Programma MoVimento 5 Stelle Liguria 2015

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Programma MoVimento 5 Stelle Liguria 2015
Programma MoVimento 5 Stelle Liguria 2015
STELLA 4 – AMBIENTE, TERRITORIO ED ENERGIA
Premessa
Ambiente, territorio ed energia: 3 temi che uniti rappresentano il mondo che ci circonda e l’energia
che lo alimenta.
La nostra visione parte da un principio cardine che crediamo valga la pena considerare come
prioritario: la consultazione costante della cittadinanza su ogni tema ambientale, territoriale,
urbanistico ed energetico, così da avere una cittadinanza attiva e una democrazia diretta e
partecipata.
Ma insieme a questo abbiamo fame di nuove idee e di soluzioni avanzate , per cui vogliamo dare
appoggio alla ricerca scientifica, perché la Regione Liguria la sostenga nel miglioramento del
territorio e dell’ambiente in cui viviamo,senza dimenticare che andare in questa direzione
porta anche ad una rinascita economica del territorio ligure.
Valorizzare la ricerca sulle fonti rinnovabili e la gestione intelligente dell'energia (Smart Grid,
Transition Town), ristrutturare le situazioni ormai obsolete sarà una delle nostre priorità in tutta la
regione.
Sostenere la Green economy e la Blue economy vuol dire migliorare l’ambiente producendo un
reddito, riqualificando la piccola e media impresa sul territorio e innescare circoli virtuosi che
abbiano ricadute in tutti i settori economici, non ultimo quello dell'edilizia.
In quest’ottica sarà necessario migliorare la
L.R. 04/2014 ,che istituisce la Banca della Terra
che prevede e permette la creazione di una Banca della Terra per il censimento ed il
successivo affidamento a soggetti terzi delle terre incolte e abbandonate della nostra
regione;questo permetterà il recupero del territorio abbandonato,e porterà reddito alle nuove
attività.
Rendere pienamente accessibile la regione attraverso l'abbattimento delle barriere architettoniche
significherà non solo applicare direttive disattese ormai da troppo tempo, ma anche migliorare
sensibilmente il territorio e la sua fruizione turistica.
Il Piano energetico ambientale regionale (P.E.A.R.) è lo strumento di attuazione della politica
energetica regionale; definisce, nel rispetto degli obiettivi del Protocollo di Kyoto e in accordo con
la pianificazione regionale in materia di inquinamento atmosferico, gli obiettivi regionali di settore
individuando le azioni necessarie per il loro raggiungimento.
Migliorare il Piano Energetico Ambientale 2014-2020 della Regione rendendolo piu’ attinente alla
realta’ regionale e conformandolo con quelle che sono le direttive europee di Horizon 2020,sara’
un nostro impegno ,questo ci permettera’, inoltre,di accedere a diversi contributi europei nel
campo energetico
Il programma del M5S per il governo del territorio si ispira al principio del “suolo bene comune”, e
ha come scopo la sua tutela, valorizzazione e preservazione da ogni speculazione.
Il nostro territorio va tutelato; sempre di più avvengono frane e smottamenti che mettono in
ginocchio l'economia dei nostri cittadini;non si può più stare a guardare ma bisogna intervenire,
occupandoci delle infrastrutture,del patrimonio immobiliare e delle aree verdi,urbane e
suburbane.
Assolutamente necessaria una pianificazione articolata a lungo termine per predisporre al meglio
gli interventi necessari.
Forte e decisa sarà infine la nostra azione per contrastare e prevenire il dissesto idrogeologico; per
la nostra Regione è determinante mettere subito in atto un’insieme coordinato ed organico di
interventi per ripristinare un corretto rapporto tra ambiente e uomo avviando sin da subito
politiche attive e investimenti volte alla prevenzione e alla pianificazione per la gestione del rischio
e la mitigazione dello stesso.
AMBIENTE
Tutela del patrimonio naturale e della biodiversità
Promuovere campagne di informazione e sensibilizzazione per incentivare l'educazione alla tutela
della straordinaria biodiversità del territorio ligure e istituzione di tavoli tecnici aperti alle
associazioni di volontariato, in modo da coordinare e incentivare le azioni di sensibilizzazione
ambientale, promozione e “risanamento” del territorio.
Riforestazione autoctona
Riforestazione del territorio regionale. Definizione di personale appositamente predisposto per il
controllo forestale e del territorio. Creazione di piattaforme di partecipazione virtuali e territoriali
di cittadini per il monitoraggio costante e continuo dello stato di salute del territorio. Accordi
quadro con i Comuni per la rivalutazione del verde pubblico (dove possibile con piante autoctone).
Tutela e controllo nell’ambito regionale delle foreste demaniali affinchè non vi siano abusi
indiscriminati del patrimonio vegetale.
Ripopolamento fauna autoctona
Avviare censimenti e ripopolamenti delle comunità faunistiche autoctone per ripristinare gli antichi
equilibri ecologici e naturali, anche con le attività agricole umane.
Gli arenili
Strategie per la tutela e la “riformazione” degli arenili lungo le coste liguri. Regolamenti
sovracomunali per la gestione degli arenili secondo protocolli unici. Ripristino delle zone dunali.
Apposizione del vincolo di inedificabilità assoluta sui sistemi dunali presenti su tutto il territorio
regionale, individuazione dei sistemi dunali “intaccati” e predisposizione di piani di recupero degli
stessi, previa valutazione di impatto ambientale.
Caccia e Pesca
Tutelare la pesca a km 0 professionale (marina e di acqua dolce) e garantirne la sopravvivenza
futura. Tutela della biodiversità marina.
Per la Caccia è necessario bloccare l’uso indiscriminato a richiami vivi e rispetto delle normative
europee, con l’obiettivo di una limitazione, fatto salvo esigenze di salvaguardia agricola. Riduzione
del periodo venatorio in aree e periodi ben definiti e segnalati.
Piano Forestale Regionale
Utilizzo sostenibile del patrimonio forestale mediante l'attuazione del Piano forestale Regionale, in
cui indicare i principi guida nel settore silvo-pastorale.
Piano Territoriale Paesistico Ambientale
Redazione e adozione di un nuovo Piano Territoriale Paesistico-Ambientale di Area Vasta, che
evidenzi le potenzialità e criticità dislocate sul territorio regionale, tenendo conto degli andamenti
socio-economici-demografici prevedibili, e identifichi in maniera puntuale ed analitica degli ambiti
a diverso grado e condizioni di modificabilità destinabili a differenti tipi d’intervento in relazione
alla linea di sviluppo individuata (turistica- energetica- silvo-pastorale- agricola ecc.).
Pianificazione acustica regionale
Al fine di garantire un innalzamento della qualità ambientale e al fine di tutelare la vita dei cittadini
nell’ambiente urbano ed extraurbano, imposizione di limiti massimi rivisti al ribasso e in funzione
della effettiva percezione per il livelli di db emessi.
Protezione Civile e Guardie Ecologiche volontarie
Valorizzare e potenziare il servizio di "protezione civile" che, come dimostrato dalle recenti
alluvioni, in Liguria risulta di fondamentale importanza; attraverso la Legge Regionale di Protezione
Civile dovrà esserne aumentato il coinvolgimento delle strutture regionali locali.
Controlli sull’ambiente e Agenzia ARPAL
Nei controlli risiedono le fasi di maggior tutela dell’ambiente e per questo motivo devono essere
pianificati e strutturati in maniera adeguata ed efficace.
Il servizio di vigilanza e controllo in prossimità di attività a rischio deve essere permanente ed in
condizioni di eseguire un pronto intervento in caso di segnalazione di fenomeni e pericoli.
I funzionari addetti ai controllo, debbono essere qualificati e possedere la necessaria esperienza,
non debbono aver nessun tipo di rapporto con i soggetti controllati e devono periodicamente
ruotare negli incarichi di sorveglianza e controllo.
Ogni ispezione o controllo deve avvenire a sorpresa, seguire rigidi protocolli che interessino ogni
ramo di attività dell’azienda, il cui esito deve essere nella massima trasparenza reso pubblico.
Eventuali collusioni o omissioni nei controlli debbono essere fermamente rilevate e sanzionate.
Ne consegue la verifica e controllo dell’operato della dirigenza ARPAL in relazione agli obiettivi
designati. Dovranno essere rivisti, in termini di competenze ed efficienza, le attuali figure
dirigenziali (di nomina politica) che operano nell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente
Ligure, in particolare la verifica verterà sui dati forniti, la trasparenza dell'operato, gli studi
effettuati (con accertamento delle responsabilità per quelli non eseguiti).
Promozione dell’autonomia quale organo super partes pubblico con maggiore presenza sul
territorio.
Tecniche di depurazione
Promuovere l'utilizzo, nei casi in cui essa risulta sostenibile , della tecnica di fitodepurazione a valle
dei processi di depurazione, per aumentarne l'efficienza. Dove necessario, promuovere accordi di
accorpamento dei servizi idrici nei piccoli Comuni. Gli impianti di depurazione devono essere resi
più efficienti con l'adozione di processi innovativi, il corretto dimensionamento e la manutenzione
continua degli impianti. L'accorpamento della gestione dei reflui tra Comuni limitrofi consentirebbe
una maggiore efficienza del processo.
I liquami fognari devono essere gestiti e smaltiti attraverso apposita rete fognaria comunale
confluente in un impianto di depurazione che potrà essere comunale o consortile a gestione
pubblica.
Tutti i comuni della regione devono obbligatoriamente utilizzare depuratori così come ogni
fabbricato deve essere allacciato alla rete fognaria, fatto salvo in mancanza di questa, l’impiego di
pozzo asettico o fossa IMHOFF.
Impianti di acque reflue
Impianti di acque reflue: prevedere e controllare che tutti i comuni ne siano dotati, iniziando da
quelli i cui scarichi terminano a mare o nelle falde acquifere. Anche in forma consorziata.
Tutela acqua pubblica
Rispetto della volontà referendaria sull’Acqua Pubblica del 2011. L'acqua deve essere pubblica e
gestita secondo un nuovo modello di pubblico e partecipato. La gestione del servizio idrico deve
essere nell'interesse della collettività e quindi fuori dalle logiche di mercato. Approvazione
immediata della legge regionale di iniziativa popolare LIP per la tutela dell'acqua pubblica e dei
bacini idrografici.
Distribuzione acqua pubblica
Ridurre la dispersione dell’acqua e garantire un servizio pubblico di qualità, investendo sulle
infrastrutture del sistema idrico. Gestione pubblica del servizio idrico. Adeguamento e/o
rinnovamento della rete di distribuzione idrica mal funzionante. L’aumento dell’efficienza è
necessario per diminuire le perdite e gli sprechi di acqua nelle tubature, a loro volta controllate nel
deterioramento del materiale che le compongono.
Sulla tutela degli animali
Regolamentare i criteri di allevamento, esposizione e vendita di animali basata sulla tutela della
loro dignità, salute e benessere.
Vietare l'utilizzo di animali nei circhi in tutto il territorio regionale.
Intervenire sul randagismo, fenomeno in crescita nel nostro territorio, e sul controllo nella gestione
dei canili
Istituire, a livello regionale, di zone correttamente gestite (in particolare le spiagge) in cui sia
possibile l'accesso degli animali da compagnia, e darne informazione anche a fini turistici
Incentivare nei limiti delle competenze regionali in materia, lo studio di metodologie biomediche
che possano andare a sostituirsi alla sperimentazione sugli animali ed obbligo di adozione di quelle
già disponibili convalidate OCVAM e OCSE.
Programma Regionale Rifiuti
Il Movimento 5 Stelle da sempre persegue la strategia rifiuti zero, per risolvere in modo semplice il
problema del consumo dissennato delle risorse naturali, dell’inquinamento e delle malattie che ne
derivano. Le direttive europee e i manuali di buona tecnica impongono una precisa gerarchia nella
prevenzione e gestione dei rifiuti, che comprende al primo posto in ordine di importanza la
prevenzione atta alla riduzione della produzione dei rifiuti, al secondo la preparazione per il
riutilizzo, al terzo il riciclaggio, al quarto le altre forme di recupero e solo in ultimo lo smaltimento
di quanto obiettivamente non recuperabile. Il Movimento 5 Stelle è contrario ad ogni forma di
incenerimento, essendo un metodo oramai superato ed altamente inquinante, come già
impongono le direttive UE.
- Il nostro programma:
- ● Prevenzione
- a. Promozione di iniziative volte alla riduzione della produzione di rifiuti e di scelte di vita
che diminuiscano gli scarti (uso di prodotti alla spina, vuoto a rendere, “incentivazione per
l’installazione di case dell’acqua pubblica”).
- b. Diminuzione della quantità di rifiuti prodotti all’origine (meno impacchettamento).
- c. Agevolazione della progettazione e produzione di prodotti e imballaggi biodegradabili
oltre che riciclabili.
- d. Analisi merceologica del rifiuto secco indifferenziato, per studiare le azioni per la sua
riduzione e per arrivare ad un miglioramento della percentuale di raccolta differenziata anche
attraverso la costituzione di un Ufficio Regionale di Ricerca del Rifiuto.
- e. Disincentivazione alla produzione di prodotti e semilavorati privi di idonea progettazione
al recupero o al riciclo.
- f. Apertura di eco-point diffusi sul territorio ligure per incentivare il riuso degli oggetti e loro
riparazione, tra cui il restauro di mobili, il recupero di vestiti e riparazione di computer e
televisioni con finalità sociali. Riuso di farmaci ospedalieri.
- g. Riconoscimento a commercianti, artigiani e PMI per la realizzazione di impianti o sistemi
che riducano la quantità del conferimento o ne migliorino la qualità.
- h. Istituzione di un numero verde per la segnalazione di presenza di rifiuti pericolosi o
situazioni anomale.
- ● Raccolta differenziata “spinta”, PAP (porta a porta)
- a. Utilizzo di un sistema di raccolta che aumenti la quantità e la qualità del materiale
differenziato, con l’obiettivo di una PROGRESSIVA ELIMINAZIONE della frazione residua con
l’eliminazione graduale dei cassonetti.
- b. Certificazione da parte di un ente terzo della percentuale di differenziazione.
- c. Realizzazione di impianti aerobici per il compostaggio naturale diffusi nel territorio,
attraverso la raccolta della parte umida dei rifiuti, incentivando parallelamente il compostaggio
domestico, collettivo e di quartiere. d. Pianificazione e realizzazione degli impianti di
separazione meccanica del rifiuto, per aumentare il recupero di materia. e. Introduzione di una
legge regionale che disciplini la VIS (valutazione di impatto sulla salute) sugli impianti di nuova
costruzione e sul rinnovo delle autorizzazione di quelli esistenti.
- ● Equità tariffaria e legalità
- a. Chi produce meno rifiuti paga meno. Passaggio dalla tassazione presunta a metro
quadrato ad una tariffa puntuale con parte fissa per copertura delle spese indivisibili della
gestione e parte variabile proporzionale ai rifiuti effettivamente conferiti per natura e quantità.
- b. Piano di bonifica delle discariche anche abusive e di impianti-strutture dismesse nella
regione e mappatura degli impianti esistenti funzionanti e non.
- c. Monitoraggio e tracciamento per la movimentazione del trasporto di rifiuti speciali,
- d. La gestione dei rifiuti dovrà essere garantita da apposite Aziende Speciali che realizzino
consorzi tra comuni limitrofi (in modo da abbassare i costi). Distinzione tra la società che
gestisce la discarica e la società che raccoglie i rifiuti.
TERRITORIO
Dissesto idrogeologico
Gli eventi con conseguenze disastrose che continuano a registrarsi, dimostrano che l’azione di
contrasto al dissesto è insufficiente o nulla. Oltre alla necessità di investire maggiori risorse è
indispensabile intervenire anche su una differente modalità di gestione del territorio. E’ evidente
l’assoluta necessità di maggiori investimenti in termini di prevenzione, attraverso cui affermare una
nuova cultura dell’impiego del suolo che metta al primo posto la sicurezza della collettività e ponga
fine a usi speculativi, una strategia integrata per la mitigazione dei rischi idrogeologici
coinvolgendo anche i privati, ottenendo così la difesa attiva del territorio da parte di chi lo vive e ne
trae sostentamento. Osservando le aree vicine ai corsi d’acqua, risulta evidente l’occupazione delle
loro zone di espansione naturale con abitazioni, insediamenti produttivi e commerciali;
l’urbanizzazione di tutte quelle aree che arriva alla costruzione di interi quartieri, dove il fiume in
caso di piena può espandersi liberamente, ha rappresentato e rappresenta una delle maggiori
criticità del dissesto idrogeologico. Gli interventi di difesa idraulica continuano a seguire filosofie
vecchie ed inefficaci: vengono realizzati argini senza uno studio serio delle ripercussioni e
dell’impatto che possono portare a valle, si interviene in prossimità degli argini anche con Deroghe
regionali sino a tre metri di distanza, contro le Norme nazionali, e troppo spesso le opere di messa
in sicurezza si trasformano in alibi per continuare a costruire o ancora peggio per discariche
inquinanti. La Regione è stritolata dalla prassi perversa di offrire Risposte eccezionali, le Grandi
Opere, a Disastri Eccezionali, le Alluvioni, tralasciando le manutenzioni ordinarie che possono
contenere i danni e le spese causate da questi ultimi. Così facendo si esula da qualsiasi
programmazione e governo del territorio affidandosi alla carità pietosa dello Stato centrale con il
suo corredo di ritardi e corruzione.
Solo l’1.1% delle imposte “ecologiche” sull’energia, sui trasporti e sulle attività inquinanti pagate
dai cittadini allo stato e agli enti locali, è oggi destinato alla protezione dell’ambiente.
Per intervenire, il contesto legislativo principale è centrato sulla Direttiva Europea 2007/60 e il
conseguente recepimento da parte dello Stato con il D. Lgs. 49 del 2010 e il precedente Codice
dell’Ambiente anch’esso D. Lgs. 152 del 2006.
- Istituzione di percorsi partecipati attraverso modelli competitivi di governance per le
politiche territoriali (Autorità di Bacino e Regione devono provvedere ad istituire tavoli di
concertazione su bacini fluviali estesi alle parti private). Un modello perseguibile è ad
esempio il Contratto di Fiume già positivamente sperimentato in Lombardia.
- La Regione definisce il territorio ligure nella sua totalit・ come area prioritaria di
intervento per le questioni di sicurezza idraulica, qualit ・ delle acque e qualit ・
paesaggistica. I C.d.F. sono strumenti di programmazione negoziata collegati a processi di
riqualificazione dei bacini fluviali attraverso una metodologia e un percorso di
pianificazione e progettazione condivisi con tutti gli attori interessati. Si tratta di processi
che tendono passare dalle azioni di tutela dell誕mbiente a pi・ ampie politiche di gestione
delle risorse paesistico-ambientali. La Regione Liguria pu・ individuare nei C.d.F. gli
strumenti di attuazione di norma per sottobacini fluviali dei piani emanati dall但utorit・ di
Bacino - Piano per l但ssetto Idrogeologico (Pai), e Programma di Tutela ed Uso delle
Acque (Ptua). L弛biettivo ・ quello di ottemperare alla Direttiva Quadro sulle acque
2006/60 e Direttiva 2007/60 sul Rischio Alluvioni, gi・ citate.
- Programmazione degli interventi necessari alla mitigazione del rischio idrogeologico
attraverso Dibattiti Pubblici dove tutti gli interessi potranno essere valutati e pesati al fine
di ottenere una sintesi condivisa tra tutte le parti. Si potrà così diminuire la conflittualità tra
Cittadini e istituzioni causata dalla prassi politica fino ad ora attuata.
- Progettazione e Attuazione di Piani di Emergenza – Rendere effettivamente
operativi i PGRA, Piano per la Gestione del rischio da alluvioni previsto dalla normativa
europea per ridurre le conseguenze negative dei fenomeni alluvionali sul territorio, volti
alla consapevolezza dei rischi e alla loro gestione per i cittadini e che contengano la
programmazione nel tempo degli interventi necessari per il mantenimento dei corsi d’acqua;
si stima che solo a Genova siano 100.000 gli abitanti a rischio e oltre i 300.000 in tutta la
Regione.
- Previsioni di Opere ancillari di mantenimento e regimentazione dei corsi d’acqua
(briglie selettive per impedire il passaggio della vegetazione, piccole opere a monte e lungo
gli alvei di ingegneria naturalistica, compatibili con l’ambiente e con il sistema ecologico
circostante).
- Impulso alla sistemazione dei versanti dei rii minori sia in zona urbana sia
extraurbana e nell’entroterra, per la quasi totalità di proprietà privata, attraverso azioni
sulla leva fiscale per la componente regionale ed eventuali finanziamenti con bandi europei
e/o diretti regionali per opere di Manutenzione Straordinaria ed Ordinaria. Prevedere la
consultazione costante dei “geologi del territorio”, come figure tecniche in tavoli di lavoro.
Sarà primario recuperare la funzionalità dei corsi d’acqua con interventi come la pulizia
degli alvei senza intaccare il bioma d’acqua dolce.
- Recupero del patrimonio boschivo. L’abbandono delle aree boschive è uno dei
problemi dell’entroterra ligure, i boschi non più curati si ammalano, invecchiano e
producono centinaia di tonnellate di materiale legnoso che si decompone pregiudicando la
crescita di nuovi alberi e sottobosco che sono la prima linea difensiva contro le alluvioni.
- No alla declassazione aree a vincolo, Vincolo PAI = Piano per l’assetto idrogeologico.
Ad oggi la pianificazione regionale è incentrata sulla volontà di definire la “messa in
sicurezza” dei bacini idrografici mediante opere volte al tombinamento dei rivi, alla
realizzazione di opere come lo scolmatore del Bisagno, necessarie si, ma non risolutrici e
soprattutto palesemente indirizzate al declassamento del rischio delle zone alluvionali per
procedere poi alla loro edificazione. Evidente l’esempio del centro commerciale a Brugnato.
- Censimento della rete di smaltimento delle acque piovane e rete nera, allo stato
attuale del tutto insufficiente. Durante l’ultimo evento alluvionale dello scorso autunno, si è
reso evidente che la forte edificazione, la predominanza di suolo impermeabilizzato ha reso
ogni strada e via della città un fiume che tutto trascina via.
- Revisione e completamento delle carte tematiche a carattere geologico ed
idrogeologico con censimento anche della parte privata, definizione di piani di dettaglio e
operatività ai Piani di Bacino.
- Obbligo di redazione del censimento del cemento con moratoria sulle nuove
costruzioni non previste nei PUC vigenti.
In quest’ottica sarà necessario migliorare la
L.R. 04/2014 ,che istituisce la Banca della Terra
che prevede e permette la creazione di una Banca della Terra presso il Dipartimento
Agricoltura della Regione dove verranno censite le terre incolte ed abbandonate.
Sara’ necessario effettuare protocolli d’intesa con i comuni per la gestione di questi terreni che
sara’ possibile riassegnare ai cittadini e/o cooperative sociali che ne faranno richiesta per un
recupero del degrado ambientale ed un utilizzo agrario.
Alcune aree potranno essere date in comodato d’uso gratuito e sarà possibile riqualificare e
rivalutare il nostro entroterra.
Stop al consumo di suolo
E' ormai evidente la necessità una legge regionale per fermare la cementificazione del territorio,
continuata negli ultimi anni a livelli impressionanti, puntando piuttosto al recupero del patrimonio
edilizio esistente.
Anzi, va anche avviato un programma di “decementificazione” in modo da liberare dalle parti
edificate gli alvei e le sponde dei torrenti, ove siano un pesante ostacolo ad una azione
programmata verso la mitigazione del rischio alluvione.
In questo senso, va anche promosso l'incremento del verde urbano, come disposto dall’Agenda 21
che, insieme ad altre soluzioni progettuali, concorra al recupero di suolo permeabile nei centri
abitati. Le nuove urbanizzazioni degli ultimi anni, spesso orientate verso la grande distribuzione,
hanno finito per creare enormi problemi legati all'impermeabilizzazione dei suoli (non solo i centri
commerciali, ma anche le strade e i parcheggi che ne accompagnano la realizzazione) solo appena
mitigati dagli interventi di compensazione connessi: le competenze paesistiche e ambientali della
Regione dovrebbero frenare questo genere di interventi, non soltanto in relazione al dissesto
idrogeologico, ma anche alla “desertificazione” delle polarità tradizionali.
Opere pubbliche
Il Movimento 5 Stelle non può che opporsi in modo deciso al programma delle cosiddette “Grandi
Opere”, sia per l'enorme impatto ambientale che comportano, sia per l'inconsistenza dei benefici
che dovrebbero apportare nei termini della creazione di posti di lavoro o dell'effettiva efficacia
funzionale. Al contrario, la Regione dovrebbe procedere al finanziamento di un programma relativo
a diverse piccole opere di prevenzione territoriale contro il dissesto o a favore della viabilità
sostenibile. Opere puntuali di miglioria della rete esistente potrebbero portare ad una serie di
risultati funzionali non indifferenti a costi molti minori e con criteri economici assai più
redistributivi.
Coinvolgere sempre e comunque la cittadinanza tramite gli istituti di partecipazione popolare per
valutare caso per caso quale sia la strada corretta da intraprendere.
Piano Territoriale Regionale
Il Piano Territoriale Regionale, attualmente in corso di realizzazione, costituirà il quadro di
riferimento complessivo per le politiche territoriali in Liguria, unificando gli strumenti già esistenti.
L'importanza di questo strumento abbraccia praticamente quasi tutti gli aspetti di cui ci si occupa
in queste pagine: naturalmente economia, trasporti e ambiente, ma anche turismo, salute e qualità
della vita: il Movimento 5 Stelle si impegna a verificarne l'accuratezza e la rispondenza ai criteri di
tutela del territorio sopra ricordati, così come a promuoverne l'efficacia nei confronti di tutte
quelle situazioni potenzialmente pericolose per l'ambiente.
Edilizia, rilancio del settore
In sintonia con la nostra idea dello stop al consumo del territorio e alla continua
cementificazione,riteniamo sia giusto rivitalizzare e rilanciare il settore edilizio attraverso la
riqualificazione, non solo energetica, del patrimonio edilizio esistente sul nostro territorio
regionale,cominciando dall’edilizia pubblica eventualmente sfruttando le potenzialita’ delle ESCO
(societa’ che effettuano interventi atti a migliorare l’efficienza energetica ).
In quest’ottica si puo’ configurare
un
progetto di
Social housing, in da applicare in tutta la
regione, sfruttando le risorse di A.r.t.e Agenzia Regionale Territoriale per l’edilizia ,operatore
pubblico dell’edilizia ,cui attualmente spettano tutti i compiti di gestione del patrimonio abitativo
pubblico.
Finalità del progetto sarà quello di mettere a disposizione alloggi per le famiglie meno abbienti,
per le persone anziane, i portatori di handicap e per le categorie sociali meno abbienti , ma sara’
anche la ristrutturazione e locazione di alloggi per il ceto medio e case albergo per lavoratori e
studenti,servendosi di maestranze territoriali riqualificate ed in grado di gestire le nuove tecnologie
emergenti.
Il programma andrà sviluppato attraverso tre punti cardine:
o
Redazione di progetti finalizzati all’ottenimento di contributi europei per la riqualificazione
del patrimonio immobiliare pubblico
o Recupero di alloggi di qualità che richiedano un minor dispendio di risorse e poca
manutenzione con particolare riguardo al risparmio energetico con l’ausilio di
maestranze locali riqualificate attraverso corsi appositamente finanziati
o Attuazione del diritto ad un alloggio adeguato alle esigenze della famiglia per i cittadini
meno abbienti che non sono in grado di risolvere il proprio problema abitativo sul libero
mercato.
o Affitto a canone calmierato di immobili invenduti o sfitti di proprietà pubblica previo
censimento immobiliare
o Studiare incentivi regionali per la riqualificazione energetica degli immobili privati
Per l’occasione dovranno essere investite risorse pubbliche per il recupero di centri storici, in modo
da concedere agevolazioni, finanziamenti agevolati o a fondo perso ai proprietari che realizzano un
progetto di intervento edilizio finalizzato al raggiungimento di una migliore classe energetica ed
alla incentivazione all’accorpamento dei servizi tra i diversi comuni a favore dell’efficienza e del
risparmio.
Questo processo potrà avviare un notevole progresso occupazionale costituito dal coinvolgere
piccole, medie imprese edili ed artigianali con ritorno economico e fiscale.
Persino l’industria del settore potrà trarne notevoli benefici, specie quelle più innovative nella
produzione e nella ricerca di nuovi materiali e tecnologie, know-how tipicamente nostrano.
- Per le nuove costruzioni e/o ristrutturazioni sarà necessario progettare e realizzare
l’opera in modo tale che l’immobile, a lavori ultimati, migliori la propria classe energetica
- Prevedere, ove possibile reperire i fondi, una tassazione agevolata della casa a
fronte di riqualificazione energetica dell’edificio;
- Sia incentivata e agevolata con riduzione degli oneri di urbanizzazione e di
costruzione, la conversione di edifici esistenti in nuovi fabbricati ecologici, biocompatibili,
case passive, prefabbricate, realizzati con materiali totalmente riciclabili e/o recuperabili.
- È ipotizzabile che per nuove costruzioni e/o ristrutturazioni, specie di fabbricati
indipendenti e con disponibilità di area verde, sia reso obbligatorio un sistema di recupero
e reimpiego delle acque piovane come da principi di bioarchitettura,(tetti verdi) così come
il sistema di compostaggio domestico della frazione umida del rifiuto.
- Promuovere Convenzioni tra i soggetti interessati per le M.O. degli alloggi, per la
riqualificazione energetica e tecnologica a scomputo del canone di locazione;
- Censimento degli edifici non più funzionali alla destinazione d’uso e quindi
emersione delle strutture disponibili su cui avviare processi di Recupero Urbanistico –
Architettonico – Sociale.
Edilizia e barriere architettoniche. L’attuazione, in tutta la regione, dei (PEBA) Piano Eliminazione
Barriere Architettoniche porterà nuovo impulso all’edilizia: rendere accessibile una regione non
e' solo un obbligo di legge ma un segno di civiltà ;in quest'ottica sarà necessario provvedere
all'abbattimento di tutte quelle barriere architettoniche presenti sul nostro territorio,che ne
impediscono la fruizione alle persone diversamente abili.
I PEBA avrebbero dovuto essere adottati entro il 28 febbraio 1986 ,un anno dopo l’entrata in vigore
della legge 41/86 che li prevedeva e che li pretendeva,pena un commissariamento ad hoc da parte
delle Regioni
La Legge quadro 104/92 sulla disabilita’ amplio’ la materia di competenza e con l’art.24 (comma
9) stabili’ come i piani dovessero essere modificati con integrazioni relative all’accessibilità degli
spazi urbani con particolare riferimento all’individuazione e alla realizzazione di percorsi accessibili.
Rischio sismico. Obbligo dell’isolamento sismico del patrimonio edilizio pubblico esistente (anche
con incentivi) ed isolamento immediato per gli edifici strategici, come ospedali, caserme e scuole.
Rischio amianto. Censimento degli edifici pubblici e privati con presenza di amianto e progressiva
Recupero di edifici e strutture fatiscenti nei centri storici per adibirli ad esempio a centri di
aggregazione sociale, affidandone la gestione ad associazioni, enti o gruppi di cittadini che siano in
grado di fornire servizi, spazi ed eventi gratuiti al resto della cittadinanza.
- Recupero e riconversione degli edifici in disuso o dismessi che devono essere riconvertiti e
restituiti alla cittadinanza anche con differenti funzioni , così intervenendo si recupera il
patrimonio immobiliare.
Ripristino e valorizzazione dell’edilizia rurale
Incentivazione all’accorpamento dei servizi tra i diversi comuni a favore dell’efficienza e del
risparmio;
Rivalutazione dei centri rurali, della storia e delle tradizioni locali. Riservare un contributo a fondo
perduto ai cittadini comunitari che presentino adeguato progetto architettonico per il
miglioramento/ripristino/recupero dell’area in oggetto e per l’autocostruzione di strutture
abitative dotate di alti standard in fatto di eco-compatibilità.
Riduzione fino a zero degli oneri (regionali e comunali per la riqualificazione dei borghi antichi
(percentuale mobile legata alla riqualificazione energetica).
Incentivi al recupero dei muretti a secco
Recupero dell'antica tradizione ligure di stabilizzazione dei versanti ripristinando queste
abbandonate meraviglie strutture architettoniche. Incentivo a corsi di formazione professionali per
recuperare l'antica tradizione di costruzione e manutenzione. Per una concreta prevenzione del
territorio e contro il dissesto.
Recupero degli immobili rurali poco utilizzati o abbandonati.
Attualmente i progetti su questi fabbricati, molto spesso situati all’interno di aree boschive, sono
sottoposti a parere della soprintendenza genovese la quale impone l’adozione di tipologie di
intervento che creano lungaggini, limiti alla discrezionalità delle scelte, aggravi di costi o difficoltà
tecniche a carico dei proprietari che non sono così invogliati a compiere tale investimento.
Quindi si tratta di incoraggiare questo tipo di recupero limitando i vincoli sui fabbricati a meno che
ovviamente non siano di particolare pregio storico o architettonico.
Questo tipo di attività deve essere complementare ad un programma di valorizzazione delle aree
interne, tuttora abbandonate a se stesse, in un contesto più ampio finalizzato alla creazione di
un’economia basata sull’agriturismo anche sportivo che prevede oltre al recupero edilizio la
creazione di aree, strutture e percorsi opportunamente dedicate.
In tali aree dovranno essere previste zone di produzione, lavorazione e commercializzazione di
prodotti tipici locali.
ENERGIA
Come già detto, un nostro compito sarà quello di migliorare
il Piano Energetico Ambientale
2014-2020 della Regione rendendolo più attinente alla realtà regionale e conformandolo con
quelle che sono le direttive europee di Horizon 2020.
La realizzazione del Bilancio Energetico attraverso la realizzazione delle azioni del Piano Energetico,
porteranno a significativi risparmi di combustibili tradizionali e ad un maggiore utilizzo di Fonti
Energetiche Rinnovabili (FER).
L’Unione Europea ha adottato nel marzo 2007 il documento dal titolo “Energia per un mondo che
cambia” col quale si impegna entro il 2020 a:
-ridurre le emissioni di biossido di carbonio (CO2) del 20%;
-aumentare del 20% il livello di efficienza energetica;
-incrementare del 20% l’uso delle fonti energetiche rinnovabili.
Successivamente, nel 2008, la Commissione Europea ha lanciato il "Patto dei Sindaci", un段
niziativa a base volontaria il cui scopo ・ coinvolgere le amministrazioni locali nel trovare
soluzioni per raggiungere l弛biettivo di riduzione delle emissioni di CO2 in ambito urbano.
Le citt・ firmatarie si impegnano, attraverso misure e progetti concreti, ad aumentare il ricorso
alle fonti di energia rinnovabile, a migliorare l弾fficienza energetica e ad attuare programmi sul
risparmio energetico e l置so razionale dell弾nergia.
Tutti i Comuni della regione, dovranno’ aderire al Patto dei Sindaci ed elaborare il PAES
Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile – un documento che individuera’ le azioni da attuare
sul patrimonio dell’Amministrazione e sul territorio comunale per permettere di raggiungere nel
2020 l’obiettivo di una diminuzione delle emissioni di CO2 del 20% rispetto al 2006.
Fondamentale per la realizzazione del Piano d’Azione è la partecipazione della comunità locale
(cittadini, imprese, associazioni) che verra’ incoraggiata a compiere scelte e ad adottare
comportamenti energicamente responsabili.
Incentivazione di Gree Ecoomy e Blue Economy
Per Green economy si intende un modello di sviluppo economico che prende origine da un誕nalisi
econometrica del sistema e che, oltre ai benefici ottenuti da un certo regime di produzione (come l
誕umento del Prodotto Interno Lordo), tiene conto anche dell段mpatto ambientale e dei
potenziali danni creati dall段ntero ciclo di trasformazione, secondo quanto esplicitato dalla
Direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell置so di energia da fonti rinnovabili (20% dei consumi
finali lordi europei costituito da rinnovabili).
La Blue economy rappresenta uno sviluppo della Green economy mentre la seconda prevede la
riduzione delle emissioni di CO2 entro un limite accettabile, la prima punta all'obiettivo delle
emissioni zero attraverso un'ottimizzazione degli apporti innovativi nei vari settori dell'economia,
cercando di creare nel contempo un maggior numero di posti di lavoro impiegati nella
trasformazione di tutte quelle sostanze che precedentemente andavano sprecate.
Efficienza energetica
In ottemperanza alla direttiva europea 2020, spinta propulsiva alla riconversione energetica di
edifici pubblici e privati sfruttando anche le potenzialità delle società ESCO (società che effettuano
interventi finalizzati a migliorare l’efficienza energetica). Fornire ai Comuni un supporto tecnico per
un’adeguata elaborazione dei programmi di investimento delle risorse derivanti dalle
compensazioni ambientali cedute dai produttori di energia da Fonti Energetiche Rinnovabili.
Promuovere a tutti i livelli l’applicazione di criteri di efficientamento energetico nel campo
dell’edilizia e nei relativi regolamenti e leggi che la disciplinano.
Avviare ingenti piani di incentivi attraverso fondi UE (POR-FESR-Smart Cities and Communities etc…)
per l’applicazione e lo sviluppo di azioni di efficientamento energetico.
Energie rinnovabili
Promozione e sviluppo di un sistema efficiente in grado di sfruttare in modo corretto il
complesso delle energie rinnovabili e distribuite, quali mini eolico, fotovoltaico e mini
idroelettrico o che può fungere anche per liberare gli alvei dei torrenti e metterli in sicurezza. In
particolar modo incentivare lo scambio sul posto e il concetto di “Prosumer” ovvero Producer and
Consumer (produttore e consumatore): edifici e aziende che sono in grado sia di produrre energia
per se e per immissione in rete, sia consumatori.
Favorire ed incentivare le piccole imprese, le amministrazioni locali con i relativi edifici pubblici e gli
enti ospedalieri per l’introduzione del concetto di auto-produzione energetica.
Fotovoltaico
Favorire la produzione di energia elettrica da fotovoltaico prevalentemente per impianti domestici
e tutelare il territorio dalle installazioni di grandi impianti a terra che vanno a far perdere la
caratteristica vocazione agricola e di pascolo di molti terreni.
Eolico
Regolamentazione della diffusione degli impianti eolici nel territorio, attraverso una nuova
disciplina che preveda i seguenti obblighi per le società richiedenti autorizzazioni; ripristino a fine
vita degli impianti mediante la presentazione di polizze fideiussorie bancarie/assicurative;
smantellamento delle fondamenta dei pali per oltre 3 metri rispetto al piano campagna; utilizzo di
colori neutri o quanto meno di colori che rendano il più possibile meno impattanti tali strutture;
dimostrazione, attraverso campagna anemometriche della reale fattibilità economico finanziaria
dell’intervento da parte del proponente l’impianto. Favorire impianti a bassissimo impatto
ambientale.
Avvio studi di fattibilità per soluzioni di eolico off-shore in zone non attraversate da rotte
commerciali o turistiche e nel rispetto delle aree costiere in cui dovranno essere realizzate le sotto
stazioni elettriche.
Piano anti-inquinamento luminoso regionale
Con divieti immediati di diffusione luminosa (azzeramento graduale della dispersione luminosa
verso l'alto) finalizzato al risparmio energetico e alla tutela paesaggistica notturna del territorio.
Piano progressivo di sviluppo “illuminazione pubblica intelligente” (Smart Lighting):
utilizzo di sistemi di illuminazione ad alta efficienza energetica e ad alta resa cromatica (divieto di
illuminazione assoluto con lampade sap su tutto il territorio regionale, dismissione graduale delle
lampada istallate e loro sostituzione con lampade ad alta resa cromatica).
Energia dal mare
Avviare lo sfruttamento delle correnti marine e del moto ondoso per la produzione di energia
elettrica. Promuovere l'applicazione delle pompe di Calore che utilizzino il mare come sorgente per
la produzione di calore e condizionamento per grandi utilizzatori lungo la costa e la creazione di
reti di teleriscaldamento/raffrescamento.
Smart Grid
Le ”reti intelligenti” possono contribuire ad ottimizzare l’energia elettrica prodotta e distribuita
capillarmente migliorandone l’efficienza e ottimizzando i consumi, soprattutto se applicate ad
energie rinnovabili e sostenibili.
I mezzi di trasporto elettrici contribuiscono a diminuire considerevolmente le emissioni dovute
all’uso dei combustibili fossili e a contrastare l’inquinamento atmosferico nelle aree urbane. Con le
reti intelligenti (smart grid), attraverso la gestione di evolute stazioni di ricarica, si favoriscono la
diffusione di questi veicoli, promuovendo la mobilità sostenibile.
Elettrificazione dei porti
Promuovere e incentivare presso le aree portuali la realizzazione di soluzioni di elettrificazione
(shore to ship) con lo scopo di alimentare con energia elettrica le navi attraccate, riducendo l’uso di
combustibile ed il relativo inquinamento ambientale.
Mezzi ibridi ed elettrici nel Trasporto Pubblico Locale
Avviare la graduale sostituzione dei mezzi di trasporto pubblico e altri mezzi delle società
partecipate con mezzi a propulsione ibrida ed elettrica; e le relative infrastrutture necessarie.
Incentivare anche l’acquisto dei mezzi ibridi ed elettrici privati