Denuncia Lav: su Youtube il massacro dei tonni da sushi

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Denuncia Lav: su Youtube il massacro dei tonni da sushi
Organo ufficiale d’informazione della Federazione dei Verdi
Anno IV – n.221  venerdì 28 novembre 2008
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Attentati a Mumbai, 125 morti
Un commando di terroristi ha attaccato la capitale economica dell’India colpendo le zone turistiche
Italia, nuovo rischio rifiuti
Scarti elettronici e batterie: il governo aumenta i consorzi senza fissare obiettivi minimi di tutela ambientale
Cleto Romantini
[email protected]
Natale,
insidie sotto
l’albero
2
Il Global Deal
per azzerare
la Co2
3
E
mergenza rifiuti risolta? La vulgata filogovernativa sembra
aver convinto molta gente di questo, sulla stregua
dell’esempio del “caso Napoli”. Ma in realtà alcune delle
operazioni messe in atto in
questi giorni dall’esecutivo
potrebbero ben presto allargare un’emergenza in realtà tutt’altro che risolta. I
fronti più caldi sono quelli
dei rifiuti elettronici e delle
batterie al piombo. Il governo punta ad aumentare
i consorzi di recupero, ma
non fissa obiettivi minimi
di salvaguardia ambientale,
come peraltro previsto dalle
direttive europee.
Eppure basterebbe, ad esempio, un corretto smaltimento
dei frigoriferi e dei condizionatori per raggiungere ben
il 3 per cento degli obiettivi
di Kyoto, oltretutto moltiplicando i posti di lavoro, come
dimostra uno studio dell’istituto di ricerche Ambiente
Italia. Il rischio, altrimenti,
è quello di avere nelle strade un milione di tonnellate
di rifiuti: i cosiddetti Raee,
ovvero i rifiuti elettronici,
che contengono sostanze
potenzialmente tossiche e in
grado di distruggere la fascia
dell’ozono e di far crescere
l’effetto serra, ma che sono
anche una miniera di materie secondarie di grande
valore.
“Gli elettrodomestici bian-
230 mila tonnellate di materie seconde; un taglio di
emissioni equivalente a 3,4
milioni di tonnellate di CO2;
un recupero energetico pari
a 119.000 tonnellate di petrolio. In sostanza si riuscirebbe a tagliare circa il 3 per
cento delle emissioni di CO2
Basterebbe, ad esempio, un corretto
smaltimento dei frigoriferi e dei
condizionatori per raggiungere ben
il 3 per cento degli obiettivi di Kyoto,
oltretutto moltiplicando i posti di
lavoro, come dimostra uno studio
dell’istituto di ricerche Ambiente Italia
chi (che corrispondono alle
classi 1 e 2 dei Raee, di competenza del consorzio Ecodom) potenzialmente recuperabili – sostiene la ricerca
di Ambiente Italia – sono 6
milioni di pezzi: 258 mila
tonnellate, di cui 89.500 tonnellate di frigoriferi e congelatori e 7.400 tonnellate
di condizionatori (prodotti
contenenti CFC e HCFC)”.
Una corretta gestione permetterebbe: il recupero di
(che l’Italia dovrebbe ridurre
entro il 2020) solo attraverso
il recupero dei fluidi refrigeranti e il riciclo, mentre
il recupero energetico vale
all’incirca i consumi di una
città di almeno 40 mila abitanti.
“Il governo – attacca il ministro ombra Pd dell’Ambiente
Ermete Realacci – insiste su
un’interpretazione ideologica della liberalizzazione:
invece di aumentare l’effi-
Denuncia Lav: su Youtube
il massacro dei tonni da sushi
“Pescatori che inseriscono con decisione
un cavo d’acciaio nella testa dei tonni che
si agitano violentemente, coperti dal proprio
sangue, fino alla morte”. Questo lo spettacolo cruento che si può vedere su http://
www.youtube.com/watch?v=ts9eXq2TWZY
nel filmato, relativo all’isola di Procida, che
denuncia “l’uccisione dei tonni rossi con
metodi cruenti per servire sushi giappone-
Elida Sergi
[email protected]
La polizia indiana,
affiancata dai reparti
dell’esercito, è ancora
impegnata contro alcuni
dei terroristi che hanno
preso alcune decine di
ostaggi, in gran parte
turisti stranieri, tra i quali
anche 7 italiani. L’attacco
è andato avanti per tutto
il giorno
 Francesco Benetti a pagina 2 
Non c’è più
voglia
di ridere
se”. La denuncia è della Lega anti vivisezione-Lav. “Tali modalità di abbattimento,
come detto nel filmato- denuncia la Lav- sarebbero volute dai giapponesi per rendere
il tonno ‘buono per il sushi’. Per mesi hanno tentato di farci credere che gli animali
venissero uccisi con tecniche incruente o
con pesca e morte per asfissia, mentre ora
si vede nella sua drammatica realtà il vero
cienza punta ad aumentare
il numero dei consorzi di recupero. Serve invece incentivare il riciclo dei rifiuti e l’industria ad esso collegata. Se
questa avesse un incremento del 15% per il 2020 rispetto ai livelli attuali – calcola
Realacci – per quella data
si potrebbe diminuire del
18% l’obiettivo nazionale di
riduzione delle emissioni di
CO2 e far scendere i consumi energetici di 5 milioni di
tonnellate equivalenti di petrolio, pari al 32% dell’obiettivo nazionale di efficienza
energetica al 2020”. Altro
segmento di rischio è quello
del recupero delle batterie al
piombo e degli accumulatori. I senatori del Pd Franco
Bruno e Roberto Della Seta
accusano il governo di aver
licenziato un decreto legislativo che “azzera il consorzio per lo smaltimento delle
batterie, il Cobat, uno degli
organismi più virtuosi a livello internazionale grazie al
quale l’Italia ha raggiunto altissimi livelli di prestazione
in questo settore”. Insomma,
altro che emergenza rifiuti
risolta: la situazione italiana
potrebbe ben presto tornare
al livello di guardia. 
volto della mattanza- dichiara Ciro Troiano,
responsabile Tutela ambiente della Lav- addirittura hanno tentato di addossarci la responsabilità della morte lenta degli animali
a causa del sequestro dei fucili subacquei
muniti di cartucce, asserendo che l’unica
alternativa ai fucili fosse la morte per asfissia, ora vengono fuori i veri metodi che definirli crudeli è poco”. Metodi utilizzati “già
prima del sequestro delle armi, come questo filmato e altri dimostrano. Per quel che
ci riguarda– conclude Troiano- ora si aprono nuovi scenari giudiziari perché invieremo un esposto alla Procura affinché siano
valutate eventuali ipotesi di maltrattamento
di animali”.
In Italia non c’è proprio
più nulla da ridere. Non
sembri uno slogan o una
frase fatta, è la realtà: la
satira, soprattutto quella
politica, nel nostro Paese
non “tira” più. In gergo televisivo si direbbe che non
fa “audience”, ma la sostanza è la stessa: funzionano
le trasmissioni di comicità
pura o le parodie all’interno di un programma, ma
le trasmissioni di satira,
specie se connotate politicamente (per esempio su
Raitre, Serena Dandini con
una media tra il 7 e l’8% di
share; o Paola Cortellesi
con circa il 6%), non hanno
ottenuto gli ascolti desiderati. Difficile valutare se si
tratti di crisi temporanea
(come accade ciclicamente per il varietà o il reality
show) o di qualcosa di più
serio. Anche perché qualche oasi felice c’è: Maurizio Crozza - seppur molto
di nicchia su La 7 - non se
la passa male.
C’è meno voglia di scherzare e i politici, in fondo, non
hanno più voglia di essere
presi in giro. Lo raccontano
bene gli autori delle Iene:
“Due anni fa, facemmo il
test anti droga per valutare quanti politici avevano
fatto uso di sostanze stupefacenti: da allora il clima è
molto cambiato attorno a
noi. Contemporaneamente ci fu il pezzo di Sabrina
Nobile che mostrava l’ignoranza dei politici (un caso
emblematico fu quello di
Elisabetta Gardini, attuale
europarlamentare di Forza
Italia, che non sapeva cosa
fosse la Consob ndr). Da lì
ci siamo tagliati i rapporti
col mondo politico, nessuno si fida più di noi”.
Il problema non è da poco:
un Paese che reagisce con
un sonoro sbadiglio alle
trasmissioni dedicate alla
satira, che non la capisce
e non la sa interpretare, è
un Paese che per la troppa voglia di prendersi sul
serio rischia di finire “bollito”. Erano decisamente
altri tempi quelli in cui
Daniele Luttazzi incollava allo schermo 7 milioni
e mezzo di spettatori in
seconda serata su Raidue
(Satyricon, 2001) provocando reazioni furibonde
e querele milionarie (poi
risoltesi in un nulla di fatto). Poi è arrivato il periodo nero della censura (il
tristemente famoso “editto
di Sofia” con il quale Berlusconi stesso epurò la Rai da
giornalisti e comici ritenuti
ostili) e oggi una finta libertà di satira. Già, perché
di finta libertà si tratta se
persino un giornalista che
ha conosciuto il vero volto
del diktat berlusconiano
come Michele Santoro per
un’imitazione
(peraltro
benevola) sull’emittente
radiofonica Rds chiede un
risarcimento di due milioni di euro.
2
venerdì 28 novembre 2008
Estremisti, ma non solo Al-Qaeda
Nella regione opera una miscela di gruppi locali e stranieri che il governo indiano non riesce più a controllare
dalla prima
A
ncora
terrorismo,
esplosioni e morti.
A Mumbai, capitale economica dell’India, un
commando di terroristi ha
attaccato i punti turistici
della città, occupato due hotel di lusso e preso in ostaggio diverse decine di turisti.
Sono 125 i morti accertati,
dovuti alle esplosioni avvenute negli hotel, in una stazione ferroviaria, in un centro per la cultura ebraica e in
un ospedale, alcune centinaia i feriti, anche se le operazioni sono ancora in corso: la
polizia indiana, affiancata da
alcuni reparti dell’esercito, è
ancora impegnata con alcuni
dei terroristi che, appunto,
hanno preso alcune decine
di ostaggi, in gran parte turisti stranieri, tra i quali anche
7 italiani. L’attacco è andato
avanti per tutta la giornata di
ieri ed era ancora in corso, a
26 ore dalle prime esplosioni, un violento scontro tra i
terroristi barricati nei due
alberghi e la polizia.
Mumbai è un obiettivo molto sensibile per il terrorismo di matrice islamista nel
sud-est asiatico: è il centro
economico del sub-continente indiano e ne rappresenta un’importante sede
politica. Tutta l’India negli
ultimi anni è stata teatro di
una serie di attentati terroristici che ne hanno sconvolto la geopolitica, anche
se quello in corso è sicuramente l’episodio più grave.
Già nel 2003 60 persone
furono uccise dall’esplosione di due macchine-bomba,
sempre a Mumbai, mentre
nel maggio di quest’anno
degli attacchi ai luoghi di
culto indù nel Rajasthan
hanno causato 63 vittime. Il
mese scorso, poi, ad Assam,
undici bombe esplosero in
rapida successione ucci-
nucleare
Il Sole che ride: ad Aosta
non interessa il tema
Il tema del nucleare non interessa al Comune di Aosta. E’ quanto afferma in una nota il gruppo dei Verdi in Consiglio comunale dopo che è stata respinta
una mozione “per una città denuclearizzata”.
“In realtà le scelte italiane in materia condizioneranno il futuro economico e di sviluppo di tutti. Nessuno immagina una centrale nucleare sul
territorio aostano, ma una mozione che chiedeva
di definire ‘Aosta città denuclearizzata ha offerto
l’occasione per dibattere sul tema delle scelte energetiche che interessano l’Italia intera”.
“Con l’esclusione di Forza Italia, la minoranza e il
Partito Democratico hanno votato compatti il documento. Parte della maggioranza si è invece astenuta, dimostrando di non essere interessata a dare
indicazioni su scelte così importanti per il nostro
paese e vanificando la mozione”.
Il gruppo dei Verdi, primo firmatario del documento, ritiene che “sviluppare l’energia nucleare
sia in antitesi rispetto alla promozione delle energie rinnovabili, vero motore di sviluppo per l’economia dei prossimi anni, non essendo possibile
investire denaro in entrambe le direzioni”.
legalità
I Verdi: a Crotone serve un patto
tra le forze sane della società
“I Verdi di Crotone plaudono all’iniziativa della magistratura e delle forze dell’ordine e sono solidali
col Pm Bruni per la sua tenace e coraggiosa lotta
contro la criminalità per cui rischia la vita. La città
vive una vera e propria emergenza legalità ed a questo non possono restare insensibili i tanti cittadini
onesti crotonesi impegnati in ogni campo e settore della società. I Verdi di Crotone propongono un
patto alle altre forze politiche: non candidare alle
prossime elezioni nessuno che abbia anche il solo
rinvio a giudizio per reati che hanno a che fare con
la criminalità organizzata o reati contro la pubblica
amministrazione; per quanto ci riguarda noi seguiremo in questo senso un severo codice etico e non
faremo accordi con alcuna forza politica che non
accetti questa preliminare condizione. Ai cittadini
crotonesi chiediamo di rispondere con dignità alla
sfida del malaffare e di non vendersi e piegarsi al
voto di scambio. Alle associazioni imprenditoriali chiediamo di espellere chi è colluso, concusso o
corrotto. I Verdi di Crotone richiedono il più severo
controllo dei flussi finanziari che raggiungeranno
Crotone per la Bonifica del sito industriale”.
dendo almeno 68 persone e
ferendone centinaia. È stato
calcolato che nel solo 2007
ci siano già state 2300 morti per attentati terroristi in
tutto il Paese. Ma la sola pi-
che rende la situazione non
controllabile dal Governo.
L’elemento islamista è arrivato negli ultimi anni primariamente dalla regione di
confine tra India e Pakistan,
Il ministro della Difesa
pakistano, Ahmed Mukhtar,
ha immediatamente rigettato
ogni accusa: “C’è il rischio di
distruggere tutto il lavoro fatto
fin qui tra i nostri Paesi dopo
anni di discordie. Il Pakistan non
è coinvolto in nessun modo in
questi sanguinosi attacchi”
sta islamista è fuorviante, o
perlomeno riduttiva: nella
regione agisce una miscela
di gruppi differenti, sia per
origine che per obiettivi,
il Kashmire, mentre gruppi terroristi interni hanno
ricevuto finanziamenti dai
fondamentalisti
islamici
oltrefrontiera, dimostran-
do però, al tempo stesso, di
avere le abilità per compiere
azioni in proprio. Inoltre ci
sono ribelli separatisti nel
nord-est e altri ribelli nei
corridoi che dall’est del Paese si dirigono verso il resto
della regione sub-continentale.
Secondo Kevin Liu, responsabile per l’Asia dell’Est di
Executive Analysis, gruppo
di analisti geopolitici che
collabora con i più importanti media internazionale,
“le possibili reti che stanno
dietro gli attacchi di Mumbai sono solamente ipotizzabili a questo punto della
situazione. Alcuni gruppi
locali agiscono di propria
iniziativa, ma come si è detto c’è anche una seconda
componente di appoggio
dall’estero; ma c’è anche un
terzo fattore, il sottomondo
mafioso della stessa Mumbai: avevano certamente conoscenza a priori di questi
attacchi, in quanto sarebbe
estremamente difficile per
gruppi esterni impostare e
portare a capo attacchi di
tale entità senza l’appoggio
e il consenso della mafia cittadina”.
Le reazioni internazionali
sono di comune sdegno e
condanna. Particolarmente delicata la situazione del
Pakistan, nemico storico
dell’India che si trova oggi
al centro delle accuse, non
unanimi, per un ipotetico
appoggio ai gruppi terroristi. Il ministro della Difesa di
Islamabad, Ahmed Mukhtar,
ha però immediatamente rigettato ogni accusa: “Non
dovremmo essere accusati
come è successo in passato,
c’è il rischio di distruggere
tutto il lavoro fatto fin qui
tra i nostri Paesi dopo anni
di discordie. Il Pakistan non
è coinvolto in nessun modo
in questi sanguinosi attacchi”. 
Natale, insidie sotto l’albero
Cresce la preoccupazione per la sicurezza dei giocattoli. Altroconsumo denuncia: “Servono più controlli”
Valentina Pennacchio
[email protected]
T
empo di Natale, tempo di
regali sotto l’albero, attesi
soprattutto dai più piccini.
Ed è proprio per la loro tutela che
Altroconsumo, l’associazione in
Difesa dei Consumatori, ha pubblicato gli esiti dell’inchiesta sulla
sicurezza dei giocattoli per avere
una visione globale circa la qualità
del prodotto più gettonato del periodo. I dati, disponibili integralmente sul sito www.altroconsumo.
it, sono piuttosto eloquenti: “Su
34 giocattoli acquistati in Italia e
portati in laboratorio, ben 19 sono
risultati pericolosi. Uno di questi
era già stato segnalato al ministero
dello Sviluppo economico nel 2004
(il Brio Stacking Clown): a distanza
di quattro anni è ancora in vendita, nel totale disinteresse dell’incolumità dei consumatori che li
utilizzano, i bambini”. “I prodotti
dovrebbero superare a pieni voti le
prove di laboratorio – prosegue il
rapporto – dato che gli utenti sono
i bambini, e l’utilizzo che se ne fa
a volte è improprio. Così non è,
ed è un problema anche europeo.
L’indagine allargata ad altri Paesi
ha dimostrato che su 83 prodotti a
scaffale nelle città del vecchio continente solo il 25% sono in regola:
il 57% del campione è pericoloso e
un altro 18% non rispetta la legge,
dunque non dovrebbe comunque
essere venduto. Il test ha seguito
i parametri della normativa di riferimento, la direttiva n. 378 del
1988. Eseguite prove di resistenza
meccanica, per simulare i lanci e le
tensioni a cui i bimbi sottopongono
peluche e giochi in genere. A questi
è stata aggiunta la ricerca di ftalati e
altre sostanze chimiche potenzialmente dannose per la salute, come
formaldeide, cadmio, e solventi. I
rischi documentati in laboratorio
vanno dal pericolo di rimanere con
le dita intrappolate negli snodi e
nelle fessure, alle sostanze chimiche, che possono essere inalate,
succhiate, assorbite attraverso la
pelle. E piccole parti che si staccano facilmente, col rischio di essere
ingoiate”. Altroconsumo evidenzia
le responsabilità di coloro che immettono in un mercato così popolare prodotti dissonanti rispetto
alle normative vigenti per una mera
logica di business che si gioca sulla vita e l’incolumità di bambini:
“Chi deve controllare rimane immobile e ha la sua buona dose di
responsabilità in un settore a forte
rischio incidenti. Le aziende che li
producono dovrebbero prendere
L’associazione: “Chi deve vigilare rimane
immobile e ha la sua buona dose di
responsabilità in un settore a forte rischio
incidenti. Le aziende produttrici dovrebbero
prendere il massimo delle precauzioni per
prevenire ogni rischio. Ma spesso non è così”
il massimo delle precauzioni per
prevenire ogni rischio. Spesso non
è così. E chi sbaglia, in buona o cattiva fede, non è punito. I controlli
puntuali, che sarebbero necessari,
non ci sono, il ritiro dei giocattoli a rischio avviene a singhiozzo”.
Probabilmente a tutti è capitato
nel prendere in mano un giocattolo
notare la scritta, ormai quasi unica,
“made in China”. Si tratta del 90%
della produzione e questo perché le
industrie occidentali sono solite dislocare le propri imprese di produzione nelle aree cinesi per abbattere
i costi. I consumatori devono stare
in guardia, scegliendo un giocattolo
tra le aziende che rispettano determinati trend (ad esempio l’età indicata sulla confezione deve essere
consona rispetto alla tipologia del
gioco), anche se piuttosto difficili
da scovare. Molti giochi, inoltre,
pur non presentando particolare
pericolo, in Europa non potrebbero essere diffusi perché comunque
contrari alle normative vigenti. Degna di nota l’attenzione di alcuni loghi famosi come Upim, Giochi Preziosi e Disney. “Dopo aver ricevuto
i risultati dell’indagine hanno reagito dimostrando impegno e serietà.
Hanno ripetuto i test a proprie spese e infine hanno agito per la sicurezza dei consumatori, ritirando in
via preventiva o dopo conferma dei
risultati i giocattoli a rischio”, conclude l’Associazione. 
venerdì 28 novembre 2008
Sicurezza alimentare
L’Efsa: ridurre il limite massimo
di pesticidi nei cibi
Ridurre la soglia del limite massimo residuale (Lmr) per le
sostanze attive usate in quei pesticidi laddove è comprovato il rischio per la salute umana: lo richiede l’Autorità
europea per la sicurezza alimentare (Efsa), a seguito di
una indagine commissionata da Bruxelles su tutta una serie di antiparassitari ritenuti dalla Commissione europea
nocivi per l’uomo. Dopo le valutazioni, l’Efsa chiede “la riduzione dei livelli Lmr in tutti i casi in cui i rischi sono evidenti, e in tutti quei casi in cui i dati delle sostanze attive
non sono sufficienti a garantire la sicurezza”. Inoltre, “per
tutte quelle sostanze non autorizzate dall’Unione europea
ma che potrebbero essere riscontrate come residui di altri
composti”, l’Autorità per la sicurezza alimentare chiede
che il limite massimo residuale sia fissato ai valori minimi.
L’unità Pesticidi dell’Efsa giunge a queste richieste dopo
attente valutazioni sui rischi che corre il consumatore dagli alimenti trattati con le sostanze attive.
AGRICOLTURA
I trattori della Coldiretti a Firenze
contro la crisi
“Siamo scesi in piazza perché occorre modificare le
leggi regionali che frenano lo sviluppo delle nostre
aziende agricole, gestire la fauna selvatica e gli animali
predatori, procedere nella riforma delle agenzie regionali, pianificare una corretta gestione della risorsa idrica. La denuncia arriva dalla Coldiretti Toscana che ieri
ha organizzato una manifestazione a Firenze contro la
politica regionale per il settore. “Denunciamo - spiega la Coldiretti - che negli ultimi 10 anni la campagna
toscana si è ridotta del 17% e da poco più di 51 mila
imprese si è passati a circa 45 mila iscritti alla camera
di commercio”.
Claudia, 22 anni è una delle protagoniste della manifestazione, vive con i suoi a Vicchio, nel Mugello. Studia
agraria e collabora con l’azienda agricola della famiglia.
E’ stata lei, ieri, a bordo di un trattore John Deere di 7
mila di cilindrata, ad aprire e guidare il corteo di agricoltori (50 mila secondo gli organizzatori, 20 mila secondo le forze dell’ordine, creando qualche disagio al
traffico cittadino) aderenti a Coldiretti Toscana che ha
sfilato per le strade del centro storico di Firenze fino
a gremire piazza Santa Croce dove la manifestazione
si è sciolta. Il trattore guidato da Claudia è stato l’unico, dopo un lunga trattativa con la questura, ad essere
stato autorizzato a percorrere le storiche strade fiorentine. Gli altri mezzi agricoli (circa 350 secondo le forze
dell’ordine, un migliaio secondo la Coldiretti) arrivati a
Firenze da tutta la Toscana sono stati posizionati intorno alla città come se minacciassero un assedio. La maggiore concentrazione c’è stata in piazzale Michelangelo
dove sono stati parcheggiati oltre 200 mezzi.
Tanti gli striscioni: “Martini (governatore della Toscana ndr), fai come noi: semina qualcosa di buono”; “La
Toscana è bella: l’abbiamo fatta noi”; “Siamo biologici,
sostenibili e inkazzati”. Lo slogan della manifestazione
è stato: “Diamo valore alla vera Toscana”.
3
Il Global Deal per azzerare la Co2
Il Wwf traccia la mappa per vincere i cambiamenti climatici e superare la crisi economica
Andrea Drudi
[email protected]
I
l dossier “2009 Anno
del clima: Effetto Global
Deal” edito dal Wwf Italia traccia le linee guida per
un nuovo accordo globale
sul clima. Si tratta di un percorso a tappe obbligate da
chiudersi a dicembre 2009,
delineato dal calendario dei
vertici internazionali che
vedrà i governi impegnati nel corso di tutto l’anno.
Una sfida che secondo l’associazione ambientalista il
mondo deve cogliere “per
superare la crisi economica
attuale e andare verso un
mondo a Carbonio Zero”.
I cambiamenti climatici, secondo i dati più recenti della ricerca scientifica, stanno
avvenendo ad un ritmo più
veloce di quanto previsto
dai modelli pubblicati dal
Comitato Intergovernativo
sui Cambiamenti Climatici nell’ultimo rapporto del
2007. In altre parole, i 3.800
scienziati, vincitori del Premio Nobel per la pace nel
2007, avevano peccato di
ottimismo, mentre da qualche angolo si gridava al catastrofismo.
“Solo un intenso, laborioso, responsabile lavoro di
cooperazione tra i governi,
un’alleanza tra ambiente,
industria, agricoltura, finanza, economia potrà portare
all’adozione di un Trattato
Globale sul clima – ha commentato Gianfranco Bologna, direttore scientifico del
Wwf Italia - Un grande piano di riforme equo, efficace
e coerente con le indicazioni della migliore conoscenza scientifica disponibile
che metta l’umanità al riparo da conseguenze senza
ritorno dovute all’impatto
dei cambiamenti climatici
e ci fornisca una capacità di
maggiore controllo del nostro futuro”.
Nel 2006 in Europa l’incre-
Gianfranco Bologna (Wwf Italia):
“Bisogna cambiare le modalità
di utilizzo dell’energia. Abbiamo
una nuova infrastruttura fatta
di fonti rinnovabili ed efficienza
energetica che aspetta solo
di diventare realtà”
mento della produzione di
elettricità da fonti di energia rinnovabile ha superato
quello da fonti tradizionali.
Negli Stati Uniti, dal 2000 al
2007, la potenza eolica installata è cresciuta da 18.000
a circa 92.000 megawatt; nel
2008 questa capacità ha superato la soglia dei 100.000.
La Danimarca è la nazione
leader nel mondo per la
quota di energia elettrica
proveniente dall’eolico, con
il 20% del totale dell’energia utilizzata dal paese e sta
pianificando l’espansione
del parco eolico a copertura del 50% del fabbisogno
elettrico nazionale. La Germania nel 2007 ha installato
oltre 1.100 megawatt di po-
tenza in impianti fotovoltaici, diventando così il primo
paese al mondo in un solo
anno per aver installato più
di un gigawatt.
Per quanto riguarda il versante industriale, alcune
grandi aziende hanno attuato strategie di riduzione
delle emissioni, superando
la politica dei loro governi
e guadagnandoci in miliardi di dollari e incremento
della produzione, ad esempio la Du Pont, nel 2007 ha
ridotto le emissioni del 72%
rispetto al 1991 e l’utilizzo
globale di energia del 7%
risparmiando 3 miliardi di
dollari. La più grande catena di negozi al dettaglio
del mondo, la Wal-Mart, si
è data l’obiettivo di ridurre
del 5% gli imballaggi entro
il 2013 eliminando 213.000
camion dalla strada e risparmiando circa 324.000
tonnellate di carbone e 350
milioni di litri di carburante
diesel l’anno. Nel 2005 Ibm
ha raggiunto una riduzione
delle emissioni di CO2 del
40% rispetto ai livelli del
1990. Risparmio economico
stimato: circa 115 milioni di
dollari.
“Contro un clima che cambia, cambiamo le modalità
di utilizzo dell’energia. Abbiamo una nuova, rivoluzionaria infrastruttura fatta di
fotovoltaico, solare termico,
eolico, biomasse, cogenerazione, geotermoelettrico,
efficienza energetica, risparmio che aspetta di diventare
realtà e sancire il principio di
una rivoluzione industriale
per la sostenibilità – ha aggiunto Gianfranco Bologna
– Bisogna creare i cosiddetti
colletti verdi, prevedendo
forme adeguate di istruzione
e formazione professionale.
Serve un impegno corale
della società e del mondo
intero che deve essere sostenuto da profonde riforme in
ciascun paese”. 
Da Dusseldorf per un nuovo mondo
Esce in tutte le sale cinematografiche “Palermo Shooting” di Wim Wenders, film in parte girato nel capoluogo siciliano
Gian Lorenzo Masedu
G
uardare e vedere. Troppo
spesso i due verbi si confondono al punto di esser
diventati quasi due sinonimi. Si
dice alternativamente “vedo o
guardo la televisione”, ma non è la
stessa cosa.
Tutti guardiamo, per il solo fatto
di muovere i nostri occhi in direzione di un oggetto o di una persona. È un atto immediato, naturale. Non tutti, però, vediamo, che
è un qualcosa di meno superficiale
dell’atto di guardare. Per vedere,
davvero, non basta indirizzare gli
occhi da qualche parte.
Finn, il protagonista del nuovo
film di Wim Wenders, “Palermo
Shooting”, è un fotografo diviso
tra arte e pubblicità ed è, allo stesso tempo, un uomo che ha smesso
di vedere. La sua ispirazione sembra infatti essere giunta ad esaurimento. Il problema, come gli fa
notare una studentessa, è che si
limita a guardare le cose in superficie. Non prova alcun interesse
per la vita, per quanto viene celato
allo sguardo ed alla vista.
Trovatosi prossimo a morire, Finn
decide di prendersi qualche giorno di riposo. Lascia così Düsseldorf e se ne va a Palermo lasciandosi conquistare dalla città e dai
suoi misteri, tagliando i contatti
con il suo mondo.
Le giornate passano tra un errare
senza meta, qualche fotografia e
grandi dormite nei luoghi più impensabili, nelle piazze della città,
in mezzo ai passanti. Unico suo
compagno di vagabondaggi è il
lettore Mp3, perennemente acceso, che ha appeso al collo e dal
quale non si stacca mai. Questo
fino a quando non fa conoscenza
con una giovane restauratrice che
lo salva da annegamento nel porto
di Palermo.
Tutto andrebbe benissimo per
Finn se non fosse tormentato da
una visione ricorrente: quella di
una strana figura incappucciata che lo segue per tutta la città,
brandendo un arco e mirando ad
ucciderlo con una freccia.
Il film di Wenders segue il percorso di un artista (lo stesso regista?)
che ormai ha perso il contatto con
il mondo e con gli altri. Il successo
gli ha dato alla testa e gli ha fatto perdere il senso delle cose. Ha
bisogno di tornare sulla terra, di
confrontarsi con i suoi simili, di
imparare nuovamente a conoscerli,
a capirli. Solo la paura della morte
può portarlo a rivivere in modo
normale, come tutti gli altri.
Ecco che Wenders mette il suo
Finn a confronto con la Morte:
una Morte solare che invita Finn
a vivere ogni giorno come se fosse
l’ultimo e a vedere.
In questo suo film, Wenders si
confronta dichiaratamente con
i suoi due maestri, Ingmar Bergman (di cui cita il “Settimo sigillo”) e Antonioni (di cui richiama
alla memoria “Blow Up” e “Professione reporter”) e con i temi
che da sempre gli sono cari, quello dell’uomo che lascia tutto e si
mette a vagabondare di “Paris,
Texas” o, quello degli angeli de “Il
cielo sopra Berlino”.
Il viaggio di un fotografo in crisi alla ricerca di se stesso e degli
altri, interpretato da Giovanna Mezzogiorno, Dennis Hopper e
dal rocker tedesco Campino, leader della band musicale
Die Toten Hosen
“Palermo Shooting” è un film diviso a metà, come spesso capita alle
opere di Wenders. Ci ritroviamo
dinanzi a due parti che si distinguono profondamente. In questo
caso la prima parte è quella che
si fa preferire, mentre la seconda
appare di gran lunga più banale e
meno interessante.
È nella prima parte, infatti, che il
discorso sulla visione viene accennato e sviluppato, in particolare
attraverso una cura dell’immagine
elaborata, che sia reale, frutto dei
sogni di Finn o del suo lavoro di fotografo. La parte palermitana, invece, è più superficiale e coincide
col lungo dialogo con la Morte che,
al film, non aggiunge nulla, anzi.
Per troppo voler raccontare, sembra che Wenders si perda regolarmente, non riuscendo a compiere
un discorso organico. È un peccato,
soprattutto alla luce delle premesse
iniziali. Non rimane che chiedersi
se anche Wenders, come Finn, non
abbia smesso di vedere. 
baleniera 220x335
1-02-2008
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