VALE! Il rapporto salute-religione nella società romana antica
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VALE! Il rapporto salute-religione nella società romana antica
pubblicazioni VALE! Il rapporto salute-religione nella società romana antica di Inf. AFD Giancarlo Celeri Bellotti, Infermiere Cdl San Paolo Dott.ssa Anne Lucie Destrebecq, Ricercatore MED/45 UNIMI, Società Italiana di Storia dell’Assistenza Infermieristica H YGIAE SALUTARI M. SULPICIUS TURUS1. Marco Sulpicio Turus ad Igea che reca salute. CASTORI ET POLLUCI DIIS MAGNIS SULPITIA Q SULPITII F VOTUM OB FILIUM SALUTI RESTITUTUM2. Una madre ringrazia i Dioscuri Castore e Polluce per aver restituito la salute al figlio. Introduzione Che cosa lega oggi un devoto fedele che si reca in pellegrinaggio in un santuario mariano o in un qualsiasi altro luogo di culto caratterizzato dalla fama di essere “miracoloso” ad un devoto fedele di duemila anni fa che si reca al tempio di Esculapio o all’ara della dea Salus a chiedere favori e grazie per la propria o l’altrui salute? C’è il bisogno di trascendenza3 dell’uomo, inteso come il “sentirsi parte di una realtà divina, spirituale o più estesamente cosmica”, definito e descritto come tale da Abraham Maslow che lo aggiunse trasversalmente alla sua ben nota piramide gerarchica dei bisogni umani. Il bisogno di trascendenza, quindi, è alla base della connaturata esigenza umana di confrontarsi con il soprannaturale e la spiritualità, con qualche cosa di inspiegabile e superiore alla logica e alla razionalità dell’uomo stesso. Fin dagli albori della storia dell’uomo la spiritualità lo accompagna nel suo peregrinare nel tempo e a sua volta la spiritualità è accompagnata da riti e cerimoniali che vedono ancestralmente nella natura e nella sua forza la dispensa1 2 3 4 5 trice di benessere o malessere4: sole, fuoco, acqua e terra sono le prime forme di divinità, in senso lato, temute ed ossequiate. Il rapporto uomo-spiritualità si concretizza, quindi, con natura-religione-deità-culto-cerimoniale. Ne è la prova, ad esempio, un disegno rupestre di epoca paleolitica superiore magdaleniana (18.000-10.000 a.C.) ritrovato nella grotta denominata Les Trois Freres in Dordogna, Francia, rappresentante uno sciamano-stregone completamente ricoperto di pelle di cervo completa di cranio e palchi, intento in una pratica cerimoniale e che gli archeologi della preistoria hanno identificato come tra i primissimi documenti attestanti la figura sacerdotale5 e di conseguenza la ritualizzazione di cerimoniali magico-religiosi. La religione permea ancor oggi, anche se in minor misura che in passato, tutti gli ambiti della società e frequentemente ne influenza l’andamento. Perchè, allora, non lasciare all’uomo anche questa possibilità, la speranza di chiedere salute e guarigione attraverso la spiritualità? Non ha anche l’uomo di oggi la necessità di riporre un po’ della sua estrema razionalità e pragmaticità a favore di momenti di riflessione interiore spesso addirittura facilitanti il processo di cura globale e la ripresa/mantenimento della salute? La respirazione accompagnata alla meditazione spirituale non fa forse parte delle tecniche di miglioramento della salute e qualità di vita uti- Penso, G. (2002). La medicina romana. Noceto (PR), Edizioni Essebiemme Penso, G. (2002). La medicina romana. Noceto (PR), Edizioni Essebiemme www.psicopedagocika.it/site/articolo.asp?id_area (consultato il 31 agosto 2006) Parrinder, G. (1984). Storia universale delle religioni. Milano, Arnoldo Mondatori Editore Cazzella, A. (1989). Manuale di archeologia. Le società della preistoria. Bari, Editori Laterza 48 IO INFERMIERE - N.4 /2006 lizzate nella medicina complementare antroposofica6 negli interventi mente-corpo7? Medicina ed assistenza infermieristica scientificamente intese non si possono avvalere di tale fenomeno? Può essere la “medicina che sana l’anima” anche “medicina” che favorisce la cura del corpo? Potranno mai essere raccolte evidenze scientifiche su questo argomento? L’uomo, in fin dei conti, ha da sempre usato anche questa strategia per ottenere salute, anzi è una pratica nata prima della medicina o quantomeno ha costituito per millenni un amalgama, una indissolubilità formata da religione-salutemedicina. Logicamente la scienza medica attuale e tutto ciò che ruota intorno ad essa, guardano con scetticismo e cauto distacco a questo fenomeno tanto diffuso, pur esistendo commissioni mediche e religiose (una delle più importanti ha sede proprio a Lourdes8) che unitamente studiano e “sentenziano” su guarigioni scientificamente inspiegabili e che vengono annoverate tra i miracoli cioè “fenomeni straordinari che avvengono al di fuori delle normali leggi della natura9“, dal latino miraculum, fatto prodigioso, meraviglioso10. Il rapporto dell’uomo con la salute e il mondo soprannaturale Per l’uomo delle epoche remote legare il soprannaturale e la spiritualità alla salute e alla malattia è stato semplice: tutto ciò che non è naturalmente e tangibilmente spiegabile e comprensibile, come appunto una malattia o un evento accidentale, diventa al di sopra della natura stessa cioè soprannaturale, portando in sé, quindi, la natura divina. Le divinità, per eccellenza, sono le dispensatrici tanto di salute quanto di malattia, di buona sorte o di malasorte, di vita o di morte. Conseguentemente l’uomo deve supplicare le divinità affinché non capiti nulla e, se si è commessa qualche mancanza, che le divinità siano così misericordiose da non mandare il castigo che colpisce il corpo o di mitigarlo. La mancanza di salute, la malattia, un trauma, un incidente diventano un castigo divino, con la conseguente pena da espiare: il disagio, la sofferenza, la paura, la morte. Tali princìpi hanno costituito il pensiero dell’uomo fino all’epoca delle scoperte scientifiche e della medicina scientificamente studiata ed esercitata cioè dal XVI-XVII secolo dopo Cristo. In alcune culture questi sono concetti ancora molto forti e pregnanti, mentre in altre hanno lasciato tracce ancor oggi ritrovabili in usi, costumi e superstizioni. La salute nel mondo classico romano ed il suo rapporto con la religione L’uomo che viveva nella società romana non era, per alcuni aspetti, molto dissimile da noi; ed uno di questi aspetti era proprio l’atteggiamento nei confronti della salute. I romani dotati di enorme praticità e grandi perfezionisti, ma anche molto superstiziosi, possedevano una medicina e una chirurgia, di derivazione e tradizione ellenica, molto avanzate e molto ben organizzate. Molto curati erano l’aspetto salutistico e l’igiene pubblica: acquedotti, fontane, terme, acqua corrente nelle case più ricche; scolmatoi e fognature erano presenti anche nelle più remote regioni. E poi ancora piccoli ambulatori, medicatrine, taberne medicinae, laboratori per la produzione di medicamenti e farmaci; infermerie all’interno Bellavite, P., Conforti, A., Lechi, A., Menestrina, F., Pomari, F. (2000). Le medicine complementari. Torino, UTET. L’antroposofia, o scienza dello spirito, venne fondata intorno agli venti del ‘900 dal filosofo austriaco Rudolf Steiner (18611925) il quale ne favorì l’integrazione con la medicina scientifica attraverso la divulgazione del testo “Elementi fondamentali per un ampliamento dell’arte medica.” La concezione antroposofica del mondo inaugurata da Steiner è sostanzialmente monistica, ossia vede nel fisico sensibile l’espressione diretta dell’attività spirituale, sia nell’essere umano sia nella natura. 7 www.sistemica.org/controtendenza/html (consultato il 2 settembre 2006) 8 Il Bureau Médical di Lourdes, istituito a Lourdes nel 1858, ha riconosciuto ad oggi 66 i casi dichiarati miracolosi l’ultimo dei quali nel 1999. La commissione ha preso in analisi a tutt’oggi circa 7000 casi. Da: www. leadershipmedica.com/scientifico/sciedic02/scientificaita.html (consultato il 2 agosto 2006) 9 Cortelazzo, M., Zolli, P. (1999). Dizionario etimologico della lingua italiana. Milano, Zanichelli Editore 10 Cortelazzo, M., Zolli, P. (1999). Dizionario etimologico della lingua italiana. Milano, Zanichelli Editore 6 IO INFERMIERE - N.4 /2006 49 dei circhi dove si affrontavano i gladiatori11. Curato anche l’aspetto della medicina militare con la costruzione dei valetudinari per la cura dei legionari malati e feriti, preziosissimi per l’Impero perché ne allargavano, con le loro conquiste, i confini e di conseguenza la ricchezza. Addirittura possedevano anche navi-ospedale della marina militare! Insomma, per dirla con il linguaggio attuale, per quei tempi un buon servizio sanitario. Ma l’uomo di medicina con i suoi aiutanti12, con i suoi rimedi, la sua esperienza e conoscenza arrivava fino ad un certo punto, poi c’era bisogno di un altro tipo di intervento per favorire ed aiutare il processo di guarigione o, in una sorta di misteriosa e primitiva prevenzione, la conservazione ed il mantenimento della salute: c’era bisogno dell’intervento divino invocato anche dal medico stesso durante la cura. Infatti uno dei concetti pregnanti nelle società antiche, ed in particolare quella greca e conseguentemente romana, era che la medicina fosse stata inventata e donata agli uomini dagli dei13. In particolare la medicina romana “teurgica”, cioè operata per intervento divino, trae la sua origine dalla mitologia classica greca e più precisamente dal culto di Esculapio, Asclepio in greco. Il culto di Esculapio Il culto di Esculapio venne introdotto a Roma nel 291 a.C. in occasione di una gravissima pestilenza: per suggerimento dei libri oracoli sibillini una delegazione partì per Epidauro14 per prelevare una statua di Asclepio da portare in città affinché la pestilenza terminasse. Il mito, riportato anche da Ovidio nelle Metamorfosi, narra che sulla nave che faceva rotta verso Roma la statua si trasformò in serpente (altri autori raccontano invece che essa si trasformò prima di esservi issata) e allorché la nave giunse risalendo il Tevere all’isola Tiberina, il serpente balzò fuori e scomparve nel terreno15. Da quel momento la pestilenza cessò ed il popolo romano, in onore e ringraziamento al dio, edificò, tra il 292 e il 289 a.C., un grande tempio proprio nel luogo dove il serpente scomparve. Igea ed Esculapio, Musei Vaticani. Roma La presenza di questo tempio rese ancor più importante l’isola Tiberina, che successivamente prese il nome di isola di Esculapio. Oltre che luogo di culto l’isola divenne famosa anche come luogo di cura, come dimostra ancor oggi la presenza dell’ospedale S. Giovanni Calabita dei Fatebenefratelli edificato sui resti Meijer F. (2004). Un giorno al Colosseo. Il mondo dei gladiatori. Bari, Editori Laterza Si possono intendere per “aiutanti” non i medici, ma personale specializzato in determinate funzioni e comunque alle dipendenze dei medici: capsarii specializzati nella preparazione ed applicazione di medicazioni e bende anche medicate, frictores specializzati in massaggi e frizioni, unguentarii specializzati nella preparazione di unguenti ed olii medicati, vulnerarii specializzati nella cura di ferite e piaghe, curatores operis armarii specializzati nella preparazione e tenuta dei farmaci. Elaborato da: Nizzoli Volontè, M.T., (1993). Gli ospedali delle legioni romane. I valetudinari. Firenze, edizione fuori commercio per conto dei Laboratori Guidotti SPA, Pisa 13 Penso, G. (2002). La medicina romana. Noceto (PR), Edizioni Essebiemme 14 Antica città-stato della Grecia, lungo la costa centro occidentale della baia di Metana, nei pressi di Corinto. Questa città era un importantissimo luogo di culto di Asclepio dove sorgeva un rinomato tempio a lui dedicato e dove si recavano in pellegrinaggio i malati durante feste religiose a lui dedicate e chiamate Asclepiai. 15 Ramorino, F. (1988). Mitologia classica illustrata. Milano, Ulrico Hoepli Editore 11 12 50 IO INFERMIERE - N.4 /2006 Tempio di Esculapio a Villa Borghese dell’antico tempio16. Quindi intorno alla medicina e alla salute la mitologia romana fece nascere moltissime figure di dèi e semidei che in un modo o nell’altro diventavano garanti, dispensatori e protettori della salute e favorivano la guarigione, attribuendo ad essi ogni fenomeno fisiologico o patologico della vita. Accanto alla medicina tradizionale si dava risalto conseguentemente anche alla medicina teurgica, dove non più i medici, ma le divinità diventavano protagoniste. La pratica della medicina teurgica richiedeva però anche l’intervento di intermediari che permettessero il contatto tra il richiedente e gli dei invocati. Questi erano i sacerdoti consacrati alle varie divinità e che svolgevano i riti e le cerimonie specifiche. Si assiste così allo sviluppo anche della medicina sacerdotale dove i sacerdoti sono i veri “medici” della medicina teurgica17. La medicina teurgica La medicina teurgica romana si può suddividere in due parti: la prima sovrintendeva agli eventi 16 17 18 19 20 fisiologici della vita, la seconda governava la salute e le malattie. Del primo gruppo facevano parte gli dèi tutelari, del secondo gli dèi della salute18. Ben novanta divinità sono dedicate alla salute e in particolare: 58 sono dèi tutelari: divinità secondarie, che nella tradizione mitologica non erano delle vere e proprie divinità nel senso stretto del termine, ma erano considerati semidei; generalmente erano posti dagli dèi primari stessi o sulla terra, o nel mare o negli inferi19. Avevano attività di protezione generale sulla salute per tutto l’arco della vita anche prima della nascita, cioè dal concepimento. 32 sono dèi della salute propriamente detti: divinità primarie, che nella tradizione mitologica abitavano direttamente nell’Olimpo20. Se si suddivide poi per ordine d’importanza l’attività protettiva delle novanta divinità noteremo che: a. 17 divinità sono dedicate alla protezione della salute (18,9%) b. 14 divinità sono dedicate alla protezione della gravidanza (15,6%) c. 13 divinità sono dedicate alla protezione del neonato (14,4%) d. 11 divinità sono dedicate alla protezione di parti anatomiche (12,2%) e. 8 divinità sono dedicate alla protezione Medaglione commemorativo dedicato all’Imperatore Antonio Pio nel quale si rappresenta l’episodio relativo all’isola Tiberina www.unicaen.fr/rome/texteMonument.php?fich=tiberina (consultato il 31 agosto 2006) Penso, G. (2002). La medicina romana. Noceto (PR), Edizioni Essebiemme Penso, G. (2002). La medicina romana. Noceto (PR), Edizioni Essebiemme Ramorino, F. (1988). Mitologia classica illustrata. Milano, Ulrico Hoepli Editore Ramorino, F. (1988). Mitologia classica illustrata. Milano, Ulrico Hoepli Editore IO INFERMIERE - N.4 /2006 51 della fecondità femminile (8,9%) f. 6 divinità sono dedicate alla protezione del bambino (6,7%) g. 6 divinità sono dedicate alla protezione della medicina e dei medici (6,7%) h. 5 divinità sono dedicate alla protezione della fecondità maschile (5,6%) i. 4 divinità sono dedicate alla protezione dell’adolescenza femminile e maschile (4,4%) j. 3 divinità sono dedicate alla protezione del concepimento (3,3%) k. 3 divinità sono dedicate alla salute ambientale (3,3%) Ad sistere e divinità Non si può a questo punto non concretizzare, seppur non in modo approfondito, alcuni aspetti legati all’assistenza, qui intesa in maniera molto ampia del termine e contestualizzata alla richiesta di buoni auspici invocati alle divinità. Le voci tra quelle sopra descritte che meglio possono soffermare la nostra attenzione sull’assistenza, sono collegate a tre momenti cruciali ed importanti della vita, tanto più che fino a quasi la metà del secolo scorso21, erano eventi non privi di rischi, pericoli e talvolta drammaticità: la gravidanza, la nascita e la crescita, con tutte le problematiche legate sia alla difficoltà del parto, sia dei primi mesi di vita del neonato, sia dello sviluppo del bambino. Se sommiamo le sopraccitate voci, cioè gravidanza, neonato e bambino, troveremo che le suppliche di buoni auspici e protezione erano rivolte ad un complessivo di 33 divinità tutte tutelari e che avevano determinate specializzazioni che comprendevano per quanto riguarda la gravidanza: il parto il taglio del cordone ombelicale i dolori del parto la presentazione podalica e cefalica il risveglio dei sensi dopo il parto per quanto riguarda il neonato: il sonno il riposo in culla l’alimentazione in generale ed il divezzamento l’allattamento il malocchio i primi giorni di vita il primo sorso d’acqua il primo allattamento i primi vagiti per quanto riguarda il bambino: i primi passi in casa le prime parole i primi passi fuori casa la prima deambulazione il consolidamento delle ossa i primi denti la prima stazione eretta Se per la medicina teurgica era necessario l’intervento del sacerdote artefice della medicina sacerdotale, tra le mura domestiche, prendendo in considerazione il momento del parto, tanto l’ostetrica quanto le sue assistenti, generalmente tre, ma potevano esservene anche di più, invocavano le divinità preposte e procedevano a rituali “magici” quali l’accensione di un cero che posavano immediatamente vicino alla partoriente, oppure appendevano amuleti o rametti di mirto per propiziare il parto e tenere lontani gli spiriti malvagi. La camera o il luogo dove avveniva la nascita diventava una sorta di sancta sanctorum tutta al femminile e dove le divinità invocate erano tutte rigorosamente femminili. Italia di fine ottocento inizi novecento: mortalità gestazionale e postparto: 45%; mortalità infantile: 46% entro il 5° anno di vita. Da www.cronologia.it (consultato il 2 settembre 2006) 21 52 IO INFERMIERE - N.4 /2006 “Per te quoniam genus omne animatum concipitur, visitque exortum lumina soli” “È per merito tuo che sono concepite tutte le specie viventi e che, giungendo alla vita, vedono la luce del giorno”22 recita il passo di questa preghiera rivolta a Venere Myrtia (del mirto) divinità invocata durante il parto che avveniva seguendo, comunque, rigorose norme tecniche: “La partoriente coricata sul dorso, su un letto rigido e con le gambe divaricate, o seduta sulla sedia [da parto n.d.r.] sarà assistita da diverse inservienti che si metteranno una a destra, una a sinistra e la terza alle spalle, per sostenerla dalla schiena, al fine di evitare che si pieghi sui fianchi durante il travaglio. L’ostetrica si siede a fianco del letto, a mezza altezza, se la donna partorisce nel letto, al fine di avere l’altezza giusta. Se la donna partorisce seduta, l’ostetrica le si siederà di fronte, più in basso per poter facilmente ricevere il bambino. Durante il travaglio l’ostetrica deve aiutare la partoriente a farle dilatare l’orificio dell’utero introducendo un dito della mano sinistra unto di olio caldo. Se dilatando l’orificio si vede la testa o la nuca del bambino l’ostetrica lo tirerà a se senza scosse e lasciando che l’utero si dilati spontaneamente”23. Viene consigliato, inoltre, di far compiere alla partoriente spinte attive durante le contrazioni dell’utero dopo aver preventivamente unto e massaggiato con olio caldo l’addome. Conclusioni Concludendo si può affermare che la salute è sicuramente stata fin dai tempi più remoti, così come oggi, un valore universale fondamentale ed intrinseco nella vita dell’uomo, senza la quale non è possibile la sopravvivenza fisica, la perpetuazione del genere umano ed il suo sviluppo psicofisico e sociale globali, inseriti nel contesto eco-ambientale. I mezzi per ottenerla, inizialmente, erano sicuramente legati a conoscenze empiriche e superficiali, ad una modesta praticità, riflesso di un 22 23 24 mondo semplice e molto intimo con la natura. Via via che l’uomo, nello scorrere dei secoli, ha acquisito e sviluppato maggiori conoscenze, tali mezzi sono diventati scienza, rendendosi sempre più eruditi, complessi, tecnici, oggi addirittura avveniristici. Quindi il prendersi cura odiernamente esercitato da qualsiasi professionista della salute ha distinzione e carattere di scienza. Non potrebbe essere altrimenti! Ma nonostante e giustamente la scienza, la ricerca, la tecnologia abbiano compiuto indubbi ed enormi progressi migliorando la quantità e qualità di vita dell’uomo, egli nel momento dell’incognita e della paura nell’affrontare, inizialmente in solitudine e con la propria intimità più profonda, un problema reale o potenziale di mancanza di salute ancor oggi, in moltissimi casi, rivolge il suo pensiero al soprannaturale. E quanto più il problema è importante tanto più l’uomo chiede forza, energia, speranza, volontà tutte virtù positive che possono favorire concretamente il processo di cura. Emerge così quella parte ancestrale incancellabile che ci portiamo dentro e che ci lega armoniosamente con il passato… Questo ci può far riflettere su quanto sia labile il confine tra ciò che è fisico/razionale e ciò che è metafisico/spirituale e quanto il dibattito possa permettere la ricerca di un punto comune d’integrazione tra queste entità costituenti l’essenza dell’uomo stesso: natura, ragione, scienza e fede. S.V.G.V. Si Vales Gaudeo Valeo Acronimo di: Se stai bene ne ho piacere, io sto bene. Formula di cortesia ed augurio utilizzata come premessa nelle lettere24 Penso, G. (2002). La medicina romana. Noceto (PR), Edizioni Essebiemme Sorano di Efeso, Gynecia; in: Penso, G. (2002). La medicina romana. Noceto (PR), Edizioni Essebiemme Campanili, Carboni (2002). Nomen. Novissimo latino-italiano, italiano-latino. Milano, Paravia IO INFERMIERE - N.4 /2006 53