oltre la mappa - Istituto Comprensivo Statale di Recale
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oltre la mappa - Istituto Comprensivo Statale di Recale
Ufficio Scolastico Regionale per la Campania Ufficio Territoriale XIV – Caserta Istituto Comprensivo Statale di Recale Scuola dell’Infanzia- Primaria- Secondaria di I° Grado Viale Europa, 3 – 81020 Recale (Ce) M.I.U.R. OLTRE LA MAPPA ….. Le informazioni raccolte dagli alunni sono qui raccolte e corredate da altre illustrazioni non riportate nella mappa. 1. STORIA DI RECALE A cura degli alunni della Secondaria di primo grado Recale sorge ai limiti della pianura Campana, molto fertile perché è protetta dai monti Tifatini. Situato solo a qualche km dal capoluogo di provincia, il comune presenta il suo caratteristico territorio che è di particolare interesse ambientale e paesaggistico ed è spesso dominato da filari di pini secolari. Il nucleo urbano recalese ricalca la “centuriatio” romana, cioè la divisione del territorio in un sistema di assi ortogonali. La centuriazione presso i romani era un metodo di delimitazione e di suddivisione di un terreno; si suddivideva il terreno in quattro zone mediante due assi (il cardine e il decumano massimi) che costituivano le due strade principali, poi ogni zona veniva suddivisa in lotti (pezzi) minori con una serie di linee di confine e di strade parallele a quelle principali. L’ estensione di ogni appezzamento era di una centuria (unità di superficie pari a circa 5000 mq). Recale si è sviluppata inizialmente (la cittadella) lungo l’asse nord-sud (cardine) della via consolare Appia Antica; quindi sull’asse est-ovest ( decumano). L’ intersezione dei due assi ha definito “Piazza Matteotti” e da lì si dipartono le quattro strade principali via “G.Marconi”, via “Municipio”, via “Roma” e via “S.S. Salvatore”. Origine del nome Sono state formulate diverse teorie tra le quali ricordiamo quella del “Poggio erculaneo”, della “donna Regale”, del “Rio Clanio” e del “Re cala”. Le due teorie del “poggio erculaneo” e della “donna Regale” vengono elaborate nella seconda metà del XVIII sec. da un Giudice di Marcianise che si era rifatto ad alcuni documenti dello storico Mazzocchi (anno 1500) che fa derivare il nome Recale dalla presenza in questo territorio in un poggio detto “Erculaneo” che poi diventa “Eracle” ed infine Recale. Sempre lo stesso Giudice porta avanti un’altra teoria secondo la quale questo territorio ha acquisito tale nome da qualche ricca Nobildonna Longobarda chiamata Regale che si era trasferita in questo territorio con tutta la sua corte; a dare valore a questa tesi viene il fatto che con il tempo a Recale molte donne si chiamassero Regale. Altre testimonianze fanno risalire il nome del paese dal “Rio Clanio”, un torrente, che scendeva dai monti Tifatini e toccando le mura della “torre” proseguiva per Capodrise, Marcianise e sboccava nel fiume Clanio. Dal nome Clanio deriverebbe originariamente il nome Riclanius trasformato in Riclari quindi in Recali ed infine Recale. Un’altra interessante teoria fa derivare il nome Recale da “il Re Cala”, indicando quando il Sovrano, della vicina città di Caserta, scendesse verso questo territorio. 2. VILLA PORFIDIA I bambini della primaria hanno visitato la Villa ed hanno riportato le impressioni e le informazioni ricevute. “ Oggi, 18 marzo 2013 siamo andati a Villa Porfidia ed abbiamo saputo che alla fine del ‘700 vi vivevano la Duchessa Anna Maria Suardo di Bovino con il marito, consigliere del Re Ferdinando IV di Borbone. La Torre invece era stata costruita nel 1500. Il giardino è una riproduzione in miniatura di quello della Reggia di Caserta. La prima parte è detta “ all’italiana” con siepi di forma geometrica, mentre poi vi è la parte “ all’inglese” dove vivono piante spontanee. Tra queste piante vi sono rarità botaniche come la Canfora, l’albero di Tulipani, la Sequoia e una collezione di Camelie. Molte piante sono settecentesche, alberi secolari e una specie rara di Camelia, l’Antroviolacea. Appena entrati vi è un vialetto con due tassi ed è come un paradiso terrestre:vi sono piante in quantità: rose, camelie, bellissimi fiori viola dell’Antroviolacea. Sembra quasi un labirinto perché dappertutto vi sono viali identici, tranne uno in cui vi sono piante simili ad ombrelli verdi.C’è anche una fontana in disuso da più o meno 6 anni. In fondo al viale si può intravedere una specie di tempio antico piccolissimo, una barca. Prima di uscire dal giardino e dalla torre si possono notare 4 torrette di guardia e 2 torri collegate tra loro con un ponte di pietra. Vicino alla villa fu costruita una chiesetta, ora in disuso, dove sono state trovate tombe di monaci. I turisti che visitano questa bellezza sono soprattutto inglesi e francesi. Nella torre ci sono anche molti animali che vi trovano rifugio, come cani e gatti. La visita è stata molto interessante e il nostro cicerone si chiamava Lucia Porfidia. “ 3. LA FESTA DEL GIGLIO A cura dei ragazzi della Scuola Secondaria Essa è nata all’incirca nel 1880. Il giglio è un imponente costruzione la cui origine si fa risalire all’usanza dei primi cristiani di cospargere di fiori, particolarmente di gigli, le strade che doveva percorrere un loro trionfatore che tornava da una missione o dall’esilio. Sembra che quando S.Antimo dall’Asia fece ritorno a Roma abbia attraversato una strada coperta di gigli.Questa usanza di cospargere le strade di fiori ricominciò a ripetersi ogni anno nella data del glorioso ritorno di S.Antimo. Successivamente le strade non venivano più ricoperte da gigli ma i fedeli,in onore del Santo costruivano delle aste alle cui estremità venivano posti dei gigli. Col passare del tempo anche questa usanza fu abolita e si iniziò a costruire una macchina in legno, su cui i fedeli collocavano il Santo. Questa macchina è stata sempre più perfezionata, per cui oggi ha assunto la definitiva forma piramidale a base quadrata: di lato 3,50 e di altezza m. 27. Il giglio viene rinnovato ogni quattro anni; all’altezza di 3 m su un’apposita base del giglio viene collocata la statua del Santo, nella domenica della sua festa. Di preciso non si sa come e quando il giglio sia stato introdotto a Recale; gli anziani recalesi dicono che da principio lo preparava un recalese chiamato “Mastù Titto cioè il sarto Giovanni Battista. Dopo Mastù Titto il giglio fu costruito dal Signor Francesco Ganso da Pucciniello (1887). Dal 1946 il giglio fu costruito dalla ditta Tudisco da Nola. Esso viene portato a spalla dai giovani di Recale alla cadenza di una caratteristica tarantella composta dal maestro Luigi Salzano. 4. QUEI NOMI.. PERCHÉ?? Gli alunni della primaria hanno ricercato l’origine di nomi attribuiti a zone del paese. BARACCONE : dove attualmente c’è il ponte dell’autostrada, una volta c’era una baracca dove i contadini si fermavano per il ristoro, a base di trippa, anguille, baccalà fritto e vino. CENTIMOLO : struttura che serviva a tirare l’acqua dal pozzo, utilizzata poi per lavare la verdura in grandi vasche. Di qui il termine venne trasferito al punto di vendita di frutta e verdura, situato in Via S. Salvatore. CITTADELLA : si riferisce alla struttura delle case, racchiuse e distribuite in modo da formare una piccola città a sé stante. Questa zona è il nucleo abitativo più antico di Recale situato in Via Savoia. MACELLO : punto in cui esisteva il mattatoio comunale, dove ora è stato creato un piccolo parco giochi, tra Via Toti e Via Cavour. PIGNA : era caratterizzata da alti e secolari pini dalle chiome rotonde, per le pigne che cadevano dagli alberi, situata in Via Andolfato. PISCINA : il nome è riferito alla presenza di antiche vasche destinate alla raccolta dell’acqua piovana che scendeva dalla zona alta di Recale, situata in via Gibuti. 5. FESTE E RICETTE TRADIZIONALI A cura degli alunni della secondaria di primo grado La festa di S. Antonio abate viene festeggiata animali e del raccolto. La festa prevede tradizionalmente come protettore degli quindi la benedizione degli animali, i balli intorno al fuoco dei falò propiziatori al ritmo della “tammorra” e i fuochi d’artificio tradizionali. Ai partecipanti viene offerto buon vino paesano e una porzione rinforzata della “ panorra” . “’A PANORRA”, un piatto gustosissimo, di antica tradizione contadina, è preparato con pane raffermo, fagioli, cime di rapa e l’aggiunta di salsiccia. Riportiamo di seguito il procedimento: In una padella si friggono in olio di oliva i peperoni rotondi messi in autunno sotto aceto (A Natale sono pronti), quindi si tolgono dall’olio, si salano e si mettono da parte. Nell’olio della frittura dei peperoni si soffriggono I broccoletti (cime di rapa) già lessati. quindi si aggiungono I fagioli (lessati A parte) e si fanno andare per un po’ fagioli e broccoletti assieme. Si aggiunge un po’ di sale e di acqua (o meglio l’acqua di cottura dei fagioli). Nel frattempo si prepara il pane che si mischia ai fagioli ed ai broccoletti. Si gira finché si assorbe tutta l’acqua. Quando l’acqua è stata assorbita si aggiungono sopra I peperoni. Si copre con un coperchio e si lascia riposare. Si mangia "riposata" (non troppo calda), accompagnata da vino rosso. Da alcuni anni si tiene a Recale anche la “Sagra della pannocchia “in cui si propongono le pannocchie cotte in tutti i modi, secondo un’antica tradizione. 6. Recale com’era: Intervista ad un anziano recalese Un gruppo di alunne ha intervistato il sig. Antimo, di 73 anni, che ha parlato loro dei cambiamenti di Recale nel corso del tempo. “ Domanda: Recale nel tempo ha subito molte trasformazioni; quale cambiamento la ha colpito di più? Risposta: Recale ha cambiato molto aspetto rispetto a quando avevo la vostra età. Tra le cose che più ricordo con piacere è il “trafone”! D. Che cosa era questo trafone? R. Era un canale raccoglitore dell’acqua piovana della zona. D. Quale zona attraversava? R. Partiva dalla Torre e attraversava Viale dei Pini. D. Ha qualche ricordo particolare del trafone? R. Si, ho un ricordo bellissimo perché nel periodo estivo il trafone si essiccava e noi ragazzi, lo attraversavamo, noncuranti del pericolo, e ci nascondevamo per giocarci. D. Esiste ancora questo trafone? R. In un certo senso esiste ancora perché dove era il trafone negli anni ’70 è stato costruito un canale fognario in cemento all’avanguardia. D. Grazie per la sua disponibilità. R. Grazie a voi che mi avete fatto rivivere quei momenti come se fosse ieri. Spero che in futuro ci possano essere altre occasioni per potervi raccontare altri episodi della mia giovinezza. “ Gli alunni che hanno partecipato al progetto: Scuola primaria: Ciriello Christian, Di Martino Andrea, Farina Giuseppe , Lombardi Francesca,Perreca Antonio, Renga Anna, Papale Gianluigi, Vanacore Angela Scuola Secondaria di primo grado: III A : Brunga Lorela, Carozza Giusy, Carozza Margherita, Porfidia Erika, Rosato Elena. III C : Gadola Teresa, Moretta Giulia, Russo Enrico, Scalera Samantha III D : Capone Selene, Galatola Mario, Grassi Giuseppe I Docenti : Scuola primaria : Ins. Angela Di Crescenzo Scuola Secondaria di primo grado : Proff. De Cato Assunta e Borrasso Gennaro