ERCO Lichtbericht 86
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ERCO Lichtbericht 86
E Pubblicato nel settembre 2008 Leonardo glass cube L’architettura in vetro è architettura della luce. La glaskoch ha costruito per il suo marchio Leonardo un cubo in vetro per ospitare gli eventi e come simbolo aziendale, dando forme organiche ai suoi interni tutti in bianco: un ambiente che pare fatto apposta per essere modellato con la luce. Lichtbericht 86 Indice Introduzione 1 In questa edizione 2 Flash 4 Sprazzi di luce In questa edizione Luce & Tecnica Articolo 6 Leonardo glass cube La Corporate Architecture come espressione della concezione di un marchio: un cubo di vetro trascende in un gioco di forme organiche vibranti, in luci ed ombre, riflessi e trasparenze. 16 Luce e Tecnica Faretto proiettore Emanon con Goborotator 18 Zoom Temperatura colore 19 Doppio zoom Resa cromatica 20 Buddha Tooth Relic Temple and Museum Dal maggio del 2007 l’isola città-stato di Singapore si è arricchita di una nuova attrazione: nel cuore di Chinatown, nel centro storico, è sorto un centro culturale buddista. 24 BMW Welt, Monaco di Baviera L’illuminazione di questo centro per eventi e consegne riesce nell’impresa di coniugare la messa in scena teatrale degli ambienti con il comfort visivo efficiente. 28 Biblioteca Foral de Bizkaia La nuova costruzione in vetro di questa biblioteca di Bilbao presenta orgogliosa mente i suoi contenuti, costituendo allo stesso tempo un perfetto esempio di illuminazione delle superfici verticali. 32 Luci di chiusura Impressioni dalla fiera Light+Building di Francoforte nell’aprile del 2008. Progetti Sfondo 12 Thomas Schielke Immagini per l’illuminazione dell’architettura L’influenza delle tecniche di visualizzazione sulla progettazione illuminotecnica. ERCO Lichtbericht Impressum Editore: Tim H. Maack Redattore capo: Martin Krautter Design: Simone Heinze, Christoph Steinke Stampa: Mohn Media Mohndruck GmbH, Gütersloh Foto (pagina): Ian Barnes (2), Frieder Blickle (32–33), Bernd Hoff (2), Aksel Karcher (16), Joe Lynch/Das Fotoarchiv (20–23), Thomas Mayer (U1, 2, 3, 6–11, 18, 19, 24–28), Thomas Pflaum (3, 4–5), Alexander Ring (1, 16–17), Lukas Roth (2), Dirk Vogel (3), Edgar Zippel (2, 3) 1028718000 © 2008 ERCO Traduzione: Lanzillotta Translations, Düsseldorf Fonti iconografiche delle pagg.12–15 (Pag./N. foto): 12/1: Cameraphoto Arte snc, 12/2–3: Museums landschaft Hessen Kassel, 13/1: Avery Library, 13/2: John E. Flynn 13/3: Hans Gabriel, 13/4: ERCO, 14/1: Helmut Jacoby, 14/2: Foster + Partners, 14/3: Lawrence Halprin, 14/4: Bernard Tschumi Architects, 15/1: Holzer Kobler Architekturen, 15/2: Zaha Hadid Architects, 15/3: IwamotoScott Architecture, 15/4: The Moholy-Nagy Foundation, 15/5: 2003 realities:united, Berlino Tim Henrik Maack Il poeta Paul Scheerbart, vissuto alla fine del XIX° secolo, scrisse: «Ohne einen Glaspalast, ist das Leben eine Last», che possiamo liberalemente tradurre con «Senza un palazzo di vetro non è vita». Così, o più o meno così, devono aver pensato alla Leonardo quando hanno deciso la realizzazione di un cubo in vetro. Lo studio 3deluxe è riuscito a dare al marchio Leonardo un volto architettonico spettacolare con un linguaggio di forme sobrie ispirate al mondo organico. È così sorto nella cittadina di Bad Driburg un qualcosa che avrebbe sicuramente reso fiere anche molte grandi città. Un altro esempio di architettura di marca lo troviamo nella bella città di Monaco di Baviera. Il marchio è quello della BMW, che ha costruito per sé e per i suoi clienti qualcosa di davvero speciale. La Coop Himmelb(l)au ha tradotto i valori dinamici del marchio BMW in un’archi tettura statica. Il nuovo centro per eventi e con segne riesce ad eguagliare le prestazioni degli ingegneri e dei prodotti BMW quanto a innovazione e creatività. L’architettura del Buddha Tooth Relic Temple di Singapore testimonia invece un’idea di sé di tipo diverso. L’edificio a cinque piani è stato eretto nello stile tradizionale della dinastia cinese dei Tang, considerata l’epoca dell’oro dell’arte buddista in Cina. Persino i faretti sono stati quindi dotati di rivestimenti ornamentali, per integrarli nell’ambiente nel modo più discreto possibile. Nella rubrica Luce e Tecnica si può inoltre leggere dei faretti proiettori Emanon con Goborotator. Il compito che si prefigge questa nuova serie di faretti è quello di trasferire nell’architettura la tecnologia e gli effetti da palcoscenico. Per la prima volta si possono integrare effetti luminosi dinamici e innumerevoli applicazioni in modo semplice e senza problemi di compatibilità di sistema. Il faretto Emanon costituisce lo strumento di illuminazione più adatto proprio per creare un’interfaccia tra architettura e intrattenimento. Le comuni lampadine devono essere vietate e sostituite da lampade a risparmio energetico. Questo può essere certamente un passo in avanti importante nelle aree private, ma negli ambiti professionali né le lampadine comuni, né le cosiddette lampade a risparmio energetico vanno prese sul serio. Il tema offre piuttosto un’occasione per guardare più da vicino i diversi tipi di illuminazione. Nello Zoom questa volta descriviamo i concetti di temperatura colore e di resa cromatica e come questi due aspetti si presentano nei diversi tipi di lampade. Una distinzione affatto inutile se si pensa che in definitiva si può apparire pallidi e patiti anche in una luce bianca calda. Infine si troveranno su questo numero delle impressioni dalla fiera Light+Building. Con i suoi 165.000 visitatori la fiera ha di nuovo superato ogni aspettativa, esattamente come la ressa allo stand ERCO. Vi ringraziamo di cuore per la vostra visita e saremo lieti di avervi di nuovo ospiti alla prossima edizione della fiera, nel 2010. ERCO Lichtbericht 86 1 Flash Vaduz Camera Alta, nel vero senso della parola: la sala consiliare del Parlamento del Ducato del Liechtenstein ha trovato una nuova collocazione sotto un tetto a punta. 25 parlamentari si riuniscono attorno ad un tavolo rotondo, illuminato senza abbagliamento dai faretti direzionali Gimbal montati su di un’elegante struttura sospesa. Edificio del Parlamento, Vaduz Architetto: Studio architettonico Hansjörg Göritz, Hannover e Frick Architekten AG, Schaan Lichtplanung: Licht Kunst Licht, Bonn/Berlino www.landtag.li Berna In occasione della grande esposizione dedicata a Ferdinand Hodler dal 9 aprile al 10 agosto 2008, il Museo dell'Arte di Berna ha dotato il suo antico edificio di un nuovo allestimento e di un nuovo sistema di illuminazione. Anche le sale senza lucernai sono ora provviste di una combinazione di wallwasher Optec e apparecchi Hi-trac che irradiano una luce indiretta con degli equilibrati illuminamenti orizzontali e verticali. Chiesa di San Giuliano, Erice (Sicilia) Progettazione illuminotecnica: Adragna Illuminazione, Alcamo Museo dell'Arte, Berna Arredamento degli interni: Ulrich Zickler, Stoccarda Progettazione illuminotecnica: Institut für Tageslichttechnik, Stoccarda www.kunstmuseumbern.ch Düsseldorf L’idea della Lumas di rivolgersi a delle nuove classi di collezionisti con delle edizioni di foto d’arte accessibili a tutti si è dimostrata un successo: la Lumas si espande e la sua filiale di Düsseldorf è stata dotata in modo professionale di faretti Optec e di binari elettrificati ERCO. Galleria d'Arte Moderna «Sant'Anna», Palermo Progettazione illuminotecnica: Adragna Illuminazione, Alcamo Lüdenscheid Con un dispendio relativamente contenuto si è fatto molto per i piccoli pazienti: lo studio KKW di Altena ha rinnovato la clinica pediatrica di Lüdenscheid. I wallwasher TFL rendono i corridoi più vivibili, mentre nella stanza dei giochi i downlight Compact 100 per lampade fluorescenti compatte forniscono una luce piacevole ed economica. Galleria di stampe d'arte Lumas, Düsseldorf Progettazione illuminotecnica: Altenfeld & Schmitz, Bochum www.lumas.de Cracovia In questa piazza nella storica città vecchia di Cracovia gli apparecchi Axis Walklights rendono più sicuri i passi sulle gradinate. La tecnologia LED rende questa soluzione efficiente sotto il profilo energetico, non richiede manutenzione ed è quindi economica. Piazza Czartoryskich, Cracovia Architetti: Biuro Projektów Lewicki ¸atak, dr in˝. arch. Piotr Lewicki, mgr in˝. arch. Witold Opaliƒski Clinica pediatrica di Lüdenscheid Architettura e progettazione illuminotecnica: KKW Architekten, Altena Barcellona Con la sua posizione sulla Avenida Diagonal, nel mezzo del quartiere commerciale, questo hotel si rivolge ad un pubblico di uomini d’affari sensibili al design. Nella lobby i faretti Parscan mettono gli accenti luminosi senza creare abbagliamento. Hotel NH Constanza, Barcellona Architettura: Manuel de Solá Morales, Barcellona; Lucho Marcial, Rafael Moneo, Madrid www.nh-hotels.com 2 ERCO Lichtbericht 86 Erice Appena rinnovata, la chiesa di questa cittadina siciliana splende per il suo bianco candido e per le forme barocche che creano un forte contrasto con le pareti in pietra naturale sbozzata delle navate laterali. Gli uplight Trion illuminano il soffitto a volta in modo omogeneo e i discreti faretti Pollux illuminano la zona dell’altare. Palermo L’ex chiostro di Sant’Anna alla Misericordia è diventato il nuovo domicilio della Galleria d'Arte Moderna. In questi spazi storici accuratamente rinnovati sono ora sospesi i binari elettrificati ERCO, dotati di faretti Quinta per una eccellente presentazione della collezione. Brisbane La nuova Gallery of Modern Art fa parte della Queensland Art Gallery e quindi della più grande struttura dell’arte moderna e contemporanea dell’Australia. Nelle sale d’esposizio ne si combina l’illuminazione diffusa delle pareti con gli accenti flessibili dei faretti Optec, montati su di una griglia di binari elettrificati sul soffitto sospeso. Gallery of Modern Art (GoMA), Brisbane Architettura: Architectus, Sydney www.qag.qld.gov.au Vienna La gioielleria avanguardista che ha sede in Kohlmarkt 4, in una zona perfetta per uno shopping raffinato, è larga solo 2,60 m, ma in compenso è lunga 30 metri. La vetrina si estende come un nastro lungo la stanza, illuminata dai faretti dire zionali integrati Starpoint. I faretti direzionali a filo dell’intonaco e senza cornice provvedono agli ulteriori accenti provenienti dal soffitto. Madrid Il Prado, senza dubbio uno dei più importanti musei del mondo, è stato ampliato e rinnovato in modo discreto dall’architetto spagnolo Rafael Moneo. Anche questa volta i progettisti hanno scelto ERCO per l’illuminazione ed hanno combinato faretti Parscan e washer Optec montandoli sui binari elettrificati. Museo del Prado, Madrid Architettura e progettazione illuminotecnica: Estudio Rafael Moneo, Madrid www.museodelprado.es Wuppertal La splendida scala in stile guglielmino viene valorizzata dalla raffinata illuminazione: gli uplight Trion per lampade fluorescenti montati sui capitelli delle colonne illuminano con luce diffusa i soffitti a volta. Pretura, Wuppertal Progettazione illuminotecnica: Bettina Kaes, Martin Weiser/bright concepts www.ag-wuppertal.nrw.de Gioielleria Nedoluha, Vienna Architettura e progettazione illumi notecnica: bpw Architektur, Vienna www.nedoluha.at ERCO Lichtbericht 86 3 Sprazzi di luce Martin Braun Backforum, Hannover Foto: Thomas Pflaum, Castrop-Rauxel www.martinbraun.de 4 ERCO Lichtbericht 86 Architetti: Ackermann&Raff, Tübingen Progettazione impianto elettrico: Ingenieurbüro Meinhardt Fulst, Vienenburg General contractor: ARGE Wallbrecht-Schuppert, Hannover Progettazione esecutiva e direzione dei lavori dell’impianto elettrico: Keydel Bock Ingenieure, Göttingen ERCO Lichtbericht 86 5 Leonardo glass cube Architettura e progettazione illuminotecnica: 3deluxe, Wiesbaden Foto: Thomas Mayer, Neuss La Corporate Architecture come espressione della concezione di un marchio: un cubo di vetro trascende in un gioco di forme organiche vibranti, in luci ed ombre, riflessi e trasparenze. Sul rapporto tra le metropoli e le periferie nell’era dell’informazione coesistono le tesi più svariate: alcuni sostengono l’assimilazione dei contrapposti, di centro e periferia, per mezzo della virtualità di Internet, altri postulano una concentrazione delle «Creative Industries» nelle metropoli, le sole in grado di offrire le condizioni ambientali necessarie. Ma invece di perderci nelle teorie passiamo alla prassi, ad esempio alla cittadina di Bad Driburg, ai margini della foresta di Teutoburgo: una location decentrata, tipica per le medie industrie tedesche. Qui ha la sua sede la glaskoch B.Koch Jr. Gmbh + Co. KG, conosciuta con questo nome solo tra gli esperti del settore, perché l’impresa si presenta al pubblico con il marchio del suo prodotto: dal 1972 i suoi bicchieri, vasi e arti coli da regalo in vetro si chiamano «Leonardo» e vengono distribuiti con successo nei negozi specializzati ma anche in alcuni punti vendita propri e in franchising. Dal 1991 Leonardo è leader nel mercato dei bicchieri e degli articoli da regalo in vetro e circa l’80% dei tedeschi afferma di conoscerne il marchio, anche se esso viene percepito come di origine mediterranea, il che per dei prodotti di design è probabilmente un complimento. Con il Leonardo glass cube si affievolirà questa percezione: si tratta di uno spettacolare esempio di architettura d’impresa in grado di dare una collocazione al marchio e allo stesso tempo di catapultare Bad Driburg sulle cartine geografiche delle opere architettoniche. L’arte fice di questo passo coraggioso è un giovane imprenditore che dal 2005 guida questa impre sa familiare ricca di tradizione: Oliver Kleine, il Managing Director della glaskoch e promo tore del glass cube. È lui che ha riconosciuto l’importanza della Corporate Architecture per i dipendenti e per i clienti della sua impresa: «Il glass cube è la prova che noi viviamo davvero la nostra visione», spiega Kleine in una intervista: «Esso posiziona la marca architettonicamente, unificando i valori fondanti di Leonardo.» L’impresa ha fatto erigere questo suo gioiello nelle immediate vicinanze degli edifici aziendali esistenti, sul «verde prato» dell’area industriale di Bad Driburg, facendolo realizzare dagli archi tetti e designer degli studi 3deluxe di Wiesbaden, un team che vanta un ricco portafoglio di interni visionari, ambienti multimediali ed edifici tem poranei, ma per il quale il glass cube rappresen tava il primo progetto di una costruzione per manente. Essi hanno realizzato per Leonardo un edificio che mira a stimolare tutti i sensi. Natu ralmente il vetro gioca un ruolo importante nell’edificio: costituisce la pelle di questo cubo di 40 metri esatti di lato che, per dirla con le parole degli architetti, «rappresenta un'inter 6 ERCO Lichtbericht 86 www.leonardo.de Una pelle di vetro fa da membrana tra lo spazio reale ed uno spazio fit tizio: così i creativi dello studio 3deluxe descrivono il concetto sviluppato per il glass cube. Le caratte ristiche forme organiche della «Genetics» tridimen sionale le si trovano negli elementi della facciata ma anche in una rete di sentieri in calcestruzzo bianco che si estende tutto attorno all’edificio. faccia fluida non solo tra interno ed esterno, ma anche tra uno spazio reale ed uno fittizio; una soglia di accesso ad un mondo ipernaturale, esteticamente eccessivo.» In questo ambiente futuristico i visitatori, i clienti e i dipendenti dell’impresa sono accol ti in un mondo a sé, nello showroom e nel negozio, in un’area con sale per corsi di forma zione, seminari e riunioni, nel «Design Lab» per lo sviluppo dei prodotti e in una «Chill Zone» con il bar. Oliver Kleine si attende tra i 50 e i 100 visitatori al giorno: «Ogni mese prepariamo nuovi programmi, esposizioni, eventi, seminari e fiere.» Il giovane imprenditore afferma che «il glass cube è un’architettura attiva, nella quale succede sempre qualche cosa.» La struttura edilizia è composta in sostanza da due elementi in contrasto tra loro: un invo lucro a forma di parallelepipedo e una forma sospesa nel centro del suo spazio interno, fatta di pareti dalle superfici ondulate e bianche. Per l’illuminazione i progettisti dello studio 3deluxe si basano sulla loro grande esperienza nel set tore delle fiere e delle manifestazioni e sfrut tano una eccezionale gamma di componenti luminose: la facciata in vetro è dotata di tenui strutture ottenute estraniando delle foto digi tali, che filtrano la luce del giorno e reagiscono ai contrasti di luce in modo sempre diverso. Le superfici ondulate delle pareti del nucleo dell’edificio sono illuminate in modo omoge neo dai wallwasher con lenti della famiglia Lightcast e creano l’effetto di un’architettura che brilla dal suo interno. Le tende in garza illu minate dal retro offrono delle ulteriori opzioni per la modulazione dell’ambiente. Le fessure e le scanalature collocate con cura sulle pareti del nucleo interno fanno sempre penetrare un’idea di luce diurna nelle sale d’esposizione. L’illumi nazione generale e l’illuminazione d’accento delle esposizioni sono però realizzate con la luce artificiale: soprattutto con dei faretti dire zionali incassati nel soffitto, ma in parte anche con dei sistemi di binari elettrificati e faretti. Le installazioni luminose costituite da lampade fluorescenti e catodiche, in parte comandate dinamicamente, costituiscono una componente decorativa, un’atmosfera di luce da osservare. ERCO Lichtbericht 86 7 Le lastre della facciata, con le immagini digitali ad alta risoluzione finemente impresse, costituiscono una semplice membrana in un continuo di forme organiche che coinvolge il visitatore in un’esperienza sinestetica. Il principio per cui nelle architetture in vetro le pareti del nucleo dell’edi ficio vanno illuminate in modo omogeneo e diffuso in modo da ottenere un edificio luminoso che si proietta all’esterno è sta to impiegato per la prima volta dal progettista illu minotecnico americano Richard Kelly, ad esempio nel foyer del palazzo Seagram. L’edificio si eleva per 7 metri sopra il livello del suolo e si estende per cir ca 4 metri nel sottosuolo, dando luogo al suo inter no a spazi di fino a circa 10 metri di altezza. I wall washer con lenti Lightcast per lampade ad alogenuri metallici HIT-CE da 70W sono abbastanza potenti da illuminare in modo dif fuso ed omogeneo anche delle pareti di tali altezze. I faretti direzionali pongo no degli accenti luminosi sulle superfici del pavi mento, che già riceve la sua illuminazione generale dalla luce diffusa riflessa dalle pareti: un approccio progettuale efficiente dal punto di vista energetico, nel quale l’illuminazione delle superfici verticali è decisiva per infondere una sensazione di luminosità. Come una rete di neuroni, la forma organica dei sen tieri costituiti con degli elementi di calcestruzzo bianco ricopre il prato che circonda il glass cube. I proiettori Grasshopper per lampade ad alogenuri metallici con distribuzione 8 ERCO Lichtbericht 86 spot accentuano l’area d’ingresso, con gli ele menti in calcestruzzo che si soprelevano leggermen te formando una rampa di accesso. Ritratto dello Studio 3deluxe Il gruppo di creativi 3deluxe è nato a Wies baden nel 1992, fondato dai designer della comunicazione Andreas e Stephan Lauhoff, dall’arredatore di interni Nikolaus Schweiger e dal designer Dieter Brell. Dal 1999 la system modern gmbh, con l’ingegnere aziendale Peter Seipp come direttore generale, è responsabile per lo sviluppo, la produzione e la gestione dei progetti in comune con lo studio 3deluxe. Ormai il linguaggio di 3deluxe, ispirato alle caratteristiche forme organiche, si è affer mato nel contesto internazionale come un marchio di fabbrica assieme alla concezione degli spazi virtualmente estesi e al design grafico significativo che definisce in modo nuovo il confine tra la bidimensionalità e la tridimensionalità. Oggi dietro il nome 3deluxe opera un team interdisciplinare di circa 30 persone prove nienti dai campi dell’architettura, dell’arreda mento di interni, dell’arte e del design grafico, pubblicitario e industriale. Avvalendosi di que sto ampio spettro di competenze 3deluxe svi luppa delle soluzioni complete per il design, che vanno dall’immagine grafica alla presen tazione multimediale e fino all’architettura mantenendo un unico modello estetico. www.3deluxe.com Da sinistra: Stephan Lauhoff (direzione di 3deluxe graphics), Dieter Brell (direzione di 3deluxe in/exterior), Peter Seipp (direzione commerciale di 3deluxe in/exterior), Andreas Lauhoff (direzio ne di 3deluxe graphics). ERCO Lichtbericht 86 9 Elementi architettonici luminosi ed illuminati, illuminazione omogenea e illuminazione d’accento: i progettisti di 3deluxe hanno impiegato un’ampia gamma di tipi di luce e di strumenti di illuminazione per ottenere l’atmosfera desiderata. Per l’illuminazione gene rale gli architetti hanno utilizzato in tutto l’edificio gli apparecchi da incasso nel soffitto Lightcast per lampade ad alogenuri metallici, degli strumen ti economici, potenti e dall’ottima schermatura. Su questa base di comfort visivo efficiente si sovrap pongono gli altri elementi per l’illuminazione d’ac cento delle esposizioni, Al variare delle condizioni della luce diurna si modi fica in modo drammatico il carattere dell’architet tura, che con l’illumina zione artificiale assume un’immagine notturna completamente diversa. Questa architettura tutta in bianco vive della modellazione delle super fici e degli spigoli otte nuta con la luce. Le linee di fuga sembrano tirate col curvilinee e sono fun zionali alla tecnologia di climatizzazione; il taglio dei pannelli del soffitto è stato possibile solo con l’impiego di macchine a controllo computerizzato. ossia «luce per guardare», e una molteplicità di oggetti luminosi e di apparecchi di illuminazione originali e realizzati appositamente come «luce per osservare». Le forme organiche e astratte, dette «Genetics», sono un elemento crea tivo tipico di 3deluxe. Quello che nei progetti temporanei veniva rea lizzato con delle stoffe elastiche qui è stato ottenuto dai designer incollando dei gusci in materiali minerali. Nel progetto d’illumina zione del glass cube le tende in garza, illuminate dal retro con lampade fluorescenti e con effetti di luce dalle variazioni cromatiche dinamiche, rivestono un ruolo di pri mo piano, mirato ad otte nere un gioco raffinato di trasparenze e volumi. I prodotti Leonardo, con le loro superfici riflettenti, splendono per la brillanza della luce orientata dei faretti Optec per lampade ad alogenuri metallici montati su un binario con alette ERCO integrato nel soffitto in cartongesso. Il glass cube offre anche degli spazi nei quali si possono provare e presen tare dei concetti di esposi zione delle merci nei punti vendita di proprietà e nei negozi specializzati. Qui si impiegano i faretti Optec e i downlight a sospensio ne Parabelle. 10 ERCO Lichtbericht 86 Per qualsiasi evento ed esposizione il glass cube offre una cornice insolita e unica. ERCO Lichtbericht 86 11 Immagini per l’illuminazione dell’architettura L’influenza delle tecniche di visualizzazione sulla progettazione illuminotecnica Per i progettisti le immagini sono una fonte dalla quale trarre ispirazione per lo sviluppo e la visualizzazione di nuove idee. Le immagini impiegano diverse forme di rappresentazione visiva: ad esempio Erich Mendelsohn punta sullo sviluppo degli schizzi, Ben van Berkel sulla visualizzazione grafica dei dati, e Frank Gehry sulla realizzazione di modelli in cartone in combinazione con la scansione tridimensionale e i software CAM. Ci si può domandare in che misura i risultati della progettazione e quindi l’architettura stessa dipendano dalle diverse tecniche di progettazione. Questa dipendenza diventa ancora più complessa se oltre alle dimensioni dello spazio si studia anche la dimensione della luce, come avviene nella progettazione illuminotecnica. In questo articolo si confrontano le immagini e le tecniche di visualizzazione nel processo di progettazione dei due campi, quello dello spazio e quello della luce. Nella sua «ultima cena» (1592–94) il Tintoretto ha dipinto, oltre alla luce sui corpi, anche i raggi di luce, completando la scena con una rappresen tazione simbolica della luce. Nella sua opera «Gebir gige Flusslandschaft am Morgen und bei Nacht» (1830–35 ) (Paesaggio flu viale e montuoso all’alba e notturno) Caspar David Friedrich ha perfeziona to l’illusione della luce 12 ERCO Lichtbericht 86 lavorando su materiali traslucidi e illuminandoli da dietro. Con l’ausilio di apposite mascherine si poteva inoltre rappresen tare l’alternarsi del giorno e della notte. architetture del disegnatore americano Hugh Ferriss hanno per oggetto quasi esclusivamente i paesaggi notturni con i grattacieli illuminati. Ferriss impiega la luce in primo luogo per dare drammaticità alle scene, sottolineandola con la plasticità espressiva degli edifici. Per Ferriss l’impatto della vista notturna di un edificio sembra superare quello dei paesaggi alla luce del giorno: è l’inizio di un nuovo modo di interpretare l’architettura. Didattica della luce Se in un primo momento il settore dell’illuminazione era solo un compito tecnico che gli ingegneri dovevano svolgere nell’ambito dell’industrializzazione, già negli anni ’20 del secolo scorso iniziò a delinearsi una nuova epoca dell’architettura della luce, il cui precursore, con le sue utopie di vetro fatte di cristalli e torri luminosi, è stato Paul Scheerbart. A partire dagli anni ’60 è comparsa poi tutta una serie di libri sull’illuminazione delle Storia dell’arte architetture che ha trasmesso agli architetti Già Leonardo da Vinci ha distinto due diverse le nuove concezioni della luce prodotta con qualità della luce: «Luce», ossia la pura luce l’energia elettrica. Nel 1962, nel suo libro di una sorgente luminosa, e «Lume», cioè «Architectural Lighting Graphics», John la luce su di un corpo. Nell’ultima cena del Flynn ha completato gli esempi fotografici Tintoretto i raggi di luce dipinti sulla tela con i disegni tecnici realizzati nella progetdanno vita ad una dimensione fisica a sé: tazione illuminotecnica. Così facendo ha essi corrono sul confine dell’invisibilità, dalla evidenziato la correlazione tra luce ed archilampada fino ai corpi illuminati. Si ritrova tettura, sottolineando la sua dimensione qui la concezione aristotelica della luce, che creativa e l’importanza della luce e quindi rende visibili i corpi, assieme alla concezione degli apparecchi di illuminazione. simbolica della luce del neoplatonismo. Nel 1974, nel suo libro „Das künstliche In seguito anche la rappresentazione della Licht in der Architektur“ (La luce artificiale luce nell’architettura dovrà cercare di varcare nell’architettura), Hans Gabriel ha spiegato i confini della visibilità. Gli sforzi per rappre- la percezione di un ambiente cittadino notsentare in modo realistico la luce iniziano già turno con il contrasto di poche superfici e con la scelta del mezzo di rappresentazione: contorni su di uno sfondo nero. Le situaziocon l’impiego di materiali trasparenti si riesce ni luminose stilizzate sono più facilmente a rendere l’idea della «Luce» nel senso davin- confrontabili e trasmettono il messaggio ciano appena ricordato. tralasciando le specificità locali che appaioVerso il 1820 le prime immagini luminose no nelle foto ad alta definizione. erano molto popolari: erano realizzate su Con «Handbuch der Lichtplanung» materiali trasparenti e illuminate da dietro. (Manuale della progettazione illuminotecniL’effetto generato dalla luce reale e non ca) di Harald Hofmann e Rüdiger Ganslandt, dipinta, della «Luce» in senso davinciano, ha in cooperazione con il designer tedesco Otl perfezionato la suggestione dell’architettura. Aicher, nel 1992 è stato creato un nuovo Con l’ausilio di mascherine, filtri colorati e linguaggio dell’illuminotecnica. Nel libro Otl cambiamenti di luce si possono addirittuAicher ha realizzato degli spazi virtuali esera rappresentare dei fenomeni temporali, guendo dei disegni con una comune tecnica come ad esempio il variare delle condizioni di illustrazione. Le caratteristiche astratte di luce dall’alba al crepuscolo. Caspar David degli apparecchi di illuminazione, raffiguFriedrich ha utilizzato la luce di una candela ranti i diversi angoli di distribuzione della o di una lampada ad olio per inscenare il luce e la rappresentazione di tipi di montagchiaro di luna. gio, hanno costituito la base per un linguagCon l’avvento dell’illuminazione elettrica gio grafico facilmente comprensibile nella sono cambiate le prospettive della rapprerappresentazione degli apparecchi stessi. sentazione della luce. Le raffigurazioni delle Disegni tecnici e schizzi Con degli schizzi si possono rappresentare in modo convincente i principi cardine di un progetto di illuminazione e le atmosfere che si vogliono ricreare. Helmut Jacoby, che assieme a Hugh Ferriss è considerato uno dei più importanti disegnatori di architetture del secolo scorso, con le sue impressionanti presentazioni disegnate a mano ha definito gli standard per le moderne immagini generate al computer. Il fatto che degli architetti esperti si sono fatti dare da Jacoby degli schizzi per i punti di vista dei rendering in CAD può far capire come oggi con le simulazioni CAD tecnicamente perfette si finisca per perdere il senso della composizione e della cura del dettaglio. Con le sue tecniche di disegno Jacoby si è distanziato dal realismo delle fotografie, diventando astratto nell’accentuare le cose. Norman Foster continua a puntare ancora oggi sulle illustrazioni, proseguendo la tradizione della composizione delle immagini di Jacoby. Un cambiamento sostanziale lo si ha però nell’impiego del colore. Le grafiche colorate sono caratterizzate dalle linee tirate a mano, non perfettamente dritte e in parte sporgenti nelle sovrapposizioni. Le superfici che queste racchiudono sono riempite e dotate in parte di colori omogenei, ad esempio per rendere gli effetti prodotti dalla luce sui corpi. Questa tecnica rappresentativa spinge anche a delle associazioni con la grafica dei fumetti. Diagrammi scenografici Per presentare dei contesti complessi, dei problemi concettuali e per le visualizzazioni dinamiche nel tempo e nello spazio, gli architetti e i progettisti illuminotecnici si sono dovuti interessare di grafica informatica. I settori della grafica vanno dall’estetica delle tabelle di dati fino ai collage artistici. C’è il rischio di ridurre la progettazione alla rappresentazione simbolica degli aspetti caratteristici di un progetto, a scapito della realisticità degli effetti luminosi nell’ambiente. La dinamica temporale della luce e un’analisi del suo avvicendarsi negli spazi richiedono un linguaggio delle immagini che il disegno convenzionale, con la sua staticità, non può offrire. Per trasferire nell’illuminazione elettrica i fenomeni naturali, così come questi si susseguono al variare della luce diurna, sono quindi nate delle grafiche in grado di visualizzare gli impieghi degli spazi e la loro illuminazione nel passare del tempo. L’artista Wallace Rimington ha coniugato nel 1910 la musica e la luce colorata nel suo organo a colori. Con una notazione musicale egli ha fissato i colori e la velocità del cambio di colori in uno spartito ed ha ottenuto così delle serie di colori puri o mescolati. Negli anni ’60 l’architetto paesaggista americano Lawrence Halprin ha inventato un codice visivo per una nuova tecnologia di giochi acquatici dinamici programmabili. Halprin ha assegnato a ciascuno dei tre gruppi di spruzzi della fontana di Fort Worth un diverso impulso per acqua, luce e suono, e collegato la loro intensità in rapporto con L’americano Hugh Ferriss, architetto e disegnatore di architetture, ha impie gato degli effetti lumi nosi per mettere in scena drammaticamente i corpi degli edifici, sottolinean doli con una espressiva plasticità. Nel suo libro del 1974 «Das künstliche Licht in der Architektur» Hans Gabriel ha operato un’astrazione in bianco e nero delle situazioni luminose per consentire di confrontare più facil mente le diverse varianti dell’illuminazione. Nel 1962, nel suo libro «Architectural Lighting Graphics», John Flynn ha impiegato foto e disegni per illustrare al meglio gli aspetti della distribuzione della luce e la forma degli apparecchi di illumina zione. Nel 1992 il grafico t edesco Otl Aicher ha pubblicato assieme a Harald Hofmann il manuale «Handbuch der Lichtplanung», impres sionante per il metodo di rappresentazione gra fica con tratti e super fici e per come riesce a rendere intuitivamente l’illuminazione con dei coni di luce. ERCO Lichtbericht 86 13 l’elemento temporale. In uno schema separato ha sovrapposto tutti i gruppi, per riassumerli come nello spartito di una sinfonia. Bernard Tschumi osserva il montaggio cinematico delle immagini come un collegamento tra spazio, movimento e azione. Nel suo progetto per il National Studio for Contemporary Art di Tourcoing egli ha combinato il linguaggio delle immagini nel trascorrere lineare del tempo con delle foto. La costruzione di un grande tetto in acciaio si scioglie in una striscia di immagini che a sua volta genera delle forme, si dispiega in più file e ci mette di fronte alla complessità della vita. Holzer Kobler Architekturen ha ideato invece una notazione complessa per un evento sinestetico, che oltre al suono e alla luce include anche categorie dell’odorato, del colore, del materiale, dell’umore e delle attrazioni delle cariche, realizzando su queste basi i centri commerciali Ebisquare, in Svizzera. Nella loro rappresentazione, in verticale sono elencati i 21 luoghi del centro Per realizzare dei disegni naturale. Alcuni recenti commerciale, in orizzontale l’asse del tempo. convincenti Helmut Jacoby progetti, come il Dolder In confronto agli altri spartiti luminosi queha impiegato texture, Grand Hotel dello studio dettagli e persone. Per la Foster + Partners si richia sto diagramma descrive l’atmosfera complessiva nell’architettura. mano a questa tradizione composizione delle sue za offerta dal software. Purtroppo i software di elaborazione delle immagini non possono rendere tutte le qualità della luce utilizzabili nell’architettura. Nel passaggio dal disegno tecnico convenzionale ai modelli in CAD la quota delle piantine e delle viste è via via diminuita a vantaggio delle prospettive. I software come Google Map hanno ulteriormente modificato gli approcci con una vista dall’alto. L’esempio del Ordrupgaard Museum di Zaha Hadid, nel quale l’illuminazione interna fa apparire la struttura dell’edificio in planimetria, mostra come oggi nella fotografia dei modelli si lavori con dei nuovi assi di prospettiva. L’impiego dei programmi di simulazione e i progetti in CAD hanno portato ad una nuova comprensione della luce anche da parte degli architetti. Il monitor luminoso ha soppiantato il tavolo da disegno illuminato e fin dal primo click si riescono a creare progetti e architetture di luce. Nel processo di visualizzazione gli spazi luminosi si generano da sé, come dimostra il rendering della Jellyfish House. Animazioni Sicuramente il Light Space Modulator del opere ha scelto consape impiegando delle tecniche maestro ungherese del Bauhaus László volmente il punto di vista di visualizzazione digitale. Software Moholy-Nagy va considerato uno dei primi di un passante, in modo Nei decenni passati la visualizzazione della esperimenti con luce dinamica e filmati. da fornire una prospettiva luce è stata fortemente segnata dagli sviSiccome la sua opera nasce da un modello luppi della tecnologia. Col tempo il software cinetico, non ha l’aspetto piatto delle odierPhotoshop si è affermato come uno dei più ne pareti luminose a pixel. importanti programmi per l’illustrazione Oggi tramite internet si possono diffondella luce. dere velocemente delle visualizzazioni al Mentre Helmut Jacoby disegnava le super- computer non solo come presentazioni, ma fici degli edifici passo dopo passo con un Lawrence Halprin ha anche come strumenti interattivi nel prodescritto le coreografie motivo, gli utenti di Photoshop riempiono cesso di progettazione o a scopi didattici su della sua fontana in un una superficie con un click oppure scelgono guide illuminotecniche on line. Così per il diagramma grafico che un motivo tra i modelli di una biblioteca. Museo dell’Arte di Graz la Realities United tiene conto del fattore temporale. Bernard Con un altro click si possono visualizzare ha sviluppato una soluzione informatica Tschumi invece ha rea senza discontinuità i diversi livelli delle che ha consentito di caricare dei film per lizzato un montaggio di immagini. I coni di luce possono essere inse- poi proiettarli sulla facciata multimediale immagini simile ad una riti come un piano trasparente nel disegno. pellicola cinematografica del museo. Con la tecnica del mapping e in grado di catturare con Ne deriva spesso una differenziazione di pia- l’astrazione sul volume di un edificio si cretamente le atmosfere ni che viene associata con le profondità degli limita questo approccio del software ad una luminose. spazi. Con una più attenta osservazione si gestione superficiale delle facciate a pixel vede però come questa spazialità si comporta e si escludono l’illuminazione indiretta ed i in modo diverso rispetto allo spazio in un riflessi. Con la struttura tridimensionale del programma CAD tridimensionale. Nel CAD programma si possono comunque assumere gli spazi si accavallano tra loro, mentre in diverse prospettive ed analizzare i progetti Photoshop si lavora con delle immagini poste in diversi contesti urbanistici. su piani paralleli. Nei lavori dei progettisti L’animazione della Diller+Scofidio per il che preferiscono lavorare con Photoshop progetto per l’Eyebeam Museum of Art and piuttosto che con programmi di simulazione Technology di New York illustra in modo della luce in tre dimensioni si è quindi mani- esaustivo la contemporaneità delle diverfestato un diverso rapporto con lo spazio. se procedure di funzione e di movimento Dove gli architetti con la modellazione crea- nell’edificio. In una sintesi temporale si no degli stimoli visivi, altri progettisti tendo- vede parallelamente dal punto di vista di no a dotare di luce la struttura intrinseca dei quattro utenti lo scorrere delle 24 ore con componenti. l’avvicendarsi della luce diurna e di quella Anche i comodi strumenti per la coloraartificiale. zione nei programmi di elaborazione delle Dal lancio di YouTube la visualizzazione e immagini hanno lasciato delle tracce nella la comunicazione con dei filmati è diventata progettazione architettonica, basti pensare un fenomeno quotidiano. Essa prevedibilche le scene luminose alternative non si limi mente avrà un influsso sulla progettazione tano più alle variabili chiaro e scuro o alla illuminotecnica pari almeno a quello che luce diffusa o orientata, ma arrivano a com- attualmente ha l’elaborazione digitale delle prendere le varianti cromatiche, per le quali è immagini. Ai filmati spetterà il ruolo dello sufficiente scegliere un colore dalla tavoloz- strumento di sviluppo, in quanto si afferme14 ERCO Lichtbericht 86 ranno come mezzo per la valutazione delle concezioni dinamiche della luce. I filmati con un completo rendering hanno un alto grado di realismo in relazione all’illuminazione indiretta e alle riflessioni, ma vengono impiegati raramente in quanto la dinamica spaziale in presenza di precise simulazioni della luce richiede delle capacità di calcolo molto elevate. Prospettive L’osservazione degli inizi della visualizzazione digitale mostra come in un primo momento la qualità delle immagini sia rimasta sotto il livello delle rappresentazioni del disegno tecnico classico. Negli ultimi tempi l’aumento del grado dei dettagli delle superfici e delle specificità dell’ambiente crea un collegamento con i precedenti analoghi periodi. Per affermarsi e distanziarsi rispetto alla pura virtualità, le illustrazioni digitali offrono sempre più particolari all’ambiente circostante o integrano delle foto con delle persone. Con i media digitali non è solo cresciuta la velocità della produzione delle immagini, ma si è avuta una nuova comprensione e un nuovo approccio alla luce, condizionato dalle caratteristiche del software e dell’hardware. L’approccio di una sperimentazione con l’impiego di simulazioni al computer che non trascura le caratteristiche dei reali apparecchi di illuminazione e dei loro effetti luminosi offre la possibilità di sviluppare nuovi tipi di architetture della luce. Anche se questo approccio non mira tanto al realismo, esso può stimolare l’immaginazione e diventare un elemento fondamentale di innovazione. I progettisti illuminotecnici si trovano di fronte alla necessità e alla sfida che consiste nel mettere gli architetti di fronte alla possibile inadeguatezza dei loro metodi di lavoro e a produrre delle visionarie idee illuminotecniche. Nello sguardo alle numerose facciate mediatiche degli ultimi tempi non si può non riconoscere una corrente: come nelle immagini sui monitor anche sulle facciate si è creata una struttura a pixel luminosi. Collegate digitalmente, si hanno cavità o superfici di edifici che generano delle immagini luminose dinamiche. Diversamente da quanto è accaduto fino ad oggi, il movimento sulle superfici diventa il più importante parametro per l’allestimento, con la focalizzazione sulla modellazione dei volumi delle costruzioni e delle strutture e con la loro illuminazione con luce radente, illuminazione diffusa o con una illuminazione dall’interno verso l’esterno. Per il museo dell’arte di Graz nel 2001 la Realities United ha sviluppato un software con cui è possi bile proiettare in tempo reale dei filmati su di una facciata mediatica tridi mensionale, consentendo così di valutarne gli effet ti da diverse prospettive immerse nel contesto urbano. Il modello del Ordrup gaard Museum di Zaha Hadid è caratterizzato dall’insolita prospettiva ed illustra la struttura e la posizione degli edifici mediante la sua illumina zione interna. La trascrizione della scenografia del centro commerciale svizzero Ebisquare realizzata dalla Holzer Kobler Architekturen ricorda uno spartito musicale e illustra con righe, linee e superfici colorate la sintesi dell’evento dell’ac quisto in termini di luce, suono e profumo, in sin tonia con la frequenza dei visitatori. Con un software per simulazioni di progetti come quello della Jellyfish House della Iwamoto Scott Architecture si dà vita con la cosiddetta «ambient light» ad ambienti che sembrano brillare di luce propria. Nel 1930 László MoholyNagy ha documentato gli effetti luminosi e i movimenti del suo modu latore-spazio-luce nel film «Giochi di luce nerabianca-grigia» e ha imma ginato che negli ambienti abitativi degli apparecchi simili potessero riprodurre degli effetti luminosi comandati con un segnale radio mediante una cen trale di trasmissione. Thomas Schielke, classe 1973, architetto, è impiegato presso la ERCO come respon sabile dell’ufficio per la comunicazione didattica. Cura la Guida del Light Scout (www.erco.com/guide), tiene dei seminari e pubblica articoli e contributi sull’illumi notecnica e sulla progettazione dell’illu minazione. Inoltre insegna progettazione illuminotecnica in diverse scuole di specializzazione ed attualmente fa un dot torato di ricerca all’Università Tecnica di Darmstadt. Il suo articolo riassume un contributo dallo stesso titolo da lui pre sentato alla Professional Lighting Design Conference a Londra nel 2007. ERCO Lichtbericht 86 15 Faretto proiettore Emanon con Goborotator Il faretto per proiezione con ottica a contorni netti permette di ottenere immagini precise. Le tre lenti producono una distribuzione della luce a fascio stretto per un massimo di due gobo. Molti effetti e tecniche di illumina zione, ideati per le scene teatrali, sono stati poi adottati nei locali di vendita e nelle vetrine, nelle pre sentazioni o negli stand fieristici e quindi nell’architettura. I tempi erano maturi per sviluppare una serie di faretti radicalmente nuova per questi ambiti di applicazione, un sistema che racchiuda i progres si dell’illuminotecnica degli ultimi anni e che consenta di trasportare facilmente nella prassi il principio «tune the light» con una progetta zione creativa. Strumenti di illumi nazione con i quali sia possibile realizzare anche negli impieghi quotidiani gli effetti scenografici che i clienti sono soliti vedere sui palcoscenici e negli spettacoli. Questa nuova serie di faretti dal design molto caratteristico ed inte grativo si chiama Emanon e com prende strumenti di illuminazione molto differenziati: dagli strumenti standard come i faretti per lampade alogene a bassa tensione o per lam pade HIT, fino ai prodotti ERCO più esclusivi, come i faretti varychrome con LED, e alle ultime novità tecno logiche, come i Goborotator con tecnologia di comando DALI. Nel programma Emanon i faretti pro iettori con Goborotator costitui scono un elemento di innovazione. 16 ERCO Lichtbericht 86 Con dei gobo comandati e fatti ruotare in modo indipendente uno dall‘altro si proiettano degli affa scinanti effetti luminosi. La proie zione può essere caratterizzata da movimenti lenti, che contribuisco no a creare un‘atmosfera rilassata, oppure può richiamare l‘attenzione con dei giochi di luce dinamici e stimolanti. Nel Goborotator si pos sono inserire due gobo in metallo o in vetro, ma anche filtri colorati o lenti strutturate: non si mettono limiti alla fantasia. Il comando del la direzione e della velocità di rota zione può avvenire su un apposito commutatore a rotazione diretta mente sull‘apparecchio oppure tramite il sistema di gestione della luce Light System DALI di ERCO ed il suo software integrato Light Studio, che costituisce un comodo strumento per la regolazione del Goborotator. I silenziosi ingranaggi dentati, i motori con supporto ela stico antivibrante, le lampade dalla lunga durata utile e la struttura ottimizzata termicamente garan tiscono un impiego duraturo ed affidabile nell‘architettura. Montando una lente sul faretto con lenti per pro iezioni si crea una distri buzione a fascio largo dai contorni sfumati. Entram bi i faretti sono disponibili anche con Goborotator. La sostituzione dei gobo è molto semplice e richie de poche operazioni. Dopo aver rimosso la parte anteriore del corpo, si può ruotare lateralmente il supporto del Goborotator. Grazie alle pinze a molla, la sostituzione dei gobo con nuovi motivi viene eseguita senza attrezzi. Come accessori ERCO offre un ampio assorti mento di gobo a disegni astratti. Le misure stan dard dei gobo consentono un‘ampia scelta di gobo di altri produttori. La direzione dei gobo è regolabile individual mente. Il software Light Studio permette di gestire le numerose opzioni offer te dalla proiezione di gobo: l‘utente stesso può definire velocità, senso di rotazione e sequenze dinamiche diverse con caratteristiche specifiche per le sue esigenze di illu minazione. ERCO Lichtbericht 86 17 Zoom Temperatura colore Oltre alla sua luminosità, l’uomo percepisce anche il colore della luce. Per descrivere le tonalità cromatiche dei diversi tipi di luce bianca si impiega la temperatura colore. Sfruttando questa carat teristica della luce e dosando una componente maggiore di luce blu, il progettista può influire sull’at mosfera dell’ambiente illuminato e far sì che gli spazi e gli oggetti abbiano un aspetto caldo o freddo. Nel triangolo del sistema colorimetrico standard CIE, la temperatura colore è rappresen tata dalla curva di Planck. Questa curva risulta dalle radiazioni del corpo radiante di Planck, una fonte radiante termica ideale che modifica il colore della sua luce in funzione della sua temperatura: all’aumentare della temperatura la temperatura colore si sposta dalla zona rossa a quella blu. Ciò è evidente nella dimmerazione con le lampade ad incandescenza, il cui filamento incandescente è rosso ed emette una luce dalle tonalità calde quando la potenza allacciata è minore, mentre con l’aumentare della potenza e quindi della tempe ratura la componente del rosso si riduce e la luce appare sempre più bianca. Di conseguenza la tempe ratura colore viene espressa in gra di Kelvin. Il corpo radiante di Planck è però una fonte di radiazioni idea lizzata, e i punti di colore delle reali sorgenti di luce come ad esempio le lampade a scarica ad alta pressione non si trovano proprio sulla curva di Planck. Si rappresenta quindi un fascio di rette per definire le tem perature colore più simili, definen do con esso anche il colore della luce e la temperatura colore delle radiazioni di un corpo radiante non situate sulla curva. Ciò comunque comporta che due diverse sorgenti luminose con la stessa temperatura colore possano avere delle tonalità cromatiche della luce leggermente diverse, perchè si trovano su diversi punti di una stessa retta. Nella prassi si ha una classifica zione in bianco caldo (ww) <3300K, bianco neutro (nw) <5000K e bianco da luce diurna (tw) >5000K. 18 ERCO Lichtbericht 86 Doppio zoom Le lampade dalla luce bianca calda accentuano le aree rossa e gialla dello spettro luminoso, mentre con la luce bianca da luce diurna risaltano i colori blu e verde, ossia le tonalità fredde. La temperatura colore è quindi un utile strumento per l’allestimento delle presenta zioni di merci e oggetti. In natura si ha nel cielo blu una luce dalle tonalità fredde, dagli elevati illu minamenti e con una temperatura colore di 10000–26000K. Le tona lità calde della luce sono tipiche di illuminamenti ridotti come ad esempio la luce della fiamma di una candela, che ha una temperatura colore di 1900K. Con la dimmera zione delle lampade ad incande scenza si può variare la tempera tura colore tra 2800K e 2000K, ottenendo una tonalità della luce simile a quella di una candela. Con la dimmerazione delle lampade fluorescenti invece il colore della luce rimane costante e quindi abbassando le luci l’atmosfera di un ambiente illuminato con entrambe questi tipi di luce può essere molto diversa. L’occhio umano non percepisce le differenze delle temperature colore in modo lineare, quindi una variazione di 500K nell’ambito della luce calda crea un contrasto molto più accentuato di una uguale varia zione nelle tonalità bianche da luce diurna. Di conseguenza per le tonalità di luce bianca calda i pro duttori offrono lampade con valori di temperature colore più simili rispetto alle lampade con maggiore temperatura colore. In confronto alle tonalità calde dell’illuminazione d’accento con lampade alogene la luce diurna che penetra dall’alto ha un effetto più freddo e azzurro. 0.58 y 0.50 0.42 0.34 0.26 3000 3300 K 4000 5000 6000 8000 2500 K 2000 K 1600 K ww nw tw 0.32 0.40 0.48 0.56 0.64 0.72 A QT, QPAR QT-NV T TC HIT-CE HST LED 2000 x 3000 Sezione della tavola colorimetrica con la curva di Planck ed il fascio di rette che rappresentano i punti di colore con la stessa temperatura colore. Sono indicate le sezioni bianco caldo (ww), bianco neutro (nw) e bianco da luce diurna (tw). 4000 5000 6000 TF (K) Intervalli di temperature colore per i diversi tipi di lampade. Alcune lampade, come ad esempio le lampade fluo rescenti, sono disponibili in diverse temperature colore. Nella rappresen tazione della distribuzio ne delle loro radiazioni sullo spettro si possono vedere le differenze tra le lampade fluorescenti di colore bianco caldo (sopra), bianco neutro (in mezzo) e bianco da luce diurna (sotto). 400 400 500 500 600 600 700 700 (nm) (nm) Resa cromatica Il colore degli oggetti illuminati deriva dalla combinazione del colo re della luce con il colore del corpo illuminato. Se la percezione delle superfici colorate degli oggetti rive ste un ruolo importante all’interno di un campo visivo, la luce bianca dovrebbe riprodurre i singoli inter valli dello spettro in modo omoge neo, in modo da ottenere un’elevata qualità della resa cromatica. Per la valutazione della resa cromatica di una sorgente luminosa si valuta il grado della variazione dei colori degli oggetti rispetto a delle sorgenti luminose di riferimento, che possono essere dei corpi radian ti o la luce diurna. Basandosi su di una scala di 8 o 14 colori del corpo (Ra8 o Ra14) si rileva l’impressione del colore. Il risultato viene espresso con l’indice di resa cromatica, dove il valore 100 rappresenta un’ottima resa cromatica, mentre i valori infe riori significano una resa cromatica proporzionalmente peggiore. Si è comunemente diffusa una suddivi sione in diversi gradi di resa croma tica. Il grado 1 (Ra 80–100) viene ad esempio richiesto in musei, negozi o locali rappresentativi. La bontà della resa cromatica dipende dallo spettro di luce della lampada. Lo spettro continuo delle lampade ad incandescenza garan tisce un’ottima resa cromatica. Gli spettri a bande delle lampade fluo rescenti e delle lampade a scarica presentano al contrario un indice di resa cromatica inferiore. Alcuni tipi di lampade sono disponibili in diverse qualità di resa cromatica – in genere una migliore resa cro matica si riflette in questi casi su maggiori costi energetici e su una minore efficienza luminosa. Due sorgenti luminose con la stesso colore della luce possono distinguersi per una diversa resa cromatica se il loro spettro lumi noso ha diversa composizione. Questo effetto della percezione viene definito metameria. La qualità della resa cromatica è essenziale per la percezione e la distinzione dei colori. Nel commercio dell’abbiglia mento al dettaglio si deve soddisfare il requisito di un indice di resa croma tica Ra > 90. Aree dell’indice di resa cromatica Ra per diversi tipi di lampade. A QT, QPAR QT-NV T TC HIT-CE HST LED 20 40 60 80 100 Ra Lampade ad incande scenza: comuni lampade ad incandescenza, lam pade alogene, lampade alogene a bassa tensione 400 500 600 700 (nm) 400 500 600 700 (nm) 400 500 600 700 (nm) 400 500 600 700 (nm) 400 500 600 700 (nm) Lampade ad alogenuri metallici Lampade ai vapori di sodio ad alta pressione Lampade fluorescenti LED Thomas Schielke 400 500 600 700 (nm) ERCO Lichtbericht 86 19 Buddha Tooth Relic Temple and Museum Dal maggio del 2007 l'isola città-stato di Singapore si è arricchita di una nuova attra zione: nel cuore di Chinatown, nel centro storico, è sorto un centro culturale buddista, il «Buddha Tooth Relic Temple and Museum» (in breve: BTRTM). L'edificio a cinque piani è stato costruito nello stile tradizionale del periodo della dinastia cinese dei Tang (618 – 907), che viene considerata «l'età dell'oro» dell'arte buddista in Cina. Oltre a comprendere un museo che presenta una collezione di importanti opere buddiste, il complesso va inteso come un luogo di culto e un centro della comunità buddista di Singapore, i cui membri sono per la gran parte di origine cinese. Il cuore dell'edificio è costituito dal «Sacred Buddha Tooth Relic Chamber», al quarto piano, che contiene la sacra reliquia che dà il nome alla struttura: un dente di Buddha, custodito in una stupa riccamente adornata. I fedeli hanno donato 420 kg di oro per consentire la costruzione di questo reliquiario alto 3,60 metri. La tradizione buddista racconta di quattro denti del giudizio e quaranta denti che il fondatore della religione buddista avrebbe lasciato come reliquie e che hanno svolto un ruolo importante nella diffusione del Buddismo. In una cerimonia quotidiana i monaci aprono il reliquario e danno modo ai fedeli da tutto il mondo di pregare al cospetto della reliquia. Al terzo piano si trova un museo della cultura buddista. Quadri e sculture di valore illustrano le diverse fasi della vita di Buddha. La terrazza ospita un giardino che offre un paesaggio affascinante con le sue orchidee (Dendrobium Buddha Tooth) e con un imponente mulino di preghiera buddista-tibetano. Al piano terreno si svolgono invece le attività sociali, con la sala da pranzo che offre dei pasti vegetariani gratuiti. Il teatro Nagapuspa dispone inoltre di una piccola ma ben attrezzata sala con un palco per spettacoli e rappresentazioni. Per i credenti e i turisti che vogliono acquistare dei souvenir il Tang Shop offre articoli religiosi e copie delle opere esposte nel museo, mentre al secondo piano ci si può intrattenere nella Lotus Heart Tea House. Tutti i dipendenti sono ben riconoscibili dai loro abiti realizzati appositamente nello stile della dinastia Tang e sottolineano la volontà di curare ogni aspetto formale del complesso. Quella «Singapore unica» che i depliant delle agenzie di viaggi ci promettono è il prodotto della fusione di molte culture asiatiche diverse: dinamica, piena di contrasti e dai colori pregnanti, unisce i pregi di oriente e occidente, quelli del passato con quelli del futuro. Lo scopo primario del progettista della Lighting Design Partnership era quello di fissare in questo ambiente così vario un elemento luminoso che possa essere caratterizzante. I tetti sporgenti, il tetto e le aree d'ingresso del tempio sono quindi illuminate ad effetto; le forme eleganti di tutti gli elementi artigianali della costruzione sono ben leggibili anche di notte. 20 ERCO Lichtbericht 86 Anche in un crogiolo scintillante di tante culture asiatiche come Singapore il tempio a cinque piani di nuova costruzione in stile cinese antico riesce ad avere un aspetto esotico. Progettazione illuminotecnica: Lighting Design Partnership, Singapore Foto: Joe Lynch / Das Fotoarchiv, Singapore http://www.btrts.org.sg Anche i ricchi interni sono caratterizzati da motivi, linee e forme costruttive tradizionali dell'epoca della dinastia Tang e rivaleggiano con le opere d'arte esposte. Le superfici in legno, oro e vernice rossa sono dominanti. La progettazione illuminotecnica si è adattata a questi elementi con una concezione basata su un posizionamento preciso della luce e su un sapiente dosaggio delle ombre. Così, oltre a garantire una visibilità confortevole, in tutti gli ambienti si soddisfa anche l'esigenza di offrire un ambiente adatto alla contemplazione. Si è deciso di impiegare in tutto l'edificio degli strumenti di illuminazione ERCO con lampade alogene a bassa tensione. Queste lampade sono particolarmente adatte all'illuminazione di ambienti sacri per diversi motivi: possono essere dimmerate senza problemi e quindi possono essere regolate per ottenere diversi scenari luminosi. La loro forma miniaturizzata consente di ottenere dei diametri contenuti degli apparecchi di illuminazione e di combinarli con degli elevati angoli di schermatura, cosa molto importante quando si vuole integrare l'illuminazione in modo discreto negli interni. La luce brillante e dalle tonalità calde si armonizza perfettamente con i materiali e con l'arredamento, con una resa ottimale dei colori sgargianti degli oggetti esposti, degli abiti e delle offerte. I costi di costruzione del tempio sono ammontati a 59 milioni di dollari di Singapore, circa 27 milioni di Euro, e sono stati coperti per la gran parte con le donazioni. Per i fedeli i dubbi espressi dai critici sull'autenticità della reliquia non fanno testo. Lo afferma anche il direttore del tempio, il venerabile abate Shi Fa Zhao, che nel 2002 ha ricevuto il dente in dono da un monaco, che a sua volta lo avrebbe scoperto nel 1980 nel Myanmar (Birmania). In definitiva l'importante per l'autenticità di una reliquia buddista è la fede nella sua efficacia. E questa fede riesce a trasformarsi in delle realtà ben visibili: ad esempio prende la forma di un'opera architettonica unica, che dalla sua apertura nel 2007 attrae ed affascina visitatori da tutto il mondo. Nella sala principale del tempio, la «Sala dei cento draghi», i sacerdoti buddisti recitano i loro rituali tradizionali. Gli splendidi abiti sono stati realizzati nello stile della dinastia Tang, risalente all'8° secolo d. C., considerata l'età dell'oro del buddismo cinese. Faretti TM Un classico del design, sempre di successo: con le sue forme archetipiche, il faretto TM è parte integrante del Programma ERCO da più di 30 anni. L'illuminotecnica, le lampade e la componentistica sono stati costantemente adattate alle innovazioni tecniche. La stupa centrale viene fatta rilucere dai faretti TM neri per lampade alogene a bassa tensione da 100W/12V montati su binari elettrificati trifase integrati a livello del soffitto. La loro caratteristica di distribuzione dell'intensità luminosa a fascio stretto accentua con precisione gli elaborati lavori artigianali. Un rivestimento in metallo realizzato da artigiani locali consente di adattare i funzionali strumenti di illuminazione alle decorazioni circostanti. ERCO Lichtbericht 86 21 Wallwasher con lenti Quadra Lo speciale sistema di riflettori e lenti di questi wallwasher crea un’illu minazione omogenea delle pareti. La forma compatta dei modelli per lampade alogene a bassa tensione con riflettore incorporato QR-CBC da 50W richiede un'apertura nel soffitto di soli 133 x 157 mm. Sul perimetro della sala sono allineati dei wallwasher con lenti Quadra. Illuminando le superfici verticali essi delimitano la sala e mettono in scena le innumerevoli statuette del Buddha dedicate ai donatori. Downlight a doppio fuoco La tecnologia del downlight a doppio fuoco costituisce una particolarità: il riflettore ellissoidale fa sì che questi apparecchi siano adatti per ambienti alti, nei quali con una quantità ridotta di apparecchi si devono ottenere degli illuminamenti omogenei. La piccola apertura Anche nella sala di Avalokitesvara, con la statua a sei braccia di Bodhisattva Cintamanicakra Avalokitesvara, i downlinght a doppio fuoco sono integrati nel soffitto a cassettoni per ottenere un'illuminazione di fondo schermata e senza abbagliamento. dell'apparecchio, di un diametro di soli 112 mm, garantisce un ottimo comfort visivo con un angolo di schermatura di 40°. I downlight a doppio fuoco Lightcast si integrano nei ricchi soffitti a cassettoni senza dare nell'occhio ed illuminano l'ambiente in modo discreto. L'elemento centrale della Sala dei cento draghi è una statua alta circa 4,5 m. Essa rappresenta il Maitreya Buddha, che per il Buddismo sarà il grande maestro del futuro. Un sistema discreto e flessibile di binari elettrificati trifase e di faretti Pollux con Transadapter per lampade alogene a bassa tensione da 50W/12V illumina il museo e le aree per esposizioni nel secondo e terzo piano del tempio. Con il riflettore regolabile per coni di luce da stretti a medi (ca. 11°-24°) i faretti Pollux sono in grado di accen- 22 ERCO Lichtbericht 86 tuare con precisione o pere di diverse dimensioni. Il potenziometro del Transadapter consente la dimmerazione individuale di ciascun faretto. La perfetta schermatura fa sì che l'ambiente circostante contrasti rimanendo buio. Faretti Pollux Particolarmente piccoli e compatti, grazie alla varietà dei loro accessori i faretti del programma Pollux sono particolarmente adatti per l'illuminazione scenografica con illuminamenti contenuti o medi. ERCO Lichtbericht 86 23 BMW Welt, Monaco di Baviera Un tornado in vetro e acciaio sarà nei prossimi anni l’elemento distintivo della BMW. L’illuminazione di questo centro per eventi e consegne riesce nell’impresa di coniugare la messa in scena teatrale degli ambienti con il comfort visivo efficiente. Palcoscenico, museo, passeggiate, forum: un complesso multifunzionale come il BMW Welt pone delle sfide eccezionali per la realizzazione del suo progetto di illuminazione. 24 ERCO Lichtbericht 86 Doppi coni e tetti a nuvola: due caratteristiche architettoniche considerate un marchio distintivo degli studi Coop Himmelb(l)au. Dall’ottobre del 2007 queste forme sono anche un simbolo della BMW, in quanto questi viennesi ribelli dell’architettura hanno costruito per la casa automobilistica tedesca un prestigioso centro per eventi e consegne, il BMW Welt. Con la sua architettura fantastica e una molteplicità di attrazioni l’edificio è una calamita per visitatori: solo sei mesi dopo l’inaugurazione si è potuto dare il benvenuto al milionesimo ospite. Anche per un gruppo globale come BMW, che per tradizione ha sempre conferito un grande valore all’immagine e al design, la costruzione di un edificio così spettacolare ha costituito un passo coraggioso. L’edificio è situato nelle vicinanze del più freddo e sobrio palazzo amministrativo detto «quattro cilindri», realizzato da Karl Schwanzer negli anni ‘70, una pietra miliare della Corporate Architecture, e della marcante forma a ciotola del Museo BMW. In contrasto con quelli, le forme del nuovo BMW Welt rap- Architetti: Coop Himmelb(l)au, Vienna Progettazione illuminotecnica: ag Licht, Bonn Foto: Thomas Mayer, Neuss www.bmw-welt.com Il tetto a nuvola di 16.000 m² nasce dalla struttura a doppio cono, che ne determina le forme, ed è supportato da dodici pilastri che lo fanno apparire come sospeso. Il sistema por- presentano la dinamica, la creatività, l’emozione, ma anche la fiducia nell’evoluzione della tecnica e nelle capacità degli ingegneri. In un mondo nel quale le condizioni evolvono così rapidamente questo simbolismo è destinato a rimanere valido solo per qualche decennio. Il BMW Welt affronta la sua sfida offrendo degli spazi aperti e flessibili. Sotto la gigante costruzione del tetto si estende una topografia complessa che, attorno alla principale funzione della consegna delle nuove auto ai clienti, si presta a diversi impieghi: dal puro piacere dell’ammirazione di quest’architettura sensazionale, alle esposizioni nell’atelier del design e della tecnica BMW, dai ristoranti alle sale per conferenze e fino ai laboratori didattici per ragazzi. Aperto 360 giorni all’anno, il BMW Welt offre un dialogo continuo tra l’impresa, il suo ambiente e il pubblico. Sia per la costruzione e per il linguaggio espresso con le forme che per la molteplicità delle funzioni dell’edificio, questo complesso ha posto una sfida fuori dal comune anche per la progettazione dell’illuminazione: le forme irregolari e amorfe rendono impossibile la realizzazione di concetti di illuminazione standardizzati e quasi dappertutto si sovrappongono le esigenze funzionali con quelle scenografiche. Inoltre l’illuminazione si deve integrare in un sistema impiantistico complesso che ad esempio consente un funzionamento efficiente dell’edificio grazie alla centrale fotovoltaica integrata nel tetto o alle facciate raffreddabili o riscaldabili. Il progetto dell’illuminazione del BMW Welt è stato sviluppato dallo studio ag Licht di Bonn. Il team che si è formato attorno a Klaus Adolph e Wilfried Kramb si è ispirato all’elemento costituito dal tetto a nuvola: «Oltre a un compito funzionale dell’illuminazione, la luce all’interno di questo edificio deve svolgere anche una funzione emotiva. A livello architettonico viene trasmessa l’immagine della nuvola, che fornisce il leit motiv creativo. Ci è quindi sembrato naturale riprendere questa metafora anche per gli aspetti relativi all’illuminazione», spiega Wilfried Kramb, che poi conclude: «Una nuvola non ha mai forme, colori o superfici costanti e omogenei: è viva.» I progettisti illuminotecnici hanno sviluppato come base tecnica del progetto una rete di scanalature lungo l’intera superficie del soffitto, per collocarvi sia gli strumenti di illuminazione per l’illuminazione generale che quelli per l’accentuazione di veicoli, oggetti o zone dell’edificio. Queste scanalature sono coperte da una griglia lamellare antiabbagliamento, le cui lamelle sono divise in sezioni singolarmente orientabili per minimizzare la perdita della luce. Con queste scanalature per illuminazione come elemento unitario e con una molteplicità di altre soluzioni per tutto l’edificio, i progettisti di ag Licht hanno realizzato per BMW Welt una sintesi stimolante tra illuminazione dell’architettura e illuminazione scenografica, impiegando i migliori strumenti da entrambe i mondi. La luce tiene sospesa la nuvola e, quando è necessario, come in occasione delle presentazioni dei nuovi modelli, la rende dinamica e colorata, oppure la illumina con una luce bianca-azzurra, ossia con i colori del cielo estivo della Baviera, oltre che del marchio BMW. tante è costituito da due griglie sovrapposte con un reticolo modulare di 5x5 metri. Le due griglie sono collegate da barre diagonali e creano una struttura portante tridimensionale. Sotto il tetto a nuvola, come una spina dorsale, un ponte attraversa tutto l’edificio e serve da collegamento tra tutte le sue parti. Come il tetto, anch’esso è dotato delle scanalature per illuminazione sul suo lato inferiore. Tre pietre miliari della Corporate Architecture: il nuovo BMW Welt, l’edificio amministrativo costituito da quattro cilindri realizzato da Karl Schwanzer, un classico dell’architettura moderna costruito tra il 1970 e il 1972, e il Museo BMW a forma di ciotola, costruito nel 1973 e progettato anch’esso da Karl Schwanzer. Assieme al villaggio sportivo del parco olimpico costituiscono un complesso unico dell’architettura contemporanea. MK ERCO Lichtbericht 86 25 Le diverse aree di impiego si integrano sotto il tetto a nuvola per formare un paesaggio architettonico a sé, comprendente spaziose e affollate aree di transito ma anche tranquille isole per il relax. Benvenuti nel mondo BMW! Il centro eventi e consegne è diventato un vero e proprio polo di attrazione per i visitatori. Oltre all’evento dell’acquisto, esso offre uno spazio aperto al pubblico per 360 giorni all’anno, con ristoranti ed eventi culturali mirati. Il sistema delle scanalature per l’illuminazione del padiglione risolve una molteplicità di compiti di illuminazione nell’enorme spazio interno al BMW Welt: fornisce l’illumina zione generale e d’accen to, copre le diverse distanze dagli oggetti illuminati dovute all’alternarsi dei piani, crea effetti speciali come luce colorata o coni luminosi mobili. I proiettori montati sul ponte illuminano le superfici del soffitto con luci di colore variabile e danno con il loro movimento una sensazione di vitalità dell’ambiente. Nell’occhio del ciclone: il doppio cono affascina per la sua costruzione dinamica. Esso ospita una sala per eventi pubblici, concerti jazz gratuiti ecc. Per la messa in scena dell’architettura e degli eventi si combinano i faretti Stella con dei proiettori da palcoscenico dotati di cambia colori o teste mobili. Il dettaglio del soffitto illustra come i faretti Stella siano integrati nelle cavità della struttura del tetto in modo da dare un’immagine unitaria del soffitto. Le griglie di rivestimento proteggono l’osservatore dall’abbagliamento e danno al soffitto una struttura intrinseca dinamica. 26 ERCO Lichtbericht 86 Dietro il sipario: oltre all’intrattenimento nel BMW Welt ci sono anche delle aree dall’aspetto più sobrio, utilizzate per conferenze e incontri d’affari. La volta luminosa, l’alternarsi dei coni di luce dei faretti Parscan, i downlight Lightcast a fascio stretto e la luce diurna dai pozzi di luce creano nei corridoi del Business Center un’atmosfera ispirata alla qualità. Dato il poco spazio all’interno delle scanalature nel soffitto, i progettisti di ag Licht hanno sviluppato una speciale sospensione cardanica per i faretti Stella. Essa sposta il fulcro virtuale del faretto al centro della superficie di emissione della luce. Nelle aree in cui il soffitto ha un’altezza normale, come ad esempio nell’atelier del design e della tecnica, i faretti Parscan svolgono il compito dell’illuminazione d’accento. Offrono una qualità della luce eccellente e un elevato comfort visivo garantito dalle speciali soluzioni per la schermatura. Il design tecnico realizza to da Franco Clivio per il faretto Stella si inserisce in modo discreto nell’estetica della costruzione. Questi faretti, regolabili nel loro asse di orientamento, mettono in luce gli ultimi modelli della BMW con precisione e senza abbagliamento. I faretti Stella per lampade ad alogenuri metallici sono potenti e versatili e quindi adatti come proiettori da palcoscenico, ma soddisfano anche le esigenze dell’illuminazione delle architetture per il loro comfort visivo, per le poche esigenze di manutenzione e per l’efficienza energetica. La luce dalle tonalità calde dei faretti Parscan e dei downlight Lightcast dotati di lampade alogene a bassa tensione contrasta con la luce diurna blu che cala dai pozzetti sul soffitto. ERCO Lichtbericht 86 27 Biblioteca Foral de Bizkaia, Bilbao Sempre più spesso nelle biblioteche o nei musei i magazzini non vengono più nascosti, ma esposti al pubblico. Anche la nuova costruzione in vetro di questa biblioteca di Bilbao presenta orgogliosamente i suoi contenuti, costituendo allo stesso tempo un perfetto esempio di illuminazione delle superfici verticali. La torre luminosa della letteratura e della cultura regionale: il cubo illumi nato del nuovo amplia mento della Biblioteca Foral de Bizkaia caratte rizza l’immagine notturna della città. 28 ERCO Lichtbericht 86 Quali città negli ultimi tempi sono diventate proverbiali per le loro architetture? Bilbao, la più grande città dei Paesi Baschi spagnoli, ce l’ha fatta: il colpo ad effetto del Museo Guggenheim di Frank O. Gehry ha dato vita all’espressione «effetto Bilbao», che da allora viene emulato in tutto il mondo. Ma Bilbao non è solo il Guggen heim. Oltre ai leggendari Pintxos, la variante basca delle tipiche tapas, anche sotto il profilo architettonico c’è ancora qualcosa da scoprire: l’aeroporto di Calatrava, il metrò di Lord Foster, Architettura e progettazione illuminotecnica: IMB Arquitectos (Gloria Iriarte, Eduardo Múgica e Agustín de la Brena), Bilbao Foto: Thomas Mayer, Neuss http://bibliotecaforal.bizkaia.net/ una torre di uffici di Cesar Pelli che si sta attual mente innalzando verso il cielo e, oltre ai rino mati progetti d’importazione, anche degli edifici di qualità di architetti locali. É questo ad esempio il caso dell’ampliamen to e della ristrutturazione della biblioteca della provincia Biskaya da parte dello studio IMB (Gloria Iriarte, Eduardo Múgica e Agustín de la Brena). Lo storico edificio del 1890 ospitava originariamente l’amministrazione provinciale e negli anni ’20 del secolo scorso è stato trasfor mato in una biblioteca. Nel 2003 gli architetti hanno ricevuto il compito di ampliarla alle strutture adiacenti ma anche di sviluppare un progetto per darle un’immagine adeguata al 21° secolo. Gli architetti hanno così restaurato con cura gli interni e gli esterni dell’edificio esistente, rivisto il concetto degli impieghi delle superfici e, per dare un segnale percettibile del rinnovamento, aggiunto un cubo di vetro e di acciaio all’edificio storico: il nuovo magazzino, che conserva e presenta su sei piani la preziosa collezione della biblioteca come in una enorme vetrina. La collocazione del suo volume su dei pilastri di calcestruzzo tiene il cubo di vetro sospeso e allo stesso tempo crea dell’ulteriore spazio per un seminterrato in vetro che fa da area di ingres so e da sala espositiva. Sul retro c’è la parte dell’edificio che ospita l’amministrazione, una torre rettangolare anch’essa di nuova costruzio ne rivestita in pietra naturale, che fornisce un solido appiglio al cubo di vetro, separato dalla parte vecchia dell’edificio da un piccolo spazio. Le grandi finestre nell’ex muro perimetrale del vecchio edificio schiudono la vista a dei dettagli interessanti. Di giorno il guscio di vetro del nuovo magaz zino riflette gli edifici circostanti. Le citazioni sulle vetrate inneggiano alla cultura e alla pace in molte lingue diverse e danno alle finestre una struttura elegante, instaurando così un rapporto con l’immagine e la funzione dell’edi ficio quale luogo della reciproca comprensione culturale. Il contenuto dell’edificio, ossia le file di scaffali con libri e riviste, è appena intuibile dietro i riflessi. Una delle caratteristiche più affascinanti delle architetture trasparenti è quella di riu scire a mimetizzarsi di giorno in questo modo quasi camaleontico e di fondersi nell’ambiente circostante, per poi, con l’aiuto di raffinate con cezioni dell’illuminazione, presentarsi alla sera in modo radioso: l’architettura in vetro è archi tettura della luce. I progettisti devono tener conto del fatto che il vetro, in quanto materiale trasparente, non può essere illuminato come una parete massiccia. Uno stratagemma collau dato, impiegato già dal pioniere americano della progettazione illuminotecnica Richard Kelly ad esempio per il foyer del palazzo Seagram di New York, è l’illuminazione diffusa delle pareti negli interni dell’edificio. Si creano così delle superfici verticali illuminate che vengono proiettate al di fuori della facciata in vetro e che fanno rilucere l’edificio come una lanterna. Con l’illuminazione diffusa delle pareti anche i progettisti della Biblioteca Foral de Bizkaia han no trasformato il cubo riflettente del magazzino Le citazioni letterarie richiamano la cultura della pace in molte lingue, creando una struttura raffinata sulla facciata in vetro del nuovo edificio della biblioteca di Bilbao. Sullo storico sfondo della città vecchia di Bilbao l’illuminazione dei gradini con apparec chi per l’orientamento con LED conferisce un accento tecnologico che collega il nuovo edificio della biblioteca con il suo ambiente circostante. ERCO Lichtbericht 86 29 in una scaffalatura di sei piani, luminosa e piena di libri. A tal fine hanno scelto di allineare sul soffitto di ciascun piano dei wallwasher quadra ti da incasso per soffitti del tipo TFL Wallwasher ERCO, posizionandoli tra la facciata e le scaffa lature con i libri. Montati a 90 cm di distanza dagli scaffali (adottati come superfici da illumi nare) e con una distanza dall’asse di 116 cm e dotati di lampade fluorescenti compatte TC-DEL 26W RE, creano con un’ottima omogeneità un illuminamento verticale medio di 77 Lux. La grande efficienza delle lampade e degli appa recchi di illuminazione consente di ottenere questo effetto così significativo per l’immagine notturna dell’edificio in modo economico e sostenibile dal punto di vista energetico. Ma anche in punti meno prominenti dell’edi ficio i prodotti ERCO svolgono i più diversi com piti di illuminazione: ad esempio gli apparecchi da parete Site nella parte esterna, i downlight a plafone Zylinder nella parte del basamento del magazzino, i downlight Lightcast in molte zone di traffico e le strutture luminose T16 nelle sale di studio e di lettura. I pilastri in calcestruzzo tengono sospeso il volu me del magazzino. Sotto di esso è stata creata una nuova zona di ingresso ed espositiva racchiusa in un involucro di vetro. Illuminazione economica nelle aree amministrative e di traffico: i downlight Lightcast e i downlight a plafone Zylinder con lam pade fluorescenti com patte offrono un comfort visivo efficiente. Essendo la principale istituzione del suo genere nella regione, la Biblioteca Foral de Bizkaia dispone di una grande quantità di libri storici di valore, in particolare di autori ed editori baschi e libri sulla storia dei Paesi Baschi. Nel nuovo magazzino hanno ora trovato una collocazione adeguata al loro valore. Intorno al basamento del magazzino i downlight a plafone Zylinder creano una specie di «tappeto di luce» attorno agli elemen ti portanti, contribuendo a dare l’impressione della sospensione dell’edificio. All’esterno i progettisti hanno scelto gli apparec chi da parete Site. L’illuminazione diffusa delle pareti serve da un lato a far rilucere con degli illuminamenti verticali il cubo di vetro dall’interno verso l’ester no, dall’altro lato crea però anche una illumina zione funzionale e non abbagliante degli scaffali, che aiuta i dipendenti della biblioteca a trovare i volumi con grande facilità. L’illuminazione dell’archi tettura fornisce ai proget tisti la possibilità di dare agli edifici un’immagine notturna che è in grado di esprimere un fascino a sé, molto diversa da quella che presentano alla luce del giorno. 30 ERCO Lichtbericht 86 ERCO Lichtbericht 86 31 Luci di chiusura L'idea di presentare i nuovi prodotti sia su grandi tavoli espositori, da toccare con mano, sia nel loro impiego pratico utilizzandoli per l'illu minazione dello stand, è stata anche questa volta vincente. Light+Building 2008 Il management della Messe Frank furt gongola: per la quarta volta consecutiva anche quest'anno la fiera Light+Building (tenutasi dall'11 al 16 aprile 2008) ha supe rato tutte le aspettative e, con più di 165.000 visitatori tra i quali 66.000 operatori del settore da tutto il mondo, ha battuto i record di presenze degli anni passati. Un affollamento che si è riversato tra l'altro anche nello stand ERCO, tutto improntato sulla nuova tec nologia Spherolit: una sua parete luminosa catturava gli sguardi dei visitatori combinando delle pro iezioni digitali con 369 riflettori Spherolit che costituivano uno sfondo colorato e dinamico come dei pixel in RGB. Cogliamo l'occa sione per ringraziare vivamente tutti i visitatori per il grande inte resse da loro dimostrato e i molti collaboratori ERCO che hanno contribuito al successo della par tecipazione alla fiera! I mezzi digitali, come gli schermi piatti con i filmati dei tutorial, costituivano degli strumenti pratici e chiari per illustrare le nuove tecnologie. I nuovi prodotti come Midipoll, gli apparecchi a colonna totalmente schermati dotati di LED di ultima generazione, dimostravano in modo chiaro e concreto cosa ERCO intenda col suo concetto di «comfort visivo efficiente». Vista affascinante: la parete luminosa con la sua matrice di 369 riflet tori Spherolit, che come dei punti di luce in RGB si illuminavano con perfetto sincronismo per proietta re delle animazioni com puterizzate. L’allestimento e la pro grammazione della parete luminosa è stata realizzata dall’architetto e scenogra fo Aksel Karcher, Berlino (www.electricgobo.de). Le fiere di settore sono anche un mercato del lavoro. La direzione del personale ERCO era pre sente a Francoforte per dei colloqui e per infor mare gli interessati. 32 ERCO Lichtbericht 86 Sulla parete contrapposta, i faretti, i proiettori e i Goborotator Emanon dotati di riflet tori Spherolit mettevano in mostra le loro qualità scenografiche. Discorsi tecnici ad alto livello: la fiera Light+Building si sta affermando come il più importante appun tamento al mondo per i progettisti illumino tecnici. Mentre a Francoforte la fiera brulicava, a Lüdenscheid i tecnici dell'illuminazione ERCO stavano già lavorando intensamente alle prossi me innovazioni: arriveder ci a Francoforte nel 2010! La direzione ERCO, visibilmente soddisfat ta della riuscita della partecipazione alla fiera (da sinistra: Dr. Dirk Stahlschmidt, Kay Pawlik, Tim Henrik Maack, Mark Oliver Schreiter). ERCO Lichtbericht 86 33 Il centro per sport acquatici, una delle ultime opere firmata dell’architetto Harry Seidler, nel maggio del 2008 ha vinto, primo edificio australiano, il premio IALD Award of Excellence. Una fila di washer Parscoop per lampade ad alogenuri metallici illumina in modo efficiente ed efficace il soffitto della piscina dalla forma di un’onda gigantesca. Ian Thorpe Aquatic Centre, Ultimo (Sydney) Architetto: Harry Seidler & Associates, Sydney Progettista illuminotecnico: Steensen Varming, Sydney; Harry Seidler & Associates, Sydney Fotografo: Dirk Meineke, Eric Sierins, Max Dupain & Associates E ERCO Leuchten GmbH Postfach 2460 58505 Lüdenscheid Germany Tel.:+49 2351 551 0 Fax:+49 2351 551 300 [email protected] www.erco.com