News on Skin Repair
Transcript
News on Skin Repair
N e w s o n S k i n Re p a i r Supplemento a Scripta Medica - Anno 8 - n. 7 - 2005 La cicatrizzazione delle ferite cutanee: tabelle sinottiche 1 - La ferita cutanea Eventi traumatici Ferita cutanea Interruzione della continuità dell’epidermide e del derma Interventi chirurgici 2 - Le modalità di guarigione Prima intenzione Seconda intenzione Terza intenzione I margini sono ravvicinati e la guarigione avviene senza complicazioni La ferita lasciata aperta guarisce per apposizione di tessuto di granulazione; può dare esito ad una cicatrice ben visibile Combinazione della prima e della seconda intenzione 3 - Le fasi di guarigione Fase infiammatoria Emostasi/formazione del coagulo Vasodilatazione e migrazione di neutrofili sul fondo della ferita Attrazione (chemiotassi) dei macrofagi da parte dei neutrofili (eliminazione del tessuto necrotico) Attrazione dei fibroblasti da parte dei neutrofili (innesco della sintesi di collagene) Fase proliferativa Inizio della sintesi di collagene da parte dei fibroblasti presenti sul fondo della ferita Formazione del tessuto di granulazione (cellule infiammatorie, neovasi, fibre collagene) Fase maturativa Riorganizzazione della matrice del tessuto connettivo Addensamento delle fibrille collagene che si trasformano in fibre Aumento crescente della resistenza alla tensione 4 - Cellule coinvolte nella cicatrizzazione Età Capillari ed epitelio Infezioni Collagene Fibrina, piastrine Leucociti polimorfonucleati Macrofagi Linfociti Fibroblasti 5 - Fattori che rallentano la cicatrizzazione Stato nutrizionale Immunosoppressione Alcuni farmaci Radiazioni Proliferazione Coagulazione Epitelizzazione e rimodellamento Tabagismo Alcune malattie sistemiche Infiammazione Stress 0 14 7 21 Tempo (giorni) 6 - Malattie che ostacolano la cicatrizzazione Sindrome di Ehlers-Danlos Insufficienza renale cronica Disturbi della coagulazione Diabete mellito Anemia Sindrome di Cushing Sindrome di Werner Ipertiroidismo Vasculopatia aterosclerotica Deficit immunitari Vasculiti Broncopneumopatia cronica Flebopatie con stasi venosa, linfedema Cirrosi epatica Scompenso cardiaco Tumori 7 - Classificazione delle cicatrici Cicatrice immatura Cicatrice ipertrofica larga e irregolare Cicatrice matura Cheloide minore Cicatrice lineare ipertrofica Cheloide maggiore 8 - Principali terapie impiegate nel trattamento di cicatrici ipertrofiche e cheloidi Asportazione chirurgica Radioterapia Iniezioni intralesionali di corticosteroidi Laserterapia Silicone gel sheeting Crioterapia Pressoterapia Cerotto in poliuretano idroattivo N e w s o n S k i n Re p a i r Aspetti psicologici delle cicatrici La cicatrice come ricordo di esperienze negative In senso figurato, la cicatrice può essere considerata come “un segno” lasciato sulla cute dal processo di guarigione di una lesione traumatica. Per motivi ancora non ben noti l’uomo sviluppa cicatrici più estese e rilevate rispetto a quelle visibili negli altri mammiferi e ciò è stato interpretato da alcuni come un segno evolutivo connesso all’intelligenza e alla capacità di far tesoro dei propri errori: una cicatrice cutanea ben visibile avrebbe il compito di richiamare alla mente un comportamento rischioso da evitare. La cicatrice come marker scomodo In alcune culture africane le cicatrici rappresentano un segno di appartenenza tribale, un messaggio di buona salute (efficienza dei processi riparativi) ed un’attrattiva sessuale. Nei paesi occidentali la cicatrice è vissuta e percepita in vario modo: per alcuni essa genera fascino, per altri paura e pregiudizio. Per i primi la cicatrice indica una pregressa battaglia vinta, per i secondi è il simbolo di una vita vissuta pericolosamente ai limiti della legalità (nei film il personaggio “cattivo” viene spesso rappresentato con il volto sfigurato da evidenti cicatrici evocatrici di passati scontri condizionanti il comportamento deviante). In genere la reazione psicologica nei confronti di una cicatrice dipende dall’area cutanea in cui essa è localizzata: quelle al volto generano problemi sia a chi le osserva, sia a chi ne è affetto. Da una recente indagine di Rankin e Borah (Plast Reconstr Surg 2004; 113:2206-10), condotta facendo esprimere a volontari un giudizio su foto di pazienti con con ampie cicatrici post-traumatiche al volto e su foto degli stessi soggetti in cui il difetto era stato corretto con sistemi digitali, è emerso che la presenza di deturpazioni facciali li fà catalogare dagli altri come meno onesti, meno affidabili, meno ottimistici, meno capaci, meno intelligenti e, ovviamente, meno attraenti. Questa ostilità sociale viene facilmente percepita da colui che della cicatrice è portatore: egli, non sentendosi piacevole, perde la propria autostima, si isola e si pone sulla difensiva. La cicatrice, pertanto, è spesso vissuta come una condanna sociale, che non consente di dimenticare il proprio passato in quanto scritto sul corpo, e che obbliga colui che ne è affetto“a raccontarsi” agli altri per soddisfare la loro morbosa curiosità. Da ultimo, la cicatrice rappresente sovente il maggior segno di identificazione della persona, assumendo il dominio sulle altre caratteristiche somatiche: l’individuo non è più riconosciuto per le fattezze naturali del suo corpo, ma per le salienze deformanti della sua cicatrice. La cicatrice come biglietto da visita del chirurgo Lo sviluppo di cicatrici ipertrofiche e di chelodi da ferite chirurgiche condiziona fortemente il giudizio che il paziente formula sull’operatore: la stima di quest’ultimo non è più legata alla guarigione del processo patologico che ha causato l’intervento, ma piuttosto al suo esito estetico. Ciò che rimane visibile dell’atto chirurgico è la cicatrice patologica, mentre l’intervento eseguito a regola d’arte viene rapidamente dimenticato. Questo modo di pensare coinvolge lo stretto entourage del paziente e tutti coloro a cui il paziente si racconta: il risultato è il discredito del chirurgo. Conclusioni Da queste brevi note appare evidente l’importanza che assume l’impatto psicologico negativo esercitato dalla cicatrice sul paziente rendendo quanto mai necessario un intervento correttivo immediato. N e w s o n S k i n Re p a i r Hansaplast med Riduzione delle Cicatrici vantaggi, tra cui spiccano l’assenza di dolore e la facilità di utilizzo. Figura 1. Modificazioni della cicatrice dopo l’applicazione per 8 settimane di Hansaplast med Riduzione delle Cicatrici per 12 o per 24 ore. Per motivi estetici, tuttavia, il cerotto può rappresentare un problema quando applicato durante il giorno su parti visibili del corpo. Schmidt A, et al. (J Wound Care 2001), mediante uno studio di 8 settimane condotto in singolo cieco su 40 pazienti con cicatrici ipertrofiche, hanno evidenziato che Hansaplast med Riduzione delle Cicatrici (un cerotto in poliuretano idroattivo che agisce sul processo di cicatrizzazione modificando pressione e temperatura) consente di ridurre l’applicazione a sole 12 ore, ottenendosi modificazioni funzionali e cosmetiche (differenza di colore dalla cute sana, spessore e consistenza del tessuto cicatriziale) paragonabili a quanto osservato con l’impiego per le intere 24 ore (Figura 1). I risultati di questo studio permettono pertanto di affermare che sono sufficienti 12 ore al giorno di applicazione di Hansaplast med Riduzione delle Cicatrici per conseguire risultati terapeutici apprezzabili sulle cicatrici ipertrofiche, e che tale periodo può essere limitato alle 12 ore notturne. Per ulteriori informazioni su Hansaplast med Riduzione delle Cicatrici o per ricevere gli estratti degli studi clinici pubblicati scrivere a: [email protected] Edizioni Scripta Manent snc - Via Bassini 41 - 20133 Milano - Tel. 0270608060 - Fax 0270606917 - E-mail: [email protected] Spedizione in abbonamento postale - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Milano Informazione riservata esclusivamente agli operatori sanitari del settore, non destinata al pubblico. Il trattamento delle cicatrici con cerotto offre diversi