Febbraio - associazione vecchia alassio
Transcript
Febbraio - associazione vecchia alassio
ANNO XLIII - N. 2 Martedì 18 Febbraio 2003 Spedizione in a.p. - 45% - art. 2 comma 20/b - legge 662/96 - Filiale di SAVONA € 1,38 Eccovi Alassio che innamora il sole. (A. Graf) Mensile di attualità, vita cittadina e tradizione dell'Associazione «VECCHIA ALASSIO». Membro effettivo della Consulta Ligure. Apertura sede: Lunedì, Mercoledì, Venerdì, Sabato dalle 18 alle 19. Socio aderente € 16,50 - Socio Sostenitore € 19,50 - Socio estero € 21,00 ABBONAMENTI - INSERZIONI: Conto Corrente Postale N. 10530186 - A.V.A. Via XX Settembre, 7 - 17021 ALASSIO - Tel. e Fax 0182 64.39.37 - E-mail: [email protected] Tavola rotonda FESTA DEL CORPO LA CONSULTA LIGURE A LEIVI Beach Management System CENTRO DI CULTURA «LA TORRE» DI POLIZIA MUNICIPALE Promossa dall’A.V.A. e patrocinata dal Comune di Alassio, il 29 gennaio u.s., presso la Civica Biblioteca «R. Deaglio» si è tenuta una tavola rotonda sul tema della protezione del nostro arenile che, come in altre località costiere, è soggetto al devastante fenomeno dell’erosione. dell’erosione della spiaggia, nostra principale risorsa; passa quindi alla presentazione del progetto B.M.S. per il ripascimento di quei tratti di arenile maggiormente erosi, con un sistema di tubazioni interrate, a zero impatto ambientale e a basso costo. Il Presidente Carlo Cavedini apre la riunione con il saluto ai convenuti: Sindaco, gli Assessori al Demanio e all’Ambiente, esperti del settore e folto pubblico. Il Sindaco Marco Melgrati esordisce con un breve cappello politico: finalmente, dopo anni di attesa, siamo stati presi in considerazione dalla Regione, con il raggiungimento di un accordo, che prevede il finanziamento per i lavori di completamento della diga foranea, il drenaggio del porto e interventi per la salvaguardia dell’arenile. L’assessore Rocco Invernizzi, delegato al demanio, sottolinea l’importanza del problema Esperienze analoghe, effettuate sia all’estero che in Italia, hanno dato risultati positivi, scientificamente provati. La Regione, infatti, promette un maggiore intervento finanziario qualora il sistema si dimostrerà efficace. Il Prof. Rossetti, tecnico della società costruttrice dell’impianto, è passato ad illustrarne il funzionamento a mezzo di un filmato, precisando che sono necessari studi di progettazione. Il B.M.S. è un brevetto di proprietà del Danisch Geotechnical Institute ed è già stato applicato (continua a pagina 2) VAL D’OLIVO Precisazioni dell’Assessore In relazione all’articolo apparso su «L’Alassino» del 18.01.03 dal titolo «Val d’Olivo - Ristrutturazione da rifare», intendo precisare ed esplicare quanto segue. Premetto quale considerazione generale che il lettore, attraverso una enfatizzazione del ti- tolo «ristrutturazione da rifare» ha ricevuto una informazione che di fatto assolutamente non corrisponde alla reale e ben circoscritta portata tecnica di alcuni interventi che si sono resi necessari, peraltro in corso, che (continua a pagina 2) Assessorato allo Sport Associazione Bocciofila Alassina Alassio 8-9 marzo 2003 Gara Nazionale a Quadrette 50° Targa d’Oro “Città di Alassio” Per informazioni: Assessorato allo Sport 0182 648142 oppure Associazione Bocciofila Alassina 0182 472013 Con tre pezzi musicali celebri, tra cui il «Capriccio N. 9» di Paganini, eseguiti dal celebre violinista Mario Trabucchi, si è aperta la prima riunione del 2003 della Consulta Ligure delle Associazioni per la Cultura, le Arti, le Tradizioni e la difesa dell’ambiente. L’applauso scrosciante ha sa- lutato questo musicista originario di Leivi, paesino posto sulle alture di Chiavari, e la presidente dell’Associazione ospitante, Mirna Brignole, ha avuto parole di lode nei confronti di questo violinista di cui, ovviamente, la comunità leivese è fiera ed orgogliosa. Il Centro di Cultura «La Torre», associata alla Consulta, cura l’organizzazione di avvenimenti interessanti, tra cui un premio culturale «La Torre», la festa dell’olio in luglio, ecc. Ha organizzato questa riunione con cura, passione e spirito cordiale. L’intervento del Sindaco, poi, è stato molto lusinghiero nei confronti dell’Associazione stessa e della Consulta, discorso che Egli ha pronunciato in puro dialetto del luogo (tra le cose simpatiche che si ha modo di ascoltare durante le riunioni della Consulta, sono le diverse pronunzie e terminologie da parte dei presenti, provenienti dalle diverse parti dell’arco ligure). E andiamo ai lavori svolti. Circa il finanziamento da parte della Regione del «Dizionario Biografico dei Liguri Illustri», il Dott. Carosini, presidente della Consulta, ha riferito di un incontro da lui avuto con il Direttore Generale Dott. Murgia; sono state fatte promesse di «interessamento», ma nulla di concreto, nel senso che questo problema del finanziamento di un’opera grandiosa, importante e necessaria, sembra non focalizzare la dovuta attenzione degli organi regionali responsabili. La soluzione dovrebbe essere quella di portare ad una iscrizione della spesa nel bilancio regionale, di modo che, anche con il cambio del colore politico, il finanziamento resterebbe sempre in vigore ed assicurerebbe il procedere di questa grandiosa iniziativa della Consulta che è arrivata al sesto volume. Inoltre si è detto, e non è stata la prima volta, che le Associazioni dovrebbero assicurare l’acquisto di un certo numero di dizionari ogni qual volta essi vengono pubblicati. Il past president Ing. Rocco Peluffo ha detto di essere molto amareggiato dal fatto che chiedere finanziamenti è come dover chiedere l’elemosina e, (continua a pagina 2) COMUNE DI ALASSIO ASSESSORATO ALL’AMBIENTE Parola d’ordine: differenziare Il messaggio è chiaro. Il 2003 dovrà essere l’anno della svolta in materia di raccolta differenziata sotto ogni punto di vista. Sarà l’anno in cui si inizieranno a raccogliere i risultati di ingenti investimenti e di una campagna di diffusione e sensibilizzazione iniziata da tempo e l’anno in cui molto sarà fatto in tema di sensibilizzazione a più livelli. Il primo passo è di questi giorni. Sabato scorso (il 25 gennaio), in via sperimentale, la raccolta differenziata è stata imposta anche al tradizionale Mercato Settimanale di Via Gastaldi/Via Pera. Il risultato: davvero eccellente. I mezzi preposti alla pulizia delle strade al termine del mercato hanno impiegato un’ora e mezzo in meno del solito per ripulire la zona. Un tempo prezioso che potrà essere dedicato alla pulizia della città. «È stato un primo esperimento - spiega l’Assessore all’Ambiente, Fabrizio Calò - che, visto il risultato incoraggiante, ci porterà già da sabato prossimo, ad aumentare in zona il numero dei cassonetti della differenziata e a renderla definitivamente obbli- gatoria, anche agli ambulanti. Del resto non ritenevamo giusto che ambulanti ed esercenti alassini avessero trattamenti diversificati in materia di rifiuti». Una risoluzione che a breve andrà ad interessare anche il mercato coperto della frutta e della verdura che, nelle aspettative, dovrebbe dare risultati ancor più incoraggianti. Insomma si fa sul serio, e anche l’ordinanza 124 del 2002 sul tema, neanche a dirlo, della raccolta differenziata, lascia pochi margini di dubbio: accanto ad una accurata elencazione delle modalità di conferimento dei rifiuti, un altrettanto precisa indicazione delle possibili sanzioni: da un minimo di 25 € ad un massimo di 1.250 €. Lo scorso anno, negli ultimi mesi, sono state oltre cinquanta le sanzioni elevate per violazioni all’ordinanza 124. Le infrazioni più comuni quelle delle violazioni degli orari di conferimento, o l’inquinamento dei raccoglitori della differenziata con materiali estranei alla raccolta stessa: plastica nel vetro, cartone nella carta... o, più comune, abbandono di rifiuti sul suolo (continua a pagina 2) Anche quest’anno, sabato 20 gennaio, è stata celebrata la festa del Corpo di Polizia Municipale nella chiesa di S. Giovanni; ha officiato la S. Messa Mons. Angelo De Canis, coadiuvato da don Luciano Massaferro, alla quale hanno assistito, oltre all’intero corpo dei Vigili Urbani, per la prima volta rappresentati dal picchetto d’onore in uniforme di gala, il Sindaco di Alassio e numerose autorità civili e militari. Notevole la partecipazione di parenti, amici e denziare anche quest’anno il maggior impegno, soprattutto nel corso della stagione estiva, profuso nell’espletamento di particolari servizi, che hanno assicurato la presenza di personale di questo Comando anche nelle ore serali, in occasione delle numerose manifestazioni susseguitesi particolarmente nei mesi di luglio-agosto. Tengo a precisare che i servizi prestati per tutto l’anno per eventi sportivi, artistico-culturali, religiosi sono stati 141. 20 gennaio, San Sebastiano Protettore dei Vigili Urbani: la nostra Polizia Municipale, come tradizione ha festeggiato la ricorrenza con la partecipazione di tutte le autorità cittadine. (FOTO SILVIO FASANO) simpatizzanti. Nell’omelia Mons. De Canis ha ringraziato i presenti, elogiando l’operato delle Forze dell’Ordine al servizio dei cittadini, ricordando la figura di S. Sebastiano e del suo martirio, di cui cadeva quel giorno la ricorrenza e che è patrono della Polizia Urbana. La festosa cerimonia è continuata al Palazzetto dello sport «Lorenzo Ravizza» con la relazione sull’attività del Corpo nell’anno 2002 da parte del Comandante Giovanni Casella, che qui riportiamo integralmente: «Come è ormai consuetudine, ci si trova in questa sala per continuare la celebrazione della festività di S. Sebastiano, patrono della Polizia Municipale. È questa l’occasione per un incontro con le massime Autorità della Città, con le rappresentanze della varie categorie di settore ed associazioni operanti nel Paese ma anche con amici, simpatizzanti e collaboratori: porto a tutti il benvenuto ed un caloroso ringraziamento per la gradita partecipazione. È anche l’occasione per un doveroso riscontro all’Amministrazione e a tutta la cittadinanza di quanto svolto nel corso del 2002, spaziando nei numerosi settori che, nel complesso, costituiscono l’attività propria della Polizia Municipale. Ferma restando la normale attività di routine, desidero evi- Sono, altresì, stati intensificati i servizi per contrastare, almeno in parte, l’attività di vendita abusiva sulle aree pubbliche. Si è privilegiato il servizio preventivo in divisa sia nel centro storico che sull’arenile, anziché quello repressivo in abiti civili, assicurando in tal modo una sempre maggiore proficua presenza sul territorio di personale addetto a tali controlli. Al riguardo si evidenzia che sono stati effettuati frequenti servizi, alcuni anche unitamente a personale del locale Commissariato: sono stati sequestrati n. 39 lotti di merce posta in vendita abusivamente e sono state rilevate 113 violazioni alle disposizioni sul commercio. Sono stati recuperati n. 35 lotti di merce abbandonata e sono stati accertati n. 13 reati per vendita di merce contraffatta. Una delle attività che tengo particolarmente ad evidenziare per l’importanza che riveste è sicuramente quella volta alla salvaguardia del territorio sotto l’aspetto edilizio ed urbanistico: unitamente a tecnici del locale ufficio comunale, sono stati effettuati 67 sopralluoghi e sono state accertate 27 infrazioni penalmente rilevanti, trasmesse alla competente Autorità giudiziaria. Le indagini delegate conseguenti, espletate dal nu- Beppe Grillo ad Alassio Torna al Palalassio Ravizza dopo il grande successo del febbraio 1998 l’amatissimo comico genovese. Propone un nuovo programma per lunedì 24 febbraio p.v. alle ore 21. Per informazioni contattare il numero 0182 648142 oppure 3332185266 (continua a pagina 2) 2 «L'ALASSINO» BEACH MANAGEMENT SYSTEM in varie località costiere: in Italia, sul litorale di Ostia, con un avanzamento di 18 metri di arenile, 8 metri sull’isola di Procida. Il Prof. Damiani, ricercatore della Ditta trentina «IMPRESUB», concessionaria per l’Italia del sistema, tramite un modello in scala ridotta, che simula l’onda del mare, ne spiega il funzionamento; Tale sistema opera in tre fasi: 1° Crea una zona non saturata abbassando la superficie freatica; 2° L’acqua portata dall’onda filtra nel terreno drenato, e il materiale solido (sabbia) presente nell’acqua si deposita sulla spiaggia e vi rimane; 3° Il processo continua sino al ri- CONSULTA (segue dalla prima pagina) pascimento voluto, ottenendo un nuovo equilibrio della spiaggia con conseguente avanzamento. Inoltre l’acqua raccolta dai moduli interrati, filtrata dalla sabbia, potrebbe venire utilizzata per alimentare piscine, acquari, fontane ecc. Anche l’Assessore all’ambiente Fabrizio Calò si dichiara favorevole alla sperimentazione del B.M.S., che interesserà inizialmente le due zone a ponente del torrione e del molo, per un tratto di 250 metri ognuna. Costo dell’impianto 200.000 Euro, di cui la metà a carico del Comune. Limitato il consumo di energia elettrica per alimentare le pompe. A.V.A. (segue dalla prima pagina) quindi, soltanto un’azione forte, anche con striscioni, potrebbe risvegliare la coscienza e l’impegno di coloro che sono preposti a dare una mano alle iniziative culturali importanti come questa del Dizionario. È stata allora proposta la formazione di una Commissione, formata dal presidente della Consulta e da un rappresentante per ogni Provincia, che sia ricevuta in Regione possibilmente dai vertici dell’Ente. Circa il rinnovo della Giunta della Consulta per il biennio 2003/2004, è stato suggerito di rinnovare l’attuale presidenza e l’attuale giunta, visto che hanno lavorato molto bene. Si deciderà nel prossimo incontro che avverrà a Taggia il 30 marzo p.v. Per quanto concerne le disposizioni di legge sul volontariato, è stato consegnato ad ogni Associazione un documento con tutti i riferimenti necessari, che bisognerà vagliare e, quindi, decidere se diventare una ONLUS. I vantaggi che si otterrebbero sarebbero importanti. POLIZIA MUNICPALE Circa la raccolta dati per la catalogazione delle opere artistiche, la presidenza della Consulta invierà ad ogni Associazione delle schede che permetteranno l’elencazione delle opere, Questi elenchi formeranno poi il catalogo generale di quelle opere artistiche che solitamente rimangono ignorate e, quindi, poco conosciute dal pubblico. È stato predisposto il calendario delle riunioni per il 2003: Taggia il 30 marzo, Zoagli il 25 maggio, Savona (al Santuario) il 20 luglio, Fontanabuona 2000 il 21 settembre, La Spezia il 23 novembre. Tutte le Associazioni sono invitate a far conoscere alla Consulta l’elenco delle manifestazioni da loro organizzate per l’anno in corso. Alle ore 12,30 la seduta è stata tolta. Arrivederci a Taggia e buon lavoro. Beppe Rizzo per l’A.V.A. 26 gennaio 2003 (domenica) (segue dalla prima pagina) cleo di Polizia Giudiziaria, sono state 25. Nel complesso, l’attività di Polizia Giudiziaria svolta ha comportato la trasmissione di n. 159 fascicoli alla Procura della Repubblica, 82 dei quali inerenti l’infortunistica stradale e reati attinenti al Codice della Strada ed i restanti fascicoli per reati diversi. Unitamente all’attività sopradescritta, anche quella relativa alla vigilanza sulla circolazione stradale riveste un’importanza determinante: la costante presenza sul territorio della maggior parte del personale in servizio ha assicurato la percorribilità delle strade cittadine in tutta sicurezza anche nei periodi di maggior flusso turistico, non ultimo quello natalizio. Per quanto attiene alla viabilità, nel complesso sono state rilevate n. 12.411 infrazioni al Codice della strada. Oltre che alle violazioni per divieto di sosta, si segnala il rilevamento di n. 3 infrazioni per guida con patente scaduta, 6 per guida in stato di ebbrezza, 39 per guida pericolosa o imprudente; 56 per mancato uso del casco, 180 per uso del cellulare alla guida, 47 per omessa revisione del veicolo, 18 per sorpassi vietati, 13 per mancato possesso dell’assicurazione obbligatoria, 19 per mancata precedenza. Tale attività ha comportato il ritiro di n. 57 documenti per la circolazione (patenti e carte di circolazione), 7 sequestri e 22 fermi di veicoli e sono stati rimossi, per divieto di sosta, ben n. 394 mezzi. Relativamente all’infortunistica stradale, sono stati rilevati n. 172 incidenti dei quali 89 con feriti. Sono stati emessi 3.172 ruoli per € 311.151,46 e presso il Comando sono state conciliate n. 2.415 infrazioni pari ad € 94.561,97 e fino al 30 ottobre, sono state riscosse sanzioni tramite bollettini postali, pari ad € 174.737,12, somme che saranno impiegate per le finalità di cui all’art. 208 del Codice della Strada e sostanzialmente, in buona parte, per il miglioramento della circolazione stradale. In tema di accertamenti ambientali, sono state rilevate n. 17 violazioni e si segnalano ben 35 veicoli, soprattutto ciclomotori, avviati al- la rottamazione in quanto abbandonati. Le informazioni espletate per la Camera di Commercio, Uffici Finanziari e Giudiziari, cambi di residenza, notifiche e varie sono state complessivamente 836. Gli esposti istruiti sono stati nel complesso 95 e gli accertamenti di polizia amministrativa 113. Per quanto riguarda altre attività d’ufficio, si segnalano ben 7.193 atti registrati al protocollo speciale. I rapporti alle varie autorità competenti sono stati 317; gli oggetti rinvenuti sono stati 168; quelli restituiti ai proprietari 107; le segnalazioni e relazioni inoltrate ai vari Uffici 544; i ricorsi istruiti in tema di contenzioso sulle varie violazioni sono stati 87 ed i discarichi amministrativi di cartelle esattoriali 31; i pareri per l’Ufficio Tecnico e per l’Ufficio commercio-suolo pubblico n. 140. Per quanto concerne i provvedimenti autorizzativi, si segnalano 28 permessi per invalidi, 120 concessioni di suolo pubblico, 142 autorizzazioni per il transito in deroga ai divieti imposti, 230 ordinanze sulla viabilità. Per ultimo, con una certa qual soddisfazione, desidero ricordare l’istituzione dell’uniforme di gala per l’espletamento dei servizi di rappresentanza, così fortemente voluta dal signor Sindaco e così apprezzata da tutta la cittadinanza e dai numerosi ospiti della Città, motivo che contribuisce ad arricchire ed ancora una volta a contraddistinguere il Corpo della Polizia Municipale di Alassio». È seguito il discorso del Sindaco Arch. Marco Melgrati, che ha ringraziato la Polizia Municipale per l’ottimo lavoro svolto, dimostrando spirito di abnegazione e sacrificio, specialmente durante i mesi estivi. A chiusura della manifestazione l’eccellente rinfresco servito con professionalità dagli allievi dell’Istituto Alberghiero. I ringraziamenti anche da parte dell’A.V.A. al Corpo di Polizia Municipale, con gli auguri per un proficuo lavoro. A.V.A. Martedì 18 Febbraio 2003 VAL D’OLIVO - PRECISAZIONI DELL’ASSESSORE (segue dalla prima pagina) senza dubbio non configurano una necessitata catastrofica situazione di rifacimento globale dell’intervento di ristrutturazione. Credo che ciò rientri nella strategia giornalistica e come tale è comprensibile, pur tuttavia talvolta siamo abituati a constatare, in prosieguo di lettura che ad un «titolone» si accompagna un contenuto informativo sui fatti o situazioni colà descritte sostanzialmente di più ridotta portata. La Redazione dell’A V A non ha sbagliato nel ritenere che «chi di dovere avrebbe dovuto tempestivamente intervenire», perché questa è stata ed è tuttora la realtà dei fatti. L’Amministrazione Comunale ed in particolare la scrivente, con impegno, ha seguito costantemente l’evolversi della situazione della RSA di Alassio, dal trasferimento degli anziani ad Albenga presso la nuova sede dell’Istituto Domenico Trincheri, all’andamento temporale dei lavori commissionati dall’ASL, agli adempimenti giuridico-amministrativi relativi all’autorizzazione al funzionamento della struttura, al rientro in sede degli ospiti ed in questo ultimo periodo alla predisposizione di tutto quanto necessita per dar corso all’apertura dell’Asilo del Nonno come fortemente auspicato e voluto dal munifico benefattore che ha finanziato i lavori. Posso assicurare che non è stato e non è un compito facile, ancorché con l’ASL n. 2 «Savonese» i rapporti sono stati e sono sempre proficui ed improntati alla massima collaborazione nel comune perseguimento dell’interesse pubblico al miglioramento, potenziamento e qualitativa fruizione dei servizi sul e per il territorio cittadino. Ho ritenuto doveroso con il Sindaco rendere dichiarazioni al quotidiano «La Stampa» non per cercare artatamente di minimizzare la situazione, ma nella ferma convinzione di ricondurre con immediatezza e sul nascere la notizia in termini di corretta informazione nei suoi contenuti, affinché da subito svanisca ogni tentativo di speculazione politica su interventi dai connotati esclusivamente di carattere tecnico non certamente sconosciuti all’ASL che stava già provvedendo e tutt’ora provvede. Si respinge fortemente l’affermazione di una mancanza di riguardo nei confronti del munifico benefattore e di essere venuti meno alla serietà ed al senso comune di ordinaria responsabilità, ingenerando sfiducia nei cittadini verso le pubbliche istituzioni. È un’asserzione grave ed offensiva che investe non solo il Sindaco e la scrivente, ma tutti coloro, amministratori, tecnici e cittadini, che da tempo con passione, professionalità ed elevato senso del dovere, operano per la nuova RSA, ciascuno per le proprie competenze che non riesco a ricondurre alla Redazione dell’AVA, notoriamente equilibrata e ponderata, costruttiva nella critica senza scendere mai in giudizi offensivi. Ritengo forse che lo scritto non sia tutta farina dello stesso sacco! Nulla quaestio sulla lezione di diritto impartita, ma ciò può interessare forse il lettore per eventuali sue casistiche personali, in quanto se debbono instaurarsi contenziosi legali, sono sicuramente argomentazioni che di certo l’ASL, committente dei lavori, non ha bisogno di essere edotta, certi della serietà, capacità tecnico-professionali e responsabilità in capo ai suoi Organi di Direzione e Gestione. Quello che preme in questa sede evidenziare e chiarire, rassicurando i lettori e più in generale tutti i concittadini è che questa Amministrazione, dal suo insediamento non ha mai tralasciato di occuparsi delle vicende della RSA, nella forte convinzione che detta struttura, nella sua nuova ristrutturazione, qualifica la Città in termini di incremento di servizi sanitari ed a breve anche socio-assistenziali ed in tal ottica si è adoperata e giornalmente si adopera nel perseguimento di questo obiettivo. Per queste considerazioni l’accorato appello di codesta Redazione non assurge certamente per la scrivente Amministrazione a sprono per attivarsi e temporalmente solo ora, alle vicende della RSA alassina e di tale asserzione invito a provarne l’infondatezza. Grata per lo spazio e l’attenzione che vorrete riservarmi allegando altresì alla presente nota pervenuta dalla Direzione Generale dell’ A.S.L. n° 2 Savonese è occasione per porgere cordiali saluti. L’Assessore alle Politiche Sociali Dott.ssa Monica Zioni N.d.R. Non dubitiamo affatto e rendiamo atto che l’Amm. Comunale e nel caso specifico l’Ass. Zioni si è data da fare e si occupa con molto impegno a far sì che gli anziani della R.S.A. possano godere della migliore assistenza. Noi abbiamo solo posto in evidenza come un edificio appena ristrutturato presenti delle macroscopiche infiltrazioni. Siamo certi che «l’A.S.L., committente dei lavori, non ha bisogno di essere edotta…», resta il fatto che le infiltrazioni si sono verificate e sono purtroppo evidenti. Ci auguriamo che tali inconvenienti siano superati al più presto (come scritto dal Direttore Generale Avv. Fracassi) affinché una struttura che è un fiore all’occhiello di Alassio venga utilizzata completamente il più presto possibile (compreso il validissimo Asilo del Nonno). Buon lavoro. ••• AS2 Azienda SANITARIA LOCALE 2 SAVONESE DIRETTORE GENERALE Via Manzoni14 - 17100 Savona tel. 019 8405500 fax 019 8405544 E-MA1L: [email protected] Prot.Segr.N. del 22.1.2003 Savona, data del protocollo Prendo visione di un articolo pubblicato sul Vs Egr. mensile locale e nel quale viene descritta con toni negativi e catastrofici la ristrutturazione della R.S.A. di Alassio. Al riguardo non posso fare a meno di evidenziare come l’articolo voglia esprimere negatività ad ogni costo. Infatti, di fronte ad una innegabile positività che è costituita dal raddoppio della capienza della struttura, vengono enfatizzati alcuni difetti di esecuzione dei lavori come se fosse la cosa principale dell’intera vicenda. Si rassicurano quindi i cittadini che la vicenda è seguita correttamente in quanto l’Ufficio Legale della A.S.L. ha provveduto a contestare l’accaduto all’impresa e al direttore dei lavori e che l’Ufficio Tecnico provvederà, in via d’urgenza, a ripristinare l’impermeabilizzazione dei punti oggetto di infiltrazione, che peraltro costituiscono una minima parte del fabbricato e non interessano le zone di degenza trattandosi di parti esterne alle pareti dell’edificio. L’opera eseguita grazie ad un contributo privato comporta a regime per costi di gestione un maggior impegno economico per la A.S.L. di oltre 400.000 € annue che consentiranno la saturazione della domanda in materia nel territorio alassino. Ci sembra che la considerazione globale dei risultati e cioè il rinnovo dei locali e la soddisfazione dei bisogni dell’utenza abbiano indotto giustamente il Sindaco a minimizzare un problema a cui si porrà rimedio in breve tempo. Distinti saluti Il Direttore Generale (Avv. Ubaldo Fracassi) S.C.A. Servizi Comunali Associati Pubblichiamo la risposta alla nostra richiesta di precisazioni sulle notizie di cambio di proprietà e dell’esorbitante «minimo impegnato» Una delle peculiarità che più distingue «L’Alassino» è il profondo senso di partecipazione, quasi di «appartenenza», che manifesta nei confronti di certe istituzioni pubbliche. Se il «mugugno» rimane una caratteristica condivisa con il resto dei Liguri, la comunità alassina lo trasforma in un «ruggito» quando si sente defraudata del «possesso» di ciò che culturalmente (ed economicamente) ritiene «res publica». L’acquedotto comunale, attualmente gestito dalla Servizi Comunali Associati S.r.l., è forse l’istituzione verso la quale l’attenzione degli Alassini è più marcata. E ciò, oltre ad essere di sprone per un costante miglioramento dell’efficienza aziendale, è per me effettiva possibilità di esercitare quella «appartenenza» di cui, come alassino, mi sento partecipe. In questi giorni si è diffusa, direi per l’ennesima volta, la notizia di una privatizzazione, anzi una «svendita», della S.C.A. ai privati. E subito è partito il «ruggito» di chi si è sentito defraudato del «suo» acquedotto. Ritengo pertanto doveroso informare la comunità alassina su quanto c’è di veritiero sulla questione. La S.C.A. è attualmente una società TOTALMENTE pubblica, con quote societarie ripartite tra la Città di Alassio (76%), la Città di Laigueglia (17%) e la Città di Villanova d’Albenga (7%). Infatti gestisce direttamente il sistema integrato delle acque nei territori di competenza dei soci azionisti, in base ad un contratto di servizio ed un regolamento di gestione – con durata trentennale – approvati dai Consigli Comunali dei rispettivi Comuni. Lo statuto originario della società, datato 1998, consentiva anche l’ingresso di soci privati, limitandone però la partecipazione a non più del 49% del capitale sociale. Nel 2000 la cosiddetta «legge finanziaria», attraverso uno specifico articolo (n. 35) provvedeva a mettere ordine nei settori di competenza di società come la S.C.A., disciplinandone compiti e costituzione. Di fatto si confermava che le società di gestione di servizi potessero essere partecipate da soci e capitali privati, ma non potessero essere nel contempo proprietarie delle reti. La proprietà delle reti doveva restare in capo ad enti o amministrazioni pubbliche. Siccome in questo momento la S.C.A. gestisce il sistema idrico e in parte ne è proprietaria, situazione comune a molte società del settore, stiamo lavorando alla trasformazione dell’azienda in pura società di gestione, con previsione di soci e capitali privati il cui ingresso tuttavia sarà condizionato AL RITORNO AI COMUNI DELLA PIENA PROPRIETÀ DI RETI E STRUTTURE. In sintesi la proprietà sarà, co- me comunque attualmente è, TOTALMENTE PUBBLICA, mentre la gestione potrà essere organizzata anche con l’apporto dei privati. L’Acquedotto sarà sempre del Comune, così come determinato dalla Legge e come penso sia volontà dei cittadini alassini. E sempre la Legge ha finalmente provveduto a eliminare un’altra stortura, profondamente deprecata dagli utenti della S.C.A., che risponde al nome famigerato di «minimo impegnato». Infatti, con l’applicazione della Delibera C.I.P.E. n. 52 del 4 aprile 2001, la S.C.A. con la prossima fatturazione comincerà la restituzione agli utenti residenti di una parte del «minimo impegnato» fatturato (e pagato!) ma non effettivamente consumato. Nell’arco di quattro anni, come prevede la legge, provvederemo ad azzerare alle utenze domestiche (comprese le seconde case) una gabella da tutti detestata, anche dal sottoscritto. La norma impone che l’equilibrio finanziario delle società acquedottistiche debba rimanere comunque invariato, ragion per cui il cittadino dovrà prevedere un aumento della cosiddetta «quota fissa» (canone) che sarà aumentata proporzionalmente all’abolizione del «minimo impegnato». Abbiamo previsto che la restituzione della «tranche» corrispondente al 2001 comporterà un esborso da parte della S.C.A. di circa 17.000 euro, importo che sarà recuperato a pareggio mediante l’aumento di circa 1 euro del «diritto fisso» a tutti gli utenti, aumento da considerarsi transitorio e finalizzato esclusivamente al recupero, a norma di legge, di quanto restituito. Si potrà pertanto in un tempo ragionevole pagare soltanto l’effettivo consumo dell’acqua erogata, oltre ad un canone necessario per il finanziamento delle manutenzioni, così come avviene per i consumi dell’energia elettrica o per l’utilizzo delle reti di telefonia fissa. Ricordo ai cittadini alassini che la S.C.A., come da contratto di servizio e regolamento di gestione, si limita all’applicazione delle leggi in materia, avendo una limitata autonomia riguardo tariffe e costi, disciplinati da norme e organi statali. I nostri Uffici di viale Hanbury 118 (aperti dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12, con apertura pomeridiana il martedì e il giovedì dalle 14,30 alle 16) sono a disposizione per ulteriori ragguagli sulla nuova normativa o su altre problematiche di interesse dell’utente. Cordialmente. Il Presidente S.C.A. S.r.l. (Roberto SOCCO) N.d.R. Ringraziamo il Presidente della S.C.A. Signor Socco per l’esauriente risposta data alle nostre domande. PAROLA D’ORDINE: DIFFERENZIARE (segue dalla prima pagina) stradale. «Una campagna di sensibilizzazione, ma anche sanzionatoria - spiega l’Assessore Calò - che deve il suo successo al personale dell’Ufficio Ambiente e a chi, per tutta l’estate scorsa e molto spesso anche in queste serate, si prende la briga di compiere controlli e di attuare verifiche, ben oltre i tradizionali orari di servizio. Una campagna destinata ad allargarsi non solo su tutto il territorio cittadino, ma anche sulle nostre colline, troppo spesso considerate alla stregua di discariche a cielo aperto». Alassio, 28 gennaio 2003 N.d.R. L’ordinanza 124 del 2002 è stata pubblicata su «L’Alassino» N. 7 del 13-07-2002. Chi desiderasse prenderne visione è disponibile presso la Sede A.V.A. Martedì 18 Febbraio 2003 CRONACA DI ANDATE: MESE DI FEBBRAIO 2003 UNA GIURNÒ ARÈNTE AU MÒ Sin dalle prime luci, ancora non è suonato l’Angelus, che sulla spiaggia di Barusso, non lontano da sant’Anna, è stato acceso un vivace fuoco a legna sotto una grossa pentola, «a paiöra». Dalla caldaia fumante sale un grato odore che si propaga sulle acque chete della baia. Non appena l’acqua giunge ad ebollizione, i «reordi» vi immergono la rete nuova onde possa assorbire l’infuso colorante. Stanno dando «a tenta a é rée». Questo tradizionale trattamento si rende necessario in quanto, essendo la rete intessuta di cotone bianco, bisogna tingerla di marrone per rinforzarla e nello stesso tempo per renderla meno visibile ai pesci. A tale scopo si usa la corteccia di pino macinata e sciolta nell’acqua. Mentre il fuoco sotto il calderone non più alimentato si spegne lentamente, la rete, appena tinta, viene stabilizzata in piega affinché non faccia nodi o garbugli. Si deve fare «paì» stendendo il suo filo. Legano un capo allo scalmo di un gozzo e all’altro capo assicurano un peso di grosse pietre. Sulla lenza così stesa e tirata, gli uomini, a conclusione, strofinano ripetutamente una carruba verde affinché il succo rinforzi ulteriormente il tutto. Laggiù, verso le «Serre» intanto, stanno calando una rete. È quella della «Parâsina». Sulla battigia prospiciente la «côra» i «reordi» con la «cengia» a tracolla, attendono per ricuperare la sciabica. L’acqua calma, distesa è scossa dai giri concentrici creati dai «tuffi» dei grossi «museri» che si mettono in salvo a decine saltando dal bordo della rete a mano a mano che essa si stringe. Le ore sono volate via come il vento e la giornata è passata come un lampo. All’altezza di capo Mele si sono formate, bianche ed allungate, quelle nuvole che promettono solo tempo cattivo. «Caveggi de strìa» le chiamano i marinai, capelli di strega. Il padrone della rete nuova, «u Maraian», scruta preoccupato l’orizzonte e scuote la testa. La «cora» in programma per domani potrebbe essere sospesa causa il maltempo con grave danno economico. «Nivura gianca - o ch’u ciöve - o ch’u lampa» sospira rassegnato e data un’ultima occhiata alla rete che, stesa ad asciugare, assomiglia vagamente ad un grosso serpente, chiama gli uomini. Li precede a passo svelto da «Luigia de Menegollu» un’osteria nascosta nel verde degli orti dove si gusta un bianco di Pachino che fa risuscitare i morti. Uno appresso all’altro si succedono i «gotti» ricolmi. «U Falchettu» accende ripetutamente quello che è rimasto di un sigaro toscano, «Angelettu» «ciaitezza» alquanto forte, «u Lallò», improvvisa rime in dialetto, «u Vaccò» accenna con voce arrugginita ad uno stornello, infine «u Maraian» paga. Le prime ombre nel frattempo sono calate senza fare rumore sul borgo seguite dal dolce suono della «cumpìa». Si accendono i primi lumi. La gente rientra frettolosa nelle case e a poco a poco si affievoliscono anche gli ultimi rumori. Alassio tace. Vincenzo Moirano Cose grandi per S. Anna e Borgo Barusso È bello constatare, pensando ai nostri concittadini, che anche nell’epoca attuale in cui ovunque prevalgono per lo più l’interesse personale e l’egoismo più spietato, ci sono individui che, pur lavorando e affaticandosi per sbarcare il lunario o per migliorare le proprie condizioni economiche e quelle della propria famiglia (cosa assolutamente naturale e logica) non disdegnano di offrire lavoro, tempo e spesso anche denari per la propria città, per rinnovare tradizioni e usanze, per onorare tempi e generazioni 1ontane. Ah, benedetto il volontariato... in ogni campo! È quanto, da tempo, sta accadendo anche nel Borgo Barusso ad Alassio, all’ombra del culto di Sant’Anna e questo soprattutto per opera di alcuni Alassini che si sacrificano per la città, senza chiedere nulla per sé. Da diversi anni, infatti, le celebrazioni per la festa di fine luglio hanno mostrato un’energia nuova, un nuovo smalto considerevole. E sappiamo che molte novità stanno maturando per la ricorrenza del prossimo 2003. La maggiore (anche da un pun- to di vista economico) è la volontà del Borgo di chiedere alle Autorità competenti di poter ripristinare un antico affresco (del ’700) della Chiesetta di S. Anna posto sull’abside-lato mare, esterno. Si tratta di un S. Gioachino e S. Anna con Maria bambina, affresco che l’incuria passata e il tempo hanno quasi completamente distrutto e che, pur non trattandosi di opera di grandissimo pregio, può ancora testimoniare il culto secolare del borgo dei pescatori alassini verso la Sacra Famiglia di Maria. L’affresco è quasi completamente scomparso per numerosi strati di pittura sovrapposti al dipinto ed occorreranno oltre 35 giorni di restauri per il recupero (tassellature, pulitura, interventi di conservazione e restauro, completamento del dipinto nelle parti mancanti, applicazione protettiva idrofolizzante ecc.). L’affresco mostrerà anche sullo sfondo tre velieri corallini, le «feluche» che i nostri vecchi marinai amavano e curavano come strumenti del loro lavoro e della loro fortuna. Occorrerà, dunque, del tempo, ma se le Autorità non sa- ranno insensibili, si spera di concludere il restauro per S. Anna 2003 o, forse, anche prima, in occasione della festa del mare, a S. Pietro e Paolo. Con l’occasione, accanto ai soliti festeggiamenti annuali (novena, addobbo delle vetrine e delle case, S. Messa solenne e Processione, illuminazione del mare e vendita dei famosi «gubeletti» da Gigiolla) si sta pensando di riprendere (o forse è meglio dire di iniziare, data la novità) una felice manifestazione. Saranno lasciati liberi nel cielo di Barusso migliaia di palloncini bianchi (in una non lontana ricorrenza uno fu raccolto in Olanda), ma con alcune novità, di cui non possiamo ancora parlarvi perché devono essere valutate da parte del Comitato «Amici di S. Anna - Borgo Barusso» e che, se realizzate, non mancheranno di portare lustro e notorietà al nostro paese e a Barusso in particolare. E ci saranno altre sorprese, perché la festa di S. Anna dovrà diventare l’anima di un borgo antico che non conosce tramonto, che anzi è più vivo che mai. t.s. PRECISAZIONE Spett.le Redazione de «L’Alassino» via XX Settembre 7 17021 ALASSIO lettera raccomandata L’Alassino del 19 novembre 2002 - dichiarazione e rettifica ai sensi di legge In nome e per conto del mio cliente signor Diego Bogliolo Vi intimo di pubblicare sul prossimo numero in uscita la presente, quale risposta e rettifica, ai sensi della legge sulla Stampa, all’articolo a firma Roberto Avogadro apparso sul Vostro mensile in data 19.11.02 a pag. 8. L’articolo «Città del Sole - meno affari, più legalità» conteneva affermazioni apertamente diffamanti il nome e la persona del signor Diego Bogliolo. Egli si è facilmente riconosciuto in colui che Avogadro senza far nome additava come il proprietario dell’Hotel Holiday e che, nel suo pezzo, incriminava di aver ottenuto la trasformazione alberghiera senza averne i requisiti, «in modo rocambolesco» e con la scoperta collusio- 3 «L'ALASSINO» ne dell’attuale amministrazione di «progettisti», che sacrificherebbe l’interesse pubblico a quello dei privati. L’ex Sindaco ha ritenuto poi di fornire la prova provata del verminoso intreccio di interessi da lui denunciato, mandando il lettore a ricordare - tenendo conto della proprietà dell’Hotel come questa stessa persona «concesse gentilmente» altri suoi locali all’On. Scajola, prima delle elezioni politiche. All’ex Sindaco Avogadro, che per l’articolo è stato denunciato, il signor Bogliolo qui vuole rimproverare di aver dato per già trasformato un albergo tuttora invece a sua conoscenza rimasto tale; in ogni caso - ricordi l’ex Sindaco, che doveva documentarsi prima di scrivere - ceduto come albergo, non altro, da lui e dalla madre nel novembre 200l ad una società, che ne avrà fatto o ne farà l’uso che vorrà, se ottenesse lo svincolo. Rimanda allo scostumato mittente le accuse non certo velate di intrallazzare coll’amministrazione; infine ne sconfessa il velenoso tentativo di «chiudere il cerchio» delle «pro- ve» invitando a sua volta i lettori a vedere a chi nel mese di novembre scorso abbia imprestato lo stesso locale a suo tempo concesso allo Scajola Point in via Dante. Scopriranno che si tratta del signor Carlino (perdoni la violazione della sua privacy), conosciuto anche come CiPi, come il suo attiguo bar. Gli è stato concesso, come un altro locale sempre di Alassio, che fu dato per lungo tempo ad un terzo, un amico meccanico. Succede, anche per cortesia, senza nascoste strategie. Il fatto è che l’ex Sindaco Avogadro ha gettato una malevola illazione, capace di carpire la fiducia del lettore con quel malizioso gioco delle «prove». Non ha tenuto conto neppure dell’elementare diritto di Bogliolo, o di sua madre finché fu viva, di prestare i propri locali a candidati politici eventualmente preferiti (in realtà a Melgrati, personale conoscenza), per motivi ufficiali e costituzionalmente garantiti di partecipazione all’elezione di candidati nazionali o locali. Cordialmente, Giorgio Iebole CHI SIAMO, COSA FACCIAMO, DOVE ANDIAMO vedere alcuni negozi «chiudere» male, e non per vecchiaia del proprietario o per portafoglio saturo. Sarà il futuro che mi darà ragione o torto; ai posteri l’ardua sentenza. E un’altra riflessione vorrei ancora fare; questa su un avvenimento contingente, verificatosi ad Andate domenica 26 gennaio u.s. Ancora una volta, dopo e nonostante le lamentele degli ambientalisti e di tutti coloro che vogliono conservare il clima e l’atmosfera di Andate nel modo più naturale possibile, è stata permessa, organizzata, voluta, per la quarta volta dopo gli scorsi anni, dalle «autorità competenti» una rumorosa e inquinante gara di fuoristrada sulla preziosa sabbia del litorale sul lago. E, ironia della sorte, il tutto è accaduto, come lo scorso anno, proprio nella domenica in cui i sindaci delle grandi città (Milano, Torino) avevano deciso di vietare il traffico automobilistico, per cercare, se non di vincere, almeno di combattere l’inquinamento atmosferico. Bene. Cosa hanno fatto i cittadini di Milano e Torino? Sono fuggiti dalle loro città inquinate per venire ad Andate, passeggiare a piedi lungo il lago e respirare l’aria pura della natura incontaminata. E invece (che bello!) hanno trovato fuoristrada numerosi ed enormi che inquinavano bellamente la sabbia finissima e preziosa di Andate (uni- ca nella regione) con i gas di scarico. E poi, ditemi voi: se io vado sulla spiaggia del lago di Andate, prendo due etti di sabbia, li metto in un sacchetto e me li porto a casa, commetto un reato punibile con una severa multa (lo sapevate?). Le ruote dei fuori strada hanno travasato sulle vie adiacenti al lago, quintali di sabbia che i netturbini hanno faticato a «lavare» il giorno dopo, mandandola a intasare scarichi e tombini vari. So che, anche per questo, qualcuno dirà che è stato, quello della gara delle auto (e delle moto) uno spettacolo affascinante. E io più mi faccio il segno della croce e più il cielo continua a lampeggiare, come diceva il bimbo innocente. Non bastava, come spettacolo naturale, la contemporanea, non inquinante, gara di barche a vela? Dai, svegliamoci e decidiamo di realizzare ad Andate non quello che vuol fare il primo pellegrino che arriva, ma quello che è bene per la conservazione della natura del paese. E quando si capirà che al sabato e domenica la gente viene lo stesso ad Andate e invece bisogna puntare su manifestazioni «speciali» infrasettimanali, che attirino pubblico? Pubblico speciale, magari! E, ditemi un poco: Andate una volta non era «Zona del silenzio»? Sempre uniti nel segno dell’acqua scorso, al limite del lido, circa la demolizione del muro a difesa della Passeggiata Regina Elena (oggi Dino Grollero) tra il molo e l’Hotel Nettuno (di allora) e il Vittoria che nel frattempo era stato munito di muricciolo per la passeggiata. Ma non solo; per la stessa ragione furono tirati in ballo la Passeggiata alle Serre e nella spiaggia della Coscia i muri a sostegno dell’ex Hangar di Aviazione. (Qui fino a qualche anno fa (siamo nel 1920) all’estate si poteva proseguire all’asciutto e sulla sabbia fino a 60 metri oltre il muro della villa Resì. Appena costruito il muro quel tratto di spiaggia è sparito.) Fortunatamente. Questa fu la conclusione: il mare è pronto a restituire la sua preda e aumentare il suo specifico contributo solo che noi ripristiniamo le condizioni favorevoli, ossia rimoviamo le alterazioni che l’opera dell’uomo ha introdotto nell’opera della natura. Anche per l’abbattimento del muro (in anni recenti ormai…) sulla spiaggia di Barusso e per l’avvento del Lungomare A. Ciccione c’è stata la solita discussione ma anche la solita accorta decisione. Ora (anno 2003) che il mare ci ha mostrato col fatto che da anni e anni si doveva prevedere e provvedere possiamo, con la certezza che solo la Storia sa dare, possiamo affermare che gli Alassini si troveranno sempre uniti nella difesa del nostro patrimonio naturale che si esprime sotto il segno dell’acqua. Come controprova possiamo ricordare che quando non si è discusso, quando si è ritenuto superfluo sentire l’opinione di chi intendeva dare il suo contributo di conoscenza e di esperienza, quando l’arroganza e la superficialità hanno prevalso sul buon senso anche ad Alassio abbiamo visto commettere errori più o meno gravi contro l’ambiente come: buttare terra in mare per effettuare ripascimento; asportare il substrato scoperto dal mare; sorgere marciapiedi e distruggere scivoli di calcestruzzo; incanalare con argini di cemento i rii riducendo le dimensioni degli alvei. Nota: Anno 2003. Se il nostro antico concittadino grande navigatore, scopritore delle Isole di Capo Verde nell’anno 1440, precursore e maestro di Cristoforo Colombo, Bartolumeo Diaz e Vasco De Gama ritornasse come d’incanto alla sua casa natia non noterebbe per quanto riguarda la spiaggia ed il mare nessun cambiamento sostanziale; anzi, probabilmente apprezzerebbe un aumento in lunghezza del nostro arenile. In mare, per quanto la tecnologia più avanzata sia ormai padrona della scienza nautica c’è sempre un momento che nulla e nessuno possono tranne l’uomo… e Dio; in questo «frangente» il nostro valente antenato, sicuramente, sarebbe ancora il migliore e l’unico a continuare a navigare e… a vivere. Il resto possono essere… chiacchiere. Martedì 11 febbraio 2003 Nostra Signora di Lourdes. Questa volta vorrei fare una breve riflessione su un fenomeno che è iniziato ad Andate dopo la stagione estiva, ma che ha avuto la sua massima intensificazione nei mesi di dicembre e gennaio: la chiusura con trasformazione, la chiusura senza trasformazione, la chiusura pura e semplice di negozi ed esercizi commerciali. Lo so bene che qualche «difensore assoluto di tutto ciò che avviene» nel regno del Megagalattico mi dirà che i numerosi cambiamenti in una società libera sono un segno positivo, di vitalità; ma a me, modesto uomo della strada, che osservo, e ragiono con la mia testa, sembra che la situazione che si sta verificando sia un segno di decadenza, un’altra tessera del mosaico da collegare con la chiusura degli alberghi e con la trasformazione in paese di seconde case-dormitorio. D’altronde il commercio deve adeguarsi alla domanda. Un paese come Andate, dove le oreficerie erano in numero 6-7 volte maggiore alle panetterie, andava bene quando i clienti arrivavano in albergo, e il pane lo trovavano là; ora, con le seconde case dominanti, qualcosa deve pur cambiare. E non parliamo delle agenzie immobiliari che superano di dieci volte il numero dei negozi alimentari. Io, da tutto questo traggo la spiacevole impressione che stiamo entrando in un periodo di crisi; anche perché mi è sembrato di Se, solo per un momento, potessimo rivedere Alassio agli inizi del 1900 e com’era diventata al tempo degli «Americani» (anno 1944-45) e paragonare queste due visioni alla nuova città del 2003 ci salterebbero subito agli occhi i grandi interventi e le profonde trasformazioni subite dal territorio per effetto della rapalizzazione. Come è cambiata Alassio! Se il suo sviluppo fosse stato visto in prospettiva moderna quanti errori a livello urbanistico, ambientale, logistico e igienico-sanitario si sarebbero potuti evitare; e come diversa e più vivibile oggi si presenterebbe ai nostri occhi. Già dal 1907 la giunta aveva dato l’incarico al Geom. F. Cardani di rivelare la planimetria e altimetria della parte alta e bassa della città per poter definitivamente approvare un piano regolatore; dagli ing. Soldini e Roda detto piano regolatore era stato ideato nelle sue grandi linee e si basava su due grandi arterie stradali che dovevano attraversare in linea retta la città per tutta la sua lunghezza e intercalate da opportune traverse a mare e da numerose zone di verde ma poi nessuno ne ha più parlato e tutto si era spento. Gli alassini avevano altro a cui pensare… oggi, purtroppo, ce ne rendiamo conto. A difesa di un elemento primario, però, i nostri nonni non si sono lasciati separare dallo spirito di parte o dalla pressione degli interessi, dai privilegi dei ceti, e dalle pretese del potere e sempre uniti hanno fornito un contributo decisivo che ancor oggi rappresenta il nostro vanto e la nostra maggior ricchezza: l’acqua (sia salata che dolce). Ne hanno parlato fra di loro, insomma! Hanno partecipato; si sono sentiti Comunità. Per questo motivo, unicamente per questo motivo, il mare e la spiaggia di Alassio non hanno subito l’impatto negativo dell’antropizzazione e sono ancora sani e belli. «Libertà e Partecipazione» cantava Giorgio Gaber e nessuno più degli alassini si sono sentiti «liberi» quando hanno lottato per avere l’acqua dolce (minerale?) sgorgante dai rubinetti di tutte le loro abitazioni. È piacevole riportare una parte del discorso di uno di essi il 29 Giugno 1912 per l’inaugurazione della fontana dell’allora Piazza Garibaldi, simbolo del nuovo acquedotto delle Allegrezze: «Questo grande avvenimento ci trova tutti uniti in un intento comune, quello cioè di lavorare disinteressatamente per il progresso del paese; l’acqua apportatrice di nuova vita laverà tutte le macchie del passato; non avrà da lavare alcuna coscienza».Ma anche dell’altra acqua (quella salata) e alla quale è direttamente connesso l’avvenire della nostra incantevole spiaggia le discussioni sono sempre state all’ordine del giorno e ancor prima dell’avvento dell’industria dei bagnanti. Le memorie comuni e le esperienze condivise testimoniano il nostro modo di essere nelle diverse fasi dell’esistenza e l’identità di una Comunità si avvale della memoria. Anno 1907 ad Alassio si parla, si discute e si scrive (fortunatamente esiste il giornale/rivista «Al Mare» fondato da Antonio Stalla) su come proteggere la spiaggia, l’arenile e il lido dagli assalti del mare e facilitare il traffico marittimo. La flottiglia mercantile di Alassio piccola ma fitta, mancava di un mezzo sollecito per lo sbarco e l’imbarco. Molti si rendevano conto che il fattore ambientale e climatico era determinante e parlavano di condizioni meteorologiche sfavorevoli (ed era così!) quando è capitato come il 17 Agosto del 1920 che una circolazione ciclonica invece di dirigere per NNE si è diretta per SE (come capita durante l’inverno) richiamando una fortissima componente di venti da SSW con le conseguenze che si possono immaginare. I nostri nonni e bisnonni però, tutti gli uomini di mare, «ciazzini e pescatori» decisero, all’unanimità, di prolungare di due o tre metri il molo (non di più e su questo furono irremovibili malgrado le spinte immotivate da parte dei «tecnici» «foresti»; interessato da una lettera dell’Egregio Commissario Prefettizio, coinvolsero il Comitato Talassografico Ligure alle sorti della nostra spiaggia il quale, assieme al Genio civile, concordò che… la spiaggia di Alassio era in ampliamento e che, nel caso, le operazioni per le operazioni di sbarco, sarebbe bastato un molo a giorno con arcate… non un molo come quello di Laigueglia!). (Il pontile in ferro del molo era l’anno 1920, quello odierno in cemento, costruito negli anni 1935/36 e distrutto dai tedeschi (occupanti) nell’ultima guerra, è stato ricostruito nei primi anni del «50»). Si accinsero con fede all’opera e l’esito fu eccellente. Si scongiurarono le mareggiate che dapprima sfogavano le loro ire nei vicoli e persino nell’unica via del paese; la spiaggia si estese maggiormente e il molo restò presto all’asciutto. «Negli anni prima (siamo nel 1920 il fondo a capo del molo era notevole. Chi non ricorda le lance ed i gozzi dei bastimenti approdanti per prendere pratica, accostarsi alla scaletta di ponente più vicina alla spiaggia? Ora da molti anni tale scaletta è a secco. Questi sono i fatti. Chi li nega o è in mala fede o è colpito da amnesia». Così si sentiva parlare nell’«agorà» alassina. «Chi non ricorda il fondo dello scoglio del Beghin (due metri circa?) E quello più ampio e pericoloso dello scoglio della Galera?» E parlarne è stato veramente importante. Si sono evitati i gravissimi errori che in altri campi si sono verificati. Uguale lunga discussione in sala consigliare e nelle piazzette e per il paese quando nei primi anni del secolo Luca Caravella Dante Schivo 4 «L'ALASSINO» Lettere del pubblico PAESE NATÌO Chi per studio, chi in cerca di lavoro, chi nella speranza di poter dimenticare le avversità di una vita diventata disgustosa, parte per l’estero. Io ricordo che la novità, la gente che corre, le luci che rimbalzano sull’acqua delle fontane mi stordivano sino a sera senza dare spazio a pensare. Poi, invece, il buio profondo della notte, una coltre di silenzio che stringe la gola e la memoria che torna a vedere gli angoli di casa, la Mamma che prega per tutti, il ricordo della Madonna della Guardia, dove eravamo andati con il cuore gonfio di malinconia a dire «ARRIVEDERCI». Un giorno si è sentita come dell’elettricità nell’aria: era arrivato B. Gigli; avrebbe dovuto cantare alla sera al Covent Garden per noi emigranti. Un silenzio di tomba, ma, alle prime note di «Mamma», un’esplosione di pianti, di applausi, di singhiozzi. Non eravamo tutti Italiani, ma tutti, nello stesso modo, abbiamo avuto le stesse sensazioni: abbracciarci, provando un comune, struggente desiderio: TORNARE A CASA NOSTRA. Fernanda dere, tanto era facile tirarli su. Bastava una canna da fossato, un filo bianco tinto con carruba acerba, un «nattino» fatto col tappo affumicato alla candela, i piombini fusi nella sabbia umida. Una magia, si metteva l’amo ed il gioco era fatto. Nei giorni di mareggiate, dalla bianca spuma, saraghi argentei parevan volare ed era una gara di canne. Il più bravo era Pasquale, è sempre stato il più bravo di tutti e mai c’era pesce che gli resistesse. Che mondo perduto! Se continua così, per sempre. Vorrei che avessimo più buon senso ma dalla notte dei tempi non è dell’uomo darsi una regola se non gli viene imposta. «Dopo di noi il diluvio non ha mai dato buoni frutti». Spero tanto che non restino in mare notte e giorno chilometri e chilometri di insidie per un pesce smarrito e sempre più raro. Che le reti, calate e tirate dalla barca e che arano il fondo se pescano in quattro palmi d’acqua, vengan gettate al largo. Credo che tutti abbiamo ricordi e rimpianti ma vorrei che i nostri nipoti provassero la magica atmosfera di una calda notte di poca luna, quando l’onda portava sogni e doni. m.m.m. ATTENTI AI CANI Ho letto su «L’Alassino» n. l del 18/1/03 l’articolo «Attenti al bimbo» del sig. Mario Riboldi, riguardante i cani che scorrazzano nei giardini pubblici senza guinzaglio e museruola. Quella bambina aggredita dal cane ha tutta la mia comprensione e solidarietà. I genitori sono stati troppo buoni: dovevano sporgere denuncia. Solo chi è stato aggredito per strada da un cane sa come ci si sente anche a distanza di anni. Non solo ai giardini, ma anche per il paese vi sono cani di grossa taglia senza museruola e guinzaglio, da soli o con il padrone e alcuni di essi aggrediscono i passanti che si fanno i fatti loro; riceviamo e pubblichiamo In merito alle lettere inviate alla redazione, con richiesta di pubblicazione, si precisa che devono essere firmate con nome e cognome (leggibile) ed il firmatario deve poter essere identificato. È facoltà dello stesso richiedere l’anonimato in caso di pubblicazione. (le lettere anonime non vengono pubblicate) COMUNICATO E.N.P.A. A PROPOSITO DI… PESCI Spesso mi capita di guardare il bel programma televisivo «Geo & Geo». La settimana scorsa il documentario raccontava del Parco d’Abruzzo, di come venivano protette le piante dai fiorellini gialli che si credevano estinte e s’eran ritrovate in una zona remota; di quanto amorevole cura si avesse per un arbusto, quattro foglie ed un esile gambo, in grave pericolo di estinzione; dell’orso, che per fortuna era ricomparso; del lupo, dei cervidi reintrodotti che si stavano moltiplicando. Ho visto al lavoro solerti guardiaparco e m’è venuto un pensiero: «Il mare, chi lo sorveglia? Chi protegge la fauna ittica? Chi si cura dei nostri pesci?». Ho un ricordo bellissimo: mormore di ogni dimensione e peso che con mio padre si pescavano ogni volta che un bagnino si lasciava andare e ti prestava il moscone. Polpi, tenere seppie, branzini, orate, muggini. Un ben di Dio. Ricordo i due «Pittamù», uno sul molo di vedetta, l’altro con la barchetta a remi che aspettava il segnale per la calata della rete. Che spettacolo i «museri» che saltavano a cercar scampo e non pochi volenterosi davano una mano, la braccia tese a tenere alta la rete. Rombi, sogliole sembravano lì ad aspettare che tu li andassi a pren- Martedì 18 Febbraio 2003 quindi sono pericolosi non solo per i bambini ma anche per gli adulti, gli anziani e gli handicappati. Se le persone anziane si lamentano con i padroni dei cani, qualcuno di questi risponde loro che sono bugiarde e noiose e vengono DIFFIDATE dal continuare con le lamentele, insultate, derise, umiliate e minacciate di essere denunciate dagli stessi. COSÌ SI RISPETTANO GLI ANZIANI NELLA CITTÀ DI ALASSIO? Che cosa dobbiamo fare: non uscire più di casa e lasciare i cani scorazzare oltreché sporcare a loro piacimento la nostra città? Albina Capelletti La route de Gênes La Riviera da Nizza a Genova nelle stampe romantiche francesi (1814-1864) Continua fino al 2 marzo 2003 la mostra nell’ex chiesa anglicana (via Adelasia 10) orari: venerdì e sabato dalle 15 alle 19 domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19 Catalogo in mostra (€ 26,00) E.N.P.A. Ente Nazionale Protezione Animali Camilli Elena Fiduciaria ENPA Str. Rusineo 13A/8 17031 Lusignano d’Albenga (SV) Spett.le «L’Alassino» Via XX Settembre, 7 17021 ALASSIO (SV) Albenga, 25 gennaio 2003 OGGETTO: Comunicato Sono lieta di informare i cittadini di Alassio, noti per il loro amore verso gli animali, di essere stata nominata dall’Ente Nazionale Protezione Animali fiduciaria per il territorio alassino. Vorrei perciò ripristinare i contatti con i locali zoofili, possibilmente anche rinnovare le loro adesioni al nostro Ente (che nel passato contava molti soci ad Alassio). Da oltre 10 anni l’E.N.P.A. cura le condizioni di vita di diverse colonie feline di Alassio, (Porto Ferrari, Via Michelangelo Buonarroti, Via Bavera, e in passato anche Chiesa Anglicana) provvedendo regolarmente alla loro alimentazione, cure veterinarie e sterilizzazioni chirurgiche. Sono stati inoltre posizionati ripari e mangiatoie per gatti, visibili sia nel Porto Ferrari che nei pressi della Chiesa Anglicana. Tutte queste attività sono state svolte soprattutto con la valida e meritevole collaborazione dei nostri (pochi ma attivissimi) soci. Per poter svolgere il nostro impegno di volontariato abbiamo bisogno di aiuti aumentando il nostro numero di soci e pertanto Vi preghiamo di volerci contattare al seguente numero telefonico: 336 256709 sabato e domenica. Le quote associative (tesseramento) sono le seguenti: Socio giovanile 3€ Socio ordinario 20 € Socio sostenitore 40 € Perpetuo 500 € Per qualsiasi offerta o quota associativa viene emessa regolare ricevuta. Per l’anno in corso ho fatto domanda al Comune di Alassio per ottenere un eventuale contributo, che spero venga positivamente accolta. Ringrazio dell’attenzione i lettori de «L’Alassino» e saluto cordialmente tutti gli amici dei nostri amici a quattro zampe. Ente Nazionale Protezione Animali Fiduciario di Alassio Elena Camilli SOTTOPASSO DI CORSO DIAZ Caro Alassino, alcuni mesi fa una ditta incaricata dal Comune di Alassio ha fatto degli scavi nella strada e sui marciapiedi sotto il ponte ferroviario di Via Diaz, posizionando una o più pompe (così è stato detto) per eliminare l’inconveniente dell’acqua che si accumulava quando pioveva, creando grandi disagi a chi transitava per quella strada. Le macchine spruzzavano i passanti e questo anche quando pioveva poco. Per eliminare questo inconveniente sono state posizionate delle paratie di plastica per proteggere i passanti, ma… per le automobili quasi nulla è cambiato e il lago rimane, i motori delle stesse si bagnano e in molti casi si fermano. Non sarebbe più opportuno fare uno scavo, tagliare la strada, mettere una griglia in ferro ed incanalare l’acqua verso la pompa? È un inconveniente da risolvere velocemente, perché quando con l’Aurelia bis il traffico aumenterà la situazione peggiorerà certamente. Cordiali saluti. S&T INVITO A TEATRO Dopo aver aderito alla campagna «Invito a Teatro» facendo l’abbonamento residenti, per poter assistere agli spettacoli teatrali in calendario, la sera del 1301-03, dopo un’attesa di 40 minuti circa, ci teniamo a precisarlo: io e le mie amiche ci siamo incamminate verso le nostre poltrone «NUMERATE». Abbiamo avuto un’amara sorpresa. Appena giunte i nostri posti erano già occupati da altri spettatori che pur avendo altri numeri assegnati non hanno lasciato le poltrone. Dopo diverse discussioni con gli addetti GESCO non siamo riuscite a raggiungere nulla di positivo. Nel frattempo lo spettacolo era iniziato e con tanta rabbia abbiamo abbandonato il teatro con la magra consolazione di sentirci assicurare che ci sarebbero stati rimborsati gli abbonamenti. Ma lo spettacolo che abbiamo perso nessuno ce lo può restituire. Ora ci domandiamo come possa succedere un disguido del genere, in più abbiamo avuto, per il momento, solo scuse a scaricabarile. Grazie Rosalba Prette DIFFICILE PASSAGGIO Da oltre due anni due grossi tronchi di pino di Aleppo sbarrano completamente il percorso del sentiero conosciuto come «Sentiero del rosmarino» in Regione Serre. Nonostante le ripetute segnalazioni scritte e verbali, nulla è stato fatto per restituire un po’ di ordine a uno dei percorsi considerato fra i più interessanti dal punto di vista panoramico e naturalistico. L’intero percorso è ancora sconvolto dalle frane cadute a seguito dell’ultima alluvione che lo rendono impraticabile. La presenza della Globularia, del rosmarino spontaneo, del mir- to, del Teucrium montanum, dell’Ampelodesmos tenax (Tagliamani) che si alternano ai giovani carrubi a picco sul mare richiederebbero una maggiore attenzione da parte dei responsabili del settore. È facile immaginare quali saranno le considerazioni del turista che avrà avuto l’idea di avventurarsi alla scoperta delle bellezze decantate dalle varie Guide. È ora che si provveda al più presto a eliminare questa situazione di forte degrado che non fa onore al buon nome di Alassio. Lettera firmata GIARDINO O DISCARICA? All’inizio degli anni novanta, dopo l’assegnazione degli alloggi, in relazione all’attuazione degli interventi nell’ambito del piano di zona di edilizia economico-popolare del nostro Comune, approvato ai sensi della legge 18 aprile 1962 N 167, i nostri Amministratori deliberarono l’esecuzione di un piccolo giardino adiacente alla piazzetta di Via Loreto Alta. Furono messi a dimora tre pini marittimi, sei picca brewerana, circa quindici oleandri ed erano già presenti tre frassini. In breve tempo queste piante sono diventate robuste e rigogliose, sia per la terra di riporto, che per l’annaffiatura effettuata dal personale comunale. Dopo circa un anno detto personale svanì nel nulla e i vari Amministratori che si sono succeduti, interpellati, hanno addotto come giustificazione la mancanza di personale, forti del fatto che non riuscivano neppure a curare i giardini del centro. Più di due lustri sono ormai trascorsi e nessuno si è ricordato del giardino di Via Loreto Alta. I rovi, gli alterni e svariati altri tipi di cespugli e rampicanti hanno creato un intreccio inestricabile e quello che era nato come un giardino è diventato una DISCARICA. Immondizia varia, ruote di biciclette, telai di motorini, lavandini, girelli per bambini, siringhe e altro si mostrano e dimostrano la trascuratezza. Beh, a noi abitanti di Loreto non sembra serio e corretto il comportamento di chi ci amministra. Non parliamo poi dei commenti dei turisti che salgono per godersi il panorama. Non chiediamo le aiuole con l’erbetta, ma una semplice potatura e pulizia almeno ogni sei mesi. Intanto crediamo che fare una pronta manutenzione straordinaria sarebbe di buon auspicio. Alassio, 27 Gennaio 2003 Airaldi Filippo CENTRO CULTURALE «L’UMANA AVVENTURA» Per ragioni puramente tecniche abbiamo cambiato il nome, ma il desiderio di comunicare con baldanza e sperimentata certezza, nel rispetto e nel confronto con idee diverse, la bellezza dell’incontro con Cristo è lo stesso di quando ci chiamavamo «Cercatori di Infinito». Ma il desiderio sarebbe sterile se non si concretizzasse in gesti a cui invitare tutti e quindi abbiamo proposto due iniziative in questi ultimi mesi. La prima è stata venerdì 22 novembre; si è trattato di un incontro-dibattito col giornalista scrittore Andrea Tornielli, editorialista de «Il Giornale», che ha presentato il suo libro «Pio XII - Il Papa degli Ebrei». Il prof. Franco Gallea ha magistralmente guidato l’intervista all’autore, aiutando così il folto pubblico intervenuto nella biblioteca «Renzo Deaglio» a comprendere, attraverso una documentata analisi di fatti e situazioni, quale fu la vera statura morale e storica di Pio XII. Per la seconda abbiamo goduto della squisita disponibilità dei soci della Società Operaia di Mutuo Soccorso che ci hanno messo a disposizione i loro magnifici e accoglienti locali. Nell’ ormai storico ma accuratamente custodito ed abbellito salone si è tenuta la conferenza dal titolo «Medioevo al presente: bellezza e originalità di un’età non troppo lontana». Dopo il cordiale saluto iniziale del Presidente Geometra Enzo Barbera e della Dott.sa Loretta Zavaroni assessore con delega al volontariato, il presidente del centro culturale prof. Antonio Mazzoni ha presentato il relatore Dott. Marco Meschini, medievalista, storico e ricercatore presso l’Università Cattolica di Milano. L’idea della conferenza è nata dal desiderio di riscoprire e approfondire, anche se per ragioni di tempo in maniera superficiale, un tratto della storia umana poco conosciuto e spesso ideologicamente travisato. Con il suo intervento e le risposte alle svariate domande il relatore ha aperto uno sguardo di simpatia verso un contesto storico non poi troppo lontano da noi. Il prossimo appuntamento a cui siete tutti invitati è l’ormai tradizionale cena di beneficenza a tema che si terrà sabato 15 marzo presso la sala ristorante dell’Istituto Alberghiero di Alassio con pietanze, musiche e danze medievali. Chi fosse interessato ad informazioni più approfondite può richiederle tramite E-mail all’indirizzo: [email protected] o telefonare al 0182/ 469092. È in programma per 1’11/12/13 aprile il secondo corso base di degustazione di vini; per informazioni tel. 0182\469116. Per il centro culturale “L’umana avventura” Martedì 18 Febbraio 2003 5 «L'ALASSINO» Corso AVO IN DIFESA DELL’AMBIENTE Comunicato Stampa n. 6 Per la difesa delle nostre spiagge nasce il BMS Si chiama Beach Management System ed è stato felicemente sperimentato in diversi paesi europei. Ora arriva anche in Italia grazie all’Impresub di Trento. Comuni delle nostre coste si stanno interessando al nuovo sistema. Gli esempi di Ostia e Procida. Le cronache di questo periodo ci parlano di spiagge divorate dalle mareggiate, di ingenti danni per gli operatori turistici, di richieste al governo centrale, da parte degli enti locali, di riconoscimento dello stato di calamità naturale. La colpa di questa emergenza non può essere addebitata principalmente alle burrasche che inevitabilmente ogni inverno porta con sé, né dell’ondata di maltempo che sta gelando il nostro Paese. L’erosione delle coste, infatti, dipende da un insieme di tanti fattori, non ultimo quello antropico, e sta diventando un problema di dimensioni davvero preoccupanti: sia in termini ambientali che in termini economici. La «scomparsa» di una spiaggia determina una grave perdita per il patrimonio naturale e paesaggistico di un territorio e la crisi delle attività economiche che orbitano attorno ad essa. I dati parlano chiaro. Secondo una ricerca del Ministero dei Lavori Pubblici, risalente agli anni ottanta, su un totale di 3.263 chilometri di spiagge, 1.387 risultavano in erosione. Altri studi dello stesso periodo, testimoniano questa tendenza: su 2.470 chilometri di litorale solo il 5% erano in accrescimento, contro il 45% in netto arretramento. Analisi risalenti agli anni novanta confermano queste cifre e danno il fenomeno in crescita. Scendendo ancora nei particolari e prendendo in esame la costa adriatica, assai importante per la nostra economia turistica, i numeri sono ancora più allarmanti. Da un’indagine condotta sui litorali delle Marche emerge come su uno sviluppo di km 144.5 di spiagge, il 33% è in erosione; in Abruzzo la percentuale cresce fino al 61%. In Puglia in pochi decenni vi è stata una perdita di circa 30.000 metri quadrati di spiaggia. In termini economici le conseguenze sono pesanti. Secondo gli esperti una fascia balneare sabbiosa di 11 km e larga 10 metri, comporta una perdita di 250 milioni al giorno nel corso della stagione estiva. Di fronte a questa situazione, una proposta innovativa ci viene dall’Impresub di Trento che dal 1999 ha acquisito il sistema di protezione costiera Beach Management System (BMS) brevettato nel 1985 dal Danish Geotechnical Institute. Il BMS si basa sul concetto che l’abbassamento della superficie freatica in terreni granulari, aumenta la loro stabilità ed elimina la tendenza a muoversi. Opera in tre fasi: 1 - crea una zona non saturata, abbassando la superficie freatica; 2 - l’acqua portata dall’onda, percola nel terreno drenato e il materiale solido presente nell’acqua si deposita sulla spiaggia, e lì rimane; 3 - il processo continua sino ad ottenere un nuovo equilibrio della spiaggia che corrisponde ad un suo avanzamento. Per drenare la spiaggia, che è la condizione per evitare l’erosione, il BMS prevede l’installazione d’un sistema di tubazioni interrate sotto la superficie freatica, e poco distante dalla linea costiera. Una volta installato, rimane completamente invisibile. L’acqua raccolta nel sistema di tubazioni è inviata a vasche di raccolta, nuovamente al mare o in ogni altro possibile modo. Il BMS quindi trattiene la sabbia portata dal mare e la riutilizza. L’acqua momentaneamente fermata, ritorna al mare essendo perfettamente filtrata, può anche essere utilizzata per fini «nobili»: piscine, acquari, ecc. Il primo paese ad installare il BMS è stato la Danimarca, nel 1985. Il sistema ha fermato l’erosione della costa, e dopo un anno la spiaggia è ricrescita di 25 metri. Tre anni dopo è stata fatta una contro verifica e sospesa l’azione della pompa si è tornati alle condizioni iniziali. Dopo l’importante esperienza danese, il BMS è stato sperimentato negli USA, Gran Bretagna, Scozia, Giappone, Spagna, Svezia, Malesia e recentemente in Francia. In tutte le applicazioni sin ad ora realizzate i risultati sono soddisfacenti. In Italia il primo BMS è stato installato in tre distinti siti nel febbraio 2001 presso gli arenili di Ostia Levante per conto della Regione Lazio. Il sistema ha stabilizzato le tre spiagge ed in una in particolare ha permesso un avanzamento di circa 18 metri di arenile. La conferma dell’efficacia del BMS viene da Procida, dove a giugno è stato installato per circa 1 km nelle spiagge della Chiaiolella e Ciraccio e ha già recuperato tra i sei e gli otto metri di spiaggia. Vista la grave situazione delle nostre coste, sarebbe auspicabile che le nostre amministrazioni si interessassero a questo sistema così all’avanguardia. L’impatto ambientale come abbiamo visto è praticamente nullo, dato che la struttura è nascosta sotto la superficie. In conclusione, il Beach Management System si propone anche nel nostro paese come un’interessante soluzione per fare fronte al grave problema dell’erosione costiera. Ufficio Stampa Impresasub Trento Ancona, 10 gennaio 2003 Fiocco Azzurro Il giorno 5/12/2002 per la felicità della mamma Michela e di papà Filippo Semini e la gioia del fratellino Luciano è nato VINCENZO A questa felicità partecipano anche i nonni: Angiolina e Vincenzo la nonna Carla Cravero, zii e cuginetti. Anche l’A.V.A. porge al piccolo Vincenzo e familiari tutti le più sincere congratulazioni. ASSOCIAZIONE ELGAR Musica, danza e solidarietà. Ancora una volta il grande cuore degli Alassini si è fatto vedere. Nella serata del 22 dicembre, organizzata dall’Associazione «Elgar in Alassio» intitolata «Musica e Danza. Alassio insieme per Alassio» sono stati raccolti 661,68 euro devoluti al progetto per la realizzazione del Centro Infermieristico. Alla serata hanno partecipato pratica- Don Bosco… era la domenica del 2 febbraio quando uno stuolo di ragazzi faceva capolino sul molo di Alassio per iniziare una giornata mozzafiato nel ricordo del santo dei giovani. Sì! Erano le ore 10 quando l’ape (motorizzata) di Giacomo detto Falegna arrivava carica di palloncini ma soprattutto di un’abbondante colazione. Con la pancia piena di soddisfazioni, ragazzi, giovani e genitori in un grande corteo sono «sciamati» verso Piazza Beniscelli. Qua li attendeva un favoloso lavoro di cartellonistica: sei bacheche, in ognuna di esse era stato scritto un argomento… Don Bosco… Volontariato… Equo e Solidale… Missione… Benessere… Solidarietà. Il tema scelto per festeggiare don Bosco è stata la Pace come solidarietà, il saper fare il primo passo verso l’altro. Conclusa l’attività, tutti verso l’Oratorio per il lancio dei palloncini, la Messa, il pranzo e il grande gioco preparato con attenzione per continuare la riflessione iniziata la mattina. Sono momenti belli da non trascurare: don Bosco ha sempre desiderato che l’Oratorio fosse Casa, Scuola, Parrocchia e Cortile. Quattro dimensioni, quattro stili di vita piacevoli, ma al tempo stesso quattro aspetti in cui il ragazzo prende coscienza della sua crescita umana e spirituale. Sono certo che anche quest’anno don Bosco sia soddisfatto dei numerosi ragazzi che hanno partecipato e forse lo ha dimostrato regalandoci una splendida giornata. Grazie don Bosco! Don Stefano Pastorino PROGETTI DI SERVIZIO CIVILE Da tempo Pubblicità Progresso, ci offre l’esempio di un ragazzo e una ragazza che scelgono il servizio civile: «Una scelta che cambia la vita». La legge 64 del 2001 crea di fatto con il Servizio Civile un’alternativa al Servizio Militare Obbligatorio e all’Obiezione di Coscienza, dando una svolta significativa rispetto al passato. «La proposta - spiega l’Assessore alla Cultura e alle Politiche Sociali del Comune di Alassio, D.ssa Monica Zioni - è rivolta innanzitutto a ragazzi e ragazze di un’età compresa tra i 18 e i 26 anni. Per loro costituisce sicuramente un’importante esperienza formativa, sociale e professionale». Il Comune di Alassio, è riusci- to a presentare in tempo utile alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (il termine era fissato per il 31 gennaio u.s.) le richieste di accreditamento finalizzate proprio alla formazione di questa nuova figura collaborativa. «Correndo contro il tempo aggiunge l’Assessore Zioni - abbiamo compiuto un lavoro immane, prestando numerosi progetti in ambito culturale e sociale. Riguardano l’attività della Biblioteca quella dei nostri musei, la ex Chiesa Anglicana e la Pinacoteca Levi di prossima apertura; ma anche, in ambito sociale, presso l’Asilo Nido, il Servizio di Assistenza Domiciliare e per quanto attiene gli interventi sui minori». Entro febbraio dovrebbe pervenire la risposta del Ministero relativa all’accoglimento delle proposte. «A quel punto - spiega l’Assessore - attraverso appositi bandi, provvederemo ala selezione dei volontari interessati al servizio e in seguito dovremo istituire dei corsi di formazione interni all’Amministrazione tenuti dai funzionari specializzati nei diversi settori». «Ritengo sia un’iniziativa molto importante per il mondo giovanile. Costituisce un significativo aiuto a combattere la disoccupazione giovanile offrendo ai ragazzi un’esperienza qualificante da diversi punti di vista». Aiutare gli altri in modo disinteressato. Su questo si fonda il volontariato, in ogni sua forma. In alcuni settori però è bene, prima di cominciare ad aiutare gli altri, seguire un corso di formazione, per meglio operare ed avere i mezzi per farlo. Uno degli enti per cui diventa quasi indispensabile un corso di formazione è l’Avo. Per il Ponente 1’Avo (Associazione Volontari Ospedalieri) ha sede ad Albenga. I volontari però operano negli ospedali di Alassio, Albenga e nella casa di riposo Trincheri di Albenga. L’Avo offre un servizio di assistenza non infermieristica ai degenti e ai ricoverati, regalando amicizia, calore umano, un sorriso, una parola e un po’ di svago a chi soffre. L’associazione sta cercando sempre nuovi volontari. Basta avere qualche ora libera alla settimana, avere dai 18 ai 75 anni e una gran voglia di dare un senso nuovo alla propria esistenza. Il ventesimo corso avrà inizio lunedì 24 febbraio e si concluderà il 17 marzo. Si terrà presso il Salone delle Opere Parrocchiali del Sacro Cuore di Albenga, in via Trieste 62. L’Avo chiede poco a chi può dare tanto. Un sorriso a chi soffre riempie il cuore. Barbara Testa Senza dimenticare che a chi svolgerà il Servizio Civile Volontario viene riconosciuto dallo Stato un rimborso mensile di 433 €. Alassio, 4 febbraio 2003 Per ulteriori informazioni e/o chiarimenti rivolgersi ai numeri 0182 648142 oppure 333 2185266 Il mio piccolo, grande sogno Scava, scava e trovi le radici Quella in cui vivo non è la «mia» Alassio. Io andavo a scuola a Villa Bice, giocavo nei cortili e nella cartella trovavo enormi panini con la frittata. Era il tempo della Banda del Molo! Ne facevamo parte bambini molto simili a quelli della Via Pal, che quasi ogni giorno si scontravano con i «matetti» di Borgo Barusso e tornavano a casa un po’ ammaccati, con la sabbia nei sandali, ma pieni di appetito. Il tempo è passato, sono cresciuto, la città è cambiata. Secondo me, però, ha perso per strada una grossa fetta della propria identità. Ho qualche capello bianco ma non ho smesso di sognare… Così in questo piccolo, grande sogno, i pescatori tornano a tirare le funi sulla spiaggia, per raccogliere le reti e i bambini nascono qui e poi si sentono orgogliosi di essere Alassini. Ciccio canta le sue canzoni in giacca bianca. E poi c’è Rocky che butta giù Alì al 5° round. Nel sogno, molte spiagge sono libere, pensate, non per speculare, ma per permettere a tutti di tuffarsi in questo nostro straordinario mare. I governanti della città sono saggi e generosi. Non si lasciano influenzare o comprare da nessuno e usano le loro energie e la loro intelligenza per migliorare la vita della gente; soprattutto quella dei «perdenti» e delle minoranze. In via Dante solo alberi, biciclette e passanti e il mio amico Colombo che mostra tutta la sua bravura con lo «skate» sotto i piedi. A Natale le strade si illuminano di fiaccole e c’è una grande cena, sotto un tendone, in Piazza Partigiani, per i poveri e per tutti quelli che sono soli. Nella fantasia, Alassio si trasforma così in un borgo marinaro autentico, abitato da gente vera, di grande cuore e smette di apparire come una «little Hollywood» di cartapesta al servizio di «maneggioni» e visitatori. Utopia? Forse. Qui, però, ci conosciamo un po’ tutti e, se questo assomiglia anche al vostro sogno, fermatemi per strada, fatemelo sapere. Se non altro potremo berci un caffè insieme… e «raccontarcela» un po’. mente tutti i musicisti alassini riuniti sotto la direzione artistica del maestro Andrea Elena, presentati dalla voce per eccellenza, Rinaldo Agostini. Ospiti della serata la scuola di danza di Iris Gaburri e i ragazzi del Dj Group di Franco Branco. Durante la manifestazione, che si è svolta nel palazzetto dello Sport, è stata consegnata ad Andrea Elena un’onorificenza dell’Associazione Elgar. Gli è stata conferita la carica di Associato Accademico Onorario Elgar con la seguente motivazione: «Un uomo che ha rappresentato la nostra città a livello mondiale». Con l’anno nuovo l’associazione Elgar sta organizzando altri importanti appuntamenti a carattere musicale che avranno come protagonisti i musicisti locali e altri grandi interpreti italiani ed europei. Un saluto da Federico Genova Barbara Testa La consegna dell’onorificenza dell’Associazione Elgar ad Andrea Elena. I ragazzi del laboratorio di «SCAVA, SCAVA E TROVI LE RADICI» ideato dalla preside L. Nattero hanno visitato, accompagnato dal prof. A. Mazzoni, la sede dell’ A.V.A. (Associazione Vecchia Alassio). Siamo stati accolti cordialmente dal Presidente Carlo Cavedini, il sig. Nino Bruzzone e dalla sig.ra Luciana Grollero. Il Presidente ci ha illustrato brillantemente la storia dell’A.V.A. e Luciana Grollero, specialista del computer, ci ha mostrato come riscrive gli articoli che poi saranno stampati sul giornale e con i suoi compagni li attacca, come prova, su un foglio per fare un’anteprima del futuro giornale che uscirà dalla tipografia. È molto bello che nasca un rapporto d’amicizia tra i ragazzi e il giornale e con i responsabili dell’A.V.A. Speriamo che la nostra visita ci dia uno spunto per la nostra carriera. I ragazzi del laboratorio ringraziano per la loro gentilezza, ospitalità e per il loro libro allegato al giornale che con gioia ci hanno regalato. BUON LAVORO A TUTTI! Scritto da: Vittoria Giannantonio, Sara Felisati, Ilaria Gaibisso, Erica Castellana. I ragazzi di 2aA - 2aB - 2aC - 2aD Il centro dell’Universo Dell’Universo la Terra è regina, le Stelle e il Sol le ruotano d’intorno come corona, da sera a mattina; così la notte s’alterna col giorno. L’affermava Tolomeo tanti anni fa; Copernico mutò questa opinione stabilendo la nuova verità; La Terra appare ferma? È un’illusione! Di sabbia il Mondo è un piccolo granello. Quanti però si credon sì importanti e pensano d’avere un gran cervello da cui dipenda il Mondo? Sono tanti coloro che non vogliono accettare che esista qualcheduno fuor di loro che più e meglio possa meritare… «Sono i l migliore» dicono costoro il più bravo, il più furbo ed il più bello; dell’Universo il centro sono «Io». È questo l’insensato ritornello di chi si crede il prescelto da Dio. Silvio Viglietti 6 «L'ALASSINO» Martedì 18 Febbraio 2003 INCONTRI CULTURALI 2002-2003 BACI… BACI… BACI… MA CHE BACI! «Parliamo di…» Organizzati dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Alassio e dal Liceo Don Bosco Laura Pariani ha ricevuto il premio letterario «Un autore per l’Europa-Alassio 100 libri» nel settembre 2002 col suo romanzo «Quando Dio ballava il tango», del quale naturalmente a suo tempo si è parlato su queste colonne. È tornata l’11 gennaio scorso per un incontro con gli allievi del Liceo nell’auditorium dell’Istituto Salesiano. Presentata dal professor Guido Sanlorenzo, ha raccontato il perché di questo libro: «Sono nata in una zona povera della Lombardia, un tempo terra di emigrazione, addirittura stagionale, oltre oceano; molti uomini in autunno affrontavano un viaggio lungo e disagevole in nave a vela per raggiungere l’Argentina (là era estate) e tornavano in primavera. Qualcuno, come mio nonno, decideva di rimanere là». La Pariani narra del suo viaggio di ragazzina con la madre in Argentina alla ricerca del nonno, del tragico trasferimento da Buenos Aires alla Patagonia, della disillusione (il nonno si era rifatto una famiglia) e della difficoltà del reinserimento al ritorno. «Nel libro ho raccontato l’emigrazione dal punto di vista delle donne, che rimanevano sole, in attesa di qualche lettera, di pochi sol- di e poi, a volte… il nulla». Risponde alle domande dei ragazzi sul romanzo e sulla situazione attuale dell’Argentina, un paese dalle enormi risorse caduto in un baratro dal quale non riesce a risollevarsi; sul ruolo che ebbero i Salesiani in Patagonia: cercavano di salvare i nativi dallo sterminio dei coloni, vicenda della quale si è parlato finora assai poco. Fernando Aiuti è uno scienziato di fama mondiale, ha parlato il 17 gennaio scorso nell’auditorium dell’Istituto Salesiano su di un tema quanto mai scottante: «AIDS, problemi etici, medici, psicologici, sociali.», nel secondo di questi incontri rivolti al pubblico oltre che agli studenti. Il compito di presentare l’oratore al professor Franco Gallea: «Urbinate, vive a Roma; allergologo e immunologo, ha presieduto organizzazioni che si occupano di immunodeficienze a livello internazionale. Ha al suo attivo oltre 600 pubblicazioni, non solo di carattere scientifico ma anche etico e sociale». Il professor Aiuti, con l’aiuto di proiezioni, ha esposto in termini comprensibili a tutti, un’indagine storico- scientifica sul virus HV-1 (AIDS), con immagini chiare ed esplicite ha dimostrato come il virus entra nelle cellule e spiegato gli stratagemmi escogitati dagli scienziati nell’intento di annullarne l’azione, con risultati importanti ma non ancora risolutivi. Ecco alcuni brani del suo discorso. «Questa malattia è stata scoperta nel 1981. È il più sofisticato dei virus, nato per ultimo, vera e propria macchina da guerra, attacca le cellule preposte alla nostra difesa; ha una grande variabilità che ostacola la produzione di vaccini efficaci. Da dove viene questo virus? È venuto dalla scimmia circa 150 anni fa ed è entrato nell’uomo da circa 80 anni, deriva da un virus primigenio di 400.000 anni or sono; nella scimmia si è evoluto senza troppi danni, nell’uomo è più aggressivo. Si è diffuso con le guerre e l’urbanizzazione in Africa, poi in altri continenti con le siringhe dei drogati, con le trasfusioni, i rapporti sessuali non protetti. Lo si è scoperto per la comparsa in individui giovani di un tumore della pelle prima “privilegio” di anziani, il fatto promosse la ricerca. La novità unita all’infezione contratta da personaggi celebri, ha attirato l’attenzione dei massmedia. Oggi ne sono colpiti 40.000 esseri umani, l’80% nei paesi poveri, in particolare l’Africa sub-sahariana, ma la situazione è destinata a mutare specialmente in India e in Oriente. In Italia (e nel resto dell’Europa) l’infezione fortunatamente si è ridotta in modo rilevante, per l’uso di farmaci appropriati, per la prevenzione, per un sistema sanitario abbastanza efficiente. Non c’è ancora la possibilità di sradicare il virus ma almeno quella della terapia a vita, anche se con effetti collaterali e la progressiva maggior resistenza del virus stesso. Sicuramente si otterrà un vaccino, ma è un traguardo assai difficile da raggiungere». CTA ACLI e Agenzia ALPTUR Viaggi, di Albenga organizzano Pellegrinaggio a Medjugorje Da giovedì 27 marzo a martedì 1° aprile 2003 27 marzo - Partenza al mattino, da Alassio/Albenga/Loano. Percorrendo l’autostrada con dovute soste si raggiunge il ristorante per il pranzo; proseguimento per Zara dove ceneremo e pernottamento presso Hotel tre stelle. 28 marzo - Colazione, partenza per Medjugorje dove arriveremo per il pranzo. Nel pomeriggio si parteciperà alle devozioni Mariane. Cena e pernottamento. 29 marzo - Pensione completa a Medjugorje. Visita ai monti delle apparizioni e ai luoghi dove apparve la Beata Vergine. 30 marzo - Pensione completa con visita al santuario del paese di Padre Iozo. Nel pomeriggio andremo alla comunità di suor Elvira dove avremo un momento di incontro confronto con i giovani della comunità. Santa Messa. Serata libera. 31 marzo - Mattinata libera, pranzo e partenza per Zara. Cena e pernottamento. 1° aprile - Colazione, proseguimento per il rientro verso casa con sosta per il pranzo. Carlo Bertolino U scöggiu da galera «Poiché ai tuoi servi sono care le sue pietre e li muove a pietà la sua rovina». (Salmo 101) La gru arpionandolo lo trasse dal suo consueto posto posandolo a ridosso del molo. Quando c’è bonaccia sembra la sagoma di un piccolo cetaceo morto. Nell’ultimo numero de «L’Alassino» si chiedeva che non venisse distrutto ma riposizionato come prima. Un deside- della nostra storia marinara vide lo sbarco e l’imbarco delle merci trasportate dal nostro numeroso naviglio. L’imbarco e sbarco dei nostri corallini, dei nostri tonnarotti. Assetto e battaglia della flottiglia francese ancorata nella rada e quella inglese comandata da Nelson a ri- Abbiamo letto in una autorevole Rivista del settore («Viaggi e sapori») N° 1-2003, un articolo che riguarda Alassio ed una delle sue specialità; ma riportiamo testualmente: «L’Aurelia riserva belle vedute sull’isola di Gallinara e sulla spiaggia di Alassio. Il paese dà il nome ad una dolce specialità al cioccolato: i “baci di Alassio”, preparati in molte varianti. Una delle migliori interpretazioni (ed ecco la nostra piacevole sorpresa), è offerta da BRIANO, pasticceria in Via Neghelli, gestita da cinque anni ormai da Pietro Cavallo e da Marcello Cremaschi, che solo parzialmente rivelano il loro segreto ecc. ecc.» La nostra sorpresa (non tanto, però…), è di avere trovato il buon Marcello, figlio di Carlo del famosissimo e non mai dimenticato «Pentallegro» che vogliamo ricordare anche in questa occasione con il compianto Masino Spampinato, Armando Franchina, Dino Ferrari e il no- stro Vice presidente AVA Nino Bruzzone. Così abbiamo parlato (e con gusto…) di una duplice alassinità, fatta di musica e canto e di dolcezze prelibate… t.s. GSA in mostra ad Alassio «Africa: tessuti e colori», la mostra che tanto interesse ha suscitato in provincia di Milano lo scorso novembre, è presentata in questi giorni in città su proposta dell’associazione Zonta International che, con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale, ha invitato il Gruppo Solidarietà Africa di Seregno per una settimana di incontri e manifestazioni. L’associazione Zonta è costituita da donne impegnate nella promozione della dignità della persona in ogni angolo del mondo con particolare interesse per le problematiche femminili. L’incontro con il GSA ha per- le ceste di frutta e verdura, le grandi balle di cotone, i mucchi di carbone e di legna oltre all’angolo delle bevande e il tempio del feticcio. La mostra è rimasta aperta tutti i pomeriggi fino a domenica 2 febbraio. Moltissimi i visitatori nei primo fine settimana di apertura: in occasione dell’inaugurazione il Sindaco di Alassio e l’Assessore alle Politiche Sociali hanno ringraziato l’Associazione Zonta e il GSA per l’impegno culturale e di solidarietà sotteso alle manifestazioni proposte, ribadendo l’impegno dell’amministrazione alassina sul fronte del- messo di sviluppare un tema cruciale per l’associazione quale la promozione della salute e della cultura femminile nei Paesi in via di Sviluppo. Adele Salada, dinamica Presidente del gruppo ligure, e Paola Giraudo, rientrata dalla prima esperienza africana con il GSA, hanno coagulato gli interessi delle numerose associate sui progetti più significativi attualmente in campo: la prevenzione del tumore al seno e la prevenzione dell’AIDS in Togo, l’educazione sanitaria nella scuola e il progetto di sviluppo agroalimentare nel nord del Benin. Punto di riferimento e di incontro sono i locali messi a disposizione dell’Associazione Vecchia Alassio in via XX Settembre 7, dove è stato ricorstruito il tipico mercato africano con le bancarelle dei tessuti, la solidarietà e della promozione della cultura ad ampio raggio. L’esposizione dei progetti da parte del presidente del GSA ad un folto gruppo di soci e simpatizzanti ha completato la prima parte delle manifestazioni in programma nel corso della quale il gruppo dirigente dello Zonta ha consegnato alla delegazione del GSA la somma necessaria alla realizzazione di una parte del progetto agroalimentare nel nord del Benin. Importanti accordi di collaborazione e sinergie di intervento sono state delineate sul fronte di nuovi progetti di notevole impatto sociosanitario nei Paesi africani, nell’auspicio di una partecipazione sempre più attiva da parte di tutti coloro cui sta a cuore la sorte di ogni uomo, in ogni angolo del mondo. € 390,00 Minimo 30 partecipanti Iscrizioni entro il 16 febbraio 2003 versando acconto del 50% Diacono Ferrari GianCarlo CTA 329/2266059 - 320/2182514 e Agenzia ALPTUR 0182/50620 U scöggiu da galera - olio su cartone, primi anni del ’900. (FOTO CICCIONI) Giovedì 16 gennaio 2003 consegnata l’onoreficenza al Merito della Repubblica Italiana al Comandante Stazione Carabinieri, Lgt. Eupreprio Di Summa (a sinistra) S.E. il prefetto di Savona Dott. Cosimo Macrì, Sindaco di Alassio Arch. Melgrati. (FOTO CICCIONI) rio questo di tutti gli Alassini che a questo scoglio portano affetto perché rimembra loro il lontano tempo della loro infanzia che proprio da questo trampolino di pietra con trepida ansia abbozzavano i loro primi tuffi! Perché venne chiamato u scöggiu da galera? Non si sa. La sua simmetrica forma fa pensare che ad imprimerla sia stato l’uomo. Da quanto si trovava in quel posto? Da centinaia di anni. Forse era in quel posto quando venne costruito il molo, panchina del nostro porto naturale, la rada. Testimone ignaro dosso della Gallinara. Nel 1910, «il concentramento in rada della flotta della Marina Militare per una esercitazione di sbarco che doveva preparare le operazioni della guerra di Libia». Scoglio storico pertanto, assurto a monumento, degno di essere tutelato. Sui primi anni del trascorso secolo una ragazzina del luogo che con il nostro scoglio aveva una certa dimestichezza decise di ritrarlo in pittura e che chi scrive è ben lieto di farlo conoscere ai gentili lettori. Antonio Carossino Martedì 18 Febbraio 2003 7 «L'ALASSINO» Epifania del subacqueo Pinocchiu 7 E u Grillu, ch’u parlova cumme nui: «E me ne vaggu, ma ti veggherai che primma o pöi pe tì saran durui, se ti nu scangi, te ne pentirai… Regorda che i gandulli e i pelandrui nu pòn spèntose a-a fìn autru che guai!» A ‘ste parolle, Pinocchiu, invedrau u ghe tira ün martellu: petassau. 8 U cora u su… u ciocca ün campanìn… a famme a cresce, u bòva, u vö mangiò. Destaniau ün övu in te’n çestìn tostu u se innandia a fone ‘na frittò ma in tu rumpilu u ne sciorte ün pulìn che saliandu u se mette a vurò. Negru da-a raggia, ancù ciù affamau Pinocchiu u se ne sciorte disperau. 9 A pansa a murmurova e sciù in tu çé i tròi puxevan corpi de cannùn. A-u scüru u nu sa ciù turnò inderé… là u gh’è ‘na cà… u picca in tu purtùn: «Ho famme, ün po’ de pàn pe piaxé…» ma u vén incappellau de da’n barcùn. U scappa e doppu ure de cammìn u riva a cà negàu cumme’n pullìn. Sèra, martellu, raspa, picussìn t’ouliru bellu lestu e appreparau ün maiunettu ch’u pò ün beccaçìn che Gepettu «Pinocchiu» u l’ha ciamau FRAMMENTI DI STORIA NOSTRANA (a cura di Tommaso Schivo) CAP. 13 - CHE GUAIO, SEMPRE, LA VIABILITÀ I Liguri non furono mai grandi e appassionati costruttori di strade. Avevano i loro sentieri, i «sapelli» a prova di mulo, per le loro necessità quotidiane e avevano la grande via aperta e maestra del mare e con imbarcazioni d’ogni tipo che potevano solcarlo con qualunque tempo con la forza delle braccia o del vento e delle vele. Per questo la nostra regione fu sempre povera di vere strade (anche per le difficoltà morfologiche del terreno) e i governi centrali e periferici non ebbero per secoli alcun interesse politico a dotarla di capaci vie di comunicazione, neppure quando si ingigantì il rapporto internazionale fra popoli confinanti. Tre furono soprattutto, nella storia della Liguria, i momenti che ricordano questo «servizio», questa necessità di «arterie» atte a collegare anche le nostre zone con il resto del mondo. Il primo risale agli antichi Romani, che lastricarono di strade tutta l’Europa e le terre raggiunte dalle loro legioni. Lo stesso nome «strada» etimologicamente viene ancora una volta dalla lingua latina, da «strata» ovverosia «massicciata», stesa, che altro non è che il participio passato del verbo sternere, cioè spargere, distendere. «Stratatica» nel Medio Evo significò pedaggio, dazio da pagare per percorrere una strada privata. «Pareva un’anticaglia medioevale (dice appunto il D’Anna nel suo Dizionario), finché non è ricomparso con l’esoso pedaggio delle autostrade». Dovettero, comunque, passare quasi duemila anni prima che si tornasse alla decisione di costruire da noi strade, sia pure per esigenze tattiche e militari. Fu il «romano» Napoleone che da noi migliorò alquanto la viabilità. Poi, un mucchietto di anni dopo, ci pensarono i Savoia a continuare l’opera, i Savoia che avevano ricevuto dal Congresso di Vienna, come un dono inaspettato, nonostante il Principio di legittimismo votato, anche la Repubblica di Genova e le due Riviere. Tuttavia, anche dopo, la situazione rimase precaria, seb- mano quanto fosse difficile allora camminare dalle nostre parti: «Da noi le strade dovevano fare i conti con gli strapiombi sul mare, con gli scogli, con le frane frequenti, con mille dirupi... qualcosa di impraticabile in senso assoluto» e ancora: «Le strade percorribili non erano che modeste mulattiere; il passaggio di due piccoli convogli in senso contrario creava, a volte, difficoltà enormi. Col vento il pericolo cresceva... con la probabilità di rompersi il collo ogni momento» (pag. 90). Potrei continuare portando al mio assunto le testimonianze di Addison, Brockedon, Dumas, Roscoe, Schneer e di tanti altri autorevoli scrittori stranieri che mentre esaltavano l’incredibile clima e la gente di qui... si sentivano rizzare i capelli al ricordo delle malagevoli «Sapelli», sentieri a prova di mulo. (Gibba) strade per giungere fra noi. In un bene scrittori eminenti e vedutisti documento del 1569 il Doge di Gee ospiti stranieri cominciassero a nova, con una lettera al Podestà di interessarsi di una delle più belle Albenga, lamentava la scarsa sicuzone e delle più accoglienti del rezza delle via che conduceva ad mondo. La situazione della viabiAlassio. In questo campo la lità deficiente e pericolosa fu sotLiguria Occidentale restò sempre tolineata e criticata in tutte le lin(e lo è tuttora) la grande Cenerengue, ma invano. Cito solo due bratola d’Italia. Anche in questi tempi ni dal mio libro: «Alassio e la marilo Stato continua a mungere a doneria velica dell’ ’800» che confervere la «lattifera» mucca ligure, ma le lascia strade antiquate e la stessa ferrovia, creata oltre centotrenta anni fa, con mille promesse puntuali alla vigilia di ogni governo che, poi, come tutti i precedenti, dimentica regolarmente la gravità dei nostri problemi essenziali. Le strade per entrare in Europa dall’Italia erano praticamente tre: quella del Sempione, quella del San Gottardo, e quella aostana del San Bernardino, abbastanza praticabili, a dire il vero, ma il collegamento fra le due Riviere e il Continente o fra Genova e la periferia del Ponente fu sempre drammatico, tanto che ancora verso la fine dell’800 si consigliava a chi venisse dalla Francia per raggiungere non solo Milano e Roma, ma la stessa Genova la via delle Alpi e di Torino, assai più scorrevole e percorribile che quella costiera. Scrisse Smollet: «Bisogna essere dei pazzi per prendere un’altra via che non sia quella del Piemonte per arrivare in Italia dalla Francia!» (da: Astengo Fiaschini «Viaggiatori e vedutisti in Riviera», pag. 37) e Hans Reichard consigliava addirittura per raggiungere Genova la via attraverso il colle di Tenda per Cuneo, Asti e Alessandria. Se abbiamo chiamato in causa i nostri governi per l’incuria grave verso le nostre regioni, non c’è da stupirsi. Già nell’800 ancora Smollet, già citato, osò scrivere che in fondo a questa situazione di strade… «c’era un losco affare politico di pezzi grossi…» In altre parole Genova aveva interesse a che le cose restassero così. E continuava: «La verità è questa: i nobili Genovesi si valgono d’ogni mezzo per mantenere i sudditi della Riviera nella povertà e soggezione». Allora mi sono domandato… «Che avessero ancora una volta ragione i nostri “padri” latini quando affermarono… Nihil sub sole novi?». Alle 10.30 del giorno dell’Epifania erano tutti lì, a deporre una corona benedetta davanti alla statua del Cristo Redentore, sui fondali dell’isola Gallinara, a 18 metri di profondità. È stato il momento topico dell’immersione organizzata dal CNAM di Alassio per l’Epifania del Subacqueo. La giornata era iniziata alle 8.30, con la partenza dal porto di quattro imbarcazioni dirette al pontile «Bestoso». Sul molo l’appuntamento era con le Autorità, con il Parroco, monsignor Angelo De Canis, con il Presidente ed i membri del Direttivo dell’A.V.A., in attesa nonostante la tramontana avesse fatto scendere la temperatura dell’aria a 5°C. Dopo una breve cerimonia, durante la quale il poeta alassino Antonio Boscione aveva declamato una sua toccante preghiera in versi dialettali rivolta al Cristo degli Abissi e monsignor De Canis aveva benedetto la corona che di lì a poco sarebbe stata deposta in fondo al mare, le imbarcazioni hanno rivolto la prua verso l’isola, mentre iniziava a scendere un nevischio gelido, trasportato dalla tramontana. Raggiunto il punto dell’immersione (il giorno precedente due organizzatori avevano provveduto a controllare la zona, ad ancorare le boe di segnalazione e a lucidare il bronzo della statua) i sei istruttori ed i tredici subacquei, cui si è aggiunto il Comandante dell’Ufficio Circondariale Marittimo, Tenente di Vascello Marco Nobile, si sono immersi nelle acque della Gallinara. Deposta l’offerta consacrata davanti al Cristo, i sub hanno visitato le vicinanze della statua e sono quindi rientrati. Le impressioni le abbiamo chieste ad uno dei «motori» della manifestazione, Cesare Signoris: «I fondali dell’Isola sono sempre affascinanti e bellissimi, ancora meglio di come li ricordavo da ragazzino, prima che la zona venisse protetta. Per molti dei partecipanti, poi, l’immersione è stata una novità assoluta e . una straordinaria sorpresa. Di ciò desideriamo ringraziare innanzitutto il Tenente Marco Nobile, che ha concesso i necessari permessi, non facili da ottenere. È stata assai toccante anche la parte “ufficiale” della manifestazione, nonostante la situazione meteorologica non fosse delle migliori, e siamo contenti che non ci sia stato alcun imprevisto. Per questa riuscita vorrei ringraziare le forze dell’ordine, i quattro “barcaioli” che ci hanno trasportato alla Gallinara (erano Lorenzetti, Pogliano, Tassistro e Mondin) e tutti coloro che, come l’AVA, hanno partecipato o collaborato». Per terminare questa breve cronaca ecco i nomi di coloro che si sono immersi: gli istruttori Scosceria, D. Firulli, M. Priolo, Sanfilippo, Amigoni e Ambrosi, il comandante T.V. Nobile ed i subacquei Cacciamani, Quarone (i cui scatti compaiono con costanza sulle pagine dell’Alassino, addetto alle foto), Burdino (incaricato delle riprese video), L. Firulli, Signoris, Capiaghi, Benvenuti, F. Priolo, Grancelli, Giordano, Mantellassi, Baudoino e Zupo. C.N.A.M. Preghiera pe’ u Cristu di fundali Segnù mé bellu, che da e aigue funde du mò d’Arasce ti n’adrövi e brasse: fa che u su u lüxe, che a tempesta a passe, C’u corme u vèntu e c”u s’apoxe e unde! Tègnine in rutta e rèstine vixin perché a l’è longa e düra a travèrsadda, frena a curènte, mùscine a To’ stradda, danne ‘na bona pesca e in bon camin. Prutegge Arasce, sorva a mé famìa, porta u mé borcu a stò luntan dai scöggi, smövighe u cö e fagghe adruvì i öggi a-a gènte c’a cumanda... e così sia! Antonio Boscione TRADUZIONE Preghiera per il Cristo dei fondali Signore mio bello, che dalle acque profonde/ del mare di Alassio ci apri le tue braccia:/ fa che risplenda il sole, che la tempesta passi,/ che calmi il vento e si pacifichino le onde!/ Mantienici in rotta e restaci vicino/ perché è lunga ed ardua la traversata,/ frena la corrente, mostraci la Tua strada,/ dacci una buona pesca e un buon cammino./ Proteggi Alassio, salva la mia famiglia,/ porta la mia barca lontano dagli scogli,/ smuovigli il cuore e fagli aprire gli occhi/ a chi è là che comanda... e così sia! 8 «L'ALASSINO» Rimme da noscia tèra Pinocchiu Pinocchiu 10 13 Giorni de silensi (Dialetto spezzino) A me remana ‘r prefümo agro der castagno bruzà e’n risin apena, apena, n’ocià alèsta de daré ar füme che senpre i areencia a ca, come s’i fussa cosa natuale. Sarà ‘nt’a müàgia de madon i éno i recòrdi e enprese de noiàotri che a ne gh’avèmo ciü làgreme pe’ smorsae i fèghi, ni momenti d’emosiòn scorpi sorve e ciàpe, pe’ recordae quela vita che la n’’ha ‘insegnà a cresse afondando raise senpre ciü prefonde. Reflèsse ‘nt’a brata, anchè, nostre face i trasso giorni de silensi. Anna Maria Tarolla Martedì 18 Febbraio 2003 Truvau da broxia ancù’n te’n recipiènte u se destriga e gambe, u s’attumbazza e u nu s’accorze che, za lèntamènte i pèi se ghe bruxiàn… quande, da-a ciassa: «Pinocchiu, addröve… sùn tò pare, sènte, dagghe avviau ch’u ciöve e u tempu u passa…» Cui öggi énsci ancù cumme ballui quellu u s’aissa e u pia dui strambairui. Trapiantu fau, pe ricunuscimèntu Pinocchiu allura u fa ‘na so prumessa: «Anderò a-a scöra, cu-u prupunimèntu che da dumàn a nu sarà ciù a stessa. E stüdierò in sci-u seriu, züramèntu, a noscia vitta a sarà ‘na bellessa!» Ma u se rattrista cumme ün murtoriu: «Vestimentu u nu n’ha né sillaboriu». 14 11 «Allù, ti me vöi fò vegnì a redossu…» u veggiu u crìa sentèndu di lamènti. «Pà, entra da-u barcùn, che arvì e nu possu…» L’autru u se dà da fò e a sùn de stènti u entra… u-u vegghe in tèra, u resta scossu… e’n ciù u ghe sente dì, tra i patimènti: «Ho famme pà!»… «Ti-i vöi dui pèi, bambìn»… «Scì, se ti-i mundi…» U l’è de güsti fìn. A dila tutta a vén longa a bigò… ma u poveru Geppettu u l’ha u sc-ciuppùn: «Nu n’hammu da pista né da pistò» a l’era a so triste riflessciùn «Quarcosa ad ogni moddu e devu fò pe rende ciù cuntentu ‘stu garsùn…» Cùn da megulla u fa ‘n berettìn e ün vestimèntu cùn du papé fìn. 15 12 TRADUZIONE Giorni di silenzi Mi rimane il profumo acre/ del castagno bruciato/ ed un sorriso appena, appena,/ un rapido sguardo/ dietro il fumo che qui/ da sempre invade la dimora,/ come se fosse naturale./ Racchiusi in pareti di mattoni/ stanno i ricordi e i gesti di noi/ che non abbiamo più lacrime/ per spegnere gli incendi,/ né attimi d’emozioni/ incisi sulle pietre,/ a ricordo della vita/ che ci ha insegnato a crescere/ affondando radici sempre più profonde./ Riflessi nel fango, oggi,/ i nostri visi incidono giorni di silenzi. Primma u s’attacca a-a purpa, mancu a dì… pöi u se mangia e scorscie e, d’abbrivùn veghendu i tusci u mangia eiscì ‘sti lì. Geppettu, pover’ommu, u l’ha u maigùn, veggheselu inranghiu u-u fa patì, cuscì u se fa piò da-a cumpasciùn tantu che, pe cunclüdde a tiramolla, u fa dui pèi ch’u ghe tacca cu-a colla. Ma u manca u ciù, s’u vö fola cumpia «Palanche o nà u dev’esse accuntentau!» Cu-a testa asciarattò e in frenesia u pover’ommu u sciorte rassegnau pe rincasò cu-u libbru e ‘na buxia nomma in camixia, tuttu aggiassau: «Dunde ho messu u gibbùn, ti me di tì? U neva, ma… u fa’n caudu da murì». Cari poeti arascin Da un mumentu che pueta mi e no u sun e ve dumandu a vui ‘na spiegasiùn datu che mi e nu so prununsiò e scrive stu dialettu, i m’ou dié l’accentu dunde ou mettu? U Cescu u dixe cu va in sci l’ò e mi e u me so propriu regulò e nun sun sulu mi che digu cuscì, ma tanta gente mudesta e sensa tanta presunsiun ch’a se dumanda: ma allura chi gh’à raxiun? Sperammu che in duman nun tantu luntan i ve capì e chi ve dagghi a man cuscì nui tutti d’Arasce çittadin e lezeremu in perfettu arascin. Emanuele Nattero (Meluccio) TRADUZIONE Cari poeti alassini Dal momento che poeta non sono/ domando a voi una spiegazione/ poiché non so pronunciare e scrivere questo dialetto/ sapreste dirmi l’accento dove lo metto?/ Cesco dice che và sulla «ò»/ e così io non so proprio come regolarmi/ e non sono il solo a dir così/ ma anche altra gente modesta e senza/ presunzione si domanda:/ ma chi ha ragione? Speriamo/ che un domani non molto lontano/ vi capiate e vi diate la mano/ così noi tutti di Alassio cittadini/ leggeremo in perfetto alassino. INCONTRI CON L’AUTORE Romana Rutelli «RITRATTO DI SIGNORA CAPOVOLTA» - ExCogita Editore Docente di Letteratura inglese e analisi testuale all’Università di Genova e al DAMS di Imperia, studiosa di varie discipline, giornalista, traduttrice (anche di Shakespeare), autrice teatrale (rappresentata), poetessa e narratrice, Romana Rutelli è alassina d’adozione, consorte del dottor Giorgio Quintavalle, figlio del celebre pittore Noëlqui. Nel marzo del 1997 a Palazzo Morteo tenne una conferenza sul tema «Il palcoscenico del “come se”: giochi di parole e di immagini» e l’anno scorso in questa sede presentò il suo libro «Semiotica (e)semplificata». L’11 gennaio scorso è tornata nell’Auditorium della Biblioteca civica per presentare il suo romanzo «Ritratto di signora capo- Rubrichetta mensile Un ricordo per... volta». Franco Gallea presenta l’autrice e afferma: «È già stata qui ospite per la sua attività scientifica, ora lo è come narratrice. “Ritratto di signora capovolta” è una storia “banale”, o meglio, sarebbe così se non fosse strutturata in modo assai originale; questa vicenda di una donna non più giovane che si sposa con un vedovo che ha già un bambino e con lui ha un altro figlio. Hanno attività professionali prestigiose, c’è qualche screzio, poi… Ma il racconto è fatto a ritroso. Libro terso, complesso, impegnativo, atmosfera magica, incrocio di piani narrativi, il tutto inserito nel nostro tempo; vie- ne evocato anche il mito di Cassandra». Rutelli: «Nel libro il tempo ha una funzione fondamentale, il cambio di millennio ha un ruolo importantissimo nella vicenda. I caratteri tipografici diversificati seguono i vari “piani” del libro; l’ironia fa parte dello sforzo della protagonista per tornare alla realtà. Ho cominciato come narratrice, poi sono passata alla ricerca e alla docenza universitaria; la letteratura fa parte della mia vita; tradurre è un gioco, ma occorre rendere bene il pensiero dell’autore». GIUSEPPE MATTAI S.D.B. «Verso una nuova immagine di chiesa: dalla chiesa dei concili alla chiesa delle beatitudini» - Ed. Ennepilibri Eminente figura di studioso, il professor don Giuseppe Mattai, già docente di Etica al Pontificio Ateneo Salesiano prima e alla Facoltà teologica dell’Italia Meridionale di Napoli poi, ha ora scelto di vivere ad Alassio, dove alterna i suoi studi all’apprezzatissima attività pastorale. Ha già pubblicato molti saggi, qualcuno già presentato in questa sede, piccoli come dimensioni ma ricchissimi di contenuto. Il 14 gennaio scorso nell’Auditorium della Biblioteca civica ha proposto questa sua ultima (in ordine di tempo) fatica letteraria. Il professor Franco Gallea, prima dell’intervista, così ne riassume l’argomento. «Quando si parla di Chiesa si pensa al Concilio Vaticano II°. Per i giovani non c’è possibilità di confronto fra come era prima e come è adesso. Giovanni XXIII° è stato un papa rinnovatore: il Concilio di Trento e il Vaticano I° erano concili “contro”, della paura, che produssero grandi forze, ma la Chiesa rimase praticamente la stessa. Il Vaticano II° ha prodotto novità rilevanti, molte ancora da sviluppare. In questo libro, con una serie di “medaglioni” il professor Mattai propone un discorso importante»: Don Mattai: «La Chiesa per lungo tempo ha avuto la “sindrome di assedio”, un atteggiamento di difesa. Un tempo come “Chiesa” si intendeva la gerarchia e non il popolo di Dio, anche gli edifici ecclesiastici dimostravano la diversità di come si intendeva il concetto di “Chiesa”. Il Vaticano II° prospetta nuove immagini di Chiesa senza rinnegare il passato. Il mio intento è quello di non rinunciare a nuovi Concili e Sinodi, ma penso sia possibile delineare una prassi dei Cristiani, perché in alto e in basso si viva la Chiesa delle beatitudini. Una Chiesa povera, mite, non violenta, costruttrice di pace, pura, ancora capace di sofferenza. Il Cristianesimo è la dedizione totale a una persona: Cristo; è più di un’etica. Il ruolo dei laici nella Chiesa è fondamentale. La Bibbia è stata riproposta all’attenzione dei fedeli che devono sottostare alla parola di Dio: non è un libro “facile”, ma una “biblioteca”, per cui occorre un’interpretazione». Sorelle EMMA E ADRIANA CROCE: «La grande quercia dei “Prain”» Edizioni del Delfino Moro ANNO SCOLASTICO 1930-31 - Classe 1924 - Suore Francescane Da sinistra in alto: Carlo PELLE - Lucio TORNATORE - Elbano TOBIA - Gustavo HÜBNER - Francesco GUIDO - Beppe FERRERO In basso: Zoe ? - Adolfa BALLABIO - Angela VERNOCCHI - maestra Rita MARINO - ? - Anna GUIDO - ? - Teresa ?. La storia di una delle famiglie fra le più conosciute e caratteristiche di Albenga è stata presentata nell’auditorium della Biblioteca civica di Alassio il 1° febbraio scorso dall’assessore alla Cultura del Comune di Albenga, editore e libraio, Gerolamo “Gerry” Delfino. Nel porgere il benvenuto, l’assessore alla Cultura del Comune di Alassio dott. Monica Zioni, ha rilevato che il libro rappresenta una memoria storica anche per Alassio. L’editore Delfino ha poi preso la parola: «È il mio primo libro digitale, in 25 anni di attività ne ho pubblicati oltre cento, è stato accolto molto bene. Alla fine dell’’800 Genova conobbe una grande espansione, molte famiglie soprattutto contadine non ci si trovarono più, emigrarono, in parte ad Albenga che allora era “terra di conquista”, bonificarono e resero fertile la Piana. “La grande quercia dei Prain”: il titolo deriva da una frase del vescovo Alessandro Piazza a proposito di questa famiglia (i Bignone) di pescatori proveniente da Prà, che nel 1920 si stabilirono a Albenga; erano otto fratelli che sono sempre stati insieme, costruirono una grande casa in riva al mare che esiste ancora e si è inserita nella nuova comunità così bene che meritava un libro. Durante la guerra furono cacciati dai tedeschi, si stabilirono provvisoriamente ad Alassio nel Borgo Coscia continuando la loro attività. Nel 1925 pescarono tre anfore romane, furono segnalate al professor Nino Lamboglia che 25 anni più tardi avviò la campagna di recupero, creando una nuova scienza: l’archeologia sottomarina». Emma Croce (91 anni), con la sorella Adriana (deceduta l’anno scorso), figure simpatiche e caratteristiche dell’arte e del volontariato albenganese (sono state poetesse, commediografe, attrici), sono le autrici del libro. «Sono soddisfatta di aver accontentato tutti i Prain» dichiara Emma. La storia e gli aneddoti sono stati suggeriti da una Prain di terza generazione, Bruna Bignone, (mamma del dirigente il settore Turismo e Cultura del Comune di Alassio dott. Alfredo Silvestri) che, con schietto umorismo, racconta al numerosissimo pubblico alcune di queste vicende, come quella in cui i passanti vedendo la numerosa famiglia (oltre 40 persone) pranzare presso la spiaggia, pensavano a un ristorante e chiedevano di essere serviti; o quando ad Alassio, in tempi grami, avevano sistemato le galline sulla spiaggia in un recinto di reti da pesca e ogni tanto qualcuna spariva… Era presente Antonio Ricci che racconta alcuni suoi ricordi. «Ho trascorso l’adolescenza in compagnia dei Prain, abitavo vicino a loro in riva al mare, giocavamo sulla spiaggia, disturbando il riposo dei pescatori che passavano la notte al lavoro, ma ci sopportavano; a quel tempo imparai molte cose che in seguito mi servirono professionalmente» C.B. I 50 anni del «Muretto» Si invitano coloro che posseggono fotografie, scritti, documenti, ecc. che riguardano il Muretto, specialmente dei primi anni, di prestarli per le manifestazioni del cinquantenario, fra le quali la pubblicazione di un libro. Il materiale verrà restituito. Rivolgersi all’A.V.A. negli orari di apertura. Grazie Martedì 18 Febbraio 2003 Tiritera d’inverno 9 «L'ALASSINO» I 90 anni dell’Unione Exallievi/e di Don Bosco ad Alassio (SECONDA PUNTATA) Con la quercia, l’ulivo - vecchio e nuovo la Margherita e i deputati verdi l’Italia è una nazione vegetale con qualche po’ di bene e qualche male. Movimentisti e riformisti insieme - tra simboli di fiori e di natura vanno girando intorno al Quirinale per fare festa a Ciampi presidente il quale benedice sorridente tutta la gente di sinistra e destra che sembra uscire fuor dalla foresta. La Politica è un vero campionario di personaggi dal parlare vario, tutti in attesa della nuova Europa (Dio ce la mandi buona e senza vento) come se fosse una partita a scopa. Ecco Palazzo Chigi e Berlusconi, il grande capo della Forza Italia, Prodi, Pera, D’Alema con Martino e Moratti, Gasparri e Gianni Letta, Rutelli e Bossi, quello della Lega, Tremonti, Castagnetti, Rosi Bindi, Bassolino e la Russo Jervolino, (esteri: via Ruggiero, ecco Frattini; Scajola, marcia indietro, ecco Pisanu) Casini (appunto) e Bruti Liberati. Cofferati il cinese ed Epifani. Nanni Moretti, coi suoi girotondi, e Previti, Castelli, Bertinotti, Caselli, Antonio Fazio, Fisichella, l’Alleanza di Fini con La Russa, Piero Fassino, Flick e Giovanardi e Di Pietro, Cossiga, ed Andreotti, e Violante, Veltroni, la Pivetti, Napolitano, Occhetto ed Angeletti, Salvi, e Colombo della vecchia guardia, Mussolini Alessandra, Buttiglione, il Pecoraro Scanio e Livia Turco, Gustavo Selva con De Benedetti, Sgarbi, Mastella e Giuliano Amato, Oscar Luigi Scalfaro e Maroni, Pannella che digiuna e la Bonino, Cossutta, Berlinguer e la Melandri, Formigoni, Dell’Utri, Fumagalli, il Costa Raffaele, Macaluso e Follini, Mancino, Mattarella, la Sanità di Sirchia e i suoi decreti, ed Urbani, Lunardi e Pecorella. Poi tanti, tanti altri, mescolati in un gigantesco calderone, di Repubblica prima e di seconda, da guardar con la massima attenzione, ché il nostro Bel Paese e lo stellone hanno molti disturbi ed accidenti. Gli esempi sono molti e imponenti: Tangentopoli, Camera e Senato, i Ministeri, il popolo sovrano (buono soltanto al tempo di elezioni) le zuffe in Parlamento ed i condoni, sindacalisti, scioperi, finanze un poco ballerine, opposizioni, referendum ed articolo diciotto, la devolution ed il lavoro nero, l’industria della Fiat che va a pallino, magistratura con l’affanno, e ancora le pensioni, la scuola, le proteste, i pasticci dell’Euro e della Lira, e gli aumenti dei prezzi; va in malora lo sport, con i tifosi negli stadi; poi ci sono i no-global, l’avventura di ribellioni urbane, le violenze di terroristi e di rapinatori malgrado i poliziotti di quartiere; le tragedie del mare, i clandestini che affogano a decine sulle coste, gli inquinamenti, i mali del terziario quando va male, e i riti di evasione. I partiti ormai sono partiti senza troppi rimpianti di pentiti. Quando senti la Rai e i notiziari (anche alla Rai ci sono tanti guai) o leggi le gazzette quotidiane, ti senti preso dalla confusione; le novità fanno drizzare i peli: ritornano i Savoia, avanti, avanti, mentre si canta l’Inno di Mameli. Perché l’Italia, coi suoi panorami d’arte, di storia, di natura bella è un mondo tanto fragile e confuso? Tra nord e sud e isole comprese c’è sempre qualche cosa da temere: le frane, i terremoti, le eruzioni, le piogge che diventano alluvioni, gli incendi forestali, le valanghe, la fitta nebbia nella val Padana, la scarsità dell’acqua al Meridione, il progetto del Ponte sullo Stretto, grandi lavori pubblici allo studio, l’insidia degli appalti e dei contratti e le galere super affollate; le lucciole che cercano un asilo per non dare spettacolo nei viali. Ce la faremo? La Costituzione ci dà una mano e forse un buon destino manterrà libertà e democrazia per il popolo nostro. E così sia. Scusatemi la lunga chiacchierata dedicata ai lettori più pazienti tra gli alassini che mi son fratelli. Io mi firmo Giannetto Beniscelli. 1913-2003: novant’anni di «exallievità» ad Alassio. Quante cose ci sarebbero da ricordare! Pagine e pagine di aneddoti, figure di salesiani e di laici che hanno lasciato un’impronta, momenti gloriosi e momenti infausti: ci vorrebbero fiumi di inchiostro, tanto è stata densa in questi anni l’azione degli Exallievi ad A1assio. Non poteva essere altro che così! L’attaccamento alla Casa che li aveva visti giovani studenti ed oratoriani e il ricordo riconoscente verso gli antichi maestri ed educatori, hanno fatto delle decine di migliaia di Exallievi, che sono transitati e continuamente ritornano, un punto fisso della tradizione salesiana nella nostra città. Ed è il PADRE che vede i figli amatissimi: «Vi conservo nel cuore, vi considero come cari figlioli e vi ringrazio di tutto quello che fate e avete fatto per me... Da tutte le parti si parla dei miei antichi figlioli; sì, lo ripeto, questo mi dà la più grande consolazione, è l’onore dei miei ultimi anni... ora vi amo ancor più di una volta. Ed io dico a voi che sono tutto vostro nel fare, nel pensare, in ogni mia azione». Ed al primo Convegno di Alassio ci saranno circa 200 presenti. La scuola salesiana è attiva da 44 anni e quindi ci sono ritorni datati anche di trent’anni. Ad accogliere questa folla di Exallievi che tornano nel loro istituto, c’è tutto il Consiglio Direttivo: l’avv. Giacomo Maglione, mons. Giacomo Preve, l’ing. Felice Gaggino (zio dei dottori G.B. e Carlo Felice Cattaneo, che per lunghi anni furono i medici della Casa di Alassio), il sig. Luigi Fascie (cugino di don Bartolomeo Fascie). È un avvenimento per la città: gli exallievi vengono ricevuti in Comune e l’assessore Simone Salada porge il benvenuto ai convenuti; per gli exallievi rispondono l’avv. Milanesio e il prof. Gribaudi di Torino, il primo Presidente Nazionale degli Exallievi. Per la città sfila la banda di Vallecrosia, che tiene poi un concerto nel piazzale del Comune. Come si vede una vera festa cittadina. È il primo convegno ed è la conferma delle parole profetiche di Don Bosco: «Eravate un piccolo gregge: questo è cresciuto, cresciuto molto, ma si moltiplicherà ancora. Voi sarete luce che risplenderà in mezzo al mondo e col vostro esempio insegnerete agli altri come si debba fare il bene e detestare il male. Sono certo che voi continuerete ad essere la consolazione di Don Bosco. Cari figli miei, che il Signore ci aiuti a trovarci tutti assieme in Paradiso». Gli anni passano; la guerra miete tante vittime: i Convegni annuali si svolgono un po’ nel loro ricordo. Un solo importante momento: il 6 febbraio 1916 si celebra il triplice giubileo di laurea, Messa e professione religiosa di don Francesco Cerruti. Si forma un comitato; ne sono membri attivissimi, animatori e organizzatori, il presidente degli exallievi Gaggino e il cassiere avv. Giacomo Maglione di Laigueglia, che si assume l’incarico di una raccolta per regalare a don Cerruti un calice d’argento (nell’archivio abbiamo ancora, legate con uno spaghetto, tutte le ricevute dei versamenti di Lire 3 fatte dagli exallievi). È passata ormai una decina d’anni dall’Istituzione della Federazione Internazionale, molti dei quali impegnati dai tristi momenti della guerra: confusione sociale, tante vittime, re- duci dal fronte. La Federazione decide allora di costituire definitivamente le varie Unioni che intanto erano sorte in varie parti d’Italia e del mondo. Anche Alassio si adegua. Sabato 19 marzo 1921, festa di San Giuseppe, presenti l’Ispettore Salesiano Don Lodovico Costa e il Direttore Don Giovanni Boselli, dopo aver dato lettura e votato il nuovo statuto, viene approvata definitivamente la costituzione dell’Unione Exallievi di Alassio (in sede esiste ancora dele all’Unione, Giovanni Vacca, storico impiegato del Comune allo Stato civile, il dotto Luigi Cappelli, il dott. Vincenzo Santi, il dott. Carlo VaIlega, il dott. G.B. Natta: «... il senato dell’Unione, uomini saggi e operosi, i professionisti più conosciuti della città, usciti da famiglie benemerite» (A. Miscio). Le elezioni si erano svolte dopo la S. Messa e l’Adunanza; all’agape fraterna, che era seguita (come si vede le tradizioni vengono mantenute tutt’oggi!), I° Convegno Exallievi Salesiani di Alassio (1914). un diploma, inviato da don Bastasi a Don Boccalatte nel 1947, che ci attribuisce il n° 45 nella Federazione Internazionale). In questa circostanza viene eletto Presidente il Cav. Giuseppe Boschetti, Vice Presidente il Sac. Teologo Marco Brunello, Segretario Falco Giuseppe, Consiglieri: Dott. Giuseppe Cappelli, Cesio Antonio, Freghetti Emanuele, Pelle Emanuele. Di questa seduta abbiamo un’ampia dettagliata relazione (Voci Fraterne, aprile 1921, anno II -n° 4, pag. 3) e, ricordando il periodo storico, mi piace citare la conclusione: «Come sempre nell’ora triste della discordia civile, come dappertutto oggi, nell’ora torbida che minaccia, ogni uomo di buona volontà si stringa alla sua bandiera, ogni exallievo dia il nome alla propria Unione. Al di sopra di ogni partito, per un’idea grande, sublime, di fratellanza cristiana». A Boschetti successe, quale presidente dell’Unione, Divizia Pio Luigi (papà del prof. Mimmo, per oltre 40 anni apprezzato docente presso la Scuola Salesiana), che con solerzia, competenza ed entusiasmo la guiderà fino al 1932. In quell’anno si svolgono le elezioni per rinnovare tutto il Consiglio di Presidenza. Presidente viene eletto il conte avvocato Edoardo Della Lengueglia, uno dei primi liceisti della Casa salesiana di Alassio, assiduo dell’Unione e figura di grande spicco in città. Accanto a lui, in qualità di vicepresidente, troviamo Marco Brunello, molto legato al Circolo Auxilium, il circolo giovanile dell’Oratorio, che contava al suo interno liceisti, universitari, giovani della città e che aveva visto nelle figure di don Magnani e di don Muzio due autentici trascinatori ed animatori. Brunello rappresenterà un po’ il filo di collegamento tra l’Unione Exallievi e l’Oratorio. Nella veste di segretario solerte, troviamo l’avv. Ambrogio Guido e in quella di cassiere ritroviamo l’ing. Felice Gaggino, che mai aveva abbandonato l’Unione dal momento della sua fondazione; consiglieri sono Divizia Pio Luigi, ex presidente rimasto fe- avevano preso parte il Podestà, Andrea Quartino, anch’egli exallievo, il Segretario politico dott. Giuseppe Ferrari, il Vicepodestà dott. Francesco Torre, il Parroco mons. Bartolomeo Podestà; al termine il direttore don Luigi Oldano rivolge parole di augurio e di ringraziamento a tutti i convenuti. Ho voluto ricordare nei dettagli questo particolare Convegno, non soltanto per citare il ricordo di tanti illustri alassini ormai scomparsi, ma rimasti certamente nella mente di molti, ma soprattutto perché, nel corso dell’Adunanza, gli exallievi dell’epoca lanciarono l’idea di erigere un busto a ricordo di don Cerruti, primo direttore dell’Istituto e insigne educatore. Come si può notare da questo fatto e dal precedente del 1916, gli exallievi erano già membri attivi di quella Famiglia Salesiana, di cui si parlerà soltanto moltissimi anni dopo. Il 7 maggio 1933, in occasione del Convegno annuale degli Exallievi, si svolge una solenne cerimonia per l’inaugurazione del medaglione che ancora oggi, 70 anni dopo, ricorda, all’ingresso dell’Istituto, la figura di don Cerruti. L’opera in bronzo è un pregevolissimo manufatto dello scultore Gaetano Cellini, autore del Monumento a Don Bosco in Piazza Maria Ausiliatrice a Torino. Al mattino, dopo l’Adunanza, alla quale presero parte anche Don Bartolomeo Fascie, Consigliere Scolastico Generale della Congregazione Salesiana e don G.B. Antonio, Ispettore, viene celebrata una solenne santa Messa, con l’assistenza pontificale di mons. Angelo Cambiaso, Vescovo di Albenga. A seguire, Agape fraterna, nel corso della quale ci sono saluti del Direttore don Luigi Oldano e del presidente degli exallievi conte Della Lengueglia. Nel pomeriggio, alle 14,30, presenti le massime autorità civili e religiose, viene scoperto il busto di don Cerruti, dopo la commemorazione ufficiale tenuta da don Fascie. Concluderà la cerimonia il Comm. Avv. Andrea Quartino, Podestà di Alassio, che ricordando di essere stato allievo di don Cerruti, citerà tutte le benemerenze di questo direttore salesiano verso la città, menzionando in particolare la chiaroveggenza di questo sacerdote sul destino brillantissimo della spiaggia alassina. Antonio Tassara 10 «L'ALASSINO» Gli appuntamenti dell’Alassio Volley Già ad ottobre 2002 i tornei prendono vita: il primo appuntamento è per la categoria under 17 femminile con 8 squadre di Liguria e Piemonte che tra il 5 e il 6 di ottobre al Palazzetto dello Sport si sono contese il primato che è andato appannaggio della squadra d’Albenga. Eccoci arrivati ai giorni 7 e 8 dicembre con il Torneo Interregionale dell’Immacolata, categoria under 13 femminile. Si sono contese il trofeo 12 squadre provenienti da Liguria, Piemonte, Lombardia e dopo due giorni di combattutissime gare nel- la Palestra Don Bosco e al Palalassio Lorenzo Ravizza ha prevalso la squadra dell’Alta Val Bisagno. Come consuetudine per Natale l’associazione organizza una festa per lo scambio d’auguri ed un piccolo ricordo per tutti i propri tesserati che quest’anno hanno raggiunto quota 128 atleti. Nel ponte dell’Epifania sono arrivate ad Alassio 18 squadre provenienti da varie regioni d’Italia (Campania, Toscana, Lombardia, Piemonte e Liguria) che si sono contese negli im- pianti sportivi della città (Don Bosco, Ollandini, Palalassio) l’ambito trofeo che ci ha visto protagonisti, assegnando all’ Alassio Volley la vittoria dopo un’entusiasmante finale con la squadra dell’Eurodue Firenze. Questi nostri sforzi sono coadiuvati dalla collaborazione e disponibilità all’accoglienza dell’Istituto Don Bosco e degli alberghi Adler, Olimpia e Al Sole; dalla possibilità di utilizzo delle palestre e del palasport, dalla distribuzione di gadget e depliant forniti dall’Ufficio Turismo del Comune di Alassio e dell’APT ed al momento dei saluti il Bar Impero ci ha agevolato nel distribuire «baci» a tutti. Le partite sono state autorevolmente arbitrate dal gruppo arbitri P.G.S. Lombardia e dai nostri Ilaria e Luca, a cui vanno i più sentiti ringraziamenti. Questa attività è resa possibile grazie al grande interessamento dei nostri tecnici organizzatori Marco Arzarello e Cinzia Molle, coadiuvati dal gruppo dei dirigenti che si sono impegnati con entusiasmo per il divertimento di tanti ragazzi. Sono già previste per i prossimi mesi altre manifestazioni che ci auguriamo possano avere pari successo. Il Direttivo Alassio Volley Memoria storica della squadra di calcio S.C. Alassio Sono passati più di 80 anni da quando lo S.C. Alassio è stato fondato nel lontano 1920 e la ricorrenza è passata inosservata, senza una nota, un pensiero, un ricordo per gli OTTANT’ANNI della Sua storia. Anche lo Sport e in questa occasione il calcio, fa parte del TESSUTO STORICO di una città per il bagaglio di ricordi che può rappresentare in ognuno di noi. Certo che in questo momento identificarsi con la squadra che ha dato lustro sportivo per decenni e che il Suo soprannome «Le Vespe» ha portato il nome di Alassio ad essere temuto sportivamente in tante partite svolte nei vari campionati a tutti i livelli, è un po’ difficile. Io non sono uno scrittore, però quello che scrivo parte dal cuore e dai sentimenti che provo per lo sport e per Alassio. Quello che maggiormente mi fa male, è che nessuno, particolarmente le persone che hanno superato gli ANTA, non abbia per un solo momento dato l’imput a qualche iniziativa finalizzata alla storia del- la società. Da cosa dipende questo disinnamoramento della Società e della squadra che per tanti anni ha rappresentato Alassio nel mondo calcistico con dignità e onore. Non voglio essere giudice di nessuno, però analizziamo con spirito critico la situazione e cerchiamo di correre ai ripari. Lo Sport e in particolare il calcio è ai vertici dell’attenzione dei mass media. Alassio negli ultimi trent’anni, non ha investito nel comparto calcio per una immagine di Alassio, fatta eccezione per il 1982 quando ha ospitato la Nazionale Italiana di Calcio nel pre mondiale spagnolo, poi vinto. Chi è nel mondo del calcio sa benissimo che chi pratica questo sport vede di buon occhio questa serie di combinazioni. Oggi il calcio e business, muove la gente, fa partecipare alla vita sportiva della città più persone, muove l’economia, cura il sociale, ma più di tutto crea una IMMAGINE che fa bene all’economia turistica della nostra città. Il passato potrebbe insegnare molto in questo senso. Vorrei entrare nel sentimentale per ricordare i miei compagni di squadra, per le centinaia di partite combattute assieme, per gli entusiasmi, per le delusioni per le meravigliose giornate passate assieme, nelle trasferte a Piombino, Poggibonsi, Casale, Vercelli, Spezia, Massa, Carrara e tante altre, o ricordare i derby con l’Imperia, l’Albenga, la Sanremese quando allo stadio si contavano migliaia di spettatori, quando essere un giocatore dell’Alassio era un orgoglio. Bisogna far ritornare questi stati d’animo in tutto l’ambiente dello sport del calcio di Alassio, mettendo in opera le strutture programmate dall’amministrazione, creando a piccoli passi una giusta rivalutazione della società, che a mio parere deve essere una solamente, ponendo a tutti gli sforzi possibili per programmare una crescita d’immagine finalizzata a tutto lo sport in generale e per un futuro più degno dello sport del calcio ad Alassio, per un ritorno turistico, particolarmente nei mesi di media e bassa stagione quando in occasione delle gare domenicali arrivavano fin dal sabato pullman carichi di tifosi, dal Piemonte, dalla Lombardia e dalla Toscana ecc. Oggi i media sanno benissimo quanto conta propagandare un prodotto, si possono attuare iniziative in tutti i sensi, da quelle particolari per una crescita di immagine, come quelle sociali a scopo benefico e tante altre per la raccolta di fondi per un sostegno alla società Alassio non può essere la cenerentola nello sport ligure, considerata l’importanza che lo stesso rappresenta nell’economia turistica. Non voglio più dilungarmi in questa mia esternazione e ringrazio per lo spazio che l’A.V.A. mi vorrà concedere nella pubblicazione di questo cenno di MEMORIA STORICA. Sergio Zenari Martedì 18 Febbraio 2003 V° Trofeo «Buon vento fra le Riviere» Domenica 26 gennaio u.s. presso la Piscina di Alassio si è disputata la prima tappa del V° Trofeo «Buon vento fra le Riviere» organizzato dalla GE.S.CO. S.p.A. in collaborazione con il Centro Sportivo Italiano - Regione Liguria. Questa bella pagina di sport ha in vasca non si può tralasciare l’impegno profuso dai «pulcini», cioè tutti quei bambini che hanno iniziato quest’anno a cimentarsi con il nuoto. Ricordiamo Zingariello Luca, Radici Cristian e Losno Andrea, Leo Federica, Revello Martina. visto la partecipazione di circa 90 atleti di alcune società torinesi, della Matuziana Sanremo e gli atleti della Gesco Nuoto Alassio. Nella gara di riapertura del nuoto ligure CSI, i ragazzi della squadra di casa hanno difeso i buoni piazzamenti ottenuti ai Campionati Nazionali dello scorso giugno a Cesenatico. Tra questi Mellini, Vivone, Cipriano, Filippi, Zingariello, Ponzio fra i maschi categoria ragazzi, Ghiringhelli, Di Muro, Vitelli nelle ragazze. Tra tutti gli atleti che sono scesi Il prossimo appuntamento del Trofeo sarà domenica 16 marzo a Torino per poi proseguire a Como domenica 6 aprile e per concludersi ad Alassio con la finale sabato 24 maggio 2003. Le tappe di Alassio del Trofeo «Buon Vento fra le Riviere» sono valide per la qualificazione regionale per la partecipazione alle finali Joy Cup che si disputeranno a Catania dal 24 giugno al 28 giugno p.v. GESCO SpA Cattura branzino (vedi «L'Alassino» dicembre 2002) Da Carlo Carenzo alla spett.le Associazione M.B. Alassini Sezione di Conna In risposta alla v.s. di gennaio u.s. il sottoscritto Carlo Carenzo, alassino di nascita e pescasportivo del molo di adozione, precisa: La commissione «Amici del Molo» esaminata vostra lettera ha dichiarato quanto segue: - il signor Carenzo Carlo è stato riconosciuto abile alla pesca con canna, nel tratto di molo di ponente compreso tra il 1° ed il 4° lampione, con corrente da levan- te ed esca a discrezione. - gli è inoltre consentito l'ausilio di un aiutante purché appartenente al gruppo di amici del molo (i bagnanti no) - è tuttavia fatto divieto, durante la pesca, di appisolarsi sulla panchina; è tollerato un pisolino durante il dopopranzo (ore 13/15). Ringrazio gli amici del molo, la Vecchia Alassio, e all'Associazione M.B. consiglio di andare… a svolgere le proprie attenzioni altrove. Carlo Carenzo …UOMINI DIVERSI 2 Mi è difficile giustificare (o trovare una ragione per) la furiosa antipatia di Dante, spinta fino alla cattiveria, verso i Liguri. «… perché non siete voi dal mondo spersi?». Ma come…? Unico Campione di questo grande popolo visto con ammirazione dal Sommo Poeta, è certamente Folchetto da Marsiglia, nato da un mercante genovese, che come dice nel canto IX del Paradiso «…di quella valle, fui litorano-tra l’Ebro e Magra…». (La valle, naturalmente, è il mar Mediterraneo e il fiume Ebro, in Spagna, sfocia nel golfo di Valencia). A Folco, già lodato per l’eleganza dello stile, come rappresentante della poesia trovadorica provenzale, nel De Vulgari Eloquentia, Dante affida il compito di porre sotto accusa quella che considera la prima causa del traviamento del mondo: l’avidità di guadagno. (Sembra un intervento d’anticipo della Nemesi… anche se Folchetto, nel 1205 divenuto Vescovo di Tolosa, dimostrò, subito, nella crociata contro gli Albigesi lo zelo (e anche la cattiveria) opportuno per ricoprire certe cariche importanti). In ogni caso la storia, per vie misteriose quanto imprevedibili, si è incaricata di smentire Dante e con lui tutti coloro che hanno sempre considerato i Liguri negati all’arte, alla poesia, alla musica e a tutte le belle cose che abitano negli animi degli esseri umani più nobili. Nessuno al mondo può ignorare personaggi come Leon Battista Alberti o Bernardo Strozzi! Possiamo considerare Paganini un capriccio che non fa regola? E pensare che agli albori della storia della penisola italiana per Liguria s’intendeva tutta la terra che dal suo mare arriva fino alla pianura padana e Liguri si chiamavano i fieri uomini che l’abitavano. Qualche decennio fa il poeta Camillo Sbarbaro, anticipatore di Montale e di tanta poesia contemporanea, ha iniziato con questo verso una poesia dedicata alla Liguria e ai Liguri: Scarsa lingua di terra che orla il mare. Il fatto incredibile è che questa razza di uomini duri e battaglieri, immersi nella concretezza del vivere giorno per giorno, veloci nel far di conto e nello stillare contratti, ma piuttosto restii a scrivere sotto l’estro della fantasia, sono nati dei personaggi incredibili per grandezza e lungimiranza di vedute e sono scaturite strategie politiche ed economiche, tuttora, di valenza primaria. Sono in pochi a sapere che il Sacro Graal la coppa servita per l’Ultima Cena e in cui Giuseppe FIORI DI BACH GENTIAL I tipi Gential sono eterni pessimisti che dubitano di tutto e spesso trovano persino una motivazione logica per giustificare il loro atteggiamento negativo. Quando devono affrontare difficoltà esterne, si scoraggiano facilmente e si lasciano deprimere. Lasciarsi sopraffare dai problemi causa malessere, ma lo è ancora di più se si cade a ogni minimo ostacolo, al punto di perdere ogni energia vitale. Il rimedio Gential, aiuta le persone a guardare in modo più oggettivo e distaccato i problemi dell’esistenza. A soffrire di queste crisi sono soprattutto gli adolescenti che iniziano a confrontarsi con i problemi quotidiani che a volte possono apparire irrisolvibili. È basilare, quindi, affinché le difficoltà non si trasformino nella testa in ostacoli insormontabili, isolare ogni singolo problema da superare, guadagnando, a poco a poco, maggiore fiducia in se stessi e più coraggio per lottare. GORSE Il rimedio Gorse, va oltre il Gential è indicato infatti non tanto a chi non riesce a superare le difficoltà quotidiane, ma alle persone che ormai sono in preda alla disperazione. Tale stato d’animo è dovuto non a un pessimismo di base, ma alla consapevolezza di aver tentato di tutto per riuscire nei propri intenti e di aver mancato l’obbiettivo finale. Gorse insegna a riacquistare fiducia, a non arrendersi mai, dando speranza a chi, ormai, si sente in tutto e per tutto fallito. Si tratta di ricostruire a mano a mano la speranza, fondamentale per continuare a vivere la quotidianità, per ribaltare la negatività presente nell’animo e per ritrovare l’energia necessaria ad affrontare il destino perché «suae quisque fortunae faber est».: Ognuno è artefice del proprio destino. per informazioni Pogliano Flavio 328 2150781 d’Arimatea raccolse alcune gocce del sangue di Gesù, si trova nel tesoro della cattedrale di S. Lorenzo. È lì da circa 900 anni, da quando la portò Guglielmo Embriaco al ritorno della prima crociata, dove inventò e costruì la macchina da guerra che permise ai crociati di scalare le mura di Gerusalemme. (Per fortuna che Re Artù ed i Cavalieri della Tavola Rotonda (Lancilotto e Merlino… quanti ricordi…) non lo sapevano altrimenti non si sarebbero riuniti per cercare il sacro Graal e noi avremmo perso tante belle «pagine» di avventure. E ci sarebbe negato anche il piacere di ascoltare l’ultima opera di Wagner che ha per protagonista Parsifal il puro… folle; l’unico che poteva accostarsi alla sacra coppa). Dall’opera del frate domenicano Jacopo da Varagine e dal suo modo molto efficace di predicare il Vangelo fino ad esagerare un po’ con le figure più esaltanti è sorto imperioso San Giorgio che uccide il drago cattivo, tanto da affascinare i primi Genovesi che lo vollero come bandiera. E che bandiera! Issata sui pennoni delle navi diventò presto così temibile che pirati e corsari saraceni mai osarono attaccare le galee della Repubblica. E la fama di San Giorgio crebbe al punto che l’Inghilterra, nella speranza di tenere alla larga dai suo traffici marittimi i banditi, comprò dai Genovesi la (continua a pagina 11) Martedì 18 Febbraio 2003 11 «L'ALASSINO» Ricordo di Don Motroni UOMINI DIVERSI 2 (segue da pagina 10) rossa croce di San Giorgio che ancora oggi figura nella bandiera del Regno Unito accanto alle croci di Sant’Andrea e San Pancrazio che rappresentano la Scozia e l’Irlanda (anche questo gesto, dal punto di vista mercantile, credo sia unico nella storia…). L’individualismo dei Liguri è davvero esagerato. Si riunivano solo per emergenza; per il resto sono sempre stati degli individui che abitavano lo stesso posto. Ma i romani li sconfissero per la loro mancanza di tecniche efficaci non per il loro coraggio, l’onore, il morale, le facoltà intellettuali e per il «livello di eccellenza» come dirà Darwin. Basta citare le guerre di Roma contro i Liguri iniziate nel 238 a.C. e terminate nel 14 a.C. Il numero dei «caduti» (Liguri) in 224 anni di guerra per non perdere la libertà furono: 15 mila caduti contro L. Emilio Paolo nella breve piana di Pietra Ligure; 10 mila contro il console Gaio Claudio Pulcro e ancora 10.000 caduti contro il console M. Polibio Lenate. Nessun gruppo di tribù o popolo ha mai combattuto così duramente per opporsi a Roma Dante Schivo (continua) Mio caro Don Motroni, ci hai lasciato andandotene in punta di piedi; proprio come in punta di piedi, senza clamori, senza ambizioni hai passato nella Casa di Alassio 55 anni di vero sacerdozio salesiano. Eri arrivato, giovanissimo prete, nel 1947 per sostituire il «grande» Don Giovanni Boselli e ne sei diventato degno erede nella scuola e uomo di punta nella conduzione del Liceo. Profondo conoscitore della classicità, sei diventato un ineguagliabile docente per la tipologia della tua didattica, per il forte senso di giustizia e per la grande capacità di rapportarti con i tuoi studenti. Ma sei stato anche uomo di «cortile» secondo la pedagogia di Don Bosco: chi può dimenticare l’agonismo delle partite di calcio che tu giocavi con i tuoi ragazzi, annodandoti la veste talare in mezzo alle gambe? Quando, dopo 35 anni, l’obbedienza salesiana, per i tuoi problemi di vista, ti impose di lasciare l’insegnamento, con te si andava estinguendo la generazione di quelle figure di Salesiani, uomini di cultura e di scuola, che hanno segnato un’epoca nella Casa di Alassio. Ma tu fosti capace di trasferire tutte le tue doti da Isocrate e da Lucrezio ai libri contabili e al calcolo dell’IVA. E lo hai fatto in modo impeccabile fino a pochi giorni fa. Sempre in attività, mai un momento di sosta né di giorno né di notte (eri tu che di buon mattino aprivi l’Istituto ed eri l’ultimo ad andare a letto dopo aver fatto un giro di controllo): la scuola, l’internato, un rubinetto che perde, la caldaia da sistemare, un fornitore, una lampadina da sostituire, le buste paga, una tegola rotta da cambiare... Eri sempre tu a correre qua e là con quello spirito che Don Bosco raccomandava ai suoi figli. E mai un lamento! Non ti lamentasti neppure quando, venuto a trovarti solo in economato, alla bella età di 80 anni, cercasti di lavorare per due e questo praticamente fino a quando il male ti aggredì e qualche giorno prima, ancora seduto dietro la tua scrivania, mi dicesti: «Antonio, questa volta me ne vado...», sentendo le forze che ti stavano mancando: si può dire che sei caduto sul campo! Grazie don Motroni! Grazie per averci donato la tua amicizia; grazie per esserci stato educatore e soprattutto esempio di disponibilità e di servizio; grazie per aver dato lustro alla Casa Salesiana di Alassio: uomo probo, saggio educatore, sacerdote esemplare e ottimo salesiano. Rimarrai sempre nel nostro cuore e nel nostro ricordo. Antonio Tassara A nome e per conto dei tuoi exallievi LUTTI CITTADINI E NECROLOGI GIUSEPPINA ROSO VED. DE FEO La cara Pina non si è spenta a poco a poco ma ad un tratto e scomparsa in serenità di spirito! Con lei scompare una delle ultime figure della «vecchia Alassio», ed un senso di tristezza e di vuoto prende alla gola il superstite che deve scrivere di lei. Con la sua dipartita c’è un’ombra in più che lo accompagna, ne sente i passi leggeri senza suono, a tratta ne scorge i lineamenti. Era nata da padre savonese, da madre alassina, imparentata con antiche famiglie. Quella dei Vidal, del popolare maestro delle classi elementari, con i Grassi, con i Torre. Aveva vissuto l’infanzia e la giovinezza in una cittadina ancora a misura di chi l’abitava, con i propri usi, le proprie tradizioni i propri caratteri. Della vita di quel tempo ne era poi diventata la memoria storica. Un prezioso riferimento per coloro che volevano conoscere. Della nostra cara Pina con affetto vogliamo ricordare la grande sua sincerità, accompagnata da una naturale semplicità e da tersa onestà. Ella fu un esempio di fedeltà coniugale e di materna amorevolezza, nonché donna di convinta fede religiosa. Alla figlia Laura, al figlio Paolo, alla nuora Anna Maria, al diletto nipote Fabio, ai parenti giungano le commosse condoglianze dell’A.V.A. a.c. CLAUDIO VENTIMIGLIA È improvvisamente mancato all’affetto dei suoi Cari il prof. Claudio Ventimiglia, Preside dell’Istituto Alberghiero Statale di Alassio e degli Istituti Agrario e Itis di Albenga. Sagace e attento, tempestivo e valente nella sua attività di direttore delle diverse Scuole anche in questi tempi difficili, amato e apprezzato in ogni ambiente di lavoro, ha lasciato un grande vuoto e un profondo rimpianto in tutti coloro che lo conobbero e che ebbero rapporti di ufficio e di competenza con lui. Alla moglie, prof. Mariangela e ai figli Chiara e Luca, alla Mamma Amelia e ai fratelli Mario e Attilio porge le sue più sentite condoglianze il C.D. dell’AVA, anche a nome dei Soci e della città. MADDALENA PRAMAGGIORE VED. GENOVA dicata fede cristiana, sorgente primaria della sua grande forza interiore; fu devota di Padre Pio, fin dal lontano 1950, al quale fece un voto. Animo caratterizzato da una sensibilità ed una dolcezza tutt’altro che comuni, aveva una visione della vita lontana dalla materia e vicina a Dio; qualità che le causavano sofferenza anche per le piccole cose. Fu prodiga con tutti, anche con coloro che le avevano causato grandi dolori; capace di nascondere la sua sofferenza nei momenti in cui doveva essere forte per la sua famiglia. I suoi tre figli amano ricordarla come un’anima umile, altruista ed artistica che era solita guardare il mondo con occhi vispi, intelligenti e pronti ad accorgersi di ciò che si cela al di là della superficie. La Mamma era solita dire: «Per vivere a lungo bisogna essere ottimisti e felici. Felicità ed Ottimismo sono le migliori medicine per la nostra salute». Con questa frase nel cuore le saranno eternamente riconoscenti per aver loro insegnato ad amare. nonostante le sue origini umbre e una sorella che lo voleva con sé a Cannes, non volle mai abbandonare la «sua» Alassio alla quale diceva lo legavano i migliori anni della sua vita. Ciao Antoine, ti vogliamo ricordare così con una di quelle aragoste a cui tu dicevi di saper dare la corda, e da lassù dai un occhiata a Barusso magari mentre ti fai una marlboro e ti bevi un goccio di porto. Addio caro Antoine rimarrai per sempre nei nostri cuori. Gli amici di Borgo Barusso Anche l’A.V.A. porge le più sentite condoglianze Anniversario PATRIZIA BERRINO 18/02/1998 - 18/02/2003 I suoi figli Anche l’ A.V.A. porge le più sentite condoglianze. ANTONIO DEL ZOPPO Il 20 dicembre 2002 alle ore 17.30 si è spenta, all’età di 83 anni, Maddalena Pramaggiore. Donna di eccellenti qualità morali, prima fra tutte un’encomiabile dedizione alla famiglia, alla quale ha dedicato la totalità della sua esistenza, al fianco del marito Giovanni Genova conte Bocchi Bianchi, dalla giovane età di 18 anni. Madre di tre figli Giacinto, Paolo e Federico e di una bimba, Luisella, scomparsa prematuramente dopo solo un mese di vita. Eccellente lavoratrice ricevette una straordinaria lettera, nella quale venivano riconosciuti i suoi meriti per l’intelligente attività, nel momento in cui lasciava la carriera professionale, svolta presso un’importante impresa italiana, per il matrimonio; lettera alla quale era particolarmente affezionata e che non mancava di far leggere ai parenti ed amici che entravano in casa. Per la famiglia rappresentò e rappresenterà sempre un esempio di forza, con la quale seppe, soprattutto nei momenti più difficili, sostenere ogni membro. La Mamma fu sempre accompagnata da un’incrollabile e ra- Siamo al quinto anniversario. Il tempo è passato in fretta, ma il mio dolore è ancora lì, fermo nel mio cuore, che ti pensa sempre di più e dice che non tornerai più. Spero un giorno anch’io di arrivare in questa luce azzurra solo per rivederti. Ricordati sempre di me. Un abbraccio da tua sorella. Ciao! Il giorno 18 gennaio è mancato Antonio Del Zoppo, una figura popolare della nostra città. Giunto ad Alassio negli anni ’50 ha iniziato la sua attività presso il ristorante «Tre Mori» per poi proseguirla presso il ristorante «Armando» e poi «Pescatori». Uomo vulcanico e dotato di una grande carica umana seppe ben presto farsi ben volere da tutti. Ai suoi tavoli si sono alternati personaggi famosi come i Nasi e i Pininfarina o i più famosi calciatori come Paolo Pulici, che conquistava con la sua schiettezza e talvolta con la sua polemica che ne facevano un personaggio unico. Negli ultimi anni della sua vita, MESE DI GENNAIO 2003 AGNESE Agostina AGNONE Carmelo BONIFAI Margherita COMINO Marianna GIAMMARTINI Margherita MAGLIO Anna Maria NATTERO Serafina PARIS Edda PRAMAGGIORE Maddalena ROSO Giuseppina TARASIEWICZ Halina VIGLINO Luigi anni 86 anni 67 anni 85 anni 88 anni 82 anni 92 anni 97 anni 73 anni 82 anni 93 anni 83 anni 90 L’A.V.A. da queste colonne esprime ancora una volta le più sentite condoglianze ai loro familiari. 12 «L'ALASSINO» Fauna di Alassio PISPOLA 4° Raduno in fuoristrada «Città di Alassio» Martedì 18 Febbraio 2003 Meteorologia Alassina a cura dell'Osservatorio Don Bosco 26 gennaio 2003 GENNAIO 2003 (Anthus pretensis) – «Spìa de paiarine» Questo uccello insettivoro è ora, qui da noi, piuttosto raro. Era comune in lande, fasce e praterie. Assomiglia al prispolone, ma ha il petto molto più bianco, zampe marrone e unghie posteriori assai lunghe. Il groppone è meno striato del dorso sì che lo distingue dalla pispola golarossa. Nella sua migrazione di rientro (marzo-maggio) può vedersi in volo in stormi poco fitti. A primavera anticipa il passaggio dell’ortolano (paiarina). È insettivoro. La sua voce è un comune «ziip» molto diverso da quello del prispolone e della prispola golarossa, qui da noi rarissimi. Di solito canta in volo e il suo canto termina con un debole trillo. Trattandosi di preda di minime dimensioni poco interessava ai nonni catturarlo. La sua cattura è oggi vietata. In Alassio ad una donzella giovane, magra e molto vivace si usava dire: «Ti me poi ina spìa de paiarine». Pessö FOTO FRANCO IEBOLE Strane terapie dei nonni Gli imenotteri e il pomodoro acerbo Gli imenotteri sono un ordine di insetti di piccole dimensioni alati e con apparato boccale masticatore. Le femmine, in più specie di questi, hanno un ovopositore modificato in pungiglione con ghiandole velenifere. Fra questi vivono da noi, in società organizzata, l’ape, la vespa, il calabrone e il bombo che, se disturbati, singolarmente o in più esemplari, come i «kamikaze», attaccano chi li offende lasciando il loro pungiglione (steccu) infisso nell’epidermide del malcapitato. Si afferma che una decina di punture di api o vespe e solo tre di calabroni possono mettere in pericolo di vita chi ne è colpito. Nei tempi passati chi veniva offeso da questi insetti la terapia per guarirlo era quella di liberare dai pungiglioni le ferite per poi trattarle con un preparato «a poltiglia» composto con polvere rossa d’argilla impastata con un liquido ricavato dalla bollitura di foglie di alloro, canfora, polpa di foglia di fico d’India, malva, parietaria e sale. Nel nostro entroterra i contadini, dopo avere segnato più volte con la croce la parte offesa, la coprivano con la metà di un pomodoro acerbo, fasciavano il tutto finché il dolore e il gonfiore terminassero. Solo dopo la metà dell’ Ottocento le ricerche mediche trovarono che l’ammoniaca era un rimedio efficace. Pessö LAUREA Presso l’Università degli Studi di Brescia si è brillantemente laureata in Economia e Commercio, il giorno 7 gennaio u.s., la nostra concittadina DALIA PUERARI, con la tesi: «I diritti del malato nel S.S.N. dopo la riforma. Aspetti teorici e rilevanza nella gestione degli ospedali». Relatrice la Ch.ma prof. Rosella Levaggi – Correlatore il Ch.mo prof. Paolo Panteghini. Alla neo dottoressa giungano le più affettuose felicitazioni anche da parte dell’Associazione Vecchia Alassio. Le prove al sole di Alassio. Per usare una similitudine, anche se non tra le più riuscite, organizzare un raduno fuoristradistico è come preparare una cena. Servono quindi alcune cose basilari. Gli ingredienti: percorsi adatti alle varie tipologie di invitati, fuoristrada classici e sport utility senza trascurare gli aspetti panoramici e suggestivi che si intendono valorizzare. Il lato divertente e di richiamo: nel nostro caso una bellissima spiaggia da sfruttare e percorrere per un giorno intero. La gastronomia: tutto è più bello se accompagnato da un buon pranzetto che permetta di rilassarsi un attimo e assaporare i momenti vissuti pregustando quello che avverrà dopo con lo spirito adatto. La coreografia dell’insieme: una città come Alassio che per un giorno stravolge la sua vocazione turistico-balneare a favore di orde di «barbari motorizzati» che calano da tutte le latitudini d’Italia e dell’estero. I piccoli particolari: una ricca dotazione di gadgets e souvenirs da portarsi a casa per non dimenticare la giornata trascorsa, magari con ancora in bocca il sapore dei dolcetti tipici del posto frammisto a granelli di sabbia alzata Un mezzo anfibio. dalle sgommate degli insabbiati! Se non abbiamo dimenticato nessun ingrediente siamo a buon punto, ora mancano solo gli inviti ed i «cerimonieri» che devono curare tutto nei minimi dettagli. A questo punto entrano in gioco i componenti del 4WD PROMOTION e del Comune di Alassio che per oltre tre mesi lavorano a tempo pieno per l’allestimento della manifestazione. Bene, a grandi linee ora avete tutti chiaro cosa c’è dietro le quinte del «4° RADUNO IN FUORISTRADA CITTÀ DI ALASSIO». La cronaca: oltre 150 fuoristrada hanno aderito all’iniziativa decretando ancora una volta il successo della manifestazione ed il premio degli sforzi anche notevoli affrontati da tutta la compagine organizzativa. Un notevole aiuto è stato dato anche dal tempo: una magnifica giornata di sole che ha assistito le esibizioni dei fuoristrada impegnati sia nella «mini-Dakar» che nel percorso di oltre 90 km attraverso l’entroterra collinare di Alassio. Non sono comunque mancati altri elementi di interesse: le due Mitsubishi «official car» della Federazione Italiana Fuoristrada che condotte dapprima con reverenziale timore e poi con disinvoltura da «veterani del deserto» nientemeno che dal vice-presidente Wanni ZARPELLON e dal segretario Andrea MONTAGUTI hanno percorso più volte da cima a fondo il tracciato artificiale sulla spiaggia. E non dobbiamo dimenticare gli amici giornalisti che hanno testato alcune vetture 4x4 al limite dell’annegamento! Altro punto di attrazione è stato la presenza, a sorpresa, di un mezzo anfibio che, spuntato dai flutti, ha fatto la spola tutto il giorno tra la spiaggia e le barche che regattavano poco al largo, suscitando scalpore ed applausi per le evoluzioni. Dal lato sicurezza dobbiamo spendere parole di elogio per l’operato della Polizia Municipale schierata in gran numero nei punti nevralgici, brillantemente supportata dai volontari dell’Associazione Nazionale Alpini sezione di Alassio, onnipresenti sul percorso. Non sono comunque mancati momenti di panico quando, sul percorso collinare abbondantemente ghiacciato e innevato, alcuni veicoli sono usciti dal percorso trovandosi in situazione critica; l’imprevisto però è stato di breve durata, le vetture di assistenza dislocate nei punti strategici dell’itinerario sono intervenute prontamente a risolvere la situazione, riportando tutto alla normalità. Alle 18.15, in perfetto orario sulla tabella di marcia, sono iniziate le premiazioni alla presenza dell’instancabile Assessore allo Sport Fabrizio CALÒ, del Consigliere Rocco INVERNIZZI in rappresentanza, oltre del Comune, anche dell’Associazione Bagni Marini, nonché di altri esponenti dell’Ufficio Turismo e dell’Associazione Albergatori e del Club Organizzatore. Dopo le splendide coppe e trofei assegnati in quantità è stata la volta dell’estrazione a sorte dei tanto sospirati week-end offerti dalle due Associazioni citate che non sono state di certo avare…! Ora, dopo una breve pausa per riordinare le idee, il 4WD PROMOTION si rimetterà al lavoro per poter realizzare le iniziative in cantiere per il 2003 che non sono davvero poche, ma questa è un’altra storia… Primo dato positivo: 24 giorni sereni, 4 coperti e 3 indicati come «misti». Questa prevalenza di giorni sereni ha fatto registrare una bella media giornaliera di ore di limpido sole, anche se durante il mese di gennaio la permanenza della nostra stella sopra l’orizzonte (= durata del dì) è fra le più ridotte di tutto l’anno. Eccone i valori medi decadali: 4,5 ore di bel sole ogni giorno nella prima decade; 6,4 ore nella seconda; 6,5 ore nella terza. Assai contenute anche le precipitazioni: 13,6 millimetri di pioggia nella prima decade, ma tutti registrati il giorno 6; 2,0 millimetri il giorno 20; 61,0 millimetri nella terza decade e anche questi tutti in data 21 gennaio; quindi riassumendo: tre giorni con della pioggia e un quarto giorno senza un raggio di sole. La temperatura minima assoluta in tutto il mese è del 15 gennaio alle ore 9 con + 4,8°C. Temperatura media mensile: 10,1°C. Potremmo quindi dire: un mese di caratteri poco invernali o, meglio ancora, di precoce primavera (ce lo hanno bisbigliato i bei mandorli in fiore!). Ma parliamo anche del fenomeno meteo che, entro limiti sempre molto contenuti, è capace di caratterizzare l’inverno nella nostra Baia: il vento! Eccone i valori medi decadali: nella prima decade la velocità media del vento è stata di 10 km/h al giorno; nella seconda decade: 11,5 km/h; e ancora 10,1 km/h nella terza decade. Secondo la Scala Beaufort del Codice Internazionale tali velocità entrano nel 2° grado e cioè delle «Brezze leggere». Devo però subito dire che nell’arco del mese sono state registrate velocità ben più elevate. Qualche esempio: 600 km percorsi dal vento in 24 ore il giorno 8 con una media oraria di 25 km; 620 km in 24 ore il giorno 11 con una media di 25,8 km/h. In questi stessi giorni l’anemografo ha registrato punte di 60 km/h. Il nostro inverno, provocato dal vento, si chiama «Temperatura equivalente» e cioè la temperatura precipita dal nostro organismo a causa del vento. Ecco qualche esempio: se la temperatura dell’aria è di 10°C e si ha un vento di 10 km/h, noi percepiamo una temperatura di 8°C; se il vento soffia a 50 km/h, noi ci sentiamo come immersi in una temperatura di 6°C. Se la temperatura dell’aria fosse già di 0°C e il vento soffiasse a 50 km/h, noi avremmo l’impressione di essere a 7 gradi sotto lo zero! Ecco perché si dice comunemente che il vento, quando c’è, è l’unico inverno della nostra Baia. Ma quest’anno il mese di gennaio ci ha offerto ben altre situazioni meteorologiche e, complici le belle giornate di sole, abbiamo rischiato di illuderci di aver già archiviato i capricci del mese più freddo dell’anno. Ma l’inverno astronomico finirà solo con il 21 di marzo, perciò… c’è ancora tanta strada da fare. Il Direttore dell’Osservatorio Prof. Don Natale Tedoldi AUGURI S.O.M.S. ALASSIO Società Operaia di Mutuo Soccorso L’A.V.A. augura a questo importante Sodalizio nato nel lontano 15 marzo 1863 (140 anni or sono), che ha avuto ed ha tanti meriti e che è parte della Storia della nostra città, una lunga vita. Complimenti al Presidente Geom. Enzo Barbera ed al Cons. Direttivo per la loro opera. A.V.A. Le opinioni espresse negli articoli firmati impegnano unicamente la responsabilità dei rispettivi Autori. La Redazione si riserva la facoltà di pubblicare o meno gli articoli che le pervengono e di apportare correzioni e tagli agli articoli stessi, firmati o non firmati; nessun manoscritto si restituisce. DIREZIONE: Cons. Dirett. A.V.A. RESPONS.: Fausto Buffarello EDITORE: A.V.A. TIPOLITOGRAFIA: F.lli Stalla Viale Martiri della Libertà, 30-40 Tel. 0182 50.412/3 - Albenga Telefax 0182 50.412 REGISTRAZIONE: Trib. Civ. Pen. di Savona n. 149 del 30-5-1962 ISCRIZIONE R.O.C. n. 6975 (già R.N.S. n. 9806) LEGGE 5/8/1981 n. 416 art. 11 Foto della testata: Studio Gioberti Associato all'USPI Unione Stampa Periodica Italiana