Il diritto agrario comunitario, la tutela ambientale e la problematica
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Il diritto agrario comunitario, la tutela ambientale e la problematica
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAMERINO FACOLTA’ DI GIURISPRUDENZA 7HVLGLODXUHDLQGLULWWRDJUDULRFRPXQLWDULR ,/',5,772$*5$5,2&2081,7$5,2/$787(/$$0%,(17$/((/$ 352%/(0$7,&$'(,3$5&+,1$785$/, Candidata: CHIARA GALDO Relatore: Prof. EZIO CAPIZZANO Correlatore: Prof. LUCA PETRELLI 1 Allegato Tesi in Diritto Agrario Comunitario: ³,/',5,772$*5$5,2&2081,7$5,2/$787(/$$0%,(17$/((/$ 352%/(0$7,&$'(,3$5&+,1$785$/,´ 6LQWHVLGHOOHFRQFOXVLRQL: ³(VLJHQ]HDPELHQWDOLHVYLOXSSRHFRQRPLFRQHL3DUFKL1DWXUDOL´ Lo sviluppo economico degli ultimi decenni ha determinato mutamenti radicali, cambiando profondamente l’assetto del territorio e la caratterizzazione del paesaggio rurale. In particolare fra gli anni ’60 e gli anni ’80 l’agricoltura si è concentrata, in termini produttivi nelle aree più fertili del Paese, rappresentate prevalentemente dalle pianure, abbandonando progressivamente i terreni agricoli meno favoriti, generalmente di montagna e di collina. È solo dopo l’introduzione a livello comunitario, nel 1992, del concetto di “ sviluppo durevole” che il legame esistente tra sviluppo economico ed ambiente si è definitivamente risaldato Negli ultimi anni si è delineata una nuova concezione di protezione della natura e, quindi di area protetta, che presuppone oltre alla presenza dei necessari vincoli e divieti volti ad assicurare la protezione della risorse naturali, anche l’elaborazione di adeguati piani di sviluppo globale che tengano conto di tutte le potenzialità economiche presenti all’interno di un parco. Tali aree sono generalmente caratterizzate da una prevalenza della componente agricola, ma questa, da sola, non può garantire uno sviluppo socio-economico tale da far crescere 2 e consolidare i livelli di occupazione e di reddito e, in generale, di far migliorare le condizioni di vita delle popolazioni locali. Se poi si tiene conto del fatto che in tali aree le condizioni di sottosviluppo mettono in pericolo anche i caratteri della ruralità, allora diventa prioritario perseguire modelli di sviluppo integrato: agli interventi in agricoltura vanno associati interventi nel settore delle infrastrutture, del turismo, dei servizi, della formazione, ecc.. È con l’elaborazione di piani di sviluppo globale che si possono promuovere attività non dannose per l’ambiente e, contemporaneamente, capaci di rappresentare una opportunità di promozione sociale per le popolazioni residenti. Ciò premesso, con l’iniziativa comunitaria LEADER (1990) la Comunità predispone una tipologia d’intervento specifica per le aree rurali. L’esperienza di LEADER I, pur attraverso le prevedibili difficoltà e gli inconvenienti che ogni novità porta con sé, si è dimostrata di estremo interesse al punto che la Commissione dell’Unione Europea ha ritenuto opportuno di riproporla anche per il periodo 1994-1999, aumentandone le disponibilità finanziarie e gli ambiti d’intervento. A differenza del LEADER I, il nuovo intervento, pur facendo leva sui gruppi di azione locale (GAL), prevede la definizione di una strategia di sviluppo locale rurale, attraverso un Programma Regionale curato dagli stessi amministratori che formulano gli indirizzi e le linee d’azione degli interventi strutturali. Si tratta di una novità di grande rilievo poiché, oltre a garantire la necessaria sinergia tra gli interventi, avvia concretamente la sensibilizzazione dei soggetti istituzionali sui temi dello sviluppo rurale. “,OFDVR*$/6,%,//,1,80%5,$´ 3 Fin dal 1994 l’Ente Parco, del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, ha lanciato, sia nelle Marche che in Umbria, una proposta per realizzare l’iniziativa comunitaria Leader II e attuare un grande progetto economico e sociale nella logica dello sviluppo sostenibile e nella considerazione che l’iniziativa riguarda soprattutto interventi di tipo immateriale. In effetti Leader II corrisponde perfettamente alla “filosofia” del Parco, luogo di sperimentazione di un modello in grado di coniugare salvaguardia dell’ambiente naturale e sviluppo economico. Dall’Ente Parco è stata promossa la costituzione di due soggetti associativi, i GAL appunto : uno in Umbria e uno nelle Marche. Il GAL Sibillini Umbria si è costituito nel giugno 1996 su iniziativa dell’Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini per realizzare, senza fini di lucro, le finalità dell’iniziativa comunitaria LEADER II (Decisione C (95) 3118/1 del 1/12/95). L’Associazione, in particolare, è nata per realizzare un processo di sviluppo sostenibile nel territorio della Valnerina, fondato sulla partecipazione dei cittadini residenti e avendo un particolare riguardo ai problemi legati alla conservazione del patrimonio naturalistico-paesaggistico di cui l’intero territorio è estremamente ricco. I fondatori dell’Associazione sono: L’Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini, il Comune di Preci, la Comunità Montana Valnerina, il CEDRAV e la Legambiente Umbria. Si tratta di un partenariato misto tra soggetti pubblici e privati. Attualmente oltre ai fondatori, sono associati tutti i Comuni della Comunità Montana Valnerina, la Provincia di Perugia, il Bacino Imbrifero Montano del Nera e Velino e la Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti - Federazione Provinciale e la Banca Popolare di Spoleto. Il GAL è dotato di una sede operativa sita in Via Roma 16 nei locali presi in locazione dal Comune di Norcia, dove sono stati allestiti un ufficio per la segreteria e il coordinamento e una sala riunioni e dove è anche possibile consultare il materiale che viene periodicamente inviato dall’Osservatorio europeo LEADER II di Bruxelles. Con il piano si persegue uno sviluppo sostenibile dell’area attraverso azioni innovative, ma a basso impatto ambientale, privilegiando il settore terziario avanzato, la fruizione del patrimonio naturale e il turismo in ambito rurale, senza per questo trascurare i punti di forza dell’area come le produzioni agricole tipiche largamente conosciute. Esempio di intervento nel settore dell’assistenza tecnica allo sviluppo rurale è il completamento del Centro per la valorizzazione dei Prodotti Tipici di Norcia (finanziato dal LEADER I ) nel quale è stato realizzato un laboratorio per la ricerca e formazione di operatori nelle produzioni alimentari di qualità. Nel Comune di Preci, nelle storica Abbazia di S. Eutizio, centro di religione e cultura del passato, sono stati allestiti spazi didattici per lo svolgimento di corsi estivi e incontri di studio a carattere residenziale. L’Ente Parco ha realizzato nel settembre del 1997 una scuola estiva post-lauream di economia ambientale. La filosofia del Piano è centrata sulla vocazione turistico-naturalistica della Valnerina e resta valida anche se il Piano è stato elaborato prima degli eventi sismici che hanno causato una vera paralisi del turismo. Il Piano è stato elaborato partendo dal presupposto che per la Valnerina, più che una attività di promozione turistica, è necessaria una riconversione qualitativa della politica turistica per permettere una più approfondita conoscenza del territorio da parte dei visitatori e per far sì che questi, già numerosi, soggiornino più a lungo, visitino anche luoghi normalmente trascurati dal turismo di massa e soddisfino esigenze culturali e di formazione. Le linee progettuali ruotano, dunque, intorno ai concetti di aumento della qualità del turismo diffuso, di visibilità dei valori della valle, di valorizzazione delle produzioni tipiche, 4 di valorizzazione del turismo residenziale con particolare attenzione alle problematiche di rispetto dell’ambiente. Il prodotto d’area è rappresentato da tutti gli indicatori già presenti sul territorio che vanno valorizzati per offrire un’immagine della Valnerina che, pur con le notevoli peculiarità di ogni Comune, deve essere offerta come unicum di straordinaria rilevanza. I progetti chiave del PAL sono: l’ecomuseo della Valnerina; il centro per la valorizzazione dei prodotti tipici; il progetto germoplasma e il giardino appenninico; il turismo rurale a basso costo; la qualità alberghiera; l’educazione ambientale; un modello innovativo per la raccolta dei rifiuti solidi urbani; gli interventi sulla Valle Castoriana quale area di cerniera tra il territorio umbro e quello marchigiano del Parco. La misura riguardante la cooperazione transnazionale, non è ancora stata attivata nella Regione Umbria. Il GAL, tuttavia, ha deciso di cercare un partner tra quei GAL europei con tradizioni culturali e risorse paesaggistico-ambientali simili alla Valnerina. Il GAL Sibillini Umbria è presente nella banca dati realizzata dall’Osservatorio europeo per la cooperazione transnazionale tra i GAL che prevedono la realizzazione di un ecomuseo. Il 12 marzo 1998 a Pont de Vaux (Francia) si è tenuto un primo incontro tra il GAL Sibillini Umbria e il GAL francese Bresse-Revermont-Val de Saone dove è stato già realizzato un ecomuseo e si sono poste le basi per una cooperazione. Il Piano di Azione locale definitivo è stato approvato dalla giunta Regionale il 9 marzo 1999 e prevede investimenti per circa lire 7.500.000.000. Al maggio 1999 gli importi impegnati erano di circa 4 miliardi di lire, sui 7 miliardi e mezzo approvati ed era previsto che, entro il 30 giugno 1999, sarebbe stato utilizzato un importo pari al 71,65% degli investimenti approvati ( intorno ai 5 miliardi e mezzo). 5