimo Quaini ha pubblicato un rapporto sul paesaggio
in Italia e soprattutto in Liguria.
Dice che il problema è rendere efficace la tutela del paesaggio:
«Credo nella crescita culturale della popolazione». Cita un articolo di
Carlo Levi del ‘59 su La Stampa, dove descriveva un incendio sulle
colline di Alassio, la vegetazione, i
contrasti del paesaggio e fra residenti e bagnanti, l’abbandono delle campagne a favore del turismo,
in parte compensata dall’immigrazione meridionale. «Oggi vedo
un’Alassio molto diversa. La nostalgia non deve ostacolare un
progresso sostenibile. Il mio rapporto ha suscitato molto interesse, mi fa piacere sentire che nelle
università fra i giovani ci sono le
energie per la tutela del territorio,
come anche nella rete delle associazioni e dei comitati. I politici
pensano alle grandi opere ma non
al territorio, i modelli del passato
possono insegnare molte cose. In
Liguria la costa è perduta, si deve
salvare la collina».
È seguito un breve dibattito. Un
signore proveniente da Baiardo ha
detto di essere laureato, ma di fare
i mosaici a “rissö” e che occorre recuperare le tradizioni. Il prof. Augusto Giorcelli afferma che in montagna in passato si sono fatti scempi come in Liguria, ma ora si costruisce con più criterio. Il dott. Renato Cuneo, Presidente della Sezione di Savona di Italia Nostra sostiene che si prendono provvedimenti
dopo che il danno è stato fatto. Il
prof. Quaini annuncia che ad Albenga è stato costituito un “Osservatorio del paesaggio”, che copre
tutto il territorio circostante. Infine
Antonio Ricci afferma che “Striscia
la notizia” è stata la prima trasmissione che ha dato voce alle istanze
di denuncia di reati contro la tutela
del paesaggio.
C B per A.V.A.
Da sinistra: il premiato Philippe Daverio, Monica Zioni, Elisabetta
Mandraccio, Ernesto Ferrero.
(FOTO SILVIO FASANO)
ARTICOLO A PAG. 8
Con l’aiuto di Dio, fermezza nei valori della famiglia, perseveranza alle
ineluttabili avversità della vita, il
giorno 10 ottobre u.s., Anna Poli e
Gianni Croce, circondati dall’affetto
di figli, nuore, nipoti, parenti e amici, hanno felicemente tagliato l’ambito traguardo dei loro 50 anni di vita coniugale.
All’amico e consigliere Gianni e
consorte, l’AVA porge coi più vivi
rallegramenti, le più sentite felicitazioni.
Venerdì 16 Ottobre 2009
7
«L'ALASSINO»
GLI INGLESI, VISTI DAGLI ALTRI E DA NOI MOSTRE D’ARTE
(A cura di Tommaso Schivo)
Cap. 3° È necessario, a questo punto
della dissertazione sul carattere
particolare del popolo inglese,
fare una precisazione, una specie di parentesi “nostrana” per
quanto riguarda direttamente
“loro” (gli Inglesi che sono giunti e sono vissuti ad Alassio
fra l’Ottocento e il Novecento, molti dei quali hanno voluto anche lasciare le
loro spoglie alla terra benedetta del nostro paese) e
“noi”, noi Alassini veraci o,
per meglio dire, i nostri vecchi che con gli Inglesi e per
gli Inglesi hanno lavorato in
molti campi dell’attività
quotidiana.
Da una parte un gruppo di
“stranieri” facoltosi che non
amarono mischiarsi e diventare, per così dire, continentali nelle abitudini e nel carattere, dall’altra un popolo
o una comunità locale che
serviva per necessità e per
interesse, ma che non disdegnò mai di dimostrare senza
ipocrisia ossequio e benevolenza e rispetto per chi (danaroso e munifico) riceveva
dei servizi non sempre facili
e semplici, ma sapeva ripagare quella loro specie di
soggezione e di sudditanza
con generosità, ma soprattutto con rispetto. Alassio
era ancora un paesello quasi
sconosciuto di Liguria, ricco
di braccia da lavoro, di uomini semplici e onesti, di lavoratori e di lavoratrici irreprensibili e capaci, servizievoli, ma non mai pedissequi
e viscidi e tanto meno invadenti ed arroganti.
Per questo il discorso sugli
“Inglesi visti da noi” avrebbe necessità di ripercorrere la nostra
storia, le origini della nostra fortuna turistica, il punto fermo di
una reciproca convivenza che
(se qualcuno dei nostri “vecchi”
fosse ancora vivo) potrebbe arricchirsi di cento, di mille episodi caratteristici, di mille sfaccettature fatte di incontri o di legami, di rispetto e di reciprocità,
di rapporti quotidiani incredibilmente veri e toccanti, alcuni
dei quali potrebbero essere inseriti persino nel libro “Cuore”
di Edmondo De Amicis. E fu la
maledetta guerra del fascismo
che distrusse quasi radicalmen-
SALA CARLETTI (Sede A.V.A.)
Una parentesi tutta “nostrana”
te, all’inizio degli anni Quaranta
del secolo scorso, anche le basi
più solide di questa solidarietà.
Oggi restano ad Alassio le loro vetuste e splendide ville della collina, restano le tombe abbandonate del Cimitero degli
I più vecchi Alassini non ci sono più a testimoniare i mille episodi di buona amicizia con gli
Inglesi, ma (valga un esempio
per tutti) ho chiesto ad un vecchio, grande amico, ad un grandissimo artista come Francesco
“Ohu Franzisco! like my name!”
(ILLUSTRAZIONE DI GIBBA)
Inglesi, ove io stesso, allora
Presidente dell’Associazione
Vecchia Alassio, ho iniziato ad
accompagnare, il due di Novembre di ogni anno, una rappresentanza di scolari e Studenti per porre, in segno di ricordo e di riconoscenza, “un
fiore su ogni tomba”, perché gli
Alassini non dimentichino il rispetto verso chi, pur restando
spesso nel loro ambiente
“chiuso” e di élite, aveva di
buon grado onorato la loro
presenza nel nostro piccolo
angolo di mondo.
Guido (Gibba) che mi consentisse di trascrivere un “suo” ricordo lontano. Lo ringrazio e lo
riporto testualmente come testimonianza.
RICORDI D’INFANZIA
È la primavera del ’30, le 9 del
mattino. All’uscita del sottopasso ferroviario che immette nella
salitella di via Michelangelo incontriamo la signora Bannerman.
Con un grido gioioso, quasi
garrulo, risponde al saluto di
mia madre. – “Ohu! Se-ve-ri-
(a cura di Carlo Bertolino)
na!”... Inizia un breve colloquio
in relazione al vestito che mia
madre, sarta, sta finendo di cucirle.
All’improvviso e con faccia
austera mistress Bannerman
esclama: “Ma chi è questo bambino che mi guarda fisso!?”
“È Francesco!”, risponde
mamma, “mio figlio”.
“Ohu, Franzisco!.. like
my name!” e mi dà un rasserenante buffetto sulla
guancia.
Per anni mia madre cucì
abiti alla signora Francesca Bannerman e non di rado pure a qualche amica
sua venuta a trovarla
dall’Inghilterra; lo fece con
grande impegno e reciproca soddisfazione avendo
saputo interpretare l’estrosità del carattere in
parte lunatico, ma fondamentalmente bonario di
quella distinta Signora inglese, mai comunque superba nei confronti di quelli che offrivano la loro opera e prestavano i loro servizi.
Debbo dire che io serbo
un riconoscente nostalgico ricordo della proprietaria, della villa San Francesco sulla collina di Rangé:
mistress Francesca Bannerman. Era una brava acquarellista, anche se dilettante. Mi pagò con 2 lire,
(aggiungendo elogi e molti
incoraggiamenti), uno scarabocchio mostratole da
mia madre... compivo sei
anni a fine dicembre!
- Altezzosi gli Inglesi? Supponenti? Ancora una volta dico
di no. Li ho conosciuti bonari.
Paternalistici anche... nei confronti di una popolazione di
umili pescatori e di ortolani.
Paternalistici - ripeto e bonariamente disposti qualche volta
addirittura a farsi turlupinare...forti della loro moneta!
(Gibba)
È un episodio isolato, ma sintomatico, un “fiore” che spero
non stoni nella storia generale
un po’ meno “alassina” degli
Inglesi “visti dagli altri e da
noi”, storia che riprenderà il
suo cammino col prossimo capitolo.
Il dialetto: una lingua disarmata
“Adesso siamo a Realdo e
dobbiamo parlare Realdese”.
Stando alla leggenda pare che
se non tali..., furono queste le
parole di un bambino di tre anni, nei primi giorni di presenza
al paese natale della madre e
dei nonni materni; più precisamente all’interno del commestibile della Signora Candida e della figlia Lena.
Oggi quel bambino che ha
varcato la soglia del terzo anta
è ancora considerato dagli stanziali, la persona che ricorda e
parla meglio il brigasco, (1) tra
coloro che frequentano raramente il borgo avito. All’interno
della famiglia il padre Enrico
parlava il suo dialetto; il ligure
versione Ventimiglia, mentre la
madre Dorotea ed il figlio
Giuseppe parlavano sia tra di
loro che rivolti al marito-padre
il brigasco versione Realdo.
E con questo mi sono scoperto; quel bimbo allora di tre anni
e oggi sessantenne sono io.
Mi capita, a volte, parlando
con persone che come me non
frequentano, assiduamente il
territorio brigasco, di sentire
parole che io non ho nel mio vocabolario; mi viene da chiedermi se sono io che non ricordo
quella parola o se è il mio interlocutore che inserisce parole
improprie alla lingua. Anche il
brigasco come tutte le lingue e
tutti i dialetti subiscono delle
“contaminazioni” che neppure i
maggiori puristi alla lunga possono contrastare. In una lingua
parlata fino agli anni sessanta
da un volgo agricolo-pastorale,
soggetto anche alla transumanza e oggi da persone che vivono
per lunghi e lunghissimi periodi
lontani da quelle case e sono
come me già la terza o quarta
generazione, alla contaminazione di altri dialetti o dell’italiano
si aggiungono parole nuove di
oggi in allora inesistenti. Si pensi a plastica, televisore, astronave, fotovoltaico. Se ci si aggiungono le parole straniere come scooter, computer, radar ed
altre che sarebbe assurdo
quando non possibile tradurre,
ci si può rendere conto che un
dialetto e una lingua minoritaria sono i primi a non avere possibilità di contrasto in barba a
ogni tentativo di purismo.
Da qui il titolo che ho voluto
dare al pezzo, che capovolge
senza stravolgerlo l’aforisma:
“la lingua è un dialetto con un
esercito, una marina, un’aviazione”.
Qualcuno inizierà a chiedersi, ma dove vuole parare con
questa non breve introduzione?
Voglio dire che io sono uno
dei massimi fautori dei dialetti
e, come nel mio caso di una minoranza linguistica ma non bisogna alzare staccionate, costruire muri, scavare fossati; in
altre parole un dialetto lo si
mantiene solo parlandolo e come un’idea lo si può manifestare ma non imporre.
Io voglio entrare nella
Vastéra (2) quando lo desidero,
portando con me amici e conoscenti, senza costringerli a parlare il mio dialetto e la mia lingua, soprattutto se ce n’è già
una che possiamo parlare e capire tutti.
Vi sono fantastiche commedie
nei dialetti di tutta Italia, splendide poesie di autori di tutti i secoli compreso quello in corso. Si
possono tracciare linee nordsud tra Settecento e Novecento,
usando i nomi dei più noti autori. Evito di farlo per non dar adito ad una presunzione di profonda conoscenza delle persone citate.
E allora ben vengano le nuove
commedie in dialetto cercando
di evitare, visto che non appartiene ad alcun dialetto italiano,
la parola fiction. Se saranno
scritte bene, recitate bene, con
un contenuto che sia all’altezza
almeno delle commedie scritte
dai nostri padri, entreranno di
diritto a far parte della cultura
italiana.
La scuola ci ha insegnato che
persino il sommo poeta, i migliori scrittori e i maggiori maestri di etica vengono rifiutati e o
ripudiati quando l’insegnante è
determinato ad imporli o non sa
spiegarli: il dialetto non lo si
può insegnare né imporre, lo si
fa proprio solo se lo si desidera.
Il mondo sta cercando una
lingua comune che ci riporti al
periodo precedente al mito di
Babele. La comunità europea
deve trovare una soluzione alle
25 lingue che oggi si parlano
nell’emiciclo.
L’Onu deve trovarne una che
metta d’accordo 149 nazioni,
ugualmente deve fare la globalizzazione e dovrà essere uguale per tutti. Da quel giorno, non
certo prossimo ma imprescindibile, anche le attuali lingue diverranno dei dialetti nazionali.
Allora teniamoci stretto il nostro dialetto regionale e le nostre lingue minoritarie ma solo
per farne dono ai nostri figli e nipoti come si fa dono di un frutto colto dall’albero che cresce
spontaneo nei nostri boschi o
che coltiviamo nel cortile della
casa cittadina.
l - Con la Legge 15 dicembre
1999, n. 482 “Norme in materia
di tutela delle minoranze linguistiche storiche” pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 297 del 20
dicembre 1999 il brigasco è entrato a far parte delle minoranze linguistiche storiche
2 - In brigasco tipico recinto
per pecore o altri animali, presente negli alpeggi e nome
dell’Associazione che riunisce
la gente brigasca.
Giuseppe Cotta
Associato AMI Savona
GIBBA (Francesco Guido)
Più che una mostra quella delcurve intersecantesi, i personagla prima quindicina di settembre
gi storici di Canossa (la regina, il
è stata un’esibizione. Forse per
papa e l’imperatore), per passaquesto il “nostro” l’ha intitolata
re addirittura all’astratto con le
“Gibba di Mostra e... Strabilia. E
“spirali”, i personaggi dell’antica
Gibba artista alassino conosciuRoma; i “Bollifranchi”, imitazioto a livello internazionale, anche per
la sua lunga permanenza a Roma
nell’ambiente dello
spettacolo, l’ha dimostrato, col suo
eccezionale percorso artistico, e ha
strabiliato, con opere tanto diverse come estetica e contenuto. È risaputo, lo
ha magistralmente
descritto nel suo
“Diario di un uomo
di grande insuccesso”, che la sua principale attività è stata fin dall’inizio
quella di “cartoonist”, cioè disegnatore e produttore di
film a cartoni aniOnore al merito… al nostro grande Gibba!
mati. Ma parallelamente ha sconfinato
ne di francobolli, vere miniature,
in altri campi artistici, sempre
raffiguranti celebri statue classicon grande abilità e vivo senso
che con...la racchetta da tennis
dell’umorismo. Perciò in questa,
(alcuni sono passati regolarmenche si può definire un’“antologite per posta!); infine le vedute di
ca”, si sono visti disegni giovaniAlassio, molte dalla collina verso
li, strisce a fumetti sul giornale
il mare, ma anche la spiaggia
per ragazzi “Corrierino”, vignet(originale il “castelletto”
te umoristiche, paesaggi e perdell’85), dipinti con rara perizia,
sonaggi da fiaba, ma soprattutto
senso del colore e dell’inquadradipinti: dagli autoritratti assai
tura e soprattutto sensibilità
realistici a soggetti stilizzati, copoetica e amore per la città.
me il clown costruito con linee
Giorgio Vignolo
Ormai affezionato alla “Carletti”, Giorgio Vignolo è tornato
ad esporre nella seconda quindicina di settembre. Formatosi
artisticamente a Genova, sua
città natale, si affinò in un breve
soggiorno in Sud America. Ma la
Liguria è il soggetto preferito
dei suoi quadri. Se con grande
competenza dipinge paesaggi
montani anche innevati, boschi
attraversati da ruscelli a volte
tranquilli, a volte impetuosi, sono le marine che prevalgono in
mostra. Tante barche: in secca,
nei porticcioli, lampare in attesa di scendere in mare, gozzi al
tramonto con i pescatori pronti
Fiocco
Rosa
Con gioia Edoardo Barroero
annuncia la nascita della sorellina MATILDE, nata a Genova il 5
giugno u.sc., per la felicità della
mamma Stefania e del papà Riccardo, dei nonni e parenti tutti.
L’Associazione Vecchia Alassio formula i migliori auguri a tutti ed augura alla piccola Matilde
un futuro sereno, pieno di ogni
bene.
al varo; sempre immersi, pur
mantenendo vivi i colori, in
un’atmosfera azzurrina soffusa,
molto sugestiva; non mancano i
velieri d’epoca. Poi panorami di
Genova col porto e la Lanterna,
scorci: Boccadasse. E soprattutto le Riviere: Promontori,
rocce a picco, insenature col
mare calmo o in burrasca, Camogli, Portofino, anche Alassio
con un Torrione in una visione
del passato, un sentiero con
sullo sfondo l’Isola Gallinara.
Spettacolare un’onda che s’infrange sugli scogli e si frantuma
in migliaia di rivoli bianchi di
schiuma.
LAUREA
Genitori, parenti ed amici si
complimentano con MONICA
GROLLERO (alassina doc), per
la sua brillante laurea (110 su
110) in lingue e letterature straniere conseguita presso l’Università di GenovaAnche l’Associazione Vecchia Alassio ricorda lo studio e
l’impegno di Monica cui augura
una brillante carriera.
8
«L'ALASSINO»
Venerdì 16 Ottobre 2009
Premi letterari “ALASSIO 100 LIBRI”
Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica
Regione Liguria – Provincia di Savona – Comune di Alassio, Assessorato alla Cultura
ALASSIO per l’INFORMAZIONE CULTURALE – Un EDITORE per l’EUROPA – Un AUTORE per l’EUROPA
PHILIPPE DAVERIO ha vinto
il “Premio Alassio per l’Informazione Culturale”. L’11 settembre scorso in Piazza Partigiani la giornalista Elisabetta
Mandraccio ha condotto la cerimonia di premiazione. L’Assessore al Turismo e Cultura del
Comune di Alassio dott. Monica
Zioni ha porto il benvenuto e
passato la parola al professor
Ernesto Ferrero, Direttore editoriale della Fiera del Libro di
Torino e Presidente della giuria
che assegna questo premio. «È
un grande piacere presentare
Philippe Daverio, premiato con
questa motivazione: “Per avere
inventato un nuovo, efficace linguaggio televisivo che supera
gli schemi tradizionali del documentario o del programma di-
vulgativo e riesce a coinvolgere
lo spettatore in un reale viaggio
di conoscenza e di scoperta, inducendolo ad approfondire le
sue curiosità, e a operare collegamenti tra discipline diverse.
La sperimentazione di nuovi
metodi di indagine e stili di racconto, giocati sulla qualità
dell’immagine, il ritmo del montaggio, l’intelligenza critica e
l’arguta affabilità del parlato, la
capacità di saldare nello stesso
discorso arte, storia, letteratura, antropologia e costume fa
del lavoro di Philippe Daverio
un modello che dimostra come
si possa fare cultura senza essere noiosi, banali o superficiali”»
e prosegue: «Daverio vive a
Milano, è conduttore televisivo
(in particolare della trasmissio-
ne “Passepartout”), docente di
Disegno all’Università di Palermo, vincitore di importanti premi come il “Flaiano-Sirmione. Il
suo lavoro è importante perché
sono rari in televisione i programmi culturali. Ha fatto studi
di economia, è stato gallerista a
Milano e a New York, libraio,
storico dell’Arte, direttore della
prestigiosa rivista “Art e Dossier”». Ferrero poi rivolge alcune domande all’ospite, che risponde con viva eloquenza,
senso dell’umorismo e del paradosso e anche con ottimismo: «Ho fatto il mercante d’arte, curavo i cataloghi, ma sono
negato alle vendite; ho fatto
quattro anni l’assessore al
Comune di Milano, lasciata la
politica mi sono trovato senza il
becco d’un quattrino (caso raro
e grave). Conobbi un funzionario RAI il quale sosteneva che
dicevo cose che si capiscono,
così iniziai, ma ancora oggi so
poco di televisione; se la si fa
con divertimento lo si trasmette allo spettatore. Ho promosso
mostre su giovani artisti europei e asiatici. Il mondo dell’arte
contemporanea è un’enorme
bufala, totalmente priva di creatività. L’Italia è il più grande
contenitore d’arte del mondo,
anche se le percentuali calcolate in passato non sono più valide. L’Italia ha avuto due apici
storici: Giulio Cesare e l’invenzione del Capitalismo, ci vorrebbe una terza possibilità: l’inversione di tendenza penso sia
già avvenuta».
GERRY SCOTTI, come negli
anni scorsi, ha presentato la manifestazione del 12 settembre
sempre in Piazza Partigiani, appena tornato, ha detto, dai funerali di Mike Bongiorno. Dà la parola a Monica Zioni che legge il
programma delle manifestazioni, poi il Sindaco arch. Marco
Melgrati consegna le chiavi della città a Gerry. Intervengono gli
Assessori alla Cultura della
Regione Liguria Margherita Bozzano e della Provincia di Savona
Livio Bracco, che hanno evidenziato il ruolo di Alassio in campo
culturale. La CASA EDITRICE
ARAGNO ha vinto il Premio “Un
Editore per l’Europa”. Il Presidente della giuria che lo assegna, dott. Giuliano Vigini editore
e saggista, legge la motivazione:
“Per aver saputo costruire in dieci anni di attività un catalogo di
alta qualità letteraria ed edito-
Da sinistra: Giuliano Vigini, Nino Aragno, Marco Melgrati, Monica Zioni,
Gerry Scotti.
(FOTO SILVIO FASANO)
riale; per i grandi progetti di collaborazione con istituzioni e fondazioni europee di prestigio...;
per il coraggio di scelte editorialmente difficili e letterariamente
non convenzionali, tese alla riscoperta di autori e titoli dimenticati; per le opere di studio e documentazione offerte nel campo
dell’erudizione, della filologia e
della critica letteraria”. La parola all’editore Nino Aragno:
«Ringrazio e mi complimento per
queste iniziative culturali; questo è l’unico premio in Italia per
gli editori, lo considero un incoraggiamento. Se ci si impegna
nell’editoria i risultati arrivano,
ma è defilata rispetto ad altre
aziende che ricevono aiuti.
Penso di ripubblicare autori del
‘900, in particolare Biamonti. Ho
deciso di donare alla Biblioteca
di Alassio un congruo numero di
libri da me pubblicati».
MARGARET MAZZANTINI ha
vinto il Premio “Un autore per
l’Europa” giunto alla 15ª edizione. Dopo la consegna della targa
argentea a Nino Aragno, Gerry
Scotti dà la parola al professor
Giovanni Bogliolo, Rettore
Magnifico dell’università di
Urbino, presidente delle due giurie: tecnica, che sceglie i sei libri
da sottoporre al giudizio di quella degli Italianisti (Docenti di
Lingua italiana provenienti dalle
maggiori Università d’Europa)
che vota il vincitore; ha iniziato
ricordando lo scrittore Nico
Orengo, ligure dell’estremo Ponente, recentemente scomparso, più volte ospite di Alassio e fi-
nalista in passato di questo premio, poi legge la motivazione del
premio al romanzo “Venuto al
mondo”: «Non si fa torto alla
complessità di un romanzo che
s’immerge con intensa e dolente
partecipazione emotiva e con
rara forza documentaria in una
delle più tragiche e cruente vicende del nostro tempo se lo si
definisce un romanzo della maternità... Venuto al mondo – il titolo stesso lo suggerisce – è il romanzo della maternità perché è
essa ad offrire alla protagonista
e al lettore la chiave – insieme
epica ed etica – per decifrare,
giustificare e accogliere con tutti i loro stridenti contrasti la con-
vulsa e distratta routine quotidiana e le mostruose efferatezze
della guerra, le piccole ambizioni individuali e le tragedie collettive, le estreme manifestazioni
dell’odio e i doni insperati dell’amore». L’autrice risponde: «Sono molto felice, è un premio al
quale tenevo molto...Il romanzo
è partito lentamente, ma ha avuto successo». L’attore e regista
Nello Simoncini legge un sunto
della trama, quindi la celebre attrice Nathalie Caldonazzo legge
alcuni brani del libro. Interviene
il prof. Franco Gallea, conduttore delle presentazioni di libri in
Biblioteca: dice che la Mazzantini è già stata ospite di Alassio e
questo è il secondo romanzo
che lei presenta. Le rivolge alcune domande, ecco le risposte:
«Questo libro ha origini lontane,
nasce dallo scoppio della guerra... è la storia di persone meravigliose che vivono in questa
bellissima città dilaniata (Sarajevo). Scrivo guardando il mondo;
il romanzo mi ha richiesto molto
coraggio, è dedicato ai bambini:
a quelli che ce l’hanno fatta e agli
altri». La cerimonia si è chiusa
con le firme sulle piastrelle per il
Muretto e il sorteggio dei premisoggiorno fra quanti hanno inviato la scheda distribuita nello
stand di Alassio alla Fiera del libro di Torino e in Biblioteca.
FRANCESCO BIAMONTI e il
suo romanzo “Vento largo” sono
stati l’argomento della Tavola
rotonda, dedicata a uno scrittore ligure, del 13 settembre, a
chiusura della “tre giorni letteraria”, nell’Auditorium della
Biblioteca civica (in collaborazione col Comune di Ceriale –
Rassegna Libri di Liguria di Peagna), con la partecipazione degli
Italianisti componenti la Giuria
del Premio “Un autore per l’Europa”. Il prof. Giovanni Bogliolo
introduce il dibattito. «Chiamarla Letteratura ligure è riduttivo, si può definire Letteratura
italiana della Liguria. Questa
esperienza in passato ha dato
esiti lusinghieri. Francesco
Biamonti, recentemente scomparso, è uno scrittore vicino a
noi, è stato vincitore del nostro
Premio (nel 1998 col romanzo
“Le parole, la notte”), lo possiamo considerare un piccolo classico. Il suo primo libro fu “L’angelo di Avrigue”, poi questo
“Vento largo”. La sua originalità
sta nella sua straordinaria discrezione, fu anche esperto di
pittura. Diversamente dagli altri
ha sempre lavorato tagliando,
cancellando, lasciando l’essenziale, in questo più assimilabile
ai poeti come Montale e Sbarbaro». La parola passa agli Italianisti, ecco qualche frase signifi-
cativa dei loro interventi. Martin
Mc Laughlin – Gran Bretagna –
Università di Oxford: «Il paesaggio viene descritto con precisione. Viene posto il problema
economico che genera il fenomeno dei “passeurs”, i quali accompagnano i clandestini attraverso la frontiera. È un libro pieno di musica: canzoni francesi e
italiane, canti dei frati. Romanzo
prettamente ligure, esile come
la regione, con sensibilità romantica». Claude Cazalé Bérard
– Francia – Università Paris
Ouest: «Per me l’incontro con
Biamonti è stata una piacevole
esperienza. “Vento largo” si conclude con una vincita sulla morte. Lo stile richiama Pirandello. Il
mito dell’esistenza viene lasciato dai protagonisti che vogliono
cancellare la memoria. Le figure
di donne sono sfuggenti. Anche i
costruttori di monasteri si creano illusioni». Maria de las
Nieves Muniz Moniz – Spagna –
Università di Barcellona: «La
critica tratta con sufficienza libri
come questo. La struttura è diversa dal comune, appartiene alla categoria dei romanzi d’avventura sul mare. Ci sono vari
romanzi italiani col vento nel titolo, ma non fanno che richiamare valori simbolici, mentre
Biamonti lo usa in modo concreto: “il soffio della vita”». Genady
Kiselev – Russia – Università di
Mosca: «Biamonti sembra privilegiare il silenzio, descrive una
“nicchia” di ambiente ligure, si
serve del paesaggio arido e scabro; di aria e luce per esaltarne i
colori, sintassi e metafora della
vita e dell’amore. Superare il
confine può significare anche
quello fra finito e infinito». Piotr
Salwa – Polonia – Università di
Varsavia: «Ciò che colpisce in
questo libro è un certo clima: la
malinconia, una tristezza di fondo che è sempre presente, riscattata dai colori, che ricordano i macchiaioli. Il mondo di
“Vento largo” credo che non esista più, ne rimane il ricordo storico». Elina Suomela-Härmä –
Finlandia – Università di Helsinki: «È un’opera difficile da
classificare: non romanzo breve
né racconto lungo. Un passeur
dice che vorrebbe approdare a
un lago finlandese. Un tema potrebbe essere il senso di vuoto,
l’altro quello di risolvere problemi esistenziali. Il romanzo comincia con la parola luce e finisce con pace. Spesso parla dei riflessi sul mare, dei raggi del sole
al tramonto sulle rocce e sulla
campagna, fra i capelli della protagonista e fra gli ulivi sulle fasce». Luminitza Beiu Paladi –
Svezia – Università di Soccolma: «Italo Calvino nelle sue le-
zioni negli Stati Uniti parla della
leggerezza e cita Cavalcanti, poeta della leggerezza. Il romanzo
comincia con lo stormire degli
ulivi, poi aumenta l’intensità fino
alla tempesta sul mare. I personaggi sembrano immersi nella
natura come i refoli del vento,
anche quelli marinari. Il mare, la
luna, il gelo e soprattutto il vento
riempiono lo spazio del romanzo
in un paesaggio da fiaba. Biamonti è leggero, lirico, sembra
avere nostalgia per un mondo in
decadimento». Michael Rössner
– Germania – Università di
Monaco di Baviera: «Il romanzo
comincia col tema della “traduzione” anche come metafora, in
terra di nessuno, zona di confine:
il protagonista vive di questo mestiere. La sua Liguria di venti, di
solitudine: sono frammenti inseriti in una storia complessa. Il
paesaggio che passa da una zona
morta ad un’altra zona morta, fa
solo sperare che oltre ci sia una
zona viva».
Al termine, il rappresentante
dell’Associazione Amici di
Francesco Biamonti e il fratello
dello scrittore provenienti da
San Biagio Della Cima (Imperia),
paese natale di Biamonti, hanno
ringraziato e portato qualche
contributo al dibattito.
Carlo Bertolino
CARLO CATTANEO, ARTISTA E AMICO
di Guido Ceronetti
Sul numero di giugno 2009 di “CARTEVIVE”, periodico
dell’Archivio Prezzolini-Biblioteca cantonale di
Lugano (Svizzera) è comparso questo dotto e toccante articolo di Guido Ceronetti. Scrittore, filosofo, poeta, giornalista, Ceronetti in gioventù frequentava
Alassio dove aveva numerosi amici. Pensiamo di proporlo ai nostri lettori in quanto “Cartevive” della
Biblioteca cantonale di Lugano, benemerita promotrice e conservatrice della Cultura italiana, ne consente
la pubblicazione citandone la fonte, per questo la ringraziamo sentitamente.
Sessant’anni di amicizia, dal
1949 a oggi, con Carlo Cattaneo,
l’artista di Alassio, presente con
parecchi suoi lavori (disegni e
incisioni) nel Fondo Ceronetti
della Biblioteca cantonale di
Lugano, sono una lunga lunga
amicizia... E ora la sua morte, avvenuta a Castelnuovo Di Porto,
lungo la Flaminia, il 16 marzo
scorso, silenziosamente la conclude. Carlo era nato nel 1930. le
file di quanti di noi sono “di allora”, tra Venti e Trenta, si assottigliano energicamente.
Due capolavori del secolo sono di quegli anni: in Germania
Berlin Alexanderplatz di Alfred
Döblin è del 1929, in Francia stava ancora cercando un editore il
Voyage au bout de la nuit di
Céline (uscirà da Denoël et
Steele nel 1932). Ciascuno dei
pezzi successivi dell’epoca sarebbero stati rottami di meteorite nelle teste dei nascituri.
Deplorevoli omonimie! In
Liguria si sprecano i Cattaneo,
specie nel Ponente, ma chiamarsi Carlo è imbarazzante, perché
il grande Risorgimentale incombe. Carlo ne soffriva.
Disegnava con la furia di
Hokusai. Lascia una quantità
enorme di lavori eseguiti. In tutti c’era la genialità del segno, ma
ne difettava la leggerezza. In tutti il suo scavare nel buio, in un
crescente buio, indicava una ricerca dolorosa di qualcosa che
fu sempre, per me, enigma. Con
monotona talvolta maniacale tenacia si sforzava di estrarre dai
corpi, da questi specialmente,
da corpi nudi immersi nell’ombra, una verità che non gli riusciva di afferrare. Vittorio
Sgarbi, che lo conosceva e ne
aveva stima, saprà decifrarlo
meglio; io lo ammiravo, indubbiamente, restando freddo, senza poterglielo confessare, perché esplorandone il labirinto
non incontravo che fili intricatissimi di sofferenza senza placamento, e molto di rado una radura di luce pallida.
Quando lo conobbi lavorava
in una bottega di amici ceramisti, e mi dispiace di non averne
nessuna testimonianza, sua e
degli altri due. I suoi lavori su ceramica erano genialissimi,
gioielli di arte pura. Se la Biblioteca cantonale di Lugano riuscisse ad avere tra i molti disegni di Carlo della mia donazione
anche una delle sue ceramiche,
il mio Fondo se ne illuminerebbe. Ma a disegnare cominciò anni prima, mi pare all’età di quattordici anni, corpi su corpi nudi,
femminili, qualche ritratto.
Forse il suo segreto di uomoartista era il lutto di non poter
amare, esclusivamente nel senso del cuore. Era dei Pesci, vita e
opera avvolti nell’ombra YIN.
Dissimulava questo difetto con
un arsenale di maschere, via via,
invecchiando, con lenti guadagni in sincerità. S’inventava politicamente interessantissimo (sinistra estrema), attaccato a
principii... Ma forse la sua prima
moglie fu l’unica donna da lui veramente amata. Era una donna
bionda, italiana e anglofona,
estremamente raffinata, e finì
tutto in disperazione. Convivere
con Carlo, col suo disordine mostruoso tra immagini e oggetti
da scoppiarne, richiedeva una
pazienza e una rassegnazione
islamiche. Non si può immaginare un’abitazione più contraria
alle sagge regole del Feng-shui
della sua, e più simile alla sua
stessa testa e ad una moderna
testa umana di collezionista occidentale. Chi provvederà a
svuotare la sua ultima casa, do-
ve le cose pensatamente messe
insieme impedivano quasi di
muoversi, qualora lo stesso
Comune, comprendendone il
valore e l’interesse, non l’acquisisse per farne un invidiabile
museo locale?
Non siamo stati, né lui né io,
dei gran viaggiatori. Forse non
fece che un solo trasloco, dal
suo Comune ligure, da cui era
fuggito anche l’ultimo pescatore, dove terra e mare si sono tuffati in un osceno bagno di abbronzature estive, a Roma, e di
là negli ultimi anni nella campagna romana, dove frequentava a
Sacrofano la casa di Ingrid
Thulin, la grande attrice svedese. Forse fece, a Parigi, un unico
viaggio. Né credo abbia preso
un aereo più di un paio di volte:
una per un misterioso soggiorno ad Haiti, motivato da «un film
da girare» di cui si diceva scenografo, con iniziazione vudù, l’altra per un normale pellegrinaggio devoto ad Amsterdam, per
assimilare spiritualmente la casa-museo di Rembrandt, cosa
che gli invidio, perché io non ci
sono mai stato, mancandomi
compagna accompagnante più,
via via, necessaria.
Si era impadronito di ogni
possibile tecnica pittorica, e in
nessun modo si allontanò mai
dal figurativo e quasi mai dalle
scene di libertinaggio senza festosità e senza gioia delle sue figure, immerse in una fissazione
orgiastica senza riposo. Fecero
eccezione le sue creazioni teatrali, di scenografia e di costumi, eseguite in più occasioni anche per il mio Teatro dei
Sensibili. Il Teatro Stabile di
Torino possiede due incantevoli locandine create da Carlo
esclusivamente per la nostra
recita al Quirinale, all’epoca di
Cossiga presidente, nel 1986. A
me fece decine di ritratti e ritrattini, sparsi un po’ dappertutto, non corrispondenti al
modello perché non c’era quasi
mai nulla, nel suo fare arte, di
oggettivo e distaccato da sé.
Spesso aggiungeva, nei lavori
a penna e nei bozzetti, righe di
scrittura in cifra, che formavano col resto una specie di figura
chimerica surreale, a volte, anche, frasi mie, da lettere o da libri, che c’entravano poco ma
lui ne conosceva il motivo. Un
verso mio giovanile (dal libretto Nuovi Salmi del 1957) che ripeteva come Leitmotiv, gli piaceva sommamente, e senza il
suo citarmelo nei nostri sempre più rarificati incontri, non
so se ancora me lo ricorderei:
«Porto chi porta e dal portato
ho pace». Il verso certamente
alludeva a un Dio squisitamente spinoziano, ma non saprei dire quali echi di gravidanza mistica in Carlo suscitasse. Gli
piaceva illustrare testi e libri,
per lo più testi sciolti, e senza
mai mettersi, come farebbe
ogni autentico grafico illustrante, alla ricerca e al servizio
dell’idea, espressa da ciò che si
proponeva illustrare. Sarebbe
stato inutile da Carlo Cattaneo
aspettarsi questo. Una delle
sue opere più straordinarie (anche per la sua luminosità) la regalò alla comune amica Marina
Ferla – Utamaro e la rivoluzione
del 1789: testo unico per la mostra del Bicentenario – ed è nella casa di lei a Torino, insieme a
una molteplicità di acquaforti e
disegni a penna.
Della nostra antitetica assurda coabitazione ad Alassio, per
alcuni mesi del 1962, divertenti
fabule galleggiano ancora nelle
memorie.
Venerdì 16 Ottobre 2009
24 OTTOBRE
1a GIORNATA NAZIONALE AVO
Una data che rappresenta
un’importante appuntamento
per la nostra Associazione nata a Milano nel 1975 e ora presente su tutto il territorio nazionale con 246 sedi e 30.000
volontari in 521 strutture.
Vieni ad ascoltare la storia e
le finalità della nostra associazione presso i banchetti allestiti nelle piazze principali di:
Alassio, Albenga, Andora e
Ceriale. Sarà un piacere per
noi incontrarti ad Alassio alle
ore 21 del 24 ottobre p.v. presso la ex Chiesa Anglicana per
uno spettacolo intitolato:
“Canzoni dal Mondo” a cura
dell’ART GRUP” per un momento di svago condiviso.
Cerchiamo nuovi volontari,
9
«L'ALASSINO»
abbiamo un estremo bisogno
di nuove forze per poter garantire l’assistenza gratuita ai
degenti ed ospiti dell’Ospedale di Albenga, RSA (ex ospedale) di Alassio e Casa di Riposo D. TRINCHERI di Albenga.
Il 27° Corso, gratuito, avrà
inizio mercoledì 4 Novembre
ore 17,20 presso la sala riunioni del nuovo Ospedale di
Albenga.
TI ASPETTIAMO
La Presidente
A. Leppori
PS. LA MANIFESTAZIONE
NON PREVEDE RACCOLTA DI
FONDI.
In ricordo del dr. Carlo Felice Cattaneo
pioniere del Volontariato Alassino
Dieci anni or sono, il 20 novembre 1999 ci lasciava il Dr. Carlo
Felice Cattaneo, fondatore e per diversi decenni presidente della sezione alassina della Croce Rossa. I
vecchi amici e volontari CRI che
con lui ne hanno condiviso l’esperienza, si ripromettevano in
quell’occasione di mantenerne vivo il ricordo: penso che il modo migliore per farlo sia riportare alcuni
stralci dell’articolo scritto insieme
a tutti loro e comparso su
“l’Alassino” di dicembre 1999.
…Carlo Felice Cattaneo, sospendendo una brillante carriera ospedaliera al “Santa Corona”, era stato
tenente medico volontario durante la campagna di Russia del “42/43
dalla quale era tornato a casa senza un occhio da lui stesso asportato, operandosi con mezzi rudimentali per evitare il peggio dopo essere stato colpito da una scheggia di
granata. Aveva poi raccontato la
sua esperienza di guerra con il
commovente libro “Teste basse e
piedi ghiacciati”.
Negli anni 50, insieme a pochi
amici e con pochissimi mezzi disponibili, fondava la sezione di
Alassio della Croce Rossa, da noi
conosciuta in seguito, forse nel periodo migliore, quando molti volontari ne facevano parte. In quegli
anni il centro Raccolta Sangue CRI,
grazie soprattutto al suo personale impegno, contava circa 140 donatori fissi ed era diventato un validissimo aiuto per tutti gli ospedali della zona. Credo che le vite umane salvate grazie a questo lavoro
siano state davvero molte. Ci piace
ricordare, oltre al lavoro del
Centro durante la settimana, anche la raccolta che con una roulotte attrezzata ad emoteca mobile
veniva fatta ogni domenica mattina sulla passeggiata di Alassio e altri comuni da Andora a Loano e
Toirano.
Dopo il terremoto dell’Irpinia
nell’81, era stato personalmente e
a lungo a lavorare in mezzo agli altri volontari e dopo quell’esperienza decise insieme ad altri amici di
fondare il Corpo di Protezione
Civile di Alassio attrezzando allo
scopo parte della sede della Croce
Rossa. È ancora vivo in me il ricordo di una giornata passata con
Cattaneo, a bordo di un Leoncino
affittato, col quale ci recammo a
Genova, dove nella sede della CRI
regionale, caricammo un intero
ospedale da campo: si tirò su le
maniche e lavorò fattivamente con
tutti noi alle operazioni di carico
senza mai lamentarsi per la fatica;
amava partecipare frequentemente in prima persona ai lavori ma-
nuali, lo dimostrano i suoi viaggi a
Lourdes come semplice barelliere.
Non saranno certo dimenticate
le iniziative da lui promosse unitamente al salesiano Don Mario
Andreoletti (anch’esso volontario
nia: sapeva prendersi benissimo in
giro a cominciare dalla sua mutilazione, creando attorno a sé sempre
un clima allegro anche durante un
duro lavoro. Era inoltre straordinariamente sensibile verso l’altrui sof-
e donatore di sangue) per far pervenire aiuti al tormentato Ruanda.
Anche in Polonia molte persone ricorderanno a lungo i suoi interventi, sempre silenziosi ma tempestivi, in situazioni di bisogno e di
emergenza. Mi balza alla mente la
raccolta sangue fatta con l’autoemoteca a Savona e dintorni per
ferenza avendola largamente sperimentata su se stesso…
Siamo convinti che il buon vecchio amico Carlo Felice, stia godendo la ricompensa per tutto ciò
che di buono ha costruito in vita,
essendo stato tra l’altro un fervido
credente. A dieci anni dalla sua
scomparsa terrena, noi che lo ab-
giorni e giorni in occasione del terremoto in Friuli.
Devo dire che a causa di un carattere piuttosto impulsivo, le litigate con lui erano abbastanza frequenti e repentine; altrettanto repentinamente però terminavano e
quasi sempre intorno ad una buona
tavola. Ogni sua azione era sempre
condita da una formidabile autoiro-
biamo conosciuto, stimato e con
lui abbiamo condiviso un pezzo di
cammino desideriamo rinnovargli
la nostra riconoscenza per tutto
ciò che ci ha saputo dare durante
l’esperienza di Croce Rossa.
Per i vecchi volontari
della CRI e amici
RB
CONSULTA LIGURE
(segue dalla prima pagina)
Il presidente Elmo Bazzano ed
il prof. Franco Gallea ricordano
la figura di Enrico Carbone, morto recentemente, persona molto conosciuta ed amata in tutto
l’arco ligure. Carbone, genovese, profondamente ligure, ha
nutrito grande passione per le
nostre radici, e con notevole capacità di mediazione ha fatto
molto per la Consulta.
E’ seguito un dibattito con
l’invito alle Associazioni ad
aprirsi ai giovani, di programmare un censimento dei musei
minori con la divulgazione del
dialetto, coinvolgendo le scuole
e utilizzando maggiormente il sito internet della Consulta:
www.consultaligure.ord.
Quest’anno il bando di concorso regionale promosso dalla
Consulta con la Regione Liguria
avrà come tema: Le feste tradizionali”, che verrà quanto prima
inviato a tutte le scuole primarie. Vari sono stati gli interventi
che hanno fatto rilevare come i
docenti abbiano già molto lavoro, (e dopo la recente riforma
ancora di più); pertanto vi sono
molte difficoltà.
Il presidente Bazzano raccomanda di divulgare anche presso “i mercatini” il “Dizionario
Biografico dei Liguri” che vuol
essere principalmente un omaggio a tutti coloro che hanno onorato la terra ligure e la sua gente.
Subito dopo il prof. Gallea
presenta “Disiunaiu in albenganese” di Angelo Gastaldi. Un’opera eccezionale che colma una
lacuna. È un libro ricco di note
di folclore, di frasi e parole,
scritte a mano, con una precisione incredibile da sembrare
una stampa, frutto di un lavoro
durato 20 anni”
Tutti i presenti hanno elogiato
con entusiasmo il Sig. Gastaldi.
L’Associazione Vecchia Alassio ha comunicato che a coloro
che hanno il collegamento internet, e a quanti lo desiderano,
verrà inviato il giornale “L’Alassino” per via telematica, in PDF,
non più cartaceo.
La giornata si è conclusa con
la visita al museo “Magiche trasparenze” allestito presso il seicentesco Palazzo Oddo, dove è
conservato il prestigioso PIATTO BLU’” reperto unico al mondo di inestimabile bellezza.
c.c.
10
«L'ALASSINO»
Venerdì 16 Ottobre 2009
CICLISMO GIOVANILE
TIRO CON L’ARCO
CAMMINANDO…
Esordienti e Allievi UC Alassio 2009
Due Alassini Campioni Italiani
di Tiro con l’arco in Calabria
di Dante Schivo
Un 2009 da incorniciare per
due esordienti primo anno
dell’UC Alassio; e se su Marco
Tomatis un po’ ci si contava,
anche se a livelli inferiori da
quanto poi espresso, la vera
sorpresa è stata la “piccola”
Alice Pesenti che, grazie ad
un’ottima continuità di rendimento e un’insospettabile
grinta, si è spesso imposta ad
gno, la serietà e i numerosi ottimi piazzamenti, gli altri esordienti Massimo Aiello, Luca
Passarotto, Daniele Raimondo, e l’altro alassino Daniele
Vinai al secondo anno di categoria.
Importante rilevare che molti di questi risultati sono stati
ottenuti in gare extraregionali
di grande tradizione, quindi
avversarie apparentemente
più forti di lei.
Entrambi hanno indossato
la maglia di campioni regionali
e Tomatis in quell’occasione,
ha colto il primo posto assoluto davanti anche agli esordienti secondo anno.
Complessivamente tra gare
su strada e in pista Marco
Tomatis è salito venti volte sul
podio, di cui ben dodici sul
gradino più alto e raramente è
andato oltre la decima posizione. Alice Pesenti cinque volte
vittoriosa, sei volte seconda e
tre volte terza oltre a numerosi piazzamenti.
Tra le donne allieve l’alassina Fulvia Mourikis ha ottenuto complessivamente, tra
strada e tipo pista, una vittoria, quattro secondi posti e
tre terzi posti.
Sia pur a secco di vittorie ma
degni di citazione per l’impe-
con elevato numero di partenti e parterre decisamente qualificati.
Quest’anno, poi, dopo diversi anni di astinenza, siamo tornati a gareggiare anche tra gli
allievi: primo anno con Mattia
Pellegrini, Andrea Barbero,
Tommaso Gattuso e Rubens
Calzia, i quali, però, nonostante l’impegno, hanno pagato
l’impegnativo salto di categoria non andando oltre decorosi piazzamenti.
I dirigenti plaudono all’impegno dimostrato da parte tutti i ragazzi e si aspettano conferme per la prossima stagione
soprattutto da parte dei plurivittoriosi, in attesa naturalmente, che anche altri non meno apprezzati, possano assaporare la gioia della vittoria.
Per l’UC ALASSIO
RB
AL REV.DO DON ANGELO, PARROCO DA 25 ANNI
AL SANT’AMBROGIO DI ALASSIO
Il 12 e 13 settembre si è svolto a
e di una bellezza selvaggia, snoCamigliatello Silano (CS) il 41°
dandosi per 24 piazzole di tiro colcampionato italiano di tiro di camlocate in parte a distanze conopagna nel meraviglioso parco nasciute ed in parte a distanze scozionale della Sila. Gli alassini
nosciute su bersagli di diverse diDaniele e Serena Briozzo, con la
mensioni a seconda della distanza
maglia della squadra “Arcieri San
(da 5 a 40 metri). Con loro tutti i
Bartolomeo” hanno sbaragliato gli
giovani di tutte le specialità – arco
avversari provenienti da ogni parnudo olimpico e compound – dalla
te d’Italia guadagnandosi entrambi
categoria ragazzi (13 e 14 anni) alil titolo di campioni italiani, unitamente al loro
compagno
di
squadra
Ben
Fekih Alì Saber.
Il giovanissimo
Daniele che compirà 13 anni ad ottobre, già campione italiano indoor
nello scorso mese
di febbraio, si è
classificato al primo posto nella categoria “Ragazzi”
della divisione
“arco nudo” con
un vantaggio di Serena Briozzo, Ben Fekih Alì Saber, Daniele Briozzo.
ben 51 punti sul
secondo e di 57 sul terzo, domila categoria allievi (15 – 17 anni).
nando la gara sin dalle prime piazAlla gara hanno partecipato comzole. Anche la sorella Serena appepresi gli atleti juniores seniores e
na quindicenne, già terza ai camveterani oltre 400 atleti tutti italiapionati indoor, ha conquistato il
ni di cui diversi appartenenti alla
gradino più alto del podio nella canazionale e già campioni mondiali
tegoria “Allievi” della divisione “ared europei della medesima speciaco nudo” con una gara condotta
lità. L’anno 2009 per la squadra desempre in testa davanti alle aggli Arcieri San Bartolomeo è stato
guerrite avversarie e vincendo con
davvero fantastico: sei medaglie
un vantaggio di 29 punti sulla sed’oro e una di bronzo ai campionaconda e 35 sulla terza.
ti italiani (tra quelli indoor e quelli
La gara si è svolta nella magnifidi campagna) oltre ai diversi titoli
ca cornice del parco nazionale delregionali e ai numerosi successi
la Sila con un percorso molto tecconquistati nelle varie gare internico tracciato in boschi centenari
regionali dai circa 50 atleti.
Perplessità sportive
Dopo aver letto il numero di luglio de l’Alassino sono rimasto
piuttosto perplesso. Per anni le
squadre sportive locali sono state abbandonate a loro stesse; basket e volley maschili, che avevano raggiunto ottimi livelli ma costrette ad abbandonare i rispettivi campionati per mancanza di
fondi e senza ricevere contributi
adeguati; la squadra di ciclismo
seniores sparita ormai da vari anni; le squadre di calcio costrette
da molte stagioni ad emigrare in
altri stadi per mancanza di uno
proprio.
Abbiamo un ottimo palazzetto
dello sport, ma, viene utilizzato
principalmente per spettacoli teatrali o, per ospitare la Nazionale di
volley femminile.
Dopo questo preambolo vengo
al dunque; sono stati presentati
questi “totem” che promuoveran-
no gli sport cittadini. Sembra che
abbiano trovato come risolvere i
problemi delle società sportive!!
A parte il fatto che potrebbero
essere bersaglio dei teppisti, da
chi verranno gestiti? E aggiornati?
All’inizio tanti proclami e buona
volontà, ma dopo? E per promuovere cosa, visto il mio preambolo?
Nell’articolo si legge della geniale
intuizione (???) dell’assessore
Calò nel voler creare un “organismo di coordinamento delle associazioni sportive”; insomma, una
polisportiva.
Ma, per dirigere tale “associazione” ci vogliono certe capacità.
P.S.: Turisti fortunati, anche
quest’anno ampio parcheggio nello stadio.
P.S.2: I totem per favore, lasciamoli agli indiani.
Francesco Cremona
OMAGGIO
Sant’Ambrogio / Lassù nel cielo
Ti sorrise un dì, /ed oggi da 25 anni
sei proprio qui. / Sei vissuto qui
nel nostro Alassio / da 25 anni,
e il tuo amore / al Sacerdozio
mai finì.
E il tuo Amore / al popolo di Dio
fu grande, zelante e pio.
La preghiera hai amato/e la Parola di Dio
a tutti ci hai donato: / fosti copia di Gesù
che ti amò da lassù:
Sorrisero gli Angeli / quando, al sacerdozio
giovane, dicesti sì!
Essi videro da lassù / lo splendore
Delle tue opere / fatte con amore:
La tua parrocchia/ hai fatto bella
Qual lucente stella!
E il santuario lassù / della Madonna
Che stringe Gesù, / fu fiamma del tuo cuore
Fu campo del tuo lavoro / e del tuo Amore.
Noi Alassini / oggi, il nostro grazie
Ti porgiamo e alziamo al cielo /il nostro grido
-Benedicilo Signore / e sempre tienilo stretto
Sul tuo cuore: /perché sempre e ancor,
in mezzo al tuo popolo,/ espanda il Tuo amore.
Suor Francesca Ghio
Suora di Carità
CAMMINA INCONTRO AL TEMPO
Sulla spiaggia di Alassio
Cammina spedito tra spiaggia e mare.
Affonda i piedi nella sabbia.
Bagnati il viso nell’acqua salata,
così da togliere la polvere accumulata
durante il percorso tormentato e incerto
della tua esistenza.
Al sole respira la vita,
ne hai forse paura?
Già mediti: illusioni e sogni
svaniscono in fretta, nel nulla,
ma non badare alle delusioni,
non dare peso ai tuoi dolori,
né alla stanchezza.
Abbandonati allo splendente arenile.
Non pensare a lui, il Tempo,
in cui tutto finisce,
è una fonte, simile a quella del mare,
che sgorga sincera, a volte melodiosa,
ma per l’uomo impossibile da fermare.
Umberto Nobile
Camminando… non passeggiando… con lo sguardo rivolto
verso l’Est, ragionavo sulla nuova
“illuminazione” del centro urbano
che sarà prossimamente messa in
atto nella nostra città e chissà perché ho improvvisamente pensato
alle stelle del nostro firmamento.
Escluse ormai dal nostro pensiero
quotidiano si sono come nascoste, schermate dietro l’inutile cortina luminosa che come un velo ricopre il cielo di Alassio lasciando
solo la Luna, Venere e Giove, impropri astri del cielo, ad ispirare i
nostalgici che con «le vaghe stelle
dell’Orsa...» visibili dalla cima del
Molo «...scintillanti…» cercano di
continuare “...a ragionar…”; nella
speranza di non vedere, come il
Poeta, la fine delle loro gioie.
Camminando, guardando il Monte
Bignone, riflettevo sull’ottimismo
di quel... personaggio eletto (moralmente e intellettualmente elevato) che sull’ altipiano in questione, ha “lasciato” (non scrivo di
proposito il nome del famoso
“Lascito” né la sua estensione)
una “zona” al Comune di Alassio
specificandone il “valore paesaggistico”.
Un vero “Uomo del Futuro”!
Chissà se gli Alassini “nascituri”,
con l’entrante abilità professionale specifica basata sulla buona conoscenza, i “Know How” del loro
momento, saranno ancora esaltati dall’intramontabile voglia ligure
di vivere... à la belle etoile, e sapranno, finalmente, concretizzare
il sogno dell’antico donatore?
Oppure, (per gli Alassini già iscritti alla Scuola Materna probabilmente è più realistico), copiando
dai Cinesi, instaureranno sul
Monte Bignone “una Pala Eolica”
(fonte di energia primaria che può
essere utilizzata senza limitazione
e non inquina) per fornire energia
elettrica alla loro Città e ritrovarsi
“grandi” in un Paese che è riuscito
a superare la “Crisi economico-finanziaria” in cui si era immerso
(suo malgrado...) già… dall’anno
2008...? CAMMINANDO… mi sono
ritornate in mente le recenti affermazioni di un Politico della Provincia sulla “possibilità” di dar vita ad Alassio alle famose, “Ronde”.
(Per quel che conta...) Devo dire
che mi trovo perfettamente in sintonia con il nuovo “credo”, anche
perché prediligo le componenti
Territoriali che mi hanno formato
e senza le quali mi sentirei nudo e
vergognoso.
Con un servizio di sorveglianza
espletato da “Volontari Civici”, come il nuovo Sindaco di Ventimiglia
ha chiamato le famose “ronde”, ad
Alassio si potrebbero mettere in
atto delle vere e proprie strategie
“low cost” per la tutela del Paesaggio, dell’Ambiente, della Cultura
che potrebbero far risparmiare
“Milioni”; o guadagnarli nel senso
di non pagarli sotto forma di “imposte” o “tasse” (parlo di quei “miliuni” tanto cari a Aldo Fabrizi vulgo “Malena”, personaggio ancor
vivente anche se sconosciuto ai
più…) e addirittura, apportando
un contributo immenso al benessere comune. Distinguerei, intanto, con pettorine di colore diverso
(proprio come nelle rappresentazioni cinematografiche dove
“Gianni e Pinotto” giocavano a far
la guerra, che al “Vittoria” (non c’è
più purtroppo…) cominciavano
alle ore 14.30) con compiti di sor-
veglianza per la sicurezza.
Faccio un esempio: ai volontari
in pettorina “blu” assegnerei il
compito di sorvegliare le nostre
Acque litoranee, i fondali sabbiosi, le correnti marine. Ho letto recentemente sul giornale “La
Stampa” del 9/9/09: «La Posidonia
è in forte crescita nel mare tra
Spotorno e Noli-. La verifica delle
condizioni dei fondali e delle
spiagge coordinata dai Comuni di
Spotorno e Noli e da Operatori
economici locali è stata effettuata
dal Gruppo Sportivo Olimpia Sub
e dall’Associazione di Pesca
Sportiva “La Spotornese”...» Recitava, ancora, l’articolo: «È stata
una piacevole sorpresa che ci rassicura, dice Paolo Capucciati, sullo stato di salute della Prateria di
Posidonia Oceanica, unica vera
barriera contro l’erosione...». A tal
proposito, uno dei pochi bagnini
che “parlano ancora la lingua madre”, recentemente mi ha chiesto:
«Si può piantare la Posidonia?» E
alla mia positiva risposta, ha continuato: «Perché non lo scrivi...».
Papei Bagnai...
P.s.: da un punto di vista geografico (Morfologico?) Noli e
Spotorno sono la copia di
Laigueglia e Alassio. (Solo… non
hanno il Malena...)
CAMMINANDO… continuo a riflettere sulle “Ronde”... e mi viene
in mente il “Tango delle Capinere”
tanto caro ai nostri antichi “bevideri” di “Camminitu” e di “Portupigoggiu” che… a mezzanotte andavano.... (Ma dove?). Quei tempi
pensavo che la “Bevidda” che si
prendeva a Buenos Aires fosse
una specie di Macumba, di Sortilegio, di Filtro Magico... e mi sono
fatto una opinione a tal proposito
solo quando ho “tuccau cun man
000”. Ma, continuando a pensare
“ai Miliuni du Malenottu”, passando per la spiaggia, indossando
una pettorina gialla i “volontari
Civici” potrebbero, per la sicurezza di tutti, rilevare quei campioni
di “stracqui”, di materiale spiaggiato, che analizzati, conformemente
agli intenti dell’organizzazione
RAMOGE che da anni è sostenuta
dai Governi di Francia,Monaco e
Italia, porterebbero alla provenienza, localizzazione e l’origine
dell’inquinamento (Schiume bianche e puzzolenti (Sic!), ecc. ecc.
ecc.). Che grande ventata di sicurezza e che incremento per la
Salute pubblica ed il Turismo...!
Gli uomini in “pettorina gialla”,
inoltre, potrebbero con un semplice telefonino comunicare giornalmente con i (due?) pescatori
professionisti alassini e conoscere la “corrente litoranea” che interessa le nostre acque; dando vita
così allo “studio” di quelle “correnti costiere”, tanto utili per evitare di dover sperare nei Miliuni
del Malena per pagare le opere di
ripascimento... di quella che fino
ad ieri era la spiaggia di Alassio.
CAMMINANDO… mi sono posto questa domanda: «Se ci fossero, dei ‘volontari civici’ con la pettorina color verde, quale sarebbe
la loro zona operativa?». Mi sono
fermato un minuto in “Piazzetta”
e ho passato la domanda all’unico vero esperto che conosco.
Ecco la sua risposta «de d’autu a
aferrovia... de sutta Verde u nughe
n’è ciù...».
Venerdì 16 Ottobre 2009
11
«L'ALASSINO»
LIBRI-RIVISTE-VHS-CD
Gettarli dispiace, però il posto che occupano serve.
Che fare?
Lasciali sui tavoli posti nella “Galleria C. Chaplin”.
Chi li prenderà lascerà un’offerta a favore
A.I.R.C.
dell’
Recuperi spazio, procuri piacere ad altri
e aiuti la ricerca sul cancro.
Associazione Volontari Baia del Sole
LUTTI CITTADINI, NECROLOGI, ANNIVERSARI
MARIA ADELE LUGLI
IN MASSAFERRO
A Pietra Ligure, il 1° settembre
u.sc., è deceduta MARIA ADELE
LUGLI MASSAFERRO, all’età di 69
anni dopo una vita dedicata alla
famiglia ed apprezzata da quanti
la conobbero.
Al figlio, Rev. Luciano, parroco
della Parrocchia di San Vincenzo
Ferreri, giungano le condoglianze
di tutti i Parrocchiani e dell’Associazione Vecchia Alassio.
GINO GIUGNI
DON GIOVANNI
BATTISTA PORCELLA
Caro Piero, è già trascorso un anno
da quando sei volato via, ma nel nostro cuore e nella nostra mente nulla
potrà allontanarti da noi. Ci manchi
tanto.
Un bacio da tua moglie Adele e da
tutti i tuoi cari.
UN UOMO, UN AMICO,
UN PRETE
GRAZIELLA BARBERO
Il sei ottobre dello scorso anno la comunità di Moglio e
Alassio tutta, si univano nel
cordoglio per la dipartita di
Don Giovanni Battista Porcella
che fu uomo retto, amico di tutti, prete e pastore integerrimo.
Malgrado sia passato già un
anno, i suoi insegnamenti, la
sua generosità e il suo esempio
anche nella sopportazione del
dolore sono sempre vivi nel
cuore di quanti ebbero l’opportunità di conoscerlo.
Sperando che da lassù guardi sempre a noi con benevolenza paterna, queste poche righe
siano segno del nostro ricordo
e della nostra riconoscenza.
Ciao dolcissima sposa, mamma e nonna.
È già passato un anno da quando
ci hai lasciati.
Te ne sei andata improvvisamente,
lasciandoci sgomenti, impietriti nel nostro
immenso dolore.
Ci sembra di vederti tornare da un momento
all’altro, invece sei lassù.
Francesca ed Alessandra guardano il cielo
stellato e cercano la loro stella:
“La nonna ci guarda da lassù e ci protegge”.
Sei stata per noi una guida insostituibile.
Instancabile, sincera, generosa con tutti e
sempre pronta a dare, sempre sorridente,
onesta, sensibile.
Vogliamo ricordarti cosi
con il tuo bel sorriso e con la tua dolcezza.
Ringraziamo il Signore per il tempo
che ci ha permesso di vivere con te.
Ci hai insegnato il cammino
con i tuoi saggi consigli.
Grazie.
La Comunità Parrocchiale
di Moglio
È scomparso a 82 anni il 4 ottobre a Roma GINO GIUGNI – Ex
ministro del lavoro, giornalista
riformatore, studioso e uomo di
assoluta coerente integrità.
Era nato a Genova il 5 Agosto
1927, considerato padre storico
dello statuto del lavoro.
L’Associazione Vecchia Alassio porge le condoglianze alla
moglie signora Laura, ai due figli
e alla nuora Marcella Fiore, nostra concittadina.
PIETRO ROSETTA
(PIERO)
Anniversari
MESE DI SETTEMBRE 2009
BONDIOLI Adriano
FISCHER Erica
LUGLI Maria
SILENZI Floriana Eva
SITARI Antonio
VANO Rosa Angela
anni 71
anni 65
anni 69
anni 37
anni 60
anni 85
L’A.V.A. da queste colonne esprime ancora una volta le più sentite
condoglianze ai loro famigliari.
I tuoi cari
La Santa Messa
di suffragio
sarà celebrata
domenica 1 novembre
alle ore 10.30
presso la Chiesa
di S. Maria Immacolata
(Frati Cappuccini).
12
«L'ALASSINO»
Venerdì 16 Ottobre 2009
NOZZE DI DIAMANTE
Meteorologia
Alassina
a cura dell'Osservatorio Don Bosco
I Fiori di Bach
SETTEMBRE 2009
a cura di Caterina Maggi
…..e siamo arrivati ad analizzare il quarto gruppo.
PER CHI È SOLO
WATER VIOLET
IMPATIENS
HEATHER
-Ricordo che le parole tra le virgolette sono l’indicazione del dottor Bach
WATER VIOLET Hottonia palustris (Violetta d’acqua)
“Per coloro che in salute o nella malattia amano restare da soli.
Persone molto tranquille, che si muovono intorno senza disturbare, parlano poco ed in modo gentile. Molto indipendenti, capaci e
fiduciosi nei propri mezzi. Sono quasi totalmente liberi dalle opinioni degli altri. Se ne stanno in disparte, vivono da soli e se ne
vanno per la loro strada. Spesso sono intelligenti e dotati. La loro
tranquillità e calma sono una benedizione per coloro che stanno
loro attorno”
Ecco una persona dignitosa, distaccata,
affascinante con quell'aria di mistero che
sa sapientemente tessere attorno a sé, estremamente rispettoso si muove con
grande delicatezza,
capace di ascoltare
ma non di parlare di
sé, difficilmente esprime un opinione o
prende posizioni. in
tutti i modi evita accuratamente le discussioni e i litigi. Water Violet
fa fatica ad esprimere i propri sentimenti e le persone che lo amano
soffrono per la mancanza di affetto manifesto. il grande problema di
water violet è quello di essere murato dentro la sua stessa solitudine che inizialmente tanto cercava.
Una grande e luminosa “stella” brilla nel firmamento di Alassio…le nozze di
diamante (60 anni!) di Laura e Tarquinio Ghisalberti…a cui porgono gli auguri più belli amici, parenti e i Soci A.V.A.
W. PADRE TOMMASO
IMPATIENS Impatiens glandulifera (balsamio)
“Per coloro che sono veloci nel pensiero e nell’azione e che vogliono che ogni cosa sia fatta senza esitazione o ritardo. Quando
sono malati sono ansiosi di ristabilirsi alla svelta. Trovano molto
difficile essere pazienti con le persone lente, perché pensano che
ciò sia un errore e una perdita di tempo, e tentano in tutti i modi
di rendere queste persone più veloci. Spesso preferiscono lavorare e pensare da soli, così da poter fare ogni cosa alla loro velocità”.
Le persone che hanno
bisogno di Impatiens
hanno la tendenza a
correre più velocemente del flusso della vita,
negandosi in questo
modo il piacere immergersi totalmente in essa, anche se possono
sembrare molto impegnate e indaffarate. Una
loro frase tipica è “perdo più tempo a spiegartelo che a farlo da me!”,
tendendo a diventare piuttosto antipatici, soprattutto quando siano
dei “superiori” (capiufficio, insegnanti, eccetera). Queste persone,
per la loro fretta, tendono a tralasciare gli scambi più delicati e sottili che avvengono con le altre persone; inoltre questi individui sono
portati ad un invecchiamento precoce perché tendono a “bruciarsi”
con la loro fretta. Impatiens insegna all’individuo a fluire col ritmo
della vita, a fissare l’attenzione e ad approfondire il respiro, divenendo più recettivi.
HEATHER Calunna vulgaris (brugo)
“Per coloro che sono sempre alla ricerca della compagnia di
chiunque sia disponibile, perché trovano necessario parlare dei
loro affari con gli altri, qualunque sia l’argomento. Essi sono molto infelici se devono restare da soli per un certo tempo”.
I tipi HEATHER esprimono in modo velocissimo, sembra quasi abbiano paura di non dire tutto quello che intendono dire. Attraverso
le parole, Heather scarica tutta l'ansia che ha dentro sé distinguendosi per la grande abilità nel manipolare la situazione in modo da essere perennemente al centro dell'attenzione. Il vero problema di
Heather è la dipendenza affettiva. Bach
lo ha definito: “the
need child” cioè il
bambino bisognoso
che necessita di cure
e di continue attenzioni; e poiché la sua è
un'autentica fame
d’affetto spesso si traduce in un reale desiderio di cibo.
continua
Ecco l’autunno astronomico! Alle ore
21,18 del 22 settembre la nostra Terra
nel suo moto di rivoluzione si trovava
sul punto di intersezione tra il piano dell’eclettica e il piano equatoriale: punto equinoziale. Tutta la Terra godeva
di 12 ore di sole e 12 ore di notte.
Il sole sorgeva al Polo Sud, tramontava al Polo Nord,
dando inizio qui alla lunga notte. Per noi, alla nostra latitudine, vi è, dal giorno successivo, una graduale diminuzione delle ore di sole sopra il nostro orizzonte: già il 30
settembre si calcolavano 11 ore e 47 primi. Arriveremo al
minimo di 9 ore e pochi minuti in dicembre.
Ecco ora il nostro autunno meteorologico! 20 giorni sereni; 3 giorni coperti. Una media di 8,2 ore di limpido sole ogni giorno. Basterebbero questi pochi dati per fare un
giudizio sul tempo in settembre.
Ma vediamo tutto con ordine.
Pressione media mensile: 760,1 mmHg
Temperatura media mensile: 24,6 °C; le medie decadali: 26,2 °C nella prima; 23,1 °C nella seconda; e 24,6 °C
nell’ultima. Il giorno più caldo il primo di settembre con
quasi 28°C di media: il più fresco, il giorno 16 con 20,0 °C
di media.
Umidità media, 54%: le medie decadali: 50% nella prima: 60% nella seconda: 52% nella terza decade. Il giorno
più umido con l’88% è in data 18.
Precipitazioni totali: 63,6 millimetri, così distribuiti:
62,6 mm nella seconda decade e 1,0 mm nella terza. Il
giorno più piovoso con 39,8 mm, è in data 16 settembre.
Eliofania totale: 245,7 ore di limpido sole!
Come già indicato prima: 8,2 ore di sole al giorno!
Ecco le medie decadali: 9,6 ore nella prima decade; 5,9
ore nella seconda; 9,1 ore nell’ultima decade.
Come si vede, risulta penalizzata la seconda decade,
sia per la pioggia, sia per l’eliofania. Infatti gli unici tre
giorni coperti sono della seconda decade: il giorno 16, il
18 e il 20.
Ho voluto concludere questa sintesi presentando il lato meno positivo di questo meraviglioso mese, anche per
ricordarci che non possiamo pretendere tutto e sempre
secondo i nostri capricci: godiamo ciò che la Natura ci offre nella sua saggia varietà.
Il Direttore dell’Osservatorio
Prof. Don Natale Tedoldi
Con grande partecipazione di fedeli, religiosi e autorità locali è stato festeggiato, domenica 27 settembre, nella chiesa di S. Maria Immacolata dei Frati
Cappuccini, Padre Tommaso Losacco per i suoi 45 anni di Ordinazione
Sacerdotale.
Oltre l’omelia di Padre Walter Parroco, parole di elogio e ringraziamento sono state pronunciate dal Sindaco Arch. Marco Melgrati a nome
dell’Amministrazione tutta, per l’attività svolta da Padre Tommaso nei 37 anni di permanenza ad Alassio presso il convento di Borgo Coscia.
La solenne S. Messa è stata animata dalla Corale S. Francesco diretta da Fra
Remo, con accompagnamento all’organo dei M.o Mauro Borri.
(FOTO ROMANISIO)
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