Dossier di documentazione legislativa
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Dossier di documentazione legislativa
CONSIGLIO REGIONALE DELLA CAMPANIA Unità Dirigenziale Studi Legislativi e Documentazione Dossier di documentazione legislativa Inquadramento Tecnico–Normativo della Proposta di Legge “Modifiche alla legge regionale 6 marzo 2015 n. 6 (norme per il sostegno dei gruppi di acquisto solidale (GAS) e per la distribuzione di prodotti agroalimentari da filiera corta e di prodotti di qualità) e modifiche alla legge regionale 8 agosto 2014, n. 20 (riconoscimento e costituzione dei distretti rurali, dei distretti agroalimentari di qualità dei distretti di filiera)” Ad iniziativa del Consigliere Vincenzo Maraio Reg. Gen. n. 268 Denominazione file: Griglia metodologica per la stesura dell’analisi tecnico normativa Data documento: 01/04/2016 Dirigente Dott.ssa Rosaria Conforti A cura Dott. Enrico Flauto Unità Dirigenziale Studi Legislativi e Documentazione Dott. Bruno Mazzarella Unità Dirigenziale Studi Legislativi e Documentazione Inquadramento tecnico-normativo sulla proposta di legge: “Modifiche alla Legge Regionale 6 marzo 2015,n.6 (Norme per il sostegno dei gruppi di acquisto solidale (GAS) e per la distribuzione di prodotti agroalimentari da filiera corta e di prodotti di qualità) e modifiche alla Legge Regionale 8 agosto 2014 n.20 (Riconoscimento e costituzione dei distretti rurali, dei distretti agroalimentari di qualità e dei distretti di filiera)” Reg. Gen. n. 268 Contenuto – Relazioni allegate – Necessità dell’intervento con legge – Rispetto delle competenze legislative costituzionali – Normativa di riferimento 1 Contenuto La presente proposta di legge intende integrare l’offerta delle produzioni tipiche di eccellenza della regione Campania nell’ottica di proporre, promuovere e comunicare i valori di eccellenza delle produzioni tipiche locali, incrementandone la visibilità e la conoscenza, favorendo processi di commercializzazione di filiera corta a “chilometri zero” dei prodotti tipici locali, in particolare attraverso l’approvazione di un capitolato di appalto per la ristorazione scolastica, universitaria e ospedaliera che vincoli l’utilizzo dei suddetti prodotti tipici. Le filiere corte esprimono un potenziale notevole, anche se tale realtà soffre di contraddizioni e pregiudizi. Infatti è presente una forte domanda di prodotti ma il mercato non è strutturato al meglio, non è stato sufficientemente identificato, e non è abbastanza accessibile. Gli studi disponibili concordano sul fatto che vi è una forte domanda dei consumatori per i prodotti locali. Secondo un sondaggio di Eurobarometro, uno su due consumatori sono rammaricati dal fatto che i prodotti locali sono difficili da trovare e difficili da distinguere da altri prodotti. Le filiere corte sono state troppo a lungo trascurate. Tuttavia, i dati disponibili mostrano che già, nonostante la mancanza di riconoscimento e di sostegno, il 15% delle aziende europee vendono più della metà dei loro prodotti a livello locale. Perché tanta attenzione su tale marketing? Perché promuovere le piccole e competitive aziende che si rivolgono ai consumatori più ricchi e non alla maggior parte della popolazione? Innanzitutto bisogna sottolineare che i servizi di approvvigionamento alimentare locali hanno un potenziale enorme. Essi presentano una visione moderna del nostro rapporto con il cibo, così come una certa visione della competitività economica dell'agricoltura e la sua efficienza sociale ed ambientale. Non solo eliminano la necessità di trasporto a lungo raggio, ma aiutano anche le economie locali e consentono ai consumatori di svolgere un ruolo attivo nello sviluppo economico del loro territorio. Occorre sottolineare, inoltre, che il mercato dei prodotti tipici locali ha catene di approvvigionamento per tutti i livelli di reddito e in tutti gli Stati membri. Esso non è riservato a un'elite, o il contrario, secondo uno studio italiano, più di uno su due italiani ha fatto acquisti attraverso una filiera corta nel 2008. In un periodo di crisi le filiere corte esprimono un notevole incremento numerico, probabilmente il mercato maggiormente in crescita, perché portano benefici agli agricoltori e ai consumatori. Per esempio le difficoltà economiche in Grecia ha scatenato la creazione di un canale diretto per la vendita di patate a prezzi interessanti, il 60% in meno rispetto attraverso i canali tradizionali. Tutto questo rappresenta la ricchezza che deve essere conservata e un potenziale che non è ancora pienamente sfruttato. Ma non si tratta di creare nuove barriere o contrapporre le catene corte contro le catene lunghe di approvvigionamento. Ovviamente, le piccole aziende tendono ad essere più dinamiche e più creativo e nell'uso delle filiere corte, a causa della loro reattività e il tipo di prodotti che offrono. Ma le aziende agricole più grandi possono anche trovare uno sbocco a questi canali. In ogni caso, si ha di tutte le forme di mercato alimentare. Per essere veramente competitiva e sostenibile, la Campania deve valorizzare tutti i suoi modelli agricoli, senza pregiudizi. Ogni azienda dovrebbe essere in grado di impostare la propria strategia di sviluppo. Un importante politica pubblica, come la PAC dovrebbe sostenere tutte queste scelte, senza eccezioni. Chiaramente, le filiere corte sono una parte della diversità agricola a cui non è stata data la dovuta considerazione. Si tratta di un elemento chiave nella strategia globale regionale per ridare valore aggiunto agli agricoltori incoraggiandoli a non mettere tutte le uova nello stesso paniere (quella dei pochi giocatori del business della grande distribuzione). Questa attività può rappresentare solo una piccola parte del fatturato degli agricoltori campani, ma è comunque una parte che è di vitale importanza per la redditività delle aziende agricole e spesso per la loro vitalità. Le modifiche introdotte dal presente PdL prima di tutto, rappresentano una sfida per gli agricoltori che hanno bisogno di imparare o imparare di nuovo il commercio di vendita. Un certo tipo di politica agricola, che si è concentrata esclusivamente sui mercati, ha fatto loro dimenticare questo aspetto dell'agricoltura. Ciò richiederà nuove competenze, e gli investimenti. Per molti prodotti, vendita a livello locale o attraverso filiere corte richiede edifici dedicati e attività per la trasformazione dei prodotti in azienda. Per incoraggiare più gli agricoltori a fare questo passo la regione deve aiutare a porre in essere strumenti che aiutino a ripensare il modo in cui il cibo viene fornito. Alcune misure sono state proposte nell'ambito comunitario della riforma della PAC, ma occorre ancora risolvere una serie di problematiche che la Pdl in argomento cerca di affrontare : - identificare le catene di approvvigionamento locali, al fine di garantire la loro credibilità e migliorare la loro visibilità; - come garantire l'igiene e sicurezza degli alimenti senza macchia, senza scoraggiare la creazione di piccole unità produttive? Questi non hanno le risorse per gli investimenti che le unità più grandi hanno. Sono le esenzioni attuali sufficienti ed è la sensibilizzazione e fornire una formazione agli agricoltori abbastanza? - come si fa a ripristinare il collegamento tra consumatori nelle città e nei centri di produzione nelle vicinanze? - come si possono incoraggiare gli agricoltori ad investire? Appare evidente che lo sviluppo di questo tipo di marketing non è sempre facile. Gli agricoltori e le autorità pubbliche hanno bisogno di fare un grande passo in avanti. Tuttavia, nonostante queste difficoltà, la vendita di una parte più ampia di prodotti agricoli a livello locale porterà soluzioni concrete a molte delle sfide che la nostra società. Soluzioni per i consumatori, che apprezzano la qualità, la ricchezza e la tradizione dei prodotti agricoli. Soluzioni per la salute economica del settore agricolo. Soluzioni ai problemi dei rifiuti, spreco di energia derivanti dal trasporto di merci inutili; spreco di cibo perso nelle diverse fasi della catena di approvvigionamento. Le presenti modifiche cercano in parte di dare una risposta a tale problematiche. 2 Relazioni allegate 3 Necessità dell’intervento con legge 4 Rispetto delle competenze legislative costituzionali Relazione illustrativa allegata alla pdl. Si ritiene necessario l’intervento legislativo. La pdl rispetta le competenze legislative costituzionali. NORMATIVA DI RIFERIMENTO Ai fini dell’approfondimento delle tematiche oggetto della proposta di legge “Modifiche alla Legge Regionale 6 marzo 2015, n.6 (Norme per il sostegno dei gruppi di acquisto solidale (GAS) e per la distribuzione di prodotti agroalimentari da filiera corta e di prodotti di qualità) e modifiche alla Legge Regionale 8 agosto 2014, n.20 (Riconoscimento e costituzione dei distretti rurali, dei distretti agroalimentari di qualità e dei distretti di filiera)”, si elenca la normativa di riferimento. PRINCIPALE NORMATIVA COMUNITARIA Regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 21 novembre 2012 Regolamento (UE) sullo sviluppo rurale, n. 1698/2005 Regolamento (UE) 65/2011 della Commissione del 27 gennaio 2011 – Modalità di applicazione del Reg. CE 1698/2005 del Consiglio per quanto riguarda l'attuazione delle procedure di controllo e della condizionalità per le misure di sostegno dello sviluppo rurale. Regolamento (CE) 1975/2006 della Commissione del 7 dicembre 2006 (testo consolidato) Stabilisce modalità di applicazione del Reg. CE 1698/2005 del Consiglio per quanto riguarda l'attuazione delle procedure di controllo e della condizionalità per le misure di sostegno. Il testo consolidato, con valore esclusivamente documentale, riporta l'insieme delle modifiche intervenute ad opera del: Regolamento (CE) n. 1396/2007 della Commissione del 28 novembre 2007; Regolamento (CE) n. 484/2009 della Commissione del 9 giugno 2009. PRINCIPALE NORMATIVA NAZIONALE Decreto Legislativo 30 aprile 1998, n. 173 “Disposizioni in materia di contenimento dei costi di produzione e per il rafforzamento strutturale delle imprese agricole, a norma dell'articolo 55, commi 14 e 15, della legge 27 dicembre 1997, n. 449. Art. 8: Valorizzazione del patrimonio gastronomico” Decreto Ministeriale 8 settembre 1999, n. 350 “Regolamento recante norme per l'individuazione dei prodotti tradizionali di cui all'articolo 8, comma 1, del D.Lgs. 30 aprile 1998 n. 173” Decreto Ministeriale 23 maggio 2016 (Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 143 del 21 giugno 2016) “Sedicesima revisione dell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali in attuazione dell’art. 3, comma 3, del decreto ministeriale 8 settembre 1999, n. 350” Decreto Legislativo 18 maggio 2001, n. 228 Orientamento e modernizzazione del settore agricolo, a norma dell'articolo 7 della legge 5 marzo 2001, n. 57 Conferenza Unificata Intesa, ai sensi dell'articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131, sulle linee di indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica (seduta del 29 aprile 2010) Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano Intesa, ai sensi dell'articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131, tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano sulle linee di indirizzo nazionale per la ristorazione ospedaliera e assistenziale (seduta del 16 dicembre 2010) PRINCIPALE NORMATIVA REGIONE CAMPANIA Legge Regionale 08 agosto 2014, n.20 “Riconoscimento e costituzione dei distretti rurali, dei distretti agroalimentari di qualità e dei distretti di filiera”. Legge Regionale 06 marzo 2015, n.6 “Norme per il sostegno dei gruppi di acquisto solidale (GAS) e per la distribuzione di prodotti agroalimentari da filiera corta e di prodotti di qualità e modifiche alla Legge Regionale 8 agosto 2014, n. 20 (Riconoscimento e costituzione dei distretti rurali, dei distretti agroalimentari di qualità e dei distretti di filiera).” PRINCIPALI NORMATIVE REGIONALI Regione Calabria Legge Regionale 18 luglio 2011, n.23 “Norme per il sostegno dei gruppi di acquisto solidale (GAS) e per la promozione dei prodotti alimentari da filiera corta e di qualità.” Delibera della Giunta Regionale 13 marzo 2012, n.91 “Legge regionale 18 luglio 2011, n. 23 "Norme per il sostegno dei gruppi di acquisto solidale (GAS) e per la promozione dei prodotti alimentari da filiera corta e di qualità" - Istituzione Elenco regionale dei GAS (Gruppi di acquisto solidali) e dei GODO (Gruppi Organizzati di domanda offerta) - Approvazione Linee Guida Attuative.” Regione Liguria Legge regionale 28 dicembre 2009, n. 66 "Disciplina degli interventi per lo sviluppo, la tutela, la valorizzazione delle produzioni biologiche liguri" qualificazione e la Delibera della Giunta Regionale 17 dicembre 2010, n.1524 “Approvazione delle linee guida attuative dell'art. 8 della legge regionale 28 dicembre 2009, n. 66 "Disciplina degli interventi per lo sviluppo, la tutela, la qualificazione e la valorizzazione delle produzioni biologiche liguri". Regione Lazio Delibera della Giunta Regionale 23 dicembre 2005, n.1150 “Utenti e Consumatori. Programma d'attività per il triennio 2006-2008 (Legge regionale n.44/92).” Regione Puglia Legge Regionale 13 dicembre 2012, n.43 “Norme per il sostegno dei Gruppi acquisto solidale (GAS) e per la promozione dei prodotti agricoli da filiera corta, a chilometro zero, di qualità”. Legge Regionale 07 agosto 2013, n.26 “Assestamento e prima variazione al bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2013.” Regione Sicilia Decreto del Presidente della Regione 22 ottobre 2014, n.27 “Regolamento di attuazione del Titolo II della legge regionale 16 dicembre 2008, n. 19. Rimodulazione degli assetti organizzativi dei Dipartimenti regionali di cui al decreto del Presidente della Regione 18 gennaio 2013, n. 6 e successive modifiche ed integrazioni e attuazione dell’articolo 34 della legge regionale 15 maggio 2013, n. 9.” Regione Autonoma Trentino Alto - Adige Legge Provinciale 17 giugno 2010, n.13 “Promozione e sviluppo dell'economia solidale e della responsabilità sociale delle imprese” Regione Umbria Legge Regionale 20 gennaio 2000, n.6 "Disposizioni in materia di commercio su aree pubbliche in attuazione del Decreto Legislativo 31/3/1998, n. 114" Legge Regionale 06 maggio 2013, n.10 “Disposizioni in materia di commercio per l’attuazione del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201 convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214 e del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1 convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27. Ulteriori modifiche ed integrazioni delle leggi regionali 3 agosto 1999, n. 24, 20 gennaio 2000, n. 6 e 23 luglio 2003, n. 13.” Legge Regionale 13 giugno 2014, n.10 “Testo unico in materia di commercio.” SENTENZE Corte Costituzionale, 06/12/2013, n. 292