Cittadini e spazio pubblico

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Cittadini e spazio pubblico
Cittadini e spazio pubblico
Le metropoli tendono a ridursi sempre più al rango di città lavorative, gli spazi pubblici
sono esigui o quantomeno poco attrattivi. Un’apologia dell’architettura del paesaggio
negli spazi pubblici sensibile alle necessità dell’individuo.
di Veronika Reiner
L’architetto svizzero Dieter Kienast, riferendosi alla sensibile
diminuzione di spazi pubblici nelle città, ha dichiarato la
morte della “res publica“, nel senso di “cosa pubblica”: la città
sta subendo un degrado trasformandosi in mero luogo di
lavoro; l’onnipresente mobilità ha finito per inghiottire lo
spazio pubblico; “il terreno fertile, sul quale la comunità
avrebbe potuto prosperare, è inaridito, mentre il culto
dell’intimità torna con forza primitiva”.(1) Per molte
amministrazioni comunali, così come per certi committenti
privati, lo spazio pubblico è diventato un tema di grande
attualità: la piazza, quale occasione di incontro sociale, deve
tornare ad essere un luogo di comunicazione, il parco
dev’essere percepito come una preziosa area cittadina
dedicata al riposo e alla ricreazione, la stra da dev’essere
valorizzata e resa fruibile e vivibile per i pedoni. Per l’architettura del paesaggio, una disciplina
ancora piuttosto sconosciuta in Alto Adige, la realizzazione di spazi pubblici aperti rappresenta un
obiettivo prioritario e una sfida di grande attualità. I possibili interventi riguardano la creazione di
spazi aperti e flessibili, che permettano da un lato la versatilità del loro utilizzo e dall’altro anche
una certa stabilità nel tempo, in modo da poter rispondere alle esigenze future. L’idea è quella di
creare una struttura spaziale di base che si adatti a molteplici contenuti, eventi e programmi. I
progetti europei, sviluppati sulla scorta della recente evoluzione dell’architettura del paesaggio,
rispondono a questi canoni. Nonostante gli spazi siano stati realizzati per incarichi di progettazione
molto diversi tra loro e si differenzino quindi quanto ad approccio e concezione, presentano
comunque un aspetto comune essenziale: l’immediata accettazione da parte della popolazione; il
segno più evidente e univoco di una progettazione riuscita e dell’identificazione dell’individuo con i
“suoi” spazi.
[ Pic-nic davanti al Parlamento ] Per la realizzazione di “Platz der Republik” a Berlino
l’intenzione del progettista era di creare in questo luogo, tanto rappresentativo per la memoria
storica della città, un areale emblematico che fosse però, allo stesso tempo, uno spazio pubblico
fruibile in modo versatile e che contemporaneamente esprimesse un grande valore simbolico. Il
principio che ha ispirato Cornelia Müller e Jan Wehberg dello studio berlinese Lützow 7, secondo cui
“di meno è di più“, si rispecchia nell’esplicita ampiezza nonchè nella chiarezza della piazza. Unici
elementi di allestimento sono piattaforme pedonali, prati e siepi potate. Di fronte all’edificio del
Reichstag la piazza si apre in uno spazio aperto fortificato che, attraverso il susseguirsi di strisce
lastricate alternate a strisce di prato, diviene mano a mano un’ampia superficie erbosa.
Lateralmente le siepi, in posizione simmetrica rispetto all’edificio, delimitano la piazza allungata,
ponendo allo stesso tempo in risalto l’ampia distesa erbosa. Per i berlinesi, ma non solo per loro,
Platz der Republik è divenuto un nodo della rete di attività culturali della città, oltre che un
palcoscenico della vita pubblica cittadina. Non è indispensabile il bel tempo per attirare in questa
piazza centinaia di persone per fare un pic-nic, rilassarsi o giocare a calcio. La piazza è il simbolo
della simbiosi tra rappresentazione dello Stato e pubblica democrazia.
[ Giardino urbano ] Nei pressi della trafficatissima strada che porta da Ginevra alla città francese
di Annemasse, lo studio parigino Agence Ter (Olivier Philippe, Michel Hoessler, Henri Bava) ha
realizzato, con il progetto Floor Works, una piazza, o meglio, un giardino urbano molto particolare.
Elemento caratteristico è l’acciaio Corten arrugginito tra filari di piante, che copre il suolo in ampie
fasce, si piega ai bordi, erigendosi in altezza e assumendo la forma di una sedia o di un sottile
albero danzante. Tra le strisce d’acciaio spuntano erba e cespugli ricchi di fiori; per creare armonia
con l’acciaio sono stati scelti aceri dalle tinte rosse e autunnali. Il giardino è tagliato
trasversalmente da una via aperta in ardesia nera. Il parco, che si presenta come un complesso
unico, ha tre proprietari: l’imprenditore dell’edificio adiacente, il comune di Ginevra e i confinanti,
che si spartiscono la via pubblica. Durante la notte le teste delle figure a forma di albero vengono
illuminate da fasci di luce, provenienti dalla pavimentazione, che creano un suggestivo gioco di luci.
[ A nuoto nella City ] Al pari di molte altre città, anche il Comune di Zurigo mirava alla
valorizzazione delle sponde del fiume Limmat come spazio aperto pubblico. Questa lingua di terra
argillosa, un tempo area ferroviaria, per molti anni è stata tea tro di traffici di droga. Già da un
decennio è iniziato un processo di riconversione della zona attraverso la realizzazione di superfici
dedicate al relax, allo sport, nonchè all’offerta di un piccolo assortimento gastronomico. Oggi
quest’area cittadina è molto amata: ci si ritrova lungo il fiume Limmat per nuotare, prendere il sole
o mangiare. Gli architetti del paesaggio Rotzler Krebs & Partner hanno trasformato questa
realizzazione provvisoria in una struttura definitiva, attuando misure d’intervento a impatto ridotto:
elementi già sperimentati, quali il prato, le panche in legno e il campo da beach volley, non sono
stati toccati; l’offerta gastronomica è stata migliorata, così come l’accesso al fiume, attraverso
grandi scalini sui quali è anche piacevole sedersi. Inoltre, nel corso degli anni, sulla ghiaia dei binari
è cresciuta una nutrita popolazione di lucertole che vanno tutelate. Le superfici ghiaiose e parte
delle rovine dei vecchi edifici non sono state toccate, di- venendo in tal modo un vero e proprio
habitat per le lucertole; unico intervento in quest’area è stato l’impianto di altri alberi di betulla.
Una simbiosi perfetta di tutela della natura e del benessere umano di cui le sponde del fiume
Limmat sono un esempio eccellente, come dimostrato dalla convivenza dei due gruppi di utenti: i
cittadini e le lucertole.
[ Una zona relax tra le piste di atterraggio ] Il campo di atterraggio Maurice Rose (MauriceRose-Airfield) può essere considerato anche sotto l’aspetto della tutela naturale. Lo spazio
realizzato dagli architetti del paesaggio di Kassel Gnüchtel e Triebswetter (GTL) si trova a Nord di
Francoforte, nei pressi di Bonames, nell’area di Niddaauen sotto tutela paesaggistica. Fino al 1992
la superficie è stata utilizzata come base di atterraggio per gli elicotteri militari americani. Tuttavia,
dopo lo smantellamento delle relative strutture, uomo e animali sono entrati subito in possesso
dell’area: le piste di atterraggio sono diventate superfici perfette da percorrere con la bicicletta e lo
skate- board, gli hangar hanno ospitato un’iniziativa per disoccupati, ovunque è stato permesso
fare grigliate a cielo aperto, mentre le zone marginali dell’areale si sono trasformate in preziosi
habitat ricchi di fauna e flora. Durante la fase di progettazione è stato tenuto conto di questi
aspetti; inoltre, in qualità di committente, la città di Francoforte ha voluto che i costi di
realizzazione e di manutenzione restassero contenuti. I progettisti hanno rispettato questa
condizione basando il loro progetto sul recupero di quanto già esisteva. Le superfici di asfalto sono
state in gran parte smantellate, ricavando così il materiale per gli interventi nel parco: i resti di
asfalto e cemento, in frammenti più o meno grandi, costituiscono oggi un paesaggio di zolle o un
mare di pietre; le strade che conducono attraverso il parco sono state realizzate con macerie e
calcinacci; alcune lastre di cemento accatastate sono diventate sedute e punti panoramici di
osservazione. La pista di atterraggio è rimasta intatta per il pattinaggio a rotelle; la torre di
controllo è stata trasformata in un bar. In un modo del tutto non convenzionale sono nate in
quest’area strutture molto diverse fra loro, che si sviluppano dinamicamente grazie
all’appropriazione congiunta da parte dell’uomo, del regno animale e vegetale.
[ Un parco giochi nel parcheggio ] Il progetto Spielparkplatz Flämingstrasse a Berlino-Marzahn
riguardava la realizzazione di un parcheggio polifunzionale. Nella popolosa zona residenziale
caratterizzata da prefabbricati, l’architetto del paesaggio Gabriele Kiefer ha realizzato, in
collaborazione con il collega Martin Rein-Cano, lo spazio aperto per le case a basso consumo
energetico con un progetto assolutamente semplice e risultato da una combinazione variopinta tra
parcheggio e parco giochi: linee rosse e gialle sopra una superficie d’asfalto blu delimitano sia i
parcheggi per le automobili che le aree per gli sport da strada, il campo di pallavolo e gli altri spazi
per il gioco. Grazie al regolamento previsto dal contratto di affitto, la superficie può essere
utilizzata per scopi molto diversi, per esempio per il gioco durante il giorno e come parcheggio
durante la notte.
[ Comune denominatore ] Una caratteristica comune degli spazi aperti sopra descritti è la loro
forte caratterizzazione locale. Il potenziale e le qualità dei vari luoghi sono stati accuratamente
analizzati e il risultato di tali studi è stato determinante in fase di progettazione. In questo modo
sono sorti spazi pubblici inconfondibili e unici, con un alto potere di coinvolgimento e
d’identificazione. Anche in Alto Adige gli spazi pubblici, con le loro particolarità paesaggistiche e
naturali, possono divenire importanti nodi della vita sociale locale grazie a una progettazione
mirata.
[DZ]
Bibliografia:
(1) Kienast: Die Gestalt des öffentlichen Raumes, in: Die Poetik des Gartens, Basel 2002
› L’autrice
Veronika Reiner si è laureata in pianificazione e architettura del paesaggio presso l’università BOKU
e la Technische Universität di Vienna; dal 2002 è socio dello studio “freilich“ a Merano, con i
colleghi progettisti Karin Elzenbaumer e Sebastian Gretzer. Si occupa di attività di progettazione
nell’ambito della pianificazione degli spazi aperti e del paesaggio, partecipa a concorsi internazionali
ed è membro fondatore della LAS – Architettura del paesaggio in Alto Adige.