Rassegna stampa_digiuno nelle diete
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Rassegna stampa_digiuno nelle diete
La ricercatrice del Crea, Stefania Ruggeri, Digiuno nelle diete….. A cura dell’Ufficio Stampa Digiuno nelle diete: fa bene o fa male? Che sia per rallentare l’invecchiamento, prevenire le malattie o perdere peso, rinunciare o tagliare di netto le quantità di cibo è per alcuni una via percorribile. Un punto per capirci di più (Credits: Getty) Acqua, una spremuta, qualche tisana, al massimo qualche cucchiaiata di passato di verdure. Se evitare di mangiare o limitarsi ad assumere, per alcuni periodi, una quantità estremamente ridotta di cibo possa far dimagrire in modo sano, avere effetti anti-età o essere addirittura efficace contro alcunemalattie è uno dei temi più attuali in fatto di alimentazione. Complici i media, il dibattito sull’efficacia o meno della pratica deldigiuno è infatti tornato improvvisamente di moda e (finalmente) al cuore del discorso sembra esserci stavolta la ricerca scientifica, con scienziati veri, medici veri, laboratori e pubblicazioni ufficiali. In particolare, e non solo in Italia, si sono riaccesi i riflettori sulla cosiddetta dieta del quasi-digiuno, un piano nutrizionale molto restrittivo e oggi in fase di studio che ha fornito risultati preliminari promettenti sul versante salutistico e su alcuni aspetti legati all’invecchiamento. Di cosa si tratta? E quali sono gli altri regimi alimentari famosi dove è prevista una qualche forma di digiuno? E ancora: ne sappiamo abbastanza sulle proprietà e i potenziali rischi di queste pratiche? Con l’aiuto degli esperti abbiamo provato a fare il punto. Di cosa parliamo quando parliamo di digiuno Presa alla lettera, la parola digiuno significa astenersi da ogni tipo di alimento, e quindi evitare di mangiare e di bere. Nella storia i periodi di digiuno sono diventati una componente importante di alcune pratiche spirituali, per esempio quelle religioni dove rappresentano una forma di purificazione o di penitenza e, in generale, il digiuno può assumere sfumature anche molto differenti dalla totale astensione dal cibo. Come la rinuncia anche solo parziale, con l’esclusione o la drastica riduzione di alcune classi di alimenti. E può essere vissuto in forma prolungata, cioè per diverse settimane consecutive, così come per brevi periodi o anche in modo intermittente. Oggi, in genere, quando ne sentiamo parlare nell’ambito della salute, raramente ci si riferisce all’astensione completa e prolungata dal cibo. È più probabile, piuttosto, che ci si riferisca alla restrizione calorica, cioè a un taglio netto delle calorie ingerite in un dato intervallo di tempo, perseguito diradandoli o calandone di molto le dosi. Cosa sappiamo della dieta del semi-digiuno Detta anche fasting mimicking diet (cioè che mima gli effetti del digiuno), è un regime alimentare povero di proteine e carboidrati attualmente oggetto di studio di un team di ricercatori della Usc Davis School of Gerontology e dello Usc Dornslife College of Letters, Arts and Science che, come pubblicato alcuni mesi fa sulla rivista Cell Metabolism, ha dimostrato effetti benefici su lieviti, topi ed esseri umani. Guidati dallo scienziato italiano Valter Longogli scienziati hanno infatti messo a fuoco un calo degli indicatori del diabete, del cancro e dei disturbi cardiaci negli animali sottoposti a restrizione calorica molto drastica per cinque giorni al mese. Negli esseri umani, 19 soggetti in totale, lo studio pilota ha confermato che una dieta di questo tipo, che determina una riduzione calorica complessiva tra il 34% e il 54% (quindi moltissimo) rispetto al normale, può effettivamente ridurre i fattori di rischio dei disturbi sopraccitati e anche i processi diinvecchiamento. Secondo gli ideatori, agirebbe a livello cellulare stimolando, e a lungo termine, agenti protettivi e rigenerativi. Una sorta di “riprogrammazione dell’organismo”, insomma, capace di affievolire l’invecchiamento e che, andando a stimolare direttamente le nostre riserve di cellule staminali, sarebbe in grado di favorire la rigenerazione dei tessuti. È un metodo sicuro? “Per cinque giorni al mese, e per alcuni mesi, sì”, sostengono gli autori, “mentre per periodi più lunghi potrebbe essere difficoltoso al di fuori di una clinica medica”. Su quanto poi abbia senso, alla luce esclusivamente di questi dati, affidarsi a una dieta simile con l’obiettivo di vivere in salute più a lungo, ebbene, il discorso è più complesso. E va tenuto presente che si tratta, al momento di un insieme di esperimenti che, per quanto interessanti e incoraggianti, rappresentano qualcosa di ben diverso da una nuova strategia di salute pubblica, che sia possibile applicare in larga scala, e in versione fai-da-te, su tutta la popolazione. Il prossimo step sarà sicuramente quello di rendere noto l’esito di studi clinici più ampi e randomizzati, ora in corso su oltre 70 soggetti, che, se confermeranno i risultati precedenti, renderanno possibile sottoporre la dieta agli enti preposti in qualità di strategia di prevenzione per i disturbi indicati, in Italia il ministero della Salute, negli Usa l’Fda. Insomma, la questione è promettente, ma per ora per gli scienziati piuttosto che per il grande pubblico. Digiunare per prevenire il cancro: le idee di Veronesi Non possiamo discutere di digiuno, in particolare in Italia, senza ricordarci del nostro medico forse più famoso nel Mondo, Umberto Veronesi, impegnato da sempre nella lotta contro il cancro. Tra gli autori, qualche anno fa, di un volume intitolato proprio La dieta del digiuno, l’oncologo dichiara di rispettare in prima persona questa scelta, con uno o due giorni di forte restrizione calorica a settimana, convinto da sempre che un’alimentazione corretta sia fondamentale per la prevenzione dei tumori. Ma non solo. Quella di Veronesi non è una scelta solo salutistica, bensì anche e soprattutto etica, contro lo spreco, lo sbandieramento del cibo, la cultura della sovra-alimentazione, quasi un’overdose in cui secondo lo scienziato vive oggi la società occidentale. “Vive più a lungo chi mangia poco e dedica le proprie risorse al talento, alle idee, a coinvolgimento nella società e nella famiglia”, la sua generale opinione. Va sottolineato che i consigli alimentari stilati da Veronesi e i suoi collaboratori dello Ieo non sono il frutto di appositi studi clinici, ma andrebbero interpretati (perlomeno finora) come il resoconto di un’esperienza personale e professionale. La fast diet fa perdere peso in salute? Via dieci chili in soli due mesi grazie a due giorni di digiuno a settimana. La fast diet, anche detta dieta 5:2, è invece il classico esempio di regime alimentare che spopola tra gli amanti della perdita di peso dell’ultimo minuto, complice sicuramente il libro del giornalista medico della Bbc Michael Mosley, The fast diet, divenuto in pochissimo tempo un bestseller. La ricetta? Si può mangiare e bere senza restrizioni per cinque giorni a settimana, si assumono al massimo 500 (per le donne) o 600 (per gli uomini) calorie giornaliere negli altri due. Insomma, tagliare per poco tempo, ma drasticamente, l’apporto calorico. In questo modo, secondo gli ideatori, il corpo spegnerebbe i meccanismi che portano all’accumulo dei grassi e partirebbe a bruciarne i depositi. E non solo. Ci sarebbero anche benefici nella prevenzione di un ampio spettro di disturbi, tra cui demenza e Alzheimer. Nonostante la popolarità, c’è però chi rimane scettico su questo regime alimentare. In particolare, il National Health Servicebritannico, che sottolinea le (per ora) scarse evidenze su cui poggia, riferendosi in particolare sulla cifra indicata per le calorie, che definisce arbitraria. Ed esprime perplessità sul fatto che sia davvero sostenibile e salutare sul lungo periodo, reindirizzando verso sistemi per la perdita di peso che poggino su evidenze scientifiche più solide, e con risultati che possano essere mantenuti più facilmente nel tempo. Quando digiunare può far male Che scegliamo di farlo in nome del peso, della longevità o della prevenzione di alcune malattie, va tenuto sempre presente che il digiuno non è praticabile da tutti, così come non tutte le fasi della vita sono compatibili col digiuno, soprattutto per quanto riguarda le tabelle di marcia più drastiche. Le diete troppo restrittive non sono indicate, e tanto meno in assenza di un controllo medico, per i bambini, i giovani in fase di crescita, molti anziani, le donne in gravidanza e in allattamento, quelle anche solo con un progetto di gravidanza, dove la carenza di alcuni nutrienti potrebbe condizionare lo sviluppo di un potenziale feto. Ma anche chi soffre di una malattia cronica: i diabetici, gli ipertesi, chi ha un’insufficienza renale. Particolari cautele vanno prese con chi ha precedenti di disturbi alimentari come l’anoressia o la bulimia. E anche chi non rientra in queste categorie non è per forza libero da possibili effetti indesiderati: chi non riesce a mantenere equilibrato il bilancio tra carboidrati, lipidi e proteine può infatti incorrere facilmente in difficoltà nel sonno, sonnolenza, irritabilità, ansia, in alcuni casi disidratazione, per esempio. Ma non solo. “Quello che non deve passare, inoltre, è il concetto che digiunare per un certo intervallo di tempo renda automaticamente liberi di mangiare senza alcun controllo negli altri giorni”, ci tiene a sottolineare la ricercatrice nutrizionista Stefania Ruggeridell’ente Crea – alimenti e nutrizione. “Senza contare che spesso in queste diete non si fa alcun riferimento all’attività fisica, che invece è fondamentale sempre”, aggiunge. “Sicuramente, tra le precauzioni, è bene farsi seguire da uno specialista qualificato che terrà monitorato il nostro stato di salute, per esempio con le analisi del sangue”, va avanti la ricercatrice, “e, in generale, mai affrontare troppo alla leggera una scelta come il digiuno, dove anche nel mondo scientifico il dibattito è in corso e non vi sono, per ora, risposte definitive”.