IImpianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di

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IImpianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di
Che cosa è una norma
(fonte UNI)
Secondo la Direttiva Europea 98/34/CE del 22 giugno 1998:
"norma" è la specifica tecnica approvata da un organismo riconosciuto a svolgere attività normativa per
applicazione ripetuta o continua, la cui osservanza non sia obbligatoria e che appartenga ad una delle seguenti
categorie:
norma internazionale (ISO)
norma europea (EN)
norma nazionale (UNI)
Le norme, quindi, sono documenti che definiscono le caratteristiche (dimensionali, prestazionali, ambientali, di
sicurezza, di organizzazione ecc.) di un prodotto, processo o servizio, secondo lo stato dell'arte e sono il
risultato del lavoro di decine di migliaia di esperti in Italia e nel mondo.
La norma tecnica: caratteristiche
(fonte UNI)
CONSENSUALITÀ: deve essere approvata con il consenso di coloro che hanno partecipato ai lavori;
DEMOCRATICITÀ: tutte le parti economico/sociali interessate possono partecipare ai lavori e, soprattutto,
chiunque è messo in grado di formulare osservazioni nell'iter che precede l'approvazione finale;
TRASPARENZA: UNI segnala le tappe fondamentali dell'iter di approvazione di un progetto di norma, tenendo il
progetto stesso a disposizione degli interessati;
VOLONTARIETÀ: le norme sono un riferimento che le parti interessate si impongono spontaneamente.
La normazione oggi
(fonte UNI)
L’attività di normazione consiste nell’elaborare - attraverso la partecipazione volontaria, la consensualità e
procedure di trasparenza - documenti tecnici che, pur essendo di applicazione volontaria, forniscano riferimenti
certi agli operatori e possano pertanto avere una chiara rilevanza contrattuale.
A volte l’argomento trattato dalle norme ha un impatto così determinante sulla sicurezza del lavoratore, del
cittadino o dell’ambiente che le Pubbliche Amministrazioni fanno riferimento ad esse richiamandole nei
documenti legislativi e trasformandole, quindi, in documenti cogenti (come nel caso della UNI 7129).
In ogni caso, mano a mano che si diffonde l’uso delle norme come strumenti contrattuali e che, di conseguenza,
diventa sempre più vasto il riconoscimento della loro indispensabilità, la loro osservanza diventa quasi
"imposta" dal mercato.
È proprio la progressiva trasformazione dei mercati da locali, nazionali, ad europei ed internazionali che ha
portato ad una parallela evoluzione della normativa da nazionale a sovranazionale, con importanti
riconoscimenti anche dal WTO (World Trade Organization).
Da qui la vasta partecipazione di Paesi, oltre 100, alle attività dell’ISO e l’importanza che le sue norme, pur
essendo di libero recepimento da parte degli organismi di normazione suoi membri, rivestono sui mercati
mondiali.
A differenza dell’ISO il mondo europeo delle normazione è strettamente interrelato con un corpo sempre più
completo di direttive dell’Unione Europea e ha dovuto, quindi, darsi regole interne più rigide: gli organismi di
normazione membri del CEN sono infatti obbligati a recepire le norme europee e a ritirare le proprie, se
contrastanti.
In tale contesto è evidente che l’attività normativa nazionale si sta via via limitando a temi più specificatamente
locali o non ancora prioritari per studi sovranazionali e sta sempre più organizzando le proprie risorse per
contribuire alle attività europee ed internazionali.
Le principali norme del settore scarico prodotti della combustione
UNI 7129-3 ottobre 2008
IImpianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione - Progettazione e
installazione - Parte 3: Sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione.
UNI EN 13384-1 ottobre 2008
Camini - Metodi di calcolo termico e fluido dinamico - Parte 1: Camini asserviti a un solo
apparecchio
La presente norma è la versione ufficiale in lingua inglese della norma europea EN 133841:2002+A2 (edizione aprile 2008). La norma definisce i metodi di calcolo delle caratteristiche
termiche e fluidodinamiche dei camini asserviti a un solo apparecchio.I metodi descritti sono
applicabili ai camini in pressione positiva o negativa in condizioni operative umide o a secco. È
valida per i camini con apparecchi di riscaldamento di cui si conoscono le caratteristiche dei
prodotti della combustione necessarie per i calcoli.
UNI EN 15287-2 settembre 2008
Camini - Progettazione, installazione e messa in servizio dei camini - Parte 2: Camini per
apparecchi a tenuta stagna
UNI/TS 11278 maggio 2008
"camini/ canali da fumo/condotti /canne fumarie metallici - Scelta e corretto utilizzo in funzione
del tipo di applicazione e relativa designazione del prodotto".
UNI EN 15287-1 febbraio 2008
Camini - Progettazione, installazione e messa in servizio dei camini - Parte 1: Camini per
apparecchi di riscaldamento a tenuta non stagna
DECRETO 22 gennaio 2008 - , n. 37
Regolamento concernente l'attuazione dell'articolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a) della
legge n. 248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attivita' di
installazione degli impianti all'interno degli edifici.
EN 1856/1 novembre 2007
"camini - prescrizioni per camini metallici - Parte 1:Prodotti per sistema camino"
Scopo e campo d'applicazione: La norma fornisce i criteri per la certificazione CE di Canne Fumarie metalliche e
tubazioni di connessione.
Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152
"Norme in materia ambientale" (GURI n. 88 del 14 aprile 2006 - Supplemento Ordinario n. 96 - ) DECRETO
LEGISLATIVO 16 gennaio 2008, n.4 Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152, recante norme in materia ambientale. (GURI n. 24 del 29-1-2008- Suppl. Ordinario n.24)"
EN 1856/2 gennaio 2006
"camini - prescrizioni per camini metallici - Parte 2:Canne Fumarie metalliche e tubazioni di connessione."
Scopo e campo d'applicazione: La norma fornisce i criteri per la certificazione CE di Canne Fumarie metalliche e
tubazioni di connessione.
EN 1443 giugno 2005
"camini - requisiti generali"
Scopo e campo d'applicazione: definire la designazione dei camini in generale.
UNI EN 13384-2 - giugno 2004
Camini - Metodi di calcolo termico e fluido dinamico - Parte 2: Camini asserviti a più apparecchi
da riscaldamento
La presente norma è la versione ufficiale in lingua inglese della norma europea EN 13384-2
(edizione maggio 2003). La norma definisce i metodi di calcolo delle caratteristiche termiche e
fluido dinamiche di camini asserviti a più apparecchi di riscaldamento.I metodi descritti sono
applicabili ai camini in pressione positiva o negativa in condizioni operative umide o a secco. È
valida per i camini con apparecchi di riscaldamento di cui si conoscono le caratteristiche dei
prodotti della combustione necessarie per i calcoli.
UNI 11071 luglio 2003
"Impianti a gas per uso domestico asserviti ad apparecchi a condensazione o affini. Indicazioni progettuali e criteri
di installazione e manutenzione."
Scopo e campo d'applicazione: La norma fornisce i criteri per la progettazione, l’installazione, la messa in servizio
e la manutenzione degli impianti domestici e similari per l’utilizzazione dei gas combustibili, asservita ad
apparecchi, aventi portata termica nominale non maggiore di 35 kW, a condensazione e affini.
UNI 10845 febbraio 2000
"Sistemi per l'evacuazione dei prodotti della combustione asserviti ad apparecchi alimentati a gas. Criteri di
verifica, risanamento e intubamento."
Campo di applicazione: Verifica della funzionalità dei sistemi in esercizio; verifica di idoneità e adeguamento,
risanamento e ristrutturazione di sistemi esistenti.
DECRETO MINISTERIALE 26 novembre 1998
"Approvazione di tabelle UNI-CIG, di cui alla legge 6 dicembre 1971, n. 1083, recante norma per la sicurezza
dell'impiego del gas combustibile (18° gruppo). App rovazione con modifiche della norma UNI-CIG 10738 - Ed.
maggio 1998" Note: La modifica riguarda l'allegato F, sostituito con quanto riportato sull'allegato II del presente
decreto.
UNI - CIG 10738 maggio 1998
"Impianti alimentati a gas combustibile per uso domestico preesistenti alla data del 13/03/1990. Linee guida per la
verifica delle caratteristiche funzionali". Scopo e campo d'applicazione: Essa si applica agli impianti per uso
domestico alimentati a gas combustibile (Metano, GPL, manifatturato), comprendenti apparecchi con singola
portata termica non maggiore di 35 kW (30.000 kcal/h) Note: La presente norma rimane valida solo per gli impianti
antecedenti la data del 13/03/90 che in base alle verifiche della presente norma funzionano correttamente: nel
caso vi fossero comunque delle anomalie di funzionamento, si ricadrebbe nell'ambito della norma UNI 10845/00.
UNI 10683 settembre 2005
"Generatori di calore a legna. Requisiti di installazione".Scopo e campo d'applicazione: Generatori di calore a
legna < 35 kw di potenzialità al focolaio.
UNI - CIG 10642, 1997
"Apparecchi a gas. Classificazione in funzione del metodo di prelievo dell'aria comburente e di scarico dei prodotti
della combustione".
UNI - CIG 10641, 1997
"Canne fumarie collettive e camini a tiraggio naturale per apparecchi di tipo C con ventilatore nel circuito di
combustione" Scopo e campo d'applicazione: La presente norma fissa i criteri per la progettazione e la verifica
delle dimensioni interne delle canne fumarie collettive e dei camini singoli a tiraggio naturale per apparecchi a gas
di tipo C muniti di ventilatore nel circuito di combustione ai fini della sicurezza nell'evacuazione dei prodotti della
combustione. Oltre che alle canne fumarie collettive e ai camini singoli a tiraggio naturale essa si applica alle
canne fumarie multiple combinate che oltre ad evacuare i fumi dispongono anche di un condotto per l'afflusso
dell'aria comburente agli apparecchi a gas di tipo C di qualunque portata termica.
NORMA UNI - CIG 10640, 1997
"Canne fumarie collettive ramificate per apparecchi di tipo B a tiraggio naturale" Scopo e campo d'applicazione:
La presente norma prescrive i criteri per la progettazione e la verifica delle dimensioni interne delle canne fumarie
collettive ramificate (CCR) di nuova installazione per l'evacuazione dei prodotti della combustione di più
apparecchi a gas di tipo B sovrapposti, a tiraggio naturale, con interruttore di tiraggio, aventi portata termica
nominale del focolare non maggiore di 35 kW.
UNI - CIG 10436 giugno 1996
"Caldaie a gas di portata termica nominale non maggiore di 35 kW. Controllo e manutenzione" Punti di interesse
per il settore: Punto 5 - Verifiche preliminari. Appendice - Rapporto di controllo e manutenzione.
UNI - CIG 10435 giugno 1995
"Impianti di combustione alimentati a gas con bruciatori ad aria soffiata di portata termica nominale maggiore di 35
kW. Controllo e manutenzione"
UNI - CIG 10389 giugno 1994
"Generatori di calore. Misurazione in opera del rendimento di combustione" Scopo e campo d'applicazione:
Generatori di calore con potenza termica nominale del focolare maggiore o uguale a 4 kW, alimentati a
combustibile gassoso e/o liquido.
LEGGI n. 626-494-528, 1994
"Norme di sicurezza per i cantieri" Scopo e campo d'applicazione: l'emanazione di queste leggi obbliga delle
norme di sicurezza per le quali nei cantieri bisogna prevedere dei POS, o Piani Operativi di Sicurezza, e dei
progetti operativi per tutte le strutture inerenti ponteggi, sollevamenti, ecc.
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 26 agosto 1993 n. 412
"Regolamento recante norme per la progettazione, l'installazione, l'esercizio e la manutenzione degli impianti
termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell'art. 4, comma 4, della legge 9
gennaio 1991, n. 10" Ambito di applicazione: Impianti relativi agli edifici adibiti ad uso civile Articoli di interesse per
il settore: Art. 1:Definizioni Art. 5: Requisiti e dimensionamento degli impianti termici - commi 9 e 10. Art. 11:
Esercizio e manutenzione degli impianti termici Allegato G: Libretto di impianto Note: Il presente è stato modificato
dal DPR 551/99 (in particolare l'art. 5 commi 9 e 10).
DECRETO MINISTERIALE 21 aprile 1993
"Approvazione e pubblicazione delle tabelle UNI-CIG, di cui alla legge 6 dicembre 1971, n. 1083, recante norme
per la sicurezza dell'impiego del gas combustibile (15° gruppo)" Articoli di interesse per il settore: Art. 1:
Approvazione delle tabelle relative alla norma UNI 7129/92 che sostituiscono quelle di cui alla UNI 7129/72
limitatamente agli apparecchi aventi portata termica nominale inferiore ai 35 kW; in questo articolo vengono date
nuove disposizioni relativamente alla ventilazione dei locali.
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 6 dicembre 1991 n. 447
"Regolamento di attuazione della legge 5 marzo 1990, n. 46, in materia di sicurezza degli impianti" Ambito di
applicazione : Impianti relativi agli edifici adibiti ad uso civile Articoli di interesse per il settore: Tutti Sintesi: Il DPR
specifica più chiaramente, entrando nei particolari, quanto già delineato con la legge n. 46/90 Art. 1 - comma 1:
Cosa si intende per edifici ad uso civile; comma 5: Cosa per impianto a gas Art. 4 - In quali casi è obbligatoria la
progettazione dell'impianto Art. 5 - Cosa si intende per impianti eseguiti a regola d'arte Art. 7 - Dichiarazione di
conformità Art. 8 - Manutenzione degli impianti
UNI - CIG 9731 giugno 1990
"Camini - Classificazione in base alla resistenza termica" Scopo e campo d'applicazione: la presente norma
contiene la classificazione di un camino (o di una serie di camini) in base alla resistenza termica e indica le
relative modalità di misura e calcolo.
LEGGE 5 marzo 1990, n. 46
"Norme per la sicurezza degli impianti" Ambito di applicazione: Impianti relativi agli edifici adibiti ad uso civile
Articoli di interesse per il settore: Tutti Sintesi: La legge assegna precise responsabilità a tre importanti figure che
concorrono alla realizzazione di un impianto: - Committente: E' obbligato ad assegnare l'installazione dell'impianto
ad imprese abilitate e riconosciute dalla legge; deve altresì fare eseguire, nei casi previsti, un progetto da
professionista abilitato. - Progettista: Nei casi previsti dalla presente legge e nei limiti imposti dal decreto attuativo,
è necessario l'intervento del progettista. - Installatore: Deve essere abilitato così come previsto dalla presente
legge; deve eseguire i lavori in base alla regola dell'arte ed dichiararne la conformita a quella con apposita
dichiarazione di conformità.>
UNI - CIG 8723 febbraio 1986
"Impianti a gas per apparecchi utilizzati in cucine professionali e di comunità. Prescrizioni di sicurezza". Scopo e
campo d'applicazione: Impianti interni, a valle del contatore, per la distribuzione e l'utilizzo del gas , compresa
installazione degli apparecchi utilizzatori ed impianti di scarico dei prodotti della combustione.
UNI - CIG 8364 febbraio 1984
"Impianti di riscaldamento. Controllo e manutenzione" Campo di applicazione: la presente norma fornisce
istruzioni per il controllo e la manutenzione degli impianti termici aventi una potenza termica al focolare non
minore di 35 kW (30.000 Kcal/h), destinati ad usi civili ed in particolare al riscaldamento dei locali ed alla
produzione di acqua calda per usi igienici. Punti di interesse per il settore: Punto 7.3 - Manutenzione dei condotti
del fumo. Periodicità di massima: focolari a gas - quinquennale; focolari a combustibile liquido - quadriennale;
focolari a combustibile solido - triennale.
UNI - CIG 7131 anno 1972
"Impianti a gas di petrolio liquefatti per uso domestico non alimentati da rete di distribuzione. Progettazione,
installazione e manutenzione" Campo di applicazione: Tutti gli impianti termici, di qualsivoglia potenzialità,
alimentati a GPL.
UNI - CIG 7129 anno 1972
Impianti a gas per uso domestico alimentati da rete di distribuzione. Progettazione, installazione e manutenzione"
Scopo e campo d'applicazione: Tutti gli impianti termici, di potenzialità superiore ai 35 kW, alimentati a gas di rete
LEGGE 6 dicembre 1971, n. 1083
"Norme per la sicurezza dell'impiego del gas combustibile" Campo di applicazione (art. 3): Impianti alimentati con
gas combustibile per uso domestico. Articoli di interesse per il settore: Art.3 - … gli impianti effettuati secondo le
norme UNI si considerano effettuati secondo le regole della buona tecnica per la sicurezza.
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 22 dicembre 1970 n. 1391
"Regolamento per l'esecuzione della legge 13 luglio 1966, n. 615, recante provvedimenti contro l'inquinamento
atmosferico, limitatamente al settore degli impianti termici." Scopo e campo d'applicazione (art. 1):Tutti gli impianti
termici di potenzialità superiore alle 30.000 kcal/h, non inseriti in un ciclo di produzione industriale, installati nelle
zone A e B del territorio nazionale previste dalla legge. Articoli di interesse per il settore: Art. 6 - Camini Art. 7 Canali da fumo Note: 1 - Con lettera circolare n. 3355/4183 del 06/03/75 il Ministero dell'Interno conferma che il
presente regolamento e la legge cui esso si riferisce, disciplinano solo impianti a combustibili solidi e/o liquidi. 2 Il dimensionamento della sezione dei camini proposto dal regolamento è stato superato dalla norma UNI 9615/90.
3 - L'applicazione del presente regolamento va attentamente valutata anche in funzione della copiosa normativa
uscita successivamente.
LEGGE 13 luglio 1966, n. 615
Provvedimenti contro l'inquinamento atmosferico, limitatamente al settore degli impianti termici" Scopo e campo
d'applicazione: la presente legge trova attuazione attraverso il Decreto del Presidente della Repubblica del 22
dicembre 1970 n. 1391. Si applica a tutti gli impianti termici di potenzialità superiore ai 30.000 Kcal/h. Solo
combustibili solidi e liquidi.
Uso delle norme relative allo scarico dei prodotti della combustione
Nelle tabelle sottostanti sono riportati i riferimenti normativi per la progettazione dei sistemi di scarico prodotti
della combustione suddivisi in funzione della potenza termica del generatore (kW), del tipo di combustibile
(gassoso, liquido o solido), del tipo di combustione (naturale, forzata, pressurizzata o condensata), della parte
dell'impianto fumario (canale da fumo, condotto da fumo, collettore da fumo, camino, canna fumaria, condotto
per intubamento), di conformazione (costruzione della composizione moduli come ispezioni, "T", riduzioni,
gomiti etc.) e di dimensionamento (metodo termofluidodinamico tramite il quale è possibile verificare la corretta
sezione del sistema scarico fumi).
L'obiettivo di tale classificazione consiste nell'indirizzare, nei singoli e rispettivi casi, la progettazione verso
strumenti il più possibili adeguati.
Tipo di caldaia
Portata termica non maggiore di 35 kW - Combustibile GASSOSO
canale da fumo e camino singolo
canna fumaria collettiva
conformazione
"B" tiraggio naturale
UNI 7129/08
"B" tiraggio forzato
UNI 7129/08
"C" tiraggio naturale
UNI 7129/08
UNI 7129/08
UNI 10641/97
"C" tiraggio forzato
condensazione
UNI 11071/03
dimensionamento
conformazione
dimensionamento
UNI EN 13384-1/08
UNI 7129/08
UNI EN 13384-1/08
UNI 10641/97
-
UNI 7129/08
UNI 10640/97
UNI 10640/97
EN 13384-2/04
non consentito
non consentito
UNI 7129/08
UNI 7129/08
UNI 10641/97
UNI 10641/97
T fumi>50°C
UNI 10641/97
EN 13384-2/04
UNI 10641/97
T fumi>50°C
UNI 10641/97
EN 13384-1/08
Intubamento in pressione positiva
canale da fumo e camino singolo
Tipo di caldaia
"C" tiraggio forzato
canna fumaria collettiva
conformazione
dimensionamento
conformazione
dimensionamento
UNI 10845/00
EN 13384-1/08
non consentito
non consentito
Portata termica maggiore di 35 kW Combustibile Gassoso
canale da fumo e camino singolo
collettore da fumo e camino singolo
Tipo di caldaia
conformazione
Aria aspirata
Aria soffiata
Pressurizzata a
Condensazione
UNI 7129/72
Dlgs 152/06
UNI 7129/72
Dlgs 152/06
UNI EN
15287-1-2/08
dimensionamento
UNI EN 13384-1/08
UNI EN 13384-1/08
EN 13384-1/08
conformazione
UNI 7129/72
Dlgs 152/06
UNI 7129/72
Dlgs 152/06
UNI EN
15287-1-2/08
dimensionamento
EN 13384-2/04
EN 13384-2/04
EN 13384-2/04
Portata termica maggiore di 35 kW Combustibile Solido/Liquido
camino singolo
collettore
Tipo di caldaia
conformazione
LEGGE 13 luglio
1966, n. 615
Dlgs 152/06
LEGGE 13 luglio
1966, n. 615
Dlgs 152/06
Aria aspirata
Aria soffiata
Pressurizzata a
Condensazione
UNI EN
15287-1-2/08
dimensionamento
UNI EN 13384-1/08
UNI EN 13384-1/08
EN 13384-1/08
conformazione
LEGGE 13 luglio
1966, n. 615
Dlgs 152/06
LEGGE 13 luglio
1966, n. 615
Dlgs 152/06
UNI EN
15287-1-2/08
dimensionamento
EN 13384-2/04
EN 13384-2/04
EN 13384-2/04
Qualunque portata termica e combustibile - Obbligo di scarico a tetto
Tipo di caldaia
Tutte
Tipo di caldaia
Tutte
canale da fumo e camino singolo
canna fumaria collettiva
DPR 412/93 + DPR 551/00 (REGOLAMENTI DI IGIENE TIPO)
Qualunque portata termica e combustibile - Capitolati e Marcatura CE
canale da fumo e camino singolo
canna fumaria collettiva
conformazione
dimensionamento
conformazione
dimensionamento
EN 1443/05 (capitolati) - EN 1856-1/2 (marcatura CE) - UNI TS 11278/08
UNI EN 14471/05 (per sistemi plastici)
Caminetti aperti/chiusi,stufe,termocaminetti,forni,termocucine - Combustibile legna
camino singolo
Tipo di generatore
conformazione
dimensionamento
Focolare Chiuso e Aperto
UNI 10683/05
UNI EN 13384-1/08
Motori endotermici ad installazione permanente (gruppi elettrogeni, cogenerazione, turbuine, ...)
Combustibile Liquido/Gassoso
camino singolo
Tipo di motore
conformazione
dimensionamento
A scoppio o turbina
Metodo G.B.D. Metaloterm
Tipo di caldaia
Combustione Atmosferica
Metodo G.B.D. Metaloterm
Cucine professionali e di comunità
camino singolo
conformazione
dimensionamento
UNI 8723/86
UNI EN 13384-1/08
Giurisprudenza locatizia e condominiale
(Fonte archivio delle locazioni e del condominio - Casa editrice La Tribuna).
Osservanza delle quote di sbocco
Le canne fumarie per la dispersione dei fumi delle caldaie sono soggette alla disciplina dell’articolo 890 del
Codice civile e, quindi, devono essere poste alle distanze previste dai regolamenti o comunque che risultino
necessarie a preservare da pregiudizi gli stabili adiacenti .
Cassazione 3/12/91 n. 12927.
Concessione edilizia
I lavori di innalzamento e copertura di una canna fumaria, in quanto completano "funzionalmente" un’opera
preesistente, richiedono la concessione edilizia.
Cass. pen., sez. III, 25 ottobre 1988, n. 10396 (ud. 9 febbraio 1988), Amatori.
L’autorizzazione edilizia per la realizzazione di una canna fumaria in un muro perimetrale di un edificio può
essere rilasciata al singolo condomino proprietario dell’unità immobiliare che la canna fumaria è destinata a
servire.
Cons. Stato, sez. V, 23 giugno 1997, n. 699, Comune di Milano c. Ardizzon, in Arch. loc. e cond. 1997, 1058.
Installazione
L'installazione di una canna fumaria rientra nell'uso legittimo della facciata comunque per cui, una volta
salvaguardato il decorso architettonico attraverso il posizionamento di un manufatto che si adegui all'estetica
della facciata stessa, essa rappresenta una modifica conforme alla destinazione del bene comune che ciascun
condomino può effettuare, addirittura senza neppure ottenere il consenso degli altri condomini. La facoltà trova
come sempre limiti nei diritti esclusivi altrui e nel divieto di alterare il decoro architettonico dell'edificio. Non
appare invece ancora definitivamente risolto il problema riguardante l'obbligo o meno del condomino di
rispettare, nella posa della canna fumaria, le distanze previste dall'art. 889 c.c. (due metri tra il confine altrui e
l'opera che si va ad installare). Nessuna norma prescrive che per le opere compiute sulle parti comuni degli
edifici condominiali, si debbano osservare le disposizioni dettate dal codice civile per i rapporti di vicinato.
Tuttavia l'art. 889 c.c. deve trovare applicazione anche alle canne fumarie perchè trattasi di norma dettata per
motivi d'igiene e non può in tal caso qualificarsi come norma sulle distanze legali. E' stato sul punto ritenuto
(Cass. n. 15394/00), che le norme sulle distanze legali, in quanto rivolte a regolare i rapporti tra proprietà
autonome e contigue, sono applicabili anche ai rapporti tra il condominio ed il singolo condomino, nel caso in
cui esse siano compatibili con l'applicazione delle norme particolari relative all'uso delle cose comuni, cioè nel
caso in cui l'applicazione di queste ultime non siano in contrasto con le prime e delle une e delle altre sia
possibile un'applicazione complementare. Nel caso di contrasto devono però prevalere le norme relative all'uso
delle cose comuni, con la conseguenza dell'inapplicabilità di quelle relative alle distanze legali che, nel
condominio di edifici e nei rapporti tra il singolo condomino ed il condominio stesso, sono in
rapporto di subordinazione rispetto alle prime. (Nella specie, si trattava della installazione, in
appoggio al muro condominiale, ed in prossimità della finestra di un condomino, della canna
fumaria della centrale termica condominiale).
Il condomino che inserisce la propria canna fumaria nel lastrico solare comune, incorporandone una porzione,
con opere murarie, al servizio esclusivo del proprio appartamento, pone in essere un atto di utilizzazione
particolare della cosa che non ne compromette necessariamente la destinazione e che deve essere, pertanto,
considerato del tutto legittimo se, trattandosi della occupazione di una zona periferica di una parte del tutto
trascurabile rispetto alla superficie complessiva del lastrico, possa, in concreto, escludersi, che la predetta
utilizzazione, menomi la funzione di copertura e calpestio del lastrico o le possibilità di uso degli altri
comproprietari.
Cass. civ., sez. II, 7 marzo 1992, n. 2774, Cenci E. c. Cenci G.
Negli edifici in condominio, qualora distinte canne adibite a sfiatatoi, destinate a servire singolarmente diversi
locali o appartamenti, siano incorporate nel muro comune e preesistano al condominio, il servizio può essere
qualificato comune quanto meno nel suo complesso.
Cass. civ., 16 luglio 1964, n. 1931.
L’installazione da parte di un condomino di una canna fumaria in aderenza, appoggio o con incastro nel muro
perimetrale di un edificio, è attività lecita rientrante nell’uso della cosa comune, previsto dall’art. 1102 c.c. e,
come tale, non richiede né interpello né consenso degli altri condomini.
Trib. civ. Napoli, sez. IV, 17 marzo 1990, n. 3422, in Arch. loc. e cond. 1991, 145.
Le norme sulle distanze legali, le quali sono fondamentalmente rivolte a regolare rapporti tra proprietà
autonome e contigue, sono applicabili anche nei rapporti tra il condominio ed il singolo condomino di un edificio
condominiale nel caso in cui esse siano compatibili con l’applicazione delle norme particolari relative all’uso
delle cose comuni (art. 1102 c.c.), cioè nel caso in cui l’applicazione di queste ultime non sia in contrasto con le
prime e delle une e delle altre sia possibile una complementare; nel caso di contrasto, prevalgono le norme
relative all’uso delle cose comuni, con la conseguenza della inapplicabilità di quelle relative alle distanze legali
che, nel condominio di edifici e nei rapporti tra il singolo condomino ed il condominio stesso, sono in rapporto di
subordinazione rispetto alle prime. (Nella specie, si trattava della installazione, in appoggio al muro
condominiale, ed in prossimità della finestra di un condomino, della canna fumaria della centrale termica
condominiale).
Cass. civ., sez. II, 23gennaio 1995, n. 724, Albini c. Cond. "Il Pino" di Como, in Arch. loc. e cond. 1995, 320.
Il singolo condomino non ha diritto alla tutela possessoria nei confronti del condominio con riferimento ai
comportamenti di fatto posti in essere in attuazione di decisioni prese da alcuno dei suoi organi. (Nella
fattispecie, un condomino aveva proposto l’azione di manutenzione contro l’attuazione della delibera
assembleare riguardante l’installazione delle canne fumarie).
Trib. civ. Parma, ord. 3 gennaio 1997, Bottini c. Condominio "I Tigli" in Salsomaggiore, in Arch. loc. e cond.
1997,97.
Proprietà
La canna fumaria è soggetta alla presunzione di comunione di cui all’art. 1117 c.c. e deve, quindi, ove il
contrario non risulti dal titolo, ritenersi comune e la circostanza che la canna inizi da un determinato
appartamento è irrilevante e non può giustificare la pretesa del proprietario dell’appartamento stesso di un
acquisto per accessione.
Cass. civ., 29 aprile 1966, n. 1092.
Una canna fumaria, anche se ricavata nel vuoto di un muro perimetrale in condominio, non è necessariamente
di proprietà comune, ben potendo appartenere ad uno solo dei condomini, se sia destinata a servire
esclusivamente l’appartamento cui afferisce.
Cass. civ., 17 maggio 1967, n. 1033.
Con riguardo ad edificio in condominio, una canna fumaria, anche se ricavata nel vuoto di un muro comune,
non è necessariamente di proprietà comune, ben potendo appartenere ad uno solo dei condomini, se sia
destinata a servire esclusivamente l’appartamento cui afferisce, costituendo detta destinazione titolo contrario
alla presunzione legale di comunione.
Cass. civ., sez. II, 29agosto 1991, n. 9231, Battista ed altro c. Signorelli ed altro.
Il diritto del condominio di utilizzare la cosa comune a norma dell'articolo 1102 CC - salvo espresso consenso di
tutti i condòmini - non può spingersi sino al punto di consentirgli di sottrarre il bene comune al potenziale uso
degli altri condòmini e di attrarlo nella sua sfera di disponibilità esclusiva, E, dunque una canna fumaria
destinata allo scarico dei prodotti della combustione dell'impianto temico centralizzato dimesso, non può essere
usata in via esclusiva da un condomino per l'evacuazione dei fumi del forno dell'immobile di sua proprietà
adibito a pizzeria, quando tale uso rende inservibile il bene agli altri condomini. Questo in sintesi il contenuto
della sentenza.
Cass. 6 novembre 2008, n.26.737.
Spese
L’obbligazione di ricostruire una canna fumaria, la cui originaria consistenza sia stata mutata nel tratto che
attraversa un singolo appartamento, è a carico del proprietario di questo come obbligazione reale e non già a
carico comune dei condomini.
Corte app. civ. Napoli, 14 gennaio 1950.
Le spese per la riparazione di una canna fumaria che serve un appartamento non possono essere messe a
carico della collettività.
Trib. civ. Milano, 18 gennaio 1990, in L’Amministratore 1990, n. 3.
Uso
La riduzione della sezione di una canna fumaria ad opera di uno dei condomini (nella specie mediante
immissione di un tubo in eternit) non è consentita qualora di fatto alteri la destinazione della cosa comune ed
impedisca agli altri partecipanti di farne uso secondo il loro diritto.
Cass. civ., 29 aprile 1966, n. 1092.
Nel caso in cui cessi l’uso di un impianto di riscaldamento condominiale non viene meno per questa sola
ragione il compossesso dei singoli comproprietari sulla relativa canna fumaria, sia perché è riconducibile ai
poteri del titolare di un diritto reale la facoltà di mettere o non mettere in attività un impianto, sia perché la canna
fumaria va considerata come un manufatto autonomo, suscettibile di svariate utilizzazioni.
Cass. civ., sez. II, 17 febbraio 1995, n. 1719, Massafra c. Longhini.