La rivincita del cinema bis Il libro “La piccola cineteca degli orrori” di
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La rivincita del cinema bis Il libro “La piccola cineteca degli orrori” di
La rivincita del cinema bis Il libro “La piccola cineteca degli orrori” di Davide Pulici e Manlio Gomarasca rivaluta un genere e il suo contorno (manifesti compresi) – Interessante presentazione condotta da Piero Verani, collaboratore di ‘Nocturno’ Il condimento non solo non è secondario. È fondamentale, anzi, in cucina così come nei libri di cinema. E La piccola cineteca degli orrori a cura di Manlio Gomarasca e Davide Pulici (pp. 271, € 24.50, BUR 2009) condito lo è eccome. Farcito da recensioni, approfondimenti, box con definizioni curiosità e bizzarrie, questo volume dal titolo cinefilo si distingue dai prodotti analoghi per il grande formato e la presenza di una miriade di immagini eccezionali: un condimento costituito da fotogrammi, foto di scena e meravigliose locandine di film dimenticati o del tutto irreperibili. Questo, se non inedito, è quantomeno raro. Le pubblicazioni sul cinema in Italia, difatti, spesse volte contengono al loro interno pagine completamente scritte, prive di fotografie, o dotate di foto minuscole. Il che, in qualche modo (paradossale) nega l’essenza dell’arte cinematografica, ovvero l’immagine. Come ha scritto un esimio studioso, d’altronde, il cinema è l’occhio del Novecento. L’aspetto estetico di La piccola cineteca degli orrori permette al libro di ergersi sopra la media di molti analoghi prodotti del settore, i quali, al confronto, risultano davvero scialbi e insipidi. Ma non è solo una questione di confezione. In questo senso, lo SPECIALE FLANO MON AMOUR (dedicato ai così detti flani) è una vera chicca. A metà libro circa c’è un collage di alcuni fra i migliori flani selezionati dagli autori, come quello descritto ai presenti da Pulici: “Uno dei flani, detti anche tamburini, che abbiamo scelto, si riferisce a un film di Franco Lo Cascio, Il tempo dei finocchi (Gayety). L’immagine è quella di due uomini con la testa a forma di finocchio che si tengono la mano, entrambi con i pattini ai piedi, ma vestiti in modo diverso: uno con una sportiva giacca di pelle, l’altro più elegante, addirittura con il papillon. Nello spazio che separa queste figure si legge ‘Tra noi due c’è un finocchio. E chi è? Se mi dai un bacio te lo dico’ e ancora ‘Un film diverso’”. La tradizione dei flani s’è persa: oggi ci sono locandine banali, con le star in evidenza, e il titolo del film. In passato, invece, i flani erano disegnati e spesso erano un valore aggiunto per il film, nel senso che aggiungevano veramente qualcosa, magari una sfumatura assente nel film in sé per sé; capitava, talvolta, che fossero di gran lunga migliori dei film che lanciavano. Non deve stupire, dunque, se oggi alcuni di quei flani valgono cifre esorbitanti, che solo pochi collezionisti possono sborsare. Pulici spiega anche il ruolo di queste vere e proprie opere d’arte a sé stanti nella sua formazione di cinefilo: “Forse è proprio per merito dell’effetto che mi facevano i flani negli anni ’70, che è iniziato il mio amore per il cinema”. Il suo è un discorso romantico su un cinema e una società strettamente legata al cinema che non ci sono più. Il rapporto che unisce La piccola cineteca degli orrori e Nocturno è molto forte. La loro comune paternità (Gomarasca e Pulici) e quindi i comuni oggetti d’interesse, nonché la comune, estrema cura della parte iconica a corredo dei testi, attestano questo legame, che, benché non rigettato, viene però, in qualche misura, ridimensionato: “La piccola cineteca degli orrori – ci tiene a sottolineare Pulici – non è un best of Nocturno”. La cosa non avrebbe senso. L’impressione è che i due autori si siano lasciati andare al piacere suscitato dal cinema e che, facendosi guidare dal gusto personale e dall’istinto, abbiano realizzato una curiosa mostra dei “mostri” del cinema. Un’esposizione tanto ponderata e studiata, quanto bellamente lasciata in balìa del caso e dell’estro. Senza pretendere, dunque, di fornire un dizionario onnicomprensivo o un manuale di storia e critica del cinema di genere, pur essendo, i curatori, in possesso di un sapere enciclopedico del bis italiano, e di gran parte di quello che è stato fatto, e si fa, fuori dall’Italia. Il senso dell’operazione risiede forse, molto semplicemente, in una genuina volontà di conoscere e godere di un certo cinema, e, per finire, di condividere tutto ciò con gli appassionati. Le vendite di La piccola cineteca degli orrori sono buone, infatti è già pronta la seconda edizione; inoltre, visto il successo, Gomarasca e Pulici stanno pensando a un “sequel”, una Piccola cineteca degli orrori”. Nocturno, invece, esce in edicola ogni mese e sopravvive nella giungla delle riviste di cinema soltanto grazie all’affetto dei lettori, molti dei quali abbonati. Senza padri, padrini o padroni. Lo diciamo poiché non è scontato come può sembrare. L’associazione Concorto non è nuova ad attività extra-festival e la presentazione è solo l’ultima di una lunga e variegata serie (dai laboratori scolastici al Festival del diritto… al concerto del Maria Patti Quintet settimana scorsa). Il buon esito dell’evento è deriva dal fatto che l’associazione è viva e conferma che il connubio cinema & libri funziona. Pertanto, l’auspicio è di potere proseguire su questa strada. À la prochaine. Piero Verani