Febbraio - associazione vecchia alassio

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Febbraio - associazione vecchia alassio
ANNO XLIII - N. 2
Martedì 18 Febbraio 2003
Spedizione in a.p. - 45% - art. 2 comma 20/b - legge 662/96 - Filiale di SAVONA
€ 1,38
Eccovi Alassio che innamora il sole. (A. Graf)
Mensile di attualità, vita cittadina e tradizione dell'Associazione «VECCHIA ALASSIO». Membro effettivo della Consulta Ligure.
Apertura sede: Lunedì, Mercoledì, Venerdì, Sabato dalle 18 alle 19. Socio aderente € 16,50 - Socio Sostenitore € 19,50 - Socio estero € 21,00
ABBONAMENTI - INSERZIONI: Conto Corrente Postale N. 10530186 - A.V.A. Via XX Settembre, 7 - 17021 ALASSIO - Tel. e Fax 0182 64.39.37 - E-mail: [email protected]
Tavola rotonda
FESTA DEL CORPO
LA CONSULTA LIGURE A LEIVI
Beach Management System CENTRO DI CULTURA «LA TORRE» DI POLIZIA MUNICIPALE
Promossa dall’A.V.A. e patrocinata dal Comune di Alassio, il
29 gennaio u.s., presso la Civica
Biblioteca «R. Deaglio» si è tenuta una tavola rotonda sul tema
della protezione del nostro arenile che, come in altre località
costiere, è soggetto al devastante fenomeno dell’erosione.
dell’erosione della spiaggia, nostra principale risorsa; passa
quindi alla presentazione del
progetto B.M.S. per il ripascimento di quei tratti di arenile
maggiormente erosi, con un sistema di tubazioni interrate, a
zero impatto ambientale e a
basso costo.
Il Presidente Carlo Cavedini
apre la riunione con il saluto ai
convenuti: Sindaco, gli Assessori al Demanio e all’Ambiente,
esperti del settore e folto pubblico. Il Sindaco Marco Melgrati
esordisce con un breve cappello politico: finalmente, dopo anni di attesa, siamo stati presi in
considerazione dalla Regione,
con il raggiungimento di un accordo, che prevede il finanziamento per i lavori di completamento della diga foranea, il drenaggio del porto e interventi per
la salvaguardia dell’arenile.
L’assessore Rocco Invernizzi,
delegato al demanio, sottolinea
l’importanza del problema
Esperienze analoghe, effettuate sia all’estero che in Italia,
hanno dato risultati positivi,
scientificamente provati. La
Regione, infatti, promette un
maggiore intervento finanziario
qualora il sistema si dimostrerà
efficace.
Il Prof. Rossetti, tecnico della
società costruttrice dell’impianto, è passato ad illustrarne
il funzionamento a mezzo di un
filmato, precisando che sono
necessari studi di progettazione. Il B.M.S. è un brevetto di proprietà del Danisch Geotechnical
Institute ed è già stato applicato
(continua a pagina 2)
VAL D’OLIVO
Precisazioni dell’Assessore
In relazione all’articolo apparso su «L’Alassino» del 18.01.03
dal titolo «Val d’Olivo - Ristrutturazione da rifare», intendo
precisare ed esplicare quanto
segue.
Premetto quale considerazione generale che il lettore, attraverso una enfatizzazione del ti-
tolo «ristrutturazione da rifare»
ha ricevuto una informazione
che di fatto assolutamente non
corrisponde alla reale e ben circoscritta portata tecnica di alcuni interventi che si sono resi
necessari, peraltro in corso, che
(continua a pagina 2)
Assessorato allo Sport
Associazione Bocciofila Alassina
Alassio 8-9 marzo 2003
Gara Nazionale a Quadrette
50° Targa d’Oro
“Città di Alassio”
Per informazioni: Assessorato allo Sport 0182 648142
oppure Associazione Bocciofila Alassina 0182 472013
Con tre pezzi musicali celebri,
tra cui il «Capriccio N. 9» di
Paganini, eseguiti dal celebre
violinista Mario Trabucchi, si è
aperta la prima riunione del
2003 della Consulta Ligure delle
Associazioni per la Cultura, le
Arti, le Tradizioni e la difesa
dell’ambiente.
L’applauso scrosciante ha sa-
lutato questo musicista originario di Leivi, paesino posto sulle
alture di Chiavari, e la presidente dell’Associazione ospitante,
Mirna Brignole, ha avuto parole
di lode nei confronti di questo
violinista di cui, ovviamente, la
comunità leivese è fiera ed orgogliosa.
Il Centro di Cultura «La Torre», associata alla Consulta, cura l’organizzazione di avvenimenti interessanti, tra cui un
premio culturale «La Torre», la
festa dell’olio in luglio, ecc. Ha
organizzato questa riunione
con cura, passione e spirito cordiale. L’intervento del Sindaco,
poi, è stato molto lusinghiero
nei confronti dell’Associazione
stessa e della Consulta, discorso che Egli ha pronunciato in
puro dialetto del luogo (tra le
cose simpatiche che si ha modo
di ascoltare durante le riunioni
della Consulta, sono le diverse
pronunzie e terminologie da
parte dei presenti, provenienti
dalle diverse parti dell’arco ligure).
E andiamo ai lavori svolti.
Circa il finanziamento da parte
della Regione del «Dizionario
Biografico dei Liguri Illustri», il
Dott. Carosini, presidente della
Consulta, ha riferito di un incontro da lui avuto con il Direttore
Generale Dott. Murgia; sono state fatte promesse di «interessamento», ma nulla di concreto,
nel senso che questo problema
del finanziamento di un’opera
grandiosa, importante e necessaria, sembra non focalizzare la
dovuta attenzione degli organi
regionali responsabili. La soluzione dovrebbe essere quella di
portare ad una iscrizione della
spesa nel bilancio regionale, di
modo che, anche con il cambio
del colore politico, il finanziamento resterebbe sempre in vigore ed assicurerebbe il procedere di questa grandiosa iniziativa della Consulta che è arrivata al sesto volume. Inoltre si è
detto, e non è stata la prima volta, che le Associazioni dovrebbero assicurare l’acquisto di un
certo numero di dizionari ogni
qual volta essi vengono pubblicati.
Il past president Ing. Rocco
Peluffo ha detto di essere molto
amareggiato dal fatto che chiedere finanziamenti è come dover chiedere l’elemosina e,
(continua a pagina 2)
COMUNE DI ALASSIO
ASSESSORATO ALL’AMBIENTE
Parola d’ordine: differenziare
Il messaggio è chiaro.
Il 2003 dovrà essere l’anno
della svolta in materia di raccolta differenziata sotto ogni punto
di vista. Sarà l’anno in cui si inizieranno a raccogliere i risultati
di ingenti investimenti e di una
campagna di diffusione e sensibilizzazione iniziata da tempo e
l’anno in cui molto sarà fatto in
tema di sensibilizzazione a più
livelli.
Il primo passo è di questi
giorni.
Sabato scorso (il 25 gennaio),
in via sperimentale, la raccolta
differenziata è stata imposta anche al tradizionale Mercato
Settimanale di Via Gastaldi/Via
Pera.
Il risultato: davvero eccellente. I mezzi preposti alla pulizia
delle strade al termine del mercato hanno impiegato un’ora e
mezzo in meno del solito per ripulire la zona. Un tempo prezioso che potrà essere dedicato alla pulizia della città.
«È stato un primo esperimento - spiega l’Assessore all’Ambiente, Fabrizio Calò - che, visto
il risultato incoraggiante, ci porterà già da sabato prossimo, ad
aumentare in zona il numero dei
cassonetti della differenziata e a
renderla definitivamente obbli-
gatoria, anche agli ambulanti.
Del resto non ritenevamo giusto
che ambulanti ed esercenti alassini avessero trattamenti diversificati in materia di rifiuti».
Una risoluzione che a breve
andrà ad interessare anche il
mercato coperto della frutta e
della verdura che, nelle aspettative, dovrebbe dare risultati ancor più incoraggianti.
Insomma si fa sul serio, e anche l’ordinanza 124 del 2002 sul
tema, neanche a dirlo, della raccolta differenziata, lascia pochi
margini di dubbio: accanto ad
una accurata elencazione delle
modalità di conferimento dei rifiuti, un altrettanto precisa indicazione delle possibili sanzioni:
da un minimo di 25 € ad un massimo di 1.250 €.
Lo scorso anno, negli ultimi
mesi, sono state oltre cinquanta
le sanzioni elevate per violazioni all’ordinanza 124. Le infrazioni più comuni quelle delle violazioni degli orari di conferimento, o l’inquinamento dei raccoglitori della differenziata con
materiali estranei alla raccolta
stessa: plastica nel vetro, cartone nella carta... o, più comune,
abbandono di rifiuti sul suolo
(continua a pagina 2)
Anche quest’anno, sabato 20
gennaio, è stata celebrata la festa del Corpo di Polizia Municipale nella chiesa di S. Giovanni;
ha officiato la S. Messa Mons.
Angelo De Canis, coadiuvato da
don Luciano Massaferro, alla
quale hanno assistito, oltre
all’intero corpo dei Vigili Urbani, per la prima volta rappresentati dal picchetto d’onore in
uniforme di gala, il Sindaco di
Alassio e numerose autorità civili e militari. Notevole la partecipazione di parenti, amici e
denziare anche quest’anno il
maggior impegno, soprattutto
nel corso della stagione estiva,
profuso nell’espletamento di
particolari servizi, che hanno
assicurato la presenza di personale di questo Comando anche
nelle ore serali, in occasione
delle numerose manifestazioni
susseguitesi particolarmente
nei mesi di luglio-agosto. Tengo
a precisare che i servizi prestati
per tutto l’anno per eventi sportivi, artistico-culturali, religiosi
sono stati 141.
20 gennaio, San Sebastiano Protettore dei Vigili Urbani: la nostra Polizia
Municipale, come tradizione ha festeggiato la ricorrenza con la partecipazione di tutte le autorità cittadine.
(FOTO SILVIO FASANO)
simpatizzanti.
Nell’omelia
Mons. De Canis ha ringraziato i
presenti, elogiando l’operato
delle Forze dell’Ordine al servizio dei cittadini, ricordando la figura di S. Sebastiano e del suo
martirio, di cui cadeva quel giorno la ricorrenza e che è patrono
della Polizia Urbana.
La festosa cerimonia è continuata al Palazzetto dello sport
«Lorenzo Ravizza» con la relazione sull’attività del Corpo
nell’anno 2002 da parte del Comandante Giovanni Casella, che
qui riportiamo integralmente:
«Come è ormai consuetudine,
ci si trova in questa sala per continuare la celebrazione della festività di S. Sebastiano, patrono
della Polizia Municipale. È questa l’occasione per un incontro
con le massime Autorità della
Città, con le rappresentanze
della varie categorie di settore
ed associazioni operanti nel
Paese ma anche con amici, simpatizzanti e collaboratori: porto
a tutti il benvenuto ed un caloroso ringraziamento per la gradita partecipazione.
È anche l’occasione per un
doveroso riscontro all’Amministrazione e a tutta la cittadinanza di quanto svolto nel corso del
2002, spaziando nei numerosi
settori che, nel complesso, costituiscono l’attività propria
della Polizia Municipale.
Ferma restando la normale attività di routine, desidero evi-
Sono, altresì, stati intensificati i servizi per contrastare, almeno in parte, l’attività di vendita abusiva sulle aree pubbliche. Si è privilegiato il servizio
preventivo in divisa sia nel centro storico che sull’arenile, anziché quello repressivo in abiti civili, assicurando in tal modo
una sempre maggiore proficua
presenza sul territorio di personale addetto a tali controlli. Al
riguardo si evidenzia che sono
stati effettuati frequenti servizi,
alcuni anche unitamente a personale del locale Commissariato: sono stati sequestrati n. 39
lotti di merce posta in vendita
abusivamente e sono state rilevate 113 violazioni alle disposizioni sul commercio. Sono stati
recuperati n. 35 lotti di merce
abbandonata e sono stati accertati n. 13 reati per vendita di
merce contraffatta.
Una delle attività che tengo
particolarmente ad evidenziare
per l’importanza che riveste è
sicuramente quella volta alla
salvaguardia del territorio sotto
l’aspetto edilizio ed urbanistico: unitamente a tecnici del locale ufficio comunale, sono stati effettuati 67 sopralluoghi e sono state accertate 27 infrazioni
penalmente rilevanti, trasmesse alla competente Autorità giudiziaria. Le indagini delegate
conseguenti, espletate dal nu-
Beppe Grillo
ad Alassio
Torna al Palalassio Ravizza dopo il
grande successo del febbraio 1998
l’amatissimo comico genovese.
Propone un nuovo programma per
lunedì 24 febbraio p.v. alle ore 21.
Per informazioni contattare il numero 0182 648142 oppure 3332185266
(continua a pagina 2)
2
«L'ALASSINO»
BEACH MANAGEMENT SYSTEM
in varie località costiere: in Italia, sul
litorale di Ostia, con un avanzamento di 18 metri di arenile, 8 metri
sull’isola di Procida.
Il Prof. Damiani, ricercatore della
Ditta trentina «IMPRESUB», concessionaria per l’Italia del sistema, tramite un modello in scala ridotta, che
simula l’onda del mare, ne spiega il
funzionamento; Tale sistema opera
in tre fasi:
1° Crea una zona non saturata abbassando la superficie freatica;
2° L’acqua portata dall’onda filtra nel terreno drenato, e il materiale solido (sabbia) presente
nell’acqua si deposita sulla spiaggia e vi rimane;
3° Il processo continua sino al ri-
CONSULTA
(segue dalla prima pagina)
pascimento voluto, ottenendo un
nuovo equilibrio della spiaggia con
conseguente avanzamento. Inoltre
l’acqua raccolta dai moduli interrati, filtrata dalla sabbia, potrebbe venire utilizzata per alimentare piscine, acquari, fontane ecc.
Anche l’Assessore all’ambiente
Fabrizio Calò si dichiara favorevole
alla sperimentazione del B.M.S., che
interesserà inizialmente le due zone
a ponente del torrione e del molo,
per un tratto di 250 metri ognuna.
Costo dell’impianto 200.000 Euro, di
cui la metà a carico del Comune.
Limitato il consumo di energia elettrica per alimentare le pompe.
A.V.A.
(segue dalla prima pagina)
quindi, soltanto un’azione forte, anche con striscioni, potrebbe risvegliare la coscienza e l’impegno di coloro che sono preposti a dare una
mano alle iniziative culturali importanti come questa del Dizionario. È
stata allora proposta la formazione
di una Commissione, formata dal
presidente della Consulta e da un
rappresentante per ogni Provincia,
che sia ricevuta in Regione possibilmente dai vertici dell’Ente.
Circa il rinnovo della Giunta della
Consulta per il biennio 2003/2004, è
stato suggerito di rinnovare l’attuale presidenza e l’attuale giunta, visto che hanno lavorato molto bene.
Si deciderà nel prossimo incontro
che avverrà a Taggia il 30 marzo p.v.
Per quanto concerne le disposizioni di legge sul volontariato, è stato consegnato ad ogni Associazione
un documento con tutti i riferimenti
necessari, che bisognerà vagliare e,
quindi, decidere se diventare una
ONLUS. I vantaggi che si otterrebbero sarebbero importanti.
POLIZIA MUNICPALE
Circa la raccolta dati per la catalogazione delle opere artistiche, la
presidenza della Consulta invierà
ad ogni Associazione delle schede
che permetteranno l’elencazione
delle opere, Questi elenchi formeranno poi il catalogo generale di
quelle opere artistiche che solitamente rimangono ignorate e, quindi, poco conosciute dal pubblico.
È stato predisposto il calendario
delle riunioni per il 2003: Taggia il 30
marzo, Zoagli il 25 maggio, Savona
(al Santuario) il 20 luglio, Fontanabuona 2000 il 21 settembre, La
Spezia il 23 novembre.
Tutte le Associazioni sono invitate a far conoscere alla Consulta
l’elenco delle manifestazioni da loro
organizzate per l’anno in corso.
Alle ore 12,30 la seduta è stata
tolta. Arrivederci a Taggia e buon
lavoro.
Beppe Rizzo
per l’A.V.A.
26 gennaio 2003 (domenica)
(segue dalla prima pagina)
cleo di Polizia Giudiziaria, sono state 25.
Nel complesso, l’attività di Polizia
Giudiziaria svolta ha comportato la
trasmissione di n. 159 fascicoli alla
Procura della Repubblica, 82 dei
quali inerenti l’infortunistica stradale e reati attinenti al Codice della
Strada ed i restanti fascicoli per reati diversi.
Unitamente all’attività sopradescritta, anche quella relativa alla vigilanza sulla circolazione stradale
riveste un’importanza determinante: la costante presenza sul territorio della maggior parte del personale in servizio ha assicurato la percorribilità delle strade cittadine in
tutta sicurezza anche nei periodi di
maggior flusso turistico, non ultimo
quello natalizio. Per quanto attiene
alla viabilità, nel complesso sono
state rilevate n. 12.411 infrazioni al
Codice della strada. Oltre che alle
violazioni per divieto di sosta, si segnala il rilevamento di n. 3 infrazioni
per guida con patente scaduta, 6 per
guida in stato di ebbrezza, 39 per
guida pericolosa o imprudente; 56
per mancato uso del casco, 180 per
uso del cellulare alla guida, 47 per
omessa revisione del veicolo, 18 per
sorpassi vietati, 13 per mancato
possesso dell’assicurazione obbligatoria, 19 per mancata precedenza. Tale attività ha comportato il ritiro di n. 57 documenti per la circolazione (patenti e carte di circolazione), 7 sequestri e 22 fermi di veicoli e sono stati rimossi, per divieto
di sosta, ben n. 394 mezzi. Relativamente all’infortunistica stradale, sono stati rilevati n. 172 incidenti dei
quali 89 con feriti. Sono stati emessi
3.172 ruoli per € 311.151,46 e presso
il Comando sono state conciliate n.
2.415 infrazioni pari ad € 94.561,97 e
fino al 30 ottobre, sono state riscosse sanzioni tramite bollettini postali, pari ad € 174.737,12, somme che
saranno impiegate per le finalità di
cui all’art. 208 del Codice della
Strada e sostanzialmente, in buona
parte, per il miglioramento della circolazione stradale.
In tema di accertamenti ambientali, sono state rilevate n. 17 violazioni e si segnalano ben 35 veicoli,
soprattutto ciclomotori, avviati al-
la rottamazione in quanto abbandonati.
Le informazioni espletate per la
Camera di Commercio, Uffici Finanziari e Giudiziari, cambi di residenza, notifiche e varie sono state complessivamente 836. Gli esposti
istruiti sono stati nel complesso 95
e gli accertamenti di polizia amministrativa 113.
Per quanto riguarda altre attività
d’ufficio, si segnalano ben 7.193 atti
registrati al protocollo speciale. I
rapporti alle varie autorità competenti sono stati 317; gli oggetti rinvenuti sono stati 168; quelli restituiti ai proprietari 107; le segnalazioni
e relazioni inoltrate ai vari Uffici 544;
i ricorsi istruiti in tema di contenzioso sulle varie violazioni sono stati 87 ed i discarichi amministrativi di
cartelle esattoriali 31; i pareri per
l’Ufficio Tecnico e per l’Ufficio commercio-suolo pubblico n. 140.
Per quanto concerne i provvedimenti autorizzativi, si segnalano 28
permessi per invalidi, 120 concessioni di suolo pubblico, 142 autorizzazioni per il transito in deroga ai divieti imposti, 230 ordinanze sulla
viabilità.
Per ultimo, con una certa qual
soddisfazione, desidero ricordare
l’istituzione dell’uniforme di gala
per l’espletamento dei servizi di
rappresentanza, così fortemente
voluta dal signor Sindaco e così apprezzata da tutta la cittadinanza e
dai numerosi ospiti della Città, motivo che contribuisce ad arricchire
ed ancora una volta a contraddistinguere il Corpo della Polizia
Municipale di Alassio».
È seguito il discorso del Sindaco
Arch. Marco Melgrati, che ha ringraziato la Polizia Municipale per l’ottimo lavoro svolto, dimostrando spirito di abnegazione e sacrificio, specialmente durante i mesi estivi.
A chiusura della manifestazione
l’eccellente rinfresco servito con
professionalità dagli allievi dell’Istituto Alberghiero.
I ringraziamenti anche da parte
dell’A.V.A. al Corpo di Polizia
Municipale, con gli auguri per un
proficuo lavoro.
A.V.A.
Martedì 18 Febbraio 2003
VAL D’OLIVO - PRECISAZIONI DELL’ASSESSORE
(segue dalla prima pagina)
senza dubbio non configurano
una necessitata catastrofica situazione di rifacimento globale
dell’intervento di ristrutturazione.
Credo che ciò rientri nella strategia giornalistica e come tale è
comprensibile, pur tuttavia talvolta siamo abituati a constatare, in
prosieguo di lettura che ad un «titolone» si accompagna un contenuto informativo sui fatti o situazioni colà descritte sostanzialmente di più ridotta portata.
La Redazione dell’A V A non ha
sbagliato nel ritenere che «chi di
dovere avrebbe dovuto tempestivamente intervenire», perché questa è stata ed è tuttora la realtà dei
fatti.
L’Amministrazione Comunale
ed in particolare la scrivente, con
impegno, ha seguito costantemente l’evolversi della situazione della
RSA di Alassio, dal trasferimento
degli anziani ad Albenga presso la
nuova sede dell’Istituto Domenico
Trincheri, all’andamento temporale dei lavori commissionati
dall’ASL, agli adempimenti giuridico-amministrativi relativi all’autorizzazione al funzionamento della
struttura, al rientro in sede degli
ospiti ed in questo ultimo periodo
alla predisposizione di tutto quanto necessita per dar corso all’apertura dell’Asilo del Nonno come
fortemente auspicato e voluto dal
munifico benefattore che ha finanziato i lavori.
Posso assicurare che non è stato e non è un compito facile, ancorché con l’ASL n. 2 «Savonese» i
rapporti sono stati e sono sempre
proficui ed improntati alla massima collaborazione nel comune
perseguimento dell’interesse pubblico al miglioramento, potenziamento e qualitativa fruizione dei
servizi sul e per il territorio cittadino.
Ho ritenuto doveroso con il
Sindaco rendere dichiarazioni al
quotidiano «La Stampa» non per
cercare artatamente di minimizzare la situazione, ma nella ferma
convinzione di ricondurre con immediatezza e sul nascere la notizia
in termini di corretta informazione nei suoi contenuti, affinché da
subito svanisca ogni tentativo di
speculazione politica su interventi dai connotati esclusivamente di
carattere tecnico non certamente
sconosciuti all’ASL che stava già
provvedendo e tutt’ora provvede.
Si respinge fortemente l’affermazione di una mancanza di riguardo nei confronti del munifico
benefattore e di essere venuti meno alla serietà ed al senso comune
di ordinaria responsabilità, ingenerando sfiducia nei cittadini verso le pubbliche istituzioni. È un’asserzione grave ed offensiva che investe non solo il Sindaco e la scrivente, ma tutti coloro, amministratori, tecnici e cittadini, che da
tempo con passione, professionalità ed elevato senso del dovere,
operano per la nuova RSA, ciascuno per le proprie competenze che
non riesco a ricondurre alla
Redazione dell’AVA, notoriamente equilibrata e ponderata, costruttiva nella critica senza scendere mai in giudizi offensivi.
Ritengo forse che lo scritto non sia
tutta farina dello stesso sacco!
Nulla quaestio sulla lezione di diritto impartita, ma ciò può interessare forse il lettore per eventuali sue casistiche personali, in
quanto se debbono instaurarsi
contenziosi legali, sono sicuramente argomentazioni che di certo l’ASL, committente dei lavori,
non ha bisogno di essere edotta,
certi della serietà, capacità tecnico-professionali e responsabilità
in capo ai suoi Organi di Direzione
e Gestione. Quello che preme in
questa sede evidenziare e chiarire, rassicurando i lettori e più in
generale tutti i concittadini è che
questa Amministrazione, dal suo
insediamento non ha mai tralasciato di occuparsi delle vicende
della RSA, nella forte convinzione
che detta struttura, nella sua nuova ristrutturazione, qualifica la
Città in termini di incremento di
servizi sanitari ed a breve anche
socio-assistenziali ed in tal ottica
si è adoperata e giornalmente si
adopera nel perseguimento di
questo obiettivo. Per queste considerazioni l’accorato appello di
codesta Redazione non assurge
certamente per la scrivente Amministrazione a sprono per attivarsi
e temporalmente solo ora, alle vicende della RSA alassina e di tale
asserzione invito a provarne l’infondatezza.
Grata per lo spazio e l’attenzione che vorrete riservarmi allegando altresì alla presente nota pervenuta dalla Direzione Generale
dell’ A.S.L. n° 2 Savonese è occasione per porgere cordiali saluti.
L’Assessore alle Politiche Sociali
Dott.ssa Monica Zioni
N.d.R. Non dubitiamo affatto e
rendiamo atto che l’Amm. Comunale e nel caso specifico l’Ass. Zioni si è data da fare e si occupa con
molto impegno a far sì che gli anziani della R.S.A. possano godere
della migliore assistenza. Noi abbiamo solo posto in evidenza come un edificio appena ristrutturato presenti delle macroscopiche
infiltrazioni. Siamo certi che
«l’A.S.L., committente dei lavori,
non ha bisogno di essere edotta…», resta il fatto che le infiltrazioni si sono verificate e sono purtroppo evidenti.
Ci auguriamo che tali inconvenienti siano superati al più presto
(come scritto dal Direttore Generale Avv. Fracassi) affinché una
struttura che è un fiore all’occhiello di Alassio venga utilizzata completamente il più presto possibile
(compreso il validissimo Asilo del
Nonno). Buon lavoro.
•••
AS2 Azienda SANITARIA
LOCALE 2 SAVONESE
DIRETTORE GENERALE
Via Manzoni14 - 17100 Savona
tel. 019 8405500
fax 019 8405544
E-MA1L: [email protected]
Prot.Segr.N. del 22.1.2003
Savona, data del protocollo
Prendo visione di un articolo
pubblicato sul Vs Egr. mensile locale e nel quale viene descritta
con toni negativi e catastrofici la
ristrutturazione della R.S.A. di
Alassio.
Al riguardo non posso fare a meno di evidenziare come l’articolo
voglia esprimere negatività ad
ogni costo.
Infatti, di fronte ad una innegabile positività che è costituita dal
raddoppio della capienza della
struttura, vengono enfatizzati alcuni difetti di esecuzione dei lavori come se fosse la cosa principale
dell’intera vicenda.
Si rassicurano quindi i cittadini
che la vicenda è seguita correttamente in quanto l’Ufficio Legale
della A.S.L. ha provveduto a contestare l’accaduto all’impresa e al
direttore dei lavori e che l’Ufficio
Tecnico provvederà, in via d’urgenza, a ripristinare l’impermeabilizzazione dei punti oggetto di infiltrazione, che peraltro costituiscono una minima parte del fabbricato e non interessano le zone
di degenza trattandosi di parti
esterne alle pareti dell’edificio.
L’opera eseguita grazie ad un
contributo privato comporta a regime per costi di gestione un maggior impegno economico per la
A.S.L. di oltre 400.000 € annue che
consentiranno la saturazione della domanda in materia nel territorio alassino.
Ci sembra che la considerazione globale dei risultati e cioè il rinnovo dei locali e la soddisfazione
dei bisogni dell’utenza abbiano indotto giustamente il Sindaco a minimizzare un problema a cui si
porrà rimedio in breve tempo.
Distinti saluti
Il Direttore Generale
(Avv. Ubaldo Fracassi)
S.C.A. Servizi Comunali Associati
Pubblichiamo la risposta alla nostra richiesta
di precisazioni sulle notizie di cambio di proprietà
e dell’esorbitante «minimo impegnato»
Una delle peculiarità che più
distingue «L’Alassino» è il profondo senso di partecipazione, quasi di «appartenenza», che manifesta nei confronti di certe istituzioni pubbliche. Se il «mugugno»
rimane una caratteristica condivisa con il resto dei Liguri, la comunità alassina lo trasforma in
un «ruggito» quando si sente defraudata del «possesso» di ciò
che culturalmente (ed economicamente) ritiene «res publica».
L’acquedotto comunale, attualmente gestito dalla Servizi
Comunali Associati S.r.l., è forse
l’istituzione verso la quale l’attenzione degli Alassini è più marcata. E ciò, oltre ad essere di
sprone per un costante miglioramento dell’efficienza aziendale, è
per me effettiva possibilità di
esercitare quella «appartenenza»
di cui, come alassino, mi sento
partecipe.
In questi giorni si è diffusa, direi per l’ennesima volta, la notizia di una privatizzazione, anzi
una «svendita», della S.C.A. ai privati. E subito è partito il «ruggito»
di chi si è sentito defraudato del
«suo» acquedotto.
Ritengo pertanto doveroso
informare la comunità alassina
su quanto c’è di veritiero sulla
questione.
La S.C.A. è attualmente una società TOTALMENTE pubblica,
con quote societarie ripartite tra
la Città di Alassio (76%), la Città
di Laigueglia (17%) e la Città di
Villanova d’Albenga (7%). Infatti
gestisce direttamente il sistema
integrato delle acque nei territori di competenza dei soci azionisti, in base ad un contratto di servizio ed un regolamento di gestione – con durata trentennale –
approvati dai Consigli Comunali
dei rispettivi Comuni.
Lo statuto originario della società, datato 1998, consentiva anche l’ingresso di soci privati, limitandone però la partecipazione a non più del 49% del capitale
sociale. Nel 2000 la cosiddetta
«legge finanziaria», attraverso
uno specifico articolo (n. 35)
provvedeva a mettere ordine nei
settori di competenza di società
come la S.C.A., disciplinandone
compiti e costituzione.
Di fatto si confermava che le
società di gestione di servizi potessero essere partecipate da soci e capitali privati, ma non potessero essere nel contempo
proprietarie delle reti. La proprietà delle reti doveva restare in
capo ad enti o amministrazioni
pubbliche.
Siccome in questo momento la
S.C.A. gestisce il sistema idrico e
in parte ne è proprietaria, situazione comune a molte società del
settore, stiamo lavorando alla
trasformazione dell’azienda in
pura società di gestione, con previsione di soci e capitali privati il
cui ingresso tuttavia sarà condizionato AL RITORNO AI COMUNI
DELLA PIENA PROPRIETÀ DI RETI E STRUTTURE.
In sintesi la proprietà sarà, co-
me comunque attualmente è, TOTALMENTE PUBBLICA, mentre la
gestione potrà essere organizzata anche con l’apporto dei privati. L’Acquedotto sarà sempre del
Comune, così come determinato
dalla Legge e come penso sia volontà dei cittadini alassini.
E sempre la Legge ha finalmente provveduto a eliminare un’altra stortura, profondamente deprecata dagli utenti della S.C.A.,
che risponde al nome famigerato
di «minimo impegnato».
Infatti, con l’applicazione della
Delibera C.I.P.E. n. 52 del 4 aprile
2001, la S.C.A. con la prossima
fatturazione comincerà la restituzione agli utenti residenti di
una parte del «minimo impegnato» fatturato (e pagato!) ma non
effettivamente
consumato.
Nell’arco di quattro anni, come
prevede la legge, provvederemo
ad azzerare alle utenze domestiche (comprese le seconde case)
una gabella da tutti detestata,
anche dal sottoscritto. La norma
impone che l’equilibrio finanziario delle società acquedottistiche debba rimanere comunque
invariato, ragion per cui il cittadino dovrà prevedere un aumento della cosiddetta «quota fissa»
(canone) che sarà aumentata
proporzionalmente all’abolizione del «minimo impegnato».
Abbiamo previsto che la restituzione della «tranche» corrispondente al 2001 comporterà un
esborso da parte della S.C.A. di
circa 17.000 euro, importo che
sarà recuperato a pareggio mediante l’aumento di circa 1 euro
del «diritto fisso» a tutti gli utenti, aumento da considerarsi transitorio e finalizzato esclusivamente al recupero, a norma di
legge, di quanto restituito. Si potrà pertanto in un tempo ragionevole pagare soltanto l’effettivo consumo dell’acqua erogata,
oltre ad un canone necessario
per il finanziamento delle manutenzioni, così come avviene per i
consumi dell’energia elettrica o
per l’utilizzo delle reti di telefonia fissa.
Ricordo ai cittadini alassini
che la S.C.A., come da contratto
di servizio e regolamento di gestione, si limita all’applicazione
delle leggi in materia, avendo una
limitata autonomia riguardo tariffe e costi, disciplinati da norme
e organi statali.
I nostri Uffici di viale Hanbury
118 (aperti dal lunedì al venerdì
dalle 9 alle 12, con apertura pomeridiana il martedì e il giovedì
dalle 14,30 alle 16) sono a disposizione per ulteriori ragguagli
sulla nuova normativa o su altre
problematiche di interesse
dell’utente.
Cordialmente.
Il Presidente S.C.A. S.r.l.
(Roberto SOCCO)
N.d.R. Ringraziamo il Presidente della S.C.A. Signor Socco
per l’esauriente risposta data alle nostre domande.
PAROLA D’ORDINE: DIFFERENZIARE
(segue dalla prima pagina)
stradale. «Una campagna di sensibilizzazione, ma anche sanzionatoria - spiega l’Assessore Calò
- che deve il suo successo al personale dell’Ufficio Ambiente e a
chi, per tutta l’estate scorsa e
molto spesso anche in queste
serate, si prende la briga di compiere controlli e di attuare verifiche, ben oltre i tradizionali
orari di servizio. Una campagna
destinata ad allargarsi non solo
su tutto il territorio cittadino,
ma anche sulle nostre colline,
troppo spesso considerate alla
stregua di discariche a cielo
aperto».
Alassio, 28 gennaio 2003
N.d.R.
L’ordinanza 124 del 2002 è
stata pubblicata su «L’Alassino»
N. 7 del 13-07-2002. Chi desiderasse prenderne visione è disponibile presso la Sede A.V.A.
Martedì 18 Febbraio 2003
CRONACA DI ANDATE: MESE DI FEBBRAIO 2003
UNA GIURNÒ ARÈNTE AU MÒ
Sin dalle prime luci, ancora
non è suonato l’Angelus, che
sulla spiaggia di Barusso, non
lontano da sant’Anna, è stato
acceso un vivace fuoco a legna
sotto una grossa pentola, «a
paiöra». Dalla caldaia fumante
sale un grato odore che si propaga sulle acque chete della
baia.
Non appena l’acqua giunge
ad ebollizione, i «reordi» vi immergono la rete nuova onde
possa assorbire l’infuso colorante.
Stanno dando «a tenta a é
rée».
Questo tradizionale trattamento si rende necessario in
quanto, essendo la rete intessuta di cotone bianco, bisogna
tingerla di marrone per rinforzarla e nello stesso tempo per
renderla meno visibile ai pesci. A tale scopo si usa la corteccia di pino macinata e sciolta nell’acqua.
Mentre il fuoco sotto il calderone non più alimentato si
spegne lentamente, la rete, appena tinta, viene stabilizzata
in piega affinché non faccia nodi o garbugli.
Si deve fare «paì» stendendo
il suo filo.
Legano un capo allo scalmo
di un gozzo e all’altro capo assicurano un peso di grosse
pietre. Sulla lenza così stesa e
tirata, gli uomini, a conclusione, strofinano ripetutamente
una carruba verde affinché il
succo rinforzi ulteriormente il
tutto.
Laggiù, verso le «Serre» intanto, stanno calando una rete. È quella della «Parâsina».
Sulla battigia prospiciente la
«côra» i «reordi» con la «cengia» a tracolla, attendono per
ricuperare la sciabica. L’acqua
calma, distesa è scossa dai giri
concentrici creati dai «tuffi»
dei grossi «museri» che si mettono in salvo a decine saltando
dal bordo della rete a mano a
mano che essa si stringe.
Le ore sono volate via come
il vento e la giornata è passata
come un lampo.
All’altezza di capo Mele si
sono formate, bianche ed allungate, quelle nuvole che promettono solo tempo cattivo.
«Caveggi de strìa» le chiamano i marinai, capelli di strega. Il
padrone della rete nuova, «u
Maraian», scruta preoccupato
l’orizzonte e scuote la testa. La
«cora» in programma per domani potrebbe essere sospesa
causa il maltempo con grave
danno economico. «Nivura
gianca - o ch’u ciöve - o ch’u
lampa» sospira rassegnato e
data un’ultima occhiata alla rete che, stesa ad asciugare, assomiglia vagamente ad un
grosso serpente, chiama gli
uomini.
Li precede a passo svelto da
«Luigia de Menegollu» un’osteria nascosta nel verde degli orti dove si gusta un bianco di
Pachino
che fa risuscitare i morti.
Uno appresso all’altro si
succedono i «gotti» ricolmi.
«U Falchettu» accende ripetutamente quello che è rimasto di un sigaro toscano, «Angelettu» «ciaitezza» alquanto
forte, «u Lallò», improvvisa rime in dialetto, «u Vaccò» accenna con voce arrugginita ad
uno stornello, infine «u Maraian» paga.
Le prime ombre nel frattempo sono calate senza fare rumore sul borgo seguite dal dolce suono della «cumpìa». Si accendono i primi lumi.
La gente rientra frettolosa
nelle case e a poco a poco si affievoliscono anche gli ultimi
rumori. Alassio tace.
Vincenzo Moirano
Cose grandi per S. Anna e Borgo Barusso
È bello constatare, pensando ai nostri concittadini, che
anche nell’epoca attuale in cui
ovunque prevalgono per lo più
l’interesse personale e l’egoismo più spietato, ci sono individui che, pur lavorando e affaticandosi per sbarcare il lunario o per migliorare le proprie condizioni economiche e
quelle della propria famiglia
(cosa assolutamente naturale
e logica) non disdegnano di offrire lavoro, tempo e spesso
anche denari per la propria
città, per rinnovare tradizioni
e usanze, per onorare tempi e
generazioni 1ontane. Ah, benedetto il volontariato... in
ogni campo! È quanto, da tempo, sta accadendo anche nel
Borgo Barusso ad Alassio,
all’ombra del culto di Sant’Anna e questo soprattutto per
opera di alcuni Alassini che si
sacrificano per la città, senza
chiedere nulla per sé. Da diversi anni, infatti, le celebrazioni per la festa di fine luglio
hanno mostrato un’energia
nuova, un nuovo smalto considerevole.
E sappiamo che molte novità stanno maturando per la
ricorrenza del prossimo 2003.
La maggiore (anche da un pun-
to di vista economico) è la volontà del Borgo di chiedere alle Autorità competenti di poter ripristinare un antico affresco (del ’700) della Chiesetta
di S. Anna posto sull’abside-lato mare, esterno. Si tratta di un
S. Gioachino e S. Anna con
Maria bambina, affresco che
l’incuria passata e il tempo
hanno quasi completamente
distrutto e che, pur non trattandosi di opera di grandissimo pregio, può ancora testimoniare il culto secolare del
borgo dei pescatori alassini
verso la Sacra Famiglia di
Maria. L’affresco è quasi completamente scomparso per numerosi strati di pittura sovrapposti al dipinto ed occorreranno oltre 35 giorni di restauri
per il recupero (tassellature,
pulitura, interventi di conservazione e restauro, completamento del dipinto nelle parti
mancanti, applicazione protettiva idrofolizzante ecc.).
L’affresco mostrerà anche
sullo sfondo tre velieri corallini, le «feluche» che i nostri vecchi marinai amavano e curavano come strumenti del loro lavoro e della loro fortuna.
Occorrerà, dunque, del tempo, ma se le Autorità non sa-
ranno insensibili, si spera di
concludere il restauro per S.
Anna 2003 o, forse, anche prima, in occasione della festa del
mare, a S. Pietro e Paolo.
Con l’occasione, accanto ai
soliti festeggiamenti annuali
(novena, addobbo delle vetrine e delle case, S. Messa solenne e Processione, illuminazione del mare e vendita dei famosi «gubeletti» da Gigiolla) si
sta pensando di riprendere (o
forse è meglio dire di iniziare,
data la novità) una felice manifestazione. Saranno lasciati liberi nel cielo di Barusso migliaia di palloncini bianchi (in
una non lontana ricorrenza
uno fu raccolto in Olanda), ma
con alcune novità, di cui non
possiamo ancora parlarvi perché devono essere valutate da
parte del Comitato «Amici di S.
Anna - Borgo Barusso» e che,
se realizzate, non mancheranno di portare lustro e notorietà al nostro paese e a
Barusso in particolare. E ci saranno altre sorprese, perché
la festa di S. Anna dovrà diventare l’anima di un borgo antico
che non conosce tramonto,
che anzi è più vivo che mai.
t.s.
PRECISAZIONE
Spett.le
Redazione de «L’Alassino»
via XX Settembre 7
17021 ALASSIO
lettera raccomandata
L’Alassino del 19 novembre
2002 - dichiarazione e rettifica
ai sensi di legge
In nome e per conto del mio
cliente signor Diego Bogliolo Vi
intimo di pubblicare sul prossimo numero in uscita la presente, quale risposta e rettifica, ai
sensi della legge sulla Stampa,
all’articolo a firma Roberto
Avogadro apparso sul Vostro
mensile in data 19.11.02 a pag. 8.
L’articolo «Città del Sole - meno affari, più legalità» conteneva affermazioni apertamente
diffamanti il nome e la persona
del signor Diego Bogliolo. Egli
si è facilmente riconosciuto in
colui che Avogadro senza far
nome additava come il proprietario dell’Hotel Holiday e che,
nel suo pezzo, incriminava di
aver ottenuto la trasformazione alberghiera senza averne i
requisiti, «in modo rocambolesco» e con la scoperta collusio-
3
«L'ALASSINO»
ne dell’attuale amministrazione di «progettisti», che sacrificherebbe l’interesse pubblico
a quello dei privati. L’ex
Sindaco ha ritenuto poi di fornire la prova provata del verminoso intreccio di interessi da
lui denunciato, mandando il lettore a ricordare - tenendo conto della proprietà dell’Hotel come questa stessa persona
«concesse gentilmente» altri
suoi locali all’On. Scajola, prima delle elezioni politiche.
All’ex Sindaco Avogadro, che
per l’articolo è stato denunciato, il signor Bogliolo qui vuole
rimproverare di aver dato per
già trasformato un albergo tuttora invece a sua conoscenza
rimasto tale; in ogni caso - ricordi l’ex Sindaco, che doveva
documentarsi prima di scrivere - ceduto come albergo, non
altro, da lui e dalla madre nel
novembre 200l ad una società,
che ne avrà fatto o ne farà l’uso
che vorrà, se ottenesse lo svincolo. Rimanda allo scostumato
mittente le accuse non certo
velate di intrallazzare coll’amministrazione; infine ne sconfessa il velenoso tentativo di
«chiudere il cerchio» delle «pro-
ve» invitando a sua volta i lettori a vedere a chi nel mese di novembre scorso abbia imprestato lo stesso locale a suo tempo
concesso allo Scajola Point in
via Dante. Scopriranno che si
tratta del signor Carlino (perdoni la violazione della sua privacy), conosciuto anche come
CiPi, come il suo attiguo bar. Gli
è stato concesso, come un altro
locale sempre di Alassio, che fu
dato per lungo tempo ad un terzo, un amico meccanico. Succede, anche per cortesia, senza
nascoste strategie. Il fatto è che
l’ex Sindaco Avogadro ha gettato una malevola illazione, capace di carpire la fiducia del lettore con quel malizioso gioco delle «prove». Non ha tenuto conto
neppure dell’elementare diritto di Bogliolo, o di sua madre
finché fu viva, di prestare i propri locali a candidati politici
eventualmente preferiti (in
realtà a Melgrati, personale conoscenza), per motivi ufficiali e
costituzionalmente garantiti di
partecipazione all’elezione di
candidati nazionali o locali.
Cordialmente,
Giorgio Iebole
CHI SIAMO, COSA FACCIAMO, DOVE ANDIAMO
vedere alcuni negozi «chiudere»
male, e non per vecchiaia del
proprietario o per portafoglio
saturo.
Sarà il futuro che mi darà ragione o torto; ai posteri l’ardua
sentenza. E un’altra riflessione
vorrei ancora fare; questa su un
avvenimento contingente, verificatosi ad Andate domenica 26
gennaio u.s.
Ancora una volta, dopo e nonostante le lamentele degli ambientalisti e di tutti coloro che
vogliono conservare il clima e
l’atmosfera di Andate nel modo
più naturale possibile, è stata
permessa, organizzata, voluta,
per la quarta volta dopo gli scorsi anni, dalle «autorità competenti» una rumorosa e inquinante gara di fuoristrada sulla preziosa sabbia del litorale sul lago.
E, ironia della sorte, il tutto è
accaduto, come lo scorso anno,
proprio nella domenica in cui i
sindaci delle grandi città (Milano, Torino) avevano deciso di
vietare il traffico automobilistico, per cercare, se non di vincere, almeno di combattere l’inquinamento atmosferico. Bene.
Cosa hanno fatto i cittadini di
Milano e Torino? Sono fuggiti
dalle loro città inquinate per venire ad Andate, passeggiare a
piedi lungo il lago e respirare
l’aria pura della natura incontaminata. E invece (che bello!)
hanno trovato fuoristrada numerosi ed enormi che inquinavano bellamente la sabbia finissima e preziosa di Andate (uni-
ca nella regione) con i gas di scarico.
E poi, ditemi voi: se io vado
sulla spiaggia del lago di Andate, prendo due etti di sabbia, li
metto in un sacchetto e me li
porto a casa, commetto un reato punibile con una severa multa (lo sapevate?). Le ruote dei
fuori strada hanno travasato
sulle vie adiacenti al lago, quintali di sabbia che i netturbini
hanno faticato a «lavare» il giorno dopo, mandandola a intasare
scarichi e tombini vari.
So che, anche per questo,
qualcuno dirà che è stato, quello della gara delle auto (e delle
moto) uno spettacolo affascinante. E io più mi faccio il segno
della croce e più il cielo continua a lampeggiare, come diceva
il bimbo innocente. Non bastava, come spettacolo naturale, la
contemporanea, non inquinante, gara di barche a vela? Dai,
svegliamoci e decidiamo di realizzare ad Andate non quello
che vuol fare il primo pellegrino
che arriva, ma quello che è bene
per la conservazione della natura del paese.
E quando si capirà che al sabato e domenica la gente viene
lo stesso ad Andate e invece bisogna puntare su manifestazioni «speciali» infrasettimanali,
che attirino pubblico? Pubblico
speciale, magari!
E, ditemi un poco: Andate una
volta non era «Zona del silenzio»?
Sempre uniti nel segno dell’acqua
scorso, al limite del lido, circa la demolizione del muro a difesa della
Passeggiata Regina Elena (oggi
Dino Grollero) tra il molo e l’Hotel
Nettuno (di allora) e il Vittoria che
nel frattempo era stato munito di
muricciolo per la passeggiata. Ma
non solo; per la stessa ragione furono tirati in ballo la Passeggiata alle
Serre e nella spiaggia della Coscia i
muri a sostegno dell’ex Hangar di
Aviazione. (Qui fino a qualche anno
fa (siamo nel 1920) all’estate si poteva proseguire all’asciutto e sulla sabbia fino a 60 metri oltre il muro della
villa Resì. Appena costruito il muro
quel tratto di spiaggia è sparito.)
Fortunatamente.
Questa fu la conclusione: il mare
è pronto a restituire la sua preda e
aumentare il suo specifico contributo solo che noi ripristiniamo le condizioni favorevoli, ossia rimoviamo
le alterazioni che l’opera dell’uomo
ha introdotto nell’opera della natura. Anche per l’abbattimento del
muro (in anni recenti ormai…) sulla
spiaggia di Barusso e per l’avvento
del Lungomare A. Ciccione c’è stata
la solita discussione ma anche la solita accorta decisione. Ora (anno
2003) che il mare ci ha mostrato col
fatto che da anni e anni si doveva
prevedere e provvedere possiamo,
con la certezza che solo la Storia sa
dare, possiamo affermare che gli
Alassini si troveranno sempre uniti
nella difesa del nostro patrimonio
naturale che si esprime sotto il segno dell’acqua. Come controprova
possiamo ricordare che quando non
si è discusso, quando si è ritenuto
superfluo sentire l’opinione di chi intendeva dare il suo contributo di conoscenza e di esperienza, quando
l’arroganza e la superficialità hanno
prevalso sul buon senso anche ad
Alassio abbiamo visto commettere
errori più o meno gravi contro l’ambiente come: buttare terra in mare
per effettuare ripascimento; asportare il substrato scoperto dal mare;
sorgere marciapiedi e distruggere
scivoli di calcestruzzo; incanalare
con argini di cemento i rii riducendo
le dimensioni degli alvei.
Nota: Anno 2003. Se il nostro antico concittadino grande navigatore, scopritore delle Isole di Capo
Verde nell’anno 1440, precursore e
maestro di Cristoforo Colombo,
Bartolumeo Diaz e Vasco De Gama
ritornasse come d’incanto alla sua
casa natia non noterebbe per quanto riguarda la spiaggia ed il mare
nessun cambiamento sostanziale;
anzi, probabilmente apprezzerebbe
un aumento in lunghezza del nostro
arenile. In mare, per quanto la tecnologia più avanzata sia ormai padrona della scienza nautica c’è sempre un momento che nulla e nessuno possono tranne l’uomo… e Dio;
in questo «frangente» il nostro valente antenato, sicuramente, sarebbe ancora il migliore e l’unico a continuare a navigare e… a vivere. Il resto possono essere… chiacchiere.
Martedì 11 febbraio 2003 Nostra
Signora di Lourdes.
Questa volta vorrei fare una
breve riflessione su un fenomeno che è iniziato ad Andate dopo la stagione estiva, ma che ha
avuto la sua massima intensificazione nei mesi di dicembre e
gennaio: la chiusura con trasformazione, la chiusura senza
trasformazione, la chiusura pura e semplice di negozi ed esercizi commerciali. Lo so bene
che qualche «difensore assoluto di tutto ciò che avviene» nel
regno del Megagalattico mi dirà
che i numerosi cambiamenti in
una società libera sono un segno positivo, di vitalità; ma a
me, modesto uomo della strada,
che osservo, e ragiono con la
mia testa, sembra che la situazione che si sta verificando sia
un segno di decadenza, un’altra
tessera del mosaico da collegare con la chiusura degli alberghi
e con la trasformazione in paese
di seconde case-dormitorio.
D’altronde il commercio deve
adeguarsi alla domanda. Un
paese come Andate, dove le oreficerie erano in numero 6-7 volte maggiore alle panetterie, andava bene quando i clienti arrivavano in albergo, e il pane lo
trovavano là; ora, con le seconde case dominanti, qualcosa deve pur cambiare. E non parliamo delle agenzie immobiliari
che superano di dieci volte il numero dei negozi alimentari. Io,
da tutto questo traggo la spiacevole impressione che stiamo
entrando in un periodo di crisi;
anche perché mi è sembrato di
Se, solo per un momento, potessimo rivedere Alassio agli inizi del
1900 e com’era diventata al tempo
degli «Americani» (anno 1944-45) e
paragonare queste due visioni alla
nuova città del 2003 ci salterebbero
subito agli occhi i grandi interventi
e le profonde trasformazioni subite
dal territorio per effetto della rapalizzazione. Come è cambiata
Alassio! Se il suo sviluppo fosse stato visto in prospettiva moderna
quanti errori a livello urbanistico,
ambientale, logistico e igienico-sanitario si sarebbero potuti evitare; e
come diversa e più vivibile oggi si
presenterebbe ai nostri occhi. Già
dal 1907 la giunta aveva dato l’incarico al Geom. F. Cardani di rivelare
la planimetria e altimetria della parte alta e bassa della città per poter
definitivamente approvare un piano
regolatore; dagli ing. Soldini e Roda
detto piano regolatore era stato
ideato nelle sue grandi linee e si basava su due grandi arterie stradali
che dovevano attraversare in linea
retta la città per tutta la sua lunghezza e intercalate da opportune
traverse a mare e da numerose zone
di verde ma poi nessuno ne ha più
parlato e tutto si era spento. Gli alassini avevano altro a cui pensare…
oggi, purtroppo, ce ne rendiamo
conto. A difesa di un elemento primario, però, i nostri nonni non si
sono lasciati separare dallo spirito
di parte o dalla pressione degli interessi, dai privilegi dei ceti, e dalle
pretese del potere e sempre uniti
hanno fornito un contributo decisivo che ancor oggi rappresenta il nostro vanto e la nostra maggior ricchezza: l’acqua (sia salata che dolce). Ne hanno parlato fra di loro, insomma! Hanno partecipato; si sono
sentiti Comunità. Per questo motivo, unicamente per questo motivo,
il mare e la spiaggia di Alassio non
hanno subito l’impatto negativo
dell’antropizzazione e sono ancora
sani e belli. «Libertà e Partecipazione» cantava Giorgio Gaber e nessuno più degli alassini si sono sentiti «liberi» quando hanno lottato per
avere l’acqua dolce (minerale?)
sgorgante dai rubinetti di tutte le loro abitazioni. È piacevole riportare
una parte del discorso di uno di essi il 29 Giugno 1912 per l’inaugurazione della fontana dell’allora
Piazza Garibaldi, simbolo del nuovo
acquedotto delle Allegrezze: «Questo grande avvenimento ci trova tutti
uniti in un intento comune, quello
cioè di lavorare disinteressatamente
per il progresso del paese; l’acqua apportatrice di nuova vita laverà tutte le
macchie del passato; non avrà da lavare alcuna coscienza».Ma anche
dell’altra acqua (quella salata) e alla
quale è direttamente connesso l’avvenire della nostra incantevole
spiaggia le discussioni sono sempre
state all’ordine del giorno e ancor
prima dell’avvento dell’industria
dei bagnanti. Le memorie comuni e
le esperienze condivise testimoniano il nostro modo di essere nelle diverse fasi dell’esistenza e l’identità
di una Comunità si avvale della memoria. Anno 1907 ad Alassio si parla, si discute e si scrive (fortunatamente esiste il giornale/rivista «Al
Mare» fondato da Antonio Stalla) su
come proteggere la spiaggia, l’arenile e il lido dagli assalti del mare e facilitare il traffico marittimo. La flottiglia mercantile di Alassio piccola
ma fitta, mancava di un mezzo sollecito per lo sbarco e l’imbarco. Molti
si rendevano conto che il fattore
ambientale e climatico era determinante e parlavano di condizioni meteorologiche sfavorevoli (ed era così!) quando è capitato come il 17
Agosto del 1920 che una circolazione ciclonica invece di dirigere per
NNE si è diretta per SE (come capita
durante l’inverno) richiamando una
fortissima componente di venti da
SSW con le conseguenze che si possono immaginare.
I nostri nonni e bisnonni però,
tutti gli uomini di mare, «ciazzini e
pescatori» decisero, all’unanimità,
di prolungare di due o tre metri il
molo (non di più e su questo furono
irremovibili malgrado le spinte immotivate da parte dei «tecnici» «foresti»; interessato da una lettera
dell’Egregio Commissario Prefettizio, coinvolsero il Comitato Talassografico Ligure alle sorti della nostra spiaggia il quale, assieme al
Genio civile, concordò che… la
spiaggia di Alassio era in ampliamento e che, nel caso, le operazioni
per le operazioni di sbarco, sarebbe
bastato un molo a giorno con arcate… non un molo come quello di
Laigueglia!). (Il pontile in ferro del
molo era l’anno 1920, quello odierno in cemento, costruito negli anni
1935/36 e distrutto dai tedeschi (occupanti) nell’ultima guerra, è stato
ricostruito nei primi anni del «50»).
Si accinsero con fede all’opera e
l’esito fu eccellente. Si scongiurarono le mareggiate che dapprima sfogavano le loro ire nei vicoli e persino nell’unica via del paese; la spiaggia si estese maggiormente e il molo
restò presto all’asciutto. «Negli anni
prima (siamo nel 1920 il fondo a capo del molo era notevole. Chi non ricorda le lance ed i gozzi dei bastimenti approdanti per prendere pratica, accostarsi alla scaletta di ponente
più vicina alla spiaggia? Ora da molti anni tale scaletta è a secco. Questi
sono i fatti. Chi li nega o è in mala fede o è colpito da amnesia». Così si
sentiva parlare nell’«agorà» alassina. «Chi non ricorda il fondo dello
scoglio del Beghin (due metri circa?)
E quello più ampio e pericoloso dello
scoglio della Galera?» E parlarne è
stato veramente importante. Si sono evitati i gravissimi errori che in
altri campi si sono verificati. Uguale
lunga discussione in sala consigliare e nelle piazzette e per il paese
quando nei primi anni del secolo
Luca Caravella
Dante Schivo
4
«L'ALASSINO»
Lettere del pubblico
PAESE NATÌO
Chi per studio, chi in cerca di lavoro, chi nella speranza di poter
dimenticare le avversità di una vita diventata disgustosa, parte per
l’estero. Io ricordo che la novità, la
gente che corre, le luci che rimbalzano sull’acqua delle fontane
mi stordivano sino a sera senza
dare spazio a pensare. Poi, invece,
il buio profondo della notte, una
coltre di silenzio che stringe la gola e la memoria che torna a vedere
gli angoli di casa, la Mamma che
prega per tutti, il ricordo della
Madonna della Guardia, dove eravamo andati con il cuore gonfio di
malinconia a dire «ARRIVEDERCI».
Un giorno si è sentita come
dell’elettricità nell’aria: era arrivato B. Gigli; avrebbe dovuto cantare alla sera al Covent Garden per
noi emigranti. Un silenzio di tomba, ma, alle prime note di «Mamma», un’esplosione di pianti, di applausi, di singhiozzi. Non eravamo
tutti Italiani, ma tutti, nello stesso
modo, abbiamo avuto le stesse
sensazioni: abbracciarci, provando un comune, struggente desiderio: TORNARE A CASA NOSTRA.
Fernanda
dere, tanto era facile tirarli su.
Bastava una canna da fossato,
un filo bianco tinto con carruba
acerba, un «nattino» fatto col tappo affumicato alla candela, i piombini fusi nella sabbia umida. Una
magia, si metteva l’amo ed il gioco
era fatto.
Nei giorni di mareggiate, dalla
bianca spuma, saraghi argentei
parevan volare ed era una gara di
canne. Il più bravo era Pasquale, è
sempre stato il più bravo di tutti e
mai c’era pesce che gli resistesse.
Che mondo perduto! Se continua così, per sempre.
Vorrei che avessimo più buon
senso ma dalla notte dei tempi
non è dell’uomo darsi una regola
se non gli viene imposta. «Dopo di
noi il diluvio non ha mai dato buoni frutti».
Spero tanto che non restino in
mare notte e giorno chilometri e
chilometri di insidie per un pesce
smarrito e sempre più raro. Che le
reti, calate e tirate dalla barca e
che arano il fondo se pescano in
quattro palmi d’acqua, vengan
gettate al largo.
Credo che tutti abbiamo ricordi
e rimpianti ma vorrei che i nostri
nipoti provassero la magica atmosfera di una calda notte di poca luna, quando l’onda portava sogni e
doni.
m.m.m.
ATTENTI AI CANI
Ho letto su «L’Alassino» n. l del
18/1/03 l’articolo «Attenti al bimbo» del sig. Mario Riboldi, riguardante i cani che scorrazzano nei
giardini pubblici senza guinzaglio e museruola. Quella bambina
aggredita dal cane ha tutta la mia
comprensione e solidarietà. I genitori sono stati troppo buoni:
dovevano sporgere denuncia.
Solo chi è stato aggredito per
strada da un cane sa come ci si
sente anche a distanza di anni.
Non solo ai giardini, ma anche
per il paese vi sono cani di grossa taglia senza museruola e guinzaglio, da soli o con il padrone e
alcuni di essi aggrediscono i passanti che si fanno i fatti loro;
riceviamo e pubblichiamo
In merito alle lettere inviate alla redazione, con richiesta di pubblicazione, si precisa che devono essere firmate con nome e cognome (leggibile) ed il firmatario
deve poter essere identificato. È facoltà dello stesso richiedere l’anonimato in caso di pubblicazione.
(le lettere anonime non vengono pubblicate)
COMUNICATO E.N.P.A.
A PROPOSITO DI… PESCI
Spesso mi capita di guardare il
bel programma televisivo «Geo &
Geo». La settimana scorsa il documentario raccontava del Parco
d’Abruzzo, di come venivano protette le piante dai fiorellini gialli
che si credevano estinte e s’eran
ritrovate in una zona remota; di
quanto amorevole cura si avesse
per un arbusto, quattro foglie ed
un esile gambo, in grave pericolo
di estinzione; dell’orso, che per
fortuna era ricomparso; del lupo,
dei cervidi reintrodotti che si stavano moltiplicando.
Ho visto al lavoro solerti guardiaparco e m’è venuto un pensiero: «Il mare, chi lo sorveglia? Chi
protegge la fauna ittica? Chi si cura dei nostri pesci?».
Ho un ricordo bellissimo: mormore di ogni dimensione e peso
che con mio padre si pescavano
ogni volta che un bagnino si lasciava andare e ti prestava il moscone. Polpi, tenere seppie, branzini, orate, muggini. Un ben di Dio.
Ricordo i due «Pittamù», uno sul
molo di vedetta, l’altro con la barchetta a remi che aspettava il segnale per la calata della rete. Che
spettacolo i «museri» che saltavano a cercar scampo e non pochi
volenterosi davano una mano, la
braccia tese a tenere alta la rete.
Rombi, sogliole sembravano lì ad
aspettare che tu li andassi a pren-
Martedì 18 Febbraio 2003
quindi sono pericolosi non solo
per i bambini ma anche per gli
adulti, gli anziani e gli handicappati. Se le persone anziane si lamentano con i padroni dei cani,
qualcuno di questi risponde loro
che sono bugiarde e noiose e
vengono DIFFIDATE dal continuare con le lamentele, insultate,
derise, umiliate e minacciate di
essere denunciate dagli stessi.
COSÌ SI RISPETTANO GLI ANZIANI NELLA CITTÀ DI ALASSIO?
Che cosa dobbiamo fare: non
uscire più di casa e lasciare i cani
scorazzare oltreché sporcare a
loro piacimento la nostra città?
Albina Capelletti
La route de Gênes
La Riviera da Nizza a Genova
nelle stampe romantiche francesi (1814-1864)
Continua fino al 2 marzo 2003
la mostra nell’ex chiesa anglicana (via Adelasia 10)
orari: venerdì e sabato dalle 15 alle 19
domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19
Catalogo in mostra (€ 26,00)
E.N.P.A.
Ente Nazionale Protezione
Animali
Camilli Elena
Fiduciaria ENPA
Str. Rusineo 13A/8
17031 Lusignano d’Albenga (SV)
Spett.le
«L’Alassino»
Via XX Settembre, 7
17021 ALASSIO (SV)
Albenga, 25 gennaio 2003
OGGETTO: Comunicato
Sono lieta di informare i cittadini di Alassio, noti per il loro
amore verso gli animali, di essere stata nominata dall’Ente
Nazionale Protezione Animali fiduciaria per il territorio alassino.
Vorrei perciò ripristinare i
contatti con i locali zoofili, possibilmente anche rinnovare le loro adesioni al nostro Ente (che
nel passato contava molti soci
ad Alassio).
Da oltre 10 anni l’E.N.P.A. cura
le condizioni di vita di diverse
colonie feline di Alassio, (Porto
Ferrari, Via Michelangelo Buonarroti, Via Bavera, e in passato
anche Chiesa Anglicana) provvedendo regolarmente alla loro alimentazione, cure veterinarie e
sterilizzazioni chirurgiche. Sono
stati inoltre posizionati ripari e
mangiatoie per gatti, visibili sia
nel Porto Ferrari che nei pressi
della Chiesa Anglicana.
Tutte queste attività sono state svolte soprattutto con la valida e meritevole collaborazione
dei nostri (pochi ma attivissimi)
soci. Per poter svolgere il nostro
impegno di volontariato abbiamo bisogno di aiuti aumentando
il nostro numero di soci e pertanto Vi preghiamo di volerci
contattare al seguente numero
telefonico: 336 256709 sabato e
domenica.
Le quote associative (tesseramento) sono le seguenti:
Socio giovanile
3€
Socio ordinario
20 €
Socio sostenitore 40 €
Perpetuo
500 €
Per qualsiasi offerta o quota
associativa viene emessa regolare ricevuta.
Per l’anno in corso ho fatto domanda al Comune di Alassio per
ottenere un eventuale contributo, che spero venga positivamente accolta.
Ringrazio dell’attenzione i lettori de «L’Alassino» e saluto cordialmente tutti gli amici dei nostri amici a quattro zampe.
Ente Nazionale
Protezione Animali
Fiduciario di Alassio
Elena Camilli
SOTTOPASSO DI CORSO DIAZ
Caro Alassino,
alcuni mesi fa una ditta incaricata dal Comune di Alassio ha
fatto degli scavi nella strada e sui
marciapiedi sotto il ponte ferroviario di Via Diaz, posizionando
una o più pompe (così è stato
detto) per eliminare l’inconveniente dell’acqua che si accumulava quando pioveva, creando
grandi disagi a chi transitava per
quella strada.
Le macchine spruzzavano i
passanti e questo anche quando
pioveva poco. Per eliminare questo inconveniente sono state posizionate delle paratie di plastica
per proteggere i passanti, ma…
per le automobili quasi nulla è
cambiato e il lago rimane, i motori delle stesse si bagnano e in
molti casi si fermano. Non sarebbe più opportuno fare uno scavo, tagliare la strada, mettere
una griglia in ferro ed incanalare
l’acqua verso la pompa? È un inconveniente da risolvere velocemente, perché quando con
l’Aurelia bis il traffico aumenterà
la situazione peggiorerà certamente.
Cordiali saluti.
S&T
INVITO A TEATRO
Dopo aver aderito alla campagna «Invito a Teatro» facendo
l’abbonamento residenti, per poter assistere agli spettacoli teatrali in calendario, la sera del 1301-03, dopo un’attesa di 40 minuti circa, ci teniamo a precisarlo:
io e le mie amiche ci siamo incamminate verso le nostre poltrone «NUMERATE». Abbiamo
avuto un’amara sorpresa. Appena giunte i nostri posti erano
già occupati da altri spettatori
che pur avendo altri numeri assegnati non hanno lasciato le poltrone. Dopo diverse discussioni
con gli addetti GESCO non siamo
riuscite a raggiungere nulla di positivo. Nel frattempo lo spettacolo era iniziato e con tanta rabbia
abbiamo abbandonato il teatro
con la magra consolazione di
sentirci assicurare che ci sarebbero stati rimborsati gli abbonamenti. Ma lo spettacolo che abbiamo perso nessuno ce lo può
restituire.
Ora ci domandiamo come possa succedere un disguido del genere, in più abbiamo avuto, per il
momento, solo scuse a scaricabarile.
Grazie
Rosalba Prette
DIFFICILE PASSAGGIO
Da oltre due anni due grossi
tronchi di pino di Aleppo sbarrano completamente il percorso
del sentiero conosciuto come
«Sentiero del rosmarino» in
Regione Serre. Nonostante le ripetute segnalazioni scritte e verbali, nulla è stato fatto per restituire un po’ di ordine a uno dei
percorsi considerato fra i più interessanti dal punto di vista panoramico e naturalistico. L’intero percorso è ancora sconvolto
dalle frane cadute a seguito
dell’ultima alluvione che lo rendono impraticabile.
La presenza della Globularia,
del rosmarino spontaneo, del mir-
to, del Teucrium montanum, dell’Ampelodesmos tenax (Tagliamani) che si alternano ai giovani
carrubi a picco sul mare richiederebbero una maggiore attenzione
da parte dei responsabili del settore.
È facile immaginare quali saranno le considerazioni del turista
che avrà avuto l’idea di avventurarsi alla scoperta delle bellezze
decantate dalle varie Guide.
È ora che si provveda al più presto a eliminare questa situazione
di forte degrado che non fa onore
al buon nome di Alassio.
Lettera firmata
GIARDINO O DISCARICA?
All’inizio degli anni novanta,
dopo l’assegnazione degli alloggi,
in relazione all’attuazione degli interventi nell’ambito del piano di
zona di edilizia economico-popolare del nostro Comune, approvato ai sensi della legge 18 aprile
1962 N 167, i nostri Amministratori deliberarono l’esecuzione di
un piccolo giardino adiacente alla
piazzetta di Via Loreto Alta.
Furono messi a dimora tre pini
marittimi, sei picca brewerana,
circa quindici oleandri ed erano
già presenti tre frassini. In breve
tempo queste piante sono diventate robuste e rigogliose, sia per la
terra di riporto, che per l’annaffiatura effettuata dal personale comunale. Dopo circa un anno detto
personale svanì nel nulla e i vari
Amministratori che si sono succeduti, interpellati, hanno addotto come giustificazione la mancanza di personale, forti del fatto
che non riuscivano neppure a curare i giardini del centro. Più di
due lustri sono ormai trascorsi e
nessuno si è ricordato del giardino di Via Loreto Alta. I rovi, gli alterni e svariati altri tipi di cespugli
e rampicanti hanno creato un intreccio inestricabile e quello che
era nato come un giardino è diventato una DISCARICA. Immondizia varia, ruote di biciclette, telai di motorini, lavandini, girelli
per bambini, siringhe e altro si
mostrano e dimostrano la trascuratezza. Beh, a noi abitanti di
Loreto non sembra serio e corretto il comportamento di chi ci amministra. Non parliamo poi dei
commenti dei turisti che salgono
per godersi il panorama. Non
chiediamo le aiuole con l’erbetta,
ma una semplice potatura e pulizia almeno ogni sei mesi. Intanto
crediamo che fare una pronta manutenzione straordinaria sarebbe
di buon auspicio.
Alassio, 27 Gennaio 2003
Airaldi Filippo
CENTRO CULTURALE
«L’UMANA AVVENTURA»
Per ragioni puramente tecniche
abbiamo cambiato il nome, ma il
desiderio di comunicare con baldanza e sperimentata certezza,
nel rispetto e nel confronto con
idee diverse, la bellezza dell’incontro con Cristo è lo stesso di
quando ci chiamavamo «Cercatori di Infinito». Ma il desiderio sarebbe sterile se non si concretizzasse in gesti a cui invitare tutti e
quindi abbiamo proposto due iniziative in questi ultimi mesi.
La prima è stata venerdì 22 novembre; si è trattato di un incontro-dibattito col giornalista scrittore Andrea Tornielli, editorialista
de «Il Giornale», che ha presentato
il suo libro «Pio XII - Il Papa degli
Ebrei». Il prof. Franco Gallea ha magistralmente guidato l’intervista
all’autore, aiutando così il folto
pubblico intervenuto nella biblioteca «Renzo Deaglio» a comprendere, attraverso una documentata
analisi di fatti e situazioni, quale fu
la vera statura morale e storica di
Pio XII.
Per la seconda abbiamo goduto
della squisita disponibilità dei soci della Società Operaia di Mutuo
Soccorso che ci hanno messo a disposizione i loro magnifici e accoglienti locali. Nell’ ormai storico
ma accuratamente custodito ed
abbellito salone si è tenuta la conferenza dal titolo «Medioevo al
presente: bellezza e originalità di
un’età non troppo lontana». Dopo
il cordiale saluto iniziale del
Presidente Geometra Enzo Barbera e della Dott.sa Loretta Zavaroni
assessore con delega al volontariato, il presidente del centro culturale prof. Antonio Mazzoni ha
presentato il relatore Dott. Marco
Meschini, medievalista, storico e
ricercatore presso l’Università
Cattolica di Milano. L’idea della
conferenza è nata dal desiderio di
riscoprire e approfondire, anche
se per ragioni di tempo in maniera superficiale, un tratto della storia umana poco conosciuto e
spesso ideologicamente travisato. Con il suo intervento e le risposte alle svariate domande il relatore ha aperto uno sguardo di
simpatia verso un contesto storico non poi troppo lontano da noi.
Il prossimo appuntamento a cui
siete tutti invitati è l’ormai tradizionale cena di beneficenza a tema che si terrà sabato 15 marzo
presso la sala ristorante dell’Istituto Alberghiero di Alassio con
pietanze, musiche e danze medievali. Chi fosse interessato ad
informazioni più approfondite
può richiederle tramite E-mail
all’indirizzo: [email protected] o telefonare al 0182/
469092.
È in programma per 1’11/12/13
aprile il secondo corso base di degustazione di vini; per informazioni tel. 0182\469116.
Per il centro culturale “L’umana
avventura”
Martedì 18 Febbraio 2003
5
«L'ALASSINO»
Corso AVO
IN DIFESA DELL’AMBIENTE
Comunicato Stampa n. 6
Per la difesa delle nostre
spiagge nasce il BMS
Si chiama Beach Management
System ed è stato felicemente sperimentato in diversi paesi europei.
Ora arriva anche in Italia grazie
all’Impresub di Trento. Comuni delle
nostre coste si stanno interessando
al nuovo sistema. Gli esempi di
Ostia e Procida.
Le cronache di questo periodo ci
parlano di spiagge divorate dalle mareggiate, di ingenti danni per gli operatori turistici, di richieste al governo centrale, da parte degli enti locali, di riconoscimento dello stato di
calamità naturale. La colpa di questa
emergenza non può essere addebitata principalmente alle burrasche che
inevitabilmente ogni inverno porta
con sé, né dell’ondata di maltempo
che sta gelando il nostro Paese.
L’erosione delle coste, infatti, dipende da un insieme di tanti fattori, non
ultimo quello antropico, e sta diventando un problema di dimensioni
davvero preoccupanti: sia in termini
ambientali che in termini economici.
La «scomparsa» di una spiaggia determina una grave perdita per il patrimonio naturale e paesaggistico di
un territorio e la crisi delle attività
economiche che orbitano attorno ad
essa.
I dati parlano chiaro. Secondo
una ricerca del Ministero dei Lavori
Pubblici, risalente agli anni ottanta,
su un totale di 3.263 chilometri di
spiagge, 1.387 risultavano in erosione. Altri studi dello stesso periodo, testimoniano questa tendenza:
su 2.470 chilometri di litorale solo il
5% erano in accrescimento, contro
il 45% in netto arretramento. Analisi
risalenti agli anni novanta confermano queste cifre e danno il fenomeno in crescita. Scendendo ancora nei particolari e prendendo in
esame la costa adriatica, assai importante per la nostra economia turistica, i numeri sono ancora più allarmanti. Da un’indagine condotta
sui litorali delle Marche emerge come su uno sviluppo di km 144.5 di
spiagge, il 33% è in erosione; in
Abruzzo la percentuale cresce fino
al 61%. In Puglia in pochi decenni vi
è stata una perdita di circa 30.000
metri quadrati di spiaggia.
In termini economici le conseguenze sono pesanti. Secondo gli
esperti una fascia balneare sabbiosa di 11 km e larga 10 metri, comporta una perdita di 250 milioni al
giorno nel corso della stagione
estiva.
Di fronte a questa situazione, una
proposta innovativa ci viene
dall’Impresub di Trento che dal
1999 ha acquisito il sistema di protezione costiera Beach Management System (BMS) brevettato nel
1985 dal Danish Geotechnical Institute. Il BMS si basa sul concetto
che l’abbassamento della superficie
freatica in terreni granulari, aumenta la loro stabilità ed elimina la tendenza a muoversi. Opera in tre fasi:
1 - crea una zona non saturata, abbassando la superficie freatica;
2 - l’acqua portata dall’onda, percola nel terreno drenato e il materiale solido presente nell’acqua si
deposita sulla spiaggia, e lì rimane;
3 - il processo continua sino ad ottenere un nuovo equilibrio della
spiaggia che corrisponde ad un suo
avanzamento.
Per drenare la spiaggia, che è la
condizione per evitare l’erosione, il
BMS prevede l’installazione d’un
sistema di tubazioni interrate sotto la superficie freatica, e poco distante dalla linea costiera. Una volta installato, rimane completamente invisibile. L’acqua raccolta nel
sistema di tubazioni è inviata a vasche di raccolta, nuovamente al
mare o in ogni altro possibile modo.
Il BMS quindi trattiene la sabbia
portata dal mare e la riutilizza.
L’acqua momentaneamente fermata, ritorna al mare essendo perfettamente filtrata, può anche essere utilizzata per fini «nobili»: piscine, acquari, ecc.
Il primo paese ad installare il BMS
è stato la Danimarca, nel 1985. Il sistema ha fermato l’erosione della
costa, e dopo un anno la spiaggia è
ricrescita di 25 metri. Tre anni dopo è stata fatta una contro verifica e
sospesa l’azione della pompa si è
tornati alle condizioni iniziali. Dopo
l’importante esperienza danese, il
BMS è stato sperimentato negli USA,
Gran Bretagna, Scozia, Giappone,
Spagna, Svezia, Malesia e recentemente in Francia. In tutte le applicazioni sin ad ora realizzate i risultati
sono soddisfacenti.
In Italia il primo BMS è stato installato in tre distinti siti nel febbraio 2001 presso gli arenili di Ostia
Levante per conto della Regione
Lazio. Il sistema ha stabilizzato le
tre spiagge ed in una in particolare
ha permesso un avanzamento di
circa 18 metri di arenile.
La conferma dell’efficacia del
BMS viene da Procida, dove a giugno è stato installato per circa 1 km
nelle spiagge della Chiaiolella e
Ciraccio e ha già recuperato tra i sei
e gli otto metri di spiaggia.
Vista la grave situazione delle nostre coste, sarebbe auspicabile che
le nostre amministrazioni si interessassero a questo sistema così
all’avanguardia. L’impatto ambientale come abbiamo visto è praticamente nullo, dato che la struttura è
nascosta sotto la superficie. In conclusione, il Beach Management
System si propone anche nel nostro
paese come un’interessante soluzione per fare fronte al grave problema dell’erosione costiera.
Ufficio Stampa
Impresasub Trento
Ancona, 10 gennaio 2003
Fiocco
Azzurro
Il giorno 5/12/2002 per la felicità della mamma Michela e di papà
Filippo Semini e la gioia del fratellino Luciano è nato
VINCENZO
A questa felicità partecipano anche i nonni: Angiolina e Vincenzo la
nonna Carla Cravero, zii e cuginetti. Anche l’A.V.A. porge al piccolo Vincenzo e familiari tutti le più sincere congratulazioni.
ASSOCIAZIONE ELGAR
Musica, danza e solidarietà.
Ancora una volta il grande cuore
degli Alassini si è fatto vedere.
Nella serata del 22 dicembre, organizzata dall’Associazione
«Elgar in Alassio» intitolata
«Musica e Danza. Alassio insieme per Alassio» sono stati raccolti 661,68 euro devoluti al progetto per la realizzazione del
Centro Infermieristico. Alla serata hanno partecipato pratica-
Don Bosco…
era la domenica del 2 febbraio
quando uno stuolo di ragazzi faceva capolino sul molo di
Alassio per iniziare una giornata
mozzafiato nel ricordo del santo dei giovani.
Sì! Erano le ore 10 quando
l’ape (motorizzata) di Giacomo
detto Falegna arrivava carica di
palloncini ma soprattutto di
un’abbondante colazione. Con
la pancia piena di soddisfazioni,
ragazzi, giovani e genitori in un
grande corteo sono «sciamati»
verso Piazza Beniscelli. Qua li
attendeva un favoloso lavoro di
cartellonistica: sei bacheche, in
ognuna di esse era stato
scritto un argomento…
Don Bosco… Volontariato…
Equo e Solidale… Missione…
Benessere… Solidarietà.
Il tema scelto per festeggiare
don Bosco è stata la Pace come
solidarietà, il saper fare il primo
passo verso l’altro. Conclusa
l’attività, tutti verso l’Oratorio
per il lancio dei palloncini, la
Messa, il pranzo e il grande gioco preparato con attenzione per
continuare la riflessione iniziata
la mattina.
Sono momenti belli da non
trascurare: don Bosco ha sempre desiderato che l’Oratorio
fosse Casa, Scuola, Parrocchia e
Cortile. Quattro dimensioni,
quattro stili di vita piacevoli, ma
al tempo stesso quattro aspetti
in cui il ragazzo prende coscienza della sua crescita umana e
spirituale.
Sono certo che anche quest’anno don Bosco sia soddisfatto dei numerosi ragazzi che
hanno partecipato e forse lo ha
dimostrato regalandoci una
splendida giornata.
Grazie don Bosco!
Don Stefano Pastorino
PROGETTI DI SERVIZIO CIVILE
Da tempo Pubblicità Progresso, ci offre l’esempio di un ragazzo e una ragazza che scelgono il servizio civile: «Una scelta
che cambia la vita».
La legge 64 del 2001 crea di
fatto con il Servizio Civile un’alternativa al Servizio Militare
Obbligatorio e all’Obiezione di
Coscienza, dando una svolta significativa rispetto al passato.
«La proposta - spiega l’Assessore alla Cultura e alle Politiche
Sociali del Comune di Alassio,
D.ssa Monica Zioni - è rivolta innanzitutto a ragazzi e ragazze
di un’età compresa tra i 18 e i 26
anni. Per loro costituisce sicuramente un’importante esperienza formativa, sociale e professionale».
Il Comune di Alassio, è riusci-
to a presentare in tempo utile
alla Presidenza del Consiglio
dei Ministri (il termine era fissato per il 31 gennaio u.s.) le richieste di accreditamento finalizzate proprio alla formazione
di questa nuova figura collaborativa.
«Correndo contro il tempo aggiunge l’Assessore Zioni - abbiamo compiuto un lavoro immane, prestando numerosi
progetti in ambito culturale e
sociale. Riguardano l’attività
della Biblioteca quella dei nostri musei, la ex Chiesa
Anglicana e la Pinacoteca Levi
di prossima apertura; ma anche, in ambito sociale, presso
l’Asilo Nido, il Servizio di
Assistenza Domiciliare e per
quanto attiene gli interventi sui
minori».
Entro febbraio dovrebbe pervenire la risposta del Ministero
relativa all’accoglimento delle
proposte.
«A quel punto - spiega l’Assessore - attraverso appositi
bandi, provvederemo ala selezione dei volontari interessati
al servizio e in seguito dovremo istituire dei corsi di formazione interni all’Amministrazione tenuti dai funzionari specializzati nei diversi settori».
«Ritengo sia un’iniziativa
molto importante per il mondo
giovanile. Costituisce un significativo aiuto a combattere la
disoccupazione giovanile offrendo ai ragazzi un’esperienza
qualificante da diversi punti di
vista».
Aiutare gli altri in modo disinteressato. Su questo si fonda il
volontariato, in ogni sua forma.
In alcuni settori però è bene, prima di cominciare ad aiutare gli
altri, seguire un corso di formazione, per meglio operare ed
avere i mezzi per farlo. Uno degli enti per cui diventa quasi indispensabile un corso di formazione è l’Avo. Per il Ponente
1’Avo (Associazione Volontari
Ospedalieri) ha sede ad Albenga. I volontari però operano negli ospedali di Alassio, Albenga
e nella casa di riposo Trincheri
di Albenga. L’Avo offre un servizio di assistenza non infermieristica ai degenti e ai ricoverati,
regalando amicizia, calore umano, un sorriso, una parola e un
po’ di svago a chi soffre. L’associazione sta cercando sempre
nuovi volontari. Basta avere
qualche ora libera alla settimana, avere dai 18 ai 75 anni e una
gran voglia di dare un senso
nuovo alla propria esistenza. Il
ventesimo corso avrà inizio lunedì 24 febbraio e si concluderà
il 17 marzo. Si terrà presso il
Salone delle Opere Parrocchiali
del Sacro Cuore di Albenga, in
via Trieste 62. L’Avo chiede poco a chi può dare tanto. Un sorriso a chi soffre riempie il cuore.
Barbara Testa
Senza dimenticare che a chi
svolgerà il Servizio Civile Volontario viene riconosciuto dallo Stato un rimborso mensile di
433 €.
Alassio, 4 febbraio 2003
Per ulteriori informazioni e/o
chiarimenti rivolgersi ai numeri
0182 648142 oppure 333 2185266
Il mio piccolo, grande sogno Scava, scava e trovi le radici
Quella in cui vivo non è la «mia»
Alassio. Io andavo a scuola a Villa
Bice, giocavo nei cortili e nella cartella trovavo enormi panini con la
frittata.
Era il tempo della Banda del Molo!
Ne facevamo parte bambini molto simili a quelli della Via Pal, che
quasi ogni giorno si scontravano
con i «matetti» di Borgo Barusso e
tornavano a casa un po’ ammaccati,
con la sabbia nei sandali, ma pieni di
appetito.
Il tempo è passato, sono cresciuto, la città è cambiata. Secondo me,
però, ha perso per strada una grossa fetta della propria identità. Ho
qualche capello bianco ma non ho
smesso di sognare…
Così in questo piccolo, grande sogno, i pescatori tornano a tirare le
funi sulla spiaggia, per raccogliere
le reti e i bambini nascono qui e poi
si sentono orgogliosi di essere
Alassini.
Ciccio canta le sue canzoni in
giacca bianca. E poi c’è Rocky che
butta giù Alì al 5° round.
Nel sogno, molte spiagge sono libere, pensate, non per speculare, ma
per permettere a tutti di tuffarsi in
questo nostro straordinario mare.
I governanti della città sono saggi
e generosi. Non si lasciano influenzare o comprare da nessuno e usano le loro energie e la loro intelligenza per migliorare la vita della
gente; soprattutto quella dei «perdenti» e delle minoranze.
In via Dante solo alberi, biciclette
e passanti e il mio amico Colombo
che mostra tutta la sua bravura con
lo «skate» sotto i piedi.
A Natale le strade si illuminano di
fiaccole e c’è una grande cena, sotto
un tendone, in Piazza Partigiani, per
i poveri e per tutti quelli che sono
soli.
Nella fantasia, Alassio si trasforma così in un borgo marinaro autentico, abitato da gente vera, di
grande cuore e smette di apparire
come una «little Hollywood» di cartapesta al servizio di «maneggioni» e
visitatori.
Utopia?
Forse.
Qui, però, ci conosciamo un po’
tutti e, se questo assomiglia anche
al vostro sogno, fermatemi per strada, fatemelo sapere.
Se non altro potremo berci un
caffè insieme… e «raccontarcela»
un po’.
mente tutti i musicisti alassini
riuniti sotto la direzione artistica
del maestro Andrea Elena, presentati dalla voce per eccellenza, Rinaldo Agostini. Ospiti della
serata la scuola di danza di Iris
Gaburri e i ragazzi del Dj Group
di Franco Branco. Durante la manifestazione, che si è svolta nel
palazzetto dello Sport, è stata
consegnata ad Andrea Elena
un’onorificenza dell’Associazione Elgar. Gli è stata conferita la
carica di Associato Accademico
Onorario Elgar con la seguente
motivazione: «Un uomo che ha
rappresentato la nostra città a livello mondiale». Con l’anno nuovo l’associazione Elgar sta organizzando altri importanti appuntamenti a carattere musicale che
avranno come protagonisti i musicisti locali e altri grandi interpreti italiani ed europei.
Un saluto da
Federico Genova
Barbara Testa
La consegna dell’onorificenza dell’Associazione Elgar ad Andrea Elena.
I ragazzi del laboratorio di
«SCAVA, SCAVA E TROVI LE RADICI» ideato dalla preside L. Nattero
hanno visitato, accompagnato dal
prof. A. Mazzoni, la sede dell’
A.V.A. (Associazione Vecchia
Alassio).
Siamo stati accolti cordialmente
dal Presidente Carlo Cavedini, il
sig. Nino Bruzzone e dalla sig.ra
Luciana Grollero.
Il Presidente ci ha illustrato brillantemente la storia dell’A.V.A. e
Luciana Grollero, specialista del
computer, ci ha mostrato come riscrive gli articoli che poi saranno
stampati sul giornale e con i suoi
compagni li attacca, come prova,
su un foglio per fare un’anteprima
del futuro giornale che uscirà dalla
tipografia.
È molto bello che nasca un rapporto d’amicizia tra i ragazzi e il
giornale e con i responsabili
dell’A.V.A. Speriamo che la nostra
visita ci dia uno spunto per la nostra carriera. I ragazzi del laboratorio ringraziano per la loro gentilezza, ospitalità e per il loro libro
allegato al giornale che con gioia ci
hanno regalato. BUON LAVORO A
TUTTI!
Scritto da:
Vittoria Giannantonio,
Sara Felisati,
Ilaria Gaibisso,
Erica Castellana.
I ragazzi di 2aA - 2aB - 2aC - 2aD
Il centro dell’Universo
Dell’Universo la Terra è regina,
le Stelle e il Sol le ruotano d’intorno
come corona, da sera a mattina;
così la notte s’alterna col giorno.
L’affermava Tolomeo tanti anni fa;
Copernico mutò questa opinione
stabilendo la nuova verità;
La Terra appare ferma? È un’illusione!
Di sabbia il Mondo è un piccolo granello.
Quanti però si credon sì importanti
e pensano d’avere un gran cervello
da cui dipenda il Mondo? Sono tanti
coloro che non vogliono accettare
che esista qualcheduno fuor di loro
che più e meglio possa meritare…
«Sono i l migliore» dicono costoro
il più bravo, il più furbo ed il più bello;
dell’Universo il centro sono «Io».
È questo l’insensato ritornello
di chi si crede il prescelto da Dio.
Silvio Viglietti
6
«L'ALASSINO»
Martedì 18 Febbraio 2003
INCONTRI CULTURALI 2002-2003
BACI… BACI… BACI…
MA CHE BACI!
«Parliamo di…»
Organizzati dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Alassio e dal Liceo Don Bosco
Laura Pariani ha ricevuto il
premio letterario «Un autore
per l’Europa-Alassio 100 libri»
nel settembre 2002 col suo romanzo «Quando Dio ballava il
tango», del quale naturalmente a suo tempo si è parlato su
queste colonne. È tornata l’11
gennaio scorso per un incontro con gli allievi del Liceo
nell’auditorium dell’Istituto
Salesiano.
Presentata dal professor
Guido Sanlorenzo, ha raccontato il perché di questo libro:
«Sono nata in una zona povera
della Lombardia, un tempo terra di emigrazione, addirittura
stagionale, oltre oceano; molti
uomini in autunno affrontavano un viaggio lungo e disagevole in nave a vela per raggiungere l’Argentina (là era
estate) e tornavano in primavera. Qualcuno, come mio
nonno, decideva di rimanere
là». La Pariani narra del suo
viaggio di ragazzina con la madre in Argentina alla ricerca
del nonno, del tragico trasferimento da Buenos Aires alla
Patagonia, della disillusione (il
nonno si era rifatto una famiglia) e della difficoltà del reinserimento al ritorno. «Nel libro
ho raccontato l’emigrazione
dal punto di vista delle donne,
che rimanevano sole, in attesa
di qualche lettera, di pochi sol-
di e poi, a volte… il nulla».
Risponde alle domande dei
ragazzi sul romanzo e sulla situazione attuale dell’Argentina, un paese dalle enormi risorse caduto in un baratro dal
quale non riesce a risollevarsi;
sul ruolo che ebbero i Salesiani in Patagonia: cercavano
di salvare i nativi dallo sterminio dei coloni, vicenda della
quale si è parlato finora assai
poco.
Fernando Aiuti è uno scienziato di fama mondiale, ha parlato il 17 gennaio scorso nell’auditorium dell’Istituto Salesiano
su di un tema quanto mai scottante: «AIDS, problemi etici, medici, psicologici, sociali.», nel
secondo di questi incontri rivolti al pubblico oltre che agli
studenti.
Il compito di presentare l’oratore al professor Franco Gallea:
«Urbinate, vive a Roma; allergologo e immunologo, ha presieduto organizzazioni che si occupano di immunodeficienze a
livello internazionale. Ha al suo
attivo oltre 600 pubblicazioni,
non solo di carattere scientifico
ma anche etico e sociale».
Il professor Aiuti, con l’aiuto
di proiezioni, ha esposto in termini comprensibili a tutti,
un’indagine storico- scientifica
sul virus HV-1 (AIDS), con immagini chiare ed esplicite ha dimostrato come il virus entra
nelle cellule e spiegato gli stratagemmi escogitati dagli scienziati nell’intento di annullarne
l’azione, con risultati importanti ma non ancora risolutivi.
Ecco alcuni brani del suo discorso.
«Questa malattia è stata scoperta nel 1981. È il più sofisticato dei virus, nato per ultimo, vera e propria macchina da guerra, attacca le cellule preposte
alla nostra difesa; ha una grande variabilità che ostacola la
produzione di vaccini efficaci.
Da dove viene questo virus? È
venuto dalla scimmia circa 150
anni fa ed è entrato nell’uomo
da circa 80 anni, deriva da un virus primigenio di 400.000 anni
or sono; nella scimmia si è evoluto senza troppi danni, nell’uomo è più aggressivo. Si è diffuso
con le guerre e l’urbanizzazione
in Africa, poi in altri continenti
con le siringhe dei drogati, con
le trasfusioni, i rapporti sessuali non protetti. Lo si è scoperto
per la comparsa in individui
giovani di un tumore della pelle
prima “privilegio” di anziani, il
fatto promosse la ricerca. La
novità unita all’infezione contratta da personaggi celebri, ha
attirato l’attenzione dei massmedia. Oggi ne sono colpiti
40.000 esseri umani, l’80% nei
paesi poveri, in particolare
l’Africa sub-sahariana, ma la situazione è destinata a mutare
specialmente in India e in
Oriente. In Italia (e nel resto
dell’Europa) l’infezione fortunatamente si è ridotta in modo
rilevante, per l’uso di farmaci
appropriati, per la prevenzione, per un sistema sanitario abbastanza efficiente. Non c’è ancora la possibilità di sradicare il
virus ma almeno quella della terapia a vita, anche se con effetti
collaterali e la progressiva maggior resistenza del virus stesso.
Sicuramente si otterrà un vaccino, ma è un traguardo assai difficile da raggiungere».
CTA ACLI e Agenzia ALPTUR Viaggi, di Albenga
organizzano
Pellegrinaggio a
Medjugorje
Da giovedì 27 marzo a martedì 1° aprile 2003
27 marzo - Partenza al mattino, da Alassio/Albenga/Loano.
Percorrendo l’autostrada con dovute soste si raggiunge il ristorante per il pranzo; proseguimento per Zara dove ceneremo e pernottamento presso Hotel tre stelle.
28 marzo - Colazione, partenza per Medjugorje dove arriveremo
per il pranzo. Nel pomeriggio si parteciperà alle devozioni Mariane.
Cena e pernottamento.
29 marzo - Pensione completa a Medjugorje. Visita ai monti delle
apparizioni e ai luoghi dove apparve la Beata Vergine.
30 marzo - Pensione completa con visita al santuario del paese di
Padre Iozo. Nel pomeriggio andremo alla comunità di suor Elvira
dove avremo un momento di incontro confronto con i giovani della comunità. Santa Messa. Serata libera.
31 marzo - Mattinata libera, pranzo e partenza per Zara. Cena e pernottamento.
1° aprile - Colazione, proseguimento per il rientro verso casa con
sosta per il pranzo.
Carlo Bertolino
U scöggiu da galera
«Poiché ai tuoi servi sono care le sue
pietre e li muove a pietà la sua rovina».
(Salmo 101)
La gru arpionandolo lo trasse
dal suo consueto posto posandolo a ridosso del molo.
Quando c’è bonaccia sembra la
sagoma di un piccolo cetaceo
morto. Nell’ultimo numero de
«L’Alassino» si chiedeva che
non venisse distrutto ma riposizionato come prima. Un deside-
della nostra storia marinara vide lo sbarco e l’imbarco delle
merci trasportate dal nostro numeroso naviglio. L’imbarco e
sbarco dei nostri corallini, dei
nostri tonnarotti. Assetto e battaglia della flottiglia francese
ancorata nella rada e quella inglese comandata da Nelson a ri-
Abbiamo letto in una autorevole Rivista del settore («Viaggi
e sapori») N° 1-2003, un articolo
che riguarda Alassio ed una delle sue specialità; ma riportiamo
testualmente: «L’Aurelia riserva
belle vedute sull’isola di Gallinara e sulla spiaggia di Alassio.
Il paese dà il nome ad una dolce
specialità al cioccolato: i “baci
di Alassio”, preparati in molte
varianti. Una delle migliori interpretazioni (ed ecco la nostra
piacevole sorpresa), è offerta
da BRIANO, pasticceria in Via
Neghelli, gestita da cinque anni
ormai da Pietro Cavallo e da
Marcello Cremaschi, che solo
parzialmente rivelano il loro segreto ecc. ecc.»
La nostra sorpresa (non tanto, però…), è di avere trovato il
buon Marcello, figlio di Carlo
del famosissimo e non mai dimenticato «Pentallegro» che vogliamo ricordare anche in questa occasione con il compianto
Masino Spampinato, Armando
Franchina, Dino Ferrari e il no-
stro Vice presidente AVA Nino
Bruzzone.
Così abbiamo parlato (e con
gusto…) di una duplice alassinità, fatta di musica e canto e di
dolcezze prelibate…
t.s.
GSA in mostra ad Alassio
«Africa: tessuti e colori», la
mostra che tanto interesse ha
suscitato in provincia di Milano
lo scorso novembre, è presentata in questi giorni in città su proposta dell’associazione Zonta
International che, con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale, ha invitato il Gruppo
Solidarietà Africa di Seregno
per una settimana di incontri e
manifestazioni.
L’associazione Zonta è costituita da donne impegnate nella
promozione della dignità della
persona in ogni angolo del mondo con particolare interesse per
le problematiche femminili.
L’incontro con il GSA ha per-
le ceste di frutta e verdura, le
grandi balle di cotone, i mucchi
di carbone e di legna oltre all’angolo delle bevande e il tempio
del feticcio.
La mostra è rimasta aperta
tutti i pomeriggi fino a domenica 2 febbraio.
Moltissimi i visitatori nei primo fine settimana di apertura:
in occasione dell’inaugurazione
il Sindaco di Alassio e l’Assessore alle Politiche Sociali hanno
ringraziato l’Associazione Zonta e il GSA per l’impegno culturale e di solidarietà sotteso alle
manifestazioni proposte, ribadendo l’impegno dell’amministrazione alassina sul fronte del-
messo di sviluppare un tema
cruciale per l’associazione quale la promozione della salute e
della cultura femminile nei
Paesi in via di Sviluppo.
Adele Salada, dinamica Presidente del gruppo ligure, e Paola
Giraudo, rientrata dalla prima
esperienza africana con il GSA,
hanno coagulato gli interessi
delle numerose associate sui
progetti più significativi attualmente in campo: la prevenzione
del tumore al seno e la prevenzione dell’AIDS in Togo, l’educazione sanitaria nella scuola e il
progetto di sviluppo agroalimentare nel nord del Benin.
Punto di riferimento e di incontro sono i locali messi a disposizione dell’Associazione
Vecchia Alassio in via XX
Settembre 7, dove è stato ricorstruito il tipico mercato africano con le bancarelle dei tessuti,
la solidarietà e della promozione della cultura ad ampio raggio.
L’esposizione dei progetti da
parte del presidente del GSA ad
un folto gruppo di soci e simpatizzanti ha completato la prima
parte delle manifestazioni in
programma nel corso della quale il gruppo dirigente dello
Zonta ha consegnato alla delegazione del GSA la somma necessaria alla realizzazione di
una parte del progetto agroalimentare nel nord del Benin.
Importanti accordi di collaborazione e sinergie di intervento
sono state delineate sul fronte
di nuovi progetti di notevole impatto sociosanitario nei Paesi
africani, nell’auspicio di una
partecipazione sempre più attiva da parte di tutti coloro cui sta
a cuore la sorte di ogni uomo, in
ogni angolo del mondo.
€ 390,00 Minimo 30 partecipanti
Iscrizioni entro il 16 febbraio 2003 versando acconto del 50%
Diacono Ferrari GianCarlo CTA 329/2266059 - 320/2182514 e
Agenzia ALPTUR 0182/50620
U scöggiu da galera - olio su cartone, primi anni del ’900. (FOTO CICCIONI)
Giovedì 16 gennaio 2003 consegnata l’onoreficenza al Merito della
Repubblica Italiana al Comandante Stazione Carabinieri, Lgt. Eupreprio Di
Summa (a sinistra) S.E. il prefetto di Savona Dott. Cosimo Macrì, Sindaco di
Alassio Arch. Melgrati.
(FOTO CICCIONI)
rio questo di tutti gli Alassini
che a questo scoglio portano affetto perché rimembra loro il
lontano tempo della loro infanzia che proprio da questo trampolino di pietra con trepida ansia abbozzavano i loro primi tuffi! Perché venne chiamato u
scöggiu da galera? Non si sa.
La sua simmetrica forma fa
pensare che ad imprimerla sia
stato l’uomo. Da quanto si trovava in quel posto? Da centinaia
di anni. Forse era in quel posto
quando venne costruito il molo,
panchina del nostro porto naturale, la rada. Testimone ignaro
dosso della Gallinara.
Nel 1910, «il concentramento
in rada della flotta della Marina
Militare per una esercitazione
di sbarco che doveva preparare
le operazioni della guerra di
Libia». Scoglio storico pertanto,
assurto a monumento, degno di
essere tutelato.
Sui primi anni del trascorso
secolo una ragazzina del luogo
che con il nostro scoglio aveva
una certa dimestichezza decise
di ritrarlo in pittura e che chi
scrive è ben lieto di farlo conoscere ai gentili lettori.
Antonio Carossino
Martedì 18 Febbraio 2003
7
«L'ALASSINO»
Epifania del subacqueo
Pinocchiu
7
E u Grillu, ch’u parlova cumme nui:
«E me ne vaggu, ma ti veggherai
che primma o pöi pe tì saran durui,
se ti nu scangi, te ne pentirai…
Regorda che i gandulli e i pelandrui
nu pòn spèntose a-a fìn autru che guai!»
A ‘ste parolle, Pinocchiu, invedrau
u ghe tira ün martellu: petassau.
8
U cora u su… u ciocca ün campanìn…
a famme a cresce, u bòva, u vö mangiò.
Destaniau ün övu in te’n çestìn
tostu u se innandia a fone ‘na frittò
ma in tu rumpilu u ne sciorte ün pulìn
che saliandu u se mette a vurò.
Negru da-a raggia, ancù ciù affamau
Pinocchiu u se ne sciorte disperau.
9
A pansa a murmurova e sciù in tu çé
i tròi puxevan corpi de cannùn.
A-u scüru u nu sa ciù turnò inderé…
là u gh’è ‘na cà… u picca in tu purtùn:
«Ho famme, ün po’ de pàn pe piaxé…»
ma u vén incappellau de da’n barcùn.
U scappa e doppu ure de cammìn
u riva a cà negàu cumme’n pullìn.
Sèra, martellu, raspa, picussìn
t’ouliru bellu lestu e appreparau
ün maiunettu ch’u pò ün beccaçìn
che Gepettu «Pinocchiu» u l’ha ciamau
FRAMMENTI DI STORIA NOSTRANA
(a cura di Tommaso Schivo)
CAP. 13 - CHE GUAIO, SEMPRE, LA VIABILITÀ
I Liguri non furono mai grandi e
appassionati costruttori di strade.
Avevano i loro sentieri, i «sapelli»
a prova di mulo, per le loro necessità quotidiane e avevano la grande via aperta e maestra del mare e
con imbarcazioni d’ogni tipo che
potevano solcarlo con qualunque
tempo con la forza delle braccia o
del vento e delle vele.
Per questo la nostra regione fu
sempre povera di vere strade (anche per le difficoltà morfologiche
del terreno) e i governi centrali e
periferici non ebbero per secoli alcun interesse politico a dotarla di
capaci vie di comunicazione, neppure quando si ingigantì il rapporto internazionale fra popoli confinanti.
Tre furono soprattutto, nella
storia della Liguria, i momenti che
ricordano questo «servizio», questa necessità di «arterie» atte a collegare anche le nostre zone con il
resto del mondo. Il primo risale
agli antichi Romani, che lastricarono di strade tutta l’Europa e le
terre raggiunte dalle loro legioni.
Lo stesso nome «strada» etimologicamente viene ancora una volta
dalla lingua latina, da «strata» ovverosia «massicciata», stesa, che
altro non è che il participio passato del verbo sternere, cioè spargere, distendere. «Stratatica» nel
Medio Evo significò pedaggio, dazio da pagare per percorrere una
strada privata. «Pareva un’anticaglia medioevale (dice appunto il
D’Anna nel suo Dizionario), finché
non è ricomparso con l’esoso pedaggio delle autostrade». Dovettero, comunque, passare quasi duemila anni prima che si tornasse alla decisione di costruire da noi
strade, sia pure per esigenze tattiche e militari. Fu il «romano» Napoleone che da noi migliorò alquanto la viabilità. Poi, un mucchietto di anni dopo, ci pensarono
i Savoia a continuare l’opera, i
Savoia che avevano ricevuto dal
Congresso di Vienna, come un dono inaspettato, nonostante il
Principio di legittimismo votato,
anche la Repubblica di Genova e le
due Riviere. Tuttavia, anche dopo,
la situazione rimase precaria, seb-
mano quanto fosse difficile allora
camminare dalle nostre parti: «Da
noi le strade dovevano fare i conti
con gli strapiombi sul mare, con
gli scogli, con le frane frequenti,
con mille dirupi... qualcosa di impraticabile in
senso assoluto»
e ancora: «Le
strade percorribili non erano
che modeste mulattiere; il passaggio di due piccoli convogli in
senso contrario
creava, a volte,
difficoltà enormi.
Col vento il pericolo cresceva...
con la probabilità di rompersi il
collo ogni momento» (pag. 90).
Potrei continuare portando al
mio assunto le
testimonianze di
Addison, Brockedon, Dumas, Roscoe, Schneer e
di tanti altri autorevoli scrittori
stranieri
che
mentre esaltavano l’incredibile
clima e la gente
di qui... si sentivano rizzare i capelli al ricordo
delle malagevoli
«Sapelli», sentieri a prova di mulo. (Gibba)
strade per giungere fra noi. In un
bene scrittori eminenti e vedutisti
documento del 1569 il Doge di Gee ospiti stranieri cominciassero a
nova, con una lettera al Podestà di
interessarsi di una delle più belle
Albenga, lamentava la scarsa sicuzone e delle più accoglienti del
rezza delle via che conduceva ad
mondo. La situazione della viabiAlassio. In questo campo la
lità deficiente e pericolosa fu sotLiguria Occidentale restò sempre
tolineata e criticata in tutte le lin(e lo è tuttora) la grande Cenerengue, ma invano. Cito solo due bratola d’Italia. Anche in questi tempi
ni dal mio libro: «Alassio e la marilo Stato continua a mungere a doneria velica dell’ ’800» che confervere la «lattifera» mucca ligure, ma
le lascia strade antiquate e la stessa ferrovia, creata oltre centotrenta anni fa, con mille promesse puntuali alla vigilia di ogni governo
che, poi, come tutti i precedenti,
dimentica regolarmente la gravità
dei nostri problemi essenziali. Le
strade per entrare in Europa
dall’Italia erano praticamente tre:
quella del Sempione, quella del
San Gottardo, e quella aostana del
San Bernardino, abbastanza praticabili, a dire il vero, ma il collegamento fra le due Riviere e il Continente o fra Genova e la periferia
del Ponente fu sempre drammatico, tanto che ancora verso la fine
dell’800 si consigliava a chi venisse dalla Francia per raggiungere
non solo Milano e Roma, ma la
stessa Genova la via delle Alpi e di
Torino, assai più scorrevole e percorribile che quella costiera.
Scrisse Smollet: «Bisogna essere
dei pazzi per prendere un’altra via
che non sia quella del Piemonte
per arrivare in Italia dalla Francia!»
(da: Astengo Fiaschini «Viaggiatori e vedutisti in Riviera», pag. 37) e
Hans Reichard consigliava addirittura per raggiungere Genova la via
attraverso il colle di Tenda per
Cuneo, Asti e Alessandria. Se abbiamo chiamato in causa i nostri
governi per l’incuria grave verso
le nostre regioni, non c’è da stupirsi. Già nell’800 ancora Smollet,
già citato, osò scrivere che in fondo a questa situazione di strade…
«c’era un losco affare politico di
pezzi grossi…» In altre parole
Genova aveva interesse a che le
cose restassero così. E continuava: «La verità è questa: i nobili
Genovesi si valgono d’ogni mezzo
per mantenere i sudditi della
Riviera nella povertà e soggezione».
Allora mi sono domandato…
«Che avessero ancora una volta
ragione i nostri “padri” latini quando affermarono… Nihil sub sole
novi?».
Alle 10.30 del giorno dell’Epifania erano tutti lì, a deporre una
corona benedetta davanti alla statua del Cristo Redentore, sui fondali dell’isola Gallinara, a 18 metri
di profondità. È stato il momento
topico dell’immersione organizzata dal CNAM di Alassio per l’Epifania del Subacqueo.
La giornata era iniziata alle 8.30,
con la partenza dal porto di quattro
imbarcazioni dirette al pontile
«Bestoso». Sul molo l’appuntamento era con le Autorità, con il Parroco, monsignor Angelo De Canis,
con il Presidente ed i membri del
Direttivo dell’A.V.A., in attesa nonostante la tramontana avesse fatto scendere la temperatura dell’aria a 5°C. Dopo una breve cerimonia,
durante la quale il poeta alassino
Antonio Boscione aveva declamato una sua toccante preghiera in
versi dialettali rivolta al Cristo degli Abissi e monsignor De Canis
aveva benedetto la corona che di lì
a poco sarebbe stata deposta in
fondo al mare, le imbarcazioni hanno rivolto la prua verso l’isola,
mentre iniziava a scendere un nevischio gelido, trasportato dalla
tramontana. Raggiunto il punto
dell’immersione (il giorno precedente due organizzatori avevano
provveduto a controllare la zona,
ad ancorare le boe di segnalazione
e a lucidare il bronzo della statua) i
sei istruttori ed i tredici subacquei,
cui si è aggiunto il Comandante
dell’Ufficio Circondariale Marittimo, Tenente di Vascello Marco Nobile, si sono immersi nelle acque
della Gallinara. Deposta l’offerta
consacrata davanti al Cristo, i sub
hanno visitato le vicinanze della
statua e sono quindi rientrati.
Le impressioni le abbiamo chieste ad uno dei «motori» della manifestazione, Cesare Signoris: «I fondali dell’Isola sono sempre affascinanti e bellissimi, ancora meglio di
come li ricordavo da ragazzino, prima che la zona venisse protetta. Per
molti dei partecipanti, poi, l’immersione è stata una novità assoluta e
.
una straordinaria sorpresa. Di ciò
desideriamo ringraziare innanzitutto il Tenente Marco Nobile, che ha
concesso i necessari permessi, non
facili da ottenere. È stata assai toccante anche la parte “ufficiale” della
manifestazione, nonostante la situazione meteorologica non fosse delle
migliori, e siamo contenti che non ci
sia stato alcun imprevisto. Per questa riuscita vorrei ringraziare le forze dell’ordine, i quattro “barcaioli”
che ci hanno trasportato alla Gallinara (erano Lorenzetti, Pogliano,
Tassistro e Mondin) e tutti coloro
che, come l’AVA, hanno partecipato
o collaborato».
Per terminare questa breve cronaca ecco i nomi di coloro che si sono immersi: gli istruttori Scosceria,
D. Firulli, M. Priolo, Sanfilippo, Amigoni e Ambrosi, il comandante T.V.
Nobile ed i subacquei Cacciamani,
Quarone (i cui scatti compaiono
con costanza sulle pagine dell’Alassino, addetto alle foto), Burdino
(incaricato delle riprese video), L.
Firulli, Signoris, Capiaghi, Benvenuti, F. Priolo, Grancelli, Giordano,
Mantellassi, Baudoino e Zupo.
C.N.A.M.
Preghiera pe’ u Cristu di fundali
Segnù mé bellu, che da e aigue funde
du mò d’Arasce ti n’adrövi e brasse:
fa che u su u lüxe, che a tempesta a passe,
C’u corme u vèntu e c”u s’apoxe e unde!
Tègnine in rutta e rèstine vixin
perché a l’è longa e düra a travèrsadda,
frena a curènte, mùscine a To’ stradda,
danne ‘na bona pesca e in bon camin.
Prutegge Arasce, sorva a mé famìa,
porta u mé borcu a stò luntan dai scöggi,
smövighe u cö e fagghe adruvì i öggi
a-a gènte c’a cumanda... e così sia!
Antonio Boscione
TRADUZIONE
Preghiera per il Cristo dei fondali
Signore mio bello, che dalle acque profonde/ del mare di Alassio ci
apri le tue braccia:/ fa che risplenda il sole, che la tempesta passi,/
che calmi il vento e si pacifichino le onde!/ Mantienici in rotta e restaci vicino/ perché è lunga ed ardua la traversata,/ frena la corrente, mostraci la Tua strada,/ dacci una buona pesca e un buon cammino./ Proteggi Alassio, salva la mia famiglia,/ porta la mia barca lontano dagli scogli,/ smuovigli il cuore e fagli aprire gli occhi/ a chi è là
che comanda... e così sia!
8
«L'ALASSINO»
Rimme da noscia tèra
Pinocchiu
Pinocchiu
10
13
Giorni de silensi
(Dialetto spezzino)
A me remana ‘r prefümo agro
der castagno bruzà
e’n risin apena, apena,
n’ocià alèsta
de daré ar füme che
senpre i areencia a ca,
come s’i fussa cosa natuale.
Sarà ‘nt’a müàgia de madon
i éno i recòrdi e enprese de noiàotri
che a ne gh’avèmo ciü làgreme
pe’ smorsae i fèghi,
ni momenti d’emosiòn
scorpi sorve e ciàpe,
pe’ recordae quela vita
che la n’’ha ‘insegnà a cresse
afondando raise senpre ciü prefonde.
Reflèsse ‘nt’a brata, anchè,
nostre face i trasso giorni de silensi.
Anna Maria Tarolla
Martedì 18 Febbraio 2003
Truvau da broxia ancù’n te’n recipiènte
u se destriga e gambe, u s’attumbazza
e u nu s’accorze che, za lèntamènte
i pèi se ghe bruxiàn… quande, da-a ciassa:
«Pinocchiu, addröve… sùn tò pare, sènte,
dagghe avviau ch’u ciöve e u tempu u passa…»
Cui öggi énsci ancù cumme ballui
quellu u s’aissa e u pia dui strambairui.
Trapiantu fau, pe ricunuscimèntu
Pinocchiu allura u fa ‘na so prumessa:
«Anderò a-a scöra, cu-u prupunimèntu
che da dumàn a nu sarà ciù a stessa.
E stüdierò in sci-u seriu, züramèntu,
a noscia vitta a sarà ‘na bellessa!»
Ma u se rattrista cumme ün murtoriu:
«Vestimentu u nu n’ha né sillaboriu».
14
11
«Allù, ti me vöi fò vegnì a redossu…»
u veggiu u crìa sentèndu di lamènti.
«Pà, entra da-u barcùn, che arvì e nu possu…»
L’autru u se dà da fò e a sùn de stènti
u entra… u-u vegghe in tèra, u resta scossu…
e’n ciù u ghe sente dì, tra i patimènti:
«Ho famme pà!»… «Ti-i vöi dui pèi, bambìn»…
«Scì, se ti-i mundi…» U l’è de güsti fìn.
A dila tutta a vén longa a bigò…
ma u poveru Geppettu u l’ha u sc-ciuppùn:
«Nu n’hammu da pista né da pistò»
a l’era a so triste riflessciùn
«Quarcosa ad ogni moddu e devu fò
pe rende ciù cuntentu ‘stu garsùn…»
Cùn da megulla u fa ‘n berettìn
e ün vestimèntu cùn du papé fìn.
15
12
TRADUZIONE
Giorni di silenzi
Mi rimane il profumo acre/ del castagno bruciato/ ed un sorriso
appena, appena,/ un rapido sguardo/ dietro il fumo che qui/ da
sempre invade la dimora,/ come se fosse naturale./ Racchiusi in
pareti di mattoni/ stanno i ricordi e i gesti di noi/ che non abbiamo
più lacrime/ per spegnere gli incendi,/ né attimi d’emozioni/ incisi
sulle pietre,/ a ricordo della vita/ che ci ha insegnato a crescere/
affondando radici sempre più profonde./ Riflessi nel fango, oggi,/ i
nostri visi incidono giorni di silenzi.
Primma u s’attacca a-a purpa, mancu a dì…
pöi u se mangia e scorscie e, d’abbrivùn
veghendu i tusci u mangia eiscì ‘sti lì.
Geppettu, pover’ommu, u l’ha u maigùn,
veggheselu inranghiu u-u fa patì,
cuscì u se fa piò da-a cumpasciùn
tantu che, pe cunclüdde a tiramolla,
u fa dui pèi ch’u ghe tacca cu-a colla.
Ma u manca u ciù, s’u vö fola cumpia
«Palanche o nà u dev’esse accuntentau!»
Cu-a testa asciarattò e in frenesia
u pover’ommu u sciorte rassegnau
pe rincasò cu-u libbru e ‘na buxia
nomma in camixia, tuttu aggiassau:
«Dunde ho messu u gibbùn, ti me di tì?
U neva, ma… u fa’n caudu da murì».
Cari poeti arascin
Da un mumentu che pueta mi e no u sun
e ve dumandu a vui ‘na spiegasiùn
datu che mi e nu so prununsiò e
scrive stu dialettu, i m’ou dié
l’accentu dunde ou mettu?
U Cescu u dixe cu va in sci l’ò
e mi e u me so propriu regulò
e nun sun sulu mi che digu cuscì, ma
tanta gente mudesta e sensa tanta
presunsiun ch’a se dumanda: ma
allura chi gh’à raxiun? Sperammu
che in duman nun tantu luntan
i ve capì e chi ve dagghi a man
cuscì nui tutti d’Arasce çittadin
e lezeremu in perfettu arascin.
Emanuele Nattero (Meluccio)
TRADUZIONE
Cari poeti alassini
Dal momento che poeta non sono/ domando a voi una spiegazione/
poiché non so pronunciare e scrivere questo dialetto/ sapreste
dirmi l’accento dove lo metto?/ Cesco dice che và sulla «ò»/ e così
io non so proprio come regolarmi/ e non sono il solo a dir così/ ma
anche altra gente modesta e senza/ presunzione si domanda:/ ma
chi ha ragione? Speriamo/ che un domani non molto lontano/ vi
capiate e vi diate la mano/ così noi tutti di Alassio cittadini/ leggeremo in perfetto alassino.
INCONTRI CON L’AUTORE
Romana Rutelli «RITRATTO DI SIGNORA CAPOVOLTA» - ExCogita Editore
Docente di Letteratura inglese
e analisi testuale all’Università
di Genova e al DAMS di Imperia,
studiosa di varie discipline, giornalista, traduttrice (anche di
Shakespeare), autrice teatrale
(rappresentata), poetessa e narratrice, Romana Rutelli è alassina d’adozione, consorte del dottor Giorgio Quintavalle, figlio del
celebre pittore Noëlqui.
Nel marzo del 1997 a Palazzo
Morteo tenne una conferenza
sul tema «Il palcoscenico del
“come se”: giochi di parole e di
immagini» e l’anno scorso in
questa sede presentò il suo libro
«Semiotica (e)semplificata».
L’11 gennaio scorso è tornata
nell’Auditorium della Biblioteca
civica per presentare il suo romanzo «Ritratto di signora capo-
Rubrichetta mensile
Un ricordo per...
volta».
Franco Gallea presenta l’autrice e afferma: «È già stata qui
ospite per la sua attività scientifica, ora lo è come narratrice.
“Ritratto di signora capovolta” è
una storia “banale”, o meglio, sarebbe così se non fosse strutturata in modo assai originale;
questa vicenda di una donna
non più giovane che si sposa con
un vedovo che ha già un bambino e con lui ha un altro figlio.
Hanno attività professionali prestigiose, c’è qualche screzio,
poi… Ma il racconto è fatto a ritroso. Libro terso, complesso,
impegnativo, atmosfera magica,
incrocio di piani narrativi, il tutto inserito nel nostro tempo; vie-
ne evocato anche il mito di
Cassandra».
Rutelli: «Nel libro il tempo ha
una funzione fondamentale, il
cambio di millennio ha un ruolo
importantissimo nella vicenda. I
caratteri tipografici diversificati
seguono i vari “piani” del libro;
l’ironia fa parte dello sforzo della protagonista per tornare alla
realtà. Ho cominciato come narratrice, poi sono passata alla ricerca e alla docenza universitaria; la letteratura fa parte della
mia vita; tradurre è un gioco, ma
occorre rendere bene il pensiero dell’autore».
GIUSEPPE MATTAI S.D.B. «Verso una nuova immagine di chiesa:
dalla chiesa dei concili alla chiesa delle beatitudini» - Ed. Ennepilibri
Eminente figura di studioso, il
professor don Giuseppe Mattai,
già docente di Etica al Pontificio
Ateneo Salesiano prima e alla
Facoltà teologica dell’Italia
Meridionale di Napoli poi, ha ora
scelto di vivere ad Alassio, dove
alterna i suoi studi all’apprezzatissima attività pastorale. Ha già
pubblicato molti saggi, qualcuno
già presentato in questa sede,
piccoli come dimensioni ma ricchissimi di contenuto. Il 14 gennaio scorso nell’Auditorium della Biblioteca civica ha proposto
questa sua ultima (in ordine di
tempo) fatica letteraria.
Il professor Franco Gallea, prima dell’intervista, così ne riassume l’argomento.
«Quando si parla di Chiesa si
pensa al Concilio Vaticano II°.
Per i giovani non c’è possibilità
di confronto fra come era prima
e come è adesso. Giovanni XXIII°
è stato un papa rinnovatore: il
Concilio di Trento e il Vaticano I°
erano concili “contro”, della paura, che produssero grandi forze,
ma la Chiesa rimase praticamente la stessa. Il Vaticano II° ha prodotto novità rilevanti, molte ancora da sviluppare. In questo libro, con una serie di “medaglioni” il professor Mattai propone
un discorso importante»:
Don Mattai: «La Chiesa per lungo tempo ha avuto la “sindrome
di assedio”, un atteggiamento di
difesa. Un tempo come “Chiesa”
si intendeva la gerarchia e non il
popolo di Dio, anche gli edifici
ecclesiastici dimostravano la diversità di come si intendeva il
concetto di “Chiesa”. Il Vaticano
II° prospetta nuove immagini di
Chiesa senza rinnegare il passato. Il mio intento è quello di non
rinunciare a nuovi Concili e Sinodi, ma penso sia possibile delineare una prassi dei Cristiani,
perché in alto e in basso si viva la
Chiesa delle beatitudini. Una
Chiesa povera, mite, non violenta, costruttrice di pace, pura, ancora capace di sofferenza. Il
Cristianesimo è la dedizione totale a una persona: Cristo; è più
di un’etica. Il ruolo dei laici nella
Chiesa è fondamentale. La
Bibbia è stata riproposta all’attenzione dei fedeli che devono
sottostare alla parola di Dio: non
è un libro “facile”, ma una “biblioteca”, per cui occorre un’interpretazione».
Sorelle EMMA E ADRIANA CROCE: «La grande quercia dei “Prain”»
Edizioni del Delfino Moro
ANNO SCOLASTICO 1930-31 - Classe 1924 - Suore Francescane
Da sinistra in alto: Carlo PELLE - Lucio TORNATORE - Elbano TOBIA - Gustavo HÜBNER - Francesco GUIDO - Beppe
FERRERO
In basso: Zoe ? - Adolfa BALLABIO - Angela VERNOCCHI - maestra Rita MARINO - ? - Anna GUIDO - ? - Teresa ?.
La storia di una delle famiglie
fra le più conosciute e caratteristiche di Albenga è stata presentata nell’auditorium della Biblioteca civica di Alassio il 1° febbraio
scorso dall’assessore alla Cultura
del Comune di Albenga, editore e
libraio, Gerolamo “Gerry” Delfino.
Nel porgere il benvenuto, l’assessore alla Cultura del Comune
di Alassio dott. Monica Zioni, ha
rilevato che il libro rappresenta
una memoria storica anche per
Alassio.
L’editore Delfino ha poi preso
la parola: «È il mio primo libro digitale, in 25 anni di attività ne ho
pubblicati oltre cento, è stato accolto molto bene. Alla fine
dell’’800 Genova conobbe una
grande espansione, molte famiglie soprattutto contadine non ci
si trovarono più, emigrarono, in
parte ad Albenga che allora era
“terra di conquista”, bonificarono e resero fertile la Piana. “La
grande quercia dei Prain”: il titolo deriva da una frase del vescovo Alessandro Piazza a proposito di questa famiglia (i Bignone)
di pescatori proveniente da Prà,
che nel 1920 si stabilirono a
Albenga; erano otto fratelli che
sono sempre stati insieme, costruirono una grande casa in riva
al mare che esiste ancora e si è inserita nella nuova comunità così
bene che meritava un libro.
Durante la guerra furono cacciati
dai tedeschi, si stabilirono provvisoriamente ad Alassio nel
Borgo Coscia continuando la loro attività. Nel 1925 pescarono
tre anfore romane, furono segnalate al professor Nino Lamboglia
che 25 anni più tardi avviò la
campagna di recupero, creando
una nuova scienza: l’archeologia
sottomarina».
Emma Croce (91 anni), con la
sorella Adriana (deceduta l’anno
scorso), figure simpatiche e caratteristiche dell’arte e del volontariato albenganese (sono state
poetesse, commediografe, attrici), sono le autrici del libro. «Sono
soddisfatta di aver accontentato
tutti i Prain» dichiara Emma. La
storia e gli aneddoti sono stati
suggeriti da una Prain di terza generazione, Bruna Bignone,
(mamma del dirigente il settore
Turismo e Cultura del Comune di
Alassio dott. Alfredo Silvestri)
che, con schietto umorismo, racconta al numerosissimo pubblico
alcune di queste vicende, come
quella in cui i passanti vedendo la
numerosa famiglia (oltre 40 persone) pranzare presso la spiaggia,
pensavano a un ristorante e chiedevano di essere serviti; o quando
ad Alassio, in tempi grami, avevano sistemato le galline sulla spiaggia in un recinto di reti da pesca e
ogni tanto qualcuna spariva…
Era presente Antonio Ricci che
racconta alcuni suoi ricordi. «Ho
trascorso l’adolescenza in compagnia dei Prain, abitavo vicino a
loro in riva al mare, giocavamo
sulla spiaggia, disturbando il riposo dei pescatori che passavano la
notte al lavoro, ma ci sopportavano; a quel tempo imparai molte
cose che in seguito mi servirono
professionalmente»
C.B.
I 50 anni del «Muretto»
Si invitano coloro che posseggono fotografie, scritti, documenti, ecc.
che riguardano il Muretto, specialmente dei primi anni, di prestarli
per le manifestazioni del cinquantenario, fra le quali la pubblicazione di un libro. Il materiale verrà restituito. Rivolgersi all’A.V.A. negli
orari di apertura.
Grazie
Martedì 18 Febbraio 2003
Tiritera d’inverno
9
«L'ALASSINO»
I 90 anni dell’Unione Exallievi/e di Don Bosco ad Alassio
(SECONDA PUNTATA)
Con la quercia, l’ulivo - vecchio e nuovo la Margherita e i deputati verdi
l’Italia è una nazione vegetale
con qualche po’ di bene e qualche male.
Movimentisti e riformisti insieme
- tra simboli di fiori e di natura vanno girando intorno al Quirinale
per fare festa a Ciampi presidente
il quale benedice sorridente
tutta la gente di sinistra e destra
che sembra uscire fuor dalla foresta.
La Politica è un vero campionario
di personaggi dal parlare vario,
tutti in attesa della nuova Europa
(Dio ce la mandi buona e senza vento)
come se fosse una partita a scopa.
Ecco Palazzo Chigi e Berlusconi,
il grande capo della Forza Italia,
Prodi, Pera, D’Alema con Martino
e Moratti, Gasparri e Gianni Letta,
Rutelli e Bossi, quello della Lega,
Tremonti, Castagnetti, Rosi Bindi,
Bassolino e la Russo Jervolino,
(esteri: via Ruggiero, ecco Frattini;
Scajola, marcia indietro, ecco Pisanu)
Casini (appunto) e Bruti Liberati.
Cofferati il cinese ed Epifani.
Nanni Moretti, coi suoi girotondi,
e Previti, Castelli, Bertinotti,
Caselli, Antonio Fazio, Fisichella,
l’Alleanza di Fini con La Russa,
Piero Fassino, Flick e Giovanardi
e Di Pietro, Cossiga, ed Andreotti,
e Violante, Veltroni, la Pivetti,
Napolitano, Occhetto ed Angeletti,
Salvi, e Colombo della vecchia guardia,
Mussolini Alessandra, Buttiglione,
il Pecoraro Scanio e Livia Turco,
Gustavo Selva con De Benedetti,
Sgarbi, Mastella e Giuliano Amato,
Oscar Luigi Scalfaro e Maroni,
Pannella che digiuna e la Bonino,
Cossutta, Berlinguer e la Melandri,
Formigoni, Dell’Utri, Fumagalli,
il Costa Raffaele, Macaluso
e Follini, Mancino, Mattarella,
la Sanità di Sirchia e i suoi decreti,
ed Urbani, Lunardi e Pecorella.
Poi tanti, tanti altri, mescolati
in un gigantesco calderone,
di Repubblica prima e di seconda,
da guardar con la massima attenzione,
ché il nostro Bel Paese e lo stellone
hanno molti disturbi ed accidenti.
Gli esempi sono molti e imponenti:
Tangentopoli, Camera e Senato,
i Ministeri, il popolo sovrano
(buono soltanto al tempo di elezioni)
le zuffe in Parlamento ed i condoni,
sindacalisti, scioperi, finanze
un poco ballerine, opposizioni,
referendum ed articolo diciotto,
la devolution ed il lavoro nero,
l’industria della Fiat che va a pallino,
magistratura con l’affanno, e ancora
le pensioni, la scuola, le proteste,
i pasticci dell’Euro e della Lira,
e gli aumenti dei prezzi; va in malora
lo sport, con i tifosi negli stadi;
poi ci sono i no-global, l’avventura
di ribellioni urbane, le violenze
di terroristi e di rapinatori
malgrado i poliziotti di quartiere;
le tragedie del mare, i clandestini
che affogano a decine sulle coste,
gli inquinamenti, i mali del terziario
quando va male, e i riti di evasione.
I partiti ormai sono partiti
senza troppi rimpianti di pentiti.
Quando senti la Rai e i notiziari
(anche alla Rai ci sono tanti guai)
o leggi le gazzette quotidiane,
ti senti preso dalla confusione;
le novità fanno drizzare i peli:
ritornano i Savoia, avanti, avanti,
mentre si canta l’Inno di Mameli.
Perché l’Italia, coi suoi panorami
d’arte, di storia, di natura bella
è un mondo tanto fragile e confuso?
Tra nord e sud e isole comprese
c’è sempre qualche cosa da temere:
le frane, i terremoti, le eruzioni,
le piogge che diventano alluvioni,
gli incendi forestali, le valanghe,
la fitta nebbia nella val Padana,
la scarsità dell’acqua al Meridione,
il progetto del Ponte sullo Stretto,
grandi lavori pubblici allo studio,
l’insidia degli appalti e dei contratti
e le galere super affollate;
le lucciole che cercano un asilo
per non dare spettacolo nei viali.
Ce la faremo? La Costituzione
ci dà una mano e forse un buon destino
manterrà libertà e democrazia
per il popolo nostro. E così sia.
Scusatemi la lunga chiacchierata
dedicata ai lettori più pazienti
tra gli alassini che mi son fratelli.
Io mi firmo Giannetto Beniscelli.
1913-2003: novant’anni di
«exallievità» ad Alassio. Quante
cose ci sarebbero da ricordare!
Pagine e pagine di aneddoti, figure di salesiani e di laici che
hanno lasciato un’impronta,
momenti gloriosi e momenti infausti: ci vorrebbero fiumi di inchiostro, tanto è stata densa in
questi anni l’azione degli Exallievi ad A1assio. Non poteva
essere altro che così! L’attaccamento alla Casa che li aveva
visti giovani studenti ed oratoriani e il ricordo riconoscente
verso gli antichi maestri ed educatori, hanno fatto delle decine
di migliaia di Exallievi, che sono
transitati e continuamente ritornano, un punto fisso della tradizione salesiana nella nostra
città.
Ed è il PADRE che vede i figli
amatissimi: «Vi conservo nel cuore, vi considero come cari figlioli
e vi ringrazio di tutto quello che
fate e avete fatto per me... Da tutte le parti si parla dei miei antichi
figlioli; sì, lo ripeto, questo mi dà
la più grande consolazione, è
l’onore dei miei ultimi anni... ora
vi amo ancor più di una volta. Ed
io dico a voi che sono tutto vostro
nel fare, nel pensare, in ogni mia
azione».
Ed al primo Convegno di
Alassio ci saranno circa 200 presenti. La scuola salesiana è attiva da 44 anni e quindi ci sono ritorni datati anche di trent’anni.
Ad accogliere questa folla di
Exallievi che tornano nel loro
istituto, c’è tutto il Consiglio Direttivo: l’avv. Giacomo Maglione, mons. Giacomo Preve, l’ing.
Felice Gaggino (zio dei dottori
G.B. e Carlo Felice Cattaneo, che
per lunghi anni furono i medici
della Casa di Alassio), il sig. Luigi
Fascie (cugino di don Bartolomeo Fascie). È un avvenimento
per la città: gli exallievi vengono
ricevuti in Comune e l’assessore
Simone Salada porge il benvenuto ai convenuti; per gli exallievi
rispondono l’avv. Milanesio e il
prof. Gribaudi di Torino, il primo
Presidente Nazionale degli
Exallievi. Per la città sfila la banda di Vallecrosia, che tiene poi
un concerto nel piazzale del
Comune. Come si vede una vera
festa cittadina.
È il primo convegno ed è la
conferma delle parole profetiche di Don Bosco: «Eravate un
piccolo gregge: questo è cresciuto, cresciuto molto, ma si moltiplicherà ancora. Voi sarete luce
che risplenderà in mezzo al mondo e col vostro esempio insegnerete agli altri come si debba fare
il bene e detestare il male. Sono
certo che voi continuerete ad essere la consolazione di Don
Bosco. Cari figli miei, che il
Signore ci aiuti a trovarci tutti assieme in Paradiso».
Gli anni passano; la guerra
miete tante vittime: i Convegni
annuali si svolgono un po’ nel loro ricordo. Un solo importante
momento: il 6 febbraio 1916 si
celebra il triplice giubileo di laurea, Messa e professione religiosa di don Francesco Cerruti. Si
forma un comitato; ne sono
membri attivissimi, animatori e
organizzatori, il presidente degli
exallievi Gaggino e il cassiere
avv. Giacomo Maglione di Laigueglia, che si assume l’incarico
di una raccolta per regalare a
don Cerruti un calice d’argento
(nell’archivio abbiamo ancora,
legate con uno spaghetto, tutte
le ricevute dei versamenti di
Lire 3 fatte dagli exallievi).
È passata ormai una decina
d’anni dall’Istituzione della
Federazione Internazionale,
molti dei quali impegnati dai tristi momenti della guerra: confusione sociale, tante vittime, re-
duci dal fronte. La Federazione
decide allora di costituire definitivamente le varie Unioni che intanto erano sorte in varie parti
d’Italia e del mondo.
Anche Alassio si adegua.
Sabato 19 marzo 1921, festa di
San Giuseppe, presenti l’Ispettore Salesiano Don Lodovico Costa e il Direttore Don Giovanni
Boselli, dopo aver dato lettura e
votato il nuovo statuto, viene
approvata definitivamente la costituzione dell’Unione Exallievi
di Alassio (in sede esiste ancora
dele all’Unione, Giovanni Vacca,
storico impiegato del Comune
allo Stato civile, il dotto Luigi
Cappelli, il dott. Vincenzo Santi,
il dott. Carlo VaIlega, il dott. G.B.
Natta: «... il senato dell’Unione,
uomini saggi e operosi, i professionisti più conosciuti della città,
usciti da famiglie benemerite» (A.
Miscio).
Le elezioni si erano svolte dopo la S. Messa e l’Adunanza;
all’agape fraterna, che era seguita (come si vede le tradizioni
vengono mantenute tutt’oggi!),
I° Convegno Exallievi Salesiani di Alassio (1914).
un diploma, inviato da don
Bastasi a Don Boccalatte nel
1947, che ci attribuisce il n° 45
nella Federazione Internazionale).
In questa circostanza viene
eletto Presidente il Cav. Giuseppe Boschetti, Vice Presidente il
Sac. Teologo Marco Brunello,
Segretario Falco Giuseppe,
Consiglieri: Dott. Giuseppe Cappelli, Cesio Antonio, Freghetti
Emanuele, Pelle Emanuele.
Di questa seduta abbiamo
un’ampia dettagliata relazione
(Voci Fraterne, aprile 1921, anno
II -n° 4, pag. 3) e, ricordando il periodo storico, mi piace citare la
conclusione: «Come sempre
nell’ora triste della discordia civile, come dappertutto oggi,
nell’ora torbida che minaccia,
ogni uomo di buona volontà si
stringa alla sua bandiera, ogni
exallievo dia il nome alla propria
Unione. Al di sopra di ogni partito, per un’idea grande, sublime,
di fratellanza cristiana».
A Boschetti successe, quale
presidente dell’Unione, Divizia
Pio Luigi (papà del prof. Mimmo,
per oltre 40 anni apprezzato docente presso la Scuola Salesiana), che con solerzia, competenza ed entusiasmo la guiderà fino
al 1932.
In quell’anno si svolgono le
elezioni per rinnovare tutto il
Consiglio di Presidenza. Presidente viene eletto il conte avvocato Edoardo Della Lengueglia,
uno dei primi liceisti della Casa
salesiana di Alassio, assiduo
dell’Unione e figura di grande
spicco in città. Accanto a lui, in
qualità di vicepresidente, troviamo Marco Brunello, molto legato al Circolo Auxilium, il circolo
giovanile dell’Oratorio, che contava al suo interno liceisti, universitari, giovani della città e
che aveva visto nelle figure di
don Magnani e di don Muzio due
autentici trascinatori ed animatori. Brunello rappresenterà un
po’ il filo di collegamento tra
l’Unione Exallievi e l’Oratorio.
Nella veste di segretario solerte,
troviamo l’avv. Ambrogio Guido
e in quella di cassiere ritroviamo
l’ing. Felice Gaggino, che mai
aveva abbandonato l’Unione dal
momento della sua fondazione;
consiglieri sono Divizia Pio
Luigi, ex presidente rimasto fe-
avevano preso parte il Podestà,
Andrea Quartino, anch’egli exallievo, il Segretario politico dott.
Giuseppe Ferrari, il Vicepodestà
dott. Francesco Torre, il Parroco mons. Bartolomeo Podestà;
al termine il direttore don Luigi
Oldano rivolge parole di augurio
e di ringraziamento a tutti i convenuti.
Ho voluto ricordare nei dettagli questo particolare Convegno, non soltanto per citare il ricordo di tanti illustri alassini ormai scomparsi, ma rimasti certamente nella mente di molti, ma
soprattutto perché, nel corso
dell’Adunanza, gli exallievi
dell’epoca lanciarono l’idea di
erigere un busto a ricordo di
don Cerruti, primo direttore
dell’Istituto e insigne educatore.
Come si può notare da questo
fatto e dal precedente del 1916,
gli exallievi erano già membri attivi di quella Famiglia Salesiana,
di cui si parlerà soltanto moltissimi anni dopo.
Il 7 maggio 1933, in occasione
del Convegno annuale degli
Exallievi, si svolge una solenne
cerimonia per l’inaugurazione
del medaglione che ancora oggi,
70 anni dopo, ricorda, all’ingresso dell’Istituto, la figura di don
Cerruti. L’opera in bronzo è un
pregevolissimo manufatto dello
scultore Gaetano Cellini, autore
del Monumento a Don Bosco in
Piazza Maria Ausiliatrice a
Torino.
Al mattino, dopo l’Adunanza,
alla quale presero parte anche
Don Bartolomeo Fascie, Consigliere Scolastico Generale della
Congregazione Salesiana e don
G.B. Antonio, Ispettore, viene
celebrata una solenne santa
Messa, con l’assistenza pontificale di mons. Angelo Cambiaso,
Vescovo di Albenga. A seguire,
Agape fraterna, nel corso della
quale ci sono saluti del Direttore
don Luigi Oldano e del presidente degli exallievi conte Della
Lengueglia.
Nel pomeriggio, alle 14,30,
presenti le massime autorità civili e religiose, viene scoperto il
busto di don Cerruti, dopo la
commemorazione ufficiale tenuta da don Fascie. Concluderà la
cerimonia il Comm. Avv. Andrea
Quartino, Podestà di Alassio,
che ricordando di essere stato
allievo di don Cerruti, citerà tutte le benemerenze di questo direttore salesiano verso la città,
menzionando in particolare la
chiaroveggenza di questo sacerdote sul destino brillantissimo
della spiaggia alassina.
Antonio Tassara
10
«L'ALASSINO»
Gli appuntamenti dell’Alassio Volley
Già ad ottobre 2002 i tornei
prendono vita: il primo appuntamento è per la categoria under 17 femminile con 8 squadre
di Liguria e Piemonte che tra il 5
e il 6 di ottobre al Palazzetto dello Sport si sono contese il primato che è andato appannaggio
della squadra d’Albenga.
Eccoci arrivati ai giorni 7 e 8
dicembre con il Torneo Interregionale dell’Immacolata, categoria under 13 femminile. Si sono contese il trofeo 12 squadre
provenienti da Liguria, Piemonte, Lombardia e dopo due giorni di combattutissime gare nel-
la Palestra Don Bosco e al Palalassio Lorenzo Ravizza ha prevalso la squadra dell’Alta Val
Bisagno.
Come consuetudine per Natale l’associazione organizza
una festa per lo scambio d’auguri ed un piccolo ricordo per
tutti i propri tesserati che quest’anno hanno raggiunto quota
128 atleti.
Nel ponte dell’Epifania sono
arrivate ad Alassio 18 squadre
provenienti da varie regioni
d’Italia (Campania, Toscana,
Lombardia, Piemonte e Liguria)
che si sono contese negli im-
pianti sportivi della città (Don
Bosco, Ollandini, Palalassio)
l’ambito trofeo che ci ha visto
protagonisti, assegnando all’
Alassio Volley la vittoria dopo
un’entusiasmante finale con la
squadra dell’Eurodue Firenze.
Questi nostri sforzi sono coadiuvati dalla collaborazione e
disponibilità all’accoglienza
dell’Istituto Don Bosco e degli
alberghi Adler, Olimpia e Al
Sole; dalla possibilità di utilizzo
delle palestre e del palasport,
dalla distribuzione di gadget e
depliant forniti dall’Ufficio
Turismo del Comune di Alassio
e dell’APT ed al momento dei saluti il Bar Impero ci ha agevolato nel distribuire «baci» a tutti.
Le partite sono state autorevolmente arbitrate dal gruppo
arbitri P.G.S. Lombardia e dai
nostri Ilaria e Luca, a cui vanno
i più sentiti ringraziamenti.
Questa attività è resa possibile
grazie al grande interessamento dei nostri tecnici organizzatori Marco Arzarello e Cinzia
Molle, coadiuvati dal gruppo
dei dirigenti che si sono impegnati con entusiasmo per il divertimento di tanti ragazzi.
Sono già previste per i prossimi mesi altre manifestazioni
che ci auguriamo possano avere pari successo.
Il Direttivo Alassio Volley
Memoria storica della squadra di calcio S.C. Alassio
Sono passati più di 80 anni da
quando lo S.C. Alassio è stato
fondato nel lontano 1920 e la ricorrenza è passata inosservata,
senza una nota, un pensiero, un
ricordo per gli OTTANT’ANNI
della Sua storia. Anche lo Sport e
in questa occasione il calcio, fa
parte del TESSUTO STORICO di
una città per il bagaglio di ricordi che può rappresentare in
ognuno di noi.
Certo che in questo momento
identificarsi con la squadra che
ha dato lustro sportivo per decenni e che il Suo soprannome
«Le Vespe» ha portato il nome di
Alassio ad essere temuto sportivamente in tante partite svolte
nei vari campionati a tutti i livelli, è un po’ difficile.
Io non sono uno scrittore,
però quello che scrivo parte dal
cuore e dai sentimenti che provo
per lo sport e per Alassio. Quello
che maggiormente mi fa male, è
che nessuno, particolarmente le
persone che hanno superato gli
ANTA, non abbia per un solo momento dato l’imput a qualche iniziativa finalizzata alla storia del-
la società.
Da cosa dipende questo disinnamoramento della Società e
della squadra che per tanti anni
ha rappresentato Alassio nel
mondo calcistico con dignità e
onore.
Non voglio essere giudice di
nessuno, però analizziamo con
spirito critico la situazione e cerchiamo di correre ai ripari.
Lo Sport e in particolare il calcio è ai vertici dell’attenzione dei
mass media. Alassio negli ultimi
trent’anni, non ha investito nel
comparto calcio per una immagine di Alassio, fatta eccezione
per il 1982 quando ha ospitato la
Nazionale Italiana di Calcio nel
pre mondiale spagnolo, poi vinto. Chi è nel mondo del calcio sa
benissimo che chi pratica questo sport vede di buon occhio
questa serie di combinazioni.
Oggi il calcio e business, muove
la gente, fa partecipare alla vita
sportiva della città più persone,
muove l’economia, cura il sociale, ma più di tutto crea una IMMAGINE che fa bene all’economia turistica della nostra città. Il
passato potrebbe insegnare
molto in questo senso. Vorrei entrare nel sentimentale per ricordare i miei compagni di squadra,
per le centinaia di partite combattute assieme, per gli entusiasmi, per le delusioni per le meravigliose giornate passate assieme, nelle trasferte a Piombino,
Poggibonsi, Casale, Vercelli, Spezia, Massa, Carrara e tante altre,
o ricordare i derby con l’Imperia,
l’Albenga, la Sanremese quando
allo stadio si contavano migliaia
di spettatori, quando essere un
giocatore dell’Alassio era un orgoglio.
Bisogna far ritornare questi
stati d’animo in tutto l’ambiente
dello sport del calcio di Alassio,
mettendo in opera le strutture
programmate dall’amministrazione, creando a piccoli passi
una giusta rivalutazione della società, che a mio parere deve essere una solamente, ponendo a
tutti gli sforzi possibili per programmare una crescita d’immagine finalizzata a tutto lo sport in
generale e per un futuro più degno dello sport del calcio ad
Alassio, per un ritorno turistico,
particolarmente nei mesi di media e bassa stagione quando in
occasione delle gare domenicali
arrivavano fin dal sabato pullman carichi di tifosi, dal Piemonte, dalla Lombardia e dalla Toscana ecc.
Oggi i media sanno benissimo
quanto conta propagandare un
prodotto, si possono attuare iniziative in tutti i sensi, da quelle
particolari per una crescita di
immagine, come quelle sociali a
scopo benefico e tante altre per
la raccolta di fondi per un sostegno alla società Alassio non può
essere la cenerentola nello sport
ligure, considerata l’importanza
che lo stesso rappresenta nell’economia turistica.
Non voglio più dilungarmi in
questa mia esternazione e ringrazio per lo spazio che l’A.V.A.
mi vorrà concedere nella pubblicazione di questo cenno di MEMORIA STORICA.
Sergio Zenari
Martedì 18 Febbraio 2003
V° Trofeo
«Buon vento fra le Riviere»
Domenica 26 gennaio u.s. presso la Piscina di Alassio si è disputata la prima tappa del V° Trofeo
«Buon vento fra le Riviere» organizzato dalla GE.S.CO. S.p.A. in collaborazione con il Centro Sportivo
Italiano - Regione Liguria.
Questa bella pagina di sport ha
in vasca non si può tralasciare
l’impegno profuso dai «pulcini»,
cioè tutti quei bambini che hanno
iniziato quest’anno a cimentarsi
con il nuoto. Ricordiamo Zingariello Luca, Radici Cristian e Losno
Andrea, Leo Federica, Revello
Martina.
visto la partecipazione di circa 90
atleti di alcune società torinesi,
della Matuziana Sanremo e gli atleti della Gesco Nuoto Alassio.
Nella gara di riapertura del nuoto ligure CSI, i ragazzi della squadra di casa hanno difeso i buoni
piazzamenti ottenuti ai Campionati Nazionali dello scorso giugno a
Cesenatico. Tra questi Mellini,
Vivone, Cipriano, Filippi, Zingariello, Ponzio fra i maschi categoria ragazzi, Ghiringhelli, Di Muro,
Vitelli nelle ragazze.
Tra tutti gli atleti che sono scesi
Il prossimo appuntamento del
Trofeo sarà domenica 16 marzo a
Torino per poi proseguire a Como
domenica 6 aprile e per concludersi ad Alassio con la finale sabato 24 maggio 2003.
Le tappe di Alassio del Trofeo
«Buon Vento fra le Riviere» sono
valide per la qualificazione regionale per la partecipazione alle finali Joy Cup che si disputeranno
a Catania dal 24 giugno al 28 giugno p.v.
GESCO SpA
Cattura branzino
(vedi «L'Alassino» dicembre 2002)
Da Carlo Carenzo
alla spett.le Associazione M.B.
Alassini
Sezione di Conna
In risposta alla v.s. di gennaio
u.s. il sottoscritto Carlo Carenzo,
alassino di nascita e pescasportivo del molo di adozione, precisa:
La commissione «Amici del
Molo» esaminata vostra lettera ha
dichiarato quanto segue:
- il signor Carenzo Carlo è stato
riconosciuto abile alla pesca con
canna, nel tratto di molo di ponente compreso tra il 1° ed il 4°
lampione, con corrente da levan-
te ed esca a discrezione.
- gli è inoltre consentito l'ausilio
di un aiutante purché appartenente al gruppo di amici del molo
(i bagnanti no)
- è tuttavia fatto divieto, durante la pesca, di appisolarsi sulla
panchina; è tollerato un pisolino
durante il dopopranzo (ore
13/15).
Ringrazio gli amici del molo, la
Vecchia Alassio, e all'Associazione M.B. consiglio di andare… a
svolgere le proprie attenzioni altrove.
Carlo Carenzo
…UOMINI DIVERSI 2
Mi è difficile giustificare (o trovare una ragione per) la furiosa antipatia di Dante, spinta fino alla cattiveria, verso i Liguri. «… perché non
siete voi dal mondo spersi?». Ma come…?
Unico Campione di questo grande popolo visto con ammirazione
dal Sommo Poeta, è certamente
Folchetto da Marsiglia, nato da un
mercante genovese, che come dice
nel canto IX del Paradiso «…di quella valle, fui litorano-tra l’Ebro e
Magra…». (La valle, naturalmente,
è il mar Mediterraneo e il fiume
Ebro, in Spagna, sfocia nel golfo di
Valencia). A Folco, già lodato per
l’eleganza dello stile, come rappresentante della poesia trovadorica
provenzale, nel De Vulgari Eloquentia, Dante affida il compito di
porre sotto accusa quella che considera la prima causa del traviamento del mondo: l’avidità di guadagno. (Sembra un intervento d’anticipo della Nemesi… anche se
Folchetto, nel 1205 divenuto
Vescovo di Tolosa, dimostrò, subito, nella crociata contro gli Albigesi
lo zelo (e anche la cattiveria) opportuno per ricoprire certe cariche
importanti).
In ogni caso la storia, per vie misteriose quanto imprevedibili, si è
incaricata di smentire Dante e con
lui tutti coloro che hanno sempre
considerato i Liguri negati all’arte,
alla poesia, alla musica e a tutte le
belle cose che abitano negli animi
degli esseri umani più nobili. Nessuno al mondo può ignorare personaggi come Leon Battista Alberti o
Bernardo Strozzi! Possiamo considerare Paganini un capriccio che
non fa regola? E pensare che agli albori della storia della penisola italiana per Liguria s’intendeva tutta la
terra che dal suo mare arriva fino alla pianura padana e Liguri si chiamavano i fieri uomini che l’abitavano. Qualche decennio fa il poeta
Camillo Sbarbaro, anticipatore di
Montale e di tanta poesia contemporanea, ha iniziato con questo verso una poesia dedicata alla Liguria e
ai Liguri: Scarsa lingua di terra che orla il mare.
Il fatto incredibile è che questa
razza di uomini duri e battaglieri,
immersi nella concretezza del vivere giorno per giorno, veloci nel far
di conto e nello stillare contratti,
ma piuttosto restii a scrivere sotto
l’estro della fantasia, sono nati dei
personaggi incredibili per grandezza e lungimiranza di vedute e sono
scaturite strategie politiche ed economiche, tuttora, di valenza primaria.
Sono in pochi a sapere che il
Sacro Graal la coppa servita per
l’Ultima Cena e in cui Giuseppe
FIORI
DI BACH
GENTIAL
I tipi Gential sono eterni pessimisti che dubitano di tutto e
spesso trovano persino una motivazione logica per giustificare il
loro atteggiamento negativo.
Quando devono affrontare difficoltà esterne, si scoraggiano facilmente e si lasciano deprimere.
Lasciarsi sopraffare dai problemi causa malessere, ma lo è ancora di più se si cade a ogni minimo ostacolo, al punto di perdere ogni energia vitale. Il rimedio Gential, aiuta le persone a
guardare in modo più oggettivo
e distaccato i problemi dell’esistenza.
A soffrire di queste crisi sono
soprattutto gli adolescenti che
iniziano a confrontarsi con i problemi quotidiani che a volte possono apparire irrisolvibili.
È basilare, quindi, affinché le
difficoltà non si trasformino nella
testa in ostacoli insormontabili,
isolare ogni singolo problema da
superare, guadagnando, a poco a
poco, maggiore fiducia in se stessi e più coraggio per lottare.
GORSE
Il rimedio Gorse, va oltre il
Gential è indicato infatti non tanto a chi non riesce a superare le
difficoltà quotidiane, ma alle persone che ormai sono in preda alla disperazione. Tale stato d’animo è dovuto non a un pessimismo di base, ma alla consapevolezza di aver tentato di tutto per
riuscire nei propri intenti e di
aver mancato l’obbiettivo finale.
Gorse insegna a riacquistare fiducia, a non arrendersi mai, dando speranza a chi, ormai, si sente
in tutto e per tutto fallito.
Si tratta di ricostruire a mano a
mano la speranza, fondamentale
per continuare a vivere la quotidianità, per ribaltare la negatività
presente nell’animo e per ritrovare l’energia necessaria ad affrontare il destino perché «suae
quisque fortunae faber est».:
Ognuno è artefice del proprio destino.
per informazioni
Pogliano Flavio 328 2150781
d’Arimatea raccolse alcune gocce
del sangue di Gesù, si trova nel tesoro della cattedrale di S. Lorenzo. È
lì da circa 900 anni, da quando la
portò Guglielmo Embriaco al ritorno della prima crociata, dove inventò e costruì la macchina da guerra che permise ai crociati di scalare
le mura di Gerusalemme. (Per fortuna che Re Artù ed i Cavalieri della
Tavola Rotonda (Lancilotto e
Merlino… quanti ricordi…) non lo
sapevano altrimenti non si sarebbero riuniti per cercare il sacro Graal e
noi avremmo perso tante belle «pagine» di avventure. E ci sarebbe negato anche il piacere di ascoltare
l’ultima opera di Wagner che ha per
protagonista Parsifal il puro… folle;
l’unico che poteva accostarsi alla
sacra coppa). Dall’opera del frate
domenicano Jacopo da Varagine e
dal suo modo molto efficace di predicare il Vangelo fino ad esagerare
un po’ con le figure più esaltanti è
sorto imperioso San Giorgio che uccide il drago cattivo, tanto da affascinare i primi Genovesi che lo vollero come bandiera. E che bandiera!
Issata sui pennoni delle navi diventò
presto così temibile che pirati e corsari saraceni mai osarono attaccare
le galee della Repubblica. E la fama
di San Giorgio crebbe al punto che
l’Inghilterra, nella speranza di tenere alla larga dai suo traffici marittimi
i banditi, comprò dai Genovesi la
(continua a pagina 11)
Martedì 18 Febbraio 2003
11
«L'ALASSINO»
Ricordo di Don Motroni
UOMINI DIVERSI 2
(segue da pagina 10)
rossa croce di San Giorgio che ancora oggi figura nella bandiera del
Regno Unito accanto alle croci di
Sant’Andrea e San Pancrazio che
rappresentano la Scozia e l’Irlanda
(anche questo gesto, dal punto di vista mercantile, credo sia unico nella
storia…). L’individualismo dei
Liguri è davvero esagerato. Si riunivano solo per emergenza; per il resto sono sempre stati degli individui
che abitavano lo stesso posto. Ma i
romani li sconfissero per la loro
mancanza di tecniche efficaci non
per il loro coraggio, l’onore, il morale, le facoltà intellettuali e per il «livello di eccellenza» come dirà
Darwin. Basta citare le guerre di
Roma contro i Liguri iniziate nel 238
a.C. e terminate nel 14 a.C. Il numero dei «caduti» (Liguri) in 224 anni di
guerra per non perdere la libertà furono: 15 mila caduti contro L. Emilio
Paolo nella breve piana di Pietra
Ligure; 10 mila contro il console
Gaio Claudio Pulcro e ancora 10.000
caduti contro il console M. Polibio
Lenate. Nessun gruppo di tribù o popolo ha mai combattuto così duramente per opporsi a Roma
Dante Schivo
(continua)
Mio caro Don Motroni,
ci hai lasciato andandotene in
punta di piedi; proprio come in
punta di piedi, senza clamori, senza ambizioni hai passato nella
Casa di Alassio 55 anni di vero sacerdozio salesiano.
Eri arrivato, giovanissimo prete,
nel 1947 per sostituire il «grande»
Don Giovanni Boselli e ne sei diventato degno erede nella scuola e
uomo di punta nella conduzione
del Liceo.
Profondo conoscitore della classicità, sei diventato un ineguagliabile docente per la tipologia della
tua didattica, per il forte senso di
giustizia e per la grande capacità di
rapportarti con i tuoi studenti.
Ma sei stato anche uomo di «cortile» secondo la pedagogia di Don
Bosco: chi può dimenticare l’agonismo delle partite di calcio che tu
giocavi con i tuoi ragazzi, annodandoti la veste talare in mezzo alle gambe?
Quando, dopo 35 anni, l’obbedienza salesiana, per i tuoi problemi di vista, ti impose di lasciare l’insegnamento, con te si andava estinguendo la generazione di quelle figure di Salesiani, uomini di cultura
e di scuola, che hanno segnato
un’epoca nella Casa di Alassio. Ma
tu fosti capace di trasferire tutte le
tue doti da Isocrate e da Lucrezio ai
libri contabili e al calcolo dell’IVA. E
lo hai fatto in modo impeccabile fino a pochi giorni fa.
Sempre in attività, mai un momento di sosta né di giorno né di
notte (eri tu che di buon mattino
aprivi l’Istituto ed eri l’ultimo ad
andare a letto dopo aver fatto un
giro di controllo): la scuola, l’internato, un rubinetto che perde, la
caldaia da sistemare, un fornitore,
una lampadina da sostituire, le buste paga, una tegola rotta da cambiare... Eri sempre tu a correre qua
e là con quello spirito che Don
Bosco raccomandava ai suoi figli.
E mai un lamento!
Non ti lamentasti neppure quando, venuto a trovarti solo in economato, alla bella età di 80 anni,
cercasti di lavorare per due e questo praticamente fino a quando il
male ti aggredì e qualche giorno
prima, ancora seduto dietro la tua
scrivania, mi dicesti: «Antonio,
questa volta me ne vado...», sentendo le forze che ti stavano mancando: si può dire che sei caduto
sul campo!
Grazie don Motroni! Grazie per
averci donato la tua amicizia; grazie per esserci stato educatore e
soprattutto esempio di disponibilità e di servizio; grazie per aver dato lustro alla Casa Salesiana di
Alassio: uomo probo, saggio educatore, sacerdote esemplare e ottimo salesiano.
Rimarrai sempre nel nostro cuore e nel nostro ricordo.
Antonio Tassara
A nome e per conto
dei tuoi exallievi
LUTTI CITTADINI E NECROLOGI
GIUSEPPINA ROSO
VED. DE FEO
La cara Pina non si è spenta a
poco a poco ma ad un tratto e
scomparsa in serenità di spirito!
Con lei scompare una delle ultime figure della «vecchia
Alassio», ed un senso di tristezza
e di vuoto prende alla gola il superstite che deve scrivere di lei.
Con la sua dipartita c’è un’ombra
in più che lo accompagna, ne sente i passi leggeri senza suono, a
tratta ne scorge i lineamenti.
Era nata da padre savonese, da
madre alassina, imparentata con
antiche famiglie. Quella dei Vidal,
del popolare maestro delle classi
elementari, con i Grassi, con i
Torre.
Aveva vissuto l’infanzia e la
giovinezza in una cittadina ancora a misura di chi l’abitava, con i
propri usi, le proprie tradizioni i
propri caratteri. Della vita di quel
tempo ne era poi diventata la memoria storica. Un prezioso riferimento per coloro che volevano
conoscere.
Della nostra cara Pina con affetto vogliamo ricordare la grande sua sincerità, accompagnata
da una naturale semplicità e da
tersa onestà. Ella fu un esempio
di fedeltà coniugale e di materna
amorevolezza, nonché donna di
convinta fede religiosa.
Alla figlia Laura, al figlio Paolo,
alla nuora Anna Maria, al diletto
nipote Fabio, ai parenti giungano
le commosse condoglianze
dell’A.V.A.
a.c.
CLAUDIO
VENTIMIGLIA
È improvvisamente mancato
all’affetto dei suoi Cari il prof.
Claudio Ventimiglia, Preside
dell’Istituto Alberghiero Statale
di Alassio e degli Istituti Agrario e
Itis di Albenga. Sagace e attento,
tempestivo e valente nella sua attività di direttore delle diverse
Scuole anche in questi tempi difficili, amato e apprezzato in ogni
ambiente di lavoro, ha lasciato
un grande vuoto e un profondo
rimpianto in tutti coloro che lo
conobbero e che ebbero rapporti di ufficio e di competenza con
lui. Alla moglie, prof. Mariangela
e ai figli Chiara e Luca, alla
Mamma Amelia e ai fratelli Mario
e Attilio porge le sue più sentite
condoglianze il C.D. dell’AVA, anche a nome dei Soci e della città.
MADDALENA
PRAMAGGIORE
VED. GENOVA
dicata fede cristiana, sorgente
primaria della sua grande forza
interiore; fu devota di Padre Pio,
fin dal lontano 1950, al quale fece un voto.
Animo caratterizzato da una
sensibilità ed una dolcezza
tutt’altro che comuni, aveva
una visione della vita lontana
dalla materia e vicina a Dio; qualità che le causavano sofferenza
anche per le piccole cose.
Fu prodiga con tutti, anche
con coloro che le avevano causato grandi dolori; capace di nascondere la sua sofferenza nei
momenti in cui doveva essere
forte per la sua famiglia.
I suoi tre figli amano ricordarla come un’anima umile, altruista ed artistica che era solita
guardare il mondo con occhi vispi, intelligenti e pronti ad accorgersi di ciò che si cela al di là
della superficie.
La Mamma era solita dire:
«Per vivere a lungo bisogna essere ottimisti e felici. Felicità ed
Ottimismo sono le migliori medicine per la nostra salute».
Con questa frase nel cuore le
saranno eternamente riconoscenti per aver loro insegnato
ad amare.
nonostante le sue origini umbre
e una sorella che lo voleva con
sé a Cannes, non volle mai abbandonare la «sua» Alassio alla
quale diceva lo legavano i migliori anni della sua vita.
Ciao Antoine, ti vogliamo ricordare così con una di quelle
aragoste a cui tu dicevi di saper
dare la corda, e da lassù dai un
occhiata a Barusso magari mentre ti fai una marlboro e ti bevi
un goccio di porto.
Addio caro Antoine rimarrai
per sempre nei nostri cuori.
Gli amici di Borgo Barusso
Anche l’A.V.A. porge le più
sentite condoglianze
Anniversario
PATRIZIA BERRINO
18/02/1998 - 18/02/2003
I suoi figli
Anche l’ A.V.A. porge le più
sentite condoglianze.
ANTONIO
DEL ZOPPO
Il 20 dicembre 2002 alle ore
17.30 si è spenta, all’età di 83 anni, Maddalena Pramaggiore.
Donna di eccellenti qualità morali, prima fra tutte un’encomiabile dedizione alla famiglia, alla
quale ha dedicato la totalità della sua esistenza, al fianco del
marito Giovanni Genova conte
Bocchi Bianchi, dalla giovane
età di 18 anni. Madre di tre figli
Giacinto, Paolo e Federico e di
una bimba, Luisella, scomparsa
prematuramente dopo solo un
mese di vita.
Eccellente lavoratrice ricevette una straordinaria lettera,
nella quale venivano riconosciuti i suoi meriti per l’intelligente attività, nel momento in
cui lasciava la carriera professionale, svolta presso un’importante impresa italiana, per il matrimonio; lettera alla quale era
particolarmente affezionata e
che non mancava di far leggere
ai parenti ed amici che entravano in casa.
Per la famiglia rappresentò e
rappresenterà sempre un esempio di forza, con la quale seppe,
soprattutto nei momenti più difficili, sostenere ogni membro.
La Mamma fu sempre accompagnata da un’incrollabile e ra-
Siamo al quinto anniversario.
Il tempo è passato in fretta,
ma il mio dolore è ancora lì, fermo nel mio cuore, che ti pensa
sempre di più e dice che non tornerai più.
Spero un giorno anch’io di arrivare in questa luce azzurra solo per rivederti.
Ricordati sempre di me.
Un abbraccio da tua sorella.
Ciao!
Il giorno 18 gennaio è mancato Antonio Del Zoppo, una figura popolare della nostra città.
Giunto ad Alassio negli anni
’50 ha iniziato la sua attività
presso il ristorante «Tre Mori»
per poi proseguirla presso il ristorante «Armando» e poi
«Pescatori». Uomo vulcanico e
dotato di una grande carica
umana seppe ben presto farsi
ben volere da tutti. Ai suoi tavoli si sono alternati personaggi famosi come i Nasi e i Pininfarina
o i più famosi calciatori come
Paolo Pulici, che conquistava
con la sua schiettezza e talvolta
con la sua polemica che ne facevano un personaggio unico.
Negli ultimi anni della sua vita,
MESE DI GENNAIO
2003
AGNESE Agostina
AGNONE Carmelo
BONIFAI Margherita
COMINO Marianna
GIAMMARTINI Margherita
MAGLIO Anna Maria
NATTERO Serafina
PARIS Edda
PRAMAGGIORE Maddalena
ROSO Giuseppina
TARASIEWICZ Halina
VIGLINO Luigi
anni 86
anni 67
anni 85
anni 88
anni 82
anni 92
anni 97
anni 73
anni 82
anni 93
anni 83
anni 90
L’A.V.A. da queste colonne esprime ancora una volta le più sentite
condoglianze ai loro familiari.
12
«L'ALASSINO»
Fauna di Alassio
PISPOLA
4° Raduno in fuoristrada
«Città di Alassio»
Martedì 18 Febbraio 2003
Meteorologia
Alassina
a cura dell'Osservatorio Don Bosco
26 gennaio 2003
GENNAIO 2003
(Anthus pretensis) – «Spìa de paiarine»
Questo uccello insettivoro è ora,
qui da noi, piuttosto raro. Era comune in lande, fasce e praterie.
Assomiglia al prispolone, ma ha
il petto molto più bianco, zampe
marrone e unghie posteriori assai
lunghe. Il groppone è meno striato
del dorso sì che lo distingue dalla
pispola golarossa.
Nella sua migrazione di rientro
(marzo-maggio) può vedersi in volo in stormi poco fitti.
A primavera anticipa il passaggio
dell’ortolano (paiarina).
È insettivoro.
La sua voce è un comune «ziip»
molto diverso da quello del prispolone e della prispola golarossa, qui
da noi rarissimi.
Di solito canta in volo e il suo
canto termina con un debole trillo.
Trattandosi di preda di minime
dimensioni poco interessava ai
nonni catturarlo. La sua cattura è
oggi vietata.
In Alassio ad una donzella giovane, magra e molto vivace si usava dire: «Ti me poi ina spìa de paiarine».
Pessö
FOTO FRANCO IEBOLE
Strane terapie dei nonni
Gli imenotteri e il pomodoro acerbo
Gli imenotteri sono un ordine di
insetti di piccole dimensioni alati
e con apparato boccale masticatore. Le femmine, in più specie di
questi, hanno un ovopositore modificato in pungiglione con ghiandole velenifere.
Fra questi vivono da noi, in società organizzata, l’ape, la vespa, il
calabrone e il bombo che, se disturbati, singolarmente o in più
esemplari, come i «kamikaze», attaccano chi li offende lasciando il
loro pungiglione (steccu) infisso
nell’epidermide del malcapitato.
Si afferma che una decina di punture di api o vespe e solo tre di calabroni possono mettere in pericolo di vita chi ne è colpito. Nei
tempi passati chi veniva offeso da
questi insetti la terapia per guarirlo era quella di liberare dai pungiglioni le ferite per poi trattarle con
un preparato «a poltiglia» composto con polvere rossa d’argilla impastata con un liquido ricavato
dalla bollitura di foglie di alloro,
canfora, polpa di foglia di fico
d’India, malva, parietaria e sale.
Nel nostro entroterra i contadini, dopo avere segnato più volte
con la croce la parte offesa, la coprivano con la metà di un pomodoro acerbo, fasciavano il tutto
finché il dolore e il gonfiore terminassero. Solo dopo la metà dell’
Ottocento le ricerche mediche
trovarono che l’ammoniaca era un
rimedio efficace.
Pessö
LAUREA
Presso l’Università degli
Studi di Brescia si è brillantemente laureata in Economia e
Commercio, il giorno 7 gennaio
u.s., la nostra concittadina
DALIA PUERARI, con la tesi: «I
diritti del malato nel S.S.N. dopo la riforma. Aspetti teorici e
rilevanza nella gestione degli
ospedali».
Relatrice la Ch.ma prof. Rosella Levaggi – Correlatore il
Ch.mo prof. Paolo Panteghini.
Alla neo dottoressa giungano
le più affettuose felicitazioni
anche da parte dell’Associazione Vecchia Alassio.
Le prove al sole di Alassio.
Per usare una similitudine, anche se non tra le più riuscite, organizzare un raduno fuoristradistico è come preparare una cena.
Servono quindi alcune cose basilari.
Gli ingredienti: percorsi adatti
alle varie tipologie di invitati, fuoristrada classici e sport utility
senza trascurare gli aspetti panoramici e suggestivi che si intendono valorizzare. Il lato divertente e di richiamo: nel nostro caso
una bellissima spiaggia da sfruttare e percorrere per un giorno
intero.
La gastronomia: tutto è più bello se accompagnato da un buon
pranzetto che permetta di rilassarsi un attimo e assaporare i momenti vissuti pregustando quello
che avverrà dopo con lo spirito
adatto.
La coreografia dell’insieme:
una città come Alassio che per un
giorno stravolge la sua vocazione
turistico-balneare a favore di orde di «barbari motorizzati» che
calano da tutte le latitudini
d’Italia e dell’estero.
I piccoli particolari: una ricca
dotazione di gadgets e souvenirs
da portarsi a casa per non dimenticare la giornata trascorsa, magari con ancora in bocca il sapore
dei dolcetti tipici del posto frammisto a granelli di sabbia alzata
Un mezzo anfibio.
dalle sgommate degli insabbiati!
Se non abbiamo dimenticato
nessun ingrediente siamo a buon
punto, ora mancano solo gli inviti
ed i «cerimonieri» che devono curare tutto nei minimi dettagli.
A questo punto entrano in gioco i componenti del 4WD PROMOTION e del Comune di Alassio
che per oltre tre mesi lavorano a
tempo pieno per l’allestimento
della manifestazione.
Bene, a grandi linee ora avete
tutti chiaro cosa c’è dietro le
quinte del «4° RADUNO IN FUORISTRADA CITTÀ DI ALASSIO».
La cronaca: oltre 150 fuoristrada hanno aderito all’iniziativa decretando ancora una volta il successo della manifestazione ed il
premio degli sforzi anche notevoli affrontati da tutta la compagine
organizzativa.
Un notevole aiuto è stato dato
anche dal tempo: una magnifica
giornata di sole che ha assistito le
esibizioni dei fuoristrada impegnati sia nella «mini-Dakar» che
nel percorso di oltre 90 km attraverso l’entroterra collinare di
Alassio.
Non sono comunque mancati
altri elementi di interesse: le due
Mitsubishi «official car» della
Federazione Italiana Fuoristrada
che condotte dapprima con reverenziale timore e poi con disinvoltura da «veterani del deserto»
nientemeno che dal vice-presidente Wanni ZARPELLON e dal
segretario Andrea MONTAGUTI
hanno percorso più volte da cima
a fondo il tracciato artificiale sulla spiaggia.
E non dobbiamo dimenticare
gli amici giornalisti che hanno testato alcune vetture 4x4 al limite
dell’annegamento!
Altro punto di attrazione è stato la presenza, a sorpresa, di un
mezzo anfibio che, spuntato dai
flutti, ha fatto la spola tutto il giorno tra la spiaggia e le barche che
regattavano poco al largo, suscitando scalpore ed applausi per le
evoluzioni.
Dal lato sicurezza dobbiamo
spendere parole di elogio per l’operato della
Polizia Municipale
schierata in gran numero nei punti nevralgici, brillantemente
supportata dai volontari dell’Associazione
Nazionale Alpini sezione di Alassio, onnipresenti sul percorso.
Non sono comunque mancati momenti
di panico quando, sul
percorso collinare abbondantemente
ghiacciato e innevato,
alcuni veicoli sono
usciti dal percorso trovandosi in
situazione critica; l’imprevisto
però è stato di breve durata, le
vetture di assistenza dislocate nei
punti strategici dell’itinerario sono intervenute prontamente a risolvere la situazione, riportando
tutto alla normalità.
Alle 18.15, in perfetto orario
sulla tabella di marcia, sono iniziate le premiazioni alla presenza
dell’instancabile Assessore allo
Sport Fabrizio CALÒ, del Consigliere Rocco INVERNIZZI in rappresentanza, oltre del Comune,
anche dell’Associazione Bagni
Marini, nonché di altri esponenti
dell’Ufficio Turismo e dell’Associazione Albergatori e del Club
Organizzatore.
Dopo le splendide coppe e trofei assegnati in quantità è stata la
volta dell’estrazione a sorte dei
tanto sospirati week-end offerti
dalle due Associazioni citate che
non sono state di certo avare…!
Ora, dopo una breve pausa per
riordinare le idee, il 4WD PROMOTION si rimetterà al lavoro
per poter realizzare le iniziative
in cantiere per il 2003 che non sono davvero poche, ma questa è
un’altra storia…
Primo dato positivo: 24 giorni sereni, 4 coperti e 3 indicati come «misti». Questa prevalenza di giorni sereni ha fatto registrare una
bella media giornaliera di ore di limpido sole, anche se durante il mese di gennaio la permanenza della nostra stella sopra
l’orizzonte (= durata del dì) è fra le più ridotte di tutto l’anno.
Eccone i valori medi decadali: 4,5 ore di bel sole ogni giorno nella prima decade; 6,4 ore nella seconda; 6,5 ore nella terza.
Assai contenute anche le precipitazioni: 13,6 millimetri di
pioggia nella prima decade, ma tutti registrati il giorno 6; 2,0 millimetri il giorno 20; 61,0 millimetri nella terza decade e anche
questi tutti in data 21 gennaio; quindi riassumendo: tre giorni
con della pioggia e un quarto giorno senza un raggio di sole.
La temperatura minima assoluta in tutto il mese è del 15 gennaio alle ore 9 con + 4,8°C.
Temperatura media mensile: 10,1°C.
Potremmo quindi dire: un mese di caratteri poco invernali o,
meglio ancora, di precoce primavera (ce lo hanno bisbigliato i
bei mandorli in fiore!).
Ma parliamo anche del fenomeno meteo che, entro limiti
sempre molto contenuti, è capace di caratterizzare l’inverno
nella nostra Baia: il vento!
Eccone i valori medi decadali: nella prima decade la velocità
media del vento è stata di 10 km/h al giorno; nella seconda decade: 11,5 km/h; e ancora 10,1 km/h nella terza decade.
Secondo la Scala Beaufort del Codice Internazionale tali velocità entrano nel 2° grado e cioè delle «Brezze leggere». Devo
però subito dire che nell’arco del mese sono state registrate velocità ben più elevate.
Qualche esempio: 600 km percorsi dal vento in 24 ore il giorno 8 con una media oraria di 25 km; 620 km in 24 ore il giorno
11 con una media di 25,8 km/h. In questi stessi giorni l’anemografo ha registrato punte di 60 km/h.
Il nostro inverno, provocato dal vento, si chiama
«Temperatura equivalente» e cioè la temperatura precipita dal
nostro organismo a causa del vento.
Ecco qualche esempio: se la temperatura dell’aria è di 10°C e
si ha un vento di 10 km/h, noi percepiamo una temperatura di
8°C; se il vento soffia a 50 km/h, noi ci sentiamo come immersi
in una temperatura di 6°C. Se la temperatura dell’aria fosse già
di 0°C e il vento soffiasse a 50 km/h, noi avremmo l’impressione di essere a 7 gradi sotto lo zero!
Ecco perché si dice comunemente che il vento, quando c’è, è
l’unico inverno della nostra Baia.
Ma quest’anno il mese di gennaio ci ha offerto ben altre situazioni meteorologiche e, complici le belle giornate di sole, abbiamo rischiato di illuderci di aver già archiviato i capricci del
mese più freddo dell’anno.
Ma l’inverno astronomico finirà solo con il 21 di marzo, perciò… c’è ancora tanta strada da fare.
Il Direttore dell’Osservatorio
Prof. Don Natale Tedoldi
AUGURI S.O.M.S. ALASSIO
Società Operaia di Mutuo Soccorso
L’A.V.A. augura a questo importante Sodalizio nato nel lontano 15 marzo 1863 (140 anni or
sono), che ha avuto ed ha tanti meriti e che è
parte della Storia della nostra città, una lunga vita.
Complimenti al Presidente Geom. Enzo Barbera ed
al Cons. Direttivo per la loro opera.
A.V.A.
Le opinioni espresse
negli articoli firmati impegnano unicamente
la responsabilità dei rispettivi Autori.
La Redazione si riserva
la facoltà di pubblicare
o meno gli articoli che
le pervengono e di apportare correzioni e tagli agli articoli stessi,
firmati o non firmati;
nessun manoscritto si
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RESPONS.: Fausto Buffarello
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di Savona n. 149 del 30-5-1962
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