il gioco del pallone elastico o balon

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il gioco del pallone elastico o balon
PERSONAGGI
PERSONAGGI FAMOSI NELLA STORIA DI CISTERNA D’ASTI
ALBERTO LA FERRERE (1872 – 1945 )
Uno dei più celebri giocatori di pallone elastico della fine del 1800
IL GIOCO DEL PALLONE ELASTICO O BALON
I
l gioco del pallone elastico (o
pallapugno, deriva dal pallone
a bracciale, suo antenato) è uno
sport di squadra sferistico, giocato
con una palla su un terreno di gioco privo di rete.
Deriva dal più antico gioco del
pallone piccolo di cuoio col bracciale, del quale ha integralmente
conservato le regole ultrasecolari,
e risale al 1870, circa.
Il pallone elastico è da sempre un
emblema della cultura contadina
e del folklore piemontese: è stato
narrato da scrittori come Edmondo De Amicis, Cesare Pavese,
Beppe Fenoglio. È il gioco che
vanta maggiori titoli letterari ed
artistici, che possono farsi risalire
alla Grecia antica.
Questa specialità è storicamente radicata nella nostra regione,
in particolare nel basso Piemonte
(province di Asti e Cuneo), e nella
vicina Liguria di Ponente (Savona e
Imperia).
Verso il 1875, con la nuova risorsa
della gomma e del suo impiego,
il gioco del pallone elastico fiorì
particolarmente nella nostra regione, dopo aver attraversato una
crisi che portò alla sua quasi totale
scomparsa. La città di Alba diventò la capitale di questo gioco, e
conserva oggi un tale prestigio: il
“Mermet ” è lo sferisterio più antico e glorioso, in cui si scontrarono i campioni più illustri. Riandando indietro agli inizi del ‘900
troviamo i patriarchi del pallone:
Chiarena di Dogliani, Laferrere di
Cisterna, Giusta di Priero, Filippa
di Cravanzana, che conobbero i
vertici della popolarità.
Il pallone elastico è, uno sport che
ha le sue fedeli platee (che raggiungono il migliaio di spettatori) e nelle sagre delle province di
Cuneo, Asti, Torino, Alessandria e
Imperia assume aspetti quasi da
rappresentazione popolare.
Il “balon ” oggi è praticato a livello professionistico: il Campionato
Italiano si svolge regolarmente dal
1912, mentre dal 1983 si gioca la
Coppa Italia.
La squadra Campione d’Italia
2009 è la Pro Paschese di Madonna del Pasco-Villanova Mondovì
capitanata da Paolo Danna.
IL PALLONE ELASTICO A CISTERNA
A Cisterna, le grandi partite si giocavano nella piazza del castello
(anticamente chiamata piazza del
pallone) la domenica, fin dalle prime ore del pomeriggio. Il campo
da gioco presentava l’aspetto delle
grandi occasioni; “la piazza era
gremita di gente, arrivavano da
tutte le parti, dai paesi vicini, ma
anche dalla Langa. Era un’animarsi di gente, una corona di teste
che affollavano i lati del campo,
soprattutto quando giocava la
squadra con Alberto Laferrere e i
suoi mezzadri” (ricordano Michele Risso e Giuseppe Arione).
– 18 –
ALBERTO LAFERRERE
CAMPIONE DI PALLONE
ELASTICO DAL 1890 AL 1900
Nei fasti sportivi del pallone elastico Cisterna vanta un nome quasi
mitico, quello del medico Alberto
Laferrere, campione praticamente
imbattuto nel corso di una lunga
carriera.
Alberto Laferrere nacque a Cisterna d’Asti nel 1872. A 13 anni giocò le prime grandi partite con suo
fratello Giovanni, poi colonnello
dell’esercito, vinse le sue prime
“bandiere” ad Alba e Dogliani, nel
1885, poi ad Asti, Torino, Vercelli,
Oneglia, Porto Maurizio, Fossano,
Poirino, Canale, San Damiano e in
altre località.
Giocò anche a tamburello e al
bracciale piccolo. Nella pallapugno era un atleta elegantissimo e
d’una potenza e precisione eccezionali. Quest’ultima sua dote è
dimostrata dal fatto che egli riusciva, dalla distanza di 75 metri,
PERSONAGGI
a lanciare numerosi palloni consecutivi dentro un cerchio (bersaglio) di 3 metri di diametro.
Valeva da solo tutta una quadriglia, ed infatti trovò avversari disposti a misurarsi con lui unicamente a patto che capeggiasse
modeste formazioni di dilettanti.
La grande padronanza, che aveva del pallone, consentiva altresì
a Laferrere di colpire la palla in
modo da schivarla abilmente e da
spiazzare il giocatore avversario,
senza dire degli effetti strani che
egli sapeva imprimerle, accrescendo in tal modo le difficoltà di
chi gli stava di fronte.
Famose sono rimaste le sfide
al pallone elastico tra la squadra composta da Alberto e dai
suoi tre mezzadri (da lui vestiti
ed equipaggiati) e la squadra capeggiata da Ghindò (campione
di Cravanzana) e da Chiarena (di
Dogliani).
Erano partite che avevano in sé
qualcosa di epico e di favoloso,
e la gente, per assistervi, muoveva in massa dai più lontani paesi
della Langa, del Roero e del Monferrato per recarsi a piedi o in calesse ad Alba, la piccola capitale,
dove lo sferisterio era insufficiente
a contenere tutta quella folla.
Il più delle volte il grande atleta
usciva dal campo sulle spalle dei
tifosi in delirio.
Tali sfide (con folla enorme e
scommesse elevatissime) furono
parecchie, tutte vinte da Laferrere
salvo una: tale eccezione, forse, si
spiega col fatto che gli avversari
del campione di Cisterna, ad un
certo punto dell’incontro, ebbero
l’idea di mutare i palloni con cui
si giocava. Coi nuovi palloni, Laferrere si venne a trovare un po’
a disagio e perdette la partita. Si
narra, anzi, che preso dall’ira per
l’espediente con cui la squadra
avversaria era ricorsa per salvarsi
da una nuova probabile sconfitta, afferrasse ad un tratto uno dei
palloni, e con la forza delle sue
mani, lo rompesse e riducesse in
tanti pezzi.
L’ultima partita, da battitore, la disputò a Canale d’Alba nel 1908,
all’età di 37 anni, perdendo la finale per 11 a 10.
Anche i suoi fratelli Giovanni
(1865) e Francesco (1868) furono
valenti giocatori del pallone elastico.
squadra locale capeggiata dal forte battitore Tunin ‘d Catlina. Tuttavia nulla potè contro il grande
Laferrere.
Gli anziani di Govone ricordano
ancora, in modo particolare, la
straordinaria precisione dei colpi:
“non andavano mai a casaccio!
Anzi, prima di batterli, il campione metteva in guardia, volta per
volta, i giocatori cui erano destinati”.
Laferrere dava a ciascuno il pallone in “bocca” (come si dice nel
gergo), perché l’avversario facesse
del suo meglio nel rimando, ma
tutto era inutile, perché l’ultima
parola era sempre la sua.
Il 19 ottobre 1913 a Dogliani venne combattuta una “memorabile
sfida ”fra veterani, tutti campioni
ultraquarantenni, nella quale la
squadra di Cisterna (Mariano di
Canale e Alberto Laferrere) battè
quella di Priero-Dogliani (Giusta e
Chiarena) per 11 a 7.
1898: 1° premio Nizza Monferrato.
Inaugurazione giuoco del pallone.
(bandiera vinta da Alberto Laferrere.
Archivio Museo di Cisterna)
Bibliografia: Cent’anni di pallone elastico, di
L. Mussi, R. Gianuzzi, A. Manzo, ed. Paoline.
Augusto Manzo, l’uomo, il mito, di G. Binda, ed. Gribaudo,1989.
Invito alle Langhe, di Domi Gianoglio, Edilibri, A. Viglongo e C. Editori, 1976.
GRANDE PARTITA DI LAFERRERE
A GOVONE
Nel 1898 il Comune di Govone
d’Alba aveva acquistato il bel castello settecentesco per farne sede
grandiosa del municipio e delle scuole. Da un grande frutteto,
all’interno del recinto del castello,
era stato ricavato uno sferisterio
e nel settembre 1900 era stato
invitato per la partita inaugurale,
il famoso campione di Cisterna,
Alberto Laferrere. Contro questi
ed i suoi compagni si schierò la
– 19 –
1899: 1° premio Città d’Alba.
(drappo vinto da Alberto Laferrere.
Archivio Museo di Cisterna)
Nel nostro paese di collina le partite di pallone elastico e pantale-
PERSONAGGI
ra si svolgevano su campi di dimensioni ridotte, sui sagrati o nei
cortili, per le vie o contrade dei
borghi, da Lame fino a Lemonte e
Valle San Matteo.
I nostri nonni attendevano felicemente la domenica pomeriggio,
per poter giocare, anche quando
pioveva, ad uno dei pochi divertimenti che si potevano permettere.
In occasione della festa della Madonna del Rosario, il lunedì pomeriggio, cominciavano le grandi
partite di pallapugno intercomunali, nella piazza del pallone, e
proseguivano fino alla domenica
successiva, con molto successo di
pubblico vestito a festa. Le squadre favorite erano capeggiate dai
battitori Baracco Giovanni (detto
“Ciavatin”) e Berardi Cristoforo
(detto “ Pin”) molto forti e animati. Il “Gurbinet ” batteva la palla
senza protezione alle mani (ricorda Michele Risso).
“15-40; 30-40 ”, la voce del “segnapunti ” (sig. Rolfo,” Manu”) e
le imprecazioni in dialetto dei tifosi scandivano le fasi del gioco.
Si poteva attraversare di fretta la
piazza, solo durante l’interruzione
della partita, quando si recuperava la palla finita nei sottostanti orti
e vigneti.
Nel Bollettino parrocchiale di
Cisterna, datato luglio 1932, nel
paragrafo opere pubbliche, era
scritto: “ Completamento muro di
cinta della piazza comunale, con
la sovrapposizione di una alta rete
metallica che rende maggior decoro al paese e nello stesso tempo la rende più adatta al gioco del
pallone che a Cisterna è tradizionale ”.
Negli anni 1935/40, in piazza Rino
Rossino si giocava “alla pantalera”:
sono ancora visibili i cerchi disegnati sul muro di casa Rolfo, nei
quali veniva battuta la palla. “Menico ” (Baracco Domenico) ricorda con entusiasmo le domeniche
pomeriggio trascorse a guardare
le partite in piazza fra “Cichin Rufat ” (Rolfo Francesco), “Pin e Cichin Canavet” (Berardi Cristoforo
e Francesco), “Ciavatin ” (Baracco
Giovanni), “Camilin ” (Povero Battista) come spalla,insieme a Sacco
Pierin, il “Frè ” (Natta Carlo).
Anche dalle contrade di borgo
Lame echeggiavano le voci dei
segnapunti; si giocava perlopiù a
“palla a rullino”. Fra i personaggi
più animati si ricordano: il”Biundin
” (Povero Giovanni), il “Mancin ”
(Berardi Giovanni), “Pedrin ” (Olivetti Pietro), Vigna Francesco.
Dal Secondo Dopoguerra, e in
tempi più vicini a noi, il gioco del
pallone elastico a Cisterna ebbe
alterna fortuna, ma continuò ad
essere molto seguito dagli appassionati. I giocatori furono sempre
meno, in quanto è uno sport che
richiede molta forza da parte degli atleti (soprattutto da parte del
“battitore” e della “spalla ”); fra
questi si ricordano: “Cichin Tasin”
(Rolfo Francesco), Bodda Domenico, Bodda Franco, “Minet” (Novo
Bartolomeo), Berardi Giovanni, Dogliero Secondo, Vaudano Antonio
(“Toni Cora”), Rolfo Giovanni, Bodda
Francesco, Massocco Nicola.
– 20 –
Negli anni Novanta gli ultimi tornei del pallone elastico nei paesi
delle Langhe e del Roero, sono
stati sostenuti dai “giocatori ” di
Cisterna ( Scapino Pietro, i Berardi: Giovanni, Mario e Massimo,
Baracco Marcello) insieme a giocatori di Canale (Palma Lino), e
San Damiano (Zappa, Marinetto,
Ferrero, Marello).
Fra gli altri “battitori” e terzini, si
ricordano: Peletto Renzo, Olivetti
Serafino, Cherio Franco, Mo Silvano, Natta Beppe, Vaudano Carlo,
Guido Bruno, che hanno disputato gli ultimi tornei alla “pantalera
” durante la festa della Madonna
del Rosario.
Domenica 14 ottobre 1991.
Partita di balon tra la squadra di Cisterna (Marello, Zappa, Scapino, Palma) e
San Damiano (Morino, Galliano, Gualco, Castaldo), vinta con il punteggio di
11 a 10 da Cisterna.
L’incontro è stato arbitrato dal campione canalese Francesco Gioetti.
PERSONAGGI
Oggi questo sport è seguito perlopiù dalla popolazione anziana,
gente dai lineamenti ruvidi, facce contadine scavate dalla fatica
e bruciate dal sole, dal sorriso un
po’ stanco, con in cuore tanti ricordi di gioventù, collegati alle
vicende del pallone elastico, che
considera questo gioco come lo sport
più bello, più sano, più completo, più
arioso ed elegante.
Questi sono i veri “patiti ” del pallone elastico, quelli per cui questo sport in certo senso dice tutto,
giovinezza, passione, bellezza,
amore, vita.
PROVERBI E MODI DI DIRE
DERIVATI DAL GIOCO
DELLA PALLA
Massimo “Mancin” durante gli allenamenti
I
l nuovo Cisterna targato Vito
Walter Sollazzo sta disputando una stagione impressionante.
Dopo una partenza a singhiozzo,
con due pareggi in coppa di lega
e una sconfitta alla prima di campionato tutte, per ironia della sorte, contro la Castellettese, i rossoblu hanno inanellato una serie
di vittorie che li ha portati nelle
primissime posizioni in classifica.
La diffusione e la popolarità dei giochi della palla e
del pallone sono denotati
anche dai molti proverbi,
modi di dire, locuzioni che
ne sono derivati.
Nel dialetto piemontese
non mancano le espressioni figurate derivanti dal gioco del pallone; alcune sono
Il Cisterna al termine del girone
d’andata è nelle prime posizioni e
sta lottando per il titolo di campione d’inverno con la Castellettese e con il Costigliole. La dura
preparazione estiva sta portando i
suoi frutti e il gioco messo in mostra dai rossoblu è decisamente
piacevole e talvolta spettacolare.
Luci e ombre per il calcio a 7
di Fabietto: ottimo il cammino
.....dal Cisterna Calcio
– 21 –
ancora in uso. Ricordiamo:
“Spetè la bala al saut ”: attendere
l’occasione favorevole.
“Avej la bala ‘n man ”: avere l’occasione propizia.
“Stè a markè la casse ”: spiare i
fatti altrui, o criticare i difetti altrui.
“Vnì ‘l balon ‘ns ‘i brassàl ”: giungere l’occasione favorevole.
“Dè tranta per gieugh ”: avere un
forte vantaggio su qualcuno.
Fra le più espressive locuzioni della lingua italiana, si ricordano:
“ Aspettare la palla al balzo ”: attendere il momento favorevole.
“ Essere un pallone gonfiato ”:
persona senza pregi e piena di
sciocco orgoglio.
Agnese Scapino
in coppa di lega dove i rossoblu
sono approdati ai quarti di finale
dopo un’avvincente turno contro
il Cherasco. In campionato invece
i risultati fanno fatica ad arrivare
e nonostante alcune buone prestazioni, si pagano molto le disattenzioni dovute all’inesperienza
di molti giocatori. Pazienza, ma
serve anche questo a crescere.
Il 2010 sarà un anno importante: il
campionato a 11 da giocarsi fino
all’ultima giornata, le finali nazionali di Sportilia a giugno e le finali
di coppa di lega del Calcio a 7.
In questi mesi autunnali hanno
raggiunto il traguardo delle 200
partite con il Cisterna in ordine cronologico Mauretto, Fabio
e Gigi. Un grosso applauso e un
ringraziamento per questi ragazzi
che hanno fatto la storia di questo
club. BRAVISSIMI!!!!!!
Lele
AL BOSCO DEI BAMBINI
LA CURA
C
on queste parole, tratte dalla famosa canzone di Franco
Battiato, si apre il progetto della
scuola dell’infanzia e primaria di
Cisterna d’Asti per l’anno scolastico 2009/2010.
La cura farà da sfondo al percorso
curricolare di questo anno, sia nel
curricolo esplicito che in quello
implicito. Cura di ogni bambino, “essere speciale” affidato dai
genitori alla scuola, degli spazi
(intesi anche come
territorio), dei tempi,
del contesto in cui è
inserito; cura delle relazioni, da quelle tra
pari a quelle tra scuola
e territorio; cura della
memor i a
“Perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te…”
riato attente, le scuole di Cisterna hanno un terreno molto fertile
su cui lavorare e già nelle prime
settimane di attività ci sono state
numerose occasioni di cura “partecipata”: dai “piccoli cantonieri”, che hanno collaborato con
il Comune per rimettere a posto
il giardino del castello, deturpato da alcuni vandali, alle attività
extrascolastiche di sabato 17 ottobre, che hanno visto i genitori
La grande partecipazione, che si
rinnova di anno in anno, conferma la validità del progetto della
scuola, che è condiviso dall’intera comunità. Un progetto fondato sull’idea di una educazione
che deve servire per tutta la vita,
capace di orientare le persone
verso una maggiore comprensione reciproca, un maggiore senso
di responsabilità e una maggiore
solidarietà, attraverso l’accettazione delle differenze e che sa
fornire a tutti l’accesso al sapere
per aiutare gli individui a capire
il mondo, a capire gli altri ma, in
primo luogo, se stessi.
T.M.
impegnati nel sistemare sia il bosco dei
bambini che il teatrino parrocchiale, che
viene utilizzato spesso
dalla scuola e da tutta
la collettività.
come
capacità di ripercorrere spazi e
tempi passati per costruire significati orientati al futuro, ma anche
cura dei percorsi di ricerca attivati negli anni; cura della Terra, a
partire dall’assunzione di responsabilità nei confronti del contesto
in cui si vive…
Grazie alla presenza di famiglie
sensibili, di una Amministrazione e di Associazioni di volonta-
Complimenti alla dottoressa
Silvia Guido
che il 30 settembre2009
a Parigi si è laureata con ottimi risultati in
Antropologia.
A lei di cuore auguriamo un proficuo cammino.
Una cultura capace di coniugare ragione e
sentimento alla verità dei rapporti umani.
La tua famiglia
– 22 –
DALLE SCUOLE
Festa di Santa Lucia
F
ine settimana denso di iniziative per la comunità di Cisterna.
Sabato 12 e domenica 13 dicembre, il castello è stato lo scenario
in cui si sono svolte due iniziative
dedicate a questo particolare momento dell’anno: la festa di Santa
Lucia.
Un giorno molto importante, caratterizzato dalla presenza del proverbio : “A Santa Lucia, il giorno
più corto che ci sia”, che testimonia la sopravvivenza di elementi
di cultura contadina, legati al passato calendario giuliano, in cui il
solstizio d’inverno coincideva con
la festa dedicata alla Santa.
L’Associazione Museo, in collaborazione con le scuole di Cisterna,
il Polo Cittattiva per l’Astigiano e
l’Albese, l’Ecomuseo delle Rocche
del Roero, Slow food, l’Università
di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, sabato 12 dicem-
bre, all’interno del castello, ha riproposto le
antiche atmosfere dei
balli a palchetto. Con
la musica dei “Bona
Vista” è stato ricreato
uno spazio dal sapore
antico, dove grandi e
piccini hanno fatto festa insieme, sulla pista realizzata per l’occasione, all’interno del
salone della cisterna. Durante la
serata, l’antropologo Prof. Piercarlo Grimaldi ha sviluppato il tema
“Antropologia della terra e cittadinanza”.
Domenica 13 un corteo di bambini e adulti, cavalli e calesse, hanno accompagnato al castello Santa Lucia, Maria e Giuseppe, impersonati da alcuni bambini della
quinta primaria del paese, in una
processione attraverso le vie del
paese, per aprire la fiera di Santa Lucia dei bambini, ambientata
nelle sale del museo.
Accanto alle bancarelle degli alunni delle scuole di Cisterna, quelle
del gruppo donne e dei giovani,
uniti nell’intento di raccogliere
fondi per la scuola e per: adozioni a distanza, progetti di sostegno
per il Burkina Faso e di una scuola
di Facundo Vela (Ecuador).
La mostra di Giuseppe Scaglia, i
laboratori organizzati dai genitori
e la proiezione del cortometraggio
natalizio della scuola dell’infanzia,
hanno completato la giornata di
festa.
T.M.
Ultimi restauri al castello
G
razie
al
finanziamento
dell’otto per mille erogato
dallo Stato a favore del Comune
di Cisterna per il recupero del castello medioevale, sta per essere
ultimato il restauro della facciata
del castello.
L’accesso ai finanziamenti dell’otto per mille permette ai Comuni
il recupero dei beni culturali e a
Cisterna, nel corso degli ultimi
anni, questo denaro ha consentito
il restauro di parte dei bastioni del
castello e la realizzazione delle
controsoffittature in legno dell’ultimo piano dell’edificio. I lavori
di recupero della facciata, purtroppo, sono stati oggetto di una
serie di rinvii, richiesti dalla ditta
appaltatrice, che hanno prorogato
la conclusione dell’opera.
A questa infelice situazione si
contrappone quella verificatasi
nella settimana dal 19 al 24 ottobre, nella quale, sempre grazie
allo stesso finanziamento (ma con
un’altra ditta), è stata rimessa a
nuovo la strada di accesso all’edificio che ospita il Museo Arti e
Mestieri di un tempo. Il recupero
è stato eseguito in pochi giorni e
gli operai hanno lavorato anche
sotto la pioggia per poter ultimare
l’ingresso, in vista del convegno
svoltosi domenica 25 ottobre, organizzato dall’Associazione Mu– 23 –
seo in collaborazione con la Direzione Didattica di San Damiano,
Polo della Cittadinanza attiva per
l’Astigiano e l’Albese.
Una nota positiva, a dimostrazione del fatto che con la buona volontà delle ditte che ottengono gli
appalti, anche le Amministrazioni
Pubbliche possono essere efficienti e veloci.
MANIFESTAZIONI
Un “Notturno” teatrale a Cisterna.
U
na delle colline comprese
tra Cisterna e San Damiano ha un nome che evoca visioni di paesaggi indimenticabili:
Belriguardo. Su questa collina,
un tempo, sorgeva un castello
che, a causa della sua posizione
strategica, fu oggetto di contese
tra Cisterna e San Damiano (cfr.
Molino, 2005, p.131). Nel 1468
il castello venne saccheggiato e
distrutto dai sandamianesi (del
marchesato di Monferrato). Il declino del sito fece scomparire a
poco a poco anche il suo nome.
Nel corso dei secoli si passò dal
“Principato di Cisterna e Belriguardo” al semplice “Cisterna”.
Martedì 7 luglio l’antico sito ricco di storia, dopo più di cinque
secoli, si è ritrovato al centro di
un evento che ha portato una folla “pacifica” di persone ad assistere ad uno spettacolo teatrale.
La serata, che rientrava nella manifestazione “Notturni nelle Rocche, organizzata dall’Ecomuseo
delle Rocche del Roero, a Cisterna si è svolta in collaborazione
con l’Associazione Museo Arti e
Mestieri di un tempo.
Alle ore 21.00, capeggiato da Enrico Vaudano e Renato Olivetti,
un gruppo di più di 150 persone
è partito da Piazza Rino Rossino
e ha percorso l’antico sentiero
che da Cisterna porta alle Frazioni Verzeglio e Valmellana, per arrivare a Bogard, Belriguardo.
Sulla collina i partecipanti alla
serata hanno potuto assistere allo
spettacolo delle colline e del castello di Cisterna illuminati e alla
rappresentazione teatrale “Eracle e il suo lamento”, proposta
dalla compagnia teatrale “L’angelo azzurro”, nata nell’ottobre
2006 a Montà
da alcuni giovani studenti appassionati
di teatro, danza e musica.
Oggi il gruppo è formato
da una ventina di cantanti,
danzatori e attori e ha in attivo
4 spettacoli e numerose collaborazioni: COMING BACK MOVIE
- spettacole musicale; IL BOIA
NON ASPETTA: - giallo ambientato negli anni ‘30, chi ha ucciso
Philip Gale?; FAME, il musical la storia dell’accademia di danza
più famosa al mondo; LA FAVOLA DEL GELINDO: - la storia in
dialetto piemontese del pastorello “Gelindo” che per primo va a
far visita a Gesù Bambino.; PROCESSO ALLA MASCA FIORINA
- rievocazione medioevale del
processo, popolana, accusata e
processata come masca.
A conclusione della serata, prima del
ritorno a piedi, i
volontari dell’Associazione Museo
hanno
distribuito
la soma d’aj e il vino Cisterna
d’Asti doc.
T.M.
Complimenti a:
Elisa Sacco
il 1° ottobre 2009 ha superato
l’esame di abilitazione
alla professione di avvocato
– 24 –
MUSEO
Un cittadino in più a Cisterna
D
a venerdì 10 luglio 2009, la
popolazione di Cisterna è aumentata di una unità. Non si tratta
di una nuova nascita (che peraltro
non scarseggiano), ma di un astigiano che da anni collabora con
l’Associazione Museo nella realizzazione di eventi culturali. Il nuovo cittadino è Sergio Ardissone,
che dal 1999 propone, a Cisterna,
le sue opere fotografiche all’interno della cena etnica che sposa la
cucina piemontese a quella di altri
paesi.
L’importanza del lavoro di Ardissone, ha spinto il sindaco Mario
Bodda, in carica fino a poco tempo fa, a proporgli di diventare cittadino onorario del paese. La passione di Sergio Ardissone per la
fotografia nasce insieme a quella
per i viaggi, che lo hanno portato
nei luoghi più inconsueti della Terra, dal Sahara ai ghiacci polari, dal
Madagascar alla Patagonia, dalla
Mongolia alla lontana Isola di Pasqua. Da quelle esperienze sono
nate migliaia di immagini, ora conservate nei suoi preziosi archivi.
La sua fotografia riproduce il mondo che vorrebbe, un mondo di
pace, di armonia, di sensazioni piacevoli, e così sia che fotografi montagne, sia che fotografi paesaggi o
persone in
ogni angolo
del mondo,
Sergio dona
sempre alle
sue immagini
una
profondità
inconsueta
pennellando il foto-
gramma con le luci calde e radenti
del primo mattino o della sera, a
volte utilizzando il disco del sole
o della luna per rappresentare fantastici tramonti e pleniluni. Anche
nelle fotografie naturalistiche da lui
scattate, si riscopre una profonda
conoscenza del mondo animale e
vegetale che riproduce nelle loro
forme più inconsuete e curiose.
In questi anni ha pubblicato servizi fotografici e giornalistici su
diverse riviste del settore: Tuttoturismo, Espresso, Fitness Magazine, Essere, il Diario. E’ collaboratore del quotidiano “La Stampa”.
La cittadinanza onoraria a Sergio
Ardissone è stata consegnata, a
inizio serata dal nuovo sindaco di
Cisterna, Renzo Peletto, accompagnato dal sindaco uscente Mario Bodda ed ha rappresentato un
po’ il passaggio di testimone nella
cura della
realtà
– 25 –
museale, che vive non soltanto per la presenza dei volontari
dell’Associazione Museo, ma anche grazie al sostegno dell’Amministrazione Comunale e di quella
Provinciale.
Durante la serata sono stati serviti:
salame crudo delle ceneri del Ristorante Garibaldi, lardo al miele
di castagno presentato da Maria
Josè Pastor, robioline alla monfrinota, uova in camicia e zucchine
grigliate in carpione, gran fritto misto piemontese con bagnetto verde, canelones de humita, budin
de duraznos. La cucina piemontese ha incontrato quella argentina
e i piatti sono stati intervallati dai
passi di tango di Antonio Cuna,
Tatiana Stroppiana, Marco Cerua,
Maria Terruli, che sono allievi di
Ricardo Labriola della scuola “El
Firulete” di Torino.
Al termine, sono state proposte le
immagini di Ardissone, commentate da Sergio e da Clara Chiaranda, che hanno
proiettato gli ospiti in
Patagonia, terra selvaggia e isolata, ricca di
paesaggi meravigliosi.
Sergio ha saputo narrare un territorio e la
sua storia, dal nord
fino alla Terra del
Fuoco, attraverso le
immagini e i brevi
commenti; una terra estesa e misteriosa, dove l’uomo
può comprendere
la sua piccolezza
di fronte alla vastità del mondo.
T.M.