FAQ sulla vitamina B12 - Informazione Alimentare

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FAQ sulla vitamina B12 - Informazione Alimentare
Integrazione - Vitamina B12
FAQ sulla vitamina B12
Il presente elenco di Domande Più Frequenti (FAQ) sulla vitamina B12 vuol
semplicemente fornire una serie di consigli informativi da non intendere come
prescrizione medica o terapia alimentare, per le quali si raccomanda di rivolgersi a
professionisti qualificati.
I contenuti trattati riguardano esclusivamente argomenti d’interesse per l’età adulta,
non sono pertanto incluse indicazioni riferite agli stati di gravidanza, svezzamento,
ed età infantile, in quanto da trattare nel loro specifico contesto.
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Che cos’è la vitamina B12?
A che cosa serve la vitamina B12?
Dove si trova la vitamina B12?
In quali cibi è assente la vitamina B12?
Che cosa provoca una carenza di vitamina B12?
Chi è a rischio di carenza da vitamina B12?
Dopo quanto tempo può apparire una carenza di vitamina B12?
Come comportarsi in caso di carenza di vitamina B12?
L’integrazione di vitamina B12 può essere tossica?
Assunzione raccomandata per la popolazione (PRI)
La vitamina B12 negli atleti
Prodotti e soluzioni indicati per l’integrazione di vitamina B12
Vitamina B12 o complesso B?
Quali analisi per il controllo della vitamina B12 nei vegani?
1. Che cos’è la vitamina B12?
Come tutti i composti vitaminici del gruppo “B”, la vitamina B12 è un
coenzima indispensabile per la trasformazione degli stati metabolici. È l’unica
vitamina idrosolubile che si accumula nell’organismo, la troviamo infatti in fegato e
tessuti.
Il suo nome comune è cobalamina, termine che deriva dalla presenza di un
atomo di cobalto al centro di un anello di corrina.
Esistono quattro tipi di cobalamine, che si differenziano fra di loro grazie al
gruppo a cui sono legate:
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cianocobalamina: legame con gruppo cianidrico (-CN);
idrossicobalamina: legame con gruppo ossidrilico (-OH);
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5'-deossiadenosilcobalamina: legame con gruppo 5-deossiadenosile;
metilcobalamina: legame con gruppo metile (-CH3).
Fra i vari composti vitaminici, la cianocobalamina e la idrossicobalamina sono
precursori di adenosilcobalamina e metilcobalamina, forme metabolicamente attive,
che in queste ultime si convertono.
In Italia, le forme di vit. B12 legalmente consentite per la
commercializzazione di integratori sono la cianocobalamina e la idrossicobalamina;
fra queste è maggiormente usata la prima, più stabile.
2. A che cosa serve la vitamina B12?
La vit. B12 nelle sue forme attive (adenosilcobalamina e metilcobalamina) è
necessaria per la formazione del materiale genetico attraverso la replicazione degli
acidi nucleici DNA e RNA, nonché coinvolta nella duplicazione (mitosi) di tutte le
cellule, soprattutto quelle del midollo osseo da cui avviene la sintesi delle cellule
ematiche (del sangue), cioè i globuli rossi. È inoltre indispensabile per il metabolismo
di proteine, carboidrati, grassi, e per la produzione di energia, agendo ancora una
volta in qualità di coenzima durante l’elaborazione dell’ATP (Adenosina Trifosfato),
molecola energetica sempre disponibile.
La vit. B12 è inoltre un cofattore per la conversione dell’omocisteina in
metionina, aminoacido solforato necessario, fra le sue funzioni, alla produzione della
guaina mielinica a protezione delle fibre del midollo spinale, di conseguenza a
sostegno del sistema nervoso centrale e periferico.
Per azione indiretta, la vit. B12 si può considerare un composto
disintossicante, antiossidante e importante per il controllo dell’umore. Infatti, il
processo di metilazione (conversione di omocisteina in metionina) è coinvolto
nell’eliminazione di arsenico e piridina, nella produzione del coenzima Q10, e nella
sintesi di neurotrasmettitori.
3. Dove si trova la vitamina B12?
La vit. B12 si trova principalmente in organi e tessuti di origine animale e nei
loro derivati (uova, latte, formaggio); viene in parte prodotta dall’intestino dei
bovini e assunta, da tutti gli animali di allevamento, prevalentemente attraverso i
mangimi addizionati con tale vitamina.
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Anche gli esseri umani possono produrre la vitamina B12 attraverso la
microflora batterica presente nel canale intestinale crasso, ma ciò non vuol dire che
essa arrivi a essere assorbita dall’ileo, data l’assenza di fattori di trasporto nel tratto
crasso. Una minoranza di soggetti potrebbe riuscire ad assorbire questa vitamina
endogena, ma su tali aspetti non esiste alcun tipo di garanzia né affidabilità.
In natura, la principale disponibilità di vit. B12 si troverebbe sulle superfici delle
specie vegetali come sostanza di “rifiuto”, grazie all’attività di particolari ceppi
batterici delle famiglie “streptomyces” che popolano l’acqua e il terreno [1],
formando un naturale “biofilm” microbico. Purtroppo, ai giorni nostri tale processo
biologico non è più attendibile, sia probabilmente per la modificazione del
ecosistema moderno, soprattutto nei paesi industrializzati, che per l’eccessiva
sterilizzazione e raffinazione dei cibi [2].
Per questo motivo, ai mangimi – in prevalenza soia e mais OGM – degli animali
allevati viene aggiunta vit. B12 sintetica assieme a un cocktail di integratori
multivitaminici e multiminerali, allo scopo di ridurne i tempi di crescita ed evitare
carenze eventuali negli stessi animali e nelle popolazioni che se ne cibano. Di
conseguenza, gran parte delle popolazioni onnivore di tutto il mondo assumono a
propria insaputa integratori artificiali.
Gli integratori di vit. B12 che si possono invece volontariamente scegliere
provengono da sintesi batterica, gli stessi batteri il cui prodotto naturale è ormai
inaffidabile a causa dell’opera nociva dell’essere umano.
L’ambiente odierno modifica anche la microflora batterica intestinale umana,
riducendo l’attività del fattore intrinseco (glicoproteina del succo gastrico),
indispensabile per l’assorbimento intestinale della vit. B12. Infatti non serve
probabilmente a nulla mangiare cibi vegetali biologici “sporchi di terra”, come alcuni
pensano, che oltre a non produrre vantaggi rischiano al contrario di procurare
fastidiose e a volte pericolose patologie gastriche.
4. In quali cibi è assente la vitamina B12?
Per anni si è sostenuto che la vit. B12 si trovasse in cibi vegetali come
prodotti fermentati quali tofu, tempeh, Shoyu, tamari, miso, altri derivati della soia,
germogli, germe di grano, crauti, lievito di birra, lievito in scaglie, funghi, alghe
marine, alga spirulina, alga klamat.
Tutt’oggi, le etichette nutrizionali di alcuni di questi prodotti riportano la voce
“vitamina B12” in generose quantità.
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In realtà si tratta di molecole analoghe e inattive [3], cioè composti di simil-B12 che
nulla hanno a che fare con le funzioni svolte dalla cobalamina, la cui dote comune è
la somiglianza nella struttura chimica, inutile ai fini funzionali e biologici svolti dalla
vera vit. B12. Inoltre, queste molecole analoghe inattivano e riducono la
biodisponibilità della vitamina attiva. È altrettanto possibile che le alghe contengano
residui di vit. B12 attiva, ma si tratterebbe di livelli-traccia talmente variabili ed esigui
da non poterne costituire una fonte certa.
Altri organismi come lieviti e funghi invece non possono in alcun modo
contenere cobalamina attiva: infatti, non la assorbono né la utilizzano per le proprie
funzioni vitali. Riguardo a tutti gli altri cibi vegetali qui non citati, restano valide le
stesse indicazioni: non sono fonti di vit. B12.
5. Che cosa provoca una carenza di vitamina B12?
Una carenza di vit. B12 può con il tempo determinare:
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danni al sistema nervoso centrale e periferico per demielinizzazione delle fibre
del midollo spinale;
difetto di sintesi di DNA e RNA;
anemia perniciosa e megaloblastica, provocata dalla scarsa divisione cellulare
dei globuli rossi, dovuta al difetto del DNA;
inutilizzo dell’acido folico che, se eccedente, può contribuire al danno del
sistema nervoso; se in carenza può invece peggiorare l’anemia procurata
dalla penuria di vit. B12;
difetto della sintesi di proteine, carboidrati, grassi, ATP (energia);
aumento dell’omocisteina, correlata a rischio di arteriosclerosi, cardiopatie,
danni neurologici, tumori.
I sintomi di carenza avanzata possono presentarsi con formicolio alle
estremità di mani e piedi, demenza, depressione, ansia, instabilità emotiva, perdita
di memoria, difetti visivi, equilibrio precario, stanchezza cronica, perdita muscolare,
tachicardia.
Nell’eventualità di ritardato intervento, tali avvisaglie possono trasformarsi in
sindromi irreversibili e permanenti.
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6. Chi è a rischio di carenza da vitamina B12?
La carenza da vit. B12 è molto più frequente di quello che si pensava fino a
pochi anni fa, qualsiasi sia il regime alimentare adottato.
Con l’avanzare dell’età, nei soggetti a partire dai 50 anni tale rischio può
subire un incremento a causa di progressivo declino funzionale della mucosa
gastrica [4]. Per questo motivo, la popolazione in questa fascia di età dovrebbe
ricorrere a maggiori controlli periodici, ed eventualmente integrare la vit. B12
attraverso formulazioni sublinguali, permettendo alla vitamina di saltare le vie
intestinali per giungere direttamente al torrente ematico.
La carenza di vit. B12 può essere riscontrata in soggetti portatori di anemia
perniciosa, a sua volta determinata dalla carenza stessa. Si tratta di limitato
assorbimento di vit. B12 causato da scarsa sintesi del fattore intrinseco, e da
problemi di natura autoimmune.
Altri soggetti a rischio di carenza da vit. B12:
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soggetti onnivori con insufficiente apporto alimentare;
soggetti lacto-ovo vegetariani con insufficiente apporto alimentare;
soggetti con particolari problematiche gastrointestinali;
soggetti con assunzione elevate di alcol, fumo, caffè;
soggetti in terapia con particolari farmaci (antiacidi, antidiabetici);
soggetti tossicodipendenti;
soggetti obesi;
donne non in buono stato di salute che assumono contraccettivi orali;
soggetti vegani che non fanno uso di integratori né di cibi addizionati [5].
7. Dopo quanto tempo può apparire una carenza di vitamina
B12?
Le scorte tissutali ed epatiche di vit. B12 presenti in un organismo umano
adulto corrispondono mediamente a 2-4 mg, che a fronte di una depauperazione
giornaliera media di circa lo 0,1% permetterebbero in teoria di mantenere sufficienti
scorte per almeno 10, 20 o molti più anni, se il soggetto smettesse di assumere
cibi con vit. B12 e non la integrasse attraverso appositi supplementi nutrizionali.
Ma questa è ipotesi puramente teorica. Alcune persone che decidono di
intraprendere una dieta vegana e non integrano la vit. B12, potrebbero riscontrare
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una carenza anche dopo pochi mesi dall’inizio della dieta o dopo 1 anno, in quanto
forse sofferenti già in precedenza durante la dieta onnivora. Da precisare che le
prime fasi di una carenza di vit. B12 sono asintomatiche, e possono emergere dopo
lo sviluppo di condizioni morbose avanzate [6].
Chi decide di passare a una dieta vegana deve introdurre la vit. B12 quanto
prima, pur senza fretta, evitando di aspettare inutili tempi o compiere fantasiosi
“esperimenti” personali. Si consiglia soprattutto lo svolgimento di esami del sangue
per poter ricevere subito una valutazione medica tangibile. In questo modo si
eliminerà l’unico rischio possibile, mentre i vantaggi della dieta saranno
massimizzati.
Anche i soggetti onnivori possono trarre benefici dall’integrazione di vit. B12,
qualora i propri livelli ematici fossero in pericoloso ribasso o carenti. In tal caso
bisognerà capirne il motivo e rivedere eventualmente il proprio stile dietetico, e non
solo.
8. Come comportarsi in caso di carenza di vitamina B12?
In caso di carenza di vitamina B12 si raccomanda di assumere preferibilmente
una pastiglia al giorno da 2500 mcg, o due pastiglie al giorno da 1000 mcg per un
arco di tempo necessario al totale regresso dalla carenza stessa.
Nell’eventualità di una carenza attenersi sempre alla posologia e alle modalità
prescritte dal medico.
Una gravissima carenza di vit. B12 si può affrontare con tempestività
attraverso infiltrazione parenterale (endovena). Il farmaco generalmente utilizzato
è il Dobetin 5000 mcg, biodisponibile al 100%. si tratta di una procedura che solo il
medico può decidere di adottare.
9. L’integrazione di vitamina B12 può essere tossica?
A volte qualcuno manifesta perplessità nell’assumere cianocobalamina a
causa della presenza di “cianuro”. Tale aspetto non deve assolutamente porre
preoccupazione, in quando la pericolosità del cianuro è dose-correlata in misura di
50-100 mg per l’acido cianidrico, e di 200-300 mg per il cianuro di sodio e di
potassio. Invece, i pochi microgrammi (millesimi di milligrammo) presenti in un
integratore di vit. B12 vengono convertiti dall’enzima epatico rodanasi,
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trasformando il cianuro nell’innocuo tiocianato, prontamente escreto attraverso le
urine.
Gli alti dosaggi spesso consigliati non possono inoltre provocare alcun danno.
Infatti, maggiore è la dose assunta in unica soluzione, minore è la quantità di
vitamina assorbita, con escrezione renale della razione superflua. A questo
proposito la letteratura scientifica dimostra che dosi sublinguali con meno di 5 mcg
producono un assorbimento ematico del 60%, mentre in porzioni singole di oltre
500 mcg l’assimilazione si riduce al 1% o anche meno [7]. In virtù di tali risultati,
supplementazioni di vit. B12 pari a 1000 o 2500 mcg permettono di raggiungere
con facilità il fabbisogno settimanale senza produrre tossicità. Vari studi hanno
dimostrato che i soggetti adulti sani possono integrare dosi di 400 o di 1000 mcg al
giorno di vitamina B12, prolungate nel tempo, senza subire effetti nocivi [8].
Ovviamente si raccomanda di seguire i dosaggi suggeriti secondo il fabbisogno.
10. Assunzione raccomandata per la popolazione (PRI)
L’assunzione raccomandata per la popolazione onnivora di vit. B12 è di 2,4
mcg (microgrammi) al giorno, sufficiente per poter assimilare una dose giornaliera
media di 1,5 mcg. Tale dosaggio è adeguato per il 97,5% della popolazione [9].
Per i soggetti vegetariani (soprattutto i vegani, ma è da valutare
singolarmente anche per i lacto-ovo vegetariani, a cui in genere l’integrazione è
ugualmente consigliata) è necessario ricorrere a integratori di vit. B12 attraverso
[10]:
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3 mcg al giorno da più cibi fortificati;
25 mcg al giorno da pastiglia sublinguale;
1000 mcg per due volte alla settimana da pastiglia sublinguale;
2500 mcg per una volta alla settimana da pastiglia sublinguale.
Le dosi da 1000 e da 2500 mcg di vit. B12 sono reperibili soltanto attraverso
il mercato extraeuropeo, a causa della normativa in vigore dal 2013 che vieta ad
aziende all’interno dei paesi dell’Unione Europea di commercializzare dosi singole di
vit. B12 superiori ai 25 mcg.
11. La vitamina B12 negli atleti
Il dosaggio di 2,4 mcg/die è raccomandato per la popolazione generale ma
non rispecchia il fabbisogno degli atleti, difficilmente determinabile a priori a causa
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dell’alta variabilità che intercorre fra la moltitudine di sport esistenti, e le infinite
variabili anatomo-strutturali e metaboliche presenti fra un atleta e l’altro.
Assunzioni bisettimanali di pastiglie sublinguali da 1000 mcg, oppure
settimanali da 2500 mcg, dovrebbero risultare sufficienti a soddisfare le necessità di
molti atleti, ma si consiglia di valutare, assieme al proprio medico sportivo, una
eventuale necessità di aumentare il dosaggio settimanale, soprattutto negli atleti
agonisti e ancor più nei professionisti.
Nonostante la vit. B12 intervenga nel metabolismo energetico e proteico,
non esistono tesi scientifiche a sostegno di un aumento dell’ipertrofia muscolare
conseguente a elevate supplementazioni [11]. Non ci sono studi a conferma di tali
risultati nemmeno con l’uso del coenzima cobamamide (adenosilcobalamina),
teoricamente più specifico allo scopo. Vari atleti riferiscono un aumento delle
prestazioni ipertrofiche e dell’energia grazie all’uso di dosaggi giornalieri di
cobamamide che vanno da 20 a 5000 mcg, ma si può facilmente pensare a un
effetto placebo, non essendo mai stati scientificamente accertati sull’uomo adulto
tali effetti, e non esistendo tutt’oggi una posizione chiara in merito.
Nel caso si decide di provarne gli effetti, è consigliabile parlarne con il proprio
medico o nutrizionista sportivo.
12. Prodotti e soluzioni indicate per l’integrazione di vitamina
B12
Ecco una breve selezione di alcune fra le migliori opzioni attualmente offerte
sul mercato. I prodotti più consigliati sono quelli ad alto dosaggio settimanale (2500
mcg) o bisettimanale (1000 mcg) in quanto più semplici, economici, e affidabili in
termini d’integrazione.
Soluzione giornaliera. Cibi fortificati (latte vegetale, cereali per la colazione,
etc.): necessitano di una laboriosa pianificazione da impiegare tutti i giorni, oltre
all’obbligo del continuo consumo di una ristretta gamma di alimenti in ricche quantità.
Per fortificare questi prodotti alimentari vengono usati composti vitaminici sintetici,
comunque più biodisponibili della vitamina derivata dai cibi. In caso di anemia
perniciosa (ridotto o nullo assorbimento di vit. B12), questo tipo di integrazione è
poco efficacie.
Soluzione giornaliera. Integrazione sub-linguale giornaliera da 25 mcg:
consigliato B-12 sublingual 50 mcg della Long-Life in formato da 100 pastiglie. La
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pastiglia da 50 mcg è una dose doppia, assumerne metà (25 mcg) al giorno per
aumentare la biodisponibilità della vitamina. Reperibile su ordinazione in farmacia,
presso alcune erboristerie, o sul sito
http://www.pho.it/schedaProdotto.asp?prodottoID=298
Soluzione bi-settimanale. Integrazione sub-linguale bisettimanale (due
pastiglie alla settimana) da 1000 mcg: consigliato Vitamin B12 1000 mcg Nuggets
della Solgar in formati da 100 e da 250 pastiglie, acquistabili online attraverso il sito
http://www.solgar.co.uk/SolgarProducts/Vitamin-B12-1000-mcg-Nuggets.htm
Soluzione settimanale. Integrazione sub-linguale settimanale (una pastiglia
alla settimana) da 2500 mcg: consigliato Vitamin B12 2500 mcg Nuggets della
Solgar in formati da 60 e da 120 pastiglie, acquistabili online attraverso il sito
http://www.solgar.com/SolgarProducts/Vitamin-B12-2500-mcg-Nuggets.htm
Una volta aperto, conservare il contenitore della vit. B12 in luogo fresco e a
temperatura costante, preferibilmente in frigorifero, data la labilità della vitamina al
calore e ancor più alla luce. Per questo motivo le confezioni di vit. B12 sono
vendute all’interno di flaconi opachi.
Ciò non vale per eventuali prodotti alimentari addizionati, in quanto l’integratore
contenuto nel prodotto è in forma cristallizzata e quindi resistente a tali condizioni.
Le dosi giornaliere qui consigliate sono adatte a soggetti sani e con regolari
livelli ematici di vit. B12.
13. Vitamina B12 o complesso B?
La necessità di integrare una vitamina è legata a un fabbisogno non
soddisfatto attraverso la dieta, e tale decisione è da delegare al nutrizionista o al
medico curante, che deciderà la dose in base allo stato fisiologico e/o patologico del
paziente.
Nel caso dei vegetariani (e in particolar modo dei vegani) l’integrazione
consigliata riguarda la sola B12, l’unica vitamina non (più) disponibile nel regno
vegetale. L’integrazione di altre vitamine è subordinata a decisione medica, a
seguito di carenze dovute a diete particolarmente inadeguate (per esempio
nell’anoressia), o a causa di distinte patologie.
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L’assunzione sublinguale di vit. B12, inoltre, risulta più efficacie quando
integrata singolarmente. È vero che attraverso il cibo l’assorbimento della vit. B12
aumenta in presenza di altre vitamine del gruppo B, ma tale aspetto è ben diverso
se si tratta di integratori. In questo caso, la vit. B12 viene addirittura ostacolata
dalle altre vitamine dello stesso gruppo. Ciò non avviene durante l’assunzione di
integratori sintetici sotto forma cristallizzata, ma ai vegani è importante consigliare
l’integrazione di sola vit. B12, a meno di prescrizioni mediche dovute allo stato
individuale.
Da segnalare che un abuso prolungato di alcune vitamine del gruppo “B” quali
niacina (vit. B3), piridossina (vit. B6) e acido folico (vit. B9), possono con il tempo
condurre a svariate sindromi anomale legate a ipervitaminosi.
14. Quali analisi per il controllo della vitamina B12 nei vegani?
A differenza della popolazione onnivora, per i soggetti vegani (e anche per i
lacto-ovo vegetariani) è necessario aggiungere alle analisi di laboratorio classiche lo
stato dell’omocisteina (HCY) plasmatica. Un livello ematico regolare di vit. B12
potrebbe essere mascherato da molecole “analoghe” (provenienti da cibi
fermentati, derivati della soia, lieviti, etc.) che non svolgono le funzioni della
cobalamina attiva. L’alterazione dei livelli di HCY, accompagnata ai sintomi classici
della carenza, potrebbe rivelare una eventuale penuria di vit. B12, ma non
rappresenta un marcatore specifico di carenza. Infatti, anche la vit. B6 (piridossina)
e la vit. B9 (acido folico) sono fondamentali per il mantenimento di livelli bassi di
omocisteina. Una carenza di vit. B6, comunque, può ritenersi rara.
L’iperomocisteinemia può inoltre essere correlata a; obesità; scarsa attività
fisica; alcolismo; fumo; eccessivo numero di globuli bianchi (elevata attività
immunitaria); danni renali; cause genetiche.
Per tali ulteriori motivi, un’eccedenza di HCY non è necessariamente da imputare
alla carenza di vit. B12, ma resta comunque un indizio importante.
Nel caso di verifiche di approfondimento, chiedere al proprio medico di
prescrivere l’acido metilmalonico (MMA) – di non facile disponibilità in tutti i
laboratori – il quale si presenta a elevati livelli quando la carenza di vit. B12 ne
impedisce la conversione in Succinil CoA, importante coenzima per il catabolismo
(degradazione) degli acidi grassi, dalla cui incompleta degradazione si forma altro
MMA. Per questo motivo si può riscontrare un eccesso di MMA in sangue e nelle
urine, marker specifico di carenza di vit. B12, in quanto il processo di conversione in
Succinil CoA è legato direttamente alla cobalamina.
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L’esame della olotranscobalamina II (holo TCII) è un indicatore ancor più
sicuro: si tratta della frazione attiva di vit. B12 legata alla transcobalamina II
(TC-II), la proteina di trasporto che attraverso il flusso ematico distribuisce la
vitamina ai vari tessuti. Purtroppo anche questo è un tipo di esame di difficile
reperibilità nei laboratori.
I parametri di laboratorio riferiti alla vit. B12 mediamente proposti segnalano
un range ottimale di 200-900 pg/dl (picogrammi al decilitro), ma i sintomi della
carenza si possono iniziare ad avvertire già al di sotto di 300 pg/dl [12] a causa di
un principio di aumento nei livelli di HCY. Si raccomanda perciò di mantenere il livello
della vit. B12 almeno a circa metà del range massimo, cioè a 400-500 pg/dl.
Fra gli esami utili per verificare lo stato della vit. B12 c’è anche l’emocromo,
un test che include diverse indagini, fra cui l’MCV che è il Volume Corpuscolare
Medio. Se troppo elevato, l’MCV potrebbe indicare una sorta di anemia
megaloblastica, cioè globuli rossi abnormi e meno numerosi a causa di difetto nel
DNA dovuto a scarsa presenza di cobalamina, che però non necessariamente
rappresenta l’unico motivo di tale alterazione. Pertanto, un MCV elevato non
corrisponde obbligatoriamente a carenza di vit. B12, ma è utile nell’ambito del quadro
diagnostico completo.
Altro parametro da monitorare è l’acido folico, data la sinergia con la
cobalamina, la cui assenza ne annulla alcune specifiche e fondamentali funzioni.
Per ricapitolare i concetti, ecco i principali esami ematochimici [13] da
richiedere per il controllo della vit. B12:
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emocromo;
livelli di B12;
livelli plasmatici ed eritrocitari di folati;
livelli plasmatici di omocisteina [14].
In casi di riscontri poco chiari aggiungere l’olotranscobalamina II [15] e l’acido
metilmalonico [16], quest’ultimo da svolgere attraverso spettrometria di massa ed
esame delle urine.
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Note bibliografiche e sitografiche
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