alassino impag GEN 2005 - associazione vecchia alassio
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alassino impag GEN 2005 - associazione vecchia alassio
ANNO XLIX - N. 10 Venerdì 16 Ottobre 2009 € 2,00 Poste Italiane spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB IMPERIA Eccovi Alassio che innamora il sole (foto di Daniele Moreschi) Mensile di attualità, vita cittadina e tradizione dell'Associazione «VECCHIA ALASSIO». Membro effettivo della Consulta Ligure. O.d.V-O.N.L.U.S. Apertura sede: Lunedì, Mercoledì, Venerdì, Sabato dalle 18 alle 19. Socio Effettivo € 22,00 - Socio Aderente € 19,00 - Socio Aderente estero € 24,00 ABBONAMENTI - INSERZIONI: Conto Corrente Postale N. 10530186 - A.V.A. Via XX Settembre, 7 - 17021 ALASSIO - Tel. e Fax 0182 64.39.37 E-mail: [email protected] - Sito internet: www.vecchiaalassio.it È OTTOBRE Un giorno, quasi all’improvviso ti prende una sensazione “nuova” di silenzio come quando si spegne una radio che trasmette a tutto volume. Una dolce consapevolezza… senti l’aria tiepida, lo sguardo veleggia sul mare calmo e azzurro che il ponente della sera anima al tramonto. Il Caruggio (che, da quando alcuni torinesi l’hanno battezzato così, è ‘il budéllo’,ma che per i veri alassini sarà sempre ‘U caruggiu’) tornato deserto e silenzioso, dopo cena fa da sfondo alle passeggiate rilassate e tranquille degli ultimi turisti stranieri ,che si godo- no mare, spiaggia e ambiente, da veri intenditori, la cui calma e rassicurante presenza rende dolce da sempre il fine stagione. Tutto ci dice che è arrivato Ottobre. Ottobre… mese di ‘rientro’, di desiderio di casa, di recupero di relazioni e rapporti amicali… Incontri di nuovo facce conosciute.. persone con cui scambiare i lunghi saluti che la fretta del lavoro estivo sospende. Come dopo un viaggio, alla fine della ‘stagione’ ci ritroviamo di nuovo tra la nostra gente, di nuovo ‘paese’… Il nostro Paese… quello di cui bisogna innamorarsi, quello che affronta lo stato di calamità per le mareggiate, come la scomparsa dei rinomati giardini da sempre ammirati e invidiati, lo stesso che sopporta i feroci, non sempre giustificati tagli dei grandi alberi, che resiste alle ferite profonde della cementificazione della collina e soffre dell’umiliante perdita di ben 2 cinematografi, con stoica pazienza e rassegnazione. È questo povero Paese che aspetta, con infinita fiducia, di essere amato, di essere amato davvero! Aspetta che ogni Alassino riconosca quale grande privile- gio sia poter vivere in questo angolo di mondo, e, riconoscente, inizi a prendersene cura in prima persona… con piccole attenzioni… piccoli gesti di civiltà, senza delegare sempre ad altri… al ‘Comune’… Ma tutti noi aspettiamo e ci aspettiamo che in Comune, Maggioranza e Opposizione esprimano il loro Amore per Alassio analizzando, in questi lunghi mesi invernali, i problemi e le difficoltà della passata stagione, se ne prendano cura, trovando le soluzioni ottimali alle esigenze civili di un paese la cui fama nazionale e internazionale merita di essere nuovamente giustificata. FLOREAT ALAXIUM Madonna della Guardia: festa CONSULTA LIGURE Domenica 20 settembre u.sc. in onore di Monsignore si è svolta, nella sala del ConsiProseguono i festeggiamenti in onore di mons. Angelo de Canis nella ricorrenza dei 25 anni di apostolato tra i parrocchia- ni di S. Ambrogio. Presso il santuario della Madonna della Guardia, domenica 13 settembre nel pomeriggio, si è svolta una manifestazione religiosa e musicale di straordinaria intensità spirituale e artistica. Si sono riuniti per uno splendido concerto il tenore Andrea Elena, il soprano Melissa Briozzo, il flautista Gianni Gollo e la Cappella Musicale S. Ambrogio. Al termine della Santa Messa, il prof. Giovanni Puerari ha tratteggiato in breve il monumentale lavoro svolto da monsignore in tutti i settori della vita parrocchiale e ha dato il via alle esecuzioni. La Cappella Musicale ha aperto il programma con “Laudate Dominum” di Haendel, sottolineando il ruolo primario del Signore nelle molteplici attività umane. Il tenore Andrea Elena ha ribadito il valore religioso dell’iniziativa cantando con la maestria abituale “Agnus Dei” di Bizet, accompagnato dal pianista Aldo Giardini. Gianni Gollo ha eseguito al flauto con dolce espressività “Meditazione” di Massenet. Il soprano Melissa Briozzo con la sua voce penetrante e melodiosa ha interpretato “Ave Maria” di Schubert riscuotendo un caloroso applauso. Anche il maestro della Cappella Musicale, G. Puerari, si è cimentato in duetto con M. Briozzo nel “Panis Angelicus” di Franck. (continua a pagina 2) (continua a pagina 9) Campanari liguri a Laigueglia I campanari con il Direttivo Vecchia Laigueglia. ASSOCIAZIONE VECCHIA ALASSIO Lunedì 14 dicembre 2009 presso la Sede Sociale di Via XX Settembre 7, Alassio è convocata Premi letterari “Alassio 100 libri” glio dell’antico palazzo Comunale di Albenga, la programmata riunione della Consulta Ligure, che si è aperta con i saluti della Signora Marisa Scola, presidente della Vecchia Albenga; dell’Assessore al Turismo e Pubblica Istruzione signora Giuseppina Verazzani e dall’Assessore Ballabio in rappresentanza del Sindaco. Tutti hanno ribadito l’importanza delle proprie radici e delle nostre tradizioni: «Chi conosce se stesso, conosce chi lo circonda». Si sono ricordati i Liguri nel Mondo, i Liguri che hanno molti valori, forse poco esternati, ma sono tali da mantenere e da promuovere. L’Assessore Ballabio, ringraziando la Consulta “custode della ligusticità” rileva che nei vicoli non si parla più il dialetto ed invita tutti a visitare la Vecchia Città che ha molti edifici storici e musei bellissimi. L’ASSEMBLEA ORDINARIA DEI SOCI Quest’anno il secondo festival dei Campanari Liguri si è svolto alla radice del molo di Laigueglia, in una suggestiva cornice, alle spalle gli antichi palazzi ed il Torrione, davanti l’ampia distesa del mare. L’acustica è parsa perfetta. L’evento è stato curato dall’Associazione Vecchia Laigueglia con il patrocinio del Comune e la collaborazione della Parrocchia San Matteo. Ancora una volta, il 12 settem(continua a pagina 5) alle ore 20.30 in prima convocazione e alle ore 21.00 in seconda convocazione con il seguente ORDINE DEL GIORNO 1) Relazione del presidente; 2) Relazione finanziaria; 3) Dimissioni, per la scadenza del mandato, dei componenti il Consiglio Direttivo, il Collegio dei Probiviri, il Collegio dei Sindaci; 4) Nomina della Commissione Elettorale; 5) Varie ed eventuali. Confidando nella massiccia partecipazione, porgo i migliori saluti. Da sinistra: prof. Giovanni Bogliolo, la premiata Margaret Mazzantini, dott.ssa Monica Zioni, arch. Marco Melgrati e Gerry Scotti. (FOTO SILVIO FASANO) Il Presidente A.V.A. Carlo Cavedini MOSTRE Sala Carletti dal 17 al 30 ottobre espone Franco Iebole Attrezzi per l’artigianato e giochi dei nonni (Demurette de ’na vota) Angolo di Daniele La Corte Il re è nudo “Se volete cambiare…votate…”. Questo lo slogan di una candidata alle recenti elezioni comunali di una città del nostro ponente. Nulla di innovativo se la signora non fosse stata componente della maggioranza di governo. All’apertura delle urne grande flop per l’aspirante amministratrice in quota Pdl. Colpa dei manifesti elettorali? Difficile dirlo. Anche nella nostra Alassio ci sono personaggi, oggi in maggioranza, pronti a dichiararsi “nuovi” nonostante condividano l’amministrazione civica da tanto tempo. Dai banchi della maggioranza si alzano sussurri, quasi grida, fatte di critiche allo stesso governo di cui fanno parte. Sembra quasi di intravvedere già, sulle plance elettorali, manifesti inneggianti a un “se volete cambiare…”. Nella città del Muretto i voltagabbana sono grande schieramento e di fronte a un possibile “re nudo” molti sono già pronti a renderlo ancora più nudo. Tanti sorrisi, falsa compiacenza e tanti pugnali pronti per colpire alla schiena. Ma, come nella favola di Andersen, c’è sempre qualche “bambino” pronto a dire la verità, magari rammentando che l’amministrazione comunale di Alassio, oggi, come ieri e l’altro ieri, sia, saldamente (si fa per dire), in mano ai seguaci del “Cavaliere” e del “Senatur”. Nel bene e nel male la responsabilità è loro. Se la spazzatura, nel senso della bolletta, è cresciuta a dismisura; se camion enormi continuano indisturbati l’opera di distruzione delle strade; se brutte costruzioni sorgono in aree da sogno; se l’acquedotto diventa sempre più colabrodo; se responsabili di cosa pubblica assumono i loro figli e lasciano quelli degli altri a casa; se il nuovo teatro e ancora lettera morta; se il Grand Hotel rischia di tornare vecchia cattedrale nel deserto; se “tavolino selvaggio” avvantaggia una parte della città a discapito di altre; se di notte le vie del centro sono sempre più buie..se l’elenco… è lunghissimo, la responsabilità è dei berluscones o delle camice verdi che siedono a consiglio comunale. Niente balle, la colpa è di entrambi. Nella testa di molti c’è l’idea che quando le cose vanno male la responsabilità sia solo del regnante lasciando indenni i cortigiani. Si demonizza il re decidendo di denudarlo ancora di più. Il popolo dei traditori, soprattutto nei momenti non floridi, è sempre pronto, dietro l’angolo, a colpire. Chi picchia più forte, senza esclusione di colpi, ed è un classico, sono soprattutto coloro che hanno beneficiato per anni di posizioni vantaggiose. Nessuna riconoscenza: quando il re è nudo, pertanto debole, prima del popolo, sono i servi, sempre pronti, a infierire senza pietà. Le poltrone a Palazzo, stando alla logica, non dovrebbero essere comodissime se un cittadino si candida per spirito di servizio,per il bene del proprio paese,conscio anche di poterci rimettere qualche quattrino. Nel nostro Comune, invece, tutti sono incollati alla sedia in maniera esagerata, apparendo infaticabili esponenti di una sorta di volontariato masochistico. Oggi, però, lo sport preferito è la gara ad abbandonare il possibile carro perdente. È inziata la corsa alla carega e ai careghini con tanto di ricerca di “benedizione” dei potentati politici, gli stessi che di fronte alla notizia della fine di un re reagiranno come Anassagora. Il filosofo greco, appresa la morte del figlio, rivolgendosi a chi lo informava, senza scomporsi, disse: «Io già sapevo di averlo fatto mortale». 2 «L’ALASSINO» Venerdì 16 Ottobre 2009 MADONNA DELLA GUARDIA (segue dalla prima pagina) www.alassiosuperpartes.wordpress.com e-mail: [email protected] L’Alassino, settembre 2009 Ed eccoci a settembre. E si ritorna ad un ritmo di vita normale, anzi umano. Per strada si riesce a camminare; niente più code interminabili per fare la spesa; trovare un posteggio non è più un miracolo, e gli sguardi che si incrociano sono quelli di volti familiari. Settembre è proprio il nostro mese. Il giorno è ancora sufficientemente lungo; fa meravigliosamente tiepido; l’acqua è cristallina e tonificante al massimo, come non lo è mai stata in tutta l’estate, e persino il cielo sembra più azzurro. Se qualcuno di voi potesse cominciare a pensare di aver capito ciò che vorrei dire questo mese, beh, vi fermo subito. Se per molti di noi settembre è il mese di un po’ di relax, in cui si gode davvero una parte dell’estate, e si comincia a pregustare, quasi con un’insensata nostalgia, l’arrivo dell’autunno, per molti altri, giovani, ragazzi, bambini, questo è uno dei mesi più pesanti dell’anno: è il mese in cui si devono lasciare le vacanze per rientrare a scuola. Ed è a loro che questo mese voglio dedicare un po’ di spazio. Spesso mi è capitato di ascoltare discorsi sull’argomento, con opinioni, per me molto discutibili, che consideravano come quasi perfetta quella fascia di persone “adulte”-“mature”, e come pessima e denigrabile la parte restante, ovvero i giovani. Intanto possiamo dire che la parola “tutti” è abbastanza assurda, come facciamo noi ad aver conosciuto “tutti”? Ecco l’assurdità. Quindi non esiste un “tutti”, può esserci una maggioranza, ma poi esiste solo ogni singola persona. Poi sfatiamo un mito: le persone “grandi”, “adulte”, “mature”, di media o più avanzata età, solo perché sono nate prima, non è detto che siano più intelligenti né migliori di altre solo perché queste ultime sono nate dopo. Dall’altra parte, come si fa a considerare tutti i giovani e i bambini come se fossero tutti svogliati, privi di interessi, degli ebeti, se non delinquenti? Gli adulti non sono intelligenti o cattivi, così come i giovani non sono perfetti o stupidi. Tuttavia, che ci siano dei problemi per la fascia più giovane della nostra società non è certo uno scoop, né una cosa di cui vergognarsi: i problemi capitano, i momenti difficili arrivano, ma è solo accorgendosene e accentuandoli che si fa il primo passo per affrontarli e risolverli. Ma niente accade, né per caso, né per sfortuna, né per cattiveria. Ogni cosa, soprattutto quelle difficili, è sempre e solo il risultato di quanto è stato prima. Se è vero che si raccoglie quello che si è seminato, e che sui peri non crescono le mele, allora, non la colpa, ma la responsabilità per cui i giovani sono così, non la si può dare soprattutto a loro, ma entra in gioco tutta la società. Una persona intelligente una volta ha detto: “Diventare genitori è una cosa troppo importante perché possa essere permesso a chiunque di farlo”. Quanto spesso vediamo dei genitori che si permettono di mettere le mani addosso ai figli (tra l’altro, cosa diventata anche illegale ora)! Vediamo dei cosiddetti adulti trattare i bambini come oggetti stupidi e a volte fastidiosi, o fenomeni da baraccone; se li portano dietro quando viene a loro comodo, e li mollano quando danno fastidio. Queste persone non hanno ancora capito che aver un figlio significa diventare genitori, e quindi dover mettere qualcun altro al primo posto nelle proprie priorità. Spesso si vede una totale mancanza di rispetto, di amore vero, nei confronti di queste piccole persone, che hanno già dei gusti propri, delle idee loro, ma vengono considerati solo come delle scatole da riempire, e obbligati a star zitti e a sentirci, anche quando in realtà non abbiamo nulla da dire, e sarebbe molto meglio se stessimo zitti. Mentre, in realtà, se solo ci si fermasse un momento, smettendola di considerare uno spreco ma vedendolo come un regalo il tempo passato con i propri figli, se si pensasse a quali sono veramente le cose importanti nella vita, se si guardassero davvero i propri bambini negli occhi, e li si ascoltassero, si capirebbe quanto hanno dentro, e quanto possono davvero dare e insegnare a noi. E invece, ciò che viene insegnato è: io dico, tu ascolti e fai, e non pensare di testa tua. Perché invece non viene insegnato che ogni persona di testa ne ha una sua? Perché non viene insegnato ad usarla, e non, piuttosto, come usarla? Perché non viene insegnato a pensare, ma solo ordinato cosa e come pensare? E con la scuola questo non è che migliori. I poveri studenti, nel migliore dei casi, vengono farciti di dati che dimenticheranno giusto dopo l’interrogazione, e che nella vita non serviranno a niente. Le persone dimenticano, siamo fatti così, ma la cosa importante non è ricordare sfilze di dati a memoria, ma è sapere della loro esistenza, imparare come e dove trovarli, e, soprattutto, essere interessati a cercarli e a saperne di più. Tutte le cose “tecniche” che vengono insegnate a scuola, molto spesso si potrebbero imparare in modo migliore e in minor tempo, semplicemente leggendo un libro. Ma l’unica cosa che, se non hai dentro, non puoi impararla da solo, e, dunque, l’unica cosa che, ogni docente, dovrebbe davvero insegnare, è amare una materia, amare sapere, amare conoscere, amare cercare, amare essere curiosi, anzi: avere bisogno di essere curiosi. Ma questo sappiamo che non avviene. Ed è così che gli studenti, continuano ad essere ingozzati senza avere né modo né tempo di assaporare; e nel poco tempo vuoto che hanno, continuano solo ad assorbire, e non a cercare, a scegliere tra quanto proposto, e a rielaborare. E assorbono tutto. E il problema è proprio questo: cos’è che propone il mondo oggi? Quali sono i miti? Quali sono i valori? Il messaggio che viene dato è che ciò che conta è solo essere esternamente belli, avere soldi, apparire in televisione, sui giornali, essere filmati o fotografati, essere illusoriamente qualcuno, e senza fare grandi sforzi, usando la strada più breve, più facile, qualunque essa sia, perché “il fine giustifica i mezzi”, e ogni arma è concessa. È questo che viene insegnato, e non solo dalla televisione, dalla moda, e dallo spettacolo, ma anche dalla politica, e persino da molti esponenti religiosi, spesso, ahimé, ai vertici. Il buono non vince più sul cattivo. Non solo, ma è il cattivo ad essere visto come il grande, l’eroe; e il buono, quello vero, passa solo per fesso e perdente. Dov’è finito l’insegnamento più elementare, buono e speranzoso, con cui la Walt Disney ha cresciuto generazioni di bambini? Con tutto questo non voglio affermare che i giovani che non hanno vicino dei buoni esempi siano giustificati, ma dico solo che, se c’è qualcosa che non va, abbiamo tutti delle responsabilità: chi è più avanti nel cammino dovrebbe lasciare cose buone dietro di sé, per chi verrà; e, se così non avviene, chi arriva dovrebbe fare quel grande passo, attingendo a conoscenze che non gli sono state date, per non affiancarsi alle generazioni che lo hanno preceduto, ma superarle, perché “se continuerai a fare quello che hai fatto, continuare a ottenere quello che hai ottenuto”, ma cambiando i fattori, il risultato non potrà che essere un altro. La piacevole manifestazione si è conclusa con un fuori-programma inatteso. Il presidente del Complesso Musicale “Città di Alassio”, sig.ra Renata Vallò, ha consegnato al tenore A. Elena, in occasione dei suoi 35 anni di attività canora, una targa di ringraziamento per la costante collaborazione con la banda. Una foto ricordo con tutti i partecipanti ha suggellato il tributo artistico ed umano dovuto al nostro parroco, che si è impegnato sempre con convinzione e fede per la presenza viva dell’arte e della cultura musicale nella parrocchia. IN BREVE, AI NOSTRI AMMINISTRATORI SEGNALIAMO CHE… RUBRICA MENSILE A CURA DELL'A.V.A. AI SOCI “Gentili Soci, Vi informiamo che, a partire dal mese di gennaio 2010, l’ultimo numero digitale de L’Alassino sarà disponibile anche sul nostro Sito Internet. Quindi non solo più le copie dei vecchi numeri, ma anche l’ultimo numero in contemporanea con l’uscita in edicola. Per ovvi motivi questa uscita non verrà pubblicata insieme con le copie passate, ma verrà creata un sezione “ad hoc” per tutti i nostri associati chiamata “Area Abbonati”. A tutti i nostri abbonati verrà inviata una “user name” ed una “password” che consentirà loro di poter accedere a questa area riservata e scaricare l’ultimo numero de L’Alassino. Riteniamo che la nostra iniziativa favorirà soprattutto i nostri numerosi abbonati che si trovano fuori dall’Italia e che, quindi, potranno ricevere con un po’ di anticipo, rispetto ad ora il nostro giornale. Rimane inteso che nulla cambia per coloro i quali non vorranno utilizzare la versione digitale e preferiscono la tradizionale spedizione postale che, in ogni modo, continuerà come prima. Crediamo di aver fatto cosa gradita a molti. I nostri migliori saluti a tutti gli abbonati.” Inizio di Via Vigo, al confine con l’Aurelia. Da mesi è così; turisticamente ed esteticamente è una “bruttura”! Lungo la scaletta che porta da Via Mameli a Via Gastaldi è indispensabile l’illuminazione. AREA EX MATTATOIO “LA MATTANZA DEI NOSTRI SOLDI” L’altro giorno, un articolo apparso su di un quotidiano mi ha dato lo spunto per tornare a scrivere al vostro giornale ed informare lettori ed i cittadini. Si è tornato a parlare di teatro in una città che sta ancora soffrendo per la perdita delle sale cinematografiche, ma nessuno ha mai accennato a quanto finora si è speso senza che nulla sia stato fatto. Mi sembra opportuno dare una breve esposizione dei fatti e dei costi finora sostenuti dalla città per avere un’area ancor più degradata di prima. A metà degli anni novanta, le F.S. proprietarie dell’ex scuola materna di via Mameli, vendevano l’immobile a privati, guarda caso, persone molto, ma molto vicine all’Amministrazione comunale quella di allora che è anche quella attuale. Come mai l’immobile non è stato acquistato dal Comune? Nasce allora la brillante idea di spostare la sede della scuola materna, quanto mai necessaria, da via Mameli all’ex area Mattatoio, onde superare il contenzioso tra Comune (Affittuario) ed i nuovi proprietari, consentendo così una operazione urbanistica atta a favorire il cambio di destinazione d’uso dell’immobile. La nuova scuola viene progettata nell’ex area del mattatoio, e finanziata con l’emissione di BOC (buoni ordinari comunali del valore di 4 miliardi), e tali soldi giacciono inutilizzati da ormai 11 anni. L’operazione viene però sospesa, poiché una parte della stessa Maggioranza non vedeva di buon occhio il collocamento della scuola materna presso una centrale elettrica. A questo punto l’amministrazione con un colpo di scena, degno di un giallo di Agata Christie, ed in vicinanza delle elezioni amministrative, decide di abbandonare il progetto scuola, sposandone uno ancor più grandioso, di un teatro, non un piccolo teatro, ma qualcosa di più imponente, per cui è necessario contrarre due nuovi mutui del valore di 1.800.000,00 euro (1995 - 1996), sui quali stiamo pagando le rate e blindando così il bilancio comunale per tutti questi anni. Dopo un contenzioso con la ditta appaltante, viene approvato un nuovo progetto, e, altra grande idea, accettando per buoni i lavori già eseguiti per il precedente progetto. Si appalta l’opera e, questa volta, ancor prima di iniziare si arriva al contenzioso con la ditta aggiudicataria, per motivi non ancora ben chiari. Con i lavori bloccati si giunge a sentenza che ci dà solo parzialmente ragione, dimezzando la fideiussione in nostre mani, ma non ancora incassata. Ad oggi questa Amministrazione non sa che pesci prendere, un giorno si hanno notizie di un finanziamento regionale per poter continuare il progetto, un altro si parla di possibile edilizia convenzionata. Di certo è che a breve 1.000.000 di € depositati in BOC e 800.000 € di mutuo cambieranno destinazione e l’operazione teatro perderà il suo finanziamento. Questa operazione costa in termini di svalutazione del capitale, interessi passivi, oltre ai costi di progettazione e a contenziosi una cifra che supera il MILIONE di EURO. “Ai posteri l’ardua sentenza”. Interesserebbe certo a tutti i cittadini poter vedere un rendiconto esatto e circostanziato di come sono stati usati dal Comune, cioè i nostri soldi. Un elenco dettagliato di tutte le operazioni compiute, che indichi, oltre alle cifre, le date e le causali delle operazioni, i nomi delle parti in causa, e l’esito dell’operazione: perché il solo esito che ora si possa vedere è la “evaporazione” dei soldi in ballo. Teatro in numeri Prospetto costi progetto e appalto € 86.081,81 Spese collegio arbitrale € 23.834,90 Spese di consulenza tecnica € 17.136,00 Altre spese tecniche € 6.120,00 Totale spese accertate € 133.172,71 Spese di gestione tecnica (€ 239.856,28) richiesti € 182.497, Spese di consulenza legale (presunta) € 16.000,00 Totale costi presunti € 331.669,92 Altri costi Interessi passivi BOC € 546.713,77 Interessi attivi BOC (approssi- € 222.700 mativi) Costo (presunto) dei BOC € 324.013 . Interessi mutuo (1.1.06) di € 800.000 € 77.324,64 Interessi mutuo (1.1.05) di € 1.000.000 € 161.927,07 Totale altri costi € 563.264,71 Totale spese (accertati + pre€ 331.669,92 sunti) Soldi spesi senza aver iniziato i lavori € 894.934,63 A cui dobbiamo sommare le spese sostenute per il progetto e appalto per la scuola dell’infanzia Consulenza legale Avv. Cocchi € 12.776.09 Transazione impresa Negro € 111.230,27 (1° saldo € 87.442,81) Spese di gestione tecnica € 36.585,46 Spese di progetto e direzione lavori € 112.236,62 2.646,48 Collaudo statico € Collaudo amministrativo € 10.775,61 Totale € 286.250,53 Totale costi operazione asilo teatro € 1.181.184,16 La cifra è esente dal costo di svalutazione ma, considerato che nel giro di due anni il Sindaco ha sostenuto che l’opera costerebbe almeno 1 milione di € in più, lascio all’immaginazione dei lettori quanto potrebbe essere il totale. Alassio, lì 22.09.09 Agostino Testa Consigliere Comunale Venerdì 16 Ottobre 2009 3 «L'ALASSINO» U recantu di nosci diti (a cura di G.C. e G.G.) CRONACA DI ANDATE MESE DI OTTOBRE 2009 Esse inmanegai da-u cü cumme e sappe Questa locuzione, molto usata nella parlata comune, altro non vuole essere che, una metafora. Innanzitutto i soggetti sono due: la “zappa”, strumento agricolo di ferro quadrilungo a due o più denti e il “manico” di legno di cui la stessa deve essere dotata per lavorare la terra. Poiché quest’ultimo, per la sua col1ocazione deve essere introdotto nell’apposito “occhiello” posto nella parte posteriore dell’attrezzo, tale operazione, forse con accostamenti ad altri “detti” similari, ma meno fantasiosi, ha stimolato la solita arguzia popolare coniando il detto “essere immanicati dal culo come le zappe” per indicare “uno stato di disagio, di prostrazione, di malessere o di privazione con riferimento a se stessi o ad altri. Ricordiamo pure che il nostro “attrezzo” viene pure usato in campo nazionale per un’altra locuzione popolare “darsi la zappa sui piedi”: fare o dire cosa che poi torna a proprio danno. U l’ha piai cui ballin d’argentu L’esercizio venatorio ha da sempre coinvolto centinaia di persone, pronte a sacrificare ore di sonno e danaro pur di soddisfare questa loro passione. Ancora oggi molte “doppiette” vagano per le nostre colline in cerca di sempre più rare prede e altre ancora “emigrano” verso zone più abbondanti di esse. Le prime si accontentano di magri carnieri, per le altre prevale ancora una certa abbondanza ma, sia come sia, a nessuno piace, tornare a casa col carniere vuoto e allora, pur di salvare la faccia, a volte si può ricorrere a particolari ripieghi purché lo stesso venga rimpinguato e degno quindi di pubblico plauso. Il più semplice; facendo ricorso all’acquisto!!! E c’è da ritenere che lo stratagemma sia piuttosto comune (chissà perché il pensiero vola ad altre categorie quali pescatori, cercatori di funghi o altro...) se l’arguzia popolare fa dire agli smaliziati: “li ha presi coi pallini d’argento”. ANCHE QUESTO È TURISMO È finita. Anche questa stagione estiva è passata. In fondo poteva andare peggio: mareggiate, piogge, spiagge corte, cortissime, assemblee d’urgenza, esperti. Come reagire? Quale soluzione? Intervento immediato: sorbonamento? Fortunatamente, se pur tra mille difficoltà, si comincia. Arrivano il bel tempo e le tante desiderate bonacce. Tutti: gente comune, commercianti, bagni marini, amministratori comunali, giunta e Sindaco tirano un sospiro di sollievo. La perla della Liguria brilla ancora. Alassio è e promuove turismo. Sono contento. La nostra Alassio è unica. E così vado a dormire, sono stanco, chiudo gli occhi, felice e fiero di essere alassino e dopo poco sto già dormendo. Sogno. Ma è un sogno strano, direi quasi un incubo: mi sono svegliato da poco, bevo un caffè ed apro il giornale. Sfoglio velocemente e con poca attenzione la cronaca, gli esteri, la politica interna, mi interessano solo lo sport ed ovviamente le notizie della mia città. Ma cosa dicono? Come si permettono? Sindaco condan- nato a nove mesi e con diciassette avvisi di garanzia sulla scrivania. Dirigenti ed amministratori della S.C.A. iscritti sul registro degli indagati (accusa: false comunicazioni sociali) e con loro assessori, dirigenti e responsabili comunali interrogati come “persone informate sui fatti”. E ancora, accuse di abusi edilizi nella spiaggia dei VIP, sentiti, sempre come “persone informate sui fatti”, assessore al demanio e proprietaria e anche l’assessore all’urbanistica coinvolto in un’indagine su acquisti di box. Ma questi pm, chi si credono di essere? Degli eroi di fumetti, dei Robin Hood o dei Don Chisciotte? Ma questi giustizieri non lo sanno che Alassio è Alassio? La nostra città ha amministratori capaci, amano il paese, adottano politiche per un benessere collettivo migliore. Esempi? Politiche cosiddette di “cementificazione zero”, raccolta differenziata pari all’85%, verde che più verde non si può. Alassio è un classico esempio di comune virtuoso e tutto questo grazie ad uomini con una integrità civica e morale da fare invidia. Ci manca solo che questi pm sciolgano la giunta! Sarebbe accanimento. Finalmente mi sveglio. Che incubo. Sarà quello che ho mangiato ieri. Vado in spiaggia, prendo il moscone. Mi piace fare il bagno alla boa. Mentre remo penso ancora al sogno. Sono contento. Che bella Alassio da qua. Rido. Altri comuni hanno questi problemi, quelli dove c’è la mafia, la camorra. Noi no. Che imparino da noi: Alassio è e promuove turismo. Alassio… Scusa… Sto scherzando. Nessun sogno, nessun eroe dei fumetti, nessun bagno, nessuna risata. Questa è solo fantasia che trasforma la realtà: una realtà triste, deprimente e vergognosa. So di non sapere niente ma ho come la sensazione che l’attuale dirigenza politica alassina sia furba ma mediocre. Molto mediocre. Dimetter- Profumi e balocchi Sono indignato per il trattamento riservato al mio sindaco Megagalattico, e voglio spezzare una lancia (magari coupè) in suo favore. Infatti in un diffusissimo quotidiano nazionale, un giornalista vicino a “Italia un po’ per uno in braccio alla mamma” si è permesso di scrivere le seguenti espressioni che citiamo pedissequamente: “Andate è una delle perle della riviera lacustre, ha storia di qualità turistica ed architettonica, è stata una delle culle dell’ambientalismo italiano, ma oggi è uno dei comuni governato da uno dei sindaci più criticati (il che non gli ha impedito di essere rieletto con una sorta di plebiscito) per la sua benevolenza nei confronti del cemento e dei costruttori”. Fine della citazione. Ripeto che mi sono indignato molto per queste affermazioni, ma poi ho pensato che il mio Sindaco stesso mi direbbe: «Ma figurati! Se io me la dovessi prendere per ogni giornale che mi critica, allora, come direbbero i nostri nonni, la spesa per la crusca sarebbe superiore al guadagno prodotto dal mulo». E continuerebbe: «La popolarità io me la guadagno con le mie dichiarazioni pubbliche!» Molte delle quali, caro Sindaco, sono state recentemente un po’ affrettate. Come quando, in un convegno dei gestori di bar di Andate, hai dichiarato che nel prossimo futuro tutti i bar potranno avere i dehors davanti, occupando lo spazio che finora era destinato a parcheggio auto. Ed allora io ho pensato che il mio primo cittadino, con una frase sola, si procacciava i voti delle cento famiglie dei baristi andatini, e perdeva contemporaneamente quelli delle mille famiglie dei negozianti, ai quali fa piacere che i turisti che vengono nei loro negozi trovino agevolmente il parcheggio senza essere costretti, ogni volta, a comprarsi un box da centomila euro. Ma tutto questo era già stato previsto dall’antico proverbio: “Non si può soffiare e sorbire contemporaneamente!” Invece uno scoop meraviglioso che vi posso offrire in anteprima è il seguente: La prossima cerimonia di consegna degli Oscar cinematografici non si svolgerà nel Palazzo del Cinema di Los Angeles, ma nel Salone Convegni del Piccolo Albergo di Andate, che per l’occasione sarà inaugurato, aperto provvisoriamente al pubblico, e poi subito chiuso per ospitare appunto la prestigiosa manifestazione, che vedrà la presenza di seicento reti televisive, 380 delle quali di proprietà del nostro premier. Ed allora mi sento di dare, con tutto il cuore un suggerimento al mio amato Sindaco: è questa l’occasione per dare una ripulita generale alla città e per riportare al loro antico splendore il verde urbano, i giardini, le aiuole, le piante e i fiori, che, a detta di moltissimi turisti, sono veramente ad un livello inferiore a quello delle città vicine e concorrenti. “Nel tratto di riviera la- si? Sarebbe un sussulto di dignità quindi non lo faranno. Ma una soluzione c’è e si chiama giovani, idee nuove, voglia di mettersi in gioco e rispetto per Alassio. Un altro corso è possibile. Bisogna crederci e dargli una possibilità: sarà inesperto e commetterà i suoi sbagli, ma agirà in buona fede e con il cuore. E avrà voglia di ascoltare, imparare e coinvolgere. E i furbi non rideranno più. SOLENNE PROCESSIONE AL BORGO COSCIA Andrea Pellegrini Nozze di Diamante in Alassio L’ÜRTIMU ARASCIN La Madonna del Soccorso occupa una parte importante nella devozione mariana della città e i frati cappuccini hanno sempre saputo darle quella solennità che meritano i santi strettamente legati alla storia della comunità alassina. Domenica 13 settembre, alle ore 21.00, usciva dalla chiesa dei frati la statua della Madonna sostenuta da otto robusti giovani tra un’ala di folla raccolta in preghiera. La banda cittadina con inni religiosi iniziava il lungo, interminabile corteo lungo le vie cittadine. Numerosi curiosi dai marciapiedi si fermavano ad osservare e a recitare una devozione. Soprattutto attraverso il budello si poteva notare un tipo di partecipazione tradizionale, ma troppo spesso dimenticato: agli angoli delle viuzze i fedeli del quartiere avevano allestito custre compreso fra Lo Didietro e San Romolo – mi dicono – non c’è un paese “tenuto male” come Andate, dal punto di vista della cura del verde cittadino”. Mentre io so che molte città a vocazione turistica, come, ad esempio la ligure Alassio hanno saputo salvare il verde collinare non permettendo alcuna costruzione sulla collina stessa, e contemporaneamente hanno conservato finora tutte le piante e gli alberi cresciuti nel tessuto cittadino. Ecco perché, lo confesso, io sono invidioso di voi, felici cittadini di Alassio, perla della Riviera Ligure. Quando scendo dal treno, ed esco dalla stazione di Alassio, vengono incontro ai miei occhi estasiati i giardini che collegano la via Aurelia al Muretto, tutti cosparsi di bellissimi fiori continuamente rinnovati, che nessuno porta via e che sono curati, come i prati circostanti, come le aiuole di Piazza Partigiani, come le piccole, ma significative e pulitissime aiuole di via S. G. Bosco, come tutto il verde della Passeggiata a mare di Ponente, in una maniera amorevole da decine e decine di giardinieri, a ciò preposti. Allora faccio un lungo respiro e mi dico: “Addio, Andate! Sono finalmente arrivato ad Alassio, città del verde, dei fiori, delle strade pulite e degli effluvi che da ogni angolo, attraverso le nari, ti giungono al cuore!” Luca Caravella altarini adorni di fiori o addobbato statuette della Vergine circondate da candele. Era uno spettacolo religioso di luci e di colori, di canti e di preghiere, di suoni e di armonie, che rendevano sempre più solenne la manifestazione di fede, che si stava svolgendo all’esterno dell’edificio sacro, della chiesa parrocchiale. L’impegno pastorale di frate Remo, di padre Walter e di padre Tommaso ha trovato una risposta di grande fede nella popolazione del borgo e della città attraverso la partecipazione forte e profonda alle loro proposte religiose in onore della Madonna del Soccorso, Madre di un popolo continuamente sottoposto ai rischi e ai pericoli della navigazione marittima. Giovanni Puerari E semmu cumme pesci in te ’n laghettu c’u ven giurnu pé giurnu prusciügau, semmu merce inveggiò ciancianinettu c’a nu l’ha ciü u so’ postu, in sciu mercau; DONNA u passau l’ammu messu, cu-u dialettu, in te ’n recantu scüru, ammu lasciau c’u nu ghe fusse mancu ciü in matettu c’u fesse i stessi zögghi che ammu fau... Cuscì, drent’a-a memoria u scumparisce u sènsu du paise, e pé ’stu versu u se cancella tüttu, fin che a-a fin u resta quellu c’u nu se capisce, e cose ch’i te fan sèntì diversu, l’ürtimu pesciu... l’ürtimu arascin. Antonio Boscione L’ULTIMO ALASSINO Siam come pesci dentro ad un laghetto / che vien, giorno per giorno, prosciugato; / siamo merce invecchiata, piano piano, / che non ha più un suo posto sul mercato; / il passato l’abbiam messo, col dialetto, / in un angolo buio, abbiam lasciato / che non vi fosse manco più un bambino / a far gli stessi giochi che noi abbiam fatto.. / E dentro alla memoria ecco scompare / il senso del paese, e in questo modo / si cancella tutto, fin che infine / rimane quello che non si capisce, / le cose che ti fan sentir diverso / come l’ultimo pesce… l’ultimo alassino. Questa foto è stata scattata il 15 ottobre 1959 a Piovà Massaia d’Asti, (terra del Cardinale Massaia e di San Giovanni Bosco) ricorda le nozze del nostro Socio Santino Bruno Pezzuolo con Delfina Ferrero, in una mattinata di limpido sole. Accanto agli sposi i rispettivi padri: Virginio e Cleto. Ora gli “sposi” prossimi agli anni novanta e ottantrè, festeggiano la sessantesima ricorrenza con le figlie Marinella e Patrizia, i generi, i nipoti Mirco, Silvia e Daniele e parenti tutti. L’Associazione Vecchia Alassio unendosi all’unanime coro di congratulazioni, si felicita con i coniugi Bruno e Delfina augurando loro ancora molti anni di vita felice. Dolce compagna della vita e anche fiera antagonista, a volte paradiso, a volte inferno. Pronta a passare dall’avversione più profonda alla più dolce delle carezze La sua lingua tagliente ti procura ferite che poi ricuce con la sua stessa mano. Donna! Un cielo azzurro, che per un nonnulla si ricopre di nubi tempestose, pronta ad ogni sacrificio, ma non a farsi pestare i piedi L’uomo, dalla sua, ha i muscoli, la forza bruta, la donna ha la furbizia, l’intuito, la seduzione Di fronte a queste armi io mi arrendo e alla donna, amante, madre o sposa qual segno mio di stima regalerò una rosa. Giancarlo Belloni 4 «L’ALASSINO» Lettere del pubblico Scusate se insisto! …insisto perché evidentemente le mie lamentele espresse nel precedente articolo pubblicato sul numero 8 de “L’Alassino” del mese di agosto 2009 “Dateci un’alternativa” sono state fraintese, visti anche i commenti espressi in merito da questa redazione. Con la mia protesta non intendevo assolutamente pretendere di ottenere in qualche permesso di infrangere la legge: tutt’altro! Alla luce degli ultimi avvenimenti che mi sono sfortunatamente accaduti eccomi di nuovo qui... Nei giorni scorsi a causa della momentanea disattenzione di un’ automobilista, sono stata vittima di un piccolo incidente con la mia due ruote: il caso ha voluto che scendendo dalla sua auto l’automobilista in questione urtasse con la portiera del suo mezzo la mia bicicletta sbilanciata e facendomi cadere a terra mentre procedevo lungo via Dante nel corretto senso di marcia. Per fortuna la bassa velocità alla quale viaggiavo mi ha permesso, più che cadere di "appoggiarmi" a terra. Tuttavia a titolo precauzionale soprattutto per i miei bambini, ho optato per una gita al pronto soccorso con l’ambulanza, e tutto si è risolto per il meglio. La curiosità però mi ha portato ad indagare tramite internet sul sito del Comune di Alassio alla ricerca di qualche chiaro riferimento alle zone ciclabili della città, per poter ridurre i rischi e continuare a pedalare con maggior sicurezza: esperimento fallito! Tanto per passare il tempo ho provato ad inserire su Google le parole chiave Alassio in bicicletta e mi sono apparse, per cominciare, pagine e pagine pubblicitarie di alberghi che offrono fra i loro servizi la possibilità per i loro clienti di usufruire di biciclette per visitare meglio questa cittadina definita “a misura d’uomo e a misura di bicicletta”. Il Comune stesso promuove l’uso della bicicletta grazie a manifestazioni come “Alassio Bimbimbici” svoltasi in primavera e patrocinata dall’ assessorato al turismo, rivolta ai bambini da zero a dodici anni:... un’iniziativa che ha l’obiettivo di promuovere l’utilizzo della bicicletta...la due ruote oltre ad offrire un’occasione di gioco per i bambini rappresenta un modo di pensare agli spostamenti quotidiani rispettoso dell’ambiente. “... a rischio della vita, aggiungerei! Sarei per altro curiosa di sapere percorrendo quali strade in quell’occasione la carovana di piccoli ciclisti si sia trasferita dal punto di ritrovo in Piazza Partigiani al Porto dove veniva appositamente organizzato un divertente percorso a gìmkana” tutelando la sicurezza dei bambini e senza incorrere in infrazioni! Ancora: opinioni personali pubblicate in rete da villeggianti entusiasti di poter evadere il caotico traffico delle città per poter godere delle bellezze di Alassio anche nei mesi di minore affluenza turistica: «Alassio è elegante, raffinata, molto adatta ad un turismo familiare. Tutta in piano è facilmente percorribile in bicicletta...”. Arrivo al punto: oltre a tutto questo chiacchierando con un’amica residente all’estero che mi ha confermato che nella sua città, essendo presenti numerose piste ciclabili, il rischio di incidenti è notevolmente ridotto, continuo a non capire perché in una località turistica come la nostra, predisposta per sviluppo urbano all’utilizzo della bicicletta sia privilegiato invece il caotico ed inquinante traffico automobilistico… l’unica cosa che mi viene in mente è che per l’amministrazione comunale l’interesse economico sia sempre, inesorabilmente una priorità assoluta a discapito del cittadino. A. L. Venerdì 16 Ottobre 2009 riceviamo e pubblichiamo (le lettere anonime non vengono pubblicate) TARSU 2009 Riceviamo e pubblichiamo Al sig. Sindaco del comune di ALASSIO Arch. Marco Melgrati FAX 0182660837 e p.c. Redazione de L’Alassino A.V.A. FAX 0182643937 Egregio sig. Sindaco Ho ricevuto l’avviso di pagamento relativo alla TARSU 2009 e credo doveroso sottoporre alla Sua attenzione le seguenti considerazioni: 1) Dal 2001 al 2009 l’importo addebitatomi per la tassa sulla raccolta dei rifiuti è passato: • per l’alloggio in cui risiedo (a Legnano) di mq. 130, da € 204,00 ad € 215,00 (con incremento del 5,39%) • per l’alloggio di Alassio di mq. 111, da € 240,00 ad € 353,00 (con incremento del 47%, di cui circa il 30% nel 2009; con riferimento al 2008 l’incremento è comunque superiore al 25%); 2) La città in cui risiedo lascia certamente a desiderare quanto a pulizia, ed anche il servizio di spalatura neve non è dei migliori nel complesso tuttavia può meritare un giudizio di sufficienza. La raccolta differenziata (svolta a porta a porta) prevede anche la possibilità di conferire determinati rifiuti in appositi centri. Ad Alassio invece la sporcizia regna sovrana; i punti di conferimento rifiuti sono impraticabili per il luridume ed il fetore; i contenitori per plastica e vetro sono spesso inutilizzabili (vedasi quello per la plastica in via Roma all’altezza dell’hotel Villa Igea) e quasi sempre indecorosi (in che anno sono stati acquistati e dove sono stati utilizzati prima che ad Alassio?) 3) La maleducazione di trop- pi turisti (e credo anche di alcuni residenti) non può essere addotta a giustificazione di tale stato di degrado. Quando ancora il servizio di raccolta dei rifiuti si svolgeva a mezzo di addetti che li ritiravano alla porta dell’alloggio (venivano cioè al piano a ritirare la spazzatura) chi svolgeva il servizio trovava anche il tempo non solo per lasciare pulito dove prelevava i rifiuti, ma provvedeva anche alla pulizia di strade e marciapiedi. Ad esempio, la passeggiata Ciccione veniva lavata OGNI MATTINA (quanto meno durante l’estate), ed il viale delle Palme meritava di essere considerato fra I più belli del mondo. Oggi la passeggiata Ciccione, ammesso che venga lavata, non lo è MAI nei mesi di Luglio e di Agosto, ed il viale delle Palme è divenuto un maleodorante deposito di escrementi non solamente di cani e gatti. Fatte queste considerazioni, aggiungo che so che è principio giuridico accettato che “ubi comoda ibi incomoda”; se valesse anche l’inverso io, che ho l’incomodo di pagare, vorrei anche avere il vantaggio di sapere in base a quale logica si è operato l’incremento sopra segnalato (e lamentato) della TARSU. Personalmente sono certo che si potrebbe ottenere molto di più con molto meno; spero comunque, oltre che in una risposta, di poter vedere un rilevante miglioramento nel servizio e nella pulizia, miglioramento doveroso anche indipendentemente dall’incremento citato. Cordialmente Stefano Benetti “Arredo urbano”: arredo? Da qualche anno fanno bella “mostra” di sé degli ulivi (alberi a lenta crescita) ai lati della Via Don G.Boselli. Sulla parte destra sono quasi invisibili, in quanto non superano i tetti delle macchine parcheggiate, dall’altro lato crescono a mò di arbusto, in entrambi i lati gli ulivi sono invasi dalla cocciniglia (già dal primo anno). Le griglie da dove spuntano sono ricettacolo di rumenta che rimane intrap- polata e non si smuove neppure nelle giornate di forte vento (quello che a costo zero fa pulizia nelle strade). Dare la colpa ai turisti è la via più semplice per lavarsene le mani, ma è proprio così? Sono gli unici responsabili? Allora si prevede una città linda nel prossimo futuro, perché (a occhio e croce) di turisti ce ne sono sempre meno. L. M. Nostalgia Leggo sempre volentieri su L’Alassino i pensieri dei nostalgici che, come me, tornerebbero volentieri indietro nel tempo, non solo per essere più giovani, ma per rigustare le piacevoli atmosfere dei “recanti”. Erano luoghi speciali dove regnava una genuina amicizia, la serenità, la voglia di stare insieme e respirare “l’arzì” del mare. Capisco così che siamo ancora in tanti a rimpiangere quel passato perduto: Allora, non avremmo mai potuto immaginare che la modernità così decantata ci avrebbe tolto tanto benessere. Gli Alassini e tant’altra gente all’antica sanno però ancora sognare. Non c’è una massima che dice: «chi lascia la vecchia per la nuova, male si trova»? Chi di noi durante il corso della vita non ha avuto ina disavventura ed ha saputo sempre ricominciare da capo? Fernanda WC pubblici: giuste critiche dagli stranieri In Piazza Paccini (ex ospedale) c’è l’indicazione “WC PUBBLICI” che funzionano, anzi funzionavano bene (buona pulizia, presenza di carta igienica). Senonché dal 1° settembre sono stati chiusi suscitando fra l’altro le giuste critiche dei turisti (francesi, tedeschi e svedesi, come ho potuto constatare). Non è il caso di riaprirli almeno fino al 15 ottobre (e meglio se oltre)? Jascha Antonmardù Roma – Brno Vincere… perdere Vincere, perdere; perdere vincere quanta importanza dà la società a queste due parole; è senza dubbio ambita la parola vincere pare che sia molto desiderata. Mi colpiva il fatto, letto sui libri di storia che il capo o generale che fosse, vincitore dopo una battaglia seppur cruenta in alcune occasioni facesse sfilare il “nemico” concedendogli l’onore delle armi,e schierandosi rispettosamente concedeva questo privilegio a chi con coraggio e umiltà,provava a vincere una battaglia con i suoi ideali che ad essa molte volte erano collegati, e molte volte con forze impari. La grandezza dell’uomo si manifesta con l’umiltà e la generosità che si concede a colui che non ha potuto raggiungere il suo obiettivo. In lingua Francese l’espressione “La grandeur de l’homme” crea forse più enfasi al pensiero e a quanto voglio dire. Continuare ad elencare successi e gradimenti può essere qualche volta il risultato di una situazione favorevole. Venire incontro a chi è perdente rappresenta il modo più sublime di esprimere la grandezza interiore dell’individuo. Sono queste le manifestazio- ni che vengono sempre ricordate ai posteri, l’essere magnanimi comprensivi, senza esplicare superiorità di nessun tipo è questo il fascino che esercita l’uomo nei confronti dei suoi simili. L’umiltà di Gesù venuto sulla terra con le sue predicazioni è quanto di più semplice e sublime si possa esercitare al cospetto degli uomini, lui non dichiara mai che l’uomo può essere vincente o perdente non è questa la strategia che può accumunare lo stare insieme tra persone. Il voler sempre primeggiare e porre sempre un divario più ampio verso coloro che non hanno questo privilegio non produce nessuna peculiarità umana, al contrario crea astio e qualche volta un senso di vergogna dignitosa. Molti sono gli esempi che la storia e la letteratura ci tramanda, e questi non sfuggono a coloro che fanno della dignità di pensiero una ragione di vita. Vincere o perdere non è nulla davanti alla strategia del tempo,nostro giudice inesorabile, che ribalta o annulla chi si è sempre considerato agli occhi degli uomini un vincente nato. Leonardo Nappi In merito alle lettere inviate alla redazione, con richiesta di pubblicazione, si precisa che devono essere firmate con nome e cognome (leggibile) ed il firmatario deve poter essere identificato. È facoltà dello stesso richiedere l’anonimato in caso di pubblicazione. Professori o Maestri? Mi hanno suggerito di leggere una poesia di Victor Hugo intitolata “Il rospo” nella traduzione di Giovanni Pascoli che suggerisco di leggere anche a voi (la trovate su internet); tratta di un povero rospo seviziato da diverse persone e da bambini, che trova unico essere, caritatevole e pietoso un asino vecchio e acciaccato e bastonato dal padrone mentre tira un carretto. Il poeta termina il racconto con questi versi: “allor nel cielo azzurro... intesero i fanciulli. Uno che disse – siate buoni o figli –”. Recita un vecchio adagio latino “non studiamo per la scuola ma per la vita”; mi domando quanto questa massima sia intesa da studenti e insegnanti! Molti ragazzi studiano quel tanto che basta per superare un interrogatorio o un esame; molti insegnanti si limitano al puro nozionismo senza curare la formazione dell’individuo loro affidato. Ci sono numerose poesie simili a quella Hughiana del “Rospo”, come ad esempio “I due fanciulli” del Pascoli, che meriterebbero ampie riflessioni e dibattiti, ove il professore di cattedra deve veramente diventare “Maestro” di vita e far maturare l’inesperienza giovanile; ci sono racconti, poesie, libri (lo stesso “Pinocchio” di Collodi ad esempio che non è un racconto fumetto da cui trarre un film qualunque) che l’insegnante deve assimilare e approfondire per far breccia nei cuori e influire sulla sana educazione dei ragazzi. Libri che purtroppo passano di moda e sono sottovalutati (chi ricorda più “Il cuore” di De Amicis?). A scuola lo studio della Storia non deve consistere nello imparare date e nomi di battaglie a memoria ma essere ricerca delle cause e degli effetti delle azioni dal passato al futuro; certi autori classici non devono essere studiati solo per la loro bella prosa o per le costruzioni letterarie e grammaticali ma per la profonda filosofia e saggezza delle loro parole: ho ricordi indelebili delle satire Oraziane, delle favole di Fedro, di Seneca e tanti altri ancora, oggi dopo sessant’anni... e ciò grazie ai Maestri di allora e cito tra i tanti Don Piccagli, don Motroni, don Muscinelli salesiani del liceo Don Bosco di Alassio... La scuola deve forgiare il carattere in quei giovani che domani saranno la guida del mondo per cui sorge la domanda: gli insegnanti professori che scendono nelle piazze con gli studenti per manifestazioni politiche che fanno assemblee e comizi che nulla hanno a che fare con la serietà dell’insegnamento quale esempio danno? Essi sono responsabili di aver abbandonato il loro ruolo di “Maestro” e aver generato una diffusa e inquietante amoralità, superficialità dei giovani che degenera sino al rifiuto della famiglia e della società multietnica in cui viviamo; con le conseguenze che leggiamo sui giornali con disgusto tanto da farci sentire nelle condizioni di quel “rospo” descritto da Hugo. Ma se la scuola riesce a far sentire la voce di quell’UNO che dice “siate buoni o figli” allora ha raggiunto il suo scopo. Silvio Viglietti Ringraziamento Desidero ringraziare dalle colonne de “L’Alassino” il sig. L. Nappi che ha scritto e pubblicato una poesia nella quale loda la mia attività nel sociale. Devo dire che la cosa mi ha commosso anche se non penso di meritare tutti questi elogi. Come privata cittadina sono sempre stata convinta che ogni individuo non vive isolato in un suo mondo, ma fa parte di una comunità nella quale si deve integrare positivamente. Non per niente si afferma da varie parti che il volontariato è la risorsa in più di ogni nazione moderna. Come responsabile locale di una agenzia commerciale ritengo, confortata dall’iniziativa del comm. Rinaldo Muratore titolare della stessa agenzia, che sbagliano coloro che pensano che chi commercia e lavora in un determinato luogo non debba distribuire una parte delle sue risorse con lo scopo di rendere migliore e più vivibile la realtà in cui opera. È per questo che penso di non meritare gli elogi del sig. Nappi, avendo io fatto il minimo di quello che avrei voluto fare. Lo ringrazio comunque per la sua gentilezza e amicizia. Margherita Mantica Invito del WWF di Savona Il WWF Savona invita i Comuni della Provincia a piantare un Albero per ogni neonato residente, in ottemperanza alle normative vigenti. In una regione a vocazione turistica come la Liguria, è ancora più importante osservare la Legge Nazionale del 29 gennaio 1992 n. 113 e la Legge Regionale n. 33 del 5 luglio 1994 che prevedono l’obbligo per il Comune di residenza di porre a dimora un albero per ogni neonato, a seguito della registrazione anagrafica. In attuazione degli indirizzi definiti del Piano Forestale Nazionale, i Comuni provvedono, entro dodici mesi dalla registrazione anagrafica di ogni neonato residente, a porre a dimora un albero nel territorio comunale. L’ufficio anagrafico comunale registra sul certificato di nascita, entro quindici mesi dall’iscrizione anagrafica, il luogo esatto dove tale albero è stato piantato. Il WWF Savona ha inviato una comunicazione ai comuni della Provincia per verificare se ogni amministrazione ha ottemperato agli obblighi di legge. WWF Savona Il Delegato alla Tutela del Patrimonio Arboreo Stefano Gatti Il Presidente Anna Maria Fedi Il Presidente Sezione Regionale Marco Piombo Venerdì 16 Ottobre 2009 Due righe sul Convegno organizzato a fine settembre alla Biblioteca comunale da “Italia Nostra” sul tema: Difesa del Paesaggio Innanzitutto un apprezzamento ai dotti Interventi sulla irrisolta problematica del paesaggio: interventi mirati che ci hanno detto della storia e della attuale situazione in peius vertendo del nostro habitat, constatazioni – ahinoi! – sotto l’occhio di tutti, che andrebbero tuttavia più che narrate e discusse affrontate senza indugio mediante la forza della Legge. Conosciamo la provenienza dell’abusivismo e ne constatiamo i danni ambientali e paesaggistici che ci infligge in continuazione a dispetto di ogni regolamento, irridendo per sopra mercato alle leggi e a tutti coloro che vorrebbero farle rispettare. Quindi per noi oramai sono inutili sia i “belli escursus” storici sia le lamentazioni. I Comuni se la ridono e fingendo interventi di là da venire continuano a fare i pesci in barile quando non le vittime addirittura, ovviamente gabbando la massa dei tapini contribuenti che finanziano quegli stessi uffici preposti-a loro garanzia difesa e tutela. E noi continuiamo a parlare mentre si autorizzano costruzioni di box, di garages sotto le piazze prospicienti il mare, sotto i giardini dei conventi riducendo belle prospettive, con palme e agrumeti, a fotocopie di orridi stabilimenti penali con grate e cancelli in tutto simili ai penitenziari di Alcatraz! Prode erbose ,alberate di ulivi centenari, trasformate in grigi muraglioni di difesa medioevali!... Esistono da tempo precisi regolamenti e i cittadini pagano le tasse – e non son poche! – per non vedere scempi paesaggistici urbani e collinari! La magistratura deve, ha il dovere di intervenire e tempestivamente, non come sino a oggi dopo 10 o 20 anni o addirittura mai!!! I Comuni lasciano fare aspettando tranquilli proteste e denunce nella certezza che gli opponenti nulla potranno per colpire la loro responsabilità trincerati dietro la colpevole indifferenza della legge. “Fate causa agli abusivi! Fate causa al Comune!” ripetono sapendo in tutta quiete che assai difficilmente i privati opponenti avranno forza e denaro e tempo per vedere sortire esito positivo alle loro sacrosante istanze. Nonostante leggi in vigore dal 1977 leggi con precisi riferimenti all’ambiente, la magistratura nicchia, si dice incompetente a decidere, addirittura rimanda al Consiglio di Stato! Vale citare a tale riguardo un fatto a dir poco vergognoso di una superfetazione abusiva documentata dall’intervento dei Vigili del Comune in data agosto 1985, più e più volte denunciata al Comune e poi alla Procura della Repubblica, che alla distanza di ben 24 anni (!) è ancora da risolvere. Ed anzi, il Comune, nonostante la fiera opposizione dei contestanti, ha concesso al signor Abusivo (pure flagrante colpevole di falsa testimonianza!) - il condono! È indispensabile - che una associazione come Italia Nostra riunisca regionalmente Comitati in grado di imporre immediato intervento per il ripristino delle legalità in sede urbanistica ed ambientale. Le denunce ai Sindaci, alle Procure lasciano il tempo che trovano, la scure della Legge deve cadere sul collo degli abusivi di tutti gli abusivi anche quelli stessi comunali – illico et immediate – senza remore e senza indugi. Si indicano Conferenze, Incontri, solo per istituire Comitati di esperti in grado di far mettere in atto Leggi che esistono da tempo e che da tempo vengono disattese Il disastro ambientale occorso di recente a Messina ove mai ve ne fosse bisogno, è l’ultimo esempio della colpevole ignavia di tutti coloro che preposti a fare rispettare leggi e regolamentazioni sono in tutt’altre faccende affaccendati. Evidentemente. F.G. NUOVO PROGRAMMA GESCO SPA Il successo del libro “Segreti di cucina” realizzato dai partecipanti del Centro Ricreativo per Anziani “Argento Vivo”, dove sono state pubblicate ricette e segreti di alcune prelibatezze liguri, ha tracciato il nuovo programma che la GESCO SPA in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Sociali ha stilato per la prossima stagione per gli iscritti del Centro ricreativo e per tutti gli utenti dei corsi della terza età in palestra e in piscina. Il 12 ottobre inizieranno le attività in palestra ed in piscina con le modalità di iscrizioni e di orari invariati: i corsi sono seguiti da personale specializzato e prevedono al termine la festa di fine corso al Palazzetto e la gara sociale in piscina. A metà ottobre inizia il 4 ° ciclo degli “Incontri salutari” che ha visto una notevole partecipazione nella passata edizione: il programma di quest’anno prevede gli incontri con un ortopedico, un ginecologo, un oculista, un dermatologo e un cardiologo. Avranno cadenza mensile e saranno organizzati in alcun i bar della città con la formula collaudata consueta così da favorire momenti di incontro e di svago. Nel centro ricreativo, oltre le normali attività svolte (dai tornei di carte, all’ascolto del- 5 «L'ALASSINO» la musica, dai laboratori di ikebana alle lezioni di computer) il programma prevede una gita di mezza giornata dove si visiteranno musei, mostre, paesini caratteristici dell’entroterra ligure, pomeriggi danzanti e feste a tema: inoltre, dopo essersi cimentati nella stesura del libro di ricette, gli iscritti potranno mettere insieme i loro ricordi, riflessioni per una nuova pubblicazione che ha già un titolo “la mia Alassio”. Nel mese di ottobre inizierà anche la serie di gite di un giorno che coinvolge ormai da anni molti dei partecipanti le attività motorie della palestra e della piscina. Le prima gita si effettuerà in Francia alla scoperta della Provenza, e a novembre è in programma un’opera al Carlo Felice. Le informazioni di tutte le attività e il calendario completo si possono trovare direttamente presso la segreteria della Piscina di Alassio, al Centro ricreativo “Argento Vivo” a partire dal 1° di ottobre. Come sempre rinnoviamo i ringraziamenti alla redazione dell’Alassino” per la sua costante e proficua collaborazione nel promuovere e dare risalto alle varie attività svolte durante l’anno. Vi aspettiamo! GESCO SPA Rubrichetta mensile - Un ricordo per... SI PARTE PER UNA GITA A… GARLENDA – ANNO 1932 In piedi: CANDIDO BAVERA e Tommaso Sciandra – In macchina Signora Gina Rocca, Signor Edoardo Rocca e Rosa Bavera , e altri turisti - l’autista è il Signor Gandolfo. ANCHE SE NON È ANCORA INCONTRI CON L’AUTORE NOVEMBRE… Rita Zanchi: “Le contraddizioni del cuore” Sono tra quelli che una volta al mese salgono a portare due fiori ai loro Cari e a dire Loro che in famiglia li ricordiamo sempre con affetto. Il Camposanto di Alassio austero come deve essere sembra quasi addormentato, sdraiato a lato di una verde collina ai piedi della quale scorre timido e silenzioso un filo d’acqua pura di fonte che scende dalla parte del Colletto di Moglio. Di solito, ultimata la visita ai Miei, sotto lo sguardo degli imponenti cipressi, tra il profumo intenso dei fiori e seguito dalla petulante curiosità di un merlo solitario, mi aggiro per un po’ tra i marmi vecchi di anni, o fra i tumuli recenti curiosando. E così rivedo i volti di amici, di conoscenti, di compagni di scuola, di giochi... “Toh! quello non sapevo che fosse morto!” e mi pare risentire le loro voci ed è allora che il cuore mi si riempie di sgomento!... su qualche lapide poi mi attardo ad osservare, a leggere nomi e... titoli, titoli appartenuti al defunto in vita! e mi domando se lauree, cavalierati, blasoni e quant’altro siano utili a rendere uno più accetto di un altro al cospetto di Dio: quassù l’uguaglianza è d’obbligo! Assai spesso a causa della pioggia e di altri eventi meteorologici i colori stingono, si mischiano, e le scritte, anche quelle di metallo si piegano, qualche lettera cade e le scritte diventano illeggibili e i marmi di sostegno si incrinano, si spaccano e cadono giù. Allora titoli e benemerenze si confondono tra di loro ed è difficile, problematico, quasi impossibile attribuire il giusto titolo all’autentico... titolato! Il pomeriggio passa veloce ora che il sole, quando c’è, tramonta prima. E ancora una volta convengo con piacere che gli Alassini non dimenticano e rispettano i loro morti. Ne fanno fede le tombe curate a dovere, infiorate, lustrate con assidua premura dalla gente che quotidianamente sale al Camposanto. Prima che l’addetto annunci col suono della campanella la chiusura dei cancelli debbo affrettare il passo. Il buio che scende lentamente dalla “Guardia” dilaga mentre il silenzio è calato all’improvviso. Il merlo zittisce rintanato chissà dove. Ora si sente più distinto lo scorrere di quel filo d’acqua pura di fonte che scende dalla montagna. vincenzo moirano CAMPANARI A LAIGUEGLIA (segue dalla prima pagina) bre u.s. è stata una conferma, per chi aveva già apprezzato l’anno scorso il concerto, ma per i numerosi turisti, che ancora gremivano la spiaggia e la passeggiata, è stata una graditissima sorpresa. Anche quest’anno la famosa ditta Trebino di Uscio (Ge) ha curato l’allestimento, 12 campane su di un camion attrezzato; presentatore e “campanaro” il Signor Valerio Ruggiero. Numerosi sono stati i pezzi suonati da Giovanni Parodi, (Ge-Pra); Michele Mantero (Ge-Pegli); Riccardo Frio (Rivarolo); Simone Dettori (Genova); Angelo Ferrari (Ge-Bolzaneto) decano dei campanari Liguri, e Riccardo Cambisi (Bigio) il più giovane, 13 anni. Sono state suonate musiche sacre e profane, (valzer e mazurche) anche a quattro mani. Il concerto si è concluso con la musica di “Ma se ghe pensu”, sottolineata da numerosi applausi. Chi desidera ulteriori informazioni e contatti: www.genovacarillon.com [email protected] c.c. Ed. Ennepilibri «Scrittrice “nuova”, viene da Bergamo, sposata con tre figli» Così il professor Franco Gallea ha presentato l’ospite il 19 settembre scorso nell’Auditorium della Biblioteca civica “Renzo Deaglio. Lei parla di sé stessa: «Faccio parte di una corale di un certo prestigio e ho la passione per la bicicletta “mountain bike”, ho partecipato a qualche corsa. Possiedo una casa ad Andora. Ho cominciato come scrittrice scrivendo fiabe per mia figlia, poi ho collaborato con un mensile per giovani». Gallea parla del libro: «Romanzo “privato” in contrasto col romanzo storico che attualmente viene privilegiato. La vicenda si svolge a Pavia: una famiglia borghese, lei si chiama Viola, impiegata, fa parte di una compagnia teatrale, provocando dissapori col marito ingegnere, dal carattere mutevole; hanno due figli. Viola a un certo punto si innamora di un attore, affascinante, che sconvolge la sua vita... Romanzo psicologico, indirettamente sociale, con molti personaggi e situazioni; assai originale è l’impostazione». Zanchi (in risposta alle sollecitazioni di Gallea): «Il punto centrale del libro è la crisi di una coppia dopo 25 anni di matrimonio. Per Viola è una rivalsa sul carattere del marito, non violento ma persecutore. Il libro ha un finale aperto perché avevo previsto un romanzo più lungo, poi ho deciso di dividere la vicenda in due parti, questo libro avrà un seguito. Il mondo borghese è un po’ fatuo, falso: lo conosco, così lo descrivo con tutti i suoi difetti». Ca. Bl. MADONNA DELLE GRAZIE 8 settembre La statua della Madonna Bambina, martedì 8 settembre alle ore 17.00, veniva portata solennemente in processione in regione Castello, mentre un folto gruppo di fedeli seguiva in raccoglimento e preghiera e la Confraternita di Santa Caterina arricchiva la manifestazione con una presenza attiva e devota. Attraversato il borgo, lungo la via centrale la folta teoria di persone si fermava presso l’edicola che racchiude l’immagine della Madonna e qui un breve pensiero di mons. Angelo De Canis ricordava il significato della solennità. Il rientro nella chiesetta per il rito sacro era salutato dai canti di una parte della Cappella Musicale ed anche dal bellissimo quadro che domina l’abside dietro l’altare maggiore e che rappresenta la nascita di Maria. La festa si concludeva sulla piazzetta del borgo accanto alla chiesa in un clima di gioiosa fraternità, di scambi di idee e soprattutto nella chiassosa degustazione di un piacevole rinfresco preparato dalla sig.ra Marilena e dagli abitanti del luogo. Le celebrazioni in onore di Maria Bambina al Castello, grazie anche alle iniziative di monsignore, di anno in anno acquistano quella solennità, che ricorda la grande partecipazione degli abitanti della frazione alla vita spirituale della chiesa cittadina. G.P. 6 «L'ALASSINO» Venerdì 16 Ottobre 2009 TITOLAZIONE DEL BELVEDERE DI SANTA CROCE A PREMI FEDELTÀ AD ALASSIO FLORENCE NIGHTINGALE: LA SIGNORA DELLA LAMPADA Domenica 20 settembre si è svolta la cerimonia di Intitolazione del Belvedere a Florence Nightingale con la benedizione della piastrella commemorativa preceduta dalla Santa Messa celebrata da Monsignor Angelo de Canis insieme a Padre Francesco. Anziché raccontarVi integralmente la giornata, rischiando di essere noiosa, ho pensato di condividere con Voi due momenti della cerimonia utilizzando una foto che ritrae buona parte degli astanti e l’altra scattata al momento della scopertura della piastrella e riportando in parte, sperando che non me voglia se non l ’ho trascritta integralmente, la predica fatta da Padre Francesco perché ritengo dia un idea abbastanza precisa dello spirito che dovrebbe animare chi fa (o si appresta a fare) volontariato. Prima però vorrei spendere due parole per spiegare che all’interno della Croce Rossa Italiana sussistono sei Componenti Volontaristiche e cioè le Infermiere Volontarie,i Volontari del Soccorso, il Comitato Femminile, i Pionieri, il Corpo Militare e i Donatori di Sangue, ognuno dei quali ha ruoli diversi ma un unico scopo, aiutare i bisognosi, illustrato benissimo da Padre Francesco a cui “cedo la parola”: “A chi la interrogava sui motivi che l’avevano indotta a impegnarsi nella riforma dell’assistenza infermieristica, Florence Nightingale rispondeva:”la rabbia”. …..Di fronte al desolante spettacolo dell’assistenza ai malati Ella si sentiva invadere da una forte reazione aggressiva che seppe però utilizzare creativamente per cambiare la situazione in meglio. …..Durante la guerra di Crimea girava di notte per le corsie dell’ospedale, sorridente ed invocata, recando in mano una lampada accesa, meritando di essere chiamata “La signora della lampada”. …..Era convinta che Dio la volesse al servizio ed alla cura degli ammalati ed indigenti …e la sua risposta è stata mettersi al servizio del prossimo ammalato. Lei che ispirò Henry Dunant, fondatore della Croce Rossa, prese ispirazione dalla fede e dall’esempio delle Suore di S. Francesco di Paola e dalle diaconesse evangeliche del rev. T. Fliender nel cui ospedale studiò da infermiera in disaccordo coi suoi che consideravano disdicevole per una signora dell’alta società esercitare un tale servizio. …Quanti di noi ritengono che il Vangelo predichi e proponga sottomissione, umiliazione e frustrazione! Non è un invito a ciò, anche nell’odierno Vangelo, la proposta ”Se uno vuole essere il primo sia l’ultimo di tutti e il ser- vitore di tutti” (Mc 9,36)? Ben altra è la lezione impartita da Cristo: se uno vuole essere il primo lo sia alla maniera di Dio, innescando cioè un circolo virtuoso di dedizione e di servizio… non sempre eclatante nelle nostre comunità cristiane. …Troppi cristiani cedono al fascino dell’essere primi nella carriera, nello sport, nella finanza, nella politica guardandosi bene dal farsi primi perché ultimi e servi di tutti. Saranno primi agli occhi del mondo non agli occhi di Dio. Osserva A. Manzoni “Se gli uomini più che a stare bene pensassero a fare il bene, si finirebbe tutti con lo stare meglio”. E in una bella lirica, R. Tagore scrive: “Dormivo e sognavo che la vita era gioia. Mi svegliai e vidi che la vita era servizio. Volli servire e vidi che la vita era gioia”. Lo testimoniano i più di 98 milioni di volontari della Croce Rossa, impegnata a soccorrere nel bisogno. Dire Croce Rossa è indicare la più importante organizzazione del mondo il cui simbolo, una croce rossa su fondo bianco - l’esatto inverso della bandiera svizzera - compare ogni volta che calamità e guerre strappano un pezzo di vita ad adulti e bambini, ad anziani ed ammalati. Una missione che deve servire a “placare tutte le sofferenze umane senza distinzione di nazionalità, di razza, di religione, di condizione sociale e di appartenenza politica”. Una missione che vede tutti impegnati a servire il prossimo nel bisogno. Lasciatemi dire: in modo divino, sull’esempio di Cristo.” Ecco io direi che non c’è nulla da aggiungere alle parole di padre Francesco se non un ringraziamento doveroso all’Ispettrice Nazionale delle Infermiere Volontarie S.lla Mila Brachetti Peretti per aver accettato il nostro invito a presenziare alla cerimonia e a fare da Madrina, alla Polizia, ai Carabinieri, al Comandante della 115 ° Squadriglia R.R. di Capo Mele, al Comandante della Capitaneria di Porto, al Comandante dei Vigili Urbani, al Cap. Rocca del Corpo Militare C.R.I e a tutte le Associazioni di Volontariato Alassine intervenute e al Sindaco, all’Assessore dott.ssa Zavaroni e a tutti i dirigenti del Comune che non solo hanno presenziato alla cerimonia ma che ci hanno consentito, con il loro indispensabile aiuto ed appoggio, di portare a buon fine questa giornata. Ed infine un grazie a Monsignor de Canis e a Padre Francesco (che spero non mi chieda i diritti d’autore). Dott.ssa Anna Musso Delegazione C.R.I. Alassio Padre Tommaso: 45 anni di apostolato Padre TOMMASO, per questo giorno di Festa, in cui tutti noi ti siamo vicini per gioire insieme a te del meraviglioso traguardo fino ad oggi raggiunto, per i tuoi 45 anni di Ministero, di Vero Matrimonio con la Chiesa e con tutti i tuoi parrocchiani e con le altre persone che a te si sono rivolte, per i 37 anni di opera di dedizione paziente, semplice, illuminata e tenace con cui hai sostenuto e indirizzato con l’aiuto del Signore quanti Lui ti ha voluto inviare qui nella nostra e tua Alassio, per tutte queste e per le altre cose, che hai fat- to in silenzio e senza mai apparire, per il bene di quanti hanno avuto la fortuna di esserti stati vicini o di averti incontrato, TI VOGLIAMO RINGRAZIARE E MANIFESTARE IL NOSTRO AFFETTO PIÙ SINCERO, CON L’AUGURIO DI POTERTI AVERE IN MEZZO A NOI PER MOLTI ANNI ANCORA E PER TUTTI QUELLI CHE IL SIGNORE CI VORRÀ DONARE. Alassio, domenica 27 settembre 2009 Loretta Zavaroni Assessore al volontariato Domenica 20 settembre u.sc. in località S. Croce di Alassio, con un suggestiva cerimonia, alla quale hanno partecipato le autorità militari, le componenti della Croce Rossa Italiana di Alassio con rappresentanti delle Delegazioni di Genova e Roma, il sindaco Arch. Marco Melgrati e l’Assessore Associazionismo e Volontariato Dott. ssa Loretta Zavaroni, lo splendido Belvedere è stato intitolato a Florence Nightingale, filantropa inglese nata a Firenze nel 1823 e morta a Londra nel 1910. Florence Nightingale fu la prima ad applicare il metodo scientifico all’assistenza infermieristica organizzando gli ospedali da campo. “Signora della Lampada” come fu chiamata da Crimea, durante la guerra (1854-1856) la vide di notte aggirarsi con un lume alla ricerco di feriti per portare loro aiuto e alleviarne le sofferenze, viene considerata la precorritrice della Croce Rossa Internazionale. Dopo la S. Messa, concelebrata da Mons. Angelo De Canis Parroco di S. Ambrogio e Padre Francesco Parroco di Solva, è stata scoperta la targa commemorativa. Un lauto rinfresco ha concluso la manifestazione nei rinnovati locali del Roof Paradise. A.V.A. Premiati dal Sindaco Arch. Marco Melgrati i sigg. DOMENICA e GIACOMO PIOVANO che hanno dimostrato fedeltà ad Alassio (per oltre 40 anni) ospiti dei Bagni TORINO. L’ALBA AD ALASSIO L’incontro È L’ALBA IL MARE ATTENDE CALMO IL RISVEGLIO DELLA NATURA IO SCALZO SULLA BATTIGIA LASCIO ORME SULLA SABBIA E ATTENDO CIÒ CHE DA MILLENNI AVVIENE. L’INCONTRO. IL MAGNIFICO INCONTRO TRA MARE E SOLE, CHE COME DUE AMANTI SI ABBRACCIANO E COLORANO TUTTO COME SE TUTTO FOSSE….. ORO. Annunziata Alessandro ITALIA NOSTRA Onlus – SEZIONE DI ALASSIO “PAESAGGI E PAESACCI” Premio Alassio per l’Informazione Culturale Conferenza del Professori Giuseppe De Matteis – Università di Torino e Massimo Quaini – Università di Genova Introduzione di Franco Manzitti Nell’Auditorium della Biblioteca civica “Renzo Deaglio” il 26 settembre scorso l’Associazione Italia Nostra ha organizzato una conferenza sul paesaggio, in particolare quello ligure. La Presidente della Sezione di Alassio di Italia Nostra prof. Giovanna Fazio ha dato il benvenuto agli oratori e al numerosissimo pubblico presente, quindi ha posto qualche domanda: «Che cos’è il paesaggio? Come tutelarlo? Come evitare il degrado? L’obiettivo è coinvolgere la popolazione. In passato si costruiva in armonia con l’ambiente, ora non più. Il nostro gruppo ha lavorato intensamente, abbiamo intenzione di proseguire. Ringrazio mia zia (Carla Fazio) per il lavoro svolto in passato». Il giornalista di “Repubblica” Franco Manzitti ha detto di essere presente in quanto amico e parente della famiglia Fazio, ma soprattutto perché è cresciuto da queste parti «Ho visto il paesaggio trasformarsi in paesaccio; ho riletto “La speculazione edilizia” di Italo Calvino, sono passati quarant’anni e la situazione non è certo migliorata...». La parola passa al prof. Giuseppe De Matteis, il quale asserisce che il paesaggio è una percezione «Un’immagine o una realtà?». Richiama un paragone posto in passato da uno studioso «Il paesaggio non è un asino, o meglio, come l’asino non lo si può caricare troppo; viviamo di simboli, il paesaggio è un bene simbolico come il denaro, ma il denaro può distruggere il paesaggio. Ci sono tre aspetti dello stesso problema: 1) le opere di urbanizzazione dei comuni sono deleterie; 2) perché queste cose capitano solo in Italia? (Anche in altri paesi ma in misura molto minore); 3) la cura del paesaggio deve avvenire insieme a quella dei Beni culturali e dell’ambiente. Altro problema: il paesaggio ligure attira molta gente, che contribuirà al suo degrado, ma questo non viene percepito. Occorre promuovere la sensibilizzazione, cominciando dalle scuole, con i mezzi di comunicazione e l’attività delle associazioni». Il prof. Massimo Quaini ha pubblicato un rapporto sul paesaggio in Italia e soprattutto in Liguria. Dice che il problema è rendere efficace la tutela del paesaggio: «Credo nella crescita culturale della popolazione». Cita un articolo di Carlo Levi del ‘59 su La Stampa, dove descriveva un incendio sulle colline di Alassio, la vegetazione, i contrasti del paesaggio e fra residenti e bagnanti, l’abbandono delle campagne a favore del turismo, in parte compensata dall’immigrazione meridionale. «Oggi vedo un’Alassio molto diversa. La nostalgia non deve ostacolare un progresso sostenibile. Il mio rapporto ha suscitato molto interesse, mi fa piacere sentire che nelle università fra i giovani ci sono le energie per la tutela del territorio, come anche nella rete delle associazioni e dei comitati. I politici pensano alle grandi opere ma non al territorio, i modelli del passato possono insegnare molte cose. In Liguria la costa è perduta, si deve salvare la collina». È seguito un breve dibattito. Un signore proveniente da Baiardo ha detto di essere laureato, ma di fare i mosaici a “rissö” e che occorre recuperare le tradizioni. Il prof. Augusto Giorcelli afferma che in montagna in passato si sono fatti scempi come in Liguria, ma ora si costruisce con più criterio. Il dott. Renato Cuneo, Presidente della Sezione di Savona di Italia Nostra sostiene che si prendono provvedimenti dopo che il danno è stato fatto. Il prof. Quaini annuncia che ad Albenga è stato costituito un “Osservatorio del paesaggio”, che copre tutto il territorio circostante. Infine Antonio Ricci afferma che “Striscia la notizia” è stata la prima trasmissione che ha dato voce alle istanze di denuncia di reati contro la tutela del paesaggio. C B per A.V.A. Da sinistra: il premiato Philippe Daverio, Monica Zioni, Elisabetta Mandraccio, Ernesto Ferrero. (FOTO SILVIO FASANO) ARTICOLO A PAG. 8 Con l’aiuto di Dio, fermezza nei valori della famiglia, perseveranza alle ineluttabili avversità della vita, il giorno 10 ottobre u.s., Anna Poli e Gianni Croce, circondati dall’affetto di figli, nuore, nipoti, parenti e amici, hanno felicemente tagliato l’ambito traguardo dei loro 50 anni di vita coniugale. All’amico e consigliere Gianni e consorte, l’AVA porge coi più vivi rallegramenti, le più sentite felicitazioni. Venerdì 16 Ottobre 2009 7 «L'ALASSINO» GLI INGLESI, VISTI DAGLI ALTRI E DA NOI MOSTRE D’ARTE (A cura di Tommaso Schivo) Cap. 3° È necessario, a questo punto della dissertazione sul carattere particolare del popolo inglese, fare una precisazione, una specie di parentesi “nostrana” per quanto riguarda direttamente “loro” (gli Inglesi che sono giunti e sono vissuti ad Alassio fra l’Ottocento e il Novecento, molti dei quali hanno voluto anche lasciare le loro spoglie alla terra benedetta del nostro paese) e “noi”, noi Alassini veraci o, per meglio dire, i nostri vecchi che con gli Inglesi e per gli Inglesi hanno lavorato in molti campi dell’attività quotidiana. Da una parte un gruppo di “stranieri” facoltosi che non amarono mischiarsi e diventare, per così dire, continentali nelle abitudini e nel carattere, dall’altra un popolo o una comunità locale che serviva per necessità e per interesse, ma che non disdegnò mai di dimostrare senza ipocrisia ossequio e benevolenza e rispetto per chi (danaroso e munifico) riceveva dei servizi non sempre facili e semplici, ma sapeva ripagare quella loro specie di soggezione e di sudditanza con generosità, ma soprattutto con rispetto. Alassio era ancora un paesello quasi sconosciuto di Liguria, ricco di braccia da lavoro, di uomini semplici e onesti, di lavoratori e di lavoratrici irreprensibili e capaci, servizievoli, ma non mai pedissequi e viscidi e tanto meno invadenti ed arroganti. Per questo il discorso sugli “Inglesi visti da noi” avrebbe necessità di ripercorrere la nostra storia, le origini della nostra fortuna turistica, il punto fermo di una reciproca convivenza che (se qualcuno dei nostri “vecchi” fosse ancora vivo) potrebbe arricchirsi di cento, di mille episodi caratteristici, di mille sfaccettature fatte di incontri o di legami, di rispetto e di reciprocità, di rapporti quotidiani incredibilmente veri e toccanti, alcuni dei quali potrebbero essere inseriti persino nel libro “Cuore” di Edmondo De Amicis. E fu la maledetta guerra del fascismo che distrusse quasi radicalmen- SALA CARLETTI (Sede A.V.A.) Una parentesi tutta “nostrana” te, all’inizio degli anni Quaranta del secolo scorso, anche le basi più solide di questa solidarietà. Oggi restano ad Alassio le loro vetuste e splendide ville della collina, restano le tombe abbandonate del Cimitero degli I più vecchi Alassini non ci sono più a testimoniare i mille episodi di buona amicizia con gli Inglesi, ma (valga un esempio per tutti) ho chiesto ad un vecchio, grande amico, ad un grandissimo artista come Francesco “Ohu Franzisco! like my name!” (ILLUSTRAZIONE DI GIBBA) Inglesi, ove io stesso, allora Presidente dell’Associazione Vecchia Alassio, ho iniziato ad accompagnare, il due di Novembre di ogni anno, una rappresentanza di scolari e Studenti per porre, in segno di ricordo e di riconoscenza, “un fiore su ogni tomba”, perché gli Alassini non dimentichino il rispetto verso chi, pur restando spesso nel loro ambiente “chiuso” e di élite, aveva di buon grado onorato la loro presenza nel nostro piccolo angolo di mondo. Guido (Gibba) che mi consentisse di trascrivere un “suo” ricordo lontano. Lo ringrazio e lo riporto testualmente come testimonianza. RICORDI D’INFANZIA È la primavera del ’30, le 9 del mattino. All’uscita del sottopasso ferroviario che immette nella salitella di via Michelangelo incontriamo la signora Bannerman. Con un grido gioioso, quasi garrulo, risponde al saluto di mia madre. – “Ohu! Se-ve-ri- (a cura di Carlo Bertolino) na!”... Inizia un breve colloquio in relazione al vestito che mia madre, sarta, sta finendo di cucirle. All’improvviso e con faccia austera mistress Bannerman esclama: “Ma chi è questo bambino che mi guarda fisso!?” “È Francesco!”, risponde mamma, “mio figlio”. “Ohu, Franzisco!.. like my name!” e mi dà un rasserenante buffetto sulla guancia. Per anni mia madre cucì abiti alla signora Francesca Bannerman e non di rado pure a qualche amica sua venuta a trovarla dall’Inghilterra; lo fece con grande impegno e reciproca soddisfazione avendo saputo interpretare l’estrosità del carattere in parte lunatico, ma fondamentalmente bonario di quella distinta Signora inglese, mai comunque superba nei confronti di quelli che offrivano la loro opera e prestavano i loro servizi. Debbo dire che io serbo un riconoscente nostalgico ricordo della proprietaria, della villa San Francesco sulla collina di Rangé: mistress Francesca Bannerman. Era una brava acquarellista, anche se dilettante. Mi pagò con 2 lire, (aggiungendo elogi e molti incoraggiamenti), uno scarabocchio mostratole da mia madre... compivo sei anni a fine dicembre! - Altezzosi gli Inglesi? Supponenti? Ancora una volta dico di no. Li ho conosciuti bonari. Paternalistici anche... nei confronti di una popolazione di umili pescatori e di ortolani. Paternalistici - ripeto e bonariamente disposti qualche volta addirittura a farsi turlupinare...forti della loro moneta! (Gibba) È un episodio isolato, ma sintomatico, un “fiore” che spero non stoni nella storia generale un po’ meno “alassina” degli Inglesi “visti dagli altri e da noi”, storia che riprenderà il suo cammino col prossimo capitolo. Il dialetto: una lingua disarmata “Adesso siamo a Realdo e dobbiamo parlare Realdese”. Stando alla leggenda pare che se non tali..., furono queste le parole di un bambino di tre anni, nei primi giorni di presenza al paese natale della madre e dei nonni materni; più precisamente all’interno del commestibile della Signora Candida e della figlia Lena. Oggi quel bambino che ha varcato la soglia del terzo anta è ancora considerato dagli stanziali, la persona che ricorda e parla meglio il brigasco, (1) tra coloro che frequentano raramente il borgo avito. All’interno della famiglia il padre Enrico parlava il suo dialetto; il ligure versione Ventimiglia, mentre la madre Dorotea ed il figlio Giuseppe parlavano sia tra di loro che rivolti al marito-padre il brigasco versione Realdo. E con questo mi sono scoperto; quel bimbo allora di tre anni e oggi sessantenne sono io. Mi capita, a volte, parlando con persone che come me non frequentano, assiduamente il territorio brigasco, di sentire parole che io non ho nel mio vocabolario; mi viene da chiedermi se sono io che non ricordo quella parola o se è il mio interlocutore che inserisce parole improprie alla lingua. Anche il brigasco come tutte le lingue e tutti i dialetti subiscono delle “contaminazioni” che neppure i maggiori puristi alla lunga possono contrastare. In una lingua parlata fino agli anni sessanta da un volgo agricolo-pastorale, soggetto anche alla transumanza e oggi da persone che vivono per lunghi e lunghissimi periodi lontani da quelle case e sono come me già la terza o quarta generazione, alla contaminazione di altri dialetti o dell’italiano si aggiungono parole nuove di oggi in allora inesistenti. Si pensi a plastica, televisore, astronave, fotovoltaico. Se ci si aggiungono le parole straniere come scooter, computer, radar ed altre che sarebbe assurdo quando non possibile tradurre, ci si può rendere conto che un dialetto e una lingua minoritaria sono i primi a non avere possibilità di contrasto in barba a ogni tentativo di purismo. Da qui il titolo che ho voluto dare al pezzo, che capovolge senza stravolgerlo l’aforisma: “la lingua è un dialetto con un esercito, una marina, un’aviazione”. Qualcuno inizierà a chiedersi, ma dove vuole parare con questa non breve introduzione? Voglio dire che io sono uno dei massimi fautori dei dialetti e, come nel mio caso di una minoranza linguistica ma non bisogna alzare staccionate, costruire muri, scavare fossati; in altre parole un dialetto lo si mantiene solo parlandolo e come un’idea lo si può manifestare ma non imporre. Io voglio entrare nella Vastéra (2) quando lo desidero, portando con me amici e conoscenti, senza costringerli a parlare il mio dialetto e la mia lingua, soprattutto se ce n’è già una che possiamo parlare e capire tutti. Vi sono fantastiche commedie nei dialetti di tutta Italia, splendide poesie di autori di tutti i secoli compreso quello in corso. Si possono tracciare linee nordsud tra Settecento e Novecento, usando i nomi dei più noti autori. Evito di farlo per non dar adito ad una presunzione di profonda conoscenza delle persone citate. E allora ben vengano le nuove commedie in dialetto cercando di evitare, visto che non appartiene ad alcun dialetto italiano, la parola fiction. Se saranno scritte bene, recitate bene, con un contenuto che sia all’altezza almeno delle commedie scritte dai nostri padri, entreranno di diritto a far parte della cultura italiana. La scuola ci ha insegnato che persino il sommo poeta, i migliori scrittori e i maggiori maestri di etica vengono rifiutati e o ripudiati quando l’insegnante è determinato ad imporli o non sa spiegarli: il dialetto non lo si può insegnare né imporre, lo si fa proprio solo se lo si desidera. Il mondo sta cercando una lingua comune che ci riporti al periodo precedente al mito di Babele. La comunità europea deve trovare una soluzione alle 25 lingue che oggi si parlano nell’emiciclo. L’Onu deve trovarne una che metta d’accordo 149 nazioni, ugualmente deve fare la globalizzazione e dovrà essere uguale per tutti. Da quel giorno, non certo prossimo ma imprescindibile, anche le attuali lingue diverranno dei dialetti nazionali. Allora teniamoci stretto il nostro dialetto regionale e le nostre lingue minoritarie ma solo per farne dono ai nostri figli e nipoti come si fa dono di un frutto colto dall’albero che cresce spontaneo nei nostri boschi o che coltiviamo nel cortile della casa cittadina. l - Con la Legge 15 dicembre 1999, n. 482 “Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche” pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 297 del 20 dicembre 1999 il brigasco è entrato a far parte delle minoranze linguistiche storiche 2 - In brigasco tipico recinto per pecore o altri animali, presente negli alpeggi e nome dell’Associazione che riunisce la gente brigasca. Giuseppe Cotta Associato AMI Savona GIBBA (Francesco Guido) Più che una mostra quella delcurve intersecantesi, i personagla prima quindicina di settembre gi storici di Canossa (la regina, il è stata un’esibizione. Forse per papa e l’imperatore), per passaquesto il “nostro” l’ha intitolata re addirittura all’astratto con le “Gibba di Mostra e... Strabilia. E “spirali”, i personaggi dell’antica Gibba artista alassino conosciuRoma; i “Bollifranchi”, imitazioto a livello internazionale, anche per la sua lunga permanenza a Roma nell’ambiente dello spettacolo, l’ha dimostrato, col suo eccezionale percorso artistico, e ha strabiliato, con opere tanto diverse come estetica e contenuto. È risaputo, lo ha magistralmente descritto nel suo “Diario di un uomo di grande insuccesso”, che la sua principale attività è stata fin dall’inizio quella di “cartoonist”, cioè disegnatore e produttore di film a cartoni aniOnore al merito… al nostro grande Gibba! mati. Ma parallelamente ha sconfinato ne di francobolli, vere miniature, in altri campi artistici, sempre raffiguranti celebri statue classicon grande abilità e vivo senso che con...la racchetta da tennis dell’umorismo. Perciò in questa, (alcuni sono passati regolarmenche si può definire un’“antologite per posta!); infine le vedute di ca”, si sono visti disegni giovaniAlassio, molte dalla collina verso li, strisce a fumetti sul giornale il mare, ma anche la spiaggia per ragazzi “Corrierino”, vignet(originale il “castelletto” te umoristiche, paesaggi e perdell’85), dipinti con rara perizia, sonaggi da fiaba, ma soprattutto senso del colore e dell’inquadradipinti: dagli autoritratti assai tura e soprattutto sensibilità realistici a soggetti stilizzati, copoetica e amore per la città. me il clown costruito con linee Giorgio Vignolo Ormai affezionato alla “Carletti”, Giorgio Vignolo è tornato ad esporre nella seconda quindicina di settembre. Formatosi artisticamente a Genova, sua città natale, si affinò in un breve soggiorno in Sud America. Ma la Liguria è il soggetto preferito dei suoi quadri. Se con grande competenza dipinge paesaggi montani anche innevati, boschi attraversati da ruscelli a volte tranquilli, a volte impetuosi, sono le marine che prevalgono in mostra. Tante barche: in secca, nei porticcioli, lampare in attesa di scendere in mare, gozzi al tramonto con i pescatori pronti Fiocco Rosa Con gioia Edoardo Barroero annuncia la nascita della sorellina MATILDE, nata a Genova il 5 giugno u.sc., per la felicità della mamma Stefania e del papà Riccardo, dei nonni e parenti tutti. L’Associazione Vecchia Alassio formula i migliori auguri a tutti ed augura alla piccola Matilde un futuro sereno, pieno di ogni bene. al varo; sempre immersi, pur mantenendo vivi i colori, in un’atmosfera azzurrina soffusa, molto sugestiva; non mancano i velieri d’epoca. Poi panorami di Genova col porto e la Lanterna, scorci: Boccadasse. E soprattutto le Riviere: Promontori, rocce a picco, insenature col mare calmo o in burrasca, Camogli, Portofino, anche Alassio con un Torrione in una visione del passato, un sentiero con sullo sfondo l’Isola Gallinara. Spettacolare un’onda che s’infrange sugli scogli e si frantuma in migliaia di rivoli bianchi di schiuma. LAUREA Genitori, parenti ed amici si complimentano con MONICA GROLLERO (alassina doc), per la sua brillante laurea (110 su 110) in lingue e letterature straniere conseguita presso l’Università di GenovaAnche l’Associazione Vecchia Alassio ricorda lo studio e l’impegno di Monica cui augura una brillante carriera. 8 «L'ALASSINO» Venerdì 16 Ottobre 2009 Premi letterari “ALASSIO 100 LIBRI” Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Regione Liguria – Provincia di Savona – Comune di Alassio, Assessorato alla Cultura ALASSIO per l’INFORMAZIONE CULTURALE – Un EDITORE per l’EUROPA – Un AUTORE per l’EUROPA PHILIPPE DAVERIO ha vinto il “Premio Alassio per l’Informazione Culturale”. L’11 settembre scorso in Piazza Partigiani la giornalista Elisabetta Mandraccio ha condotto la cerimonia di premiazione. L’Assessore al Turismo e Cultura del Comune di Alassio dott. Monica Zioni ha porto il benvenuto e passato la parola al professor Ernesto Ferrero, Direttore editoriale della Fiera del Libro di Torino e Presidente della giuria che assegna questo premio. «È un grande piacere presentare Philippe Daverio, premiato con questa motivazione: “Per avere inventato un nuovo, efficace linguaggio televisivo che supera gli schemi tradizionali del documentario o del programma di- vulgativo e riesce a coinvolgere lo spettatore in un reale viaggio di conoscenza e di scoperta, inducendolo ad approfondire le sue curiosità, e a operare collegamenti tra discipline diverse. La sperimentazione di nuovi metodi di indagine e stili di racconto, giocati sulla qualità dell’immagine, il ritmo del montaggio, l’intelligenza critica e l’arguta affabilità del parlato, la capacità di saldare nello stesso discorso arte, storia, letteratura, antropologia e costume fa del lavoro di Philippe Daverio un modello che dimostra come si possa fare cultura senza essere noiosi, banali o superficiali”» e prosegue: «Daverio vive a Milano, è conduttore televisivo (in particolare della trasmissio- ne “Passepartout”), docente di Disegno all’Università di Palermo, vincitore di importanti premi come il “Flaiano-Sirmione. Il suo lavoro è importante perché sono rari in televisione i programmi culturali. Ha fatto studi di economia, è stato gallerista a Milano e a New York, libraio, storico dell’Arte, direttore della prestigiosa rivista “Art e Dossier”». Ferrero poi rivolge alcune domande all’ospite, che risponde con viva eloquenza, senso dell’umorismo e del paradosso e anche con ottimismo: «Ho fatto il mercante d’arte, curavo i cataloghi, ma sono negato alle vendite; ho fatto quattro anni l’assessore al Comune di Milano, lasciata la politica mi sono trovato senza il becco d’un quattrino (caso raro e grave). Conobbi un funzionario RAI il quale sosteneva che dicevo cose che si capiscono, così iniziai, ma ancora oggi so poco di televisione; se la si fa con divertimento lo si trasmette allo spettatore. Ho promosso mostre su giovani artisti europei e asiatici. Il mondo dell’arte contemporanea è un’enorme bufala, totalmente priva di creatività. L’Italia è il più grande contenitore d’arte del mondo, anche se le percentuali calcolate in passato non sono più valide. L’Italia ha avuto due apici storici: Giulio Cesare e l’invenzione del Capitalismo, ci vorrebbe una terza possibilità: l’inversione di tendenza penso sia già avvenuta». GERRY SCOTTI, come negli anni scorsi, ha presentato la manifestazione del 12 settembre sempre in Piazza Partigiani, appena tornato, ha detto, dai funerali di Mike Bongiorno. Dà la parola a Monica Zioni che legge il programma delle manifestazioni, poi il Sindaco arch. Marco Melgrati consegna le chiavi della città a Gerry. Intervengono gli Assessori alla Cultura della Regione Liguria Margherita Bozzano e della Provincia di Savona Livio Bracco, che hanno evidenziato il ruolo di Alassio in campo culturale. La CASA EDITRICE ARAGNO ha vinto il Premio “Un Editore per l’Europa”. Il Presidente della giuria che lo assegna, dott. Giuliano Vigini editore e saggista, legge la motivazione: “Per aver saputo costruire in dieci anni di attività un catalogo di alta qualità letteraria ed edito- Da sinistra: Giuliano Vigini, Nino Aragno, Marco Melgrati, Monica Zioni, Gerry Scotti. (FOTO SILVIO FASANO) riale; per i grandi progetti di collaborazione con istituzioni e fondazioni europee di prestigio...; per il coraggio di scelte editorialmente difficili e letterariamente non convenzionali, tese alla riscoperta di autori e titoli dimenticati; per le opere di studio e documentazione offerte nel campo dell’erudizione, della filologia e della critica letteraria”. La parola all’editore Nino Aragno: «Ringrazio e mi complimento per queste iniziative culturali; questo è l’unico premio in Italia per gli editori, lo considero un incoraggiamento. Se ci si impegna nell’editoria i risultati arrivano, ma è defilata rispetto ad altre aziende che ricevono aiuti. Penso di ripubblicare autori del ‘900, in particolare Biamonti. Ho deciso di donare alla Biblioteca di Alassio un congruo numero di libri da me pubblicati». MARGARET MAZZANTINI ha vinto il Premio “Un autore per l’Europa” giunto alla 15ª edizione. Dopo la consegna della targa argentea a Nino Aragno, Gerry Scotti dà la parola al professor Giovanni Bogliolo, Rettore Magnifico dell’università di Urbino, presidente delle due giurie: tecnica, che sceglie i sei libri da sottoporre al giudizio di quella degli Italianisti (Docenti di Lingua italiana provenienti dalle maggiori Università d’Europa) che vota il vincitore; ha iniziato ricordando lo scrittore Nico Orengo, ligure dell’estremo Ponente, recentemente scomparso, più volte ospite di Alassio e fi- nalista in passato di questo premio, poi legge la motivazione del premio al romanzo “Venuto al mondo”: «Non si fa torto alla complessità di un romanzo che s’immerge con intensa e dolente partecipazione emotiva e con rara forza documentaria in una delle più tragiche e cruente vicende del nostro tempo se lo si definisce un romanzo della maternità... Venuto al mondo – il titolo stesso lo suggerisce – è il romanzo della maternità perché è essa ad offrire alla protagonista e al lettore la chiave – insieme epica ed etica – per decifrare, giustificare e accogliere con tutti i loro stridenti contrasti la con- vulsa e distratta routine quotidiana e le mostruose efferatezze della guerra, le piccole ambizioni individuali e le tragedie collettive, le estreme manifestazioni dell’odio e i doni insperati dell’amore». L’autrice risponde: «Sono molto felice, è un premio al quale tenevo molto...Il romanzo è partito lentamente, ma ha avuto successo». L’attore e regista Nello Simoncini legge un sunto della trama, quindi la celebre attrice Nathalie Caldonazzo legge alcuni brani del libro. Interviene il prof. Franco Gallea, conduttore delle presentazioni di libri in Biblioteca: dice che la Mazzantini è già stata ospite di Alassio e questo è il secondo romanzo che lei presenta. Le rivolge alcune domande, ecco le risposte: «Questo libro ha origini lontane, nasce dallo scoppio della guerra... è la storia di persone meravigliose che vivono in questa bellissima città dilaniata (Sarajevo). Scrivo guardando il mondo; il romanzo mi ha richiesto molto coraggio, è dedicato ai bambini: a quelli che ce l’hanno fatta e agli altri». La cerimonia si è chiusa con le firme sulle piastrelle per il Muretto e il sorteggio dei premisoggiorno fra quanti hanno inviato la scheda distribuita nello stand di Alassio alla Fiera del libro di Torino e in Biblioteca. FRANCESCO BIAMONTI e il suo romanzo “Vento largo” sono stati l’argomento della Tavola rotonda, dedicata a uno scrittore ligure, del 13 settembre, a chiusura della “tre giorni letteraria”, nell’Auditorium della Biblioteca civica (in collaborazione col Comune di Ceriale – Rassegna Libri di Liguria di Peagna), con la partecipazione degli Italianisti componenti la Giuria del Premio “Un autore per l’Europa”. Il prof. Giovanni Bogliolo introduce il dibattito. «Chiamarla Letteratura ligure è riduttivo, si può definire Letteratura italiana della Liguria. Questa esperienza in passato ha dato esiti lusinghieri. Francesco Biamonti, recentemente scomparso, è uno scrittore vicino a noi, è stato vincitore del nostro Premio (nel 1998 col romanzo “Le parole, la notte”), lo possiamo considerare un piccolo classico. Il suo primo libro fu “L’angelo di Avrigue”, poi questo “Vento largo”. La sua originalità sta nella sua straordinaria discrezione, fu anche esperto di pittura. Diversamente dagli altri ha sempre lavorato tagliando, cancellando, lasciando l’essenziale, in questo più assimilabile ai poeti come Montale e Sbarbaro». La parola passa agli Italianisti, ecco qualche frase signifi- cativa dei loro interventi. Martin Mc Laughlin – Gran Bretagna – Università di Oxford: «Il paesaggio viene descritto con precisione. Viene posto il problema economico che genera il fenomeno dei “passeurs”, i quali accompagnano i clandestini attraverso la frontiera. È un libro pieno di musica: canzoni francesi e italiane, canti dei frati. Romanzo prettamente ligure, esile come la regione, con sensibilità romantica». Claude Cazalé Bérard – Francia – Università Paris Ouest: «Per me l’incontro con Biamonti è stata una piacevole esperienza. “Vento largo” si conclude con una vincita sulla morte. Lo stile richiama Pirandello. Il mito dell’esistenza viene lasciato dai protagonisti che vogliono cancellare la memoria. Le figure di donne sono sfuggenti. Anche i costruttori di monasteri si creano illusioni». Maria de las Nieves Muniz Moniz – Spagna – Università di Barcellona: «La critica tratta con sufficienza libri come questo. La struttura è diversa dal comune, appartiene alla categoria dei romanzi d’avventura sul mare. Ci sono vari romanzi italiani col vento nel titolo, ma non fanno che richiamare valori simbolici, mentre Biamonti lo usa in modo concreto: “il soffio della vita”». Genady Kiselev – Russia – Università di Mosca: «Biamonti sembra privilegiare il silenzio, descrive una “nicchia” di ambiente ligure, si serve del paesaggio arido e scabro; di aria e luce per esaltarne i colori, sintassi e metafora della vita e dell’amore. Superare il confine può significare anche quello fra finito e infinito». Piotr Salwa – Polonia – Università di Varsavia: «Ciò che colpisce in questo libro è un certo clima: la malinconia, una tristezza di fondo che è sempre presente, riscattata dai colori, che ricordano i macchiaioli. Il mondo di “Vento largo” credo che non esista più, ne rimane il ricordo storico». Elina Suomela-Härmä – Finlandia – Università di Helsinki: «È un’opera difficile da classificare: non romanzo breve né racconto lungo. Un passeur dice che vorrebbe approdare a un lago finlandese. Un tema potrebbe essere il senso di vuoto, l’altro quello di risolvere problemi esistenziali. Il romanzo comincia con la parola luce e finisce con pace. Spesso parla dei riflessi sul mare, dei raggi del sole al tramonto sulle rocce e sulla campagna, fra i capelli della protagonista e fra gli ulivi sulle fasce». Luminitza Beiu Paladi – Svezia – Università di Soccolma: «Italo Calvino nelle sue le- zioni negli Stati Uniti parla della leggerezza e cita Cavalcanti, poeta della leggerezza. Il romanzo comincia con lo stormire degli ulivi, poi aumenta l’intensità fino alla tempesta sul mare. I personaggi sembrano immersi nella natura come i refoli del vento, anche quelli marinari. Il mare, la luna, il gelo e soprattutto il vento riempiono lo spazio del romanzo in un paesaggio da fiaba. Biamonti è leggero, lirico, sembra avere nostalgia per un mondo in decadimento». Michael Rössner – Germania – Università di Monaco di Baviera: «Il romanzo comincia col tema della “traduzione” anche come metafora, in terra di nessuno, zona di confine: il protagonista vive di questo mestiere. La sua Liguria di venti, di solitudine: sono frammenti inseriti in una storia complessa. Il paesaggio che passa da una zona morta ad un’altra zona morta, fa solo sperare che oltre ci sia una zona viva». Al termine, il rappresentante dell’Associazione Amici di Francesco Biamonti e il fratello dello scrittore provenienti da San Biagio Della Cima (Imperia), paese natale di Biamonti, hanno ringraziato e portato qualche contributo al dibattito. Carlo Bertolino CARLO CATTANEO, ARTISTA E AMICO di Guido Ceronetti Sul numero di giugno 2009 di “CARTEVIVE”, periodico dell’Archivio Prezzolini-Biblioteca cantonale di Lugano (Svizzera) è comparso questo dotto e toccante articolo di Guido Ceronetti. Scrittore, filosofo, poeta, giornalista, Ceronetti in gioventù frequentava Alassio dove aveva numerosi amici. Pensiamo di proporlo ai nostri lettori in quanto “Cartevive” della Biblioteca cantonale di Lugano, benemerita promotrice e conservatrice della Cultura italiana, ne consente la pubblicazione citandone la fonte, per questo la ringraziamo sentitamente. Sessant’anni di amicizia, dal 1949 a oggi, con Carlo Cattaneo, l’artista di Alassio, presente con parecchi suoi lavori (disegni e incisioni) nel Fondo Ceronetti della Biblioteca cantonale di Lugano, sono una lunga lunga amicizia... E ora la sua morte, avvenuta a Castelnuovo Di Porto, lungo la Flaminia, il 16 marzo scorso, silenziosamente la conclude. Carlo era nato nel 1930. le file di quanti di noi sono “di allora”, tra Venti e Trenta, si assottigliano energicamente. Due capolavori del secolo sono di quegli anni: in Germania Berlin Alexanderplatz di Alfred Döblin è del 1929, in Francia stava ancora cercando un editore il Voyage au bout de la nuit di Céline (uscirà da Denoël et Steele nel 1932). Ciascuno dei pezzi successivi dell’epoca sarebbero stati rottami di meteorite nelle teste dei nascituri. Deplorevoli omonimie! In Liguria si sprecano i Cattaneo, specie nel Ponente, ma chiamarsi Carlo è imbarazzante, perché il grande Risorgimentale incombe. Carlo ne soffriva. Disegnava con la furia di Hokusai. Lascia una quantità enorme di lavori eseguiti. In tutti c’era la genialità del segno, ma ne difettava la leggerezza. In tutti il suo scavare nel buio, in un crescente buio, indicava una ricerca dolorosa di qualcosa che fu sempre, per me, enigma. Con monotona talvolta maniacale tenacia si sforzava di estrarre dai corpi, da questi specialmente, da corpi nudi immersi nell’ombra, una verità che non gli riusciva di afferrare. Vittorio Sgarbi, che lo conosceva e ne aveva stima, saprà decifrarlo meglio; io lo ammiravo, indubbiamente, restando freddo, senza poterglielo confessare, perché esplorandone il labirinto non incontravo che fili intricatissimi di sofferenza senza placamento, e molto di rado una radura di luce pallida. Quando lo conobbi lavorava in una bottega di amici ceramisti, e mi dispiace di non averne nessuna testimonianza, sua e degli altri due. I suoi lavori su ceramica erano genialissimi, gioielli di arte pura. Se la Biblioteca cantonale di Lugano riuscisse ad avere tra i molti disegni di Carlo della mia donazione anche una delle sue ceramiche, il mio Fondo se ne illuminerebbe. Ma a disegnare cominciò anni prima, mi pare all’età di quattordici anni, corpi su corpi nudi, femminili, qualche ritratto. Forse il suo segreto di uomoartista era il lutto di non poter amare, esclusivamente nel senso del cuore. Era dei Pesci, vita e opera avvolti nell’ombra YIN. Dissimulava questo difetto con un arsenale di maschere, via via, invecchiando, con lenti guadagni in sincerità. S’inventava politicamente interessantissimo (sinistra estrema), attaccato a principii... Ma forse la sua prima moglie fu l’unica donna da lui veramente amata. Era una donna bionda, italiana e anglofona, estremamente raffinata, e finì tutto in disperazione. Convivere con Carlo, col suo disordine mostruoso tra immagini e oggetti da scoppiarne, richiedeva una pazienza e una rassegnazione islamiche. Non si può immaginare un’abitazione più contraria alle sagge regole del Feng-shui della sua, e più simile alla sua stessa testa e ad una moderna testa umana di collezionista occidentale. Chi provvederà a svuotare la sua ultima casa, do- ve le cose pensatamente messe insieme impedivano quasi di muoversi, qualora lo stesso Comune, comprendendone il valore e l’interesse, non l’acquisisse per farne un invidiabile museo locale? Non siamo stati, né lui né io, dei gran viaggiatori. Forse non fece che un solo trasloco, dal suo Comune ligure, da cui era fuggito anche l’ultimo pescatore, dove terra e mare si sono tuffati in un osceno bagno di abbronzature estive, a Roma, e di là negli ultimi anni nella campagna romana, dove frequentava a Sacrofano la casa di Ingrid Thulin, la grande attrice svedese. Forse fece, a Parigi, un unico viaggio. Né credo abbia preso un aereo più di un paio di volte: una per un misterioso soggiorno ad Haiti, motivato da «un film da girare» di cui si diceva scenografo, con iniziazione vudù, l’altra per un normale pellegrinaggio devoto ad Amsterdam, per assimilare spiritualmente la casa-museo di Rembrandt, cosa che gli invidio, perché io non ci sono mai stato, mancandomi compagna accompagnante più, via via, necessaria. Si era impadronito di ogni possibile tecnica pittorica, e in nessun modo si allontanò mai dal figurativo e quasi mai dalle scene di libertinaggio senza festosità e senza gioia delle sue figure, immerse in una fissazione orgiastica senza riposo. Fecero eccezione le sue creazioni teatrali, di scenografia e di costumi, eseguite in più occasioni anche per il mio Teatro dei Sensibili. Il Teatro Stabile di Torino possiede due incantevoli locandine create da Carlo esclusivamente per la nostra recita al Quirinale, all’epoca di Cossiga presidente, nel 1986. A me fece decine di ritratti e ritrattini, sparsi un po’ dappertutto, non corrispondenti al modello perché non c’era quasi mai nulla, nel suo fare arte, di oggettivo e distaccato da sé. Spesso aggiungeva, nei lavori a penna e nei bozzetti, righe di scrittura in cifra, che formavano col resto una specie di figura chimerica surreale, a volte, anche, frasi mie, da lettere o da libri, che c’entravano poco ma lui ne conosceva il motivo. Un verso mio giovanile (dal libretto Nuovi Salmi del 1957) che ripeteva come Leitmotiv, gli piaceva sommamente, e senza il suo citarmelo nei nostri sempre più rarificati incontri, non so se ancora me lo ricorderei: «Porto chi porta e dal portato ho pace». Il verso certamente alludeva a un Dio squisitamente spinoziano, ma non saprei dire quali echi di gravidanza mistica in Carlo suscitasse. Gli piaceva illustrare testi e libri, per lo più testi sciolti, e senza mai mettersi, come farebbe ogni autentico grafico illustrante, alla ricerca e al servizio dell’idea, espressa da ciò che si proponeva illustrare. Sarebbe stato inutile da Carlo Cattaneo aspettarsi questo. Una delle sue opere più straordinarie (anche per la sua luminosità) la regalò alla comune amica Marina Ferla – Utamaro e la rivoluzione del 1789: testo unico per la mostra del Bicentenario – ed è nella casa di lei a Torino, insieme a una molteplicità di acquaforti e disegni a penna. Della nostra antitetica assurda coabitazione ad Alassio, per alcuni mesi del 1962, divertenti fabule galleggiano ancora nelle memorie. Venerdì 16 Ottobre 2009 24 OTTOBRE 1a GIORNATA NAZIONALE AVO Una data che rappresenta un’importante appuntamento per la nostra Associazione nata a Milano nel 1975 e ora presente su tutto il territorio nazionale con 246 sedi e 30.000 volontari in 521 strutture. Vieni ad ascoltare la storia e le finalità della nostra associazione presso i banchetti allestiti nelle piazze principali di: Alassio, Albenga, Andora e Ceriale. Sarà un piacere per noi incontrarti ad Alassio alle ore 21 del 24 ottobre p.v. presso la ex Chiesa Anglicana per uno spettacolo intitolato: “Canzoni dal Mondo” a cura dell’ART GRUP” per un momento di svago condiviso. Cerchiamo nuovi volontari, 9 «L'ALASSINO» abbiamo un estremo bisogno di nuove forze per poter garantire l’assistenza gratuita ai degenti ed ospiti dell’Ospedale di Albenga, RSA (ex ospedale) di Alassio e Casa di Riposo D. TRINCHERI di Albenga. Il 27° Corso, gratuito, avrà inizio mercoledì 4 Novembre ore 17,20 presso la sala riunioni del nuovo Ospedale di Albenga. TI ASPETTIAMO La Presidente A. Leppori PS. LA MANIFESTAZIONE NON PREVEDE RACCOLTA DI FONDI. In ricordo del dr. Carlo Felice Cattaneo pioniere del Volontariato Alassino Dieci anni or sono, il 20 novembre 1999 ci lasciava il Dr. Carlo Felice Cattaneo, fondatore e per diversi decenni presidente della sezione alassina della Croce Rossa. I vecchi amici e volontari CRI che con lui ne hanno condiviso l’esperienza, si ripromettevano in quell’occasione di mantenerne vivo il ricordo: penso che il modo migliore per farlo sia riportare alcuni stralci dell’articolo scritto insieme a tutti loro e comparso su “l’Alassino” di dicembre 1999. …Carlo Felice Cattaneo, sospendendo una brillante carriera ospedaliera al “Santa Corona”, era stato tenente medico volontario durante la campagna di Russia del “42/43 dalla quale era tornato a casa senza un occhio da lui stesso asportato, operandosi con mezzi rudimentali per evitare il peggio dopo essere stato colpito da una scheggia di granata. Aveva poi raccontato la sua esperienza di guerra con il commovente libro “Teste basse e piedi ghiacciati”. Negli anni 50, insieme a pochi amici e con pochissimi mezzi disponibili, fondava la sezione di Alassio della Croce Rossa, da noi conosciuta in seguito, forse nel periodo migliore, quando molti volontari ne facevano parte. In quegli anni il centro Raccolta Sangue CRI, grazie soprattutto al suo personale impegno, contava circa 140 donatori fissi ed era diventato un validissimo aiuto per tutti gli ospedali della zona. Credo che le vite umane salvate grazie a questo lavoro siano state davvero molte. Ci piace ricordare, oltre al lavoro del Centro durante la settimana, anche la raccolta che con una roulotte attrezzata ad emoteca mobile veniva fatta ogni domenica mattina sulla passeggiata di Alassio e altri comuni da Andora a Loano e Toirano. Dopo il terremoto dell’Irpinia nell’81, era stato personalmente e a lungo a lavorare in mezzo agli altri volontari e dopo quell’esperienza decise insieme ad altri amici di fondare il Corpo di Protezione Civile di Alassio attrezzando allo scopo parte della sede della Croce Rossa. È ancora vivo in me il ricordo di una giornata passata con Cattaneo, a bordo di un Leoncino affittato, col quale ci recammo a Genova, dove nella sede della CRI regionale, caricammo un intero ospedale da campo: si tirò su le maniche e lavorò fattivamente con tutti noi alle operazioni di carico senza mai lamentarsi per la fatica; amava partecipare frequentemente in prima persona ai lavori ma- nuali, lo dimostrano i suoi viaggi a Lourdes come semplice barelliere. Non saranno certo dimenticate le iniziative da lui promosse unitamente al salesiano Don Mario Andreoletti (anch’esso volontario nia: sapeva prendersi benissimo in giro a cominciare dalla sua mutilazione, creando attorno a sé sempre un clima allegro anche durante un duro lavoro. Era inoltre straordinariamente sensibile verso l’altrui sof- e donatore di sangue) per far pervenire aiuti al tormentato Ruanda. Anche in Polonia molte persone ricorderanno a lungo i suoi interventi, sempre silenziosi ma tempestivi, in situazioni di bisogno e di emergenza. Mi balza alla mente la raccolta sangue fatta con l’autoemoteca a Savona e dintorni per ferenza avendola largamente sperimentata su se stesso… Siamo convinti che il buon vecchio amico Carlo Felice, stia godendo la ricompensa per tutto ciò che di buono ha costruito in vita, essendo stato tra l’altro un fervido credente. A dieci anni dalla sua scomparsa terrena, noi che lo ab- giorni e giorni in occasione del terremoto in Friuli. Devo dire che a causa di un carattere piuttosto impulsivo, le litigate con lui erano abbastanza frequenti e repentine; altrettanto repentinamente però terminavano e quasi sempre intorno ad una buona tavola. Ogni sua azione era sempre condita da una formidabile autoiro- biamo conosciuto, stimato e con lui abbiamo condiviso un pezzo di cammino desideriamo rinnovargli la nostra riconoscenza per tutto ciò che ci ha saputo dare durante l’esperienza di Croce Rossa. Per i vecchi volontari della CRI e amici RB CONSULTA LIGURE (segue dalla prima pagina) Il presidente Elmo Bazzano ed il prof. Franco Gallea ricordano la figura di Enrico Carbone, morto recentemente, persona molto conosciuta ed amata in tutto l’arco ligure. Carbone, genovese, profondamente ligure, ha nutrito grande passione per le nostre radici, e con notevole capacità di mediazione ha fatto molto per la Consulta. E’ seguito un dibattito con l’invito alle Associazioni ad aprirsi ai giovani, di programmare un censimento dei musei minori con la divulgazione del dialetto, coinvolgendo le scuole e utilizzando maggiormente il sito internet della Consulta: www.consultaligure.ord. Quest’anno il bando di concorso regionale promosso dalla Consulta con la Regione Liguria avrà come tema: Le feste tradizionali”, che verrà quanto prima inviato a tutte le scuole primarie. Vari sono stati gli interventi che hanno fatto rilevare come i docenti abbiano già molto lavoro, (e dopo la recente riforma ancora di più); pertanto vi sono molte difficoltà. Il presidente Bazzano raccomanda di divulgare anche presso “i mercatini” il “Dizionario Biografico dei Liguri” che vuol essere principalmente un omaggio a tutti coloro che hanno onorato la terra ligure e la sua gente. Subito dopo il prof. Gallea presenta “Disiunaiu in albenganese” di Angelo Gastaldi. Un’opera eccezionale che colma una lacuna. È un libro ricco di note di folclore, di frasi e parole, scritte a mano, con una precisione incredibile da sembrare una stampa, frutto di un lavoro durato 20 anni” Tutti i presenti hanno elogiato con entusiasmo il Sig. Gastaldi. L’Associazione Vecchia Alassio ha comunicato che a coloro che hanno il collegamento internet, e a quanti lo desiderano, verrà inviato il giornale “L’Alassino” per via telematica, in PDF, non più cartaceo. La giornata si è conclusa con la visita al museo “Magiche trasparenze” allestito presso il seicentesco Palazzo Oddo, dove è conservato il prestigioso PIATTO BLU’” reperto unico al mondo di inestimabile bellezza. c.c. 10 «L'ALASSINO» Venerdì 16 Ottobre 2009 CICLISMO GIOVANILE TIRO CON L’ARCO CAMMINANDO… Esordienti e Allievi UC Alassio 2009 Due Alassini Campioni Italiani di Tiro con l’arco in Calabria di Dante Schivo Un 2009 da incorniciare per due esordienti primo anno dell’UC Alassio; e se su Marco Tomatis un po’ ci si contava, anche se a livelli inferiori da quanto poi espresso, la vera sorpresa è stata la “piccola” Alice Pesenti che, grazie ad un’ottima continuità di rendimento e un’insospettabile grinta, si è spesso imposta ad gno, la serietà e i numerosi ottimi piazzamenti, gli altri esordienti Massimo Aiello, Luca Passarotto, Daniele Raimondo, e l’altro alassino Daniele Vinai al secondo anno di categoria. Importante rilevare che molti di questi risultati sono stati ottenuti in gare extraregionali di grande tradizione, quindi avversarie apparentemente più forti di lei. Entrambi hanno indossato la maglia di campioni regionali e Tomatis in quell’occasione, ha colto il primo posto assoluto davanti anche agli esordienti secondo anno. Complessivamente tra gare su strada e in pista Marco Tomatis è salito venti volte sul podio, di cui ben dodici sul gradino più alto e raramente è andato oltre la decima posizione. Alice Pesenti cinque volte vittoriosa, sei volte seconda e tre volte terza oltre a numerosi piazzamenti. Tra le donne allieve l’alassina Fulvia Mourikis ha ottenuto complessivamente, tra strada e tipo pista, una vittoria, quattro secondi posti e tre terzi posti. Sia pur a secco di vittorie ma degni di citazione per l’impe- con elevato numero di partenti e parterre decisamente qualificati. Quest’anno, poi, dopo diversi anni di astinenza, siamo tornati a gareggiare anche tra gli allievi: primo anno con Mattia Pellegrini, Andrea Barbero, Tommaso Gattuso e Rubens Calzia, i quali, però, nonostante l’impegno, hanno pagato l’impegnativo salto di categoria non andando oltre decorosi piazzamenti. I dirigenti plaudono all’impegno dimostrato da parte tutti i ragazzi e si aspettano conferme per la prossima stagione soprattutto da parte dei plurivittoriosi, in attesa naturalmente, che anche altri non meno apprezzati, possano assaporare la gioia della vittoria. Per l’UC ALASSIO RB AL REV.DO DON ANGELO, PARROCO DA 25 ANNI AL SANT’AMBROGIO DI ALASSIO Il 12 e 13 settembre si è svolto a e di una bellezza selvaggia, snoCamigliatello Silano (CS) il 41° dandosi per 24 piazzole di tiro colcampionato italiano di tiro di camlocate in parte a distanze conopagna nel meraviglioso parco nasciute ed in parte a distanze scozionale della Sila. Gli alassini nosciute su bersagli di diverse diDaniele e Serena Briozzo, con la mensioni a seconda della distanza maglia della squadra “Arcieri San (da 5 a 40 metri). Con loro tutti i Bartolomeo” hanno sbaragliato gli giovani di tutte le specialità – arco avversari provenienti da ogni parnudo olimpico e compound – dalla te d’Italia guadagnandosi entrambi categoria ragazzi (13 e 14 anni) alil titolo di campioni italiani, unitamente al loro compagno di squadra Ben Fekih Alì Saber. Il giovanissimo Daniele che compirà 13 anni ad ottobre, già campione italiano indoor nello scorso mese di febbraio, si è classificato al primo posto nella categoria “Ragazzi” della divisione “arco nudo” con un vantaggio di Serena Briozzo, Ben Fekih Alì Saber, Daniele Briozzo. ben 51 punti sul secondo e di 57 sul terzo, domila categoria allievi (15 – 17 anni). nando la gara sin dalle prime piazAlla gara hanno partecipato comzole. Anche la sorella Serena appepresi gli atleti juniores seniores e na quindicenne, già terza ai camveterani oltre 400 atleti tutti italiapionati indoor, ha conquistato il ni di cui diversi appartenenti alla gradino più alto del podio nella canazionale e già campioni mondiali tegoria “Allievi” della divisione “ared europei della medesima speciaco nudo” con una gara condotta lità. L’anno 2009 per la squadra desempre in testa davanti alle aggli Arcieri San Bartolomeo è stato guerrite avversarie e vincendo con davvero fantastico: sei medaglie un vantaggio di 29 punti sulla sed’oro e una di bronzo ai campionaconda e 35 sulla terza. ti italiani (tra quelli indoor e quelli La gara si è svolta nella magnifidi campagna) oltre ai diversi titoli ca cornice del parco nazionale delregionali e ai numerosi successi la Sila con un percorso molto tecconquistati nelle varie gare internico tracciato in boschi centenari regionali dai circa 50 atleti. Perplessità sportive Dopo aver letto il numero di luglio de l’Alassino sono rimasto piuttosto perplesso. Per anni le squadre sportive locali sono state abbandonate a loro stesse; basket e volley maschili, che avevano raggiunto ottimi livelli ma costrette ad abbandonare i rispettivi campionati per mancanza di fondi e senza ricevere contributi adeguati; la squadra di ciclismo seniores sparita ormai da vari anni; le squadre di calcio costrette da molte stagioni ad emigrare in altri stadi per mancanza di uno proprio. Abbiamo un ottimo palazzetto dello sport, ma, viene utilizzato principalmente per spettacoli teatrali o, per ospitare la Nazionale di volley femminile. Dopo questo preambolo vengo al dunque; sono stati presentati questi “totem” che promuoveran- no gli sport cittadini. Sembra che abbiano trovato come risolvere i problemi delle società sportive!! A parte il fatto che potrebbero essere bersaglio dei teppisti, da chi verranno gestiti? E aggiornati? All’inizio tanti proclami e buona volontà, ma dopo? E per promuovere cosa, visto il mio preambolo? Nell’articolo si legge della geniale intuizione (???) dell’assessore Calò nel voler creare un “organismo di coordinamento delle associazioni sportive”; insomma, una polisportiva. Ma, per dirigere tale “associazione” ci vogliono certe capacità. P.S.: Turisti fortunati, anche quest’anno ampio parcheggio nello stadio. P.S.2: I totem per favore, lasciamoli agli indiani. Francesco Cremona OMAGGIO Sant’Ambrogio / Lassù nel cielo Ti sorrise un dì, /ed oggi da 25 anni sei proprio qui. / Sei vissuto qui nel nostro Alassio / da 25 anni, e il tuo amore / al Sacerdozio mai finì. E il tuo Amore / al popolo di Dio fu grande, zelante e pio. La preghiera hai amato/e la Parola di Dio a tutti ci hai donato: / fosti copia di Gesù che ti amò da lassù: Sorrisero gli Angeli / quando, al sacerdozio giovane, dicesti sì! Essi videro da lassù / lo splendore Delle tue opere / fatte con amore: La tua parrocchia/ hai fatto bella Qual lucente stella! E il santuario lassù / della Madonna Che stringe Gesù, / fu fiamma del tuo cuore Fu campo del tuo lavoro / e del tuo Amore. Noi Alassini / oggi, il nostro grazie Ti porgiamo e alziamo al cielo /il nostro grido -Benedicilo Signore / e sempre tienilo stretto Sul tuo cuore: /perché sempre e ancor, in mezzo al tuo popolo,/ espanda il Tuo amore. Suor Francesca Ghio Suora di Carità CAMMINA INCONTRO AL TEMPO Sulla spiaggia di Alassio Cammina spedito tra spiaggia e mare. Affonda i piedi nella sabbia. Bagnati il viso nell’acqua salata, così da togliere la polvere accumulata durante il percorso tormentato e incerto della tua esistenza. Al sole respira la vita, ne hai forse paura? Già mediti: illusioni e sogni svaniscono in fretta, nel nulla, ma non badare alle delusioni, non dare peso ai tuoi dolori, né alla stanchezza. Abbandonati allo splendente arenile. Non pensare a lui, il Tempo, in cui tutto finisce, è una fonte, simile a quella del mare, che sgorga sincera, a volte melodiosa, ma per l’uomo impossibile da fermare. Umberto Nobile Camminando… non passeggiando… con lo sguardo rivolto verso l’Est, ragionavo sulla nuova “illuminazione” del centro urbano che sarà prossimamente messa in atto nella nostra città e chissà perché ho improvvisamente pensato alle stelle del nostro firmamento. Escluse ormai dal nostro pensiero quotidiano si sono come nascoste, schermate dietro l’inutile cortina luminosa che come un velo ricopre il cielo di Alassio lasciando solo la Luna, Venere e Giove, impropri astri del cielo, ad ispirare i nostalgici che con «le vaghe stelle dell’Orsa...» visibili dalla cima del Molo «...scintillanti…» cercano di continuare “...a ragionar…”; nella speranza di non vedere, come il Poeta, la fine delle loro gioie. Camminando, guardando il Monte Bignone, riflettevo sull’ottimismo di quel... personaggio eletto (moralmente e intellettualmente elevato) che sull’ altipiano in questione, ha “lasciato” (non scrivo di proposito il nome del famoso “Lascito” né la sua estensione) una “zona” al Comune di Alassio specificandone il “valore paesaggistico”. Un vero “Uomo del Futuro”! Chissà se gli Alassini “nascituri”, con l’entrante abilità professionale specifica basata sulla buona conoscenza, i “Know How” del loro momento, saranno ancora esaltati dall’intramontabile voglia ligure di vivere... à la belle etoile, e sapranno, finalmente, concretizzare il sogno dell’antico donatore? Oppure, (per gli Alassini già iscritti alla Scuola Materna probabilmente è più realistico), copiando dai Cinesi, instaureranno sul Monte Bignone “una Pala Eolica” (fonte di energia primaria che può essere utilizzata senza limitazione e non inquina) per fornire energia elettrica alla loro Città e ritrovarsi “grandi” in un Paese che è riuscito a superare la “Crisi economico-finanziaria” in cui si era immerso (suo malgrado...) già… dall’anno 2008...? CAMMINANDO… mi sono ritornate in mente le recenti affermazioni di un Politico della Provincia sulla “possibilità” di dar vita ad Alassio alle famose, “Ronde”. (Per quel che conta...) Devo dire che mi trovo perfettamente in sintonia con il nuovo “credo”, anche perché prediligo le componenti Territoriali che mi hanno formato e senza le quali mi sentirei nudo e vergognoso. Con un servizio di sorveglianza espletato da “Volontari Civici”, come il nuovo Sindaco di Ventimiglia ha chiamato le famose “ronde”, ad Alassio si potrebbero mettere in atto delle vere e proprie strategie “low cost” per la tutela del Paesaggio, dell’Ambiente, della Cultura che potrebbero far risparmiare “Milioni”; o guadagnarli nel senso di non pagarli sotto forma di “imposte” o “tasse” (parlo di quei “miliuni” tanto cari a Aldo Fabrizi vulgo “Malena”, personaggio ancor vivente anche se sconosciuto ai più…) e addirittura, apportando un contributo immenso al benessere comune. Distinguerei, intanto, con pettorine di colore diverso (proprio come nelle rappresentazioni cinematografiche dove “Gianni e Pinotto” giocavano a far la guerra, che al “Vittoria” (non c’è più purtroppo…) cominciavano alle ore 14.30) con compiti di sor- veglianza per la sicurezza. Faccio un esempio: ai volontari in pettorina “blu” assegnerei il compito di sorvegliare le nostre Acque litoranee, i fondali sabbiosi, le correnti marine. Ho letto recentemente sul giornale “La Stampa” del 9/9/09: «La Posidonia è in forte crescita nel mare tra Spotorno e Noli-. La verifica delle condizioni dei fondali e delle spiagge coordinata dai Comuni di Spotorno e Noli e da Operatori economici locali è stata effettuata dal Gruppo Sportivo Olimpia Sub e dall’Associazione di Pesca Sportiva “La Spotornese”...» Recitava, ancora, l’articolo: «È stata una piacevole sorpresa che ci rassicura, dice Paolo Capucciati, sullo stato di salute della Prateria di Posidonia Oceanica, unica vera barriera contro l’erosione...». A tal proposito, uno dei pochi bagnini che “parlano ancora la lingua madre”, recentemente mi ha chiesto: «Si può piantare la Posidonia?» E alla mia positiva risposta, ha continuato: «Perché non lo scrivi...». Papei Bagnai... P.s.: da un punto di vista geografico (Morfologico?) Noli e Spotorno sono la copia di Laigueglia e Alassio. (Solo… non hanno il Malena...) CAMMINANDO… continuo a riflettere sulle “Ronde”... e mi viene in mente il “Tango delle Capinere” tanto caro ai nostri antichi “bevideri” di “Camminitu” e di “Portupigoggiu” che… a mezzanotte andavano.... (Ma dove?). Quei tempi pensavo che la “Bevidda” che si prendeva a Buenos Aires fosse una specie di Macumba, di Sortilegio, di Filtro Magico... e mi sono fatto una opinione a tal proposito solo quando ho “tuccau cun man 000”. Ma, continuando a pensare “ai Miliuni du Malenottu”, passando per la spiaggia, indossando una pettorina gialla i “volontari Civici” potrebbero, per la sicurezza di tutti, rilevare quei campioni di “stracqui”, di materiale spiaggiato, che analizzati, conformemente agli intenti dell’organizzazione RAMOGE che da anni è sostenuta dai Governi di Francia,Monaco e Italia, porterebbero alla provenienza, localizzazione e l’origine dell’inquinamento (Schiume bianche e puzzolenti (Sic!), ecc. ecc. ecc.). Che grande ventata di sicurezza e che incremento per la Salute pubblica ed il Turismo...! Gli uomini in “pettorina gialla”, inoltre, potrebbero con un semplice telefonino comunicare giornalmente con i (due?) pescatori professionisti alassini e conoscere la “corrente litoranea” che interessa le nostre acque; dando vita così allo “studio” di quelle “correnti costiere”, tanto utili per evitare di dover sperare nei Miliuni del Malena per pagare le opere di ripascimento... di quella che fino ad ieri era la spiaggia di Alassio. CAMMINANDO… mi sono posto questa domanda: «Se ci fossero, dei ‘volontari civici’ con la pettorina color verde, quale sarebbe la loro zona operativa?». Mi sono fermato un minuto in “Piazzetta” e ho passato la domanda all’unico vero esperto che conosco. Ecco la sua risposta «de d’autu a aferrovia... de sutta Verde u nughe n’è ciù...». Venerdì 16 Ottobre 2009 11 «L'ALASSINO» LIBRI-RIVISTE-VHS-CD Gettarli dispiace, però il posto che occupano serve. Che fare? Lasciali sui tavoli posti nella “Galleria C. Chaplin”. Chi li prenderà lascerà un’offerta a favore A.I.R.C. dell’ Recuperi spazio, procuri piacere ad altri e aiuti la ricerca sul cancro. Associazione Volontari Baia del Sole LUTTI CITTADINI, NECROLOGI, ANNIVERSARI MARIA ADELE LUGLI IN MASSAFERRO A Pietra Ligure, il 1° settembre u.sc., è deceduta MARIA ADELE LUGLI MASSAFERRO, all’età di 69 anni dopo una vita dedicata alla famiglia ed apprezzata da quanti la conobbero. Al figlio, Rev. Luciano, parroco della Parrocchia di San Vincenzo Ferreri, giungano le condoglianze di tutti i Parrocchiani e dell’Associazione Vecchia Alassio. GINO GIUGNI DON GIOVANNI BATTISTA PORCELLA Caro Piero, è già trascorso un anno da quando sei volato via, ma nel nostro cuore e nella nostra mente nulla potrà allontanarti da noi. Ci manchi tanto. Un bacio da tua moglie Adele e da tutti i tuoi cari. UN UOMO, UN AMICO, UN PRETE GRAZIELLA BARBERO Il sei ottobre dello scorso anno la comunità di Moglio e Alassio tutta, si univano nel cordoglio per la dipartita di Don Giovanni Battista Porcella che fu uomo retto, amico di tutti, prete e pastore integerrimo. Malgrado sia passato già un anno, i suoi insegnamenti, la sua generosità e il suo esempio anche nella sopportazione del dolore sono sempre vivi nel cuore di quanti ebbero l’opportunità di conoscerlo. Sperando che da lassù guardi sempre a noi con benevolenza paterna, queste poche righe siano segno del nostro ricordo e della nostra riconoscenza. Ciao dolcissima sposa, mamma e nonna. È già passato un anno da quando ci hai lasciati. Te ne sei andata improvvisamente, lasciandoci sgomenti, impietriti nel nostro immenso dolore. Ci sembra di vederti tornare da un momento all’altro, invece sei lassù. Francesca ed Alessandra guardano il cielo stellato e cercano la loro stella: “La nonna ci guarda da lassù e ci protegge”. Sei stata per noi una guida insostituibile. Instancabile, sincera, generosa con tutti e sempre pronta a dare, sempre sorridente, onesta, sensibile. Vogliamo ricordarti cosi con il tuo bel sorriso e con la tua dolcezza. Ringraziamo il Signore per il tempo che ci ha permesso di vivere con te. Ci hai insegnato il cammino con i tuoi saggi consigli. Grazie. La Comunità Parrocchiale di Moglio È scomparso a 82 anni il 4 ottobre a Roma GINO GIUGNI – Ex ministro del lavoro, giornalista riformatore, studioso e uomo di assoluta coerente integrità. Era nato a Genova il 5 Agosto 1927, considerato padre storico dello statuto del lavoro. L’Associazione Vecchia Alassio porge le condoglianze alla moglie signora Laura, ai due figli e alla nuora Marcella Fiore, nostra concittadina. PIETRO ROSETTA (PIERO) Anniversari MESE DI SETTEMBRE 2009 BONDIOLI Adriano FISCHER Erica LUGLI Maria SILENZI Floriana Eva SITARI Antonio VANO Rosa Angela anni 71 anni 65 anni 69 anni 37 anni 60 anni 85 L’A.V.A. da queste colonne esprime ancora una volta le più sentite condoglianze ai loro famigliari. I tuoi cari La Santa Messa di suffragio sarà celebrata domenica 1 novembre alle ore 10.30 presso la Chiesa di S. Maria Immacolata (Frati Cappuccini). 12 «L'ALASSINO» Venerdì 16 Ottobre 2009 NOZZE DI DIAMANTE Meteorologia Alassina a cura dell'Osservatorio Don Bosco I Fiori di Bach SETTEMBRE 2009 a cura di Caterina Maggi …..e siamo arrivati ad analizzare il quarto gruppo. PER CHI È SOLO WATER VIOLET IMPATIENS HEATHER -Ricordo che le parole tra le virgolette sono l’indicazione del dottor Bach WATER VIOLET Hottonia palustris (Violetta d’acqua) “Per coloro che in salute o nella malattia amano restare da soli. Persone molto tranquille, che si muovono intorno senza disturbare, parlano poco ed in modo gentile. Molto indipendenti, capaci e fiduciosi nei propri mezzi. Sono quasi totalmente liberi dalle opinioni degli altri. Se ne stanno in disparte, vivono da soli e se ne vanno per la loro strada. Spesso sono intelligenti e dotati. La loro tranquillità e calma sono una benedizione per coloro che stanno loro attorno” Ecco una persona dignitosa, distaccata, affascinante con quell'aria di mistero che sa sapientemente tessere attorno a sé, estremamente rispettoso si muove con grande delicatezza, capace di ascoltare ma non di parlare di sé, difficilmente esprime un opinione o prende posizioni. in tutti i modi evita accuratamente le discussioni e i litigi. Water Violet fa fatica ad esprimere i propri sentimenti e le persone che lo amano soffrono per la mancanza di affetto manifesto. il grande problema di water violet è quello di essere murato dentro la sua stessa solitudine che inizialmente tanto cercava. Una grande e luminosa “stella” brilla nel firmamento di Alassio…le nozze di diamante (60 anni!) di Laura e Tarquinio Ghisalberti…a cui porgono gli auguri più belli amici, parenti e i Soci A.V.A. W. PADRE TOMMASO IMPATIENS Impatiens glandulifera (balsamio) “Per coloro che sono veloci nel pensiero e nell’azione e che vogliono che ogni cosa sia fatta senza esitazione o ritardo. Quando sono malati sono ansiosi di ristabilirsi alla svelta. Trovano molto difficile essere pazienti con le persone lente, perché pensano che ciò sia un errore e una perdita di tempo, e tentano in tutti i modi di rendere queste persone più veloci. Spesso preferiscono lavorare e pensare da soli, così da poter fare ogni cosa alla loro velocità”. Le persone che hanno bisogno di Impatiens hanno la tendenza a correre più velocemente del flusso della vita, negandosi in questo modo il piacere immergersi totalmente in essa, anche se possono sembrare molto impegnate e indaffarate. Una loro frase tipica è “perdo più tempo a spiegartelo che a farlo da me!”, tendendo a diventare piuttosto antipatici, soprattutto quando siano dei “superiori” (capiufficio, insegnanti, eccetera). Queste persone, per la loro fretta, tendono a tralasciare gli scambi più delicati e sottili che avvengono con le altre persone; inoltre questi individui sono portati ad un invecchiamento precoce perché tendono a “bruciarsi” con la loro fretta. Impatiens insegna all’individuo a fluire col ritmo della vita, a fissare l’attenzione e ad approfondire il respiro, divenendo più recettivi. HEATHER Calunna vulgaris (brugo) “Per coloro che sono sempre alla ricerca della compagnia di chiunque sia disponibile, perché trovano necessario parlare dei loro affari con gli altri, qualunque sia l’argomento. Essi sono molto infelici se devono restare da soli per un certo tempo”. I tipi HEATHER esprimono in modo velocissimo, sembra quasi abbiano paura di non dire tutto quello che intendono dire. Attraverso le parole, Heather scarica tutta l'ansia che ha dentro sé distinguendosi per la grande abilità nel manipolare la situazione in modo da essere perennemente al centro dell'attenzione. Il vero problema di Heather è la dipendenza affettiva. Bach lo ha definito: “the need child” cioè il bambino bisognoso che necessita di cure e di continue attenzioni; e poiché la sua è un'autentica fame d’affetto spesso si traduce in un reale desiderio di cibo. continua Ecco l’autunno astronomico! Alle ore 21,18 del 22 settembre la nostra Terra nel suo moto di rivoluzione si trovava sul punto di intersezione tra il piano dell’eclettica e il piano equatoriale: punto equinoziale. Tutta la Terra godeva di 12 ore di sole e 12 ore di notte. Il sole sorgeva al Polo Sud, tramontava al Polo Nord, dando inizio qui alla lunga notte. Per noi, alla nostra latitudine, vi è, dal giorno successivo, una graduale diminuzione delle ore di sole sopra il nostro orizzonte: già il 30 settembre si calcolavano 11 ore e 47 primi. Arriveremo al minimo di 9 ore e pochi minuti in dicembre. Ecco ora il nostro autunno meteorologico! 20 giorni sereni; 3 giorni coperti. Una media di 8,2 ore di limpido sole ogni giorno. Basterebbero questi pochi dati per fare un giudizio sul tempo in settembre. Ma vediamo tutto con ordine. Pressione media mensile: 760,1 mmHg Temperatura media mensile: 24,6 °C; le medie decadali: 26,2 °C nella prima; 23,1 °C nella seconda; e 24,6 °C nell’ultima. Il giorno più caldo il primo di settembre con quasi 28°C di media: il più fresco, il giorno 16 con 20,0 °C di media. Umidità media, 54%: le medie decadali: 50% nella prima: 60% nella seconda: 52% nella terza decade. Il giorno più umido con l’88% è in data 18. Precipitazioni totali: 63,6 millimetri, così distribuiti: 62,6 mm nella seconda decade e 1,0 mm nella terza. Il giorno più piovoso con 39,8 mm, è in data 16 settembre. Eliofania totale: 245,7 ore di limpido sole! Come già indicato prima: 8,2 ore di sole al giorno! Ecco le medie decadali: 9,6 ore nella prima decade; 5,9 ore nella seconda; 9,1 ore nell’ultima decade. Come si vede, risulta penalizzata la seconda decade, sia per la pioggia, sia per l’eliofania. Infatti gli unici tre giorni coperti sono della seconda decade: il giorno 16, il 18 e il 20. Ho voluto concludere questa sintesi presentando il lato meno positivo di questo meraviglioso mese, anche per ricordarci che non possiamo pretendere tutto e sempre secondo i nostri capricci: godiamo ciò che la Natura ci offre nella sua saggia varietà. Il Direttore dell’Osservatorio Prof. Don Natale Tedoldi Con grande partecipazione di fedeli, religiosi e autorità locali è stato festeggiato, domenica 27 settembre, nella chiesa di S. Maria Immacolata dei Frati Cappuccini, Padre Tommaso Losacco per i suoi 45 anni di Ordinazione Sacerdotale. Oltre l’omelia di Padre Walter Parroco, parole di elogio e ringraziamento sono state pronunciate dal Sindaco Arch. Marco Melgrati a nome dell’Amministrazione tutta, per l’attività svolta da Padre Tommaso nei 37 anni di permanenza ad Alassio presso il convento di Borgo Coscia. La solenne S. Messa è stata animata dalla Corale S. Francesco diretta da Fra Remo, con accompagnamento all’organo dei M.o Mauro Borri. (FOTO ROMANISIO) Gli articoli e le lettere devono pervenire alla Redazione entro la fine di ogni mese per la pubblicazione ne «L’Alassino» del mese successivo. A.V.A. «Questo periodico è aperto a tutti quanti desiderino collaborarvi ai sensi dell’art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana che così dispone: “Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione”. La pubblicazione degli scritti è subordinata all’insindacabile giudizio della Redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di collaborazione con le testate e, quindi, deve intendersi prestata a titolo gratuito. Notizie, articoli, fotografie, composizioni artistiche e materiali redazionali inviati al giornale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti». DIREZIONE: Cons. Dirett. A.V.A. RESPONS.: Emanuele Aicardi EDITORE: A.V.A. 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