Pannello 4 8 tavole__

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brani scelti
Giampaolo Pansa
«Eia eia alalà», Rizzoli 2014
Diario del Cappellano Capo Antonio Giordani, 1917-1918
L’attesa del nemico
e le sensazioni strane
di un cappellano
L'idroscalo venne poi intitolato ad Agostino Brunetta, guardiamarina
pluridecorato che si era distinto durante il conflitto.
Negli anni trenta, divenuto di proprietà della costituita Regia Aeronautica fu la base da cui partirono le celebri imprese aviatorie atlantiche
condotte da Italo Balbo.
Nel 1859 a S. Martino e Solferino, una delle
più sanguinose battaglie della seconda guerra
di indipendenza italiana, un giovane svizzero, Jean Henry Dunant, si trovò coinvolto nel
massacro e da quella esperienza nacque in lui
l’idea di creare una organizzazione di infermieri volontari: la Croce Rossa. In Italia fu il
medico milanese Cesare Castiglioni a istituire
quella italiana.
In realtà la prima ad organizzare il soccorso
infermieristico sui campi di battaglia fu, durante la guerra di Crimea, l’inglese Florence
Nightingale nata a Firenze nel 1820: la città
la ricorda con un
monumento nella Livorno, 11 Marzo 1915
Basilica di Santa
Croce.
Nel 1908 nacque
formalmente a Roma, per iniziativa
della regina Margherita, il corpo
delle Crocerossine, infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana.
Durante la Grande Guerra oltre 7000 infermiere volontarie, provenienti
da tutta la nazione, furono presenti nei 240 ospedali di campo alla frontiera, nei treni-ospedale e nelle città che accoglievano i feriti dal
fronte.
Al suono della fanfara
sfilavano piangendo
…organizzazione, coraggio,
abnegazione e sacrificio
[…]
Il giorno che è cominciata anche la nostra guerra avevo compiuto da pochi mesi venticinque anni. Se devo rammentare quel
che ho visto, ancora oggi sono aggredito da una folla di incubi che non riesco a scacciare. Per primi mi vengono addosso i
volti dei soldati caduti in battaglia, qualcuno non sembrava neppure morto: aveva la faccia e le mani rosa gli occhi brillanti.
Ma gli altri erano putrefatti: viola, gialli, neri…
[…]
Un altro incubo che mi perseguita è la schifezza merdosa della trincea. Il sole a picco, la pioggia battente, il fango, la neve,
il gelo, i pidocchi, i topi, le feci, il piscio, l'odore della cancrena, la puzza dei compagni che si aggrappano a te, il fetore insopportabile della loro paura. Poi tutto si confonde nell'inferno che esplode quando viene ordinato l'assalto contro un nemico che non vedi, ma ti aspetta per ucciderti…
[…]
I soldati erano quasi tutti poveri cristi, quasi sempre contadini,
spesso analfabeti. L'esercito li aveva condannati alla pena di
combattere una guerra che sentivano estranea ai loro interessi. Vedevo ragazzi più giovani di me e uomini ben più anziani
che marciavano a testa bassa verso la prima linea. Seguivano
la fanfara del reggimento in capo alla colonna. La fanfara non
smetteva di suonare e loro sfilavano piangendo.
Pensavo che la guerra fosse l'errore più tragico che gli esseri
umani potessero compiere…
In Toscana si contavano 42 Ospedali Territoriali funzionanti, di cui 14
nella sola Firenze.
“Eia eia alalà”, una ricostruzione storica della prima metà del 900, dalla prima guerra alla nascita e fine del fascismo.
A Firenze fu preziosa anche l’opera della Pubblica Assistenza Fratellanza Militare.
La storia della Pubblica Assistenza Fratellanza Militare si lega fortemente a quella dell’Italia.
Essa fu fondata a Firenze nel 1876 con l’invito all’adesione di “tutti coloro che pugnarono sui campi della gloria dal 1848 al 1870 sia sotto gli
ordini di Vittorio Emanuele che sotto gli auspici di Giuseppe Garibaldi.”
Lo scopo dell’Associazione era inizialmente il mutuo soccorso morale
e materiale tra gli iscritti, ma lo statuto prevedeva anche la costituzione
di una compagnia di volontari di pubblica assistenza, compagnia che acquistò con il tempo importanza sempre crescente specie nei momenti
più critici, come furono quelli della guerra.
Quarto Pannello
brani scelti
Notevole impulso ebbe nel corso del conflitto la componente aerea delle
Forze Armate che comprendeva dirigibili, idrovolanti e aerei terrestri.
Nel 1918 la Regia Marina istituì ad Orbetello una base aerea degli idrovolanti del Medio Tirreno ed anche la Scuola di Navigazione Aerea di
Alto Mare.
Il primo impianto, costruito nella zona retrostante il forte bastionato
della cittadina, era costituito da sei aviorimesse contigue a sei campate
comunicanti dotate di piazzali, scivoli e imbarcaderi.
Firenze “città ospedale,
concentramento
di prigionieri e profughi”
Aldo Palazzeschi
Con l'entrata in guerra dell'Italia la Regia Marina ebbe il compito di adottare una stretta sorveglianza del mare Adriatico per contrastare la Marina
Austriaca.
Per attaccare le basi navali austriache nell'alto Adriatico furono realizzati
nuovi mezzi: i MAS (Motoscafo Anti Sommergibile), unità leggera, veloce, armata con
una mitragliera,
due siluri e
bombe antisommergibile, per
effettuare azioni
a sorpresa anche
in acque ristrette.
Ma la Regia Marina dette un notevole contributo
anche alla guerra
sul fronte terrestre perché, dopo
Caporetto, quattro battaglioni di marinai furono inviati
a terra a formare il Reggimento Marina,
allo scopo di difendere dal nord Venezia .
Terminata la guerra il reggimento, a cui
Venezia volle dare la propria bandiera
con il leone di S. Marco, assunse il
nome di “Reggimento Marina S.
Marco” con Regio Decreto 17 Marzo
1919 n. 444.
Il volontariato
per l’assistenza ai feriti…
[…]
Non vi fu città come questa deturpata dalla guerra.
Non vi fu città come questa abbandonata nella guerra.
La mancanza di ogni cosa di prima necessità dai primissimi
tempi, la cattiveria del pane in nessun luogo furono sentite
come in questo. Le città del fronte erano piene di vita e di
gaiezza al suo cospetto.
Negli albori della primavera tragica interminabili file di donne
attendevano ore ed ore per avere poche gocce di latte o d'olio,
due tizzi di carbone. E tutto questo fatto a forza, senza fede o
rassegnazione, inghiottendo amarezza ora per ora.
[…]
Mia Firenze, azzurro fresco e velino delle mattine di primavera, luce rosea del tramonto sulle vecchie pietre dei tuoi edifizi, sui ponti del tuo Arno di smeraldo; Firenze città meno
militare di questa terra, dove si è abituati a ragionare troppo
prima di ubbidire, buongustai del bello, saccenti amatori di
linee e di colori, esteti naturali, critici fino alla sterilità, nessuna come te fu sì malconcia nella veste del sacrifizio.
[…]
“Il fronte è rotto.”
[…]
Incominciarono nella notte ad arrivare i treni carichi dei poveri friulani.
La chiesa di S. Maria Novella, locale grande prossimo alla
ferrovia, ne fu in poco ricolma. Nella notte. Al chiarore delle
candele sparse qua e là come quelle di un sepolcreto, le agili
colonne delle arcate domenicane si alzavano su cotesto immane cumulo di stracci e pena.
«Due imperi mancati», Vallecchi; Firenze 1920
Dirigibili e idrovolanti
all’Idroscalo di Orbetello
brani scelti
La Marina Militare
nella Grande Guerra
Paura di bombardamenti.
Firenze ripara i suoi gioielli
Firenze, Maggio 1917. L’emblema araldico del Marzocco e la statua
del gigante, detto il «Biancone», riparati per salvaguardarli da possibili
incursione aree.