il gioco del pallone elastico o balon
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il gioco del pallone elastico o balon
PERSONAGGI PERSONAGGI FAMOSI NELLA STORIA DI CISTERNA D’ASTI ALBERTO LA FERRERE (1872 – 1945 ) Uno dei più celebri giocatori di pallone elastico della fine del 1800 IL GIOCO DEL PALLONE ELASTICO O BALON I l gioco del pallone elastico (o pallapugno, deriva dal pallone a bracciale, suo antenato) è uno sport di squadra sferistico, giocato con una palla su un terreno di gioco privo di rete. Deriva dal più antico gioco del pallone piccolo di cuoio col bracciale, del quale ha integralmente conservato le regole ultrasecolari, e risale al 1870, circa. Il pallone elastico è da sempre un emblema della cultura contadina e del folklore piemontese: è stato narrato da scrittori come Edmondo De Amicis, Cesare Pavese, Beppe Fenoglio. È il gioco che vanta maggiori titoli letterari ed artistici, che possono farsi risalire alla Grecia antica. Questa specialità è storicamente radicata nella nostra regione, in particolare nel basso Piemonte (province di Asti e Cuneo), e nella vicina Liguria di Ponente (Savona e Imperia). Verso il 1875, con la nuova risorsa della gomma e del suo impiego, il gioco del pallone elastico fiorì particolarmente nella nostra regione, dopo aver attraversato una crisi che portò alla sua quasi totale scomparsa. La città di Alba diventò la capitale di questo gioco, e conserva oggi un tale prestigio: il “Mermet ” è lo sferisterio più antico e glorioso, in cui si scontrarono i campioni più illustri. Riandando indietro agli inizi del ‘900 troviamo i patriarchi del pallone: Chiarena di Dogliani, Laferrere di Cisterna, Giusta di Priero, Filippa di Cravanzana, che conobbero i vertici della popolarità. Il pallone elastico è, uno sport che ha le sue fedeli platee (che raggiungono il migliaio di spettatori) e nelle sagre delle province di Cuneo, Asti, Torino, Alessandria e Imperia assume aspetti quasi da rappresentazione popolare. Il “balon ” oggi è praticato a livello professionistico: il Campionato Italiano si svolge regolarmente dal 1912, mentre dal 1983 si gioca la Coppa Italia. La squadra Campione d’Italia 2009 è la Pro Paschese di Madonna del Pasco-Villanova Mondovì capitanata da Paolo Danna. IL PALLONE ELASTICO A CISTERNA A Cisterna, le grandi partite si giocavano nella piazza del castello (anticamente chiamata piazza del pallone) la domenica, fin dalle prime ore del pomeriggio. Il campo da gioco presentava l’aspetto delle grandi occasioni; “la piazza era gremita di gente, arrivavano da tutte le parti, dai paesi vicini, ma anche dalla Langa. Era un’animarsi di gente, una corona di teste che affollavano i lati del campo, soprattutto quando giocava la squadra con Alberto Laferrere e i suoi mezzadri” (ricordano Michele Risso e Giuseppe Arione). – 18 – ALBERTO LAFERRERE CAMPIONE DI PALLONE ELASTICO DAL 1890 AL 1900 Nei fasti sportivi del pallone elastico Cisterna vanta un nome quasi mitico, quello del medico Alberto Laferrere, campione praticamente imbattuto nel corso di una lunga carriera. Alberto Laferrere nacque a Cisterna d’Asti nel 1872. A 13 anni giocò le prime grandi partite con suo fratello Giovanni, poi colonnello dell’esercito, vinse le sue prime “bandiere” ad Alba e Dogliani, nel 1885, poi ad Asti, Torino, Vercelli, Oneglia, Porto Maurizio, Fossano, Poirino, Canale, San Damiano e in altre località. Giocò anche a tamburello e al bracciale piccolo. Nella pallapugno era un atleta elegantissimo e d’una potenza e precisione eccezionali. Quest’ultima sua dote è dimostrata dal fatto che egli riusciva, dalla distanza di 75 metri, PERSONAGGI a lanciare numerosi palloni consecutivi dentro un cerchio (bersaglio) di 3 metri di diametro. Valeva da solo tutta una quadriglia, ed infatti trovò avversari disposti a misurarsi con lui unicamente a patto che capeggiasse modeste formazioni di dilettanti. La grande padronanza, che aveva del pallone, consentiva altresì a Laferrere di colpire la palla in modo da schivarla abilmente e da spiazzare il giocatore avversario, senza dire degli effetti strani che egli sapeva imprimerle, accrescendo in tal modo le difficoltà di chi gli stava di fronte. Famose sono rimaste le sfide al pallone elastico tra la squadra composta da Alberto e dai suoi tre mezzadri (da lui vestiti ed equipaggiati) e la squadra capeggiata da Ghindò (campione di Cravanzana) e da Chiarena (di Dogliani). Erano partite che avevano in sé qualcosa di epico e di favoloso, e la gente, per assistervi, muoveva in massa dai più lontani paesi della Langa, del Roero e del Monferrato per recarsi a piedi o in calesse ad Alba, la piccola capitale, dove lo sferisterio era insufficiente a contenere tutta quella folla. Il più delle volte il grande atleta usciva dal campo sulle spalle dei tifosi in delirio. Tali sfide (con folla enorme e scommesse elevatissime) furono parecchie, tutte vinte da Laferrere salvo una: tale eccezione, forse, si spiega col fatto che gli avversari del campione di Cisterna, ad un certo punto dell’incontro, ebbero l’idea di mutare i palloni con cui si giocava. Coi nuovi palloni, Laferrere si venne a trovare un po’ a disagio e perdette la partita. Si narra, anzi, che preso dall’ira per l’espediente con cui la squadra avversaria era ricorsa per salvarsi da una nuova probabile sconfitta, afferrasse ad un tratto uno dei palloni, e con la forza delle sue mani, lo rompesse e riducesse in tanti pezzi. L’ultima partita, da battitore, la disputò a Canale d’Alba nel 1908, all’età di 37 anni, perdendo la finale per 11 a 10. Anche i suoi fratelli Giovanni (1865) e Francesco (1868) furono valenti giocatori del pallone elastico. squadra locale capeggiata dal forte battitore Tunin ‘d Catlina. Tuttavia nulla potè contro il grande Laferrere. Gli anziani di Govone ricordano ancora, in modo particolare, la straordinaria precisione dei colpi: “non andavano mai a casaccio! Anzi, prima di batterli, il campione metteva in guardia, volta per volta, i giocatori cui erano destinati”. Laferrere dava a ciascuno il pallone in “bocca” (come si dice nel gergo), perché l’avversario facesse del suo meglio nel rimando, ma tutto era inutile, perché l’ultima parola era sempre la sua. Il 19 ottobre 1913 a Dogliani venne combattuta una “memorabile sfida ”fra veterani, tutti campioni ultraquarantenni, nella quale la squadra di Cisterna (Mariano di Canale e Alberto Laferrere) battè quella di Priero-Dogliani (Giusta e Chiarena) per 11 a 7. 1898: 1° premio Nizza Monferrato. Inaugurazione giuoco del pallone. (bandiera vinta da Alberto Laferrere. Archivio Museo di Cisterna) Bibliografia: Cent’anni di pallone elastico, di L. Mussi, R. Gianuzzi, A. Manzo, ed. Paoline. Augusto Manzo, l’uomo, il mito, di G. Binda, ed. Gribaudo,1989. Invito alle Langhe, di Domi Gianoglio, Edilibri, A. Viglongo e C. Editori, 1976. GRANDE PARTITA DI LAFERRERE A GOVONE Nel 1898 il Comune di Govone d’Alba aveva acquistato il bel castello settecentesco per farne sede grandiosa del municipio e delle scuole. Da un grande frutteto, all’interno del recinto del castello, era stato ricavato uno sferisterio e nel settembre 1900 era stato invitato per la partita inaugurale, il famoso campione di Cisterna, Alberto Laferrere. Contro questi ed i suoi compagni si schierò la – 19 – 1899: 1° premio Città d’Alba. (drappo vinto da Alberto Laferrere. Archivio Museo di Cisterna) Nel nostro paese di collina le partite di pallone elastico e pantale- PERSONAGGI ra si svolgevano su campi di dimensioni ridotte, sui sagrati o nei cortili, per le vie o contrade dei borghi, da Lame fino a Lemonte e Valle San Matteo. I nostri nonni attendevano felicemente la domenica pomeriggio, per poter giocare, anche quando pioveva, ad uno dei pochi divertimenti che si potevano permettere. In occasione della festa della Madonna del Rosario, il lunedì pomeriggio, cominciavano le grandi partite di pallapugno intercomunali, nella piazza del pallone, e proseguivano fino alla domenica successiva, con molto successo di pubblico vestito a festa. Le squadre favorite erano capeggiate dai battitori Baracco Giovanni (detto “Ciavatin”) e Berardi Cristoforo (detto “ Pin”) molto forti e animati. Il “Gurbinet ” batteva la palla senza protezione alle mani (ricorda Michele Risso). “15-40; 30-40 ”, la voce del “segnapunti ” (sig. Rolfo,” Manu”) e le imprecazioni in dialetto dei tifosi scandivano le fasi del gioco. Si poteva attraversare di fretta la piazza, solo durante l’interruzione della partita, quando si recuperava la palla finita nei sottostanti orti e vigneti. Nel Bollettino parrocchiale di Cisterna, datato luglio 1932, nel paragrafo opere pubbliche, era scritto: “ Completamento muro di cinta della piazza comunale, con la sovrapposizione di una alta rete metallica che rende maggior decoro al paese e nello stesso tempo la rende più adatta al gioco del pallone che a Cisterna è tradizionale ”. Negli anni 1935/40, in piazza Rino Rossino si giocava “alla pantalera”: sono ancora visibili i cerchi disegnati sul muro di casa Rolfo, nei quali veniva battuta la palla. “Menico ” (Baracco Domenico) ricorda con entusiasmo le domeniche pomeriggio trascorse a guardare le partite in piazza fra “Cichin Rufat ” (Rolfo Francesco), “Pin e Cichin Canavet” (Berardi Cristoforo e Francesco), “Ciavatin ” (Baracco Giovanni), “Camilin ” (Povero Battista) come spalla,insieme a Sacco Pierin, il “Frè ” (Natta Carlo). Anche dalle contrade di borgo Lame echeggiavano le voci dei segnapunti; si giocava perlopiù a “palla a rullino”. Fra i personaggi più animati si ricordano: il”Biundin ” (Povero Giovanni), il “Mancin ” (Berardi Giovanni), “Pedrin ” (Olivetti Pietro), Vigna Francesco. Dal Secondo Dopoguerra, e in tempi più vicini a noi, il gioco del pallone elastico a Cisterna ebbe alterna fortuna, ma continuò ad essere molto seguito dagli appassionati. I giocatori furono sempre meno, in quanto è uno sport che richiede molta forza da parte degli atleti (soprattutto da parte del “battitore” e della “spalla ”); fra questi si ricordano: “Cichin Tasin” (Rolfo Francesco), Bodda Domenico, Bodda Franco, “Minet” (Novo Bartolomeo), Berardi Giovanni, Dogliero Secondo, Vaudano Antonio (“Toni Cora”), Rolfo Giovanni, Bodda Francesco, Massocco Nicola. – 20 – Negli anni Novanta gli ultimi tornei del pallone elastico nei paesi delle Langhe e del Roero, sono stati sostenuti dai “giocatori ” di Cisterna ( Scapino Pietro, i Berardi: Giovanni, Mario e Massimo, Baracco Marcello) insieme a giocatori di Canale (Palma Lino), e San Damiano (Zappa, Marinetto, Ferrero, Marello). Fra gli altri “battitori” e terzini, si ricordano: Peletto Renzo, Olivetti Serafino, Cherio Franco, Mo Silvano, Natta Beppe, Vaudano Carlo, Guido Bruno, che hanno disputato gli ultimi tornei alla “pantalera ” durante la festa della Madonna del Rosario. Domenica 14 ottobre 1991. Partita di balon tra la squadra di Cisterna (Marello, Zappa, Scapino, Palma) e San Damiano (Morino, Galliano, Gualco, Castaldo), vinta con il punteggio di 11 a 10 da Cisterna. L’incontro è stato arbitrato dal campione canalese Francesco Gioetti. PERSONAGGI Oggi questo sport è seguito perlopiù dalla popolazione anziana, gente dai lineamenti ruvidi, facce contadine scavate dalla fatica e bruciate dal sole, dal sorriso un po’ stanco, con in cuore tanti ricordi di gioventù, collegati alle vicende del pallone elastico, che considera questo gioco come lo sport più bello, più sano, più completo, più arioso ed elegante. Questi sono i veri “patiti ” del pallone elastico, quelli per cui questo sport in certo senso dice tutto, giovinezza, passione, bellezza, amore, vita. PROVERBI E MODI DI DIRE DERIVATI DAL GIOCO DELLA PALLA Massimo “Mancin” durante gli allenamenti I l nuovo Cisterna targato Vito Walter Sollazzo sta disputando una stagione impressionante. Dopo una partenza a singhiozzo, con due pareggi in coppa di lega e una sconfitta alla prima di campionato tutte, per ironia della sorte, contro la Castellettese, i rossoblu hanno inanellato una serie di vittorie che li ha portati nelle primissime posizioni in classifica. La diffusione e la popolarità dei giochi della palla e del pallone sono denotati anche dai molti proverbi, modi di dire, locuzioni che ne sono derivati. Nel dialetto piemontese non mancano le espressioni figurate derivanti dal gioco del pallone; alcune sono Il Cisterna al termine del girone d’andata è nelle prime posizioni e sta lottando per il titolo di campione d’inverno con la Castellettese e con il Costigliole. La dura preparazione estiva sta portando i suoi frutti e il gioco messo in mostra dai rossoblu è decisamente piacevole e talvolta spettacolare. Luci e ombre per il calcio a 7 di Fabietto: ottimo il cammino .....dal Cisterna Calcio – 21 – ancora in uso. Ricordiamo: “Spetè la bala al saut ”: attendere l’occasione favorevole. “Avej la bala ‘n man ”: avere l’occasione propizia. “Stè a markè la casse ”: spiare i fatti altrui, o criticare i difetti altrui. “Vnì ‘l balon ‘ns ‘i brassàl ”: giungere l’occasione favorevole. “Dè tranta per gieugh ”: avere un forte vantaggio su qualcuno. Fra le più espressive locuzioni della lingua italiana, si ricordano: “ Aspettare la palla al balzo ”: attendere il momento favorevole. “ Essere un pallone gonfiato ”: persona senza pregi e piena di sciocco orgoglio. Agnese Scapino in coppa di lega dove i rossoblu sono approdati ai quarti di finale dopo un’avvincente turno contro il Cherasco. In campionato invece i risultati fanno fatica ad arrivare e nonostante alcune buone prestazioni, si pagano molto le disattenzioni dovute all’inesperienza di molti giocatori. Pazienza, ma serve anche questo a crescere. Il 2010 sarà un anno importante: il campionato a 11 da giocarsi fino all’ultima giornata, le finali nazionali di Sportilia a giugno e le finali di coppa di lega del Calcio a 7. In questi mesi autunnali hanno raggiunto il traguardo delle 200 partite con il Cisterna in ordine cronologico Mauretto, Fabio e Gigi. Un grosso applauso e un ringraziamento per questi ragazzi che hanno fatto la storia di questo club. BRAVISSIMI!!!!!! Lele AL BOSCO DEI BAMBINI LA CURA C on queste parole, tratte dalla famosa canzone di Franco Battiato, si apre il progetto della scuola dell’infanzia e primaria di Cisterna d’Asti per l’anno scolastico 2009/2010. La cura farà da sfondo al percorso curricolare di questo anno, sia nel curricolo esplicito che in quello implicito. Cura di ogni bambino, “essere speciale” affidato dai genitori alla scuola, degli spazi (intesi anche come territorio), dei tempi, del contesto in cui è inserito; cura delle relazioni, da quelle tra pari a quelle tra scuola e territorio; cura della memor i a “Perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te…” riato attente, le scuole di Cisterna hanno un terreno molto fertile su cui lavorare e già nelle prime settimane di attività ci sono state numerose occasioni di cura “partecipata”: dai “piccoli cantonieri”, che hanno collaborato con il Comune per rimettere a posto il giardino del castello, deturpato da alcuni vandali, alle attività extrascolastiche di sabato 17 ottobre, che hanno visto i genitori La grande partecipazione, che si rinnova di anno in anno, conferma la validità del progetto della scuola, che è condiviso dall’intera comunità. Un progetto fondato sull’idea di una educazione che deve servire per tutta la vita, capace di orientare le persone verso una maggiore comprensione reciproca, un maggiore senso di responsabilità e una maggiore solidarietà, attraverso l’accettazione delle differenze e che sa fornire a tutti l’accesso al sapere per aiutare gli individui a capire il mondo, a capire gli altri ma, in primo luogo, se stessi. T.M. impegnati nel sistemare sia il bosco dei bambini che il teatrino parrocchiale, che viene utilizzato spesso dalla scuola e da tutta la collettività. come capacità di ripercorrere spazi e tempi passati per costruire significati orientati al futuro, ma anche cura dei percorsi di ricerca attivati negli anni; cura della Terra, a partire dall’assunzione di responsabilità nei confronti del contesto in cui si vive… Grazie alla presenza di famiglie sensibili, di una Amministrazione e di Associazioni di volonta- Complimenti alla dottoressa Silvia Guido che il 30 settembre2009 a Parigi si è laureata con ottimi risultati in Antropologia. A lei di cuore auguriamo un proficuo cammino. Una cultura capace di coniugare ragione e sentimento alla verità dei rapporti umani. La tua famiglia – 22 – DALLE SCUOLE Festa di Santa Lucia F ine settimana denso di iniziative per la comunità di Cisterna. Sabato 12 e domenica 13 dicembre, il castello è stato lo scenario in cui si sono svolte due iniziative dedicate a questo particolare momento dell’anno: la festa di Santa Lucia. Un giorno molto importante, caratterizzato dalla presenza del proverbio : “A Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia”, che testimonia la sopravvivenza di elementi di cultura contadina, legati al passato calendario giuliano, in cui il solstizio d’inverno coincideva con la festa dedicata alla Santa. L’Associazione Museo, in collaborazione con le scuole di Cisterna, il Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese, l’Ecomuseo delle Rocche del Roero, Slow food, l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, sabato 12 dicem- bre, all’interno del castello, ha riproposto le antiche atmosfere dei balli a palchetto. Con la musica dei “Bona Vista” è stato ricreato uno spazio dal sapore antico, dove grandi e piccini hanno fatto festa insieme, sulla pista realizzata per l’occasione, all’interno del salone della cisterna. Durante la serata, l’antropologo Prof. Piercarlo Grimaldi ha sviluppato il tema “Antropologia della terra e cittadinanza”. Domenica 13 un corteo di bambini e adulti, cavalli e calesse, hanno accompagnato al castello Santa Lucia, Maria e Giuseppe, impersonati da alcuni bambini della quinta primaria del paese, in una processione attraverso le vie del paese, per aprire la fiera di Santa Lucia dei bambini, ambientata nelle sale del museo. Accanto alle bancarelle degli alunni delle scuole di Cisterna, quelle del gruppo donne e dei giovani, uniti nell’intento di raccogliere fondi per la scuola e per: adozioni a distanza, progetti di sostegno per il Burkina Faso e di una scuola di Facundo Vela (Ecuador). La mostra di Giuseppe Scaglia, i laboratori organizzati dai genitori e la proiezione del cortometraggio natalizio della scuola dell’infanzia, hanno completato la giornata di festa. T.M. Ultimi restauri al castello G razie al finanziamento dell’otto per mille erogato dallo Stato a favore del Comune di Cisterna per il recupero del castello medioevale, sta per essere ultimato il restauro della facciata del castello. L’accesso ai finanziamenti dell’otto per mille permette ai Comuni il recupero dei beni culturali e a Cisterna, nel corso degli ultimi anni, questo denaro ha consentito il restauro di parte dei bastioni del castello e la realizzazione delle controsoffittature in legno dell’ultimo piano dell’edificio. I lavori di recupero della facciata, purtroppo, sono stati oggetto di una serie di rinvii, richiesti dalla ditta appaltatrice, che hanno prorogato la conclusione dell’opera. A questa infelice situazione si contrappone quella verificatasi nella settimana dal 19 al 24 ottobre, nella quale, sempre grazie allo stesso finanziamento (ma con un’altra ditta), è stata rimessa a nuovo la strada di accesso all’edificio che ospita il Museo Arti e Mestieri di un tempo. Il recupero è stato eseguito in pochi giorni e gli operai hanno lavorato anche sotto la pioggia per poter ultimare l’ingresso, in vista del convegno svoltosi domenica 25 ottobre, organizzato dall’Associazione Mu– 23 – seo in collaborazione con la Direzione Didattica di San Damiano, Polo della Cittadinanza attiva per l’Astigiano e l’Albese. Una nota positiva, a dimostrazione del fatto che con la buona volontà delle ditte che ottengono gli appalti, anche le Amministrazioni Pubbliche possono essere efficienti e veloci. MANIFESTAZIONI Un “Notturno” teatrale a Cisterna. U na delle colline comprese tra Cisterna e San Damiano ha un nome che evoca visioni di paesaggi indimenticabili: Belriguardo. Su questa collina, un tempo, sorgeva un castello che, a causa della sua posizione strategica, fu oggetto di contese tra Cisterna e San Damiano (cfr. Molino, 2005, p.131). Nel 1468 il castello venne saccheggiato e distrutto dai sandamianesi (del marchesato di Monferrato). Il declino del sito fece scomparire a poco a poco anche il suo nome. Nel corso dei secoli si passò dal “Principato di Cisterna e Belriguardo” al semplice “Cisterna”. Martedì 7 luglio l’antico sito ricco di storia, dopo più di cinque secoli, si è ritrovato al centro di un evento che ha portato una folla “pacifica” di persone ad assistere ad uno spettacolo teatrale. La serata, che rientrava nella manifestazione “Notturni nelle Rocche, organizzata dall’Ecomuseo delle Rocche del Roero, a Cisterna si è svolta in collaborazione con l’Associazione Museo Arti e Mestieri di un tempo. Alle ore 21.00, capeggiato da Enrico Vaudano e Renato Olivetti, un gruppo di più di 150 persone è partito da Piazza Rino Rossino e ha percorso l’antico sentiero che da Cisterna porta alle Frazioni Verzeglio e Valmellana, per arrivare a Bogard, Belriguardo. Sulla collina i partecipanti alla serata hanno potuto assistere allo spettacolo delle colline e del castello di Cisterna illuminati e alla rappresentazione teatrale “Eracle e il suo lamento”, proposta dalla compagnia teatrale “L’angelo azzurro”, nata nell’ottobre 2006 a Montà da alcuni giovani studenti appassionati di teatro, danza e musica. Oggi il gruppo è formato da una ventina di cantanti, danzatori e attori e ha in attivo 4 spettacoli e numerose collaborazioni: COMING BACK MOVIE - spettacole musicale; IL BOIA NON ASPETTA: - giallo ambientato negli anni ‘30, chi ha ucciso Philip Gale?; FAME, il musical la storia dell’accademia di danza più famosa al mondo; LA FAVOLA DEL GELINDO: - la storia in dialetto piemontese del pastorello “Gelindo” che per primo va a far visita a Gesù Bambino.; PROCESSO ALLA MASCA FIORINA - rievocazione medioevale del processo, popolana, accusata e processata come masca. A conclusione della serata, prima del ritorno a piedi, i volontari dell’Associazione Museo hanno distribuito la soma d’aj e il vino Cisterna d’Asti doc. T.M. Complimenti a: Elisa Sacco il 1° ottobre 2009 ha superato l’esame di abilitazione alla professione di avvocato – 24 – MUSEO Un cittadino in più a Cisterna D a venerdì 10 luglio 2009, la popolazione di Cisterna è aumentata di una unità. Non si tratta di una nuova nascita (che peraltro non scarseggiano), ma di un astigiano che da anni collabora con l’Associazione Museo nella realizzazione di eventi culturali. Il nuovo cittadino è Sergio Ardissone, che dal 1999 propone, a Cisterna, le sue opere fotografiche all’interno della cena etnica che sposa la cucina piemontese a quella di altri paesi. L’importanza del lavoro di Ardissone, ha spinto il sindaco Mario Bodda, in carica fino a poco tempo fa, a proporgli di diventare cittadino onorario del paese. La passione di Sergio Ardissone per la fotografia nasce insieme a quella per i viaggi, che lo hanno portato nei luoghi più inconsueti della Terra, dal Sahara ai ghiacci polari, dal Madagascar alla Patagonia, dalla Mongolia alla lontana Isola di Pasqua. Da quelle esperienze sono nate migliaia di immagini, ora conservate nei suoi preziosi archivi. La sua fotografia riproduce il mondo che vorrebbe, un mondo di pace, di armonia, di sensazioni piacevoli, e così sia che fotografi montagne, sia che fotografi paesaggi o persone in ogni angolo del mondo, Sergio dona sempre alle sue immagini una profondità inconsueta pennellando il foto- gramma con le luci calde e radenti del primo mattino o della sera, a volte utilizzando il disco del sole o della luna per rappresentare fantastici tramonti e pleniluni. Anche nelle fotografie naturalistiche da lui scattate, si riscopre una profonda conoscenza del mondo animale e vegetale che riproduce nelle loro forme più inconsuete e curiose. In questi anni ha pubblicato servizi fotografici e giornalistici su diverse riviste del settore: Tuttoturismo, Espresso, Fitness Magazine, Essere, il Diario. E’ collaboratore del quotidiano “La Stampa”. La cittadinanza onoraria a Sergio Ardissone è stata consegnata, a inizio serata dal nuovo sindaco di Cisterna, Renzo Peletto, accompagnato dal sindaco uscente Mario Bodda ed ha rappresentato un po’ il passaggio di testimone nella cura della realtà – 25 – museale, che vive non soltanto per la presenza dei volontari dell’Associazione Museo, ma anche grazie al sostegno dell’Amministrazione Comunale e di quella Provinciale. Durante la serata sono stati serviti: salame crudo delle ceneri del Ristorante Garibaldi, lardo al miele di castagno presentato da Maria Josè Pastor, robioline alla monfrinota, uova in camicia e zucchine grigliate in carpione, gran fritto misto piemontese con bagnetto verde, canelones de humita, budin de duraznos. La cucina piemontese ha incontrato quella argentina e i piatti sono stati intervallati dai passi di tango di Antonio Cuna, Tatiana Stroppiana, Marco Cerua, Maria Terruli, che sono allievi di Ricardo Labriola della scuola “El Firulete” di Torino. Al termine, sono state proposte le immagini di Ardissone, commentate da Sergio e da Clara Chiaranda, che hanno proiettato gli ospiti in Patagonia, terra selvaggia e isolata, ricca di paesaggi meravigliosi. Sergio ha saputo narrare un territorio e la sua storia, dal nord fino alla Terra del Fuoco, attraverso le immagini e i brevi commenti; una terra estesa e misteriosa, dove l’uomo può comprendere la sua piccolezza di fronte alla vastità del mondo. T.M.