Dalle app alle nuove chat così la jihad beffa gli 007

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Dalle app alle nuove chat così la jihad beffa gli 007
IL MESSAGGERO
Dalle app alle nuove chat
così la jihad beffa gli 007
►I terroristi dell'Isis utilizzano le comuni ►L'esigenza di tutelare la privacy
piattaforme per inviare messaggi criptati ha messo in difficoltà l'intelligence
IL FOCUS
ROMA Il fine del terrorismo è non
farci sentire al sicuro nemmeno
in casa nostra, anche se si tratta
di una casa virtuale. Perciò non
c'è da meravigliarsi se la nuova
minaccia da parte dell'Isis abbia
un nome rassicurante: privacy.
Dopo gli attentati di Parigi, è iniziata una caccia convulsa agli
strumenti che i terroristi islamici utilizzano per comunicare fra
loro e diffondere la loro farneticante dottrina di morte. Internet per ovvie ragioni è una piazza privilegiata.
Esistono molti modi di comunicare in Rete, dalle e-mail alle
chat, e queste ultime sono a loro
volta un mondo complesso: si
va dalle app su cellulare, alle comunicazioni tramite pc, fino alle conversazioni sulle console
per videogiochi. E oggi il timore
si è trasformato in certezza: i
terroristi parlano fra di loro tramite questi strumenti. Tanto
che il ministro della Giustizia
Andrea Orlando ha annunciato
che il governo italiano ha stanziato misure straordinarie per
la cosiddetta cyber-security.
LO S CANDALO
Lo scandalo della Nsa ha creato
un vero e proprio terremoto nel
mondo delle comunicazioni. Le
rivelazioni della "talpa" Edward
Snowden, secondo il quale il governo ameriCano spierebbe i
propri cittadini attraverso mail,
chat e social network ha cambiato profondamente l'approccio delle persone alle nuove tecnologie. Se gli utenti sono più
consapevoli sull'uso della Rete,
al contempo si è creato un clima
di sospetto nei confronti delle
istituzioni: i cittadini hanno scoperto di doversi difendere anche da chi ha il compito di proteggerli. I "giganti" del Web sono così finiti sotto la lente d'ingrandimento, il confine della
privacy si è fatto sempre meno
circoscritto, e ci si è posti nuovamente davanti a uno dei temi
più annosi dei nostri tempi: in
un'epoca in cui la maggior parte
della nostra quotidianità passa
per il Web, fino a che punto siamo disposti a rinunciare alla
privacy? Poco e niente, è stata la
risposta. Tanto che molti dei
principali servizi internet sono
corsi aí ripari incrementando i
propri strumenti anti-intrusione.
FRONTIERE ELETTRONICHE
Ciononostante, applicazioni come Skype, Viber, WhatsApp,
Facebook Messenger, Apple
iMessage, Yahoo' Messenger e
Snapchat restano tuttora facili
da intercettare. E così che sono
nate le chat criptate come Telegram o Signal.
Si tratta di applicazioni di
messaggistica istantanea per
smartphone, molto simili a
WhatsApp. La differenza è che
hanno un'opzione per rendere
le conversazioni top secret,
sfruttando il sistema cosiddetto
"end-to-end": i messaggi vengono scambiati direttamente dal
mittente al destinatario. In sostanza i messaggi non finiscono
su un server e perciò non vengono immagazzinati: esistono solo
sui dispositivi degli utenti che se
li scambiano, e una volta che uno
di loro li cancella spariscono
anche dai cellulari altrui. Su
WhatsApp invece i messaggi
passano prima dai server centrali, e per di più sono in chiaro:
i dipendenti dell'azienda possono leggerli. Telegram invece ha
anche un'impostazione che permette di impostare l'autodistruzione a tempo dei messaggi inviati.
Signal invece permette di proteggere le conversazioni con
una password. Insomma, una
cosa che ha fatto felici mariti e
mogli infedeli di tutto il globo,
ma che ben presto è stata utilizzata per ben altri scopi. Lo di-
mostrano i tanti messaggi comparsi sui social network da parte
di jihadisti che ringraziano
Allah per avere a disposizione
strumenti come Twitter e Telegram, "armi" create dall'Occidente da utilizzare contro l'Occidente stesso.
La Electronic Frontier Foundation (EFF), un gruppo di pressione che ha lo scopo di «difendere le libertà civili nel mondo
digitale», ha stilato una classifica delle app di messaggistica
più difficili da spiare, in base a
sette requisiti, che vanno dalla
crittografia in tutte le fasi della
comunicazione fino alla possibilità di verificare con chi si sta comunicando. Oltre a Telegram e
Signal, a soddisfare tutti i requisiti ci sono altre chat come CryptoCat, Silent Phone e TextSecure. App come BlackBerry Messenger, Skype o WhatsApp ne
soddisfano al massimo due.
SE T T E REQUISI TI
C'è poi la questione Twitter.
Una strategia banale ma efficace utilizzata dai terroristi è quella di aprire e chiudere profili in
continuazione. Sul social
network dei 140 caratteri i jihadisti possono comunicare con
una platea molto ampia, magari
per darsi appuntamento poi su
altre piattaforme.
Telegram ha cercato di correre
ai ripari e, grazie alla collaborazione e alle segnalazioni degli
utenti, ha bloccato 78 canali legati all'Isis, diffusi in 12 lingue
diverse. Ma non basterà. Bisogna prendere coscienza che la
Rete è uno strumento prezioso,
a cui non dobbiamo rinunciare,
ma che ha un suo lato oscuro
con cui dobbiamo convivere.
Anche se oggi sicurezza è diventato sinonimo di pericolosità.
Andrea Andrei
Le vie del web
WhatsApp, Messenger
e le altre applicazioni
1. I sistemi di
messaggistica più diffusi
sono facilmente violabili e
quindi i terroristi hanno
smesso di usarli se non per la
propaganda e per le
rivendicazioni.
Telegram, Signal e le
conversazioni cifrate
2. Dopo lo scandalo
della Nsa sono natele chat
criptate: utilizzano un sistema
end to end che non conserva i
messaggi scambiati fra gli utenti:
l'ideale per chi deve
nascondersi.
Twitter e gli altri
social network
3. I terroristi
impiegano soprattutto il
social network dei 140
caratteri per fare
proselitismo. Utilizzano
diversi account chiudendoli e
riaprendoli in continuazione.
LE ATTIVITÀ
DI SPIONAGGIO
PER LA PRIMA VOLTA
DEVONO ADATTARSI
ALLA FINTA
TRASPARENZA DEL WEB