Sorveglianza della FSE (Feline Spongiform Encephalopathy)
Transcript
Sorveglianza della FSE (Feline Spongiform Encephalopathy)
12-10-2006 12:20 Pagina 443 Sorveglianza della FSE (Feline Spongiform Encephalopathy) in Italia Aspetti neuropatologici in gatti clinicamente sospetti B. Iulini M. Caramelli C. Casalone CEA I.Z.S. del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta M. Castagnaro Facoltà di Padova M.T. Mandara Facoltà di Perugia L. Ligios I.Z.S. della Sardegna G.R. Loria I.Z.S. della Sicilia C. Cantile Facoltà di Pisa Le encefalopatie spongiformi trasmissibili (TSE), sono patologie neurodegenerative che colpiscono numerose specie animali e l’uomo, caratterizzate dall’accumulo nel Sistema Nervoso Centrale della PrPSC (sc=scrapie), isoforma patologica di una proteina normalmente presente nell’organismo Prpc (c=cellulare). L’ Encefalopatia Spongiforme Felina (FSE) appartiene al gruppo delle TSE ed è stata identificata in primo luogo nel gatto sebbene sia stata osservata anche in altre specie di felidi selvatici tenuti in cattività quali il puma, l’ocelot, il ghepardo e la tigre. Come per tutte le TSE umane ed animali il periodo di incubazione è lungo e il decorso è progressivo e fatale. L’agente causale, comunemente definito “prione” si distingue da altri agenti eziologi- ci per la notevole stabilità fisico-chimica e per la capacità di non indurre alcuna risposta immunitaria e infiammatoria nell’ospite. L’agente eziologico della FSE è plausibilmente il medesimo riscontrato nell’Encefalopatia Spongiforme Bovina (BSE): infatti sperimentalmente si è visto che inoculando per via intracerebrale e intraperitoneale i topi con materiale cerebrale affetto da FSE, questi sviluppavano sintomi nervosi e presentavano profilo istolesivo e glicotipo analoghi ai topi inoculati con l’agente della BSE. Il primo caso di FSE è stato segnalato in Inghilterra nel 1990 e da allora sono stati registrati 90 casi in Gran Bretagna, 1 in Irlanda, 1 in Norvegia, 1 nel Liechtenstein e 2 in Svizzera tutti attribuibili al consumo di alimenti contenenti scarti di macellazione di 10 / 443 Contributi Pratici 10_ottobre_2006 10_ottobre_2006 12-10-2006 12:20 Pagina 444 Contributi pratici ruminanti affetti da BSE. L’FSE si riscontra prevalentemente in felini di sesso maschile, appartenenti alla razza europea comune e l’età media al momento della comparsa dei primi sintomi è circa di 7 anni. In tutti i casi descritti la FSE insorge gradualmente ed i sintomi clinici si protraggono per un tempo variabile da 3-5 mesi; oltre questo periodo in genere gli animali osservati sono stati sottoposti ad eutanasia. La sintomatologia nervosa in una prima fase è caratterizzata da alterazioni del comportamento e l’animale diventa improvvisamente aggressivo. Si osserva spesso ipersalivazione, polifagia, polidipsia e il soggetto reagisce scarsamente agli stimoli e tende a nascondersi. Esso può presentare il pelo arruffato sporco e poco curato e uno spiccato grooming. Successivamente si manifestano i tremori muscolari, la midriasi il digrignamento dei denti, la difficoltà di deambulazione, l’atassia a carico degli arti posteriori, l’ipermetria e l’iperestesia. Non si osservano alterazioni bioumorali direttamente legate al quadro clinico e alterazioni del liquido cefalo-rachidiano. Essendo la FSE una patologia a carattere progressivo e di tipo multifocale, la diagnosi differenziale va posta con altre turbe del sistema nervoso centrale di natura infiammatoria, tossica e metabolica, quali la FIP, FELV, FIV, la Toxoplasmosi, l’encefalopatia epatica . Va sempre inclusa tra le diagnosi differenziali la rabbia il cui decorso clinico è più breve della FSE con exitus entro una settimana dall’esordio della sintomatologia . La diagnosi di FSE può essere eseguita solo post-mortem. Di routine vengono eseguiti sia l’esame istologico sul SNC per valutare la presenza di spongiosi ovvero di vacuolizzazioni, sia l’esame immunoistochimico ed il Western Blot per mettere in evidenza la PrPsc depositata nell’encefalo. Ai fini diagnostici possono anche essere impiegate sia la microscopia elettronica che permette di rilevare la PrPsc depositata sotto forma di SAF (Scrapie Associated Fibrils), sia la prova biologica nel topino. L’esame istologico del SNC rileva la presenza di spongiosi lungo tutto il nevrasse anche se con intensità differente da zone a zona; il corpo genicolato mediale del talamo, il corpo striato ed il midollo allungato rappresentano le parti maggiormente coinvolte. Talora sono colpiti gli strati più profondi della corteccia cerebellare e la corteccia cerebrale. Nel tronco encefalico le vacuolizzazioni possono coinvolgere il corpo neuronale, in particolar modo a livello del rafe, nel nucleo dorsale del vago, nei nuclei vestibolari del midollo allungato e nel nucleo rosso del mesencefalo. A livello della corteccia cerebellare si possono osservare placche amiloidi, astrocitosi marcata e proliferazione delle cellule della microglia. Nel 1998 in Italia è stato diagnosticato un caso di contemporanea comparsa di sporadica CJD in un uomo e di una nuova variante di FSE nel suo gatto, differenti dai casi osservati in Gran Bretagna. Il gatto aveva 7 anni quando ha iniziato a manifestare sintomi quali la frenesia, iperestesia, atassia, disfunzioni locomotorie ed è stato poi soppresso dopo pochi mesi. L’esame istologico sull’encefalo del gatto ha evidenziato la presenza di gliosi a livello della corteccia cerebellare e nella zona corticale profonda ed inoltre di spongiosi neuronale localizzata maggiormente nella corteccia. Grazie al Western Blot effettuato sia sul SNC del gatto sia su quello del suo proprietario è stato osservato che la forma di PrPsc presente in entrambi i soggetti non era quella attribuibile ad esposizione all’agente della BSE. È stata quindi ipotizzata l’esistenza di un nuovo tipo di encefalopatia spongiforme felina la cui fonte di infezione ed il tipo di trasmissione non è chiaro. Lo studio della FSE, benché questa non costituisca un pericolo diretto per la salute pubblica, può contribuire ad una migliore comprensione delle malattie da prioni. In quest’ottica è fondamentale che le caratteristiche epidemiologiche e patologiche di tutte le TSE animali vengano indagate a fondo e la conoscenza dell’eventuale presenza e diffusione della FSE in Italia è importante perché consentirebbe di fornire elementi utili alla valutazione della BSE nel nostro Paese. A tal proposito il Ministero della Salute ha finanziato un progetto di ricerca della du10 / 444 rata di due anni con lo scopo di individuare casi di encefalopatia spongiforme felina nel Nostro Paese. Tale progetto è stato svolto dal Centro di Referenza per lo Studio delle Encefalopatie Animali dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale (IZS) del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta (CEA) in collaborazione con l’IZS della Sardegna, l’IZS della Sicilia, la Facoltà di Medicina Veterinaria di Padova, Perugia e Pisa. Nel periodo giugno 2003 – giugno 2005 sono stati inviati dalle varie Unità Operative (U.O.) al laboratorio di Neuropatologia del CEA 110 campioni di encefali di gatti nei quali era stata evidenziata una sintomatologia nervosa. Presso le U.O. sono state eseguite le diagnosi differenziali sull’intero encefalo e la porzione di tronco encefalico è stata inviata al CEA per la conferma di FSE. Gli animali in oggetto avevano un’età compresa tra 1 e 20 anni, erano di entrambi i sessi ed appartenevano in prevalenza alla razza europea comune. Da un attento esame delle schede di accompagnamento campioni compilate dai veterinari si è appreso che i segni clinici riscontrati più frequentemente erano perdita di coordinazione, atassia, iperreattività agli stimoli uditivi e tattili, tremori, eccessiva salivazione e grooming diminuito. Tutti i campioni sono stati sottoposti sia all’esame istologico con colorazione Ematossilina & Eosina sia all’esame immunoistochimico. Per l’esame immunoistochimico le sezioni di SNC sono state sottoposte dopo sparaffinatura e reidratazione, ad un pretrattamento con acido formico al 98% ed autoclavaggio a 121 °C; successivamente sono state incubate a 4 °C con l’anticorpo anti-PrP L42, si è poi proceduto all’incubazione con avidina-biotina-perossidasi, alla reazione con il cromogeno 3-3’ diamminobenzidina (DAB) ed alla controcolorazione con Emallume di Mayer. Dall’esame istologico dei campioni oggetto dello studio, non sono stati evidenziati segni riferibili a FSE, in realtà solo in due casi è stata osservata una spiccata vacuolizzazione a livello dei nuclei dell’obex che si è rivelata poi essere un’encefalopatia tossico-metabolica. L’esame immunoistochimico per l’evidenziazione della PrPsc non ha mostrato alcun 10_ottobre_2006 12-10-2006 12:20 Pagina 445 segno di positività, pertanto nessun caso di FSE è stato diagnosticato. Le diagnosi differenziali effettuate presso le varie U.O. sono state classificate nei seguenti gruppi: neoplasie 22%, encefaliti granulomatose 15%, encefalopatie tossico-metaboliche 13%, lesioni degenerative 9%, encefaliti suppurative 5%, alterazioni di circolo 4%, lesioni di origine traumatica 4%, encefaliti non suppurative 3%. Il 20% degli animali non ha mostrato lesioni istologiche significative e sono risultati pertanto nella norma e il 5% è risultato non idoneo. Le neoplasie coinvolgevano principalmente le meningi ed erano rappresentate da meningiomi, linfomi metastatici e più raramente primari e da metastasi di neoplasie presenti originariamente in altri organi. I meningiomi a loro volta sono stati distinti in base all’aspetto istopatologico in meningioma di tipo psammomatoso e meningioma di tipo transizionale. Tra il gruppo delle encefaliti granulomatose, le lesioni rilevate con maggior frequenza sono state le leptomeningiti sostenute da Coronavirus (Peritonite Infettiva Felina) riscontrate in 16 soggetti. Le encefalopatie tossico-metaboliche osservate nel 13% dei soggetti comprendevano sia encefalopatie epatiche sia renali; tra le lesioni degenerative sono state considerate un gruppo eterogeneo di malattie fra le quali sono stati descritti casi di Necrosi del Corno d’Ammone e di deficienza di tiamina. Nel 5% dei casi diagnosticati come encefaliti suppurative sono state incluse sia infezioni batteriche sia micotiche; la patologia più comune nel gruppo delle infiammazioni non suppurative era rappresentata invece dalla Malattia di Aujesky, osservata solo in due gatti . Infine il 5% dei campioni pervenuti in laboratorio sono risultati essere non idonei per la presenza di fenomeni autolitici tali da non permettere di effettuare una corretta diagnosi neuropatologica. Dai risultati ottenuti da questo progetto, nessun caso di FSE è stato confermato. Tale studio, tuttavia ha permesso di effettuare un monitoraggio tra l’altro mai svolto nel resto dell’Europa riguardante le malattie neuropatologiche del gatto. Il progetto inoltre, è stato particolarmente utile ai fini di una conoscenza ad ampio spettro delle malattie da prioni ed ha consentito di approfondire importanti aspetti di altre affezioni nervose centrali che colpiscono questa specie. Diagnosi differenziali La bibliografia è disponibile sul sito www.ilprogressoveterinario.it 10 / 445