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Annette Schavan Giorno dell’Unità Tedesca 2015 Benvenuti! Sono molto lieta che siate venuti a festeggiare insieme a noi il Giorno dell’Unità Tedesca. Quest’anno ricorre il venticinquesimo anniversario della riunificazione della Germania e dell’Europa. Ricordiamo il coraggio delle persone che avviarono una rivoluzione pacifica nei Paesi dell’Europa centrale e orientale e nell’allora DDR. Ricordiamo le immagini di allora, quando fu firmato l’accordo per la riunificazione. Non abbiamo dimenticato l’incoraggiamento che il Santo Padre Giovanni Paolo II diede al movimento sindacale polacco Solidarnosc dicendo: „Non abbiate paura.“ Sappiamo quale fu l’effetto di questo incoraggiamento. L’Europa doveva di nuovo, così le parole dell’allora Pontefice, „poter respirare con entrambi i polmoni”. La riunificazione fu possibile perché la nostalgia della libertà era più forte di qualsiasi tentativo di oppressione. Allora il regista teatrale Michael Schindhelm scrisse una dedica in un libro a una giovane donna proveniente dall’est „ Esci all’aperto!”. Più tardi questa giovane donna sarebbe diventata Cancelliera Federale. Nel suo discorso del 3 ottobre 2006 Angela Merkel disse, in riferimento a quella dedica: „ per me è come il titolo di tutti i miei sentimenti, desideri e nostalgie di quel periodo. Esci all’aperto! È stata una delle frasi più belle che mi siano state dette in quel momento. E con grande slancio mi sono messa in marcia (…)! Furono giorni, settimane e mesi incredibili. Chi non osa, non vince. Non chiedere cosa non è possibile, ma chiedi cosa è possibile.“ 2 Quei sentimenti, così come descritti dalla Cancelliera, li provarono milioni di persone. In Europa scomparvero il muro e il filo spinato. Le frontiere esistenti si aprirono, nuove prospettive di vita diventarono possibili. I vicini europei acconsentirono alla riunificazione della Germania confidando nel fatto che la Germania sarebbe stata per loro un partner affidabile. Il dopoguerra giunse definitivamente al termine. In nessun’altra città tedesca il dinamismo scatenato dalla riunificazione si percepisce in modo così forte come a Berlino. Per 39 anni Berlino fu divisa tra est e ovest. Il muro era stato costruito nel 1961 in mezzo alla città. Quando oggi ripensiamo alla riunificazione, non dobbiamo dimenticare le tante vittime del muro che persero la vita nel tentativo di passare da est a ovest. È stata una frontiera crudele – nel cuore della città. Molti non ritenevano possibile che un giorno quel muro sarebbe stato abbattuto. Ma c’erano anche persone che in quei quasi quattro decenni non si sono mai rassegnate alla divisione della loro città e del loro Paese. Hanno continuato a perseguire l’obiettivo della riunificazione. Dopo la riunificazione le persone provenienti da est e ovest si raccontarono le loro biografie e le loro diverse esperienze di vita. Questo aiutò il processo di unità interiore che ebbe inizio allora. È stato così possibile superare l’estraneità che si era creata in quasi quattro decenni. I dibattiti sulle previsioni dell’allora Cancelliere Helmut Kohl, secondo cui nell’est sarebbero nati “paesaggi fiorenti”, si esaurirono presto. Benché il processo di unità interiore non sia ancora concluso, le immagini di città come Dresda e Lipsia, Magdeburgo e Halle, Erfurt e Weimar, Rostock e Schwerin, Potsdam e Francoforte sull’Oder dimostrano quanto “il miracolo della svolta” abbia portato nuova forza e bellezza a queste città. 25 anni dopo la riunificazione della Germania e dell’Europa, il continente e soprattutto la Germania sono diventati la meta dei desideri per milioni 3 di rifugiati che auspicano una vita senza minacce e persecuzioni e un futuro per i loro figli. La metà della popolazione siriana è in fuga verso l’Europa. Sono soprattutto cristiani ma anche musulmani che vengono perseguitati a causa della loro fede. Questa è l’amara esperienza di questi giorni - 25 anni dopo la riunificazione. È un compito impegnativo dare una nuova patria a queste persone e offrire loro la possibilità di vivere in quella libertà che per noi è naturale. È il compito dell’integrazione e del relativo dialogo sui valori e sui principi fondamentali dell’Occidente, che inizia con il rispetto della dignità dell’uomo e include la libertà di religione e coscienza. Nella sua storia l’Europa ha vissuto numerosi conflitti violenti; la distruzione dovuta a guerre e scontri politici nel nome di religioni e confessioni. L’Europa è sempre riuscita a ritrovarsi ed è diventata un continente della tolleranza. Oggi Papa Francesco ci incoraggia dicendo: „Tutti i muri cadono. Oggi, domani o fra cento anni. Un muro non è una soluzione.“ Esci all’aperto! – dovremmo dirlo anche oggi alle tante persone che sperano in una vita in libertà. Ci auguriamo che vedano nella Germania un Paese in cui regnano unità, diritto e libertà.